Psicopatologia evolutiva e antisocialità ti i lità fabio madeddu UNIVERSITA’ MILANO BICOCCA- PD Lab Milano-Parma “Ogni società à si interroga sulle cause della variazione esistente fra i suoi membri. Alcune culture attribuiscono un’influenza particolare alla data di nascita o alla magia, altre a fattori più materiali, come il clima, l’ li l’alimentazione t i e la l biologia bi l i dell’individuo. d ll’i di id Un U numero più iù esiguo i di società, i tà inclusa la nostra, ha stabilito che le esperienze dei primi anni di vita (soprattutto la cura amorevole e il gioco interattivo della madre biologica con il neonato) rappresentano la forza più potente nel plasmarlo” “Gli Gli avvenimenti dei primi anni di vita avviano il bambino piccolo su una particolare strada strada, ma è una strada sulla quale incontrerà innumerevoli incroci” (Il fascino del determinismo della prima infanzia – J. Kagan, 1998) “ Il piccolo essere umano è ben dotato per combattere contro le vicende delle sue tensioni interne ed esterne esterne. A noi importa poter riconoscere nel processo clinico quali sono gli effetti di questa lotta e vedere come abbia inciso sul carattere dell’adulto” Masud Khan I risultati i lt ti d deglili studi t di llongitudinali it di li evidenziano, id i attraverso il confronto di follow up eseguiti in tempi diversi, quali dimensioni intrapsichiche, comportamentali sociali e ambientali comportamentali, giochino un ruolo significativo come fattori di rischio, di protezione e di mediazione o moderazione. moderazione L’attenzione è posta su continuità e discontinuità, su effetti di avvenimenti della vita, sulla possibilità di prevedere gli esiti futuri LO OS SVILUPPO O E’… ’ “… un processo attivo e dinamico, che comprenda sia la processualizzazione (cognitiva e affettiva) sia il crescente significato soggettivo attribuito alle esperienze, processo nel quale la biologia dell’individuo non solo influenza il modo con cui questi reagisce alle esperienze di vita, ma ne è al tempo stesso influenzata” (Dante Cicchetti, 1998) Central Concepts in Developmental Psychopathology (Rutter& Sroufe, 2000) 1. Causal Processes : risk factors vs risk mechanisms 2. Role of Development : personal effects on environment vs. environmental effects on person 3. Continuities and Discontinuities normality lit andd pathology th l : between “Lo studio della disfunzione clinica nei processi di d maturazione e di d sviluppo” l ” ((Kazdin,, 1989)) Approccio life span oriented Esame del disturbo nel suo esordio, esordio nel suo sviluppo nel tempo, fino alla sua stabilizzazione o al suo declino In particolare, l’ADOLESCENZA appare come: • Un periodo in cui risulta fondamentale d distinguere i comportamenti non patologici l da q quelli devianti,, che hanno spesso p origine g in periodi evolutivi antecedenti e che sono presenti in una minoranza della popolazione. popolazione (Moffitt, Caspi, Dickinson, Silva, Stanton, 1996) Ogni anno circa il 20% degli individui è vittima di agiti violenti o subisce comportamenti illegali non violenti i l ti da d parte t di terzi t i (U.S. (U S Bureau B off Justice J ti Statistics, 2002) Secondo il World Report on Violence and Health (World Health Organization, 2002) è in continua crescita l’indice di mortalità,, di disagio, g , disabilità e compromissione del proprio modo di vivere causati da coloro che commettono abusi all’interno della famiglia ed altri crimini violenti A partire dal 1970 la constatazione che meno del 10% degli individui commette più del 50% dei crimini riportati (Wolfgang, Figlio e Sellin, 1972) ha indotto i ricercatori a studiare e definire le carriere criminali individuali (Blumstein e Cohen, 1987) e ad esaminare le origini origini, durante l’infanzia l infanzia, dei cosidetti criminali recidivi o “persistenti” La concentrazione familiare del comportamento antisociale potrebbe essere spiegata dall’ereditarietà genetica di tale pattern comportamentale, ma anche dalla trasmissione sociale sociale, quindi non genetica, genetica all’interno della famiglia COME DEFINIRE L’ANTISOCIALITA’? Categoria diagnostica una sindrome ontologicamente e semanticamente ben definita Dimensione continua un’etichetta attribuita a comportamenti e tratti di personalità pluridefinibili DEVIANT CHILDREN GROWN UP R bi L. Robins L 1966, 1966 1978 Follow-up di 406 bambini che avevano frequentato una child guidance clinic per comportamenti antisociali A 30 anni di distanza: • 75% M e 45% F arresto per grave crimine • M con DC più grave violenza sessuale e omicidio • F con DC più grave > rischio di partner violenti • Bambini antisociali rischio 5 volte maggiore di diventare adulti antisociali Remissione 12% dei soggetti; il 27% abbassato livello gravità; 60% miglioramento poco percettibile The outcomes of childhood and adolescent conduct problems are often antisocial behaviour in adulthood HOMOTYPIC CONTINUITY Epidemiological Catchment Area Il comportamento antisociale nell’infanzia è il predittore più significativo per il comportamento antisociale e per il DAP in età adulta, ma soltanto una limitata percentuale di bambini antisociali (35-39%) procedono verso il comportamento antisociale manifesto in fasi successive della vita. (Robins, 1978; Robins & Regier, 1991) Paradosso di Robins: Il comportamento antisociale nell’infanzia è uno dei più significativi predittori del comportamento antisociale in età adulta, ma la maggior parte dei bambini antisociali, crescendo, non diventano adulti antisociali (Robins, 1978) A focus on homotypic yp continuities is too narrow: SOCIAL AND RELATIONSHIP FUNCTIONING (Zoccolillo, Pickles, Quinton e Rutter, 1992)) EARLY CONDUCT PROBLEM PHYSICAL HEALTH (Laub e Vaillant, 2000) DIFFERENT DIAGNOSIS (KimCohen e al al., 2003) DISTURBO DELLA CONDOTTA (DSM-IV) (DSM IV) 1) Modalità di comportamento ripetitiva e persistente in cui i diritti fondamentali degli altri o le principali norme o regole societarie appropriate per ll’età età vengono violati nei 12 mesi precedenti: -Aggressioni a persone e animali -Distruzione della proprietà p p -Frode e Furto -Gravi violazioni di regole 2) L’anomalia del comportamento causa compromissione clinicamente significativa del funzionamento sociale, scolastico, lavorativo. 