Bonus Track è la XIII edizione del Festival Castel dei Mondi.
Un appuntamento di fine estate ormai consolidato per la
città di Andria e per i molti spettatori che vi partecipano.
Un appuntamento sempre nuovo che anche quest’anno apre le
piazze e il centro storico della città a compagnie nazionali
e internazionali, a artisti già riconosciuti e emergenti, e
quest’anno per la prima volta porta una nuova scommessa:
la vetrina integrale del progetto regionale Teatri Abitati
con tutte le produzioni di teatro per adulti e per ragazzi
realizzate in questo felice esperimento.
esplorazioni #13
La tredicesima edizione
dal 27 agosto al 6 settembre 2009
“…il pubblico non è stupido e soprattutto
non ha tempo da perdere…”
Vaclav Havel
Per un pubblico resistente
L’edizione 2009 del Festival Castel dei Mondi rinnova l’appuntamento di fine estate con il teatro ad Andria. Il
titolo della rassegna “Bonus track, per un pubblico resistente” testimonia ancora una volta la ricchezza degli
eventi. Dal 27 agosto gli spettacoli saranno trentanove, con sette prime nazionali, otto compagnie straniere e una
sezione esclusiva dedicata a Teatri Abitati. La kermesse di quest’anno sarà una nuova occasione per vivere il
teatro riscoprendo le piazze, il centro storico, gli scorci della nostra città, dal Palazzo Ducale a Castel del Monte, dal
seminario vescovile, al chiostro San Francesco.
Anche per l’edizione 2009, il festival vuole essere un momento unico di cultura e di valorizzazione della produzione
teatrale locale, di riscoperta della nostra città confermando la sua crescita costante degli ultimi anni, moltiplicando
l’offerta e differenziando ulteriormente il prodotto per raggiungere e confermare, anche in questa edizione e nelle
prossime, lo straordinario “tutto esaurito” degli spettacoli, segno inequivocabile della forte domanda di teatro di
qualità nel nostro territorio.
Vincenzo Zaccaro
Sindaco di Andria
Un Festival di Teatro unico nel Mezzogiorno, che arriva alla sua tredicesima edizione e sfida le crisi epocali dei
Mondi a cui si richiama, rappresenta per noi tutti una ragione di orgoglio profondo e una domanda di ancora più
intenso impegno culturale, sociale e politico.
Guardare oltre, spostare gli orizzonti delle discipline artistiche, usare le materialità del teatro, dei luoghi, dei corpi
per fabbricare nuovi universi simbolici: queste sono le sigle interpretative del Festival, che anima mille mondi
- possibili e impossibili - nelle storiche cornici dei Palazzi di Andria e sullo sfondo mitico del grande Castello di
Federico.
Non si tratta solo di suggestioni elitarie: la carnalità dell’azione scenica e la rottura delle tradizioni teatrali più
ripetitive e inaridite ci consente qui di chiamare alla fruizione e alla partecipazione emotiva e intellettuale fasce di
pubblico di tipo nuovo, proiettando il Festival nell’agone internazionale del rinnovamento culturale e avanzando
alle generazioni più giovani inedite e coinvolgenti proposte.
Il teatro è vita e visione di futuro: nelle nostre terre non più marginali e subalterne, tra i nostri organizzatori di
cultura non più residuali e vassalli, il Festival Castel dei Mondi diviene testimonianza di un cambiamento possibile,
voluto e condiviso dalle Amministrazioni pubbliche che lo sostengono e lo realizzano, cimento di artisti e di pubblico
che alimentano nuove visioni e palpabile progresso culturale e civile.
Silvia Godelli
Assessore al Mediterraneo
della Regione Puglia
Rafforzare il futuro
La buona notizia è che i Festival continuano a vivere, nonostante gli ultimi periodi contrassegnati da profonde e
veloci trasformazioni.
Il Festival è giunto alla XIII edizione. Riuscire a trovare un Ente territoriale che investe risorse in un Festival come
il CdM, è cosa rara di questi tempi.
L’aver abbandonato una programmazione rassicurante, in cambio della curiosità e della contemporaneità anche
scomoda, ha dato i suoi frutti. In pochi anni siamo passati da poche migliaia di presenze, a oltre 12.000 del 2008,
con tutti gli spazi urbani sold out, ponendo un problema anche di incremento dell’offerta per soddisfare le attese.
La maggiore attenzione dei media nazionali e regionali alle attività del Festival, non fa che consolidare questo
sentire.
Il tratto principale del Festival e, lasciatemelo dire, il suo successo, è rappresentato ormai dalla felice connessione
tra istituzioni, artisti, scena, territorio.
Il Festival vuole essere punto d’incontro della nuova creatività europea, dove la prosa, la danza, il mimo, la musica,
il teatro di figura, il circo, il teatro di strada, le nuove tecnologie, dialogano tra loro.
Altro tassello fondamentale del Festival è rappresentato dal sostegno alla creatività emergente, al lavoro dei giovani
artisti, alla sperimentazione del lavoro interdisciplinare e alla cooperazione tra artisti di diversa formazione.
Quest’anno il Festival si prepara a nuove esplorazioni, per un teatro colto e popolare. E si prepara a farlo con
più calore che mai, mettendo al centro delle attività lo spettatore, mettendo in scena la città, con tanto spazio e
sorprese in più. L’edizione Bonus Track è un sostanzioso regalo, un omaggio affettuoso a quel pubblico resistente,
protagonista delle notti insonni del Festival, che in questi anni lo ha fatto crescere con tutto il suo entusiasmo e la
sua curiosità.
L’edizione 2009 in cifre:
39 spettacoli, 7 prime nazionali, 55 repliche complessive
Riccardo Carbutti
Direttore artistico
Annoverare il Festival Castel dei Mondi di Andria tra le eccellenze della Puglia e delle attività del Teatro Pubblico
Pugliese è un dato importante che alimenta la nostra struttura, così come le espressioni culturali della nostra terra.
Un appuntamento annuale che conferma e perfeziona il nostro concetto di fare teatro, lontano dalle mere logiche di
evento che si esauriscono in brevi spazi temporali, così aderente al modo condiviso di formare il nuovo pubblico: la
fidelizzazione, l’essere dentro un processo che nutre la crescita culturale, crea sviluppo, affezione, interessamento,
indagine, sperimentazione, curiosità, ricerca.
Compito delle Istituzioni è essere in prima linea nella osservazione del pubblico, nella formazione dello stesso, nella
ricerca di nuovo pubblico extraregionale, extranazionale. Favorire ricerche intorno agli eventi di spettacolo, seguire
il pubblico, i pubblici, comprendere le esigenze, le modalità di fruizione.
Anche grazie a questo Festival la realtà del Teatro Pubblico Pugliese è in grado di fare sistema tra istituzioni e luoghi,
di essere raccordo e catalizzatore di interessi e progetti che attraversano tutto il territorio regionale, ne valicano i
confini, e cercano di fronteggiare e sfruttare le opportunità di una globalizzazione che è sempre più forte, nel campo
culturale come in quello economico. E in questa vetrina, nella terra di Federico, abbiamo cercato di interpretare
al meglio il ruolo naturale affidato alla nostra regione, quello di cerniera fra le culture del Sud Europa, i Balcani,
il Mediterraneo. Sostenendo una filosofia culturale precisa, espressa da un progetto artistico indubbiamente di
grande respiro e lungimiranza.
Carmelo Grassi
Presidente
Teatro Pubblico Pugliese
www.teatropubblicopugliese.it
FEST
il festival nazionale e
internazionale / ospiti
e produzioni
GirodiBanda
ideazione e progettazione Marinella
Mazzotta e Cesare Dell’Anna
direzione artistica M° Cesare
Dell’Anna
arrangiamenti M° Cesare Dell’Anna,
M° Luca Manno
arrangiamento testi Emanuele Licci
trascrizioni per banda M° Cesare
Dell’Anna, M° Luca Manno,
M° Enrico Zullino
www.myspace.com/girodibanda
Il concerto-spettacolo è il risultato di un lungo lavoro di ricerca intorno alla musica da
banda, mezzo di aggregazione e diffusione
della musica “colta”, occasione di partecipazione diretta e vivace sin da quando ancora
nelle case non esistevano radio o televisioni. GirodiBanda riprende questa tradizione
passando dalla musica bandistica alla musica tradizionale salentina, fino ad arrivare a
quella folk popolare e a quella balkan. L’organico diretto dal maestro Cesare Dell’Anna, è
composto da una banda pugliese e dal gruppo OPA CUPA, che da oltre dieci anni lavora
sulla commistione tra la tradizione musicale
delle bande da giro pugliesi e le ritmiche delle fanfare dei Balcani.
L’ensemble accompagna le voci della tradizione salentina: Enza Pagliara, Emanuele Licci
e Claudio “Cavallo” Giagnotti. In repertorio
le marce sinfoniche classiche, i brani più belli
della tradizione popolare salentina, fino alla
più famosa tradizione balkanjazz.
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Roberto
Corradino/
Reggimento
Carri:
Le muse
orfane
di Michel Marc Bouchard
traduzione di Francesca Maccagatta/
Ubulibri
un progetto di Roberto Corradino/
Reggimento Carri
con Alice Bachi, Roberto Corradino,
Tatiana Lepore, Simona Senzacqua
light design Gianni Staropoli
sound design Davide Tidoni
costumi Vivian Lorca/MercanZia
organizzazione Antonella Dipierro
produzione Reggimento Carri
coproduzione Festival Castel
dei Mondi e OFFicINa - Triangolo
Scaleno Teatro
col sostegno di Santi Teatri Primitivi/
Come se fosse teatro,
Spazio Off/Fabbrica Famae
www.reggimentocarri.org
“Emozionale. Il teatro è emozionale.
Ho tre sorelle e un fratello per le mani.
E una Madre che non c’è. È la notte del Sabato Santo, e ci sono loro, che l’aspettano: Catherine, Martine, Isabelle e Luc. E nell’attesa
si fanno a pezzi. E quando avranno finito la
Mamma arriverà, come evocata da una seduta spiritica, resusciterà e si mostrerà ai loro
occhi come non avrebbero mai immaginato
potesse essere. È la Pasqua di Resurrezione e
la Mamma torna. Perché la Mamma
è sempre la Mamma.”
Queste le prime note di regia di Roberto Corradino, autore, attore e regista che, formatosi
in teatro con Mimmo Cuticchio, Maria Maglietta, Pippo Delbono, Federico Tiezzi, Teatro Kismet O.per.A, si confronta oggi con lo
straordinario testo di Michel Marc Bouchard.
27 agosto
prima
nazionale
giovedì 27 agosto
e venerdì 28 agosto
GIRODIBANDA
This dramatized concert is a
result of strenous research focused on band music, which
turns out to be a tool for gathering people and a medium to
diffuse cultured music. Band
music has shown to allow for
direct and lively participation
since the times when no televison or radio brought music
into people’s houses.
The crew is directed by Cesare Dell’Anna and comprises
a band from Puglia and the
group OPA CUPA, which has
worked for ten years at mixing together the traditions of
popular bands from Puglia and
the fanfare rhythms from the
Balkans.
Roberto Corradino / Reggimento Carri
LE MUSE ORFANE
Three sisters and their brother.
An absent mother. It’s the night
before Easter and she is not at
home. The only people there are
the four siblings, Catherine,
Martine, Isabelle and Luc, who
are waiting for her to come
back. While waiting they will
tear each other into pieces.
Theatre is emotional. I’m going
to deal with three sisters and
a brother who are waiting for
their mother on the night before Easter. Catherine, Martine,
Isabelle and Luc will tear each
other apart while waiting for
their mother. She will eventually show herself back, as evoked
during a session, in a way her
children would never expect
her. It is the Resurrection day
and their mum is back.
As la mamma è sempre la
mamma.
Roberto Corradino, author,
actor and director, lead out
working with Mimmo Cuticchio, Maria Maglietta, Pippo
Delbono, Federico Tiezzi, Teatro KismetO.pe.rA. In 2000
he established the group Reggimento Carri; his last interpreted and directed works are
Piaccainocchio, finalist in 2003
at Premio Scenario, Perché
ora affondo nel mio petto in
2004, La commedia al sangue
in 2005 in co-production with
the Festival Castel dei Mondi
from Andria, and the recent
Conferenza/Nudo e in semplice
anarchia in 2007/08 inspired
by Shakespeare’s Richard II, in
co-production with Festival Es.
Terni 2008.
Rotozaza
ETIQUETTE
Etiquette is a half-hour experience for two people in a public
space. There is no-one watching - other people in the cafe
or bar are not aware of it. You
wear headphones which tell
you what to say to each other,
or to use one of the objects positioned to the side. There is a
kind of magic involved - for it
to work you just need to listen
and respond accordingly. Some
say it’s good to do this with
someone you know, someone to
share this with. Others say it
works well with a stranger.
Etiquette exposes human communication at both its rawest
and most delicate and explores
the difficulty of turning our
thoughts into words we can
trust. A young girl and an old
man lead the participants into
several micro-situations, often
borrowed from film or theatre,
wherein the private worlds
shared between two people
split and reform incessantly.
We’d recommend anyone thinking of experiencing it to watch
this great 10 minute excerpt
from Godard’s VIVRE SA VIE,
though it’s not essential.
Alongside their innovative
stage works (Doublethink, Five
in the Morning) involving instructions to unrehearsed performers, Rotozaza here invite
the audience to try it themselves. Etiquette offers the fantasy of speaking with someone
without having to plan what
you say, and the resulting thrill
of disowning responsibility in
a performance situation. Conversation is shown to be a kind
of theatre whereby ‘audience’
and ‘actor’ roles are imperceptibly assumed and exchanged.
Sandro Lombardi
IL RIFORMATORE
DEL MONDO
The show has been produced
by demand of the National Museum of the Bargello, alongside
the exhibition I Marmi vivi.
