Il luogo del dubbio Settembre monografico

ESZnews
58
giugno2012
Edizioni Suvini Zerboni - Notiziario quadrimestrale
Il luogo del dubbio
D
Stefano Gervasoni
ebutto operistico due volte straordinario per Stefano
Gervasoni, che sceglie un palcoscenico e un organico che
nulla hanno di tradizionale. Inaugurerà infatti l’edizione
2012 del Festival Musica al Théâtre National de
Strasbourg il 22 settembre (con replica il 23) LimbusLimbo, “apéro bouffe” in sette scene per sei
percussionisti, tre solisti strumentali, tre cantanti, tre attori
e live electronics. Commissione delle Percussions de
Strasbourg nel cinquantenario della fondazione del
gruppo, il primo lavoro teatrale del compositore
bergamasco si configura come un progetto paneuropeo:
basato su un libretto di Patrick Hahn, viene allestito con la
regia di Ingrid von Wantoch Rekowski ed eseguito dal
gruppo vocale EXAUDI, da Olivier Darbellay, corno,
Antonio Politano, flauti Paetzold e a becco, Luigi Gaggero,
cimbalom, dalle Percussions de Strasbourg e da Carmine
Emanuele Cella, live electronics. Il progetto vanta come
partners il Théâtre National de Strasbourg, la Città di
Strasburgo, il Festival Musica, l’Opéra du Rhin, l’Ircam,
l’Opéra Comique, l’Opéra de Reims, l’Automne en
Normandie, Marseille 2013, Muse en Circuit, GMEM,
CIRM e Kunstfestspiele Herrenhausen. Arte Live Web ne
assicurerà la diffusione planetaria. In questi termini
Stefano Gervasoni presenta il nuovo progetto: «I limbi,
luoghi marginali, stati intermedi, frange di un’attesa senza
tempo e luoghi di passaggio delle anime (dei giusti morti
prima della risurrezione di Gesù Cristo) prima di poter
accedere al Paradiso; sosta obbligata delle anime in
alcuni casi critici o problematici per l’ortodossia cattolica
(ad esempio bambini non battezzati, il cui peccato
originale non è stato ancora possibile espiare, ma Dante
colloca nel limbo anche tutte le anime dei giusti non
cristiani che non meritano la punizione dell’inferno). I limbi
sono un territorio ambiguo, un termine che riflette una
condizione d’incertezza teologica; in Limbus-Limbo
diventano un luogo d’incontro in tutti i sensi, fuori dal
tempo e nel tempo, purificante e altamente contaminato...
Come Dante, il librettista Patrick Hahn vi chiama a
raccolta Giordano Bruno, Carl von Linné e una donna
immensamente ricca che compra la propria reputazione.
Vasto campo dell’ignoto, radiato di recente dalla
cartografia cattolica da Benedetto XVI (decreto del 20
aprile 2007). Un gruppo di autori si pone il problema del
significato di questa eliminazione: cosa può c’entrare con
la musica? I limbi non sono forse la patria della musica,
che è il luogo ideale dell’incontro tra puro e impuro, sacro
sempre in pericolo e profano sempre in ricerca di
sublimazione? E se i “limbi” della musica d’oggi non
Settembre monografico
È in programma per l’Edizione 2012 del Festival MITO
Luis de Pablo
Settembre Musica una delle più importanti rassegne
monografiche mai dedicate a Luis de Pablo, che del
festival sarà compositore ospite. Il ricco programma di
festeggiamenti contempla la prima esecuzione italiana di
Relámpagos per tenore e orchestra su testi di José Miguel
Ullán e di Danzas secretas per arpa e orchestra, eseguiti
dal tenore János Bándi, dall’arpista Frédérique
Cambreling e dalla Filarmonica del ’900 diretta da José
Ramón Encinar il 6 settembre all’Auditorium Rai di Torino
e il 7 settembre al Teatro Dal Verme di Milano; la prima
esecuzione assoluta di Vértigo per sedici musicisti e la
ripresa di Circe de España per mezzosoprano e sei
strumenti su un poema omonimo di José Miguel Ullán,
nell’interpretazione del mezzosoprano Katalin Károlyi e di
David Atherton alla testa della London Sinfonietta il 7
settembre al Piccolo Regio Giacomo Puccini di Torino e
l’8 settembre al Teatro Franco Parenti di Milano; la prima
esecuzione italiana di Natura per orchestra e del Concerto
per violino e orchestra, nella lettura di Daniel Kawka, che
dirigerà Francesco D’Orazio e l’Orchestra Sinfonica
Nazionale della Rai l’8 settembre all’Auditorium Rai di
Torino e il 9 settembre alla Sala Verdi del Conservatorio
di Milano. Luis de Pablo incontrerà il pubblico il 6
settembre al Circolo dei Lettori in via Bogino n. 9, a
Torino, e il 7 settembre al Centro Culturale Svizzero di
Milano. In questi termini il compositore presenta la nuova
prima assoluta: «Vértigo è stato composto tra il 2010 e il
2011 per un organico formato da clarinetto in La
(clarinetto basso in Sib), fagotto (controfagotto), 3 corni in
Fa, tromba in Do, trombone, tuba, saxofono tenore
(saxofono soprano), timpani, un percussionista, 3 viole,
Debutto operistico con una
prestigiosa commissione
delle Percussions de
Strasbourg
continua a pag. 2
violoncello e contrabbasso a cinque corde. La sua durata
è di circa 25’. Lavoro da un po’ di tempo con insistenza al
registro strumentale come fattore principale della forma. In
Vértigo risulta evidente il predominio del registro grave, il
più scuro per note ragioni acustiche. Questa “oscurità” è il
motore principale delle idee musicali e incide direttamente
sulla maggior parte dei parametri. E tuttavia si converte
anche in una sfida per ottenere una nuova trasparenza.
Ma forse la parola “oscurità” non è la più adatta, ed è per
questo che la indico tra virgolette. È possibile che dietro
questa si nasconda l’età e l’inevitabile perdita della
percezione di parte dello spettro sonoro che, com’è noto,
inizia nell’uomo quasi sempre dal registro sopracuto.
In ogni caso, Vértigo è un’opera dotata di un progetto
musicale definito e chiaro, nonostante la sua “oscurità”.
Nel mio catalogo figura un’opera intitolata Chiave di
basso: senz’altro un precedente, benché realizzata con
altri mezzi. Vértigo è divisa in quattro parti: Visión, Canto,
Acto-Calma (questi ultimi due senza soluzione di
continuità). L’opera è dedicata al mio amico Gabriele
Bonomo». Il 4 giugno sarà possibile ascoltare musica
strumentale di Luis de Pablo su entrambe le sponde
dell’Atlantico: Roberto Fabbriciani eseguirà Per flauto al
Festival June in Buffalo, mentre lo Zahir Ensemble diretto
da Juan García Rodríguez proporrà il Concerto da camera
per pianoforte e 18 strumenti alla Sala Joaquín Turina del
Centro Cultural Cajasol di Siviglia. Infine, il 26 giugno
presso l’Auditorio Nacional de Música di Madrid, José
Ramón Encinar interpreterà, alla testa dell’Orquesta de la
Comunidad de Madrid, Zu Strassburg auf der Schanz di
Gustav Mahler, nell’orchestrazione di Luis de Pablo.
Ospite del Festival MITO,
il compositore proporrà
una novità assoluta e una
serie di prime italiane
segue da pag. 1 (Gervasoni: Il luogo del dubbio)
Carlos Roqué Alsina
Il 7 luglio verrà eseguito nella
Salle d’Orgue di Chisinau,
capitale della Moldavia, nel
quadro del Festival “Notti
pianistiche della Moldavia e del
Mar Nero”, il Concerto per
pianoforte e orchestra,
nell’interpretazione dell’Autore
stesso alla tastiera e della
National Philharmonic
Orchestra of the Republic of
Moldova diretta da Valentin
Doni.
Antal Doráti
L’Ottetto per archi verrà
proposto al
Kammermusikfestival
Fürstensaal Classix di Kempten
che si svolgerà dal 19 al 23
settembre.
2
hanno più diritto all’esistenza, prenderà il loro posto il
“limbo”, ovvero la danza di Trinidad? Un uomo di Chiesa
che cerca una verità universale perché cosmologica
(Giordano Bruno); un uomo di scienze che scruta le
azioni umane per sottometterle alle regole morali sancite
da Dio (Carl von Linné); Tina, una miliardaria, che oggi
ha verosimilmente il potere di dettare una nuova legge
morale, ma che non crede se non in se stessa e nel suo
interesse personale, sorta di Berlusconi al femminile.
Quest’ultima cerca d’organizzare un banchetto per
ingannare la noia, ma la notizia dell’abolizione del limbo
arriva fino all’inferno e il banchetto dell’ultima (s)cena
dovrà aver luogo all’inferno, dove il nostro personaggio
è finalmente legittimato e si cena a ritmo di limbo. I limbi,
per un compositore: un “non luogo” antropologico (una
stazione, un aeroporto, una fermata del tram, una sala
d’attesa d’ospedale, in attesa della guarigione, della
redenzione o della punizione eterna...), l’incontro tra
razionalità e spirito (pensiero, religione, fede,
spiritualità), luogo di domande senza fine e di dubbio
permanente. Crocevia di tensioni, in cui pensiero
spirituale e pensiero scientifico-razionale s’incrociano
senza giungere a una soluzione. L’abolizione dei limbi
afferma in maniera definitiva la negazione di questo
spazio, cioè l’impossibilità assoluta d’un dialogo fecondo
tra scienza e fede, spirito razionale e irrazionale.
L’azione di abbassare sempre più l’asticella del limbo
per passarvi al di sotto simboleggia, in relazione
all’enigma posto dall’esistenza dei limbi, la volontà di
annientare quest’ultima, di negarla, di eliminarla e così
facendo di eliminare il problema. Il compito consisterà
allora nel percorrere la via stretta di questo luogo
intermedio tra razionalità e a-razionalità, non nel
risolvere un’opposizione binaria (Inferno/Paradiso,
destra/sinistra, dannazione/salvezza,
scienza/fede). Nato da una riflessione sul
concetto di barocco, cara a Ingrid von Wantoch
Rekowski, l’operetta (nel senso d’una leggerezza
e di un’ironia che non escludono il tragico, su
richiesta di Jean-Paul Bernard), parte dall’idea
scenica della cena (di Ingrid e Jean-Paul) e
dall’esigenza d’un testo da cantare (intellegibile o
totalmente franto, fino all’onomatopea). Come
verrà realizzato questo progetto? La migliore
integrazione della formazione “classica” di sei musicisti
delle Percussions de Strasbourg con strumenti a un
“Limbus-Limbo”: Sinossi
È un buio lugubre. Qualche rumore regolare
attraversa la notte. Regna un’atmosfera di attesa
senza fine. Nella penombra Carl va a tentoni,
cercando la strada. Si lamenta dell’ingiustizia divina e
della qualità della birra dei limbi, della quale sembra
aver già abusato. Con un baccano assordante Tina
viene catapultata nei limbi. Il rumore strappa Carl alla
sua malinconia. Egli si consacra alla nuova arrivata
con curiosità scientifica. Tina è una donna attraente, il
suo aspetto ne tradisce la ricchezza e il successo. Per
i suoi peccati e le sue trasgressioni era destinata
all’Inferno, ma è riuscita a sedurne il guardiano ed è
arrivata ai limbi. Carl le fa visitare approfonditamente
il luogo, le mostra il coro dei dannati, i poeti, i
compositori, i bambini non battezzati e nati morti, e i
peccatori tormentati. Mentre l’uomo è affascinato da
tutto ciò che vede, Tina s’annoia, ma da lontano
risuona un canto meraviglioso che la fa uscire dal suo
torpore e l’attira. Intermezzo danzato. Carl e Tina
giungono alla grotta di Bruno, che sta cantando una
melodia che tratta della verità in rapporto alla luce e
all’ombra. Carl spiega a Tina chi è costui. Mentre Carl
disserta sulle differenze tra gli uomini e gli animali,
Tina, sedotta da Bruno, lo desidera. I due si ritirano
tempo antichi e “futuri”, con l’aggiunta di esseri umani
che si muovono, parlano, cantano e gorgheggiano,
avverrà in questi termini: i percussionisti saranno
disposti in diverse installazioni spazializzate; ci saranno
tre solisti con strumenti barocchi in senso lato (un
musicista con flauti a becco di Paetzold; uno di corno
naturale e altri tipi di corni e cornetti; un suonatore di
cimbalom), tre cantanti e tre attori, che daranno corpo
insieme, a coppie, ai tre personaggi dell’opera.