3)) Ill soggetto non ha h più i di 18 annii DISTURBO OPPOSITIVO PROVOCATORIO (DSM IV) (DSM-IV) • Modalità di comportamento p negativistico, g ostile e provocatorio, che dura da almeno 6 mesi. • L’anomalia del comportamento causa compromissione clinicamente significativa g del funzionamento sociale,, scolastico o lavorativo. O ODD CD ADHD 31-38% ASPD CONDUCT DISORDER IS ASSOCIATED WITH MANY PSYCHIATRIC OUTCOMES 4 odd ds ratio 3,5 3 2,5 2 1,5 1 an xi et y de pr es sio m n an i a ea ti n g sc hi zo ph r su bs ta en ia nc e AP SD From Kim-Cohen et al, Arch. Gen Psychiatry., 2003 L esordio precoce del Disturbo L’ della Condotta è un key-validator di una molteplicità di disturbi successivi HETEROTYPIC CONTINUITY BEHAVIOUR AT AN EARLY AGE Is predictive of BEHAVIOUR OF APPARENTLY DIFFERENT TYPE AT A LATER AGE Equifinalità: punti di partenza diversi portano allo stesso esito finale Multifinalità: punti di partenza identici portano a esiti diversi Similarità – dissimilarità del persorso evolutivo Equifinalità “In qualsiasi sistema aperto, quale è lo sviluppo individuale, svilupp individuale esistono esist n diversi percorsi, inclusi eventi fortuiti, che possono condurre allo stesso esito” ((Sroufe,, 1989)) Prof. Fabio Madeddu Associato in Psicologia Clinica Dipartimento di Psicologia Università di Milano-Bicocca I FATTORI DI RISCHIO segnalano una maggiore probabilità di sviluppo del comportamento antisociale. La loro capacità di preannunciare la successiva escalation di sintomi dipende: GRAVITA’ delle caratteristiche di personalità e degli eventi ambientali che costituiscono gli elementi di rischio MOMENTO DI COMPARSA: più precocemente compaiono i nell’arco ll’ evolutivo, più gravi e persistenti sono le patologie di cui aumentano la probabilità di sviluppo PERIODO DI ESPOSIZIONE ESPOSIZIONE: più è prolungato il tempo in cui un soggetto è esposto ad una condizione di rischio, maggiore sarà la probabilità di comparsa e lla gravità della patologia COSTRUTTO precede l’emergenza di un esito negativo contemporaneo CORRELATO FATTORE DI RISCHIO indicatori di rischio (marker) fissi/variabili meccanismi di rischio i hi (fattore causale) ESITO NEGATIVO PROPENSIONE ALL’ANTISOCIALITA’ DIMENSIONI TEMPERAMENTALI COME ANTECEDENTI ECOLUTIVI PER CD NEGATIVE EMOTIONALITY Sperimenta emozioni negative f frequentemente, t t iintensamente, t t con bassa provocazione correlazione positiva con ASPD e CD DARING ↑ Sensation Seeking (Zuckerman) ↑ Novelty Seeking (Cloninger) PROSOCIALITY ↓ Behavioral Inhibition (Kagan) Simpatia e preoccupazione per gli altri PROFILI TEMPERAMENTALI E PROPENSIONE ALL’ANTISOCIALITA’ ↑Negative Emotionality ↑Daring Propensione all’antisocialità all antisocialità ↓Prosociality ↓ Negative Emotionality ↓ Daring ↑ Prosociality Propensione all’antisocialità Nel child development project , 18 fattori di rischio, tra disposizioni individuali, contesto ed esperienze di vita, che, considerati singolarmente rendevano conto di percentuali scarsamente significative della variabilità della condotta individuale, se compresenti giustificavano il 45% dei problemi della condotta presentati dai soggetti nel corso dei 5 anni successivi alla fase di A Assessment t (Dodge, (D d B Bates t eP Pettit, ttit 1998) Cumulative or addictive interaction between risk factors FATTORI DI RISCHIO DISTALI E PROSSIMALI •Temperamento Temperamento difficile; •svantaggi socio-culturali; •esperienze di vita precoci; i •rifiuto dei pari; disciplina •disciplina inadeguata ESITI PROCESSI PROSSIMALI Reazioni emotive Interpretazioni cognitive Comportamento violento; devianza MODELLI TRANSAZIONALI ¾ Esperienze di vita con genitori, coetanei, istituzioni sociali mediano i rischi determinati da predisposizioni biologiche e contesti socioculturali ¾ Esperienze di vita (come disciplina fisica) spiegano statisticamente gli effetti significativi di un temperamento resistant su CD nell’adolescenza (Dodge, 1996) ¾ I 2/3 degli d li effetti ff tti statistici t ti ti i della d ll povertà tà familiare f ili sulla ll delinquenza nell’adolescenza possono essere spiegati da tre fattori parentali: disciplina rigida, scarsa supervisione, debole relazione genitore-figlio (Sampson & Laub, 1994) Altri fattori • • • • • Durezza disciplina Carenza calore Teaching behavior Esperienze con coetanei (pubertà) Esposizione a violenza espressa da gruppo coetanei (prescolare) • Rifiuto dei pari (nicchie attaccamento alternativo; Fonagy) I FATTORI DI RISCHIO • Fattori Cognitivi • Funzioni parentali • Fattori Sociali • G Genetica = Interazione ggene-ambiente COGNITIVE RISK FACTORS FOR ANTISOCIAL BEHAVIOUR • Low IQ • Low verbal skills • Deficits in executive functioning, functioning including attentional problems • Poor academic attainments • ? Cause or effect PARENTAL RISK FACTORS • • • • • Marital discord Paternal criminality Maternal depression Poor parental supervision Harsh and inconsistent discipline