LUCIO
DALLA,
ARTISTA
UN
GRANDE
Lucio Dalla in un ristorante a Riccione. Siamo nei
primi anni '60. Foto "Pico" Riccione
Lucio
nella
serie
salma
dove
Dalla è morto. Questa mattina, a causa di un infarto,
vicina Svizzera, a Montreux dove si trovava per una
di concerti. Mentre scriviamo, fonte Ansa, già domani la
potrebbe rientrare in Italia. Probabilmente a Bologna
domenica 4, giorno del suo compleanno (ne avrebbe
compiuti 69), è possibile che si svolgano anche i funerali. Ha
detto bene Vincenzo Mollica. Lucio Dalla aveva gli occhi di
gioia o di dolore, mai quelli della falsità. La persona che
tutti vorremmo incontrare. Oggi più che mai. In maniera
composta abbiamo cercato e trovato
una testimonianza, l’
abbiamo fatto per dovere ma soprattutto con spirito di
servizio, per lasciare una traccia sulla vita di questo
incredibile artista fuori da ogni schema. Lucio Dalla in
un’intervista aveva recentemente dichiarato che la parola che
stava rivalutando di più era “grazie”. Lo ha detto con lo
sguardo rivolto verso l’alto. Allora che dire, caro Lucio.
Grazie per averci ricordato anche questo, cioè l’importanza di
questa parola, così bella, semplice, piena di tutto ma che
rischia l’estinzione. “Ciao”.
LA TESTIMONIANZA
Ecco Lucio Dalla nel ricordo di Bruno Fabbri, proprietario
dell’Hotel Adria di Misano.
Quale ricordo ha di Lucio Dalla?
Era il 1964-1965, Misano era un vero e proprio borgo, io
ventenne. Lucio Dalla faceva la stagione, suonava con un
complesso al Confidential di Misano, un locale che ora non c’è
più, al suo posto adesso c’è la pizzeria Hochey.
Com’era?
Aveva da poco inciso il suo primo disco, era un “45 giri” si
chiamava “Lei non è per me”, Dalla era proprio all’inzio della
sua carriera (abbiamo cercato, su You Tube c’è anche il video,
Lucio Dalla irriconoscibile senza barba e senza occhiali,
imperdibile, altri tempi, vai al video). Quel disco andava
spesso nel jue box …
Passava spesso da queste parti?
La Romagna l’ha sempre bazzicata. Come tanti altri artisti la
Riviera Adriatica attirava, un po’ come adesso, solo che
allora non c’erano i grandi concerti, si andava alla Locanda
del lupo di Miramare. Poi dopo essere andati a ballare ci si
trovava a tavola e il giovane Dalla era spesso con noi,
ricordo che mangiava poco. Sì credo, anzi sono sicuro, che non
avesse proprio il becco di un quattrino. Un primo, e via.
Ha una foto di allora?
No e questo è un grande rammarico. Non aver pensato allora di
“catturare” tanti bei momenti. Di questo sono molto
dispiacuto. Rimangono però ricordi bellssimi.
Ha avuto occasione di rivederlo ?
Sì, una volta, per caso alle Isole Tremiti, circa venti anni
fa, ero in vacanza con la famiglia lui era con un gruppo di
amici artisti, si pranzò tutti insieme e come volete che andò
a finire? Il ritmo si faceva con le forchette su piatti e
bicchieri e si cantava!
LA NOSTRA NOTA SULLA BIOGRAFIA
Nato a Bologna il 4 marzo 1943, a soli sette anni il piccolo
Lucio perde il padre, colpito da tumore. La madre decide di
iscriverlo al Collegio Vescovile “Pio X” di Treviso e qui
trascorre gli anni delle elementari, esibendosi,
all’occasione, nelle recite scolastiche. Appassionatosi,
adolescente, al jazz, la madre gli regala un clarinetto in
occasione del suo tredicesimo compleanno e Lucio esordisce
proprio come clarinettista in complessi dilettantistici. Il
suo percorso scolastico è piuttosto saltellante, essendosi
iscritto a ragioneria, lasciata poi per il liceo classico e
infine con l’approdo al linguistico. Lo studio dei ritmi jazz
e soul avvicinano il suo stile a quello di James Brown e alla
scena americana. Nel 1962 entra, sempre come clarinettista,
nel gruppo dei “Flippers” con cui firma il primo contratto; ma
è nel ’64, grazie all’interessamento di Gino Paoli, che
debutta al Cantagiro con la canzone “Lei”, un fiasco che
tuttavia non abbatte la tenacia di Dalla e lo spinge a
continuare. Nei cinque anni dal ’65 al ’70, Lucio si impegna
sia sul fronte della sperimentazione (vicina al movimento
beat) sia su quello delle prime composizioni sui testi di
Sergio Bardotti, Gianfranco Baldazzi, Paola Pallottino. Sono
gli anni di “Bisogna Saper Perdere”, “Il Cielo”, “Il Fumetto”.