All’elettronica è affidato il compito di conferire apparenza
sensibile ai limbi, non soltanto creandone il suono, ma
realizzando in modo sonoro il paradosso scenico che
consiste nel capovolgere la prospettiva: i veri limbi non
sono forse la nostra vita, la vita quotidiana, la nostra
grigia esistenza, sempre al margine della vita, mai
veramente vissuta, mai vera, sempre in sordina? Ecco
perché tutto si ascolta, grazie all’elettronica, come dietro
un muro che vela e protegge in nome dell’ideologia o del
mercato, poco importa. Finché la vita reale non fa
irruzione, con tutta la sua tragicità (fame, inquinamento,
sfruttamento, diritti umani conculcati, ecc.), rovina il
banchetto e ci fa sprofondare tutti all’inferno. Per tutta la
durata dell’opera l’ambiente sonoro esterno alla sala da
concerto viene registrato e utilizzato come filtro che
interferisce (secondo un processo compositivo) con quel
che accade nella finzione dell’opera, all’interno della
sala, come una sorta di modulatore di anello di suoni
dell’universo (Bruno)». Dopo le due recite a Strasburgo,
Limbus-Limbo verrà riproposto il 29 novembre a Vernon
per il Festival Automne en Normandie, il 3 e 4 dicembre
a Parigi, Opéra Comique, il 15 dicembre all’Opéra de
Reims nel contesto del Festival Reims Scènes
d’Europe, il 10 marzo 2013 alla Biennale di Salisburgo,
e nel mese di giugno ai KunstFestSpiele Herrenhausen
di Hannover e al Festival Les Musiques GMEM di Marsiglia. Il 9 settembre il
Festival MITO Settembre Musica
riprenderà Prato prima presente per
ensemble, affidato al Divertimento
Ensemble diretto da Sandro Gorli. È stata
pubblicata, nel Cd di documentazione dei
Wittener Tage für Neue Kammermusik
2011, la registrazione live (7 maggio
2011) della prima esecuzione assoluta di
Horrido per sette voci a cappella, nell’interpretazione
della Schola Heidelberg diretta da Walter Nußbaum.
nel giardino dell’Eden, attraverso una porta che né
Dante né Virgilio avevano trovato. Una volta divertitisi,
ciascuno evoca la propria vita: Bruno racconta la
storia di un asino che vuole entrare all’Accademia e le
follie dell’Inquisizione; Tina parla degli intrighi del
mondo odierno, delle guerre che ha combattuto, delle
lotte che ha vinto nei mercati finanziari, dei presidenti
che ha amato. Carl, che li stava spiando dalla cima
d’un albero, cade a terra. Si giustifica spiegando che
cercava di comprovare la sua teoria sulla sessualità
delle piante. Deriso, minaccia la nemesi divina del
Purgatorio. Il coro dei dannati approva. Tina racconta
il suo soggiorno in un ospedale psichiatrico e il suo
tentativo di suicidio. Tutti si uniscono in un coro
attorno alla questione: «vi è vita prima della morte?»
Danza macabra. La notizia dell’abolizione del limbo si
sparge, seminando disperazione e angoscia.
«Dobbiamo davvero morire?» «L’eternità non esiste
più?» «Dove andremo?» Tina si riprende e seduce il
messaggero che le indica il passaggio per l’Inferno.
Vi si dirigono ballando un limbo. Si propagano degli
odori e la scena si trasforma in una cucina infernale in
cui i percussionisti meditano un menu che sarà servito
al pubblico dopo lo spettacolo.
Ivan Fedele
La pace e le ali
Importante prima esecuzione assoluta al concerto
finale del Concorso Internazionale di Composizione
“Strumenti di Pace”, di cui Fedele è presidente della
giuria. Istituito dalla Fondazione Opera Campana dei
Caduti, committente del nuovo lavoro, il premio si
prefigge di affidare alla musica il compito di «veicolare il
concetto di pace per il suo linguaggio universale,
capace di mantenere un alto grado di intelligibilità a
qualsiasi latitudine. In particolare la complessa
articolazione della musica contemporanea ha la
capacità di rappresentare al tempo stesso la necessità
e la difficoltà di comprendere l’altro, di entrare in
relazione con il diverso da sé, di affrontare le differenze
con atteggiamento aperto». La terza edizione del
concorso è dedicata ai Premi Nobel per la Pace: i testi
di tre dei più recenti – Lech Wałesa (1983), Barack
Obama (2009) e Aung San Suu Kyi (1991) costituiscono
il riferimento obbligatorio per i concorrenti 2012. La
strada è aperta dallo stesso Fedele, presidente della
giuria, di cui Valentina Coladonato e la Brussels
Philharmonic diretta da Michel Tabachnik eseguiranno il
6 luglio a Rovereto Times Like That per voce di
soprano e orchestra su testi di Barack Obama, Lech
Wałesa, Aung San Suu Kyi. Spiega l’Autore: «Times
Like That utilizza liberamente frammenti di discorsi dei
tre Premi Nobel da cui traspare un fortissimo impegno
civile, non privo di sfumature poetiche. L’orchestra è
come un grande coro che riverbera la voce, che si
esprime sia col canto sia con la recitazione di alcuni
passaggi sussurrati all’interno di un microfono che ne
amplifica le caratteristiche fonematiche. “It’s easy to
sing when times are good. But hard to sing in the face
of taunts, and fear, and the constant threat of violence
(…) amidst the deafening silence of inaction” (“È facile
cantare in tempi felici. Ma è duro farlo di fronte agli
insulti, alle paure, alla minaccia della violenza, in mezzo
all’assordante silenzio dell’inazione”): questo passaggio
è trattato con questa tecnica, in contrapposizione agli
altri che sono cantati secondo modalità e linearità
estremamente semplici anche nei momenti di maggiore
accentuazione. Il testo di Aung San Suu Kyi è utilizzato
integralmente ed è posto alla fine del lavoro. Come una
considerazione melancolica sullo “spirito” e la sua
“rivoluzione” considerati dall’autrice necessari per un
cambiamento di atteggiamento nei confronti delle
difficoltà della vita contemporanea. Questo spirito
melancolico è stato interpretato non tanto quanto un
giudizio pessimistico sul futuro, quanto come il
rimpianto del tempo
perduto dall’uomo
contemporaneo
nell’attivarlo». È fresco di
stampa, per i tipi delle ESZ,
il volume miscellaneo Ali di
Cantor. The Music of Ivan
Fedele, a cura di Cesare
Fertonani, con una
prefazione di Claude
Samuel. Si tratta di un
lavoro di assoluto
riferimento per conoscere e
comprendere l’universo
creativo di un autore che si
è conquistato, grazie alla forte identità e originalità,
«uno spazio tra i più rilevanti nella scena musicale del
nostro tempo». Costruito grazie al contributo di diciotto
specialisti, aperto dall’introduzione del curatore e
concluso da un’importante, utilissima serie di apparati,
l’ampio volume indaga, attraverso una ricca antologia di
saggi, il carattere peculiare dell’ispirazione di Fedele, le
radici ideali della sua poetica, il suo percorso
compositivo, i meccanismi estetici e costruttivi di alcuni
tra i titoli più significativi, a coprire di fatto l’intero
catalogo dell’autore, al quale viene lasciata subito la
parola nell’intervista Scolpire il suono realizzata da
Cesare Fertonani. In questo viaggio all’interno del
mondo creativo dell’Autore, Ivanka Stoianova ripercorre
in particolare la storia di Ivan Fedele, evidenziando il
“nuovo umanesimo” che dall’inizio ha presieduto alla
sua poetica; Eric Maestri indaga i meccanismi formali di
una scrittura interpretabile alla luce del concetto di
“icona”, gesto compositivo che è sintesi icastica e
unitaria di elementi differenti; Marco Angius studia la
musica da camera e per ensemble; Gianluigi Mattietti le
forme “narrative” e gli artifici contrappuntistici della
musica per orchestra e il rapporto tra testo verbale e
suono nella produzione vocale; Pierre Michel gli
importanti concerti e i lavori concertanti; Giuliano Corti
racconta invece la collaborazione in quanto librettista.
E ancora, Roberto Calabretto indaga il rapporto del
compositore con il cinema, Angela Ida De Benedictis i
radiodrammi, Marco Ligabue la musica con l’elettronica,
Harry Vogt e Marco Della Sciucca i quartetti per archi,
Roberto Prosseda la produzione per pianoforte. Diverse
esecuzioni della musica di Ivan Fedele sono in
cartellone in questi mesi. Aprono la serie Artéteka
(Folkdance 1) per orchestra e Txalaparta (Folkdance 2)
per txalaparta e orchestra, proposte il 27 maggio all’LG
Arts Center di Seoul per la rassegna Ars Nova - Series
of Contemporary Music, dalla Seoul Philharmonic
Orchestra diretta da Kwamé Ryan. La prima esecuzione
italiana di Ritrovari (Suite francese VI) per viola sarà
invece offerta da Christophe Desjardins il 27 giugno
nella Sala Casella dell’Accademia Filarmonica Romana.
Paroles y palabras, quattro pezzi per soprano e
violoncello, è in programma il 30 giugno nell’ex Chiesa
di S. Maria della Vittoria a Mantova per il Festival
Eterotropie. Ne sarà interprete il New Made Ensemble:
Akiko Kozato, soprano e Guido Boselli, violoncello,
nell’ambito del progetto “Listening” promosso dal New
Made Ensemble e dalle ESZ. Il 17 luglio avrà luogo nel
Chiostro di San Domenico a Martinafranca, nel contesto
del 38° Festival della Valle d’Itria, il concerto “Tra Baltico
e Mediterraneo”, che accosterà pagine di musicisti
estoni e finlandesi, due tra le più prolifiche e interessanti
scuole compositive degli ultimi decenni, ad alcuni lavori
cameristici di autori contemporanei di area
mediterranea. Ivan Fedele sarà
presente, accanto a Pärt,
Mäntyjärvi, D’Avalos e Berio.
Il 7 settembre Philippe
Bianconi eseguirà al Festival
Les Solistes aux Serres
d’Auteuil di Parigi Études
Australes IV e V per pianoforte
solo. È uscito recentemente il
Cd Sentieri Selvaggi Live 2
(Preludio Records PL 9112), contenente la registrazione
live di Immagini da Escher realizzata al Teatro dell’Elfo
di Milano il 3 novembre 2008. L’Ensemble Sentieri
Selvaggi è diretto da Carlo Boccadoro.
È disponibile on line il catalogo delle Edizioni Suvini Zerboni.
Tutte le opere da noi pubblicate sono consultabili all’indirizzo www.esz.it.
Un potente, completo e efficace motore di ricerca permetterà di consultare il nostro catalogo
e di fare ricerche per strumento, organici, titolo, autore.
Inoltre si potrà accedere a utili informazioni come le biografie degli autori,
notizie sulle composizioni, prime esecuzioni, novità editoriali.
Prima d’impegno civile ispirata al
pensiero dei recenti Premi Nobel
e un volume monografico di
riferimento sull’intera produzione
del compositore
Malika Kishino
Il 15 giugno lo Schloss Solitude
di Stoccarda ospiterà
un’esecuzione di Koi hanéte…
per pianoforte solo,
nell’interpretazione di Akiko
Okabe-Dierstein. Il 14
settembre il Tokyo Philharmonic
Chorus diretto da Chifuru
Matsubara proporrà invece alla
Itzumi Hall di Osaka
Prayer/Inori per coro misto a
cappella.
3
Alessandro Solbiati
Commenti strumentali
Apre il trittico delle prossime prime esecuzioni assolute
Tre prime esecuzioni, incisioni
discografiche e diffusioni
televisive e nella rete
Christophe Bertrand
Il Festival Musica ha in
cartellone il 22 settembre, alla
Salle de la Bourse di
Strasburgo, Hendeka
per violino, viola, violoncello e
pianoforte, nell’interpretazione
del Kammerensemble Neue
Musik Berlin.
Prima berlinese completa un
ciclo in due parti per pianoforti
preparati e percussioni
4
di Solbiati Nell’aria II per pianoforte, che Enrica Ciccarelli
proporrà il 2 giugno al Festival pianistico Città di
Morbegno. Racconta l’Autore: «Alcuni mesi fa Enrica
Ciccarelli, pianista milanese attualmente anche direttrice
artistica della Società dei Concerti, benemerita stagione
concertistica milanese che riesce a far convergere nella
Sala Verdi del Conservatorio migliaia di persone, mi
chiese di mettere in musica una breve lirica scritta da
Antonio Mormone, suo marito, padre storico della Società
dei Concerti – e, diciamolo, antico “scettico” accanito sulla
musica d’oggi ma molto affettuoso con me e con la mia
musica – in vista di alcuni concerti e di una produzione
discografica da realizzarsi con il soprano Mariella Devia.
Il brano per voce e pianoforte è stato composto alcuni
mesi fa e, in attesa che i progetti che lo riguardano si
attuino, ne ho scritto una versione solo pianistica che
segue e ingloba la linea vocale e la parabola
immaginativa legata al bel testo poetico». L’8 giugno sarà
la volta di Déesis per violino e organo, proposto nella
Chiesa di san Rocco di Piove di Sacco (PD), da Lina
Uinskyte e Francesco Filidei. Solbiati ne evoca così
l’occasione: «Un affascinante organo antico di una piccola
chiesa del padovano, una stagione d’organo
amorevolmente gestita dall’amico compositore e organista
Leonardo Polato, un duo molto particolare formato dagli
amici Lina Uinskyte e Francesco Filidei, tanto compositore
quanto organista: questi i punti di partenza per un breve
brano molto personale e sentito. Déesis in greco antico
significa “preghiera”. Ho pensato di contrapporre e
mettere ripetutamente in relazione tra loro quattro
“attitudini verso la trascendenza”, l’oscuro e tortuoso
senso dell’assenza, la tensione coraggiosa e necessaria,
il dubbio ovvero la sensazione dell’irraggiungibilità, l’estasi
sognata o per un attimo instabilmente raggiunta. Quasi
una confessione, dunque, adatta a un organo non “eroico”
e a una piccola, bella chiesa». Infine, sarà la Serata di
Gala del XIII Concorso Triennale Internazionale di Liuteria
a ospitare il 27 settembre al Teatro Ponchielli di Cremona
Le cinque anime per quintetto d’archi, nell’interpretazione
di Vera Tsu e Ludwig Mueller, violini, Akiko Yatani, viola,
Julius Berger, violoncello, e Franco Petracchi,
contrabbasso. Questo il contesto della prima, nelle parole
del compositore: «Nel settembre 2012, a Cremona,
coincideranno due eventi importanti in campo musicale
e culturale: il XIII Concorso Triennale Internazionale di
Liuteria e l’inaugurazione del nuovo Museo del Violino,
che ospiterà sia gli antichi capolavori di Stradivari, Amati,
ecc., sia i nuovi strumenti creati dai liutai e premiati nelle
successive edizioni del Concorso di Liuteria. Proprio per
festeggiare la volontà di connubio tra antico e moderno,
la fiducia nella continuità tra passato e presente, la
Fondazione Stradivari mi ha commissionato un quintetto
d’archi che verrà eseguito significativamente dai cinque
musicisti di fama internazionale che compongono la parte
musicale della giuria del Concorso di liuteria, sui cinque
strumenti che risulteranno vincitori del Concorso stesso,
Jean-Luc Hervé
nel corso della serata di premiazione. Poiché al centro vi
erano dunque gli strumenti stessi e la necessità di mettere
in scena le loro peculiarità, ho deciso innanzitutto di
giocare su un doppio senso nel titolo: “anima” è la
personalità stessa dello strumento e dell’interprete, ma
“anima” è anche un’invisibile ma fondamentale parte
interna di ogni strumento ad arco. In secondo luogo ho
modellato sull’occasione la parabola immaginativa e
formale del brano: nella prima parte ognuno degli
strumenti viene caratterizzato individualmente e
presentato come protagonista, nella seconda parte i
cinque strumenti si fondono in una sorta di “unità
superiore”, concorrendo a delineare, riverberare ed
arricchire un unico canto, che inizia nel registro centrale e
si apre poi mediante successive ottavazioni a coprire
l’intera gamma sonora». È in uscita nel mese di giugno
per l’etichetta Stradivarius il Cd monografico dedicato alla
produzione pianistica di Alessandro Solbiati, interpretata
da Emanuela Piemonti e Alfonso Alberti. La registrazione
comprende Sonata seconda, Interludi, Fête e Like As the
Waves per pianoforte a quattro mani. Il Cd è completato
da una presentazione di Guido Salvetti e dalle note di
Alfonso Alberti. Nello stesso periodo verrà pubblicato
anche il Cd prodotto da Limenmusic: il Limen Ensemble,
orchestra d’archi formatasi nel 2009 e diretta da Yoichi
Sugiyama vi propone, accanto a brani di Franco Donatoni
e Ivan Fedele, i Sette pezzi, versione per orchestra
d’archi, composta nel 1999 per l’Orchestra d’archi di Mario
Brunello, dell’omonimo lavoro per quartetto d’archi del
1995. Nel mese di settembre il sito di Limen Music
trasmetterà la quinta puntata dello speciale dedicato ad
Alessandro Solbiati. Nel complesso, il progetto
comprenderà undici puntate che proporranno, oltre
all’intervista all’Autore, anche l’esecuzione di sette brani.