Are family factors environmental or genetic? Are they causal or responsive? SOCIAL RISK FACTORS FOR ANTISOCIAL BEHAVIOUR • Family poverty • Minority ethnic status WHAT DO WE KNOW ABOUT PRECURSORS OF ANTISOCIAL BEHAVIOR? School Cognitive Behavioural & Personality-Individual Family Neighbourhood PROPENSIONE ALL’ANTISOCIALITA’ Emozionalità negativa FATTORI DI MEDIAZIONE Daring Sensat Seeking Sensat. Nov. Seeking BAS/BIS B h Behav. Inhib/disnhin. I hib/di hi Prosociality Agreableness Coscientiousness Comportamenti Esternalizzanti MULTIPLE PROBLEM BEHAVIOR O Disturbi Oppositivi FUNZIONI GENITORIALI, CONTESTO FAMILIARE, ATTACCAMENTO COINVOLGIMENTO PRECOCE CON COETANEI PROBLEMATICI BASSA PERFORMANCE SCOLASTICA Abilità Cognitive BASSI INDICI DI FUNZIONAMENTO SOCIALE E DI OPPORTUNITA’ SOCIALI DIFFICULT TEMPERAMENT N.Fattors Spread variance 0 7% 1 11-30% 4 57% + LOW SOCIAL STATUS + EARLY LIFE EVENTS + PEERS REJECTION = ANTISOCIAL CONDUCT IN ADOLESCENCE Fattori rischio antisocialità (entro i cinque anni di vita) 1. Biologici iperattività behavioral facilitating system, ipoattività behavioral inhibition system, determinanti temperamentali 2. Socioculturali affollamento, povertà, etnia, livello istruzione g genitori e reddito, divorzio, madre single g e con meno di vent’anni 3. Esperienze precoci Abusi, qualità genitoriale Difficult or oppositive temperament ODD Sensation seeking TEMPERAMENT An important risk factor for antisocial behaviour in adulthood Harm avoidance or behavioral inibition Reward dependence Social Phobia 1 A direct influence of genetic on 1. antisociality The developmental propensity model NEGATIVE EMOTIONALITY high PROSOCIALITY low l DARING high (L h (Lahey, 2003) Il percorso evolutivo è caratterizzato da processi di : CONTINUITA’ Continuità cumulativa Continuità interazionale DISCONTINUITA’ Turning point effect MODELLI INTERATTIVI ¾ Alcuni fattori di rischio distali operano soltanto in presenza (o assenza) di un altro fattore di rischio ¾ Modelli diatesi-stress: determinate esperienze di vita aumentano il rischio di sviluppo di CD soltanto in certi bambini (es. quelli predisposti geneticamente) o in determinati contesti culturali ¾ Fattori protettivi possono interagire riducendo l’effetto d l t i di uno stressor; deleterio t uno stile til parentale t l restrictive t i ti può ò smorzare gli effetti di un temperamento difficile sullo sviluppo di un bambino ¾ L’impatto dello stile parentale è culturally-bound (alti livello di disciplina ⇔ calore familiare) CONDIZIONE DI COMPORTAMENTO PREDISPOSIZIONE ANTISOCIALE ALL’ANTISOCIALITA’ FATTORI DI MEDIAZIONE Fattori individuali: es. es temperamento difficile elicita reazioni punitive,poco empatiche o supportive; Contesto socio-culturale: socio culturale: stress ripetuti, ripetuti disorganizzazione sociale, scarse possibilità di accesso alle risorse COME ? VULNERABILITA’ ALL’ANTISOCIALITA’ Sensation seeking, impulsività, deficit cognitivi, g disturb oppositivo provocatorio, quartiere di residenza con elevato tasso di criminalità… CHE COSA? MEDIATORI ANTISOCIALITA’ Frequentazione di gruppi devianti devianti, Disturbo della Condotta Incapacità di conformarsi alle norme o e legali, ega , d disonestà, so es à, impulsività, aggressività, irresponsabilità, mancanza di rimorso MODERATORI PROTETTIVI: relazione genitoriale dispensatrice di calore, sostegno, supervisone, controllo e solida disciplina… DI RISCHIO RISCHIO: relazione l i genitoriale it i l disfunzionale, di f i l genitori troppo autoritari o permissivi, Deficit di Attenzione/Iperattività PERCHE’ ? Come ? P r e d i s p o s i z i o n e Vulnerabilità alla antisocialità Sensation seeking, impulsività deficit impulsività, cognitivi, disturbo oppositivo, quartiere di residenza con elevato tasso di criminalità Che cosa ? Mediatori Frequentazione di gruppi devianti, Disturbo della condotta Antisocialità Incapacità di conformarsi alle norme legali, disonestà, impulsività, aggressività aggressività, irresponsabilità, mancanza di rimorso Moderatori PROTETTIVI. Relazione genitoriale ‘buona’,, sostegno, g , supervisione, p , controllo con affetto, disciplina DI RISCHIO. Relazione genitoriale disfunzionale, genitori troppo autoritari o p permissivi,, deficit di attenzione Iperattività p a t o l o g i a TRANSACTIONAL MODELS The ep predictor ed cto variables a ab es a are e co correlated e ated wich c eac each other, life experiences mediate the effect, the predictive relations are not linear ¾Life events with parents, peers, social institutionS can mediate between biological g risk p predisposition p and socio-cultural environment ¾Life events statistically explain the outcomes of resistant temperament in CD during adolescence (Dodge, 1996) ¾ 2/3 off statistical effects ff off poverty on delinquency in adolescence can be explained by three factors: hard and physical parents discipline, low parents monitoring and poor parent-child relations(Sampson & Laub, 1994) Which mechanisms could mediate continuities and discontinuities in psychopathology? Susceptibility to environmental hazards Kindling effects sensibility to stressors Genetic influences on persistence How people conceptualise what is happening to them Major likelihood of exposure to risk environment Ways in wich individuals manage vulnerabilities (coping) DIFFICULT TEMPERAMENT N.Fattors Spread variance 0 7% 1 11-30% 4 57% + LOW SOCIAL STATUS + EARLY LIFE EVENTS + PEERS REJECTION = ANTISOCIAL CONDUCT IN ADOLESCENCE TURNING POINT EFFECT: Expansion of opportunity, a radical change of the environment , origine of multiple