Nel 1970 ottiene il primo successo come compositore, con
“Occhi di Ragazza” cantata da Gianni Morandi che porta la
canzone ai vertici della classifica. L’anno successivo, il
’71, vede coronare l’ascesa di Dalla con la canzone 4/03/1943
che ottiene il terzo posto assoluto al festival di San Remo.
Seguono grandi successi come “Piazza Grande”, “Il Gigante e la
Bambina”, “Itaca”.
Collabora con il poeta bolognese Roberto Roversi, amicizia i
cui frutti sono gli album “Il Giorno aveva Cinque Teste”,
“Anidride Solforosa”,
spettacoli teatrali.
“Automobili”,
divenuti
altrettanti
Il rapporto Dalla-Roversi si logora, e Lucio decide di
“correre da solo” scrivendo e cantando lui stesso la sua
musica. Incide “Come è profondo il mare” ed inaugura così, a
pieno titolo, la sua stagione cantautoriale. La maturità
artistica raggiunta gli vale un grandissimo successo di
pubblico, raccolto con l’album “Lucio Dalla” (1978) e nella
turnè del ’79 con De Gregori, “Banana Republic”. Arrivano gli
anni ’80, collabora con Mauro Malavasi e incide “Q-disc”,
“1983” , “Viaggi organizzati”, “Bugie”, e “Dallamericaruso”
(1986), doppio dal vivo con la canzone-capolavoro “Caruso”,
riconosciuta come una delle più belle mai scritte nella storia
della musica contemporanea. Nel 1990 la canzone “Attenti al
lupo”, inserita nell’album “Cambio”, detiene il record di
vendite in Italia con quasi 1.400.000 copie. Segue il tour,
documentato nel live “Amen” e, nel 1994, l’album “Henna”. Il
1996 è l’anno di un altro traguardo discografico: l’album
“Canzoni” supera 1.300.000 copie classificandosi come l’album
più venduto del decennio in Italia.
Il talento eclettico di Dalla lo porta a lavorare anche come
compositore di colonne sonore, ma anche ideando programmi e
lavorando come autore televisivo. Nelle estati del 1998 e 1999
è in tournée con la Grande Orchestra Sinfonica di 76 elementi
diretta dal maestro Beppe D’Onghia. Nel 1999 esce il nuovo
album “Ciao” seguito, nel 2000, da un tour che registra
ovunque il tutto esaurito. Il 2001 è l’anno di “Luna Matàna” e
del primo libro di racconti scritto da Lucio, “Bella Lavita”
edito da Rizzoli. Nel 2002 esce l’album antologico “Caro Amico
ti Scrivo”, in cui raccoglie sedici dei suoi più grandi
successi nell’arco di trent’anni. Nell’anno accademico 2002/03
insegna “tecniche e linguaggi pubblicitari” presso
l’Università di Urbino. Il 2003 vede Dalla impegnato anche
nella realizzazione di “Tosca”, opera che va in scena il 23
ottobre al Gran Teatro di Roma, e la pubblicazione di “Lucio”,
album che si ricollega a lavori precedenti come “Dalla” e
“Lucio Dalla”. Cura la regia teatrale dell’Opera lirica
“Arlecchino” di Ferruccio Busoni che è stata rappresentata il
30 marzo 2006 al Teatro Rossini di Lugo di Romagna,
nell’ambito del Lugo Opera Festival. L’opera insieme al
“Pulcinella di Igor Stravinskij sempre per la regia di Lucio
Dalla è andata in scena nel cartellone 2007 del Teatro
Comunale di Bologna e al Wexford Opera Festival in Irlanda.
Nel 2006 esce “12.000 lune” e nel 2007 “Il contrario di me”,
disco di inediti. Nel 2008 continua a lavorare in teatro e nel
2009 esce “Angoli nel cielo”, nuovo album. Nel 2010 Riallaccia
il sodalizio con De Gregori e da vita a “Work in Progress”,
trent’anni dopo Banana Republic. L’8 novembre 2011 esce
“Questo è Amore”, ultimo disco in cui Dalla inserisce brani
meno noti del suo vastissimo repertorio. Partecipa a Sanremo
2012. E’ stata questa la sua ultima apparizione cantando
“Nanì” con il giovane Pierdavide Carone.
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