il Piano europeo di ripresa economica tra vincoli e opportunità

Sopravvivere alla crisi:
il Piano europeo di ripresa economica
tra vincoli e opportunità
Università di Siena
30 maggio 2009
Flavio Padrini
Direzione Analisi Economico – Finanziaria
Ringrazio Paolo Biraschi e Alessandra Caretta per la collaborazione nella predisposizione della presentazione. Le opinioni espresse sono personali e
non coinvolgono quelle del Dipartimento del Tesoro.
Indice della presentazione

Origine, canali di trasmissione ed effetti reali della crisi

La prima reazione della comunità internazionale

La reazione dell‟Unione Europea: un approccio coordinato

Il Piano europeo di ripresa tra vincoli e opportunità

I rischi delle previsioni e gli scenari di medio termine
2|
Flavio Padrini, Direzione Analisi Economico - Finanziaria
Origine, canali di trasmissione ed effetti della crisi
Le origini della crisi vengono da lontano?
Forti e perduranti squilibri macroeconomici a livello globale:



US: propensione al consumo da parte delle famiglie molto elevata e deficit
pubblici consistenti
Cina: sviluppo export-led, elevata propensione al risparmio delle famiglie, forte
“appetito” per i titoli finanziari esteri (soprattutto americani)
UE: debolezza strutturale della domanda aggregata, insoddisfacente dinamica
demografica e, in alcuni casi, perdita di competitività e bassa produttività
• deficit crescente e persistente della bilancia commerciale negli US
(situazione di twin deficit)
• surplus crescente della bilancia commerciale in Cina
3|
Flavio Padrini, Direzione Analisi Economico - Finanziaria
Origine, canali di trasmissione ed effetti della crisi
Lo scoppio della crisi ha natura finanziaria

Bassi tassi di interesse e innovazione finanziaria hanno portato il
ricorso al leveraging oltre il sostenibile a partire dal 2001
FASE I
(gen07ago07)
Crollo del mercato
immobiliare
subprime americano.
Grandi istituzioni
finanziarie
annunciano ripetute
svalutazioni e perdite
trimestrali.
4|
FASE II
(ago07sett08)
La domanda di
liquidità e il rischio di
controparte creano
pressioni senza
precedenti nei
principali mercati
interbancari.
Ha inizio la crisi di
fiducia
Flavio Padrini, Direzione Analisi Economico - Finanziaria
FASE III
(sett08-oggi)
Dopo il default di
Lehman Brothers la
crisi diviene sistemica.
Rischio di meltdown
dei mercati finanziari.
De-leveraging del
sistema finanziario.
Stretta creditizia per
l’economia reale.
Origine, canali di trasmissione ed effetti della crisi
La crisi da Wall Street a Main Street

Forte caduta dei prezzi delle attività finanziarie e immobiliari

Riduzione della ricchezza delle famiglie

Crisi di liquidità e stretta creditizia nei confronti del settore privato

Peggioramento del clima di fiducia

Attivazione di un circolo vizioso tra crisi finanziaria e recessione
La conseguenza è forte rallentamento prima e caduta
oggi del commercio internazionale e del prodotto
mondiale
5|
Flavio Padrini, Direzione Analisi Economico - Finanziaria
La prima reazione della comunità internazionale
La reazione statunitense alla crisi: il Piano Paulson



6|
L‟avvio della crisi è contraddistinto dall‟azione non
coordinata da parte dei maggiori paesi industrializzati.
All‟apice della crisi (sett.08), il governo americano cerca
ancora di frenare l‟intervento pubblico (non interviene per
salvare Lehman Brothers).
Dopo il fallimento di LB, il Tesoro e la Fed annunciano
congiuntamente un piano di emergenza per evitare il
collasso dei mercati finanziari precipitati nel caos.
Flavio Padrini, Direzione Analisi Economico - Finanziaria
La prima reazione della comunità internazionale
Il Piano Paulson e il ruolo della FED
Il Piano impegna circa 850 miliardi di dollari, di cui 700 per il salvataggio
delle banche (il c.d. TARP) e circa 150 miliardi di dollari di sgravi fiscali.
E‟ articolato in 4 parti:

Salvataggio delle società finanziarie attraverso l‟acquisto o la garanzia da parte
del Tesoro di attività in sofferenza (titoli tossici) prive di un mercato liquido

Fissazione di tetti agli stipendi dei manager delle società assistite

Rafforzamento della trasparenza nelle transazioni finanziarie

Protezione dei proprietari di case
Anche la politica della FED è articolata su diverse componenti:

Una politica monetaria accomodante e anche non tradizionale

Un rafforzamento del ruolo di prestatore di ultima istanza

7|
Salvaguardia della stabilità finanziaria in coordinamento con il Tesoro US e le altre Banche
Centrali
Flavio Padrini, Direzione Analisi Economico - Finanziaria
La prima reazione della comunità internazionale
L’azione dei singoli Stati membri della UE




8|
Nel luglio-agosto 2007, la crisi dei mutui sub-prime inizia a farsi sentire
in Europa, anche se non tutti i governi intervengono immediatamente.
Nel corso del 2008 avvengono delle vere e proprie nazionalizzazioni di
gruppi bancari (Northern Rock, Fortis , Dexia) o interventi di protezione
dei depositi bancari (Irlanda).
Si profila la necessità di coordinamento delle azioni nazionali, ma non
vi è un accordo al G4-EU del 4 ottobre 2008 nel tentativo di trovare
una risposta comune alla crisi.
La risposta dei mercati non è positiva, confermando che la scelta delle
priorità nazionali non appariva sufficiente.
Flavio Padrini, Direzione Analisi Economico - Finanziaria
La reazione dell’Unione Europea: un approccio coordinato
Da un approccio country-based ad un approccio coordinato
 L‟azione
coordinata (G20 l‟11 ott.08 e Eurogruppo+GB il 12 ott.08) è
articolata in 5 punti e riguarda dapprima i mercati finanziari:
impedire il fallimento delle più rilevanti istituzioni finanziarie
coinvolte;
 garantire l‟accesso alla liquidità e agevolare il funzionamento del
mercato monetario;
 assicurare la necessaria ricapitalizzazione del sistema bancario con
capitale pubblico e privato;
 tutelare con adeguate garanzie e assicurazioni i depositi al dettaglio;
 sostenere i mercati secondari dei mutui e altre attività assicurative.
 Anche sul piano dell‟economia reale, nasce la consapevolezza che un
intervento coordinato possa risultare maggiormente efficace.

9|
Flavio Padrini, Direzione Analisi Economico - Finanziaria
La reazione dell’Unione Europea: un approccio coordinato
Il Piano europeo per la ripresa economica (EERP)
Obiettivo
principale: conciliare il più possibile finalità di breve
periodo (combattere la recessione) con finalità di medio
periodo (elevata crescita potenziale, sostenibilità delle finanze
pubbliche).
Impostazione
generale: garantire la partecipazione di tutti gli
Stati membri senza tuttavia interventi identici tra Paesi, viste
le diverse situazioni di partenza.
Convinzione
che un'azione coordinata abbia un effetto
moltiplicatore (attraverso gli spillover positivi di ciascun
intervento nazionale sulle economie degli altri partner).
10 | Flavio Padrini, Direzione Analisi Economico - Finanziaria
La reazione dell’Unione Europea: un approccio coordinato
Struttura e strumenti dell’EERP

Intervento finanziario complessivo pari a circa 200 miliardi di
euro o 1,5 per cento del PIL europeo.

A livello comunitario, il piano propone di:



11 |
accrescere la flessibilità di impiego dei fondi strutturali e sociali;
costituire partenariati pubblico-privato per promuovere le tecnologie
“green” attraverso un sostegno all'innovazione;
applicare più flessibilità alle norme sugli aiuti di Stato pur
mantenendo accettabili condizioni di concorrenza.
Flavio Padrini, Direzione Analisi Economico - Finanziaria
Il Piano europeo di ripresa economica: vincoli e opportunità
Vincoli de jure: il framework comunitario
L‟EERP
deve muoversi all‟interno del framework europeo che
comprende il Trattato di Maastricht, il Patto di Stabilità e
Crescita (PSC) e la politica della concorrenza europea
Una
struttura relativamente rigorosa ma forse
sufficientemente flessibile per adeguare lo stimolo fiscale alle
dimensioni dell‟attuale crisi:


La revisione del Patto nel 2005: L‟interpretazione delle „circostanze
eccezionali
I limiti agli aiuti settoriali come garanzia della concorrenza
comunitaria.
12 | Flavio Padrini, Direzione Analisi Economico - Finanziaria
Il Piano europeo di ripresa economica: vincoli e opportunità
Vincoli de facto: lo scrutinio dei mercati