Bernini e la nascita del ritratto
barocco held in Florence from
April 3rd to July 12th 2009.
Bernhard’s play, picked up by
Sandro Lombardi, dates back to
1979. Among the several characters in Bernhard’s drama,
old, lonely, desperate, sarcastic,
evil, nagging, needful figures,
tormentors and victims at the
same time, the Riformatore is
Fondatore nell’ottobre 2000 del gruppo Reggimento Carri, Corradino ha interpretato e diretto negli ultimi anni “Piaccainocchio” (2003
finalista Premio Scenario), “Perché ora affondo nel mio petto” (2004) “La commedia al
sangue” (2005) coproduzione Festival Castel
dei Mondi di Andria, e il più recente “Conferenza/Nudo e in semplice anarchia” (2007/08)
dal Riccardo II di Shakespeare, coproduzione
Festival Es. Terni 2008.
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persone reali, per ciò che hanno di speciale.
Gli “ospiti” spesso descrivono la strana emozione che deriva dall’affidarsi, abbandonando
ogni responsabilità e dando vita a un nuovo
tipo di performance. Con Etiquette, Rotozaza invita il pubblico a provare l’esperienza di
essere al contempo attori e spettatori, utilizzando la dinamica della conversazione e con
l’implicito accordo di scambiarsi continuamente i ruoli.
Due tracce audio sincronizzate, trasmesse
attraverso due set di cuffie, permettono agli
spettatori di provare due esperienze molto
differenti, trovandosi a volte nello stesso luogo e a volte in mondi completamente separati.
Tutto questo con la consueta economia di
mezzi praticata dalla compagnia: due cuffie
stereo e pochi oggetti.
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Rotozaza:
ETIQUETTE
di Anthony Hampton,
Silvia Mercuriali
traduzione Marina Mercuriali
voce femminile Silvia Mercuriali
voce maschile Anthony Hampton
versione originale realizzata
con il supporto di Paul Bennun/
Somethin’Else, sostenuto da Arts
Council England
produzione Rotozaza (UK)
in collaborazione con ArtsAgenda
e Festival EsTerni
www.rotozaza.co.uk
Etiquette è un’esperienza di mezz’ora per
due persone in un luogo pubblico. Non ci
sono spettatori e le persone intorno a loro
non sono al corrente di che cosa stia succedendo. I partecipanti indossano delle cuffie,
attraverso le quali viene suggerito loro cosa
dire e come utilizzare gli oggetti di scena. Per
dar vita allo spettacolo basta semplicemente
ascoltare con attenzione e seguire precisamente le istruzioni che vengono impartite.
Etiquette mette in scena la comunicazione umana nei suoi elementi più semplici e
allo stesso tempo più delicati. Una donna e
un filosofo conducono la conversazione e
accompagnano i partecipanti in un percorso
attraverso diverse situazioni, a volte prese in
prestito dal cinema e dal teatro, dove la sfera
di intimità tra due persone si forma e trasforma continuamente.
Attraverso una strategia che chiamano TOCAR (Teatro dei Comandi e delle Risposte)
essi impartiscono istruzioni agli attori “ospiti”, che si presentano sulla scena senza sapere ciò che dovranno fare. Così facendo lo
spettatore viene invitato a considerare gli
attori non come personaggi fittizi, ma come
da giovedì 27 agosto
a domenica 6 settembre
Sandro
Lombardi:
Il Riformatore
Del Mondo
di Thomas Bernhard
con Sandro Lombardi,
Marion D’Amburgo
regia di Giovanni Scandella
allestimento scenico
Fabrizia Scassellati
costumi Marion D’Amburgo
luci Gianni Pollini
suono Antonio Lovato
su commissione del Museo
Nazionale del Bargello
Soprintendenza Speciale P.S.A.E. e per
il Polo Museale della Città di Firenze
con la collaborazione di ETI Teatro
della Pergola, Associazione Amici del
Bargello, Firenze Musei, Festival Castel
dei Mondi
www.lombarditiezzi.it
Lo spettacolo nasce su commissione del Museo Nazionale del Bargello, per accompagnare la mostra “I Marmi vivi. Bernini e la nascita
del ritratto barocco”.
da venerdì 28 agosto
a sabato 29 agosto
Il riformatore del mondo / foto © Marcello Norberth
the one that brushes more to
the limit of folly.
While the protagonist is writing a treatise on the possibility of recreating the world, he
spends his life torn between
the sadistic behaviour towards
his wife, who shares his loneliness, the bitter memories of
unknown humilations suffered
and the vanity with the honoris causa degree he is going to
get. Depicting this extraordinary character, Bernhard gives
us once more a terrifying mirror of the torments and depths
of pain of the contemporary
man.
Sandro Lombardi reverts to an
author which in the past has
given him the opportunity for
one of his best performances in
L’apparenza inganna.
Fibre Parallele
2. (DUE)
Selected at the EXTRA contest,
promoted by the GAI (Giovani
Artisti Italiani) association,
this show is a noir monologue
held in aseptic, white surroundings, which together with the
voice of the protagonist suggest a dimension of folly.
The monologue tells the end
of a loving relationship, an
ordinary but extreme experience. Fibre Parallele chooses
to dramatize the stereotype,
violently aggravating the emotional content.
The company Fibre Parallele
Teatro was established in November 2005. Licia Lanera and
Riccardo Spagnulo went up
their artistical path together in
2003 with the CUT in Bari. The
first seminars attended with
Enzo Moscato, Marco Sgrosso,
Massimo Verdastro, Francesca
Della Monica, Luca Scarlini,
Living Theatre, Odin Theatret,
were followed by more significant experiences with the
director Carlo Formigoni and
with the Ricci/Forte duo. Their
play “Mangiami l’anima e poi
sputala” reached the semifinal
of Premio Scenario in 2007.
Gaetano Ventriglia
OTELLO, ALZATI
E CAMMINA!
“My theatre is not an intellectual game. I merely try to turn
true characters into life. There
is not any emptying of meaning, as it is in fashion to say.
There is already enough emptying in the world: what have I
Bernini fa subito pensare a immagini di fasto,
ricchezza espressiva e vitalità. Tra gli intenti
della mostra, non ultimo è quello di indagare
il lato oscuro di questa luccicanza: la solitudine e il senso di morte in cui si trova di colpo
piombata l’umanità che, dopo le scoperte di
Galileo, deve accettare l’idea di non essere al
centro del mondo e, forse, di non avere neanche il riparo di un Dio.
Invece di riferirsi in modo tutto sommato
esteriore a un testo barocco, si è preferito riflettere sull’analogia tra il Novecento e questo secolo nero, proprio perché rischiarato
dalle scoperte scientifiche, che tuttavia spingono un’umanità fino allora centralizzata a
sentirsi smarrita e a trovare scampo solo nel
fasto delle forme al vuoto e al senso di morte che la attanaglia. La scelta è così caduta
su Bernhard. Risalente al 1979, Il riformatore
del mondo offre il ritratto di un vecchio sul
punto di rottura della nevrosi autodistruttiva, espressione superbamente ossessiva di
una coscienza della degradazione del pianeta
e nuovo ordinatore del caos. Tra la numerosa
famiglia di vecchi bernhardiani, soli, disperati, sarcastici, crudeli, bisbetici, bisognosi di
aiuto, carnefici e vittime allo stesso tempo, il
Riformatore è quello che forse maggiormente
sfiora il limite della follia. Autore di un trattato volto a dimostrare la possibilità di “ricreare” il mondo, l’uomo passa le sue giornate
dividendosi tra i sadici tormenti che infligge
alla donna che condivide la sua solitudine,
le amare memorie di non meglio specificate
umiliazioni subìte, la vanità per la laurea honoris causa che sta per ricevere.
Nel delineare questa superba figura, Bernhard ci offre ancora una volta uno specchio
agghiacciante nel quale riconoscere gli abissi
di sofferenza e i tormenti dell’uomo contemporaneo.
Per Sandro Lombardi è l’occasione di tornare
ad un autore che già in passato, con L’apparenza inganna, gli ha offerto l’opportunità
per una delle sue interpretazioni più felici.
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bianco, che assieme alla voce dissociata della
protagonista catapulta lo spettatore in una
dimensione di follia.
Si narra della fine di un amore: una storia
estrema quindi, ma terribilmente quotidiana. Ben lungi dal voler cavalcare lo stereotipo, Fibre Parallele sceglie di affrontarlo attraverso un’estremizzazione quasi astratta
delle immagini, e un’esasperazione violenta
della temperatura emotiva.
La compagnia Fibre Parallele Teatro nasce
nel novembre 2005. Licia Lanera e Riccardo
Spagnulo iniziano insieme il loro percorso
artistico nel 2003 presso il CUT di Bari. Alle
prime esperienze formative (seminari con
Enzo Moscato, Marco Sgrosso, Massimo Verdastro, Francesca Della Monica, Luca Scarlini,
Living Theatre, Odin Teatret), si aggiungono
significative esperienze con il regista Carlo
Formigoni e con il duo Ricci/Forte. Con “Mangiami l’anima e poi sputala”, la compagnia è
semifinalista al Premio Scenario 2007.
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Gaetano
Ventriglia /
Malasemenza:
Otello alzati
e cammina
di e con Gaetano Ventriglia
Fibre Parallele:
2. (due)
con Licia Lanera
regia di Riccardo Spagnulo
www.myspace.com/
fibreparalleleteatro
Già selezionato al concorso EXTRA, promosso dall’associazione GAI (Giovani Artisti
Italiani), lo spettacolo è un monologo noir
giocato all’interno di un ambiente asettico,
venerdì 28 agosto
luci Thomas Romeo
maschera Isabella Staino
produzione Malasemenza, Armunia,
Rialto Santambrogio
organizzazione Sandra Messina
www.myspace.com/
gaetanoventriglia
“Quando un ideale vacilla, è già crollato.
A me interessa la tragicomica di Otello. Iago
non è interessante, lui fa il lavoro che fa il
mondo. Il tema dello spettacolo è cosa fare
della nostra vita. Se avessimo un ideale, un
senso, non ci sperderemmo.
La bellezza è lì, ma il mondo fa schifo, e non
vediamo niente. C’è chi ha fiducia e poi magari crolla perché il mondo fa schifo. Otello è
così, il problema non è Iago: Iago è il mondo
- l’occasione, che come si sa, fa dell’uomo la
merda che è.
sabato 29 agosto
Sono in scena, quasi non mi muovo, sono davanti a voi, e che succede? O l’anima viaggia,
la mia e la vostra, e le domande sono chiare, altrimenti non succede niente, perché io
quasi non mi muovo. Ma vale la pena tentare. Tentare almeno l’onestà. Il mio teatro non
è un gioco intellettuale, provo a dar vita a
personaggi veri, e basta. Non c’è uno svuotamento di senso, come va di moda fare e dire.
C’è già bastante svuotamento nel mondo: io
che c’entro? No: qui dentro, sotto queste luci,
non siamo nel vuoto che ci circonda, a me
non interessa descrivere il nulla, parlare del
nulla; la bellezza è lì, non si può far finta di
(del) nulla”.
Gaetano Ventriglia, autore e attore che ha al
suo attivo svariati premi e riconoscimenti
critici, si distingue per il suo teatro minuzioso e onirico. Inizia la sua attività nel 1988 con
l’atto unico Schifo: seguono – tra gli altri – Discarica, mmocca, Detriti e Serrature.
Nel 1998, con Ascanio Celestini, porta in scena Cicoria - in fondo al mondo, vero testo di
fondazione per quanto riguarda quel genere,
oggi di grande successo, che è il “teatro di
narrazione”. Nel 2003 con l’autrice ed attrice
Silvia Garbuggino fonda il gruppo Malasemenza con cui realizza un’ambiziosa trilogia sull’opera di Dostoevskij, ripercorrendo
L’idiota, I fratelli Karamazov e Memorie dal sottosuolo (2007). Nell’aprile 2005, realizza kitèmmùrt (Amleto atto V scena II), una lettura della
tragedia shakespeariana tra il surreale ed il
grottesco.
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Cantieri
Teatrali
Koreja:
Paladini
di Francia
Spada avete voi,
spada avete io!
di Francesco Niccolini
regia Enzo Toma
con Silvia Ricciardelli, Antonella
Iallorenzi, Carlo Durante, Fabio Tinella
assistente alla regia
Valentina Impiglia
ideazione scene Iole Cilento
realizzazione scene Porziana Catalano
Premio della Critica 2009
dell’Associazione Nazionale Critici
Teatrali Italiani
Premio Eolo Awards (Segnali
2009) per il miglior spettacolo
di Teatro Ragazzi
www.teatrokoreja.it
“Le armature e le spade cozzano così come
fanno le marionette siciliane in scena, i movimenti ritmati, leggeri, quasi ci fossero davvero dei fili che guidano i passi, i combattimenti.
Ma si coglie insieme il piacere di evocare il
gioco dei bambini, il gusto di sperimentare la
guerra per finzione, con elmi e corazze realizzate con elementi di recupero, oggetti da
cucina, posate e colapasta, mentre appaiono anche profili di cavallo con cui galoppare
in forma ludica: tutto possiede una speciale
eleganza...”
(ANCTI, Premio della Critica 2009)
“Mi pare di essere nel teatrino delle marionette dove Pasolini fa raccontare a Totò, Ninetto Davoli, Franco e Ciccio, la triste storia
di Otello, Iago e Desdemona. Con quelle stesse marionette vorrei raccontare di Rinaldo,
Astolfo, Angelica, Bradamante, Fiordiligi, Orlando e, da ultimo, il massacro di Roncisvalle,
quella discarica assurda e insanguinata dove
tutti quei corpi morirono e furono abbando-
domenica 30 agosto
got to do with this? No: herein,
under these lights, we are not
in the emptyness of what is
around us. I’m not interested
in describing nothingness, talking about nothing; the beauty
is there and it is not possible to
pretend otherwise.”