Il 23 aprile la rete televisiva Italia 2 di Mediaset, rete
“culturale” di Italia 1, nel corso della trasmissione “Linea 2”
ha messo in onda una lunga intervista sul rapporto di
Alessandro Solbiati con la videoarte, con la trasmissione
parziale delle produzioni video Inno e Kirkìas. Sempre in
aprile la televisione Classica Sky ha inserito nel suo
palinsesto la produzione video dell’opera Leggenda,
realizzata da Francesco Leprino a partire dalle riprese
effettuate durante le recite al Teatro Carignano del
settembre 2011, trasmettendola per cinque volte, il 6, 8,
10, 16 e 19 aprile. Il 15 aprile Raffaello Negri e Rossella
Spinosa hanno eseguito al Teatro Comunale di
Casalpusterlengo Sonata Felix per violino e pianoforte,
che gli stessi interpreti riproporranno il 30 giugno nella ex
Chiesa di S. Maria della Vittoria di Mantova per il Festival
Eterotropie, nell’ambito del progetto “Listening” promosso
dal New Made Ensemble e dalle ESZ. Il 18 maggio
Annamaria Morini propone al Conservatorio “G.B. Martini”
di Bologna la prima esecuzione della nuova versione di
Les espaces limpides per flauto ed elettronica. Nel mese
di luglio Gabriele Marangoni eseguirà a Lugano Trittico
per fisarmonica.
Principi strutturali condivisi
I
l Konzerthaus di Berlino ospita il 2 maggio la prima
esecuzione assoluta di 4 per due pianoforti preparati e
due percussionisti, nell’interpretazione del gruppo Berlin
PianoPercussion. Nelle parole dell’Autore, il nuovo
lavoro «è costruito sui medesimi princìpi di 2 per due
pianoforti preparati: strutture ritmiche che si ripetono e si
accumulano. I due pezzi formano un ciclo. In 4 la
strumentazione delle percussioni, che utilizzano dei vasi
di fiori all’inizio e dei campanelli elettrici alla fine, evoca
anche il passaggio dall’esterno (il giardino) all’interno (la
casa)». Diverse le riprese di opere di Jean-Luc Hervé
questa primavera: l’Ensemble Tempus Fugit ha proposto
a Città del Messico, il 25 aprile al CENART e il 26 aprile
all’Instituto Nacional de Bellas Artes, Réplique
per cinque musicisti e elettronica, Dans l’ombre des
anges per flauto, clarinetto, violoncello e pianoforte,
e Amplification/propagation III b per violino, viola,
violoncello e pianoforte. Réplique è stata proposta anche
il 3 maggio all’Institut Français di Berlino dal
Kammerensemble Neue Musik Berlin; En découverte per
due violini, elettronica e video il 24 maggio al Grand
Palais di Parigi dall’Ensemble L’Itinéraire.
Amplification/propagation III b, infine, sarà presentato il
30 agosto alla Quincena Musical de San Sebastián
dall’Ensemble L’Instant Donné.
Riccardo Panfili
Un caos danzante
Con il 2012 le ESZ inaugurano la collaborazione con
Riccardo Panfili. Nato a Terni nel 1979, diplomatosi in
pianoforte con Elio Maestosi e in composizione con
Ivan Vandor, sempre con massimo dei voti, lode e
menzione d’onore, dal 2003 al 2006 Panfili ha seguito i
corsi di Azio Corghi all’Accademia Chigiana di Siena e
all’Accademia Filarmonica di Bologna, ottenendo per
due volte il Diploma di Merito. Nel 2006 ha vinto il Primo
premio del Concorso Internazionale di Composizione
Santa Cecilia di Roma con Danzario, eseguito
all’Auditorium Parco della Musica di Roma sotto la
direzione di Antonio Pappano. Nel 2008 ha ricevuto il
Secondo Premio al 6° Concorso di Composizione
“Henri Dutilleux” dalle mani del compositore stesso.
Nel 2011 ha vinto il Primo Premio Assoluto al Concorso
Internazionale di Composizione “…a Camillo Togni”.
Nel 2010 Rai Radio3 ha selezionato Le Roi Bombance,
commissione dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della
Rai, per l’International Rostrum of Composers di
Lisbona. Sempre nel 2011 ha ottenuto il Premio Play It!
dell’Orchestra Regionale della Toscana per Mappe
immaginarie, commissione della stessa orchestra, e il
Premio Nino Carloni. Il Teatro alla Scala gli ha
commissionato un pezzo per grande orchestra che sarà
eseguito nella prossima stagione sinfonica sotto la
direzione di Daniel Harding. Di Riccardo Panfili è in
cartellone il 9 luglio per i Tiroler Festspiele di Erl
La lettre voilée per clarinetto, violino e pianoforte,
nell’interpretazione di Filippo Gianinetti, violino, Selene
Framarin, clarinetto, e Alfonso Alberti, pianoforte. Così
l’Autore racconta il senso del nuovo lavoro: «Nel
seminario dedicato alla Lettera rubata di Edgar Allan
Poe, Jacques Lacan deforma il titolo francese (La lettre
volée) in La lettre voilée: la lettera “velata”, sottratta allo
sguardo, occultata, forse rimossa. Per dirci che il senso
dell’esistenza è inattingibile, che il mondo è un caos
danzante. Questo suggerisce la Sfinge, il movimento
che apre il pezzo: il volto imperscrutabile del reale, con i
suoi vaticini, le sue trame simboliche, le sue tessere
disordinate e mute. Un canto misterioso che vaga
stupefatto in sentieri interrotti. Senza meta. Poi il
secondo movimento, Agon: il gareggiare, la corsa; gli
uomini mobilitati a produrre, consumare. Il formicaio
immobile dei mercati, la concorrenza, le aste dei buoni
quinquennali, le misure per la crescita. L’eterno ritorno
del capitale. La folle corsa precipita: nel deserto una
lieve brezza scopre – semisepolta – un’antica Stele.
Disperso monumento funerario che indica il fine sempre
rimosso, mai pensato autenticamente. Come disse
Carmelo Bene riferendosi a Joyce: “M’ha divertito più lui
da morto che tutti gli altri da vivi”». Nei mesi scorsi due
ulteriori prime cameristiche si sono svolte in Emilia. Il 5
marzo il Teatro Manzoni di Bologna ha ospitato, per la
rassegna Musica Insieme e in vista d’una registrazione
Michele dall’Ongaro
discografica, Out… per corno e quattro
percussionisti, nell’interpretazione di Jonathan
Williams e di Tetraktis Percussioni. In questi
termini Panfili racconta il nuovo progetto: «Nel
1972 Vittorio De Seta firma un capolavoro
d’indagine sociologica e di intervento politicoculturale, il documentario Diario di un Maestro:
ci mostra la realtà quotidiana dei figli del
sottoproletariato, che vivono ai margini (o negli
interstizi) delle società opulente; ci narra di un
maestro che sfida l’inadeguatezza della scuola
con un metodo pedagogico rivoluzionario.
Durante una lezione il maestro invita a riflettere sul
termine “benestante”. Con la naturale prontezza di chi
non è ancora “adulterato”, un bambino trova
immediatamente un’espressione folgorante per definire
la propria classe sociale: i “malestanti”. Il pezzo è un
omaggio ai “malestanti”, a quelli che la storia ha
relegato ai margini. Agli esclusi, a quelli che il potere lo
subiscono come un destino ridicolo e insensato. Il
Corno è il “viandante”, il “proscritto”. Entra in scena
come un’incarnazione del diverso, dell’alterità, del
margine. Racconta la sua “storia” – che non appartiene
alla “Storia”. Racconta il suo viaggio incessante. Per
sparire nel margine e nell’oblio. Generazioni senza
nome. Out…». Il 31 marzo è stato invece il Teatro
Comunale di Ferrara, per “Ferrara Musica”, a proporre
F for Fake per clarinetto e quattro percussionisti, con
replica il 1° aprile al Teatro della Pergola di Firenze,
interpreti Alessandro Carbonare e Tetraktis Percussioni.
Spiega il compositore: «F for Fake è il frutto della
collaborazione con il gruppo Tetraktis e in particolar
modo con Gianluca Saveri, cui devo una bella mole di
suggerimenti, illuminazioni, epifanie, partendo dagli
strumenti a percussione per irradiarsi a tutti gli aspetti
della musica. Della ricerca svolta dai Tetraktis, quello
che colpisce di più è la tendenza inesausta a valicare i
confini dei generi: dalle avanguardie del ’900 alle
musiche di tradizione orale (Africa, Sud America,
mondo arabo). Un territorio vasto, labirintico, che i
Tetraktis attraversano come nomadi ed esploratori; il
rispetto per l’“altro” unito al sospetto che ogni buon
antropologo nutre per il “medesimo” e l’“uguale”. F for
Fake: l’ultima fatica cinematografica di Orson Welles.
Un saggio in forma filmica sulla potenza dell’arte e sulla
magia del finto, sul luccichìo abbagliante della
falsificazione. Il pezzo tenta di mimare il caleidoscopio
di stili e tecniche cinematografiche messe in campo da
Welles: il tessuto musicale ordisce un intarsio di stili
eterogenei, passando per smottamenti, cesure,
associazioni. Baluginano le mille facce del
travestimento, il trucco che nasconde, la voce
contraffatta della menzogna: “nella vita non c’è niente di
più necessario del superfluo”».
Moschettieri del suono odierno
Il Maggio Musicale Fiorentino propone il 7 giugno al
Teatro Goldoni la prima esecuzione assoluta di Vingt ans
après... per flauto, clarinetto, pianoforte, violino, viola e
violoncello, nell’interpretazione di Mauro Ceccanti alla
testa del Contempoartensemble, compagine
committente del nuovo lavoro, nel concerto celebrativo
dei vent’anni di attività. Un secondo ascolto si renderà
possibile a distanza ravvicinata il 12 settembre a Torino,
per il Festival MITO Settembre Musica, questa volta
nell’esecuzione dell’Ensemble Antidogma. In questi
termini dall’Ongaro spiega lo spirito di questa pagina:
«Il titolo fa esplicito riferimento al secondo episodio delle
gesta dei tre, anzi quattro moschettieri. E un po’ sono
davvero eroi i musicisti dell’ensemble festeggiato che,
come moschettieri, difendono non il vessillo dei cugini
d’oltralpe bensì quello più fragile dell’ars nova e anzi
novissima a costo di sacrifici che solo loro stessi, i sodali
e i famigli possono conoscere dettagliatamente. Dunque
una pagina che vuole essere un ringraziamento e un
auspicio per un futuro luminoso. Impossibile poi scrivere
per il Contempoartensemble (mai nome mise a più dura
prova il correttore automatico dei programmi di
videoscrittura) senza immaginarne fisicamente i
protagonisti, senza avere bene presente il sorriso,
l’entusiasmo e la musicalità della stirpe dei Ceccanti e
dei loro soci. Quindi scrivere questa breve pagina è stato
un modo per passare del tempo in loro compagnia ed
esprimere così la più profonda gratitudine per la loro
benemerita missione. Tanti auguri!».
Nuova collaborazione delle
ESZ con un autore già
segnalatosi di frequente
sulla scena internazionale
Luigi Dallapiccola
Il 29 giugno il saggio finale
dell’Ensemble di Musica
Contemporanea del
Conservatorio “L. Cherubini” di
Firenze proporrà Sicut umbra
per una voce di mezzosoprano
e 4 gruppi di strumenti.
Al Maggio Musicale prima
cameristica per i vent’anni
del Contempoartensemble
5
C.A.M. - Gruppo Sugar
La voce del grande schermo
L’acquisizione dell’intero repertorio
C.A.M. renderà disponibile nelle
sale da concerto mezzo secolo
di musica per film
Niccolò Castiglioni
L’Ensemble della Boston
Symphony Orchestra esegue il
12 agosto a Lenox
(Massachusetts), alla Ozawa
Hall del Tanglewood Musical
Center, per il Festival of
Contemporary Music, Tropi
per complesso da camera.