Garantire la sostenibilità del debito pubblico così da ridurre il
rischio paese
Evitare distorsioni dannose nel medio termine attraverso
misure temporanee e facilmente reversibili
La
dimensione ridotta delle risorse destinate all‟EERP e la
mancata assegnazione della funzione di stabilizzazione al
bilancio comunitario
13 | Flavio Padrini, Direzione Analisi Economico - Finanziaria
Il Piano europeo di ripresa economica: vincoli e opportunità
Le opportunità de jure: una maggiore integrazione
Potenziamento
delle risorse destinate ai Fondi strutturali, con
particolare riferimento al Fondo sociale europeo


Rafforzamento del ruolo della Banca Europea degli
Investimenti (proposta di emettere Eurobond)
Aumento dei fondi per il sostegno di Paesi con significativi
problemi di bilancia dei pagamenti.
Sostenibilità
delle misure introdotte più credibile grazie ai
vincoli posti dal framework ai bilanci degli Stati membri
14 | Flavio Padrini, Direzione Analisi Economico - Finanziaria
Il Piano europeo di ripresa economica: vincoli e opportunità
Le opportunità de facto: verso un’economia basata sull’innovazione?
Come
risposta alla crisi sono state introdotte misure per
innalzare la spesa in R&S e innovazione per:
il
miglioramento dell‟efficienza energetica,
lo
sviluppo di nuove fonti energetiche rinnovabili
La
crisi è un‟opportunità per introdurre riforme strutturali e
dare nuovo slancio alla Strategia di Lisbona:

attraverso il rafforzamento della flexicurity

una maggiore qualità ed efficienza della spesa pubblica
15 | Flavio Padrini, Direzione Analisi Economico - Finanziaria
Il Piano europeo di ripresa economica: vincoli e opportunità
Le opportunità da sfruttare
 Instaurare
un legame più stretto tra risorse spendibili e riforme strutturali
 Stabilire
una chiara priorità tra le misure da intraprendere, favorendo
quelle a favore di una maggiore capacità di assorbimento della crisi
 Rafforzare
il ruolo dell‟UE quale protagonista nel definire la nuova
architettura finanziaria globale.
 Riattivare
il processo di integrazione europeo attraverso la rapida ratifica
del Trattato di Lisbona
16 | Flavio Padrini, Direzione Analisi Economico - Finanziaria
I rischi delle previsioni e gli scenari di medio termine
I rischi di medio termine delle previsioni

I rischi di medio periodo delle previsioni riguardano
essenzialmente tre aspetti:


la durata e l‟ampiezza della crisi;

gli effetti della crisi sul PIL potenziale;