Gaetano Ventriglia is an author
and actor who won several
awards and critical acknowledgements. His distinctive feature is a detailed and dreamlike
theatre. He started his work
in 1988 with the one-act-play
Schifo, followed, among others,
by Discarica, Detriti and Serrature.
In 1998, together with Ascanio
Celestini, he produced Cicoria
– in fondo al mondo, that represents a foundation text for
narrative theatre, a very popular genre nowadays.
In 2003, together with the author and actress Silvia Garbuggino, he started a group called
Malasemenza with whom he
carried out an ambitious trilogy on Dostoevskij’s work,
tracing L’idiota, I fratelli Karamazov and Memorie dal sottosuolo (2007).
In April 2005 he produced kitè
mmùrt (Hamlet act V scene II),
which is a reading of Shakespeare’s tragedy suspended
between the surreal and the
grotesque.
Cantieri Teatrali Koreja
PALADINI DI FRANCIA
“I feel like I am in the puppet
theatre where Pasolini made
Totò, Ninetto Davoli, Franco e
Ciccio tell the sad story of Otello, Iago and Desdemona.
With those same puppets, I
would like to tell of Rinaldo,
Astolfo, Angelica, Bradamante,
Fiordiligi, Orlando and finally
the Roncisvalle massacre which
was an absurd bloody ground
where all those men died and
their corpses were abandoned,
with their eyes upwards to the
sky wondering about what the
clouds are.”
(Francesco Niccolini)
Inspired by the Puppet Theatre
magnified by memories, the
show is a touching tribute to
Pasolini’s movie Che cosa sono
le nuvole? The show is tailored
to young boys and girls aged
10 to 15. It turns out to be
an overall cultured experience
, meta-teathrical and packed
full of quotations.
La Luna nel Letto
I MAMMASANTISSIMA
IN AMMERIKA
On the stage there is a concert
which turns into a show. It becomes the mirror of the reality
of southern Italy which still
finds it hard to change. It resembles the different southern
lands of the world, having old
roots and old vices, old flaws
and old values.
Baffled with doubts, six young
musicians from a fictitious village in Puglia called Cefalicchio dream about following in
the footsteps of the great 50’s
italian jazz masters, playing
and covering famous pieces
by Buscaglione and Carosone.
But their real dream is to break
America.
The theatrical search by
Michelangelo Campanale and
the acting company La Luna
nel Letto has for a long time
been committed to experiment
new types of dramatic languages which can speak to a
general audience, as was the
case in the past with popular performances. Since their
former production Pinocchio a
Sud, they have attempted to
restore the ritual function of
theatre, which they believe to
be a medium for passing on
values in society.
Ricci/Forte
MACADAMIA NUT BRITTLE
The recurrent theme is the
nightime waiting of four individuals fond of Haagen
Dasz Macadamia Nut Brittle
ice cream. First in a hospital,
then on a plane, then in a playhouse in a tree. The waiting
is embodied in a dream-like
tamagotchi which detaches
from reality.Life offers a snuff
movie in which everyone is
protagonist, both victims and
executioners. Everybody seeking love in a difficult world is
the main character and agrees
that Nature, as themselves, is
always an unfaithful bitch.
After Troia’s Discount, Metamorphotel,
Wunderkammer,
100%furioso, the Ricci/Forte
duo is back at Castel dei Mondi,
with an intense and disturbing
work inspired by Dennis Cooper’s lysergic universe.
This work has been presented
to the homosexual theatre festival Garofano Verde.
nati, occhi al cielo, a domandarsi che cosa
sono le nuvole.”
(Francesco Niccolini)
Ispirato a un’Opera dei Pupi amplificata dal
ricordo, è anche un commovente omaggio a
“Che cosa sono le nuvole?” di Pier Paolo Pasolini. Uno spettacolo colto e coinvolgente,
metateatrale e ricco di citazioni.
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dare un calcio a una vita di giornate sempre
uguali, da trascorrere nell’ozio e nella noia,
come lucertole
sulla propria pietra.
La ricerca teatrale di Michelangelo Campanale e della Compagnia La Luna nel Letto lavora
da tempo alla sperimentazione di nuovi linguaggi che possano però rivolgersi a un grande pubblico, come in passato avveniva per le
forme spettacolari di carattere più popolare.
Il tentativo, già iniziato con la precedente
produzione “Pinocchio a Sud”, è quello di restituire al teatro la sua funzione rituale e di
mediazione di valori per un’intera comunità.
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La Luna
nel Letto:
I Mammasan- Ricci/Forte:
tissima
Macadamia
in Ammerika Nut Brittle
omaggio a Dennis Cooper
con Tommaso Scarimbolo, Salvatore
Marci, Damiano Nirchio, Lorenzo Zitoli,
con Anna Gualdo, Andrea Pizzalis,
Angelo Manicone, Francesco De Felice
Giuseppe Sartori, Mario Toccafondi
regia di Michelangelo Campanale
regia di Stefano Ricci
coproduzione Festival Castel dei Mondi
movimenti scenici Marco Angelilli
con il sostegno della Compagnia
assistente alla regia Fausto Cabra
Teatrale Grammelot
diario di bordo Francesco Paolo Del Re
www.myspace.com/ricciforte
Teatro Comunale di Ruvo di Puglia
(ex Salone Polivalente)
www.teatriabitati.it
www.lunanelletto.it
In scena un concerto che si fa spettacolo
e diventa specchio di una realtà, il meridione d’Italia, che ancor oggi stenta a cambiare
- non diversamente dai tanti Sud del mondo,
che hanno radici antiche e vizi antichi, difetti
antichi e pregi antichi.
Tra mille difficoltà, dubbi e perplessità, sei
giovani musicisti di Cefalicchio, un immaginario paesino pugliese, sognano di ripercorrere le orme dei grandi maestri del jazz italiano degli anni ‘50, risuonando e rinnovando
brani famosi di Buscaglione e Carosone. Ma il
vero sogno della band non è il solito concerto
per i quattro gatti dell’unico “circolo culturale” del paese, bensì un vero concerto, capace di approdare ai palcoscenici americani. E
l’occasione di andare in America arriva davvero, portando con sé la reale possibilità di
domenica 30 agosto
“Le mutilazioni, le punizioni corporali, il sesso reiterato fino all’estinzione nascondono
una pericolosa in quanto ‘pura’ tendenza
al gioco: un gioco infantile, uno svago che
abbiamo dimenticato uscendo dalle mura
domestiche. Il tempo che passa, il richiamo
forzato ad una maturità catalogante lasciano
intravedere la sagoma sfocata di un bambino che chiede aiuto. Ed è quello che abbiamo
fatto.
Siamo scattati alla richiesta di soccorso gettando un salvagente in un oceano: putrido
come un reality show, duro e ghiaccio come i
giorni da ex illusi cresciuti.
L’attesa notturna di quattro divoratori di gelato Haagen Dasz (il Macadamia Nut Brittle
del titolo), in un reparto ospedaliero, su un
aereo o in una casa dei giochi sull’albero, si
materializza in un tamagotchi onirico, in cui
si fanno i conti con un processo identitario
che, se da una parte lascia liberi, dall’altra
sviluppa un senso di estraniamento da un
pianeta che ci scivola via sotto i piedi.
Nella fluttuazione emotiva, privi di cintura di
sicurezza, scendiamo in picchiata verso un
lunedì 31 agosto
libertinaggio imprevedibile che possa riappropriarci di un gusto, di un peso.
La rumba degli strappi è iniziata; le lacerazioni segnano le figure trasformando in un incubo ad occhi aperti il sogno romantico della
famiglia felice da Mulino Bianco. Vittime, carnefici, protagonisti di questo snuff movie che
la vita offre siamo noi, alla disperata ricerca
di amore in un mondo impossibile: perché
alla fine anche la Natura, come
gli uomini, è troia e infedele. Sempre”.
Dopo Troia’s Discount, Metamorphotel, Wunderkammer, 100% furioso, torna al Castel dei
Mondi anche quest’anno il duo Ricci/Forte,
con un lavoro appassionato e inquietante
ispirato all’universo lisergico di Dennis Cooper. Presentato alla rassegna di teatro omosessuale Garofano Verde.
È una farsa. E forse è questo il problema. Ci
sono tratti determinati da quel dna, che non
fanno prendere sul serio nemmeno le tragedie. Che questa sia una maniera sbagliata di
morire senza coscienza, o giusta di sopravvivere leggermente, è una considerazione che
lasciamo allo spettatore”.
Dopo il lavoro fatto su Murgia (cartolina di un
paesaggio lungo un quarto), Teatro Minimo
ritorna sul tentativo di fotografare il proprio
territorio di appartenenza.
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Teatro
Minimo:
Sequestro
all’italiana
di Michele Santeramo
regia Michele Sinisi
con Vittorio Continelli
e Michele Sinisi
produzione Teatro Minimo,
coproduzione Comune di Andria
con la collaborazione di Festival
Castel dei Mondi
testo finalista al Premio Riccione
per il Teatro 2009
Teatro Traetta Bitonto
Sala Piccolo Garzia Terlizzi
www.teatriabitati.it
www.teatrominimo.eu
La Santa
Rodilla:
MANOLOGIAS
La Santa Rodilla (Perù)
con Hugo Suarez, Renato Curci, Diego
Stirman e Ana Santacruz
www.lasantarodilla.com
Utlizzando semplicemente le mani, i burattinai creano simpatici personaggi facendoli
nascere direttamente dal proprio corpo, dal
proprio spirito. E ci raccontano storie provocate dai loro propri drammi, dai loro sogni e
dalle loro frustrazioni, senza che i personaggi
si stacchino mai dal corpo che li anima, e a
cui naturalmente appartengono.
Con l’aiuto di pochi oggetti, come per esempio palline da ping pong, palloncini, fiori o
piccoli pezzetti di stoffa, i burattinai ci mostrano tutto il tesoro espressivo che può nascondersi nelle nude mani.
Il gruppo La Santa Rodilla, fondato da Hugo
Suarez, Renato Curci, Roberto White e Ana
Santacruz, dal 2004 si dedica appassionatamente alla creazione di storie brevi attraverso l’utilizzo di un nuovo linguaggio comico e
poetico, senza parole, che utilizza le possibilità espressive del corpo. Il linguaggio nasce
da una fusione fra il mimo, il teatro di figura
e l’uso della voce non verbale, cioè non legata
all’utilizzo di una lingua specifica.
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“La nostra è la messa in scena di un sequestro. All’italiana però.
La coppia di maschi di questa storia ha deciso ed è stata indotta ad essere protagonista di
un fatto di cronaca significativo: tengono in
ostaggio una classe in un aula di una scuola.
prima
nazionale
martedì 1 settembre
e mercoledì 2 settembre
da martedì 1 settembre
a sabato 5 settembre
Teatro Minimo
SEQUESTRO ALL’ITALIANA
“We are dramatizing a kidnapping which is carried out the
Italian way. The couple of guys
in this plot decide to be the protagonists of this remarkable
news story: they hold hostage
a class of school children in
their classroom.
The problem is that this is
a farce. There appears to be
some feature determined by
their DNA which makes Italian people unable to take seriously even the tragedies. If
this is either a wrong way to
die without consciousness or a
right way for an easy survival
it is a judgment we will leave
to the spectator.
After the work carried out on
Murgia (cartolina di un paesaggio lungo un quarto), Teatro
Minimo goes back to the attempt of depicting their own
native ground.
La Santa Rodilla
MANOLOGIAS
With bare hands, puppeteers
bring to life appealing characters from their own bodies
and souls. They tell us stories
inspired by their personal life,
dreams and frustrations, while
staying attached to the body
that animates them.
Since 2004 the group La Santa
Rodilla, established by Hugo
Suarez, Renato Curci, Roberto
White and Ana Santacruz, has
been passionately devoted to
creating short stories by means
of a new poetic and comic language made by gestures rather
than words. This language is
a fusion of mime, figurative
theatre and vocal sounds.
The Forman Brothers’
Theatre: OBLUDARIUM
LA CASA DEI MOSTRI
Some people are blessed with
beauty, charm and radiance
that life, fate or perhaps God
bestowed upon them. So
equipped, these people often
influence and control our taste.
Those with less gracious fate,
on the other hand, have become
the freaks of nature that must
struggle to earn our respect.
Some die in their sadness or
take their life away. Others,
however, decide to challenge
their fate and they succeed in
gaining respect and admiration. They are ugly and some-
time even monstrous. Children
are afraid of them and adults
avoid them. It is easy to recognize their weak points because
they can’t be hidden and they
must carry them forever. They
irritate us with their monstrosity and difference. We don’t
want to see them and yet, when
face to face with them, we can’t
take our eyes away from them.
They provoke our senses; they
take away our calm and illusion that the world is beautiful
because they remind us that
despair and weakness exist in
it too. We are afraid of them,
which is perhaps why we also
hurt them, although we enjoy
being moved by their fate.
This evening is dedicated to
them.
Theatre is based on a loose
string of different acts, graphically and theatrically impressive moments and short
stories united by a common
theme, cabaret atmosphere
and unconventional space.
The performance is composed
of various parts and we are
attracted by the freedom to
oscillate between a shallow
genre and what is often times
seriously and nobly called the
theatre art.
TheFreakShow epitomizes our
desire to draw inspiration for
our stage performances from
anything that can challenge
today´s commerciality, namely,
from FUN. While the fun can
be of the crudest form, it must
be based on unconcealed emotions and respect for simple,
human and worldly things, as
well as on our awe with those
phenomena and events that
escape our understanding and
excite our mind by their mystery.