positive effects on self-esteem, on perception ti off self-efficacy, lf ffi on expectancy t and individual point of view on the surrounding world (Rutter, 1996) La ricerca ha dimostrato come alcuni soggetti, i cosiddetti sperimentatori, p , si affidino temporaneamente p ad una via,, per p poi p abbandonarla nella tarda adolescenza o nella prima età adulta e come, invece altri, definiti multiproblematici, avanzino, durante la crescita, su più tracciati contemporaneamente, persistendo nel comportamento Turning points ( ff (effetto cumulativo) l i ) • Rapporto di coppia con partner non deviante (E. Bunker), legato al posporre matrimonio • Autostima A i • Ingresso g in esercito • Terapie ? (revolving door…., BDL) DEVELOPMENTAL MODELS EVIDENCE MEDIATIONAL ROLE PLAYED BY EMOTIONAL DYSREGULATION > child aggressive reactions without considering consequences b. > social cognition impairment c. > peer rejection d. > emotional arousal > deficit in processing parental messages > deficit in internalization of parental norms e. > “coercion “ i theory” h ” a. L’ ANTISOCIALIT ANTISOCIALITÀ À COME DEFICIT DI AUTOAUTO-REGOLAZIONE C t ll Involontario Controllo I l t i - Controllo C t ll Effortful Eff tf l Disregolazione Emotiva Antisocialità Tipo 1 (PHINEAS GAGE) IL TEMPERAMENTO ALLA BASE DEL COMPORTAMENTO ANTISOCIALE ü La propensione temperamentale ü La disfunzionalità dei meccanismi autoregolatori ü La fearful inhibition L’ ANTISOCIALITA’ COME SEGNO DI PROPENSIONE TEMPERAMENTALE (Lahey, 2003) NEGATIVE EMOTIONALITY Sperimenta emozioni negative frequentemente, intensamente, con bassa provocazione In alcuni studi correlazione positiva con ASPD e CD In altri studi nessuna correlazione con delinquenza o CD DARING ↑ Sensation Seeking ↓ Behavioral Inhibition (Zuckerman) (Kagan) ↑ Novelty No elt Seeking (Cloninger) PROSOCIALITY Empatia e preoccupazione per gli altri CD ad esordio precoce ADHD ODD SI CO-MANIFESTANO riflettono ifl tt essenzialmente i l t lo l stesso t temperamento sottostante e le stesse propensioni cognitive IL PROFILO DI TEMPERAMENTO AD ALTO RISCHIO NON E’ SPECIFICAMENTE ASSOCIATO A CD MA E’ UN PROFILO DI RISCHIO PER TUTTI I DISTURBI ESTERNALIZZANTI From longitudinal study… IIndividual di id l differences diff in i involuntary i l t processes can be distinguished in the first year off lif life (Kagan (K e coll., ll 1990: 1990 N Nagin, i Tremblay e coll., 1996) Effortful Eff tf l control t l dimension di i begins b i later l t and d shows significant developmental changes thro ght childhood (Derryberry throught (Derr berr and Rothbart, 1997) 2. Indirect influence through singular dimension of temperament p Negative Emotion Child tendency t d to t reactt strongly t l to t environmental i t l events with emotions of negative valence (rage but also sadness, sadness irritability, irritability fear fear, anxiety) Different types of negative emotions have DIFFERENT NEUROLOGICAL SUBSTRATES 1. Anger – frustration intolerance > risk for conduct problems bl (Early (E l Onset-Life O t Lif Course C Persistent P i t t Type) 2 Fear, 2. Fear Anxiety, Anxiety Sadness > Internalizing psychopathology-protective for conduct problems ((Low Chronic Type) yp ) Effective strategies in emotion regulation are part off cognitive i i executive i functioning:poor f i i inhibitory control, deficit in ability to delay gratification, ifi i poor attentional i l persistence i Problem in poor effortful control of emotion exhibited hibit d by b children hild with ith CD come ffrom a) de deficit c t in regulation egu at o of o anger a ge hostility ost ty or o b) broader deficit in executive cognitive f functions ti COS’ È LA REGOLAZIONE EMOZIONALE? La maggior parte delle definizioni f include diversi elementi di base, ma soprattutto si focalizzano i processi interni ed esterni coinvolti nell’iniziare nell iniziare, mantenere e modulare il manifestarsi l’i t l’intensità ità e l’l’espressione i d delle ll emozioni. 2 PROCESSI GARANTISCONO UNA REGOLAZIONE EMOTIVA CONTROLLO INVOLONTARIO CONTROLLO EFFORTFUL A. CO CONTROLLO O O INVOLONTARIO O O O Si riferisce alle risposte automatiche bambino agli stimoli emozionali del (Grey, 1982; Nagg, 2000) Queste risposte Q i i li implicano diff differenze i di id li individuali in: a) intensità della reattività automatica agli stimoli ti li emozionali i li b) tipi di stimoli emozionali in grado di evocare reazioni i i emotive. ti B. CONTROLLO VOLONTARIO/ EFFORTFUL Si riferisce all’abilità del bambino di prestare p comportamentali p attenzione e di inibire risposte per regolare comportamenti ed emozioni (Rothbart & Bates, 1998). Due componenti fondamentali dell’ effortful control sono (Eisenberg et al., 1997): - Spostare e focalizzare l’attenzione (e.g. essere capace di spostare l’attenzione al di là di uno stimolo che elicita un’emozione) - Inibire comportamento (e.g. (e g ll’abilità abilità di inibire una risposta comportamentale dominante) NOTE O SUI SU DUE U MECCANISMI CC S DI CO CONTROLLO O O • Le differenze individuali nelle risposte automatiche/involontarie possono essere distinte all’inizio del primo anno di vita nei bambini. Il controllo effortful si sviluppa invece nella prima infanzia. (Kagan et al., 1990, 2004; Kochanska et al., 1997) • Bambini altamente reattivi ma con alti livelli di effortful control sono meno a rischio di problemi nella regolazione delle emozioni rispetto a bambini con bassa reattività ma basso effortful. (Derryberyy & Rothbart, 1997; Eisenberg et al., 2000) • Vi è evidenza empirica che le variazioni di entrambe le dimensioni siano collegate