Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna Beni culturali della Sardegna Segni di una grande civiltà Rassegna stampa a cura del Servizio Promozione Testata L’UNIONE SARDA Data 1° agosto 2009 Pagina 23 Sezione Cagliari Via Milano. Maria Paola Marcassoli racconta la casa in cui ha abitato dal 1960 al '67 “La villa? Fu modificata da mio padre” Ristrutturato nel 1959 l'edificio attribuito all'architetto Badas diMARCO NOCE Maria Paola Marcassoli ha vissuto per sette anni nella villa di via Milano. Ecco la sua verità su quella casa. In quella villa al numero 42 di via Milano, Maria Paola Marcassoli c'è cresciuta: c'è arrivata bambina di dieci anni, se n'è andata ragazza di diciassette. Dal 1960 al 1967: sette anni di giochi, di gioie e anche di dolori in una casa finita al centro di una mobilitazione popolare perché potrebbe essere abbattuta e, forse, porta una firma eccellente. Anche se, dice lei, insegnante di Lettere, «noi non ne abbiamo mai saputo niente e in ogni caso fu modificata per volontà di mio padre nell'impianto generale, negli interni e negli esterni». LA VICENDA Riassunto delle puntate precedenti. Due anni fa, la villa è stata ceduta dagli ultimi proprietari all'impresa edile Bruno Cadeddu che intende abbatterla, insieme ai due edifici accanto, i civici 38 e 40, per realizzarci un palazzo: un progetto contro il quale ottocento cittadini hanno firmato una petizione e contro cui si è mobilitata anche Franca Ferrari, figlia di Filippo, l'ingegnere che la fece costruire nel 1957; è stata proprio lei, in un'intervista al regista Enrico Pau visibile su Youtube (titolo: “La casa ritrovata”), a rivelare che il progetto dell'edificio era di Ubaldo Badas, l'architetto che tra il 1930 al 1960 ha firmato diversi monumenti di Cagliari, dall'ex Colonia marina “Dux” (il vecchio ospedale Marino) alla scuola “Attilio Mereu”. Nei mesi scorsi, la Soprintendenza ha avviato una procedura di vincolo architettonico per la villa: l'impresa ha presentato un'istanza cautelare al Tar sostenendo, per bocca del suo legale Benedetto Ballero, che la villa non è opera di Ubaldo Badas ma dell'ingegner Filippo Ferrari e dei suoi colleghi Chiesa e Cardia, ma i giudici amministrativi l'hanno respinto. BADAS O FERRARI Tanto interesse nei confronti di una casa cui è legata una parte importante della sua vita ha spinto Maria Paola Marcassoli a intervenire nel dibattito. «La mia famiglia acquistò quella villa nel 1959», racconta. «Mio padre, Paolo Marcassoli, era un commerciante di generi alimentari. Aveva i magazzini in via Roma, e anche noi vivevamo in via Roma. Comprò la villa dall'ingegner Ferrari». La figlia del quale, Franca, nell'intervista video a Enrico Pau dice di aver visto Badas mostrare disegni alle maestranze impegnate nella costruzione, esponendoli sul camino, e indica negli esterni e in particolare nella veranda a forma di trapezio rovesciato la firma inconfondibile dell'architetto che fu a capo dell'Ufficio tecnico del Comune di Cagliari ma che, non avendo la laurea, non avrebbe potuto firmare ufficialmente il progetto della villa di via Milano. Ai Marcassoli, per quanto riguarda la professoressa, nessuno parlò mai di un coinvolgimento di Ubaldo Badas nella progettazione: «A quanto ne sapevamo noi, la casa era stata costruita dall'ingegner Ferrari per sé e la sua famiglia, che ci ha abitato per un paio d'anni, dal 1957 al 1959». I NUOVI LAVORI Proprio nel 1959 furono realizzati i lavori decisi da Paolo Marcassoli. «Mio padre – prosegue Maria Paola, che nell'album di ricordi ha diverse foto in bianco e nero scattate in quella casa - affidò all'ingegner Ambrogio Atzeri l'incarico di ampliare l'edificio che, dopo quei lavori, passò dall'originaria pianta a forma di L a una di forma quadrata. In pratica, è stato aggiunto un nuovo blocco sul retro». A questa importante modifica dell'impianto originario si sono aggiunti lavori all'interno: «Furono spostati alcuni tramezzi per gestire diversamente gli spazi e fu innalzato il soffitto dello scantinato, che originariamente non era abitabile: credo che fosse alto un metro e sessanta. Una volta innalzato, diventò una sorta di tavernetta dove noi bambini andavamo a giocare al ping pong e al biliardino». Inoltre, «sul lato di via Milano, si scavò per realizzare un garage». Interventi anche nel giardino: «Era in terra battuta, quando arrivammo. Mio padre lo fece lastricare». LA TRAGEDIA Il grosso dei lavori, secondo Maria Paola Marcassoli, fu eseguito nel 1959, prima del trasferimento della famiglia, che vi si stabilì nel 1960 e vi restò fino al 1967. «Non rimanemmo a lungo perché quella villa non ci portò fortuna», racconta l'insegnante: «La notte del Capodanno 1962, un mio cuginetto morì annegato in una vasca da bagno: una tragedia terribile. Negli anni successivi fummo visitati diverse volte dai ladri. Di anno in anno, la famiglia si andò disaffezionando alla casa e nel 1967 la vendemmo alla famiglia Gatti, che per quanto ne so ci ha vissuto fino a un paio d'anni fa. Sono rimasta profondamente legata a quella casa, tanto che se posso evito di passare in via Milano: se la buttassero giù mi dispiacerebbe». È stata depositata ieri mattina l'ordinanza di rigetto della sospensiva No del Tar all'impresa: i vincoli restano Ruota tutto sulla rilevanza dell'interesse pubblico il nocciolo della decisione dei giudici del Tar Sardegna che hanno respinto il ricorso contro i vincoli imposti dalla Soprintendenza alla villa di via Milano, ritenuta progettata dall'architetto cagliaritano Ubaldo Badas. Depositata in segreteria l'ordinanza firmata dal collegio giudicante della seconda Sezione presieduto da Marco Lisini (consiglieri Tito Aru e Antonio Plaisant), il Tribunale amministrativo di piazza del Carmine ha dunque ritenuto che non sussistano gli estremi per concedere la sospensiva che avrebbe bloccato gli effetti dei vincoli, concedendo il via libera all'impresa Cadeddu Bruno (assistita dagli avvocati Benedetto, Stefano e Francesco Ballero) che vorrebbe realizzare in quell'area un nuovo complesso residenziale. Alla finestra il Comune di Cagliari che, pur non essendosi costituito in giudizio, aspettava coi propri tecnici l'esito del ricorso. Il 7 maggio scorso, il Soprintendente Gabriele Tola aveva firmato l'avvio del procedimento di riconoscimento del particolare interesse storico e artistico dell'edificio di via Milano, ma anche di altri due edifici interessati da progetti di ristrutturazione e ampliamento. I giudici, pur non entrando nel merito del ricorso, hanno riconosciuto di rilevante interesse pubblico l'azione intrapresa dalla Soprintendenza per salvare le ville e ritenuto di dover approfondire (in sede di merito) sia le posizioni sostenute dall'avvocatura di Stato che quelle dagli avvocati del costruttore, che hanno cercato di dimostrare come i progetti fossero disegnati non da Ubaldo Badas ma da altri. ( fr. pi.)