le conseguenze di medio-lungo periodo sui conti pubblici
Esistono due possibili scenari (upside e downside) di brevemedio periodo, con risultati assai diversi
17 | Flavio Padrini, Direzione Analisi Economico - Finanziaria
I rischi delle previsioni e gli scenari di medio termine
Due possibili scenari di breve-medio periodo
Maggiore efficacia dei
moltiplicatori fiscali
Una più rapida ripresa dei Paesi
emergenti
Miglioramento del clima di fiducia
Peggioramento dei conti pubblici
Ulteriore caduta della domanda
aggregata con effetto
boomerang sull‟economia reale
Interventi protezionistici
Crisi sociali
18 | Flavio Padrini, Direzione Analisi Economico - Finanziaria
I rischi delle previsioni e gli scenari di medio termine
Sopravvivrà l’Europa alla crisi? Il ruolo della policy
Da
un punto di vista quantitativo, il Piano europeo di ripresa
economica è stato un successo.
Da
un punto di vista qualitativo, vi sono dubbi sulla coerenza
complessiva con gli obiettivi di crescita di medio periodo; è
quindi importante che molte misure siano solo temporanee.
Si
intravedono alcuni segnali confortanti di ripresa negli Stati
Uniti e in Europa .
Il
ruolo della politica economica rimane quello di
contemperare il contrasto alla recessione con il mantenimento
di un elevato reddito potenziale anche nel medio periodo.
19 | Flavio Padrini, Direzione Analisi Economico - Finanziaria
Grazie
20 | Flavio Padrini, Direzione Analisi Economico - Finanziaria
Saldo delle partite correnti in percentuale del GDP (2000=100)
10
8
Cina
6
Stati Uniti
4
%
2
0
-2
-4
-6
-8
Tasso di risparmio delle famiglie in % del reddito disponibile
2000
25
Stati Uniti
Fonte: Datastream
Italia
Giappone
20
Germania
%
15
10
5
0
1991
1997
2003
2009
Fonte: OCSE, Economic Outlook
21 | Flavio Padrini, Direzione Analisi Economico - Finanziaria
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
Mercato interbancario
350
US spread
300
EU spread
Sett. 09: LB
Punti base
250
200
Sett. 07: crisi di liquidità
della britannica
Northern Rock
150
100
50
0
gen-07
apr-07
lug-07
ott-07
gen-08
apr-08
lug-08
ott-08
gen-09
apr-09
Fonte: Datastream (dati mensili)
L‟andamento del differenziale tra i tassi sui depositi interbancari a tre mesi (Libor ed Euribor,
rispettivamente per gli Stati Uniti e l‟Area Euro) e i tassi su contratti swap su indici overnight
(overnight index swaps) con uguale scadenza, sono un segnale delle disfunzioni nei mercati
creditizi causate da un forte aumento della domanda di liquidità e da una perdita di fiducia nel
merito di credito delle controparti.
22 | Flavio Padrini, Direzione Analisi Economico - Finanziaria
Una crisi globale
6
4
% A/A
2
0
-2
-4
Area Euro
Italia
Unione Europea
Stati Uniti
World
-6
2003
2004
2005
2006
Fonte: Commissione Europea , Economic Forecast, Spring 2009.
23 | Flavio Padrini, Direzione Analisi Economico - Finanziaria
2007
2008
2009
2010
Commercio mondiale e aspettative
12
140
120
10
100
80
6
60
Commercio internazionale in beni e servizi
(asse sinistro)
Clima di fiducia (asse destro)
4
40
2
20
0
0
2001
2002
2003
2004
Fonte: OCSE
24 | Flavio Padrini, Direzione Analisi Economico - Finanziaria
2005
2006
2007
2008
Indice
%A/A
8
1800
500
1600
450
1400
400
350
1200
250
800
200
600
150
400
Stati Uniti (asse sinistro)
200
Area Euro
0
Fonte: Dow Jones Euro Stoxx per l'Area Euro. Standard and Poor's 500 per gli Stati Uniti.
25 | Flavio Padrini, Direzione Analisi Economico - Finanziaria
100
50
0
Indice
Indice
300
1000
AE: Spread dei titoli governativi a 10 anni rispetto alla Germania
350
300
AUSTRIA
BELGIO
FINLANDIA
FRANCIA
GRECIA
IRLANDA
ITALIA
OLANDA
PORTOGALLO
SPAGNA
Punti base
250
200
150
100
50
0
gen-08
f eb-08 mar-08
apr-08 mag-08 giu-08
lug-08
ago-08
set-08
Fonte: Datastream (dati giornalieri).
26 | Flavio Padrini, Direzione Analisi Economico - Finanziaria
ott-08
nov-08 dic-08
gen-09
f eb-09 mar-09
apr-09 mag-09
Spesa in R&S in percentuale del PIL
3,5
EU (27 paesi)
EU (15 paesi)
Stati Uniti
Giappone
%
3,0
2,5
2,0
1,5
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
Fonte: Eurostat
Note: il 2006 e il 2007 non sono disponibili per Giappone. Gli altri Paesi mantengono invariata la percentuale.
27 | Flavio Padrini, Direzione Analisi Economico - Finanziaria
2005
Aiuti di Stato totali in percentuale del PIL
3,0
2,5
Germania
Italia
Spagna
%
2,0
Francia
Gran Bretagna
EU27
1,5
1,0
0,5
0,0
1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
Fonte: Eurostat.
Nota: il numeratore è la somma degli aiuto di Stato garantiti a specifici settori (escluso il settore ferroviario ), degli aiuti ad hoc a
singole imprese per salvataggi o ristrutturazioni, e degli aiuti trasversali (come R&S, ambiente, sostegno alle PMI, lo sviluppo
regionale).
28 | Flavio Padrini, Direzione Analisi Economico - Finanziaria
Budget 2009
L'UE come attore globale
5%
Amministrazione
Competitività per la crescita
6%
Compensazioni e l'occupazione
8%
0%
Cittadinanza,
libertà, sicurezza e
giustizia
1%
Coesione per la crescita e
l'occupazione
36%
Conservazione e gestione
delle risorse naturali
44%
Fonte: Commissione Europea
29 | Flavio Padrini, Direzione Analisi Economico - Finanziaria
Partite correnti in percentuale del PIL
0
-5
%
-10
-15
1997-01
2002-06
2007
2008
-20
-25
Bulgaria Repubblica Estonia
Ceca
Lettonia
Fonte: Commissione Europea, Spring Forecast 2009
30 | Flavio Padrini, Direzione Analisi Economico - Finanziaria
Lituania
Ungheria
Polonia
Romania