L’acquisizione, da parte del Gruppo Sugar, del
prestigioso catalogo editoriale della C.A.M. (Creazioni
Artistiche Musicali) ha aperto prospettive di grande
importanza per il futuro della musica per film. In mezzo
secolo di attività la C.A.M. ha dato vita a circa 3.000
colonne sonore, impegnando nell’impresa più di 500
compositori. Questo patrimonio viene ora reso
disponibile attraverso due proposte di rilievo. Da un lato
si sta procedendo alla rimasterizzazione dei titoli più
importanti della collezione, che verranno presentati in
una veste grafica totalmente rinnovata. Dall’altro lato –
attraverso le ESZ che assicureranno la distribuzione
delle partiture e dei materiali d’esecuzione – questo
imponente repertorio di colonne sonore sarà messo a
disposizione per la riproposta dal vivo, in forma di
concerto, potendo far affidamento su autori e titoli il cui
valore estetico trascende
sicuramente l’impiego
funzionale rispetto alla
pellicola per cui ciascuna
partitura è stata composta.
Proprio dall’incontro tra le
due arti, in un processo,
come scrive Marco Müller,
fondato sulla collaborazione
tra regista e compositore, «un
accordo tra forti personalità
individuali, dove una grande musica rafforzava un
grande film e viceversa», aperto a «nuove ramificazioni»
al di là del sinfonismo tardoromantico che aveva
dominato le colonne sonore del primo Novecento, la
partitura musicale trae un sapore inconfondibile, che
l’impone come un genere da concerto dalla spiccata
individualità, ormai
talmente riconosciuta e
apprezzata dal pubblico
di tutto il mondo da
figurare regolarmente
nelle più importanti
stagioni concertistiche.
All’interno del vasto
catalogo C.A.M.
risulterà agevole
individuare e ritagliare
percorsi tematici o monografici attorno ad autori, sia
musicisti che registi, a generi cinematografici, temi,
cinematografie nazionali e stagioni della storia del
Ennio Morricone
cinema. Alcuni anniversari suggeriscono già nel 2012
qualche occasione propizia: i cinquant’anni dal debutto
cinematografico di Ennio
Morricone; il cinquantesimo
del film Mondo Cane e gli
ottant’anni di Riz Ortolani,
autore della colonna
sonora di quel film; il
quarantennale delle
Avventure di Pinocchio di
Luigi Comencini con la
musica di Fiorenzo Carpi.
Nel primo gruppo di opere
messe a disposizione
figurano 5 Premi Oscar e 22 nominations, a tacere delle
altre partiture premiate con riconoscimenti europei e
italiani. Numerosi i titoli di Nino Rota: Il Gattopardo,
Amarcord, Otto e mezzo, La dolce vita, Giulietta degli
spiriti, Rocco e i suoi fratelli, Il bidone, Il casanova di
Federico Fellini, I clowns. Spiccano accanto a Rota altre
“voci” di primo piano della musica per film, molto diverse
per estrazione e orientamento stilistico: Ennio Morricone
con Il vizietto e Il clan dei siciliani, Luis Bacalov, con
Il postino e La città delle donne, Riz Ortolani con Mondo
cane, Armando Trovaioli con Sette uomini d’oro e
Profumo di donna, Fiorenzo
Carpi con Le avventure di
Pinocchio, Wjciech Kilar con
Il sole nero, Pierre Bachelet
e Stanley Myers con
Histoire d’O. Sarà presto
possibile disporre di ulteriori
titoli di grande fama e sicuro
interesse, come Prova
d’orchestra di Nino Rota,
C’eravamo tanto amati,
Rugantino e Telefoni bianchi di Armando Trovaioli,
Anonimo veneziano e La polizia ringrazia di Stelvio
Cipriani, Divorzio all’italiana, Ninì Tirabusciò, Sedotta e
abbandonata, Mamma Roma e La ragazza di Bube di
Carlo Rustichelli, Les choses de la vie di Philippe Sarde,
Sierra maestra e Il sasso in bocca di Vittorio Gelmetti,
La notte brava di Piero Piccioni, Pane, amore e... e Totò,
Peppino e i fuorilegge di Alessandro Cicognini, Dolce far
niente di Nicola Piovani, La masseria delle allodole di
Giuliano Taviani, Mogli pericolose di Domenico Modugno
e Cronaca familiare di Goffredo Petrassi.
I giovani e l’orchestra
Doppia partecipazione, come
autore e direttore, a due
iniziative di rilievo nel rilanciare
il futuro dei giovani in orchestra.
6
I
l 26 maggio Metamorfosi di Violetta per orchestra
d’archi sarà eseguito al Teatro degli Arcimboldi di Milano
dalla FuturOrchestra - Sistema delle
Orchestre e dei Cori Giovanili e Infantili
in Italia, diretta dal compositore stesso.
Questo concerto straordinario a favore di
Dottor Sorriso Onlus, associazione che
opera nei reparti di pediatria in Italia e
all’estero, voluto dalla Fondazione I
Pomeriggi Musicali, impegna Morricone
nella direzione dell’orchestra giovanile
FuturOrchestra, formata dai migliori
elementi dei Nuclei lombardi del Sistema
delle Orchestre e dei Cori Giovanili in
Italia sostenuto da Claudio Abbado. La
medesima composizione verrà riproposta, accanto a
Grido per soprano e orchestra d’archi e ad Arcate per
archi, il 1° giugno all’Auditorium di Via della
Conciliazione a Roma. Con quel concerto l’Autore terrà a
battesimo l’orchestra “Georges Méliès”, nell’ambito del
“ProgettoMusica. Presente e futuro dei giovani musicisti”
ideato da Franco Piersanti. Il concerto sarà preceduto
dalla Lectio Magistralis dello stesso Morricone, La
musica del cinema di fronte alla storia: aspetti e problemi
di una attività compositiva del
nostro tempo, sul ruolo della
musica nel cinema e sulla
personale esperienza del
compositore in quella disciplina.
Avrà invece luogo nell’ambito del
progetto “Listening” promosso dal
New Made Ensemble e dalle ESZ
la ripresa di Rag in frantumi per
pianoforte, in programma il 30
giugno all’ex Chiesa di S. Maria
della Vittoria di Mantova per il
Festival Eterotropie,
nell’interpretazione di Rossella Spinosa, solista del New
Made Ensemble. Infine, nella Sala S. Cecilia
dell’Auditorium Parco della Musica a Roma, sarà
possibile ascoltare il 25 e 26 luglio i Due pezzi sacri per
coro a quattro voci miste e orchestra, nell’interpretazione
di Orchestra e Coro dell’Accademia Nazionale di Santa
Cecilia diretti dall’Autore stesso.
Franco Piersanti
Progetto Musica
Franco Piersanti, classe 1950, ha al suo attivo una
ricchissima serie, inaugurata nel 1976, d’un centinaio di
colonne sonore tra produzioni cinematografiche e
televisive, senza trascurare le musiche di scena per il
teatro e la musica assoluta. Fondamentale l’incontro
con Nino Rota, di cui funge da assistente tra il 1975 e il
’77. Da allora si sono succedute le collaborazioni,
consolidatesi in sodalizi di lungo corso e impreziosite da
diversi David di Donatello e altri premi, con Nanni
Moretti (Ecce bombo, Bianca, Il caimano, Habemus
Papam), Alberto Sironi (Il commissario Montalbano),
Gianni Amelio (Il ladro di bambini e Lamerica),
Margarethe von Trotta (Paura e amore), Roberto
Faenza (Marianna Ucrìa), Ermanno Olmi (Il segreto del
bosco vecchio). Recentissima è la collaborazione con
Bernardo Bertolucci per Io e te, presentato nella
Selezione Ufficiale Fuori Concorso alla 65a edizione del
Festival di Cannes, dove il regista torna un anno dopo
la Palma d’Oro alla Carriera. Tratta dal romanzo
omonimo di Niccolò Ammaniti, la pellicola racconta la
storia di Lorenzo, adolescente solitario e introverso, cui
la sorella, Olivia, ribelle, fragile ma vitale, sconvolge i
piani di fuga dal quotidiano, portandolo a guardare il
mondo con occhi nuovi. Accanto a Jacopo Olmo
Antinori e Tea Falco recitano Sonia Bergamasco e
Pippo Delbono. La colonna sonora a firma di Piersanti è
prodotta dal Gruppo Sugar. Franco Piersanti ha di
recente ideato il “Progetto Musica - Presente e futuro
dei giovani musicisti”, durante il quale, insieme a Ennio
Morricone, terrà a battesimo in due concerti, il 1° e il 5
giugno presso l’Auditorium di via della Conciliazione a
Roma, l’orchestra “Georges Méliès”, composta da 60
musicisti neodiplomati provenienti dai conservatori di
tutta Italia, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica
sull’occupazione dei giovani musicisti. L’orchestra si
fregia del nome del geniale cineasta francese, creatore
dello spettacolo cinematografico, la cui pronipote, Marie
Hélène Méliès, presenzierà al concerto del 5 giugno in
veste di madrina della neonata orchestra. Questi primi
due concerti prevedono l’esecuzione, rispettivamente,
di tre pagine di Morricone (che farà precedere il
concerto da una Lectio Magistralis sulla musica nel
Marco Momi
cinema e sulla propria personale esperienza) e, il 5
giugno, di una composizione di Giya Kancheli e
di diversi lavori di Piersanti: le Suites dal Primo
uomo e da Habemus Papam, il Requiem marino
per violino e orchestra e le musiche composte per
sei film di Georges Méliès. Il 6 giugno una
seconda orchestra giovanile, quella del Lazio,
sarà diretta da Vincenzo di Benedetto in musiche
da Beethoven a oggi, incluso il Valzer del
commiato dalla colonna sonora del Gattopardo di
Nino Rota. Il progetto, caldeggiato
dall’Associazione Officina Multimediale in
collaborazione con AGIS Scuola e realizzato
grazie al contributo del Consiglio regionale del Lazio e
di Franco Piersanti, è coronato da un concorso
internazionale di composizione per giovani compositori,
il cui bando verrà emesso in concomitanza con i tre
concerti. Le tre composizioni finaliste verranno eseguite
dall’Orchestra “Georges Méliès”. Il concorso è
sostenuto dalle Edizioni Suvini Zerboni che pubblicherà
la composizione vincitrice. Presso le ESZ sarà
disponibile anche il Requiem marino per violino e
orchestra, che Piersanti riproporrà nel concerto del 5
giugno. Le motivazioni intime di quest’ultimo lavoro,
composto nel 2010 e “dedicato a tutti i migranti che non
hanno trovato approdo”, sono così spiegate dall’Autore:
«Rimasi profondamente turbato nell’estate del 2009
quando un barcone con ottanta migranti eritrei in
viaggio dalle coste dell’Africa a quelle italiane affondò.
Una veloce ricerca mi ha rivelato che soltanto l’anno
precedente le vittime di questi naufragi erano state
quasi duemila. Il Requiem marino è dedicato a quelle
vite perse per sempre inseguendo un sogno, a quei volti
sconosciuti, alle loro storie sconosciute. È ai loro ultimi
gesti di vita che ho voluto e sentito la necessità di
rivolgere un pensiero musicale. Non ho interesse
alcuno nel definire la forma né lo stile di questo
Requiem, che rappresenta se stesso illudendosi di
colmare l’incolmabile debito che tutti abbiamo verso chi
ancora oggi, cercando di fuggire dalla sofferenza e
sperando in una vita migliore, la perde invece finendo
sul fondo del mare».
Purezza e crudeltà
Marco Momi ha lavorato in tempi recenti a un ciclo di
tre composizioni che viene presentato in altrettante
occasioni differenti questa primavera: Almost Quiver for
E.P. per ensemble, commissione della Fondazione
Spinola Banna per l’Arte, il 12 maggio a Poirino
(Torino), presso l’istituzione committente,
nell’interpretazione del Divertimento Ensemble diretto da
Andrea Pestalozza, che lo riproporrà il 14 maggio
all’Auditorium Gruppo 24 Ore per la stagione Rondò
2012; Almost Vanishing for E.P. per flauto solo l’11
maggio a San Diego, interprete Matteo Cesari, al
Conrad Prebys Music Center Hall della University of
California (UCSD), con replica il 27 luglio agli
Internationale Ferienkurse für Neue Musik di Darmstadt
(entrambi i pezzi sono stati presentati nello scorso
numero di ESZ News). L’ultimo pannello della serie,
Almost Pure for E.P. per quartetto d’archi, sarà invece
proposto il 12 giugno alla Villa Romana di Firenze dal
Quartetto Maurice. Spiega il compositore: «Almost pure
for E.P. è un lavoro che segna l’inizio di un percorso, del
quale tuttora parlo con difficoltà. Dopo il termine del ciclo
involontario intitolato Iconica mi sono trovato ad
affrontare delle emergenze a me nuove, che in linea
generale mi hanno portato verso un clima di asciuttezza
e crudeltà. L’atto di revisione coincide con l’affrontare
una formazione per la quale non ho mai scritto, scelta
gratuita e non casuale per questa fase. La frattura
rispetto a certe abitudini non è in questo caso una
negazione delle stesse, ma un atto motorio dovuto, per
distaccarmi e potermi guardare allo specchio. Ne è nato
un lavoro crudo, in cui l’elemento combinatorio tende a
gelare ogni slancio fascinatorio. Non c’è nulla di
evocativo e non ci sono giochi su riferimenti stilistici.
L’elettrico gesto strumentale diventa intavolatura e i
momenti trasognati chiedono un suono del tutto
prossimo alla sensibilità dell’arco barocco. Non c’è nulla
di eclatante, non c’è dialogo con la ricerca “concreta”
del suono strumentale, non ci sono tremoli. C’è un
tasso di definizione e scultura temporale che richiede
un virtuosismo del tutto interno ai fondamentali di un
quartetto d’archi, come il coniugare un suono che deve
essere “quasi al ponticello”. Un tentativo di lavorare la
materia “in purezza” che mi spinge fuori dall’elemento
più attuale della musica contemporanea e dà al lavoro
un sapore di sospensione adolescenziale».