allo sviluppo del Disturbo di Condotta. (Caspi 2000; Rothbart et al., 1994; Frick et al., 2003; Eisenberg et al., 1996; Keenan K & Shaw D., 2003) I bambini con Disturbo della Condotta mostrano un d fi it nelle deficit ll funzioni f i i di effortful ff tf l control t l alla ll base b della d ll regolazione emotiva 9 alti lti livelli li lli di reattività tti ità emozionale i l negativa ti (collera, ( ll ostilità, rabbia) 9 aumenta la possibilità che il danno coinvolga le funzioni cognitive esecutive (deficit nella capacità di ritardare la gratificazione, bassa persistenza nel comportamento e nelle funzioni attentive) 9 il fenomeno è stato dimostrato anche in indagini prospettiche (persistenza in adolescenza) Developmentally, emotional dis-regulation accounts ONLY for types of conduct problems displayed in context of high emotional arousal : overt and angry confrontation with others; defiance, argumentativeness, fighting, assault ( Frick, Morris, 2003). ) CRITERI DIAGNOSTICI C G OS C DSMDSM S -IV A Un quadro pervasivo di inosservanza e di violazione dei diritti degli altri, A. altri che si manifesta fin dall’età dei 15 anni, come indicato da tre o più dei seguenti elementi: 1. incapacità di conformarsi alle norme sociali per ciò che concerne il comportamento legale, come indicato i di t dal d l ripetersi i t i di condotte d tt suscettibili ttibili di arresto; t 2. disonestà, come indicato dal mentire, usare falsi nomi o truffare gli altri ripetutamente, per profitto o per piacere personale; 3. impulsività o incapacità di pianificare; 4 irritabilità 4. i it bilità e aggressività, i ità come indicato i di t da d scontri t i o assalti lti fisici fi i i ripetuti; i t ti 5. inosservanza spericolata della sicurezza propria e degli altri; 6. irresponsabilità abituale, come indicato dalla ripetuta incapacità di sostenere un’attività lavorativa continuativa, o di far fronte ad obblighi finanziari; 7 mancanza di rimorso, 7. i come indicato i di t dall’essere d ll’ i diff indifferenti ti o dal d l razionalizzare i li d dopo avere danneggiato, maltrattato o derubato un altro. B. L’individuo ha almeno 18 anni. C. Presenza di un Disturbo della Condotta con esordio prima dei 15 anni di età. C t ll Involontario Controllo I l t i - Controllo C t ll Effortful Eff tf l Disregolazione Emotiva Antisocialità Tipo I Phineas Gage TEMPERAMENTAL PATHWAYS TO ANTISOCIALITY TYPE II TYPE I Antisocial / Psychopath Antisocial Callous and unempathic traits Reactive, externalizing externalizing, antisocial behaviour PHINEAS GAGE DISREGOLAZIONE EMOTIVA AGGRESSIVITA’ REATTIVA Disruptive, angry preschooler reactive preschooler, aggression, crying, whining, defiance Toddler caregiving overresponsive to child’s child s emotions, few demands placed on child Irritable infant, intense crying, long latency to quiet, difficulty with selfsoothing REATTIVA Keenan K, 2003 Behaviorally difficult toddler low frustration tolerance, overactive, ti demanding Infant caregiving: difficulty reading cues, tendency to overstimulate TED BUNDY I TRATTI “CALLOUSNESS UNEMOTIONALITY” AGGRESSIVITA’ PREDATORIA Callous, unemotional preschooler steeling preschooler, steeling, lying lying, deliberate fighting, violating rules Toddler caregiving underinvolved, alternates between lax and harsh discipline Underaroused infant, underresponsive to stimulation PROATTIVA Keenan K, 2003 Behaviorally difficult toddler persistent & unresponive to punishment, i h t high hi h sensation seeking Infant caregiver: difficulty reading cues, tendency to understimulate ITEM DELLA PSYCHOPATHY CHECKLIST 2 FATTORI: 1 BEHAVIORAL / 2 AFFECTIVEAFFECTIVE-INTERPERSONAL FATTORE di appartenenza 1. Affabilità, fascino superficiale 2. Grandiosità 3. Bisogno di stimolazione 4. Menzogna patologica 5. Raggiro, comportamento manipolatorio 6. Mancanza di rimorso e senso di colpa 7 Affettività superficiale 7. 8. Insensibilità, mancanza di empatia 9. Stile di vita parassitario p 10. Scarso controllo sul comportamento 11. Promiscuità sessuale 12. Problemi comportamentali ad esordio precoce 13. Mancanza di obiettivi realistici a lungo termine 14. Impulsività 15. Irresponsabilità 16. Incapacità di assumere responsabilità delle proprie azioni 17. Numerose relazioni di breve durata 18. Delinquenza giovanile 19. Revoca della libertà condizionata 20. Versatilità criminale 1 1 2 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 1 2 2 - Low Arousal Low Fearful I hibiti Inhibition No arousal/response to distress (Blair 1995, 2006) Impaired p internalization of societal norms < scores on measure of conscience development ( Kochanska 1995, 1997, 2002) ANTISOCIALITA’ TIPO II / PSICOPATIA/ TED BUNDY La diagnosi di PSICOPATIA nei bambini PSD ((Frick,, Hare)) 1. Poor Impulse Control-Conduct Problems 2. Callous-Unemotional ((CU)) Traits - Non si p preoccupa p dei compiti p a casa -Non si sente mai cattivo o in colpa -Le emozioni sembrano superficiali e false -Non mostra emozioni e sentimenti -Vuole affascinare ma appare falso -Non è toccato dai sentimenti degli altri There is emerging evidence of High rates of callous-unemotional (CU) traits in: subgroup b off antisocial i i l youth h in i juvenile j il forensic f i facilities (Caputo, Frick & Brodsky, 1999; Silverthorn, Frick & Reynolds, 2001), outpatients p mental health clinics ((Christian,, Frick,, Hill,, Tyler y & Frazer, 1997) school-based samples (Frick, (Frick Bodin & Barry, Barry 2000) . Conduct C d t problems bl INSTRUMENTAL (lying, (l i stealing, t li vandalism, abuse) not associated with high level of negative affects (Frick, (Frick Ellis,1999) Ellis 1999) “Unprovoked and for personal gain, instrumental, premeditated, proactive Î low level autonomic arousal (lower baseline skin conductance, lower h t rate, heat t reduced d d brain b i activity)” ti it )” (Raine, (R i 2002) Low level of arousal can be experienced as an aversive state that leads individual to seek novel and dangerous activities (i.e. fearless behavior). Covert antisocial behavior (i.e. burglary, vandalism) = a form of thrill-seeking behavior (Raine 2002; Farrington, (Raine,2002; Farrington 1997) TYPE II TYPE I Unrelated to parenting and family context Related to negative parenting Low negative affects High negative affects L affiliation Low ffili i L affiliation Low ffili i Low anxiety and low fear High anxiety and low fear Low physiological arousal both at baseline and as response at p punishment High physiological arousal at baseline DISTURBO ANTISOCIALE DI PERSONALITA’ (DSM IV) (DSM-IV) 9 9 9 9 9 9 9 1,5 - 3,5 % della popolazione generale Incapacità di controllare il comportamento e di rispettare le leggi Aggressività reattiva e assenza di sensi di colpa Inadeguatezza e fallimenti lavorativi Alta frequenza nella popolazione carceraria (70%) Rischio di malattie internistiche e di morte violenta Rischio di abuso sostanze Low Arousal Low Fearful I hibiti Inhibition No arousal/response to distress (Blair 1995, 2006) Impaired internalization of societal norms < scores on measure of conscience development ( Kochanska 1995, 1997, 2002) ANTISOCIALITA’ TIPO II Ted Bundy CALLOUS/UNEMOTIONAL AND ANTISOCIAL BEHAVIOUR IN 7 YEAR OLDS Callous/unemotional • • • • • • Does not show feelings or emotions helpful if someone is hurt, upset or feeling ill feels bad or guilt when done something wrong considerate of others’ feelings kind to younger children concerned about how well s/he is doing in school Antisocial • Often has temper tantrums or hot tempers • generally obedient, usually does what adults request • often lies or cheats • steals from home school or elsewhere Viding et al., 2005 CALLOUS UNEMOTIONAL CHILDREN MAKE MORE ERRORS RECOGNIZING SAD/FEARFUL FACES 1,6 erro rs 1,2 0,8 04 0,4 0 Sad Fear Happy CU Surprise Disgust Anger Comparison From Blair et al, 2000 WHERE MENTALIZATION FAILS,, VIOLENCE RESULTS (Fonagy, 2003) 1) Individuals poor at recognizing mental states in others through facial expressions of vocal tones may not fully acquire mentalisation and thus inhibit their natural violence ((Blair,, 2001). ) 2) Individuals may be unable to interpret minds because they have never had the opportunity to learn from mental states in the context of appropriate attachment relationship, or because their attachment experiences were disrupted. 3) Caregiver generates anxiety about his/her feelings and thoughts about the child avoidance of thinking about subjective bj ti experience i off other th (secondary ( d CALLOUSNESS) Attachment and Mentalization: the loose coupling a key dysfunction in Cluster B PDs Maternal and romantic attachment appeared systematically to suppress brain activity in regions associated with emotionally charged memories, negative emotions, and those associated with mentalizing and social j d judgments. t This finding suggests that strong emotional ties to an other ((infant or partner) p ) not only y inhibit negative g feelings g (System A) but also impede the functional of neural networks that might assist in generating social judgments about the attachment figure (System B). (Bartels & Zeki, 2000, 2004) 1. Speculation for Deficit of Mentalization in BPD and Antisocial Type 2 Mentalization deficit can be secondary to the abnormal functioning of the attachment system (i (i.e. e hyperactivity and hyperesponsiveness due to developmental p early y dysfunctions y and/or traumatic events in the attachment context) Deficit in mentalization occurs because capacity to mentalize is taken offline offline. (Bateman, Fonagy, 2004; Bateman, Fonagy, 2006) 2 Speculation 2. S l ti for f Deficit D fi it off Mentalization M t li ti in BPD and Antisocial Type 2 Activation of capacity of mentalizing in the context of attachment relationship ® anxiety in individuals with hyperresponsive yp p attachment system y ® further decoupling p g of mentalization ® increased vulnerabilityy to interpersonal p trauma GLI STUDI LONGITUDINALI: COME SI DIVENTA ANTISOCIALI P Parma, 24 M Marzo 2007 2007, SERGIO DAZZI, FABIO MADEDDU Università degli Studi di Milano-Bicocca Ogni anno circa il 20% degli individui è vittima di agiti violenti o subisce comportamenti illegali non violenti i l ti da d parte t di terzi t i (U.S. (U S Bureau B off Justice J ti Statistics, 2002) Secondo il World Report on Violence and Health (World Health Organization, 2002) è in continua crescita l’indice l indice di mortalità, di disagio, disabilità e compromissione del proprio modo di vivere causati da coloro che commettono abusi all’interno della famiglia ed altri crimini violenti A partire dal 1970 la constatazione che meno del 10% degli individui commette più del 50% dei crimini riportati (Wolfgang, Figlio e Sellin, 1972) ha indotto i ricercatori a studiare e definire le carriere criminali individuali (Blumstein e Cohen, 1987) e ad esaminare le origini origini, durante l’infanzia l’infanzia, dei cosidetti criminali recidivi o “persistenti” La concentrazione familiare del comportamento antisociale potrebbe essere spiegata dall’ereditarietà genetica di tale pattern comportamentale, ma anche dalla trasmissione sociale sociale, quindi non genetica, genetica all’interno della