In order to at least partially
present the image of the world
that people are usually afraid
to enter, we find our heroes in
cabarets, nightclubs, circuses,
among wandering comedians,
puppeteers, bardancers, cheeky
fair criers, in silent film grotesques, old comedies but also
among people stigmatized by
various abnormalities and deformations. In a nutshell, in
the souls of all those whose
strange world, at least for a
short while, satisfied their
hidden desire to achieve success, respect or just a sense of
meaning fulness. We are fascinated by the often sad and
moving fates of these people
baret, nei circhi come nelle fiere: sono attori
ambulanti, marionettisti e indovini, ma anche persone segnate da anomalie o da malformazioni, vittime della natura che, per destino, sono obbligate a lottare per ottenere i
favori del mondo. Obludarium è dedicato a
loro e alla loro grazia.
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The Forman
Brothers’
Theatre:
OBLUDARIUM
LA CASA DEI MOSTRI
di Matej Forman, Petr Forman,
regia Petr Forman con Petr Forman,
Matêj Forman, Veronika Švábová, Petr
Píša, Vladimír Javorský, Milan Forman,
Kristýna Boková, Jitka Štecová, Petra
Brabcová, Marta Trpišovská, Miroslav
Kochánek, Michael Vodenka, Zdenêk
Borüvka, Igor Schmidt, Fernando
Heranz Sollis, Josef Sodomia
la piccola orchestra Jakub Schmid,
Jan Cížek, Robert Škarda, Martin
Zavod’an, Jan Andr, Daniel Wunsch,
Stanislav Macha progettazione del
circo Matêj Forman, Napo (HMMH
“Les Cavales”), Antonin Malon
produzione The Forman Brothers’
Theatre, Città di Praga, Ministero
Ceco della Cultura coproduzione Teatro
Nazionale di Bretagna, Rennes et
Zomer van Antwerper (Belgio)
www.formanstheatre.cz
Un teatro-chapiteau appositamente montato in piazza ospita l’antica arte della marionetta cecoslovacca, che si rinnova grazie alla
maestria dei fratelli Forman, figli del cineasta
Milos Forman. Lo spettatore è immerso, fin
dai primi momenti, in un mondo immaginifico e variopinto.
L’arte dei Forman si nutre di una poesia che
trae ispirazione dall’infanzia, si rifà ai personaggi delle marionette, trova il suo ritmo
nelle musiche tzigane.
Obludarium è strutturato in un insieme di
numeri, momenti e storie uniti da un’atmosfera leggera e divertente: un mondo completamente al di fuori della normalità, dove
i sentimenti, il rispetto verso l’umanità e la
meraviglia nei confronti dei fenomeni e degli
avvenimenti che oltrepassano la nostra capacità di comprensione eccitano e amlpificano il senso del mistero.
Gli eroi dei fratelli Forman si trovano nei ca-
da mercoledì 2 settembre
a domenica 6 settembre
musicARTeatro: Caligari
Cineconcerto
ideato e diretto da Paolo Cipriano
e Valentina Mitola
proiezione del film Il gabinetto del
Dott.Caligari di Robert Wiene (1919),
versione con colori virati, restaurata in
collaborazione con
il Goethe Institut
musiche scritte ed interpretate
dal vivo dal gruppo musicale
Supershock: Paolo Cipriano (voce,
chitarra, flauto, percussioni), Valentina
Mitola (basso, synth, voce)
in collaborazione con Museo
Nazionale del Cinema di Torino
e Goethe Institut; con il patrocinio
e il sostegno di Regione Piemonte
e Intesa Sanpaolo; con il patrocinio
di Provincia di Torino e Città
di Torino; con la collaborazione
di Dams Torino e FNAC
www.myspace.com/supershockx
Durante la proiezione del film Il gabinetto
del Dott. Caligari di Robert Wiene, i Supershock eseguono dal vivo musiche appositamente scritte per interagire con le immagini.
Il pubblico viene riportato nell’atmosfera del
cinema muto, quando le proiezioni dei film
erano accompagnate da un’orchestra presente in sala. Ma qui l’orchestra si trasforma
in un gruppo musicale che commenta creativamente le immagini, sottolineandone la
cifra perturbante e incrementandone la valenza metaforica. La musica non si limita ad
accompagnare o a sottolineare, bensì connette, dialettizza, opera collegamenti in profondità. I Supershock colgono la nervatura
problematica che sottende Caligari giocando
mercoledì 2 settembre
Obludarium / foto © The Forman Brothers' Theatre
and on the basis of these we
try to assemble, with concern
and passion, a mosaic of our
own performance.
The evening culminates by
the spectacularly majestic arrival and opening of the bar.
The staff at the bar consists of
the theatre director, actors and
dancers. There is beer, wine,
mustached women, mineral
water, singing and lemonade
on the menu… The evening
goes on… It’s open till the departure of the last theater
goer.
MusicArteatro
CALIGARI - CINECONCERTO
During the movie Il gabinetto
del Dott. Caligari by Robert
Wiene, the group Supershock
plays live music especially
composed to interact with the
images. The audience is carried away in the atmosphere of
silent movies, when a screening was accompanied by an
orchestra playing live music.
Here, the orchestra is replaced
by a band which highlights the
images with suggestive music.
The main character in this noir
visual novel is Dr. Caligaris, a
traveling entertainer who takes
his show from town to town.
The Supershock, Paolo Cipriano and Valentina Mitola, are
a rock band, established in
Turin in 2002. They have variegated artistical experience:
they compose and play music,
collaborate in directing theatrical works, lead a cultural
society which deals with the
contemporary link between image and sound. They have an
intense concert schedule and
participate in several national
and international festivals.
Gianfranco Berardi
LAND LOVER
(viaggio per amore)
The concept for this show was
born from our desire to compare different thoughts and
feelings about the theme of
traveling. Following the route,
traced by Briganti (May 2003),
which saw the last stage in
Popeye s.r.l. (June 2007), we
are still working with this
same subject, taking into account perspectives which have
not been seen yet.
Land Lover is a journey, it is a
physical displacement towards
a destination and at the same
su più registri, con una musica che sa farsi
struggente, intensa, delicata, forte, estatica,
inquietante.
CALIGARI / Il film
Das Cabinet des Dr. Caligari, il film che nel
1920 inaugura la breve ma intensa stagione
del cinema tedesco riconducibile all’orizzonte artistico dell’espressionismo, visualizza
uno spazio fantasmatico in cui la verità assume maschere illusorie, molteplici e contraddittorie.
Questo film è un meraviglioso esempio di
contaminazione artistica: attinge dal teatro
le scenografie e la recitazione attoriale.
In questo modo le “nuove” suggestioni del cinema si rifanno apertamente alla “vecchia”
scuola teatrale per creare un prodotto artistico d’avanguardia.
La vicenda, che ha il ritmo avvincente di una
detective-story, è dominata dalla presenza
del dottor Caligari, un imbonitore di fiera che
si sposta di città in città esibendo il suo spettacolo di attrazione.
I Supershock, Paolo Cipriano e Valentina Mitola, sono una rock band che nasce a Torino
nel 2002. Questi due giovani musicisti hanno
una formazione artistica variegata: compongono e suonano musica, curano la regia di
spettacoli di contaminazione artistica in teatro, dirigono un’associazione culturale che
si occupa del rapporto fra musica e immagini
nella società contemporanea. Oltre all’intensa attività concertistica, partecipano a numerosi festival nazionali e internazionali, tra cui
Festival d’Avignon (Francia), Teatro a Corte
presso la Reggia di Venaria (TO), Cinque Terre
Festival di La Spezia.
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Gianfranco
Berardi:
LAND LOVER
(viaggio per amore)
di Gianfranco Berardi
produzione Teatro Stabile
di Calabria, Associazione Corte
dei Miracoli
con il sostegno di ETI - Nuove
Creatività, Festival Primavera
dei Teatri di Castrovillari
www.myspace.com/
gianfrancoberardi
“L’idea nasce dal desiderio di mettere a confronto più teste, più cuori intorno al tema del
viaggiare.
Proseguendo il percorso cominciato con
Briganti (maggio 2003) e che in Popeye s.r.l.
(giugno 2007) ha visto l’ultima tappa, continuiamo a lavorare intorno a questo concetto
analizzando prospettive ancora inesplorate.
Land Lover è un viaggio, uno spostamento
fisico per raggiungere una meta, e al tempo
stesso la metafora di una costante e inarrestabile evoluzione di coscienza.
è lanciarsi all’avventura, correndo il rischio
di perdersi in esperienze che altrimenti non
si farebbero mai, spinti da uno stimolo profondo e irrinunciabile: amarsi... Ma nella fretta di mettersi in relazione con l’altro, nella
fretta di spostarsi da sé, ogni moto d’animo
perde di spessore, i grandi archetipi tragici
diventano comici espedienti da telenovela, i
sentimenti fondanti della vita si sprecano nel
consumo delle emozioni: la ricerca dell’amore diventa l’acquisto di un biglietto aereo per
una meta lontana dove vivere un’avventura
estiva, la ricerca di salvezza diventa un consulto ben pagato per ogni tipo di magia, i legami umani, sordidi intrecci”.
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giovedì 3 settembre
Il popolo non ha il pane? Diamogli le brioche / foto © Chico De Luigi
time it is a metaphore for a
steady and unstoppable development of consciousness.
In the rush for building relationships, in the rush of running away from themselves,
each soul’s motion is debased,
the great archetypes from tragedy become comical expedients
as used in soap operas. The
feelings at the foundations of
life are impoverished by the
consumption of emotions: the
search for love turns into buying a ticket to fly further away
to live a summer affair; the
search for salvation turns into
a well-paid consultation for any
kind of spell; human relationships turn into sordid plots.”
Manifattura Scalza
GIANNA
Gianna performs solo. It is a
glimpse into the daily life of a
person who lives engulfed in a
self-tailored reality, unique and
absolute. She detaches herself
from the outside world. She is
afraid of rejection.
This play depicts Gianna’s last
day of voluntary captivity.
The borders of her prison are
represented by a shut door, beyond which there is the truth
of others. The truths that she
would not like to hear, but that
exert some fascination.
Gianna knows her state is
temporary and she will escape
one day.. That day is today.
In January 2006 Paola Fresa,
Luca Marengo, Ivano Pantaleo
and Alice Leonardi established
Manifattura Scalza. The truth
we bring onto the stage is naked like bare feet. We interpret
only some of the infinite episodes of human history, those
we will choose to tell.
Filippo Timi / Santo Rocco e
Garrincha
IL POPOLO NON HA IL PANE?
DIAMOGLI LE BRIOCHE
Here it is one night, a furious
image directed straight at my
heart. If I were aware of the
world... If I had the neat perception that what happens is
a continuous rerun... I would
laugh, I would love with the
same shallowness of he who
tramples on a flower... I would
kill with the same frivolity...
I would rape with indifference... but... the consequences
of my actions bounce back to
my heart and to my flesh and
Manifattura
Scalza:
GIANNA
messinscena Lino Musella
scrittura scenica Paola Fresa
elementi di scena Giorgio Regina
musiche Fonomeccanica
organizzazione Luca Marengo
produzione Manifattura Scalza
in collaborazione con Controscena
www.manifatturascalza.org
Quello di Gianna è un assolo, uno spaccato
nel quotidiano di chi ha preferito farsi da
parte e ritagliarsi una verità propria, unica e assoluta sottraendosi al confronto con
l’esterno per paura del rifiuto.
In una realtà deformata dall’isolamento si
muove come un animale in gabbia Gianna,
fotografata nel suo ultimo giorno di volontaria prigionia.
Al di là del confine, rappresentato da una
porta chiusa, c’è la verità degli altri, quella
che non si vuole ascoltare, quella da cui bisogna proteggersi e verso cui, malgrado tutto,
si tende. Ma Gianna sa che il suo è uno stato
momentaneo, sa che verrà il giorno in cui da
quella porta uscirà, e quel giorno non è lontano, quel giorno è oggi.
Nel gennaio del 2006 Paola Fresa, Luca Marengo Ivano Pantaleo e Alice Leonardi fondano
Manifattura Scalza. “La verità nuda come dei
piedi scalzi così come ci appare da mettere in
scena, noi che siamo interpreti solo di alcuni
degli infiniti episodi della storia dell’uomo,
quelli che sceglieremo di raccontare”.
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giovedì 3 settembre
Filippo Timi /
Stefania
De Santis:
Il popolo non
ha il pane?
Diamogli le
brioche
di Filippo Timi
regia di Filippo Timi e Stefania
De Santis
con Filippo Timi, Paola Fresa, Marina
Rocco, Luca Pignagnoli, Lucia Mascino
luci suoni e scenotecnica Luca
De Marinis
falegname Ezio Grazioli
organizzazione Luca Marengo
foto Chico De Luigi
produzione Santo Rocco e Garrincha
coproduzione Nuovo Teatro Nuovo,
ArtedanzaE20, Teatro Stabile
dell’Umbria
www.filippotimi.com
www.santoroccoegarrincha.org
“Ed ecco che una notte un’immagine m’arriva furente al cuore.
Se io avessi coscienza del mondo… la netta percezione che tutto quello che accade
è solo un’eterna ripetizione… mi verrebbe
da ridere, amare con la stessa leggerezza di
chi calpesta un fiore… uccidere con la stessa frivolezza… violentare con la medesima
noncuranza… ma… gli effetti delle azioni si
imprimono nella memoria del cuore e nella
carne dell’anima… ed ecco che l’abisso arriva
alla gola.”
Di fronte alla realtà, di fronte a certi irrimediabili eventi, la morte, la perdita di un amore… il cuore e il cervello impazziscono, hanno bisogno di trovare fughe e nuove logiche
per non soffrire così tanto.
Ridere, è la risposta della coscienza
alla tragedia?
Ridere il pianto.
venerdì 4 settembre
Ridere la morte.
Ridere l’abbandono.
Ridere il tradimento.
Ridere la follia.
Ogni sentimento ha una bocca, e io voglio far
ridere la bocca dei sentimenti!
Ogni vita è lo specchio della vita.
Guardati, disse un giorno Amleto ad Ofelia,
guardati in me…
come fai a non ridere di te?
Insomma. Una commedia. Tra potere, oblio,
frivolezze e pazzia.
Filippo Timi mette in scena un Amleto surreale: stanco dei soliti cliché, stufo di andare
in teatro ogni sera a rappresentare il solito
dramma, per una volta vorrebbe ridere, fare
altro, restare con le sue donne...
Da una storia. Con la volontà di farlo a modo
nostro.
Pop star è uno spettacolo volutamente scanzonato, che sceglie di non essere drammatico
per raccontare una realtà che lo è in modo
profondo. Un lavoro allo stesso tempo lineare e delirante. Che coniuga rigore formale e
follia narrativa. Senza costruire uno spettacolo attento esclusivamente all’estetica, ma
dove la fissità degli attori sul palco diventa
la forza della messa in scena. L’unico modo
che permette alla storia di vivere senza bisogno di interpretarla. La via che consente
di introdurre degli inserti esplosivi grazie ai
quali restituire la forza, la violenza, l’ironia
della messa in scena.
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Babilonia
Teatri:
Pop star
realizzazione di Enrico Castellani,
Ilaria Dalle Donne, Valeria Raimondi,
Vincenzo Todesco
con Enrico Castellani, Ilaria Dalle
Donne, Valeria Raimondi,
Simone Brussa
scene Babilonia Teatri/Gianni Volpe
costumi Babilonia Teatri/Franca Piccoli
luci e audio Babilonia Teatri/Luca
Scotton
coproduzione Babilonia Teatri, Festival
Castel dei Mondi, Operaestate Festival
Veneto
www.babiloniateatri.it
Pop star è un intreccio da districare.
È l’idea di un destino comune e inarrestabile.
Un labirinto senza via d’uscita. È il viaggio di
un odierno titanic alla ricerca del suo iceberg.
L’attesa di un principe azzurro che non arriverà mai. è la corsa di chi non si ferma. Per
non sapere cosa è rimasto alle spalle. Per non
vedere ciò che ci circonda.
Una corsa verso il successo. Il sogno di un
arrivo. Una fine. Un traguardo. È il sangue, il
sudore, la polvere che lasciamo per strada. Le
grida, le risa, il pianto di chi non ha nulla da
perdere. Che tutto rischia. Che niente teme.
Che malgrado tutto gode.
Per la prima volta siamo partiti da un testo.
da venerdì 4 settembre
a sabato 5 settembre
Cerchio
di gesso:
Un amore
dell’altro
mondo
La traccia fantasma
di Kurt Cobain
e di un’intera generazione
liberamente ispirato al romanzo
Un amore dell’altro mondo di
Tommaso Pincio (Einaudi 2002)
con Carlo Loiudice, Ruggiero Valentini,
Vito De Girolamo
regia Simona Gonella
scene Ruggiero Valentini
disegno luci Michelangelo Campanale
luci Antonio Lepore
editing audio-video Emanuele Menga
www.teatriabitati.it
www.cerchiodigesso.it
Homer Boda Alienson è un bambino cresciuto senza amore che si costruisce il paradosso
di una vita senza sonno, circondato da giocattoli spaziali e vecchi film di fantascienza. In una notte di veglia incontra Kurt e un
sabato 5 settembre
to my soul... and here it is the
abyss coming to my throat.
Filippo Timi brings on the stage
a surrealistic Hamlet. He feels
tired of the same old performances, fed up with acting the
same old drama every night...
For once he would like to make
people laugh, to act differently,
to stay with his girls...
Babilonia Teatri
POP STAR
Pop star is an entanglement
to untangle. It is the idea of a
common and unstoppable fate.
It is a labirynth with no ways
out. It is the modern Titanic
on its way to the iceberg. It is
waiting for the Prince Charming who will never arrive.
It is like a man who keeps running as he doesn’t want to
know what he left behind.
He doesn’t want to know what
there is around.
A run to success.
The dream of the arrival.
It is blood, sweat and dust
which slips on the road.
The screams, the laughs, the
tears of he who has nothing to
lose.
Who has nothing to fear and
wants to run the risk.
Who makes the most of everything, regardless.
For the first time we started
from a play, a story. We started
with the will to make it our
way. Pop star is a deliberatley
easy-going show, which has
been decided not to be dramatic to narrate a deeply dramatic
truth. It is based onto a both
consistent and delirious play
which conjugates formal rigours and narrative folly.
Cerchio di Gesso
UN AMORE
DELL’ALTRO MONDO
Homer Boda Alienson is a child
that has grown up without
love, who builds up a paradoxical life without sleep, surrounded by spaceships and old
sci-fi movies.
He meets Kurt during a sleepless night and adopts a remedy
against insomnia which may
lead to the love he longs for.
Who is this child? What has he
got to do with the 90s rock idol
Kurt Cobain? Where will that
white powder he calls a remedy lead him?The novel which
inspired this show has been
written by Pincio in 2002 and
describes a cross section of the
90s through the point of view of
Boda, Kurt Cobain’s imaginary
friend, as named in his diaries
and biographies. The show is
hard and strong, played in the
shadow of Nirvana music and
of their leader’s fragile life. It
offers a view of the 90s close
to that of the twenty-year-old
youth.
Mario Perrotta
IL MISANTROPO
The show Misantropo is the
first of a trilogy of plays dealing
with the social attitudes of individuals. It comprises of studies on Moliére, Aristofane and
Flaubert characters. In Misantropo, Perrotta approaches
the theme of social power, analyzing the most anti-social of
attitudes that is misanthropy,
which rejects any form of sociality. It also rejects loving
relationships that embody an
uneven distribution of power.
Eventually, the Misantropo becomes a modern Don Quixote,
unable to settle down with the
system as he struggles against
unbeatable enemies. To some
extent, this is a story about the
modern man.
“sistema” inossidabile per poter finalmente
dormire e ­‑chissà‑ trovare anche quell’amore
tanto desiderato.
Ma chi è questo bambino? Cosa ha a che fare
con l’idolo rock degli anni novanta Kurt Cobain? Dove lo porta la dipendenza da quella
polvere bianca che lui chiama sistema?
Scritto nel 2002 il romanzo di Pincio affronta
uno spaccato degli anni novanta attraverso
un originalissimo punto di vista: la narrazione della vita di Boda, realmente esistito
come “amico immaginario” di Kurt Cobain e
di cui vi è traccia nelle biografie e nei diari di
Cobain stesso. Nel romanzo Pincio crea una
sovrapposizione tra Boda e Kurt e riesce ad
indagare alcuni punti fondamentali di una
generazione, di cui il musicista è icona e simbolo. Punto focale il rapporto fra Boda e il “sistema”, laddove per sistema si intende l’uso
dell’eroina.
Il punto di vista dichiaramene surreale che
Pincio utilizza nel libro, con la costruzione
di un personaggio protagonista che fa nascere la sua dipendenza dall’eroina da una
mancanza di sonno (che è chiara metafora di un disagio più grande ma che proprio
perché è metafora salva il romanzo dall’essere l’ennesimo spaccato sul problema delle
tossicodipendenze) ha spinto la ricerca sulla
messinscena verso la creazione di uno spazio volutamente astratto nel quale troneggia
una scatola che è prigione mentale e fisica
dentro la quale Homer vive i diversi stadi
della sua dipendenza e fuori della quale due
personaggi a metà fra aguzzini, narratori e
personaggi del suo passato costruiscono per
lui la ragnatela di passaggi che lo condurranno all’inevitabile finale.
Uno spettacolo duro e forte, giocato all’ombra
della musica dei Nirvana e della vita fragile e
sensibile del loro leader - e uno spaccato degli anni novanta, così vicino alle inquietudini
dei ventenni di ogni generazione
3333333333333333333333333
.
Mario
Perrotta:
Il Misantropo
di Molière
di e con Mario Perrotta
produzione Teatro dell’Argine,
Festival Castel dei Mondi
con il sostegno di Armunia Festival
Premio Hystrio 2009
www.marioperrotta.com
“Già, il potere. La cosa che più mi affascina
nel testo molieriano è proprio l’esercizio distorto del potere e i rapporti d’interesse che
oggi tanto ci affliggono.
è nello scontro tra Alceste (il misantropo) e
Oronte (l’uomo di potere) che ravviso una
possibile chiave di lettura del testo. È lì che
esplode il massimo abuso, dando segno di
una società talmente malata di potere e di
rapporti di interesse, da giustificare, al limite, la misantropia del protagonista, liberandolo dall’etichetta classica di caso clinico.
Ma non solo Alceste e Oronte: tutti i rapporti
tra i personaggi di questa farsa tragica sono
schiacciati verso il basso dagli obblighi sociali e da un aleggiante timore della ritorsione
(la denuncia, il processo, l’esclusione dalla
corte), salvo poi, deflagrare violentemente
nel finale”.
Con questo Misantropo, primo spettacolo
di una trilogia che avrà per oggetto l’individuo sociale (e che dopo Molière affronterà
Aristofane e Flaubert), Perrotta si avvicina al
tema del potere partendo dall’individuo antisociale per eccellenza, l’oppositore assoluto
e senza speranza che si scaglia contro ogni
forma di società, compresi i legami d’amore
che pure configurano relazioni di potere. “Alla
fine, il Misantropo che non riesce ad adattarsi
al sistema, diventa una sorta di Don Chisciotte che cerca di opporsi all’imbattibile.
In un certo senso, è un po’ la storia dell’uomo
di oggi”.
domenica 6 settembre
LAB
il festival apre
alle giovani compagnie
Voci Nascoste
IL BARONE RAMP(IC)ANTE
Stage of theatre reading and
playing for teenagers (12 to 17).
Voci Nascoste:
Il barone
ramp(ic)ante
un progetto
dell'associazione Voci
Nascoste, coordinatrice:
Rosanna Matera
direttore stage:
Riccardo Cannone
Come avvicinare gli adolescenti a un teatro che non
sia esclusivamente di svago?
Come avvicinarli alle nuove
forme di narrazione per la
scena?
Stage di lettura teatrale per
ragazzi dai 12 ai 17 anni.
dal 29 giugno
al 14 luglio
ConcerTheater:
Abissi e vette,
Simone Weil
testo di M.R.Maghenzani,
musiche di G.M. Danese
Concerto in forma di teatro
che ripercorre l’itinerario intellettuale, umano e spirituale di Simone Weil: le scelte di
campo, l’appassionata ricerca
della verità, le esperienze più
profonde dell’anima.
martedì
1 settembre
Marluna Teatro: Compagnia
Effe.Luna/
Aleph:
Frammenti
Pietre
di Frida
ideazione e coreografie
di e con Maria Elena
Germinario
Frida Kahlo si aggrappa alla
bellezza della sua terra e ai
valori del comunismo, mentre il suo corpo fragile va a
pezzi. Un viaggio fra i ricordi
più intimi della pittrice messicana.
sabato
29 agosto
I’m Teatro
Indipendentemente: WAD4 Waiting for
a dinner
di e con Anna Di Pinto e
Maria Filograsso
Afrodite oggi si interroga sulla
sostanza della propria avvenenza. È sdoppiata nei 2 personaggi di Amaturia e Acidalia, rispettivamente isteria e
bulimia. Aspettano un uomo
per cena.
giovedì
3 settembre
di Paola Scoppettuolo
Ispirati dall’omonima poesia
di Sylvia Plath, cinque versatili danzatori lavorano sulla
“pietrificazione” intesa come
stato di natura e condizione
dello spirito, alternando momenti di danza ad attimi di
teatralitá profonda.
lunedì
31 agosto
Teatro di Puck:
Nauseae - La
verità vi prego
su Medea
di Francesco Di Niccolo
con Marianna Porro, Luana
Erminio, Anna Catapano
regia Antonio Memeo
Medea appartiene al mito, a
quel mito che tende a mettere ai margini le tragedie
femminili. Medea é una principessa, una maga. Medea è
una donna.
domenica
6 settembre
Marluna Teatro
EFFE.LUNA / FRAMMENTI DI
FRIDA
Frida Kahlo clings on to her
communist beliefs and the
eternal beauty of her homeland, while her fragile flesh is
falling to pieces. This is a journey through the most intimate
memories of the mexican artist.
Compagnia Aleph
PIETRE
Inspired from the omonym
verses by Sylvia Plath, five skillful dancers act on the theme of
“numbness” as a natural and
spiritual state, alternating
dance and soulful drama.
ConcerTheater
ABISSI E VETTE, SIMONE
WEIL
This is a dramatized concert
that traces back to the intellectual, human and spiritual
itinerary of Simone Weil: her
choices, the passionate search
for truth, the deepest experiences of her inner soul.
I’m Teatro Indipendentemente
W4AD - WAITING FOR A
DINNER
Afrodite nowadays wonders
about the meaning of her own
beauty. She is split into the two
characters of Amaturia and
Acidalia, which represent respectively hysteria and bulimia. They are having a man visiting for dinner.
Teatro di Puck
NAUSEAE - LA VERITÀ VI
PREGO SU MEDEA
Medea belongs to myth: the
myth that tends to marginalize female tragedies. Medea is
a princess and a sorceress. Medea is a woman.
TALK
il dibattito è in corso
Lo strano caso
di Federico II
di Svevia
Tavola rotonda con Marco
Brando, Raffaele Licinio,
Michele Palumbo
Il giornalista Marco Brando,
tra storia medievale e storia
di oggi, pone al centro della sua “inchiesta” il fascino
inesauribile di Federico II,
cercando di indagarne le ragioni: un’operazione di studio moderna, scrupolosa,
che appassiona pagina dopo
pagina.
LO STRANO CASO DI FEDERICO II DI SVEVIA
A round table
A report by Marco Brando on
the inexhaustible fascination
with Federico II. Between medieval and contemporary history, he reviews the reasons for
the myth in a modern, detailed
and exciting work.
venerdì 3 aprile e
sabato 4 aprile
L’arte dello
spettatore
Il centro
del discorso
IL PUBBLICO DELLA
CULTURA TRA BISOGNI,
CONSUMI E TENDENZE
Cinque
Letture sceniche
Tavola rotonda
modera:
Lea Mattarella (La Stampa)
introduce:
Nicola Viesti, critico teatrale
(Corriere del Mezzogiorno,
Hystrio)
Ciascuno dei relatori proporrà la propria visione dei
cambiamenti che negli ultimi
anni hanno coinvolto il pubblico della cultura, indagando anche le possibili strade
percorse e da percorrere per
ridurre gli ostacoli verso una
più ampia e migliore partecipazione.
Progetto-premio di drammaturgia contemporanea. L'utopia che ci guida è restituire
al teatro un ruolo sociale, di
farlo sentire come necessario non solo per gli artisti ma
per la comunità in cui esso
agisce, Workshop con la partecipazione degli autori dei 5
testi vincitori del premio.
L’ARTE DELLO SPETTATORE
A round table on Knowledge
and society: needs, uses and
trends
The speakers will present their
views on the shifting of attention towards culture fruition of
cultured or well-informed, attentive people. They will try to
evaluate the flaws and point
out the solutions to broaden
participation of individuals in
the process of knowledge building and cultural mind-shaping.
IL CENTRO DEL DISCORSO
Five readings for the stage
Project and award for contemporary playwriting. The aim is
to give back the social role to
theatre, meant as a necessity
for individuals. This is a workshop run by the five artists who
won the prize.
sabato 29 agosto
lunedì 31 agosto
Senza corpo
voci dalla nuova scena
italiana
introduce: Nicola Viesti,
critico teatrale (Corriere
del Mezzogiorno, Hystrio)
intervengono: Debora
Pietrobono, Franco
D'Ippolito, Michele
Santeramo
Un’antologia di ricerca delle
nuove scritture che attraversano l’Italia. Il bacino di nuovi
talenti è quello degli scrittori
per il teatro. Perché dietro i
recenti successi di autori
come Marco Paolini, Ascanio
Celestini o Emma Dante, esiste una scena ricchissima di
giovani drammaturghi capaci
di creare un canone alternativo nella letteratura italiana
contemporanea.
SENZA CORPO
Voices from the new Italian
scene
A research review dealing with
new ideas by contemporary
Italian writers. An alternative canon in Italian literature
is built by young playwriters
who contribute to the success
of authors like Marco Paolini,
Ascanio Celestini and Emma
Dante.
mercoledì 2 settembre
Controra / foto © Bottega degli apocrifi
TEATRI ABITATI
gli spettacoli delle
residenze teatrali
di Puglia
municazione diretta due generazioni:
quella dei predatori, che ha voluto tutto
per sé, e quella dei loro figli, i depredati.
8~8~8~8~8~8~8~8~8~8~8~
Armamaxa
Teatro: 1981
all’inizio dell’era
del godimento
di e con Ewnrico Messina
pianoforte live Fabrizio “Siro” Sirotti
disegno luci Francesco Collinelli
collaborazione alla messa in scena
Micaela Sapienza
regia di Enrico Messina
Teatro Comunale Ceglie Messapica
Teatro Roma Ostuni
www.teatriabitati.it
www.armamaxa.it
Quando eravamo bambini le giornate
erano più lunghe, come se durassero di
più. Ma tutte, proprio tutte finivano allo
stesso modo; e alla stessa ora. La televisione, si accendeva lenta; a valvole.
E da lontano arrivava quella musica…
Carosello…
Ma nel 1981 Carosello era già finito, non
c’era più. A pensarci adesso, noi siamo
diventati grandi quando è finito Carosello ed è arrivata la pubblicità, quella
vera, fatta con gli spot. L’uomo in ammollo. Siamo diventati grandi a dodici
anni per colpa dell’uomo in ammollo.
Una volta, però, in quel 1981, dentro alla
mia televisione c’era un sacco di gente,
troppa. Si agitavano, intorno a un buco
per terra; un pozzo. Ci era caduto dentro
un bambino, Alfredino. Era Vermicino.
Forse siamo diventati grandi a dodici
anni quando Alfredino smise di respirare laggiù in fondo a un pozzo, davanti a
tutti, a Vermicino.
La televisione non si spense mai e avevi
la sensazione che tutte le televisioni del
mondo fossero accese insieme alla tua
e che tutti in tutto il mondo stessero lì a
guardarla. Inchiodati.
Fu il primo, terrificante, reality show, e
con quel bambino precipitarono in un
pozzo 30 milioni di spettatori italiani.
La Televisione scopriva in quei giorni il
proprio enorme potere: poteva trasformare la realtà in spettacolo. E il popolo si trasformava in pubblico: era l’inizio dei “favolosi anni ottanta”, l’inizio
dell’era del godimento.
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prima
nazionale
domenica
30 agosto
Teatro
dell’Est:
Le mani
sopra le città
un progetto di Nicola Zucchi e
Domenica Ligorio
di e con Nicola Zucchi
Teatro Comunale Ceglie Messapica
Teatro Roma Ostuni
Centro
Diaghilev:
Capatosta
di Beppe Lopez
diretto e interpretato da
Paolo Panaro
luci e assistenza tecnica
Annalisa Pellegrini
www.teatriabitati.it/compagnia_
teatro-dellest_18.html
“Vivevo in un palazzo di Milano. Salvo
bombardamenti, terremoti, catastrofi o
affari veramente convenienti rimarrà
ad occupare la superficie che occupa
per un tempo indefinito nei secoli. Il terreno su cui è costruito non tornerà più
come prima che l’uomo lo modificasse.
Questo non è necessariamente un male;
però suggerisce il senso profondo che
presiede l’atto di prendere un terreno e
costruirci sopra.
Le mani sopra le città è un titolo duplice. È certo un omaggio a un tipo di cinema che purtroppo appartiene al passato. Le mani che si impadroniscono di
una città, le stesse mani che ascendono,
impunite, celebrate, al Paradiso degli illustri patrioti. Mentre sono responsabili
di traumi inauditi e definitivi: il terreno
viene eroso e i vantaggi procurati non
superano quasi mai gli svantaggi. Il
vantaggio non è per pochi: si calcola che
l’edilizia sia un quarto del PIL italiano.
Ma pochi sono quelli che comandano.
Mi è parso che fosse allora importante
provare a guardare da vicino uno di quei
potenti, per comprenderne le ragioni, i
moti interiori, il suo modo di essere
umano”.
Questo lavoro di denuncia (ispirato al
celebre film di Francesco Rosi “Le mani
sulla città”) non è basato soltanto sui
principi, ma sui sensi e sugli affetti,
cioè su quelle facoltà che per prime si
ribellano contro chi pensa che il mondo
sia una preda da brutalizzare, ma che
spesso rappresentano gli stessi alibi in
nome dei quali quelle violenze vengono
perpetrate. La forma prescelta è quella
dell’encomio funebre, che mette in co-
lunedì
31 agosto
Teatro Van Westerhout
di Mola di Bari
www.teatriabitati.it
www.myspace.com/paolopanaro
La vita di Iangiusand’ è fin dall’inizio sotto una cattiva stella. Frutto
dell’ultima notte d’amore vissuta dai
genitori, la bambina nasce assolutamente non voluta, in un quartiere
popolare di Bari negli anni Trenta, in
una famiglia con tante bocche da sfamare e troppo pochi soldi. Sua madre
la considera solo una disgraziata e,
in qualche modo, responsabile della
morte del marito.
Per reazione Iangiusand’ sviluppa il carattere che le fa meritare il soprannome
di ‘Capatosta’ e le permette di sopravvivere. Diciottenne, Capatosta viene
corteggiata da Cilluzz’, il figlio del pescivendolo. Per non darla vinta alla madre che non approva, fugge con Cilluzz’,
che pure non ama, compromettendosi
irreparabilmente. Il danno è fatto. Capatosta viene ripudiata dalla famiglia e
si trasferisce in casa del pescivendolo,
dove la attende una vita infame, in un
ambiente miserabile, con un fidanzato
senza carattere che la picchia continuamente nell’inutile tentativo di sottometterla. Un microcosmo disgraziato e
feroce dominato dal patriarca Martamè
Cioladoro, padre di Cilluzz’, da sua madre, la buona e devota Tarattè, e dal silenzioso onnipresente aiutante della
pescheria Uelin’ il Provolone.
Raccontata con una lingua di prorompente vigore, intarsiata con delicatezza
da un dialetto espressivo e scontroso,
Capatosta si distingue per la sua at-
lunedì
31 agosto
tenzione a un contesto sociale italiano
raramente rappresentato e pressoché
sconosciuto, quello nel quale non esistono nè i valori del mondo rurale e
men che meno quelli cittadini, un mondo dove non ci sono più i contadini e
non ci sono ancora gli operai, non c’è
più il Sud magico ma nemmeno quello
moderno.
Beppe Lopez è nato a Bari nel 1947.
Giornalista fin da giovanissimo, ha collaborato a diverse testate italiane. Ha
partecipato, come cronista politico, alla
fondazione del quotidano “La Repubblica”. Capatosta è il suo primo romanzo.
8~8~8~8~8~8~8~8~8~8~8~
di “mina giocattolo” o “mina farfalla” o
“pappagallo verde” (in termini militari
la PFM1). Una mina pensata appositamente per i bambini. Perché? Per tanti
motivi, soprattutto per quattro semplici
ragioni: si elimina un futuro elemento produttivo della società e un futuro
combattente, si obbliga il paese a provvedere al sostegno sanitario ed economico di un esercito di handicappati, si
colpisce il morale dell’avversario.
Lo spettacolo utilizza un linguaggio
multimediale e si avvale di un video
cartoon che svolge funzioni sia narrative che scenografiche.
A me non importa che questo concorso sia
giusto oppure no. A me interessa soltanto che
dopo 25 anni che cammino sospesa nel vuoto
io possa ritornare con i piedi per terra.
Miss Landmine
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Teatro
dei Borgia /
Bottega degli
Compagnia
Apocrifi:
delle Formiche: Cercando Controra
Un caffè ai morti
Miss Mina
di e con Claudia Lerro, Elena Cotugno,
Carmen Centrone
video maker Beatrice Mazzone
musiche di Antonio Tuzza
regia di Gianpiero Borgia
spettacolo semifinalista
al Premio Scenario
Teatro Curci / Castello Svevo
di Barletta
www.teatriabitati.it
www.faitana.it
Nel 2007 in Angola, si è svolto per la prima volta Miss Landmine, un concorso
di bellezza che premia con una protesi
ragazze mutilate da mine anti-uomo.
“Cercando Miss Mina” racconta la storia
di Augusta Aurica, vincitrice del concorso, narrando al contempo il percorso di
“nascita e morte” di una mina farfalla
dalla sua ideazione alla sua esplosione.
Tra i diversi tipi di mine esistenti, infatti, ne esiste una che porta il nome
mercoledì
2 settembre
di Stefania Marrone e Cosimo Severo
drammaturgia Stefania Marrone
regia Cosimo Severo
con Nunzia Zoccano, Livia Gionfrida,
Franck Ashraf Nassirou, e i cinque
rifugiati politici Hicham Hamiti,
Mahmod Ali Awat, Seriba Bagayoko,
Innocent Omeke e Arif Faiath
musiche Fabio Trimigno
musicisti in scena: Fabio Trimigno,
Luca Lalla, Vincenzo Raddato
costumi Anna Severo
spazio luci Giuseppe De Luca
fonico Danilo Mottola
organizzazione/promozione Raffaella
Ciuffreda, Annapia Ciuffreda
di sole tutti gli uomini sono scomparsi.
qualcuno dice che sono stati rapiti dagli Svizzeri, dai Tedeschi... qualcun altro
dice che sono volati via, così.
Di fatto dopo un po’ tutte le donne li
hanno seguiti, tutte tranne una che invece ha piantato un grande albero e si
è messa ad aspettare il ritorno di suo
marito.
Accanto a lei è rimasta una ragazza che era lì lì per partire con le altre,
ma poi…poi? da quel giorno è sempre
lì lì per partire, proiettata in un domani che si rimanda all’infinito. Dietro di
loro, intorno a un tavolo, c’è un cenacolo di ragazzi visibilmente stranieri, che
scrutano, aspettano, pazientano, fino a
non poterne più (loro, quadro immobile)
della situazione di stallo che vedono lì
di sotto (qualcuno la chiama questione
meridionale). È a quel punto che decidono d’intervenire, provocando l’inevitabile scossa nell’equilibrio costituito e minacciando un concreto cambiamento.
Il Sud di questo spettacolo non è solo il
Sud Italia, e non è solo il Sud del mondo; il Sud è una condizione dell’anima,
che ti scalda il cuore con l’aria di casa
e al tempo stesso ti congela le azioni;
è un’impossibilità che non ha fondamento razionale ma ha radici forti e
ben piantate come quelle di un albero
secolare.
8~8~8~8~8~8~8~8~8~8~8~
QuaLiBò:
(dueperdue)
per due
atto pubblico
di partitura privata
di e con Francesca Giglio e Maristella
Tanzi
progetto sonoro Adolfo La Volpe
luci e allestimento Carlo Quartararo
Teatro Comunale di Manfredonia
Teatro Comunale di Ruvo di Puglia
(ex Salone Polivalente)
www.teatriabitati.it
www.bottegadegliapocrifi.it
www.teatriabitati.it
www.qualibo.it
Una donna, una ragazza, un albero. Quel
che resta del Sud. Una favola racconta
di una città del Sud dove in un giorno
Uno spazio ristretto.
Qualcosa da portare in una mano.
Un gioco/oggetto meccanico e costruito
prima
nazionale
mercoledì
2 settembre
venerdì
4 settembre
per funzionare.
2 soggetti-oggetto si esibiscono.
Un ring, una vetrina, un podio, un cubo
ad evidenziare questa dimensione.
Due bamboline moderne.
Bamboline da bancarella, femminilità
di plastica, sensualità grottesca.
Una base tecno da giocattolino cinese che sembra sul punto di evolvere e
sorprendere ma che rimane monotona,
banale.
Luci da serata danzante, da oratorio
parrocchiale.
Il gesto è fine a se stesso. Meccanico
per abitudine d’esecuzione. Superficiale
nell’espressività.
L’attenzione è tutta rivolta all’esterno.
“Io sono la nuvola. Io sono il fulmine. Io
sono l’arcobaleno.
Io sono una bambina deliziosa.”
(Dino Buzzati, “Un amore”)
Questo nuovo studio è un proseguimento ideale nella ricerca intrapresa con
“Partitura privata”, lavoro breve realizzato nel 2008. L’idea è nata da un’occasione: il riadattamento di un frame dello
spettacolo su un tavolo da lavoro delle
Manifatture Knos (Lecce). Se in “Partitura privata” le due figure femminili che
abitano la scena sono fortemente concentrate sul proprio mondo interiore,
tese a coinvolgere in maniera indiretta
ma accecante il pubblico in una dimensione di profonda intimità, in “(dueperdue) perdue” sono due involucri vuoti.
Pura apparenza, giochi di sguardi di due
quasi-automi, belli e felici per convenzione, in uno spazio ristretto dove troneggia l’esibizione.
8~8~8~8~8~8~8~8~8~8~8~
C.R.E.S.T.:
Vico Ospizio
Storie di vita
e di fabbrica
testo regia e interpretazione Giovanni
Guarino
musiche in scena
Pino Magaldi (chitarra)
e Angelo Losasso (percussioni)
collaborazione all’allestimento
Gaetano Colella
in collaborazione con
Istituto Ernesto De Martino
domenica
6 settembre
Teatro Comunale di Torre Santa Susanna
TaTà Taranto Auditorium Tamburi
www.teatriabitati.it
www.teatrocrest.it
“Vico Ospizio è dove sono nato. È il vicolo incastonato nel dedalo di viuzze
della Città vecchia, la parte più antica
di Taranto. L’Isola. Circondata dal mare
e assediata dall’Ilva, il più grande stabilimento siderurgico d’Europa. Sono
stato bambino in quei vicoli e ho avuto
i suoni della città nelle orecchie, delle
barche che rientravano all’alba dalla
pesca, delle voci che riempivano i vicoli di richiami, dei “cunti” che la nostra
mamamma, zia Luisa, ci raccontava
ogni sera nel vicolo. Mentre io crescevo,
però, la città lentamente moriva. Scelte
scellerate hanno ridotto, nel corso degli
anni, la città di Taranto, l’antica capitale
della Magna Grecia, in un coacervo di
tensioni, rabbia e povertà. L’industria
ha aggredito il territorio producendo
fumi, veleni, disoccupazione e tensione
sociale. Ma soprattutto miseria. Nulla di quello che le era stato promesso
prevedeva un conto così salato. Vico
Ospizio e tutta la Città vecchia sono rimasti oggi il simbolo, l’emblema di quei
cambiamenti verso il peggio che l’uomo
è stato in grado di produrre in soli cinquanta anni. Il simbolo di una città che
ha smarrito la sua identità nella ricerca
continua di una definizione. Oggi, vivendo ancora in quella parte di città, mi
accorgo di come non è potuta diventare.
Di quanto sia stata rapida e irrimediabile la rimozione di ciò che si era. E di
come delle voci che riempivano i vicoli di richiami non ne è rimasto niente.
Forse solo l’eco nella mia testa”.
Il sicuro Arsenale militare, la crisi dei
Cantieri navali, il miracolo Italsider, lo
stravolgimento ambientale ed urbanistico, le lotte operaie, la crisi: attraverso
il ritmo incalzante della narrazione di
Giovanni Guarino e il blues di Pino Magaldi e Angelo Losasso, ripercorriamo
trent’anni di storia della città di Taranto, in un racconto vorticoso fra il divertente e il drammatico.
Armamaxa Teatro
1981
all’inizio dell’era del godimento
The end of Carosello and the beginning of
the commercials era, the aching tragedy of
Vermicino, regarded as the first terrifying
reality show of our time, are events that
pointed out the mighty power of television. Reality can be turned into a show,
people into spectators. It starts an era of
passive enjoyment.
Teatro dell’Est
LE MANI SOPRA LE CITTÀ
The show is named after the famous movie by Francesco Rosi. The hands that take
possession of a town are the same hands
of corrupted people that despite corruption
are regarded with impunity in the rose of
the illustrious patriots.
Paolo Panaro - Centro Diaghilev
CAPATOSTA
Iangiusand’, named Capatosta, is an unwanted child living in a suburb of Bari.
Her family has lots of hungry mouths and
not enough money to feed them.
Teatro dei Borgia / La compagnia delle
formiche
CERCANDO MISS MINA
Angola, 2007: Augusta Aurica is the first
winner of the ‘Miss Landmine’ contest
which awards a prosthetic leg to the girls
injured by landmines. The play dramatizes the story of Augusta following the
building process of the butterfly mine, also
know as children’s mine, from its conception to its explosion.
Bottega degli Apocrifi
CONTRORA - UN CAFFÈ AI MORTI
A woman, a girl, a tree. Southern lands
are a state of consciousness that warms
the heart with cosyness and home feelings. At the same time, its grip freezes one
in a numbness which has strong tree-like
roots but no rational base.
QuaLiBò
(DUEPERDUE) PER DUE
atto pubblico di partitura privata
The two female characters on the scene
are two empty cases. They resemble two
robot-like young and pretty ladies, behaving as if they were happy. They look like
two modern dolls with mechanical gestures. They show themselves off in a narrow stage.
C.R.E.S.T.
VICO OSPIZIO
storie di vita e di fabbrica
Vico Ospizio is an alley in Taranto’s old
town centre, which is seen as an island,
surrounded by the sea and threatened by
Ilva, the biggest european iron and steel
industrial plant. Through telling the life of
a family living in the alley, the play traces
back to the last 50 years of history which
led to the actual degradation of the town.
TA
RAGAZZI
residenze
teatrali
di Puglia /
per
il pubblico
di domani
TerramMare
Teatro: CENTO
liberamente tratto da “Il bambino
sottovuoto” di Christiane Nöstlinger
con Maria Rosaria De Benedittis,
Angelica Costantini,
Laura Giannoccaro, Emanuele
De Matteis
regia Silvia Civilla
soluzioni, ma riflettendo su educazione
e diseducazione, norma comportamentale e sviluppo emotivo.
La scommessa per TerramMare è doppia, perché la compagnia è di giovani
attori alla loro prima esperienza professionale.
L’allestimento è stato preceduto da seminari formativi (Claudia Casolaro per
la danza, Antonella Talamonti per la
voce, Donati e Olesen per il teatro comico), e da momenti di osservazione diretta nelle scuole (Istituto Comprensivo
Presicce, Scuole Primarie di Nardò), con
raccolta di dati e incontri con le maestre che hanno fornito informazioni sul
mondo dell’infanzia.
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luci Marco Oliani
scenografia Gabriele Perrino
costumi Anna Fedele
Teatro Comunale di Nardò
Teatro Don Tonino Bello di Presicce
www.teatriabitati.it
www.terrammareteatro.com
Marius è un bambino perfetto costruito
da una fabbrica sperimentale e consegnato in un barattolo alla Signora Bartolotti, donna disordinata e bizzarra.
È il figlio che tutti i genitori vorrebbero
avere, l’alunno che ogni insegnante sogna; ma riuscirà Marius ad inserirsi nella scuola, a farsi accettare dai compagni
e a diventare come gli altri?
Un bel giorno la fabbrica si accorge di
aver inviato il pacco al destinatario sbagliato, e i suoi proprietari sono disposti
a tutto pur di avere indietro il prezioso
prodotto .
L’unica soluzione per Marius sarà quella di rendersi irriconoscibile: con l’aiuto
dei suoi compagni imparerà ad essere
un bambino dispettoso e maleducato, e
a vivere così una vita non perfetta, ma
sicuramente più vera di quella progettata per lui.
Un invito alla continua ricerca della propria identità, uno stimolo a confrontarsi
con i modelli proposti, un’esortazione
ad accogliere anche la via delle emozioni come strumento di conoscenza.
Il testo del Il bambino sottovuoto dal
quale lo spettacolo ha tratto feconda
ispirazione, ha valso all’autrice Christine Nöstilnger il Premio Internazionale
Hans Christian Andersen, considerato il
Nobel della letteratura per l’infanzia.
“Cento” è un gioco teatrale che fa scaturire dall’interazione tra attori e burattini uno stimolante susseguirsi di domande senza mai accomodarsi in facili
sabato
29 agosto
Thalassia/
Maccabè
Teatro:
PANDISTELLe
drammaturgia Francesco Niccolini
con la collaborazione di Luigi D’Elia
con Salvatore Marci, Sara
Bevilacqua,Giovanni De Monte,
Francesca Montanaro
regia Enzo Toma
scene Iole Cilento, Porziana Catalano
musiche Paolo Daniele
disegno luci Carlo Quartararo
organizzazione Giovanna Debiase
Teatro Comunale di Mesagne
La Casa del Mare di Torre Guaceto
www.teatriabitati.it/
compagnia_maccabeteatro_24.html
1643. Parigi.
Luigi XIII, re di Francia, muore. Sul trono
sale il figlio: ha soli cinque anni e la corte si prepara alla grande festa di investitura del re bambino Luigi XIV.
Alla grande festa è invitata a partecipare anche una compagnia di comici italiani che, per l’occasione, presenteranno un nuovo spettacolo dedicato (per
l’appunto) al Re. Sono attor comici, della migliore (o della peggiore, si tratta di
punti di vista) tradizione italiana: servi,
prima
nazionale
martedì
1 settembre
acrobati, vecchi, capitani, innamorati,
dottori, con il loro repertorio di parti e
scenari. Vecchie maschere e costumi disfatti dalle repliche e dalle tournée.
Il nuovo spettacolo (almeno nelle intenzioni della sgangherata compagnia) è
destinato a sorprendere l’intera corte e
i prestigiosi ospiti: incentrata sulle cronache del tempo e sulle nuove scoperte,
la loro messa in scena è un comico, grottesco, incosciente augurio che il piccolo
Luigi XIV abbia un destino luminoso.
Luminoso come quello di un... Sole. Sì,
perché da pochi anni – e con immenso
scombuglio del pianeta intero – è divenuto il Sole il nuovo centro dell’universo, e questo grazie alle intuizioni di un
canonico polacco, un astronomo tedesco e un matematico pisano, Copernico,
Keplero e Galileo, le cui gesta verranno
cantate dai comici a corte, con una tragicomica storia delle stelle, e di come
la Terra ha perso il suo posto al centro
dell’Universo, mentre il Sole assurgeva
a centro del Tutto cosmico.
E dunque quale migliore augurio si può
fare a un giovane re, se non quello di
diventare un re Sole?
Tutto questo fino a quando non arriva
a corte la notizia imprevista: il Papa
sarà ospite d’onore per la festa di incoronazione del bambino. E ora? Com’è
possibile portare in scena uno spettacolo dove il Papa fa la figura del babbeo?
Com’è possibile cantare di fronte alla
massima carica ecclesiastica le gesta di
Galileo appena condannato all’abiura?
Com’è possibile, ora, raccontare che la
Terra non è più Centro di tutto ma un
piccolo granello perso nello spazio improvvisamente infinito?
Il disastro è servito. Si va in scena.
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TerramMare Teatro
CENTO
Marius is the ideal child, built by a spinoff factory and delivered in a jar to Mrs
Bartolotti, a weird and messy woman. He
is the child whom every parent and teacher dreams of. Will Marius be welcomed by
his schoolmates?
La luna
del pozzo:
Eroi
in fumo
con Annalisa Legato, Mirco Trevisan
regia Robert McNeer
luci e fotografie Tea Primiterra
testi Annalisa Legato
scenografia Robert Mc Neer
costumi Mirco Trevisan
Teatro Comunale Ceglie Messapica
Teatro Roma Ostuni
www.teatriabitati.it
www.la-luna-nel-pozzo.com
Tutti vorremmo essere importanti, apprezzati, amati. Tutti vorremmo essere
visti come eroi, insomma. Ma che cos’è
un eroe?
In questo spettacolo, incontriamo due
eroi defunti, due figure strane, che si ritrovano a convivere nella stessa tomba,
a vivere e rivivere un’ eterna commedia
di malinconici malintesi e entusiasmi
incompresi: due clown che con la loro
vulnerabilità ci presentano la loro storia, un po’ confusa e molto comica loro
malgrado. Lui fa il cavaliere errante...
più errante che cavaliere. Lei è disposta
a recitare la principessa, il bardo, la sirena... qualunque ruolo pur di ottenere
l’amore di un vero eroe.
Entrambi sono pronti ad imitare tutte le
figure archetipiche della letteratura epica e cavalleresca perché questa è la ricetta per la felicità, così come nell’adolescenza siamo alla ricerca disperata di
modelli da imitare. Ma a un certo punto,
notano che la ricetta non funziona: tanto fumo ma niente arrosto.
A quel punto, non trovano altri modelli. A quel punto, con tanto timore, non
resta loro che svelare l’ultimo mistero:
se stessi.
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sabato 5 settembre
Thalassia / Maccabè Teatro
PANDISTELLE
Padova. In 1609, for the first time, Galileo
Galilei is aiming his telescope to the sky.
“The misadventures of four unfortunate
comedians who end up destroying 2000
years of astronomy while trying to save
their lives and bringing home the bacon.
La Luna nel Pozzo
EROI IN FUMO
Everybody would like to be loved, feel important, be an hero. What the hell a hero?
Two passed heroes, a wandering knight
and a princess, then bard or mermaid,
have to share the same grave, among sad
misunderstandings and misunderstood
enthusiasms.
Julie's Haircut / foto © Felson
OFF
la scena musicale
contemporanea
Beatrice
Antolini
Jennifer
Gentle
Giardini
di Mirò
www.myspace.com/beatriceantolini
www.jennifergentle.com
ww.myspace.com/jennifergentle
www.giardinidimiro.com
ww.myspace.com/giardinidimiro
Beatrice Antolini è nata a Macerata e
suona dall’età di tre anni. Ha iniziato con
le tastiere, per poi andare a sperimentare con qualunque cosa possa emettere
un suono. Si iscrive al Conservatorio,
partecipa a concorsi internazionali di
musica classica ma nel contempo non
disdegna di suonare basso e batteria
in gruppi locali dark e industrial. Dopo
essersi diplomata nel 2002 come attrice nella scuola Teatro Colli di Bologna e
aver scritto le musiche per lo spettacolo finale e altri spettacoli della compagnia, decide di registrare una manciata
di canzoni che costituiranno la base di
Big Saloon, album pubblicato nel 2006
dall’etichetta Madcap Collective con ottimi risultati di critica e pubblico. Con
Big Saloon ristampato e distribuito da
Pippola/Audioglobe, Beatrice e la sua
band si imbarcano in un lungo tour
su e giù per la penisola che li afferma
come una delle più eccitanti esperienze
live italiane. Sempre nel 2006, Beatrice
collabora con Marco Fasolo dei Jennifer
Gentle (la prima band italiana a firmare per Sub Pop, l’etichetta di Nirvana e
Soundgarden) in un pezzo del loro nuovo album The Midnight Room. Nel 2007
Beatrice partecipa come ospite ai nuovi lavori di Baustelle (Warner Music) e
Bugo (Universal) e compone le musiche
per lo spettacolo Favolose Principesse della scrittrice Silvia Roncaglia. Nel
2008 esce il suo secondo disco intitolato
“A due”, pubblicato da Urtovox, nel quale ancora una volta Beatrice compone,
canta e suona tutti gli strumenti, dimostrando di essere uno dei più poliedrici
e sorprendenti artisti in circolazione, in
un ambito in bilico tra psichedelia, movenze proto-punk, canzone d’autore e
sperimentazione.
Nonostante i pochi anni di militanza alle
spalle, Jennifer Gentle è considerato il
migliore e più conosciuto gruppo di rock
psichedelico italiano, collezionando fans
ed estimatori come Mark Arm (Mudhoney), Graham Coxon (Blur), Jarvis Cocker,
Mars Volta, Julian Cope e membri di Architecture In Helsinki e Dandy Warhols.
La storia dei Jennifer Gentle ha inizio
nel 1999 ad Abano Terme. Il loro primo
album I am you are nel 2001 richiama
fortemente le atmosfere acide della scena musicale inglese dei tardi anni sessanta, Syd Barrett su tutti, e non a caso
il gruppo prende il nome da una strega
citata in un brano scritto proprio dal
fondatore dei Pink Floyd, ovvero Lucifer
Sam. Il secondo album, Funny creatures
lane (2002) è considerato dai critici tra i
migliori mai pubblicati in Italia. Sempre
nello stesso anno viene stampato The
wrong cage contenente tre brani registrati dal vivo e che vede la collaborazione del chitarrista giapponese Kawabata
Makoto dei Acid Mothers Temple. Dopo
un breve tour negli Stati Uniti, i Jennifer
Gentle diventano il primo gruppo italiano ad essere messo sotto contratto dalla
casa discografica americana SubPop, celebre per aver lanciato i Nirvana. Il loro
terzo album, Valende, uscito a gennaio
2005, è il primo disco italiano dall’etichetta di Seattle. A novembre 2006 esce
per la nostrana ed attivissima etichetta
indipendente A Silent Place, il disco A
new astronomy, uno dei più sperimentali della band, uscito in precedenza solo
in tiratura limitata a cento copie per la
SubPop. Nel giugno 2007 esce The midnight room, quarto album in studio dei
Jennifer Gentle e secondo per la SubPop
Records. Scritto, prodotto e suonato dal
solo Marco Fasolo (ad eccezione della
partecipazione di Beatrice Antolini al
piano in “Electric Princess”), il disco sarà
seguito da un lungo tour negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Cina. Nel 2008
esce l’EP Evanescent Land, edito dall'etichetta inglese Heron Recordings. Seguirà
un tour in Svizzera, Germania, Olanda e
Belgio e la partecipazione all’Eurosonic
Festival. Dopo qualche mese il duo si
completa con Stephen Gilchrist, batterista londinese già nel progetto solista di
Graham Coxon dei Blur. In uscita il nuovo
album ufficiale in studio intitolato ‘Concentric’, pubblicato da A Silent Place.
Il nucleo storico del gruppo di Cavriago
è formato da Jukka Reverberi, Corrado
Nuccini, Luca Di Mira e Mirko Venturelli. Da qualche anno è subentrato alla
batteria Francesco Donadello, che ha
sostituito Lorenzo Lanzi. Nel corso degli
anni hanno collaborato al gruppo anche
Emanuele Reverberi, Alessandro Raina,
Giuseppe Camuncoli e molti altri. La
storia ufficiale dei Giardini inizia nel
1998 con il primo Ep autoprodotto e le
conseguenti esibizioni live, anche se in
forma embrionale il progetto nasce nel
1995 da una collaborazione fra Corrado Nuccini e Giuseppe Camuncoli (oggi
noto fumettista). La discografia della
band è pressochè sterminata, esistendo a fianco dei tre album “ufficiali” Rise
And fall of Academic Drifting, Punk...
Not Diet! e il recente Dividing Opinions,
una miriade di Ep, remix e raccolte di
inediti, frutti questo dei contatti dei
GdM con etichette indipendenti di tutto
il mondo (2nd rec, Zum, Jonathon Whiskey, Fictionfriction, Love Boat, Contact,
Earsugar) e della passione della band
per le collaborazioni, che ha portato
ad accogliere ospiti come Hood, DNTL,
Alias, Hermann & Kleine, Styrofoam,
Apparat, Piano Magic, Cyne, Zucchini
Drive, Opiate, Isan, Yuppie Flu, Julie’s
Haircut, Paul Anderson, e molti altri. Il
suono della band è in evoluzione. Agli
esordi era maggiormente influenzato
dalle sonorità “post rock” per evolversi
verso un suono più intelligibile, riprendendo le strutture della forma canzone
filtrata attraverso il “caleidoscopio psichedelico” del gruppo. “Dividing Opinions” è l’ultimo lavoro del quintetto
emiliano.
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venerdì 28 agosto
lunedì 31 agosto
martedì 1 settembre
JENNIFER GENTLE
Psychedelic rock group formed
in Padova in 1999. They are
the first italian group to sign
with the famous SubPop recording company from Seattle
which launched Nirvana.
Julie’s
Haircut
Camille
O’Sullivan
www.julieshaircut.com
www.myspace.com/julieshaircut
www.camilleosullivan.com
ww.myspace.com/camilleosullivan
In attività dal 1994, i Julie’s Haircut sono
un collettivo di sei musicisti emiliani. Il
loro album di debutto “Fever in the funk
house” (Gammapop, 1999), uno strano
mix di garage rock, psichedelia noise
e melodie pop fu salutato dalla critica
come uno dei migliori debutti indierock italiani. Il successivo “Stars never
looked so bright” (Gammapop, 2001)
mescolava questi elementi con un approccio più soul, rispecchiando l’amore
per la black music degli anni 60 maturato in seno alla band. Nel 2003, dopo essere passati sotto l’egida della bolognese Homesleep Records i Julie’s Haircut
hanno pubblicato il loro terzo album
“Adult situations”, il primo a godere di
una distribuzione internazionale. Qui
melodia e psichedelia si compenetrano in maniera più personale. Dal 2005
la musica dei Julie’s Haircut si è mossa
verso territori più sperimentali, concentrandosi maggiormente sull’improvvisazione e la ricerca sonora, senza perdere contatto con il groove e la melodia
che hanno caratterizzato la loro musica
fin dal primo giorno. Il frutto più immediato è “After dark, my sweet” (Homesleep, 2006), il quarto fortunato album
della band, che vede la partecipazione
dell’ex Spacemen 3 Sonic Boom. Nel 2006
fungono anche da “sound carriers” per
alcune performance dell’ex cantante
dei Can Damo Suzuki, entrando così
a far parte del Damo Suzuki Network e
consolidando una solida relazione con
l’artista nippo-tedesco. Nel 2009 esce il
quinto (doppio) album “Our Secret Ceremony” per l’etichetta di Andria A Silent
Place. Il disco riceve eccellenti recensioni sulle più importanti testate giornalistiche nazionali ed internazionali, ed è
da alcuni definito come miglior album
dell’anno.
Una bomba! Interpretando le canzoni di
Tom Waits e jacques Brel ha incantato
le platee di tutto il mondo. Ma non parlatele di burlesque.
Labbra rosse, tacchi a spillo, calze a
rete e voce graffiante: è un animale da
palcoscenico. Figlia di un pilota di F1 irlandese e di un’artista francese, è lei la
bomba sexy che sta facendo impazzire
Londra, Dublino, Sidney e New York.
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mercoledì 2 settembre
“Sono laureata in architettura, ho lavorato come architetto per quattro anni,
ma cantavo già per passione, sette anni
fa. Un giorno sono arrivata a Londra,
mi hanno invitato in tv e così.... ho iniziato a girare il mondo. Forse il fatto di
curare il mio aspetto è un modo di coltivare il mio essere architetto. Quando
poso per un servizio fotografico curo
in modo maniacale ogni particolare,
quando invece faccio i miei show curo
di più l’impatto emozionale e il modo
in cui mi muovo e parlo diventano i più
importanti. Certo gli abiti aiutano, mi
piacciono le unghie laccate, il rossetto,
gli abiti glamour… Arrivo con il velo e
poi tolgo quasi tutto mentre canto, ma
sempre in maniera molto teatrale, dark,
drammatica ed enigmatica…”.
JULIE’S HAIRCUT
The six musician band from
Emilia-Romagna is one of the
most appreciated indie-rock
bands of the moment. They
performed 300 concerts and
participated in all the main
festivals.
GIARDINI DI MIRÒ
Enwrapping arpeggios, Sonic
Youth hints, psychedelic suggestions make a sound formula which is prone to further
tweaks and deep alterations.
BEATRICE ANTOLINI
Child piano prodigy, she plays
as a velvet entertainer, introducing balanced punk and rock
suggestions.
CAMILLE O’SULLIVAN
Stiletto heels, fishnet stockings, scratchy voice: with her
performances of Tom Waits
and Jacques Brel, she is turning everybody on in London,
Sidney and New York.
Le sue appasionate e drammatiche interpretazioni delle canzoni
di Jacques Brel, Kurt Weill, Nick Cave,
Hans Eisler, Bowie, Tom Waits hanno riscosso un enorme successo in tutto il
mondo (Sydney Opera House, Melbourne International Festival, Edinburgh
Fringe Festival, etc). Con “La Fille du Cirque” ha vinto il Best Music 2005
e lo “Star of the Festival” 2006 al Brighton
Festival, e il “Best Cabaret Artiste” al
Green Room Theatre Awards Australia
2005.
venerdì 4 settembre
e domenica 6 settembre
www.casteldeimondioff.it
questo festival è dedicato a Nico Garrone
Direzione artistica:
Progetto di comunicazione:
Direzione tecnica:
Riccardo Carbutti
Carla Palladino & FF3300
Fabio Ciaccia
Direzione di produzione:
Progetto OFF
consulenza artistica:
Direzione logistica:
Francesco Fisfola
Direzione amministrativa:
Vincenzo Cannone
Ufficio stampa:
Giuseppe Inchingolo
(Artsmedia)
Vincenzo Rutigliano
(Comune di Andria)
Planning
e coordinamento artistico:
Pierpaolo Marchio
Pasquale Lomolino
(A Silent Place)
Servizi tecnici e logistici:
SPA area relax:
Giorgia Di Stefano
Anna Maria Lomolino
Vito Ballarino
Accoglienza:
Clarissa Veronico
Redazione:
Biglietteria e segreteria:
Anna Maria Palladino
Clarissa Veronico
Nicola Quacquarelli
Debora Calabrese
Tiziana Piccolo
Clelia Tesoro
Cinzia Vurchio
Claudia Ferrante
Francesca P. Quacquarelli
Comune di Andria piazza Umberto I, Chiostro San Francesco
Info e biglietteria: 0883 290 226 339 6015956
Area comunicazione, Accrediti stampa: 0883 290 224
Ufficio Cultura: 0883 290 292
Ufficio Cultura
Roberto Di Bari
gadir.it
Antonio Rezza
Franco Suriano
tablinum
Assistenza Forman Theatre:
Jenny Di Maio
Domenico Bucci
Lidia Bucci
Traduzioni:
Giorgia Di Stefano
Responsabili di spazio:
Leo Santomauro
Pasquale Piccolo
Gigi Brandonisio
Bianca Peloso
Sondaggi e statistiche:
Giorgio Nardiello
Arianna Tota
Servizi organizzativi:
MALEARTI associazione culturale 0883 592 225 [email protected]
Ufficio stampa:
studio ARTSMEDIA 0883 954 272 [email protected]
stampa: Azienda Tipografica De Biase - Ruvo di Puglia
Dirigente: Raffaele Ruggiero
Capo servizio: Vito Patruno
Tecnico servizio cultura: Maria Pagnotta
Si ringraziano inoltre:
Banca Federiciana, Sidam, Mister Toto, Cristal Palace Hotel, nymphaeum
www.casteldeimondi.it [email protected]