La presentazione del ciclo è completata dalla prima
esecuzione assoluta di Reloading Vanishing per flauto
solo, rivisitazione di Almost Vanishing for E.P., eseguita
dall’interprete dedicataria Annamaria Morini il 18
maggio alla Sala Bossi del Conservatorio “G.B. Martini”
di Bologna per la rassegna Suona Francese. Si segnala
infine la ripresa di Ludica II per ensemble e elettronica, il
23 maggio al Teatro Central di Siviglia, nell’esecuzione
di Taller Sonoro.
Una colonna sonora per Bertolucci,
un articolato progetto per sostenere
i giovani musicisti e una pagina “in
memoriam” delle tragedie della
migrazione
Si completa un ciclo concepito
come un diario di ricerca,
proposto in tre prime parziali
da altrettanti organici
7
Pasquale Corrado
In viaggio
Tre le prime nell’estate di Pasquale Corrado. S’inizia il
L’Auditorium San Fedele e
l’Ircam ospitano tre prime,
per una gamma di organici
dal percussionista solista
all’orchestra
Vittorio Montalti
Trami Nguyen, pianista del
Cabaret Contemporain,
suonerà, da Don’t shoot the
piano players, Friederich e
Keith all’Auditorium de la Cité
des Arts di Parigi il 21 giugno,
e Bill al Festival du Château de
Frontenay il 13 agosto.
Innovativa analisi dell’orchestrazione
di tutto il Novecento in un trattato
scaturito dall’esperienza come
compositore e didatta
8
25 giugno all’Auditorium San Fedele di Milano con
Mister Trip per un percussionista, solista Domenico
Melchiorre. Il nuovo lavoro, spiega l’Autore «nasce
dall’idea di creare un percorso sul palcoscenico dove
l’esecutore si muove da una postazione all’altra
evitando ogni soluzione di continuità con la materia
sonora. L’esecutore si sposterà dal fondo del palco fino
ad arrivare sul proscenio utilizzando timbri percussivi
differenti come una sorta di viaggio all’interno degli
stessi. Io non indico degli “strumenti” ma solo timbri
percussivi (pavimento del palco, pelle, legno, vetro,
metallo, voce, oggetti presenti sul palco) lasciando
liberamente all’esecutore la possibilità di utilizzare quelli
che più ritiene opportuni per il tipo di sonorità richiesta.
Questo brano si inserisce all’interno del programma
“One Bag Tour!” che vedrà protagonista il giovane e
bravo percussionista Domenico Melchiorre, solista
dell’Orchestra Sinfonica di Basilea. Domenico mi ha
commissionato un pezzo per un percussionista la cui
particolarità fosse che gli strumenti potessero entrare in
una valigia da stiva di aereo». All’altro capo dell’organico
possibile si colloca Sfera per orchestra, che sarà
proposta quel giorno stesso, 25 giugno, a Parigi, per il
Festival-Académie ManiFeste 2012 dell’Ircam,
dall’Orchestre Philharmonique de Radio France diretta
da Pascal Rophé. Spiega Corrado: «Sfera è un viaggio
all’interno di una materia dai contorni indefiniti e dalle
sfumature incerte. È la descrizione di una sola figura
musicale e delle mille variazioni che la rendono sempre
diversa e mutevole: le note Do Si ricorrono durante tutto
l’arco del pezzo dando vita a situazioni sempre
differenti, nuove. Proseguendo il gesto musicale di
Sovrainciso, pezzo per tredici strumenti, il brano
approfondisce in forma più articolata il tema principale.
La struttura narrativa del brano si articola attraverso
diversi movimenti e sequenze ritmiche, descrivendo
Giovanni Verrando
l’evoluzione di una piccolissima cellula, formata da due
note, che dà origine al tutto. Man mano che le due note
si sovrappongono, l’aspetto sincronico prevale su quello
diacronico, e l’aspetto armonico su quello melodico». Si
ritorna infine all’Auditorium San Fedele per la
presentazione, nel mese di luglio, di Lux Day per
quartetto d’archi, sulle corde del Quartetto Prometeo. La
composizione rientra nella programmazione del Premio
San Fedele, che prevede appunto per quest’anno
l’esecuzione di un quartetto ad opera del Quartetto
Prometeo. Il pezzo rende omaggio al canto XXXIII del
Paradiso dantesco (in particolare ai versi «O Somma
luce...») essendo quest’ultimo il comune denominatore
dell’edizione 2012 del Premio. Corrado fa notare come
Lux Day sia «caratterizzato da un rapido susseguirsi di
estremizzazioni. In altre parole, il brano è costruito sul
repentino passaggio di sonorità estreme: dal sottile al
denso, dall’acuto al grave, dall’impercettibile
all’evidente». La serie delle riprese di lavori di Corrado è
stata aperta da Arcipeloghis solitaire per un saxofonista,
interpretato da Pieter Pellens il 28 aprile agli Impuls
Minutenkonzerte di Graz per la rassegna “Galerientag
mit Musik”. Il 6 maggio il Prime Recorder Ensemble ha
eseguito Spray per recorder ensemble e live electronics
nell’Église St. Jacques di Losanna. Ljuba Bergamelli ha
portato Com a tua voz per voce sola il 12 maggio
all’Auditorium delle Crocelle di Chieti, per l’Associazione
Amici della Musica di Chieti, il 19 maggio alla Sala del
Trono del Castello di Miramare di Trieste e il 26 maggio
a Venezia, Palazzo Albrizzi. Infine, avverrà nell’ambito
del progetto “Listening” promosso dal New Made
Ensemble e dalle ESZ la ripresa di Raise Voice per voce
femminile e quattro strumenti, in programma il 30
giugno all’ex Chiesa di S. Maria della Vittoria di
Mantova per il Festival Eterotropie, nell’interpretazione
del New Made Ensemble: Akiko Kozato, voce e il New
Made Ensemble diretto da Alessandro Calcagnile.
Comprendere e inventare l’oggi
Esce per le ESZ La nuova liuteria - Orchestrazione,
grammatica, estetica:
un’importante pubblicazione
realizzata da Giovanni
Verrando in collaborazione
con gli studenti delle classi
di teoria della composizione
e orchestrazione, sotto la
direzione e la supervisione
dello stesso compositore,
con prefazione di Pierre
Albert Castanet. Nato dalla
collaborazione con la
Divisione Ricerca e
Sviluppo della Scuola
Universitaria di Musica SUPSI del Conservatorio della Svizzera Italiana di
Lugano, il libro rappresenta l’esito conclusivo di un
progetto di ricerca della durata di due anni svolto dallo
stesso Verrando presso quel Dipartimento. Spiega
l’Autore: «Si tratta di un testo che riunisce la mia attività
di compositore a quella di didatta, trattando temi tecnici
ed estetici che coinvolgono entrambe le sfere. Molti
argomenti esposti sono infatti parte integrante dei corsi
che ho svolto per il Master of Arts in Composition and
Music Theory presso il Conservatorio svizzero.
Ed alcuni paragrafi di ricerca e analisi sono redatti dagli
studenti delle classi di teoria della composizione e
orchestrazione. Nuova liuteria, inarmonico, psicoacustica sono i soggetti centrali e le discipline che nel
mio sistema di pensiero si trasformano in chiavi di
lettura per comprendere e inventare la musica d’oggi. Il
libro muove da una moderna analisi dell’orchestrazione
del XX secolo per giungere alla musica attuale,
concepita sulle possibilità dei nuovi strumenti,
proponendo una grammatica e un’estetica fondate
sull’inarmonico e la nuova liuteria. Vuole essere uno
stimolo a pensare l’orchestra acustica occidentale come
una semplice tappa, come un fenomeno, forse oggi non
più sufficiente, della storia e della cultura». Scrive Pierre
Albert Castanet nell’introduzione, Di una molteplicità
ibrida, la Musica: «L’opera
specialistica su La nuova
liuteria mostra con piacere
quanto sia lecito
assumere l’esperienza
accumulata da diversi
secoli e come sia giunta
l’ora di abbracciare
l’efficace potenzialità delle
nuove tecnologie
(elettriche, concrete,
elettroniche, digitali, multimediali). [...] A proposito dello
strumentario del futuro, Iannis Xenakis pensava – nel
1997 – “che non si cristallizzerà, perché si troveranno
sempre degli uomini giovani e di valore. Non ci sarà
dunque un arresto dell’evoluzione. Ma non so in quale
direzione essa andrà”. All’alba del terzo millennio, possa
quest’opera consegnare il più grande numero di risposte
possibili alla questione xenakiana e alle domande
curiose e in definitiva legittime di ciascuno di noi».
Giorgio Colombo Taccani
Percorsi di speranza
Tre lavori di Colombo Taccani saranno presentati
nell’ambito della rassegna “Risuonanze 2012 - Incontri
di nuove musiche”. Il 3 giugno, presso l’Auditorium
Garzoni di Tricesimo (Udine), Memoriale per chitarra
sola verrà riproposto da Norio Sato, mentre per la prima
volta Commentario per quattro strumenti antichi verrà
eseguito da Tiziano Cantoni al flauto traversiere, Dario
Caroli al fagotto barocco, Laura Soranzio alla viola da
gamba e Nicola Colocci al clavicembalo. Così Colombo
Taccani introduce il nuovo lavoro: «Commentario è
formato da diciotto brevissimi pezzi scritti partendo dalle
prime battute di un brano a quattro voci, la Zanetta
Padoana, di Giorgio Mainerio, compositore vissuto
lungamente a Udine e ad Aquileia nel corso della
seconda metà del Cinquecento. Tre sono i percorsi che
si alternano irregolarmente nel corso di Commentario,
utilizzando differenti raggruppamenti dei quattro
strumenti barocchi in organico: i numeri 1, 3, 7, 8, 11 e
18 rappresentano invenzioni libere che pongono di volta
in volta al centro dell’elaborazione frammenti diversi
dello spunto iniziale di Mainerio, realizzando aforismi
dai caratteri netti e contrapposti; i numeri 2, 6, 13 e 16,
partendo da una situazione estremamente rarefatta,
ricostruiscono progressivamente, anche se non in
maniera completa, il frammento originale, mentre i
numeri 5, 10 e 15 ne propongono, sia pure in modo
relativamente libero e a tratti sotterraneo e nascosto,
elaborazioni canoniche. I tre percorsi sono a loro volta
inframmezzati dalla proposta integrale e letterale della
pagina di Mainerio, suddivisa in cinque momenti
successivi e affidata al clavicembalo: un costante
dialogo fra linguaggi e gesti lontani, reso ulteriormente
sfaccettato anche grazie al timbro degli strumenti
antichi». Il successivo 4 giugno, presso la Sala Marizza
di Fogliano di Redipuglia (Gorizia) a Sergio Bernetti e
Adele D’Aronzo sarà affidata la prima esecuzione
assoluta di Obake per trombone e pianoforte. Spiega il
compositore: «Spettro, fantasma. Questo è il significato
del termine giapponese che dà il titolo al lavoro, scritto
nel 2008 e dedicato ai bravissimi Sergio Bernetti e
Adele D’Aronzo. In una dinamica che, salvo brevi
parentesi, si tiene costantemente e con aggressività
costante ai livelli più violenti, il percorso predilige gesti
netti, elementari, di grezza immediatezza: pedali gravi,
ribattuti omoritmici, glissati ruvidi e paradossali.
Il repertorio melodico e armonico è ridotto a un numero
ristrettissimo di situazioni possibili. I pochi attimi di
Gilberto Bosco
respiro lasciano intravedere fragili tentativi cantabili da
parte del trombone o immobilizzano lo scorrere del
tempo in risonanze esilissime del pianoforte. Sono
tuttavia brevi parentesi, subito travolte da una
successiva ondata di violenta ed esasperata
esuberanza gestuale, fino al ribattuto aggrovigliato
attorno al fa, sempre microtonalmente indeciso, con cui
il trombone chiude il proprio cammino». A partire dal 17
aprile è stato invece presentato in rete Treasure
Mountain per ottavino/flauto in sol, violino e pianoforte,
nell’esecuzione del giapponese Mmm… Ensemble
composto da Reiko Manabe, Shungo Mise e Kaori
Ohsuga. Scaricando la composizione dal sito
http://hibari-charity.com (accessibile anche attraverso il
sito del gruppo: http://ememem3dots.com) è possibile
sostenere il progetto a sostegno delle vittime del
terremoto del 2011 nel Nord Est del Giappone cui la
composizione è dedicata. È sempre l’Autore a
introdurre il nuovo brano: «Treasure Mountain è un
breve trio scritto appositamente per il progetto Hibari,
meritoria iniziativa organizzata su Internet dal Mmm…
Ensemble di Tokyo a sostegno delle vittime del
terremoto del marzo 2011. Un noto canto dell’area di
Fukushima, Aizu Bandaisan, è il punto di origine del mio
lavoro: esso rimane quasi nascosto all’inizio,
trasformato ed elaborato in molteplici modi. Solamente
nell’episodio finale le linee distanti dell’ottavino
potrebbero lasciarlo intuire. Germogli di speranza».
Ricordiamo infine che il Duo Alterno formato da Tiziana
Scandaletti e Riccardo Piacentini ha riproposto L’àgnili
per voce e pianoforte il 13 marzo al Teatro Pirandello di
Lima (Peru), il 15 marzo all’Universidad Católica di
Arequipa (Peru), il 19 marzo all’Escola de Música da
UFRI in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di
Rio de Janeiro, e il 22 marzo presso il Circolo Italiano di
San Paolo. Il 2 giugno presso la Sydney Grammar
School (Australia) Soleil levant, secondo movimento dai
Due pezzi per flauto basso, verrà ripresentato da Laura
Chislett-Jones, dedicataria del lavoro. Avrà infine luogo
nell’ambito del progetto “Listening” promosso dal New
Made Ensemble e dalle ESZ la ripresa di Avvoltoi per
voce e quattro strumenti su una poesia di Simon
Pederek, in programma il 30 giugno all’ex Chiesa di
S. Maria della Vittoria di Mantova per il Festival
Eterotropie, nell’interpretazione di Akiko Kozato, voce,
e del New Made Ensemble diretto da Alessandro
Calcagnile.