famiglia Analizzando le review sugli studi longitudinali molti ricercatori hanno concluso che le ricerche sull’antisocialità sono ancorate allo stadio dei fattori di rischio ((Farrington, g , 1988,, 2003;; Hinshaw,, 2002;; Rutter, 2003) e che attualmente solo pochi studi hanno pianificato disegni di ricerca in grado di fornire conferme f empiriche i i h alla ll causalità lità del d l disturbo di t b (Rutter, Pickles, Murray e Eaves, 2001) La variabile definita come fattore di rischio, se da un lato è in grado di documentare una relazione predittiva con esiti antisociali antisociali, fornendo indicazioni riguardo alla probabilità che questi si pp , lato non può p essere considerata sviluppino,dall’altro alla base di una relazione causale Il limite fondamentale degli approcci basati sui fattori di rischio é che non considerano i problemi comportamentali nel loro evolversi, non sono in grado di descrivere il developmental process dell’antisocialità (K.A.Dodge, G.S.Pettit, 2003) ETEROGENEITA’ DEL COMPORTAMENTO ANTISOCIALE (R tt 1998) (Rutter PERSISTENZA GRAVITA’ DESISTENZA PATTERN Panorama della letteratura sugli studi longitudinali: Carolina Longitudinal Study, Study, (R.Cairns e B.Cairns), iniziato nel 1981 con un campione di 685 soggetti sottoposti ad assessmentt annualili tra t i 9 e i 13 annii ¾ Studio di Cohen e Brook, iniziato nel 1975 con un campione di 975 soggetti, sottosposti, insieme alle madri a tre fasi di rilevazione il i dati: d ti nell 1975, 1975 nell 1983 e nell 19851985-86 ¾ Great Smoky Mountains Study of Youth, (Costello e Angold), con un campione di 1416 soggetti di età compresa tra i 9 e i 13 anni e follow up annuali ¾ Cambridge Study in Delinquent Development (Farrington ), con un campione p di 411 soggetti gg reclutati nel 19611961-62,, e West), quando avevano 88-9 anni e sottoposti a follow up ogni duedue-tre anni fino ai 32 anni ¾ ¾Pittsburgh Youth Study (Loeber, StouthamerStouthamer-Loeber e Farrington, con 1517 soggetti intervistati a 7, 10 e 13 anni dal 1988 ¾Cambridge Somerville Youth Study (J.McCord e W.McCord, con 650 ragazzi tra i 10 e i 15 anni segnalati dalle scuole per problemi comportamentali o difficoltà di apprendimento apprendimento, follow up dal 1975 al 1980 ¾Oregon Youth Study (Patterson), con un campione di 206 soggetti i t i t ti a partire intervistati ti d dall 1984 1984, quando d avevano 10 annii e ttuttora tt sottoposti a follow up ¾Denver Youth Survey (Huizinga e Elliot), con un campione costituito d 1500 soggetti da tti provenienti i ti da d quartieri ti i ad d alto lt rischio i hi di Denver, D intervistati a 7, 9, 11, 13 e 15 anni a partire dal 1988 ¾Inner London and Isle of Wight Studies, (Rutter e Quinton), iniziato nel 1970 con 1689 soggetti di 10 anni e con un secondo campione di 1279 soggetti dell’isola di Wight. Entrambi i campioni sono stati ritestati it t ti a 14 annii e soggetti tti a ffollow ll up a 25 anni ¾Dunedin Study (Silva e Moffit), con un campione di 1037 soggetti nati nel 19721972-73. Il primo assessment avviene q quando i soggetti hanno 3 anni e l’ultimo follow up quando ne anno 21 ¾Montreal Longitudinal Study of Disruptive Boys (Tremblay), con un campione di 1161 soggetti in prescolare sottoposti p a follow età p up fino a 12 anni ¾Studio di S.Glueck e E.Glueck,, con un campione di E.Glueck 500 delinquenti frequentanti scuole correttive del Massachusetts e 500 non q , intervistati a 14,, 25 e delinquenti, 31 anni a patire dal 1939 ¾Studio di Verhulst, Verhulst, con un campione di 2600 soggetti tra i 4 e i 16 anni, iniziato nel 1983 con follow up ogni due anni L ANTISOCIALITA COME DIMENSIONE, L’ANTISOCIALITA’ DIMENSIONE COME PATTERN DI COMPORTAMENTI DISTINGUIBILI SULLA BASE DELL’ETA’ DI ESORDIO DUNEDIN MULTIDISCIPLINARY HEALTH AND DEVELOPMENT STUDY •1000 bambini Neozelandesi, nati tra il 1972 ed il 1973 •Valutazioni alla nascita ed a 3, 5, 7, 9, 11, 13, 15, 18, 21 26 annii 21, •Raccolta dati: ragazzo, genitori, insegnanti, amici/partners Polizia/Corte giudiziaria amici/partners, LA CONTINUITA’ ETEROTIPICA NELLO SVILUPPOSVILUPPO Moffit et al. al 10% LCP ESORDIO INFANTILE DANNO NEUROPSICOLOGICO AMBIENTE TRANSAZIONE PROATTIVA Contin. cumulativa 8% 5% ESORDIO INFANTILE LOW CHRONIC ASTINENTI 26% AD ESORDIO ADOLESCENZIALE TRANSAZIONE EVOCATIVA Continuità interazionale E TRANSAZIONE REATTIVA MULTIPLE PROBLEM BEHAVIOR COMPORTAMENTI IMITATIVI FOLLOW-UP A 26 ANNI ASTINENTI LOW- CHRONIC LIFE-COURSE PERSISTENT ADOLESCENCELIMITED nessun crimine, disturbo psichiatrico o problema di adattamento 1/3 diagnosi di depressione o disturbi d’ansia; elevato neuroticismo; isolamento sociale; basso coinvolgimento con droga o alcol Si differenziano da AL per comportamenti violenti; profilo di personalità psicopatica; problemi pschiatrici e comportamentali; p p ; basso livello di istruzione e funzionamento lavorativo; problemi di dipendenza da sostanze Migliore funzionamento lavorativo e sociale rispetto a LCP; presentano di t bi psichiatrici, disturbi i hi t i i dipendenza di d d da sostanze, problemi di adattamento L’ANTISOCIALITA’ COME DIMENSIONE, COME PATTERN DI COMPORTAMENTI DISTINGUIBILI SULLA BASE DELLE MODALITA’ DI MANIFESTAZIONE E DEI DIFFERENTI PERCORSI EVOLUTIVI PITTSURGH YOUTH STUDY (Loeber, Farrington, Stouthamer-Loeber, 1998) Campione: 1517 soggetti, seguiti dai 7 ai 18 anni •Raccolta dati: ragazzo, ragazzo genitori genitori, insegnanti insegnanti, Polizia/Corte giudiziaria TRE PERCORSI EVOLUTIVI CONNESSI ALLA MANIFESTAZIONE DI AGITI DEVIANTI: CONFLITTO CON LE AUTORITA’ ANTISOCIALITA’ OVERT ((manifesta) if t ) ANTISOCIALITA’ COVERT (nascosta) FOLLOW-UP A 26 ANNI ASTINENTI LOW- CHRONIC LIFE-COURSE PERSISTENT ADOLESCENCEADOLESCENCE LIMITED nessun crimine, disturbo psichiatrico o problema di adattamento 1/3 diagnosi di depressione o disturbi d’ansia; elevato neuroticismo; isolamento sociale; basso coinvolgimento con droga o alcol Si differenziano da AL per comportamenti violenti; profilo di personalità psicopatica; problemi pschiatrici e comportamentali; p p ; basso livello di istruzione e funzionamento lavorativo; problemi di dipendenza da sostanze Migliore funzionamento lavorativo e sociale rispetto a LCP; presentano disturbi psichiatrici, dipendenza da sostanze, problemi di adattamento PATHWAY VERSO L’ANTISOCIALITA’ DI TIPO LCP Emozionalità negativa FATTORI DI MEDIAZIONE Daring Sensat Seeking Sensat. Nov. Seeking BAS/BIS Beha Inhib/disnhin. Behav. Inhib/disnhin Prosociality Agreableness Coscientiousness Comportamenti Esternalizzanti Disturbi Oppositivi multiple problem behavior/ delinquenza/ antisocialita’ FUNZIONI GENITORIALI, CONTESTO FAMILIARE, ATTACCAMENTO COINVOLGIMENTO PRECOCE CON COETANEI PROBLEMATICI BASSA PERFORMANCE SCOLASTICA Abilità b tà Cog Cognitive t e BASSI INDICI DI FUNZIONAMENTO SOCIALE E DI OPPORTUNITA’ SOCIALI Three developmental pathways of antisocial behavior ANTISOCIAL LIFE COURSE PERSISTENT ANTISOCIAL ADOLESCENCE LIMITED ANTISOCIAL LOW LEVEL CHRONICS The followed observations, during the follow up carried out on subjects wich are 26 and 32 years confirmed the category of adolescent limited and life course persistent antisocial, but didn’t confirm the existence of low level chronics antisocial, wich is substitued by two categories: ANTISOCIAL ABSTAINERS ANTISOCIAL RECOVERIES Distribution of antisocial categories in the sample of Dunedin Study Non C 25% 10% 52% 9% 4% ABST REC LCP AL Personalityy traits NON CLASS. ABSTAINERS RECOVERIES LIFE COURSE PERSISTENT ADOLESCENT LIMITED Stability/ Neuroticism -.20 -.68 .08 .67 .31 Insensibility/ Agreableness g .07 .14 -.11 -.39 -.02 Impulsivity/ Coscientiousnes .07 07 .88 88 .03 03 .09 09 -.38 38 Introversion/ Extraversion .03 -.02 -.13 -.08 .03 Dunedin Study (Moffitt, Caspi, Rutter, Silva, 2001) 1000 bambini, maschi e femmine (1972-1973, Nuova Zelanda) Dai tre anni in poi, poi ogni due anni (comportamento delinquenziale 13-32 aa) SOGGETTI LIFE COURSE PERSISTENT ; numero esiguo, manifestano durante l’infanzia l infanzia i primi agiti devianti devianti, che tendono a divenire sempre più gravi e a persistere fino all’età adulta, quando assumono tutte le caratteristiche aderenti alla diagnosi di Personalità antisociale SOGGETTI ADOLESCENCE LIMITED ; numerosi e caratterizzati da comportamenti delinquenziali emergenti durante la pubertà e limitati al periodo adolescenziale p SOGGETTI LOW LEVEL CRONICS ; commettono attività delinquenziali mediamente non gravi né molto frequenti, ma in modo persistente dall’infanzia all’adolescenza e dall’adolescenza all’età matura I fattori di rischio della prima tipologia sembrano di natura individuale mentre per quelli del secondo tipo prevalgono aspetti sperimentali e normativi. La condotta antisociale limitata al periodo adolescenziale è risultata significativamente associata alla delinquenza del gruppo di pari frequentato dal gruppo del soggetto. soggetto Studi successivi hanno permesso di introdurre due ulteriori gruppi: SOGGETTI ANTISOCIALI RECOVERIES ; un piccolo gruppo di individui che aveva esibito forme estreme, pervasive e persistenti di comportamenti antisociali durante ll’infanzia, infanzia, che sorprendentemente sfociavano, durante l’adolescenza, in bassi livelli di delinquenza, che rimaneva poco grave o scompariva SOGGETTI ABSTEINER ; assenza di comportamenti devianti Pittsburgh youth study (Loeber, Farrington, Stouthamer, 1998) 1517 soggetti di sesso maschile 10 anni (intervalli di sei mesi e poi di un anno) Fattori di rischio: • • • • • • • • • • elevata impulsività Scarsa intelligenza Bassi livelli di inibizione e alta sensibilità a emozioni negative atteggiamento favorevole alla delinquenza umore depresso basso livello arousal di base e sensation seeking f famiglie multiproblematiche genitori antisociali residenza in zone di basso livello socio-economico ed elevata criminalità f frequentazione t i di coetanei t i devianti d i ti Natura agiti devianti : Delinquenza lieve Forme moderate Forme gravi Tassonomia con sette tipi di ‘aggressori’ 1. 2. 3. 4. 5. 6 6. 7. Stabilmente non delinquenti Sperimentatori Stabilmente moderati In escalation Stabilmente gravi I di In diminuzione i i Definitivamente inoffensivi Tre itinerari evolutivi: •Conflitto con autorità •Antisociali covert •Antisociali overt In generale 1 Acuirsi di tratti legati al persistere di condizioni avverse : persistenza o 1. non persistenza sono influenzate da esperienze successive 2 Alcuni individui abbandonano la carriera criminale piuttosto che 2. continuarla 3. Se individui ad alto rischio incontrano fattori ambientali ‘positivi’, positivi , possono raggiungere un punto di svolta tale da produrre un reale cambiamento 4. Tutti i mutamenti osservati possono essere messi in relazione con esperienze di grande portata, dall’impatto pervasivo 5. Le esperienze importanti sono influenzate dal comportamento del soggetto 6. Continuità cumulativa: l’interazione del soggetto con l’ambiente, quando nasce sulla base di un comportamento antisociale, tende a portare a esperienze negative che rafforzano il comportamento e lo stile antisociale; i i l un effetto ff di accentuazione. i RICERCA SU DEVIANZA E ANTISOCