Lo strano caso dell`Ave Maria di Tom à ¡s Luis de Victoria

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Lo strano caso dell'Ave Maria di Tomà¡s Luis de Victoria
amministratore, mer 21 gennaio 2009 - 16:34:07
Dopo l'Ave Maria di Pierre-Louis Dietsch su una canzone di Jacob Arcadelt, divenuta ormai per molti l'Ave Maria di Arcadelt, ecco
che fa capolino anche lo strano caso dell'Ave Maria impropriamente attribuita a Tomà¡s Luis de Victoria.
Tomà¡s Luis de Victoria nacque ad à•vila in Spagna nel 1548 e lì iniziò i propri studi musicali. Dai documenti storici sappiamo
che nel 1565 si trasferì a Roma per studiare nel Seminario Romano dove fu allievo insieme a due figli di Giovanni Pierluigi da
Palestrina. Fu organista delle due chiese spagnole in Roma e nel 1575 prese gli ordini religiosi per entrare poi nella Congregazione
dell'Oratorio di San Filippo Neri. Nel 1581 tornò in Spagna come maestro di cappella del monastero de las Descalzas Reales di
Madrid, nonché canonico di Maria d'Asburgo, vedova dell'imperatore Massimiliano II, che vi si era ritirata. Fu famoso in tutta la
Spagna e i documenti dimostrano che i suoi guadagni, provenienti sia dagli stipendi che dalla vendita delle sue opere, erano maggiori
rispetto agli altri compositori del suo tempo. Tomà¡s Luis de Victoria conduceva una vita ritirata, nascosta -tanto che non esistono
suoi ritratti -con la tendenza ad abbandonare tutto, musica inclusa, per dedicarsi alla contemplazione. Morì a Madrid il 20 agosto
1611.
Tomà¡s Luis de Victoria pubblicò un totale di 15 raccolte di sue composizioni. Oltre a queste edizioni ufficiali ci sono pervenuti
manoscritti con opere a lui attribuite, ma che si ritengono più correttamente apocrifi, cioè non scritti realmente dal compositore
spagnolo bensì da altri.
Tra queste "rifulge" la composizione polifonica per coro a 4 voci dispari Ave Maria molto popolare tra i cori. La sua non autenticità
risulta oramai quasi con certezza, in primo luogo perchè non presente in nessuna delleraccolte ufficialistampate, poi perchè la
stessa struttura armonica e melodica del brano è assai differente dalle altre sue opere. I tratti estetici della composizione si
discostano notevolmente dal particolare stile del compositore: esempio lampante è la sezione intermedia del " Sancta Maria Mater Dei
" ripetuta due volte tanto da richiedere l'effetto del forte-piano più proprio dell'epoca barocca.
I manoscritti pervenutici di questa composizione sono di epoche relativamente recenti. Oltre a due copie del XIX secolo, ci sono altri
tre manoscritti: uno rinvenuto nella Bischà¶fliche Zentralbibliotheka
Regensburg ed attribuito al de Victoria, e altri due ritrovati nella
Bayerische Staatsbibliotheka Monaco di Baviera, di cui un manoscritto attribuito ad un certo Valentinus Judex e un'altro senza alcuna
indicazione dell'autore.
Esiste, inoltre, una teoria molto interessante: il grande musicologo ed editore tedesco Karl Proske (1794-1861), nell'elaborazione della
sua famosa raccolta di musica sacra, lasciò per ultimo il volume di alcuni opere di autori sconosciuti. L'opera di Proske fu pubblicata
postuma nel 1863 da un suo allievo che attribuì al de Victoria questa
una composizione dello stesso Proske.
Ave Maria. Alcuni musicologi ritengono che possa trattarsi di
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