Tre prime cameristiche,
con un pensiero (in rete)
alle vittime del terremoto
del Giappone
Martino Traversa
L’Ensemble Accroche Note
eseguirà il 6 luglio Manhattan
Bridge 4:30 a.m. per flauto,
clarinetto, pianoforte, violino
e violoncello.
Flussi di memoria
Gilberto Bosco è presente all’edizione 2012 del
Festival MITO Settembre Musica con una novità,
Serenata V per flauto, clarinetto, violino, violoncello e
pianoforte, in cartellone il 12 settembre a Torino, al
Piccolo Regio Giacomo Puccini, nell’interpretazione
dell’Ensemble Antidogma diretto da Antonmario
Semolini. Con queste parole presenta l’Autore il nuovo
lavoro: «Potrei parlarvi della serie di Fibonacci. Oppure
dei sistemi ottotonici. Ci sono entrambi, non
preoccupatevi (e chi si preoccupa, penserà chi legge).
Vi racconterò invece di Wolfgang Rihm, che molti anni
fa disse (cito a memoria) che un pezzo con una
struttura poteva andargli bene, purché la struttura
cambiasse, seguendo la sua vita. Un diario? Lui non
l’ha detto. Ho scritto pezzi che riguardano l’ebraismo.
Ho scritto pezzi che toccano il tema della memoria. Ho
scritto pezzi “politici”, senza mai dirlo (forse un errore
fondamentale: così nessuno se ne accorge). Dei diari?
Non l’ho mai detto. Questo brano reca in esergo “Caro
m’è il sonno, e più l’esser di sasso”, e i versi di
Michelangelo alludono a una situazione che mi pare
appartenere al presente: non vorrei destarmi nel mondo
attuale. Una serie di pieni e di vuoti si alternano a delle
ninne nanne: la prima è il ricordo assai cambiato di un
lavoro precedente, quando speravo ancora che
sognare fosse una virtù; la seconda è una piccolissima
citazione, quasi inudibile, di una berceuse scritta a
Theresienstadt, durante la tragedia, Wiegele. La terza
(ma questa parte è ancora lontana dall’essere scritta!)
è una somma delle due, o forse sarà qualcos’altro: non
si va mai tanto in là come quando non si sa dove si
mira. E i pieni e i vuoti interrompono questi flussi di
memoria in un modo così calcolato da sembrare (o
forse essere) quasi casuale: paradossi della postmodernità. Dormire, sognare forse; però una Berceuse
antica vale un risveglio, e anche Wiegele non è male.
Giudicheranno gli ascoltatori». Durante la
manifestazione che il 10 settembre MITO Settembre
Musica dedicherà, sempre al Piccolo Regio Giacomo
Puccini, ai compositori piemontesi, con interviste video
ed esecuzioni dal vivo, Gilberto Bosco parlerà dei suoi
lavori e della sua poetica. La pianista Eliana Grasso
interpreterà nell’occasione Per pianoforte.
Una prima cameristica, una
chiacchierata col pubblico e
un’ulteriore esecuzione al Festival
MITO Settembre Musica
9
Maurilio Cacciatore
Perduti nel bosco sonoro
Novità di Maurilio Cacciatore al Festival ManiFeste
Complessa prima all’Ircam
nata da un progetto didattico
su identità e ambiente
Andrea Manzoli
L’Accademia Filarmonica
Romana propone il 7 luglio alla
Sala Casella, nel contesto della
rassegna “I Giardini di Luglio”,
la prima esecuzione assoluta
della Petite suite pour Tonio
Cavilla per due violini,
nell’interpretazione di Matteo e
Maddalena Pippa.
Indagine psicologica
per flauto amplificato ai
Ferienkurse di Darmstadt
10
2012 di Parigi. L’Espace de Projection dell’Ircam ospiterà
il 16 giugno la prima esecuzione assoluta di
Tamonontamo per quartetto vocale amplificato, coro e
live-electronics, nell’interpretazione di Adèle Carlier,
soprano, Marie-Paule Bonnemason, contralto, Stephan
Olry, tenore, Jean-Michel Durang, basso, dell’ensemble
vocale Les Cris de Paris e del live electronics Ircam,
sotto la direzione di Geoffroy Jourdain. Così l’Autore
presenta il nuovo lavoro: «Tamonontamo segna il
passaggio del mio progressivo abbandono di tutto ciò
che è decorativo per potermi concentrare su altri aspetti
della composizione che in questo momento mi sono cari.
Il titolo del pezzo è una sintesi arbitraria del senso del
sonetto 66 di Pablo Neruda (tratto dai suoi 100 sonetti
d’amore). Nel titolo non c’è niente di autobiografico, se
non la simpatia per il suono di questa parola, il suo ritmo
interno e la sintesi iconica di un possibile percorso
formale da compiere. La sua genesi è durata più di un
anno; nel marzo del 2011 mi fu proposto da Geoffroy
Jourdain, direttore del coro Le Cris de Paris (con il quale
già avevo lavorato alla creazione del mio Kyrie nel 2010),
di prendere parte al progetto didattico denominato
“Identité et environnement sonore”. Per tale progetto,
alcuni membri di Arte Radio sono andati in giro per le
scuole di Parigi a insegnare a ragazzi giovanissimi (dagli
otto ai quindici anni) come registrare i suoni del mondo
che li circonda. In base ad alcune mie indicazioni, i
ragazzi hanno “raccolto” una serie di materiali sonori
della vita di ogni giorno, i quali sono stati integrati, in un
certo qual modo, nella parte in tempo differito
dell’elettronica del pezzo. Trovare un testo che ben si
coniugasse con questo “bosco” sonoro non era semplice;
oltretutto, per una mia naturale predisposizione, non amo
molto lavorare con testi lunghi ma preferisco addentrarmi
nei meccanismi di articolazione di pochi fonemi,
sforzandomi di trovare al loro interno materiale
sufficiente per l’articolazione delle voci. Ecco perché ho
preferito affidarmi solo a un titolo senza usare tutto il
sonetto di Neruda. Come in miei altri pezzi vocali, i
fonemi sono utilizzati come materia sonora pura, da
potere accentuare e filtrare al pari di un qualsiasi altro
materiale musicale. Giocando perennemente sul filo di
rasoio della connotazione e dei meccanismi d’inferenza,
le trasformazioni fonetiche dei morfemi di cui si compone
il titolo del brano danno prospettiva al testo ancor prima
di metterlo in musica: ecco come un titolo per me diventa
un percorso compositivo, sia nella gestione dei materiali
sia nella gestione della forma. Scrivere per coro e quattro
solisti pone per me il rischio di cadere sia nello stereotipo
della dicotomia “pochi-tutti” sia in quello decorativo che
vede i solisti gareggiare in bravura con la massa. In
questo pezzo, invece, i solisti sono tali perché sono i più
fragili: il loro modo di cantare, spesso all’interno di flauti
traversi al fine di filtrare la loro voce e renderla
disumana, è più simile a quella di quattro personaggi
Valerio Sannicandro
Stati d’animo
Valerio Sannicandro è presente all’edizione 2012 degli
Internationale Ferienkurse für Neue Musik di Darmstadt
con la prima esecuzione assoluta di Songs of Anxiety
per flauto amplificato, in programma il 27 luglio
nell’interpretazione di Matteo Cesari, flauto e dello
stesso Autore alla proiezione del suono. Spiega
Sannicandro: «Songs of Anxiety è una composizione
per flauto solo amplificato (con due microfoni – un
“head-set” e un microfono interno – e un effetto di
riverbero). All’esecutore è chiesto di produrre una larga
serie di effetti vocali (comprese delle polifonie timbriche
estremamente cangianti) e percussivi (usando sia il
flauto che la voce) i quali riproducono o rappresentano
degli stati d’animo espressi così in suono. Paura, ansia,
sono alcune delle sensazioni che l’esecutore dovrebbe
fiabeschi portati via da un bosco che a quella di due
uomini e due donne.
Il canto filtrato dai tubi, oltre a donare a esso una nuova
espressività, rende nel registro comune le voci
pressoché asessuate, cioè prive della connotazione
originale di qualunque essere umano. In tal senso anche
questo pezzo s’inserisce nel filone dei miei lavori che
amo chiamare “musica anfibia”; non ho dato al brano un
numero progressivo di questo ciclo perché la presenza
del coro solleva altri parametri e leve che si allontanano
da questo contesto, ma per alcuni tratti, quelli sopra
descritti, Tamonontamo è ascrivibile a questa serie.
Di fronte alla fragilità e al comportamento subdolo dei
solisti, il coro non canta per contrapposizione quantitativa
ma per contrapposizione qualitativa, cioè per recuperare
un po’ di umanità in un bosco sonoro in cui, forse, è bello
perdersi. Questo non vuol dire piegare il coro a un canto
“standard”, ma costringerlo a riconoscersi come insieme
di esseri umani; nel pezzo poi si ascolterà come in realtà
il tentativo di umanità diventa vano: l’informe di questo
mondo è più forte di ciò che è scolpito e finisce per
corromperlo, per sublimarlo a suo modo.
A ingrandire questo ambiente interviene poderosa
l’elettronica, sia in tempo reale sia in tempo differito.
La prima mira a rilevare la natura “disumana” dei solisti,
la seconda alla costruzione di sculture sonore nell’aria.
Per andare oltre la connotazione dei materiali forniti da
Arte Radio, ho pensato, con l’aiuto del realizzatore
informatico Augustin Muller, di utilizzare la sintesi
granulare operata con CatArt, un algoritmo con
interfaccia grafica collegata all’interno del software
Max/MSP per il trattamento dei suoni. Per Tamonontamo
l’équipe dell’Ircam che lavora su tale sintesi ha integrato
un nuovo algoritmo e ha preparato una nuova versione
con doppia interfaccia grafica la quale consente di
rendere indipendenti i “descrittori musicali” dallo spazio
fisico in cui essi operano. Con la nuova versione di
CatArt, si riorganizza lo spazio di diffusione in termini di
descrittori sonori e allo stesso tempo lo spazio d’analisi
elettroacustica in termini di spazio di composizione, cioè
spazio di timbri. L’indipendenza dei descrittori d’analisi
dallo spazio acustico crea delle nuove geometrie su tre
assi, al limite della plasticità, permettendo
l’organizzazione dello spazio fisico secondo delle
necessità musicali. L’elevazione di alcuni altoparlanti
conforta queste intenzioni e rende ancora più viva la
sensazione di non assistere a uno spettacolo, ma di
ritrovarcisi dentro». Avrà invece luogo nell’ambito del
progetto “Listening”, promosso dal New Made Ensemble
e dalle ESZ, la ripresa di Impuro minimo per violino,
violoncello e pianoforte, in programma il 30 giugno all’ex
Chiesa di S. Maria della Vittoria di Mantova per il Festival
Eterotropie, nell’interpretazione del New Made
Ensemble: Raffaello Negri, violino, Guido Boselli,
violoncello, e Rossella Spinosa, pianoforte.
riprodurre ed enfatizzare, attraverso il testo musicale
dettagliatamente scritto, anche con elementi “teatrali”,
cercando così di esprimere ed eseguire – con un certo
pathos – le indicazioni espressive della partitura. Le
sonorità, spesso descrittive (battito di cuore, respirazioni
soffocate, per esempio) vengono poi introdotte per
sottolineare il carattere d’introspezione psicologica su
cui si basa la composizione». Avverrà poi nell’ambito del
progetto “Listening” promosso dal New Made Ensemble
e dalle ESZ la ripresa di Renga per voce e quattro
strumenti, in programma il 30 giugno all’ex Chiesa di
S. Maria della Vittoria di Mantova per il Festival
Eterotropie, nell’interpretazione di Akiko Kozato, voce, e
del New Made Ensemble diretto da Alessandro
Calcagnile.
Eric Maestri
Sguardi sonori
Quattro prime cameristiche per Eric Maestri in questo
spicchio di 2012. Il 19 maggio è possibile ascoltare,
sotto le volte dell’Église de Saint-Pierre-Le-Jeune di
Strasburgo, Endeared II per due voci e cimbalom,
nell’esecuzione dell’Ensemble La Dolce Maniera:
Cécile Lohmuller, soprano, Sarah Dewald, mezzosoprano, e Luigi Gaggero, cimbalom. Spiega l’Autore:
«La posizione d’ascolto perfetta è quella in cui
l’oggetto musicale e l’ascoltatore sono osservati
contemporaneamente. Si tratta di mettere in risalto
questa relazione indissolubile tra gli elementi. Endeared
significa “caro” o “cura”. Il termine appartiene a una
poesia di John Keats, Ode to a Grecian Urn. I musicisti
ritratti eseguono una musica la cui vera magia sta nel
non essere udibile, lasciando immaginare che cosa
possa essere. La cosa più bella, che non appartiene al
mondo sensibile. Il testo è un elaborato da ciò che resta
di un madrigale di Monteverdi. L’idea consiste nel fatto
che in fondo la musica è fatta di molte cose udibili e
non udibili che nonostante ciò coesistono,
dall’emozione fino alla scrittura. In questo senso la
scrittura è strettamente e rigorosamente tematica, tema
inteso non solo come unità percettiva ma anche
semantica, che colora l’intero brano. È una ricerca sul
colore psicologico del suono e dell’intervallo,
scomposto in transizioni e sviluppi dell’idea, non però
astrattamente, ma cercando di svilupparne anche il
significato». Sempre a Strasburgo, l’8 giugno, sarà la
volta della prima esecuzione assoluta di Visioni per
flauto, saxofono, pianoforte, percussioni e elettronica,
proposto allo Hall Des Chars dall’Ensemble
L’Imaginaire. Nelle parole dell’Autore, «Visioni è un
progetto di largo respiro al centro di un periodo di
residenza allo Hall des Chars di Strasburgo con
l’Ensemble L’Imaginaire, con cui lavoro da ormai tre
anni. Il progetto consiste nella riscrittura di un brano già
eseguito nel 2011 nella stessa sala, Due Espressioni, di
cui esistono già tre versioni. Il lavoro di rielaborazione e
di scrittura che era al centro del progetto si è evoluto,
chiarendosi progressivamente nell’assunzione di un
punto di vista che è sempre più preciso in questo
momento della mia scrittura. Il tempo lento dello
sviluppo consiste nell’osservazione dell’oggetto
musicale, osservazione e analisi che però è fatta nel
tempo della composizione: guardare la musica e il
musicista, passare, per gradi, dalla musica fino al
suono in sé. Fare risuonare in continuazione l’oggetto
musicale e cambiarne la frase, ripeterlo, mettere in
scena l’osservazione. Il brano, per flauto, saxofono,
pianoforte, percussioni e elettronica “boxed” parla di
Federico Gardella
questa osservazione. Per questo motivo l’esecuzione si
avvarrà della collaborazione di Chiara Villa, regista, che
immagina una drammaturgia di luci intorno al brano.
Gli strumenti a volte saranno trattati come oggetti tra gli
oggetti; saranno affiancati da altri oggetti muti, illuminati
nella drammaturgia del brano per spostare l’ascolto
dalla sorgente reale alla sorgente immaginaria. Un’altra
sorgente immaginaria è al centro del brano,
l’elettronica. Un altoparlante trasduttore è posizionato
all’interno del pianoforte, dove tutta l’elettronica si
concentra. In questo modo il suono elettronico perde la
direzionalità assiale delle casse per essere diffuso,
come il suono del pianoforte, in maniera sferica.
La membrana dell’altoparlante è il pianoforte, che in
questo modo è preparato dalla stessa elettronica.
Già a pochi metri di distanza il suono non sembra più
provenire da un altoparlante ma dalle corde del
pianoforte. La scrittura del brano si basa sulla visione di
un certo numero di oggetti che sono i temi portanti del
processo di osservazione, che consiste, anche,
nell’osservazione empatica che non si ferma all’oggetto
dal punto di vista della percezione sensibile, ma anche
alla sua percezione emotiva». Il giorno dopo, 9 giugno,
il concerto anniversario del decennale del FontanaMIX
Ensemble ospiterà alle Torri dell’Acqua di Budrio la
prima esecuzione assoluta di Autoritratto II per
pianoforte, nell’interpretazione di Franco Venturini.
La pagina, spiega Maestri, «è una personale
immersione nel gioco di specchi della composizione.
Mi permette di svolgere una idea, nella sua brevità da
frammento, di cogliere un oggetto in un baleno, il tempo
che passa tra l’azionamento della meccanica e la
produzione del suono. Il brano è dedicato al
FontanaMIX per i suoi dieci anni». Infine, un secondo
Autoritratto per trio d’archi e pianoforte sarà presentato
l’8 agosto dall’Open End Ensemble al Glyptoteket
Museum di Copenhagen. Così l’Autore: «Farsi
l’autoritratto significa essere impietosi e andare anche
contro se stessi. Costruzione formale, scale,
virtuosismo vistoso, velocità sono al centro di questo
autoritratto che presenta le mie idiosincrasie
obbligandomi ad assumerle e a osservarle senza pietà.
Una forma di rondò con variazioni occupa tutta la parte
centrale del brano. Il rondò si ferma e si ferma anche lo
spirito del brano che ritorna al rumore e al vuoto che mi
sembra soggiacere sotto certe scelte estetiche che io
stesso spesso faccio. La musica è anche questo,
lasciarsi andare a se stessi e impressionare il pubblico
con la velocità, che è il vortice della percezione».
Se stessi e gli altri
Chiude la stagione del Divertimento Ensemble Rondò
2012 una prima esecuzione assoluta di Federico
Gardella, che dell’istituzione è stato quest’anno
compositore in residenza: Quaderno di sabbia per tre
gruppi di bambini e ensemble sarà eseguito il 10
giugno all’Auditorium Gruppo 24 Ore di Milano dal
Divertimento Ensemble diretto da Sandro Gorli. Queste
le note con cui l’Autore ne accompagna l’ascolto:
«Ai bambini che costituiscono i tre gruppi non è
richiesta una conoscenza della notazione musicale.
Questo punto di partenza ha avuto come conseguenza
la necessità di radicalizzare aspetti per me irrinunciabili
della musica, immaginando una scrittura capace di
veicolare la complessità attraverso l’utilizzo di elementi
semplici. La disposizione spaziale dei gruppi di bambini
lascia emergere progressivamente la presenza di tre
“isole” di suono che costituiscono tre diversi luoghi di
ascolto, tre differenti possibilità di entrare in contatto
con l’ensemble strumentale che ne costituisce il
supporto, la pagina bianca che contiene in sé le
potenzialità del suo essere scritta. Ciascuno dei tre
gruppi di bambini è caratterizzato da materiali sonori
propri, ma ad ogni componente dello stesso gruppo è
richiesto di “interpretare” questi materiali in modo
indipendente, creando una texture complessa
all’interno di ogni singolo gruppo; mi sono chiesto cosa
vorrei che rimanesse di questa musica ai bambini che
interpretano Quaderno di sabbia: l’idea che condividere
qualcosa con gli altri significa anche imparare a
diventare se stessi». Avrà invece luogo nell’ambito del
progetto “Listening” promosso dal New Made Ensemble
e dalle ESZ la ripresa degli Hofmannsthal-Mikro-Lieder
per voce femminile, violino e violoncello, in programma
il 30 giugno all’ex Chiesa di S. Maria della Vittoria di
Mantova per il Festival Eterotropie, nell’interpretazione
del New Made Ensemble: Akiko Kozato, voce, Raffaello
Negri, violino, e Guido Boselli, violoncello.
Ritratti e autoritratti dei
meccanismi musicali
e dell’Autore stesso in
quattro prime per complessi
cameristici e pianoforte
Camillo Togni
Alla testa del Dèdalo
Ensemble, Vittorio Parisi ha
proposto il 13 maggio a Roma,
per I Concerti del Quirinale di
Radio 3, Du bleicher Geselle
per complesso da camera.
Tre gruppi di bambini protagonisti
della commissione come
compositore in residenza presso
il Divertimento Ensemble
Pagina
da
11
Andrea Mannucci
La maledizione della Sibilla
Andrea Mannucci ha presentato il 3 aprile, sotto le
Pensoso melologo su un’inedita,
drammatica condizione della
nostra modernità
volte della Basilica di San Biagio a Rivoltella del Garda
con l’Orchestra Cantelli da lui diretta, la prima
esecuzione assoluta di Nel limitare del novembre per
voce narrante e orchestra d’archi su testo di Marco
Ongaro. La composizione rappresenta un estratto dal
più ampio melologo Novembre dei vivi, attualmente
esistente nella veste per voce recitante e pianoforte.
Questa l’ispirazione del melologo, nelle parole
dell’Autore: «La maledizione della Sibilla, immortale
quanto il suo invecchiamento, è la fotografia della
nuova era occidentale, quella della sopravvivenza
coatta, della resistenza a malattie sempre meno
definitive, sempre più procrastinabili nell’illusione di
un’eternità che non debba passare attraverso la morte.
Il novembre dei morti, con la sua nebbia ingannata da
un sole che protrae la bella stagione oltre il suo tempo,
diventa quello dei vivi e riverbera la condizione indecisa
dei longevi preclusi ormai al fulgore di una giovinezza
spinta oltre il termine consueto. Il dilemma essenziale
tra procreazione e sterilità, tra bilanciamento e
squilibrio, giunti in età di consuntivo dopo che tutti i
preventivi si sono giocati nell’arco temporale di loro
competenza, esplode con lo stupore del sopravvissuto
Daniela Terranova
Al Festival della Valle d’Itria
riscrittura drammaturgicomusicale di uno dei titoli più
significativi dell’opera barocca
Vede la luce in edizione critica
l’unica pagina dedicata dall’autore
all’organo, storico aggiornamento
rispetto al gusto romantico
d’Oltralpe
12
abbarbicato a una longevità protrattasi in polemica
con il naturale periodo di fertilità assegnato ai viventi.
Si desidera riflettere sulla salita di un’agonia, o sulla
discesa agli inferi di una persistenza che chiede di
compiersi nella necessaria rinascita, necessaria alla
morte come la morte lo è al nuovo inizio. Composto tra
la fine del 2011 e l’inizio del 2012, condividendo il
fervore di un connubio con Marco Ongaro ormai sancito
da una durevole collaborazione, Novembre dei vivi è un
melologo contemporaneo, una riflessione artistica che,
tra creazione poetica e musicale, tende a intensificare
reciprocamente il senso dell’una e dell’altra verso una
dimensione meditativa esistenziale più profonda.
L’intervento compositivo innesca un intreccio
indissolubile con il testo attraverso l’interazione di una
doppia drammaturgia, musicale e scenica, intreccio
organizzato metricamente dall’architettura ritmica data
dalla parola che genera suoni, campi armonici,
agglomerati ritmici e timbrici. Significato e suono
trascorrono così una “doppia vita” duettando
orizzontalmente e verticalmente lungo lo spettro di un
avvenimento concreto e astratto, emotivo e intellettuale
insieme».
L’antico presente
I l Festival della Valle d’Itria di Martina Franca ha
commissionato congiuntamente a Daniela Terranova e
Fabio Ceresa la trascrizione per ensemble e la
riduzione drammaturgico-musicale dell’Orfeo di Luigi
Rossi, che verrà rappresentato col titolo L’Orfeo Immagini di una lontananza il 30 luglio al Teatro Verdi
di Martina Franca, con repliche il 1° agosto al Teatro
“Paolo Grassi” di Cisternino (Brindisi) e il 2 agosto in
Piazza del Plebiscito a Noci (Bari), con la direzione e
concertazione di Carlo Goldstein e la regia dello stesso
Ceresa. Il progetto s’ispira al tema del dialogo tra civiltà
(culture, religioni, epoche diverse), talvolta
apparentemente inconciliabili. Così la compositrice
rilegge il suo intervento: «Seguendo il pensiero che
anima lo spirito del Festival, il lavoro si propone di
mettere a fuoco alcune immagini di una lontananza –
l’opera di Rossi, composta su libretto di Francesco Buti
e rappresentata per la prima volta a Parigi nel 1647 –
Giuseppe Martucci
utilizzando un linguaggio duttile che possa colorare le
linee melodiche originali, ma anche far nascere da
queste nuove forme sonore strumentali e vocali,
creando una continuità tra antico e contemporaneo.
Non una ripresa in stile quindi, bensì uno sguardo da
lontano, teso a conservare l’essenza dell’originale
opera barocca, attraverso l’impiego di un’orchestra da
camera e la presenza di sette cantanti che agiscono
sulla scena ora come personaggi ora come voci.
Il complesso lavoro di riscrittura drammaturgica è stato
affrontato insieme a Fabio Ceresa, al quale è stata
affidata la regia dell’opera. L’intervento sul libretto
operato da Ceresa, lontano dallo stravolgimento del
testo di Buti, è stato indispensabile per creare continuità
tra i testi delle arie e dei cori scelti e per costruire un
senso drammaturgico coerente all’interno di un lavoro
che, rispetto all’originale, si presenta in una forma più
asciutta tanto nelle dimensioni quanto nella durata».
L’organo romantico italiano
Esce per i tipi delle ESZ l’edizione critica della Sonata
per organo in Re minore op. 36 (1879) di Giuseppe
Martucci, a cura di Italo Vescovo e con una nota
introduttiva di Maurizio Tarrini. Così il curatore presenta
questo interessante e raro lavoro nel panorama
strumentale italiano dell’Ottocento: «La Sonata per
organo in Re minore op. 36 rappresenta un unicum
nella produzione strumentale di Giuseppe Martucci,
essendo questa l’unica composizione dedicata
dall’autore a questo strumento. Scritta nel 1879, essa è
preceduta da importanti lavori strumentali quali, ad
esempio, la Sonata per violino e pianoforte op. 22
(1874), la Fantasia in Re minore per due pianoforti op.
32 (1876), il Quintetto per pianoforte e archi op. 45
(1877): tutti caratterizzati da una concezione
compositiva il cui modello si trova oltralpe, con una
manifesta predilezione per i romantici tedeschi,
soprattutto Mendelssohn, Schumann e Brahms. Tra
questi la figura di Mendelssohn ha costituito molto
probabilmente, per quanto riguarda la Sonata per
organo, il riferimento principale: l’uso del contrappunto
e il senso della forma sono aspetti che accomunano i
due autori, anche se rispetto a Mendelssohn, Martucci
dimostra una maggiore espansione formale. Articolata
in tre movimenti, la Sonata per organo esprime in modo
esplicito l’ideale compositivo di Martucci, adottando
scrittura e forme musicali mutuate dalla cultura
musicale d’oltralpe: il primo movimento è articolato in
forma sonata ed è il più ampio e ricco di idee musicali;
il secondo, un Adagio in forma di Lied, quasi una
“romanza senza parole”, si caratterizza invece per
intensità lirica a cui non sono estranee certe atmosfere
franckiane; il terzo movimento è un’articolata fuga di
ampio respiro, solidamente strutturata. La presente
edizione critica della Sonata per organo di Giuseppe
Martucci è stata condotta principalmente sulle fonti
autografe che sono custodite presso la Biblioteca del
Conservatorio “S. Pietro a Majella” di Napoli».
Bruno Maderna
Nuova luce sulla giovane promessa
Una novità editoriale delle ESZ illumina uno snodo
trascurato del Novecento italiano. Esce, a cura di
Gabriele Bonomo e Fabio Zannoni, Bruno Maderna e
l’Italia musicale degli anni ’40, Atti dell’Incontro di Studio
tenutosi a Verona il 10 ottobre 2009. La pubblicazione
è resa possibile dal contributo dell’Accademia
Filarmonica di Verona e della Fondazione Arena di
Verona. Libro di ricerca, con l’ambizione d’illuminare
uno snodo impropriamente trascurato del Novecento
italiano, il volume nasce dalla reciproca
riappropriazione tra il compositore veneziano e la sua
città d’adozione, Verona, che nell’ottobre 2009 gli ha
dedicato, àuspici l’Accademia Filarmonica e la
Fondazione Arena, una vivace giornata di studi presso
l’Auditorium “Italo Montemezzi” del Conservatorio
“Evaristo Felice Dall’Abaco”. Una manifestazione nata a
sua volta da un’importante scoperta musicologica: il
ritrovamento del manoscritto del giovanile Concerto per
pianoforte ed orchestra del 1942 (lo racconta in questo
volume Angela Ida De Benedictis), riproposto per la
prima volta quella sera stessa al Teatro Filarmonico per
la rassegna “VeronaContemporanea”, nell’ambito della
stagione sinfonica “Il Settembre dell’Accademia”
promossa dall’Accademia Filarmonica di Verona, con
il solista Aldo Orvieto e l’Orchestra della Fondazione
Arena di Verona diretta da Carlo Miotto. Lo sguardo
degli otto studiosi riuniti in questo volume si prefigge di
contribuire alla messa a fuoco di una delle personalità
più originali e influenti del secondo Novecento europeo,
cogliendola negli anni, ancora tutti da scoprire, della
formazione e della prima produzione. Formazione in cui
s’intrecciano, in un fertilissimo crogiuolo di influenze
che fa saltare ogni pretestuoso steccato tra generi, il
jazz e la dodecafonia, dando vita a una concezione e a
una prassi della musica che vengono indagate gettando
un fascio di luce, e interpretando, sugli angoli meno
frequentati del percorso biografico del primo Maderna.
Ne emerge la statura d’un compositore modernissimo,
che si pone con piena consapevolezza di fronte alla
complessità del mondo musicale del pieno Novecento.
In quest’ottica Laura Och ricostruisce il panorama
sonoro che accoglie Maderna nella Verona in cui il 21
maggio 1933 dirigerà dodicenne un concerto sinfonico
all’Arena. Raffaele Pozzi segue Maderna giovane,
fallito il compimento medio di composizione al
Conservatorio di Milano, negli studi romani con
Alessandro Bustini, maestro di Petrassi, Turchi e
Giulini. Veniero Rizzardi ne individua il contributo nella
costellazione veneziana tra il maestro Gian Francesco
Malipiero e il sodale Luigi Nono. Leo Izzo si dedica al
radiodramma Il mio cuore è nel sud su testo di Patroni
Griffi, risalendo alla formazione jazzistica di Maderna,
maturata già da bambino nella Original Jazz Band del
padre (illuminante la foto del piccolo Bruno che stringe
il violino tra i colleghi adulti). Mario Baroni indaga le
derivazioni stilistiche della Introduzione e Passacaglia
preseriale, così come Rossana Dalmonte studia le
opere con testo poetico appartenenti a un orientamento
stilistico contiguo. Chiude la raccolta, prima dell’utile
indice dei nomi e delle composizioni di Maderna, il
saggio con cui Angela Ida De Benedictis presenta il
ritrovato Concerto per pianoforte ed orchestra, da lei
curato nell’edizione critica in uscita quest’anno presso
le Edizioni Suvini Zerboni.
È uscito per l’etichetta Stradivarius (STR 33824) un Cd
monografico dedicato alla produzione sinfonica di
Petrassi, di cui vengono proposti tre lavori fondamentali
rappresentativi di altrettanti lustri entro la cesura del
1945: il Concerto per pianoforte e orchestra, la Suite
sinfonica dal balletto La follia di Orlando e la Partita per
orchestra. Arturo Tamayo, che dirige Alfonso Alberti e
l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, corona così
un progetto ambizioso dedicato a Goffredo Petrassi, di
cui ha registrato, sempre per Stradivarius, l’integrale dei
Concerti per orchestra con la Netherlands Radio
Symphony Orchestra, il Concerto per flauto, il balletto
Ritratto di Don Chisciotte e altre pagine col Coro e
Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino.
Il 12 maggio, nel quadro della rassegna “Incontri con la
Musica 2012”, la Casa Giannini di Bari haospitato una
conferenza-concerto con esecuzioni musicali durante la
quale Elisabetta Mangiullo, pianoforte, Gabriele Ceci,
violino, Valeria Sirangelo, violoncello, interpretano una
selezione dai Preludi per pianoforte e Domus aurea per
violino e violoncello. Il Trio n. 11 per violino, violoncello
e pianoforte era invece in programma il 14 maggio
all’Auditorium Vallisa, sempre a Bari, e il successivo 15
maggio al Teatro Sociale di Fasano (Brindisi),
nell’esecuzione di Maria Rosaria D’Aprile, violino,
Valeria Sirangelo, violoncello e Maurizio Zaccaria,
pianoforte. Infine, lo stesso Luca Mosca terrà una
conferenza concerto il 19 giugno per l’Associazione
Discantus alla Scuola dei Callegheri di Venezia,
eseguendo in prima persona i Preludi e i Capricci per
pianoforte.
Permane molto l’interesse attorno alla produzione per
flauto di Aldo Clementi. Il 30 maggio Annamaria Morini
ed Enzo Porta propongono alla Facoltà di Lettere
dell’Università di Catania, presso il Monastero dei
Benedettini, Canzonetta per flauto contralto, Sonate Y.
per violino solo e luCiAnoBErio per flauto e violino.
Il 4 giugno Roberto Fabbriciani esegue al Festival June
in Buffalo Passacaglia per flauto e flauto registrato.
Infine, è uscito su Syrinx on line l’ampio saggio di
Annamaria Morini Aldo Clementi, o le stagioni del ’900,
dedicato alla produzione del compositore catanese per
il flauto.
I nomi di Roberto Fabbriciani e Henri Pousseur sono
strettamenti legati nel concerto del 4 giugno al Festival
June in Buffalo: il flautista eseguirà il proprio Suoni per
Gigi per flauto e nastro magnetico, e Zeus joueur de
flûtes per flauto e nastro magnetico frutto della sua
collaborazione con Henri Pousseur. Il 7 giugno il
Contempoartensemble diretto da Mauro Ceccanti
esegue invece di Henri Pousseur al Teatro Goldoni di
Firenze, per il Maggio Musicale Fiorentino, Auguri per i
lustri futuri per ensemble.
Goffredo Petrassi
Luca Mosca
Aldo Clementi
Escono gli atti del convegno
veronese sulla formazione e la
prima produzione del compositore,
sullo sfondo d’una stagione
poco nota dell’Italia musicale
Pagina da camera in prima
assoluta, quasi un intermezzo
Henri Pousseur e Roberto Fabbriciani
13
Prime
esecuzioni
Prime
esecuzioni
ass
Prime esecuzioni
assoluteassolute
GIUGNO
Alessandro Solbiati
NELL’ARIA II
per pianoforte
Morbegno, Festival Pianistico Città di Morbegno,
2 giugno
Enrica Ciccarelli, pianoforte
Giorgio Colombo Taccani
COMMENTARIO
per quattro strumenti antichi
Tricesimo (Udine), Auditorium Garzoni, Risuonanze
2012 - Incontri di nuove musiche, 3 giugno
Tiziano Cantoni, flauto traversiere
Dario Caroli, fagotto barocco
Laura Soranzio, viola da gamba
Nicola Colocci, clavicembalo
Giorgio Colombo Taccani
OBAKE
per trombone e pianoforte
Fogliano di Redipuglia (Gorizia), Sala Marizza,
Risuonanze 2012 - Incontri di nuove musiche, 4 giugno
Sergio Bernetti, trombone
Adele D’Aronzo, pianoforte
Michele dall’Ongaro
VINGT ANS APRÈS...
per flauto, clarinetto, pianoforte, violino, viola e
violoncello
(Commissione del Contempoartensemble)
Firenze, Maggio Musicale Fiorentino, Teatro Goldoni,
7 giugno
Contempoartensemble
dir.: Mauro Ceccanti
Alessandro Solbiati
DÉESIS
per violino e organo
Piove di Sacco (Padova), Chiesa di San Rocco,
8 giugno
Lina Uinskyte, violino
Francesco Filidei, organo
Eric Maestri
VISIONI
per flauto, saxofono, pianoforte e percussioni e
elettronica
Strasbourg, Hall Des Chars, 8 giugno
Ensemble L’Imaginaire
Eric Maestri
AUTORITRATTO II
per pianoforte
Budrio, Torri dell’Acqua, FontanaMix 2002/2012
dieci anni di nuova musica, 9 giugno
Franco Venturini, pianoforte
Federico Gardella
QUADERNO DI SABBIA
per tre gruppi di bambini e ensemble
(Commissione del Divertimento Ensemble)
Milano, Rondò 2012, Auditorium Gruppo 24 Ore,
10 giugno
Divertimento Ensemble
dir.: Sandro Gorli
Marco Momi
ALMOST PURE FOR E.P.
per quartetto d’archi
Firenze, Villa Romana, 12 giugno
Quartetto Maurice
ESZ
Maurilio Cacciatore
TAMONONTAMO
per quartetto vocale amplificato, coro e live
electronics
Paris, Ircam, Espace de Projection, Festival ManiFeste,
16 giugno
Adèle Carlier, soprano
Marie-Paule Bonnemason, contralto
Stephan Olry, tenore
Jean-Michel Durang, basso
Les Cris de Paris
Ircam, live electronics
dir.: Geoffroy Jourdain
Pasquale Corrado
SFERA
per orchestra
(Seduta di lettura)
Paris, Ircam, Festival-Académie ManiFeste 2012,
25 giugno
Orchestre Philharmonique de Radio France
dir.: Pascal Rophé
Pasquale Corrado
MISTER TRIP
per un percussionista
Milano, Auditorium San Fedele, 25 giugno
Domenico Melchiorre, percussioni
LUGLIO
Ivan Fedele
TIMES LIKE THAT
per voce di soprano e orchestra su testi di Barack
Obama, Lech Wałesa, Aung San Suu Kyi
Rovereto, Concorso Internazionale di Composizione
Strumenti di Pace, 6 luglio
Valentina Coladonato, soprano
Brussels Philharmonic
dir.: Michel Tabachnik
Andrea Manzoli
PETITE SUITE POUR TONIO CAVILLA
per due violini
Roma, “I Giardini di Luglio”, Accademia Filarmonica
Romana, Sala Casella, 7 luglio
Matteo e Maddalena Pippa, violini
Riccardo Panfili
LA LETTRE VOILÉE
per clarinetto, violino e pianoforte
Erl, Tiroler Festspiele, 9 luglio
Filippo Gianinetti, violino
Selene Framarin, clarinetto
Alfonso Alberti, pianoforte
Valerio Sannicandro
SONGS OF ANXIETY
per flauto amplificato
Darmstadt, Internationale Ferienkurse für Neue Musik,
27 luglio
Matteo Cesari, flauto
Valerio Sannicandro, proiezione del suono
Pasquale Corrado
LUX DAY
per quartetto d’archi
Milano, Auditorium San Fedele, luglio [data da definire]
Quartetto Prometeo
news EDIZIONI SUVINI ZERBONI
Luigi Rossi / Daniela Terranova
L’ORFEO - IMMAGINI DI UNA LONTANANZA
Riduzione drammaturgico-musicale di Daniela
Terranova e Fabio Ceresa
(Commissione del Festival della Valle d’Itria)
Martina Franca, Festival della Valle d’Itria
Teatro Verdi, 30 luglio
Solisti dell’Accademia del Belcanto “R. Celletti”
Ensemble dell’Orchestra Internazionale d’Italia
dir.: Carlo Goldstein
Regia: Fabio Ceresa
AGOSTO
Eric Maestri
AUTORITRATTO
per trio d’archi e pianoforte
Copenhagen, Glyptoteket Museum, 8 agosto
Open End Ensemble
SETTEMBRE
Luis de Pablo
VÉRTIGO
per sedici musicisti
Torino, Festival MITO Settembre Musica, Piccolo Regio
Giacomo Puccini, 7 settembre
London Sinfonietta
dir.: David Atherton
Gilberto Bosco
SERENATA V
per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte
Torino, Festival MITO Settembre Musica, Piccolo Regio
Giacomo Puccini, 12 settembre
Ensemble Antidogma
dir.: Antonmario Semolini
Stefano Gervasoni
LIMBUS-LIMBO
Apéro bouffe in sette scene
per sei percussionisti, tre solisti strumentali, tre
cantanti, tre attori e live electronics su libretto di
Patrick Hahn
(Commissione Les Percussions de Strasbourg)
Strasbourg, Festival Musica, Théâtre National de
Strasbourg, 22 settembre
Gruppo vocale EXAUDI
Olivier Darbellay, corno
Antonio Politano, flauti Paetzold e a becco
Luigi Gagggero, cimbalom
Les Percussions de Strasbourg
Carmine Emanuele Cella, live electronics
Regia: Ingrid von Wantoch Rekowski
Alessandro Solbiati
LE CINQUE ANIME
per quintetto d’archi
Cremona, Teatro Ponchielli - Serata di Gala del XIII
Concorso Triennale Internazionale di Liuteria,
27 settembre
Vera Tsu e Ludwig Mueller, violini
Akiko Yatani, viola
Julius Berger, violoncello
Franco Petracchi, contrabbasso
Il calendario completo delle esecuzioni, costantemente
aggiornato, può essere consultato all’indirizzo internet:
www.esz.it
Editore: Sugarmusic S.p.A. Galleria del Corso, 4 - 20122 Milano Tel. 02 - 770701 - E-mail: [email protected] - www.esz.it
Direttore responsabile: Maria Novella Viganò - Responsabile del Settore Classica: Alessandro Savasta
Redazione: Raffaele Mellace - Coordinamento di redazione: Gabriele Bonomo - Progetto e realizzazione grafica: Paolo Lungo - Traduzioni: Mike Webb
Aut. del Tribunale di Milano n. 718 del 25-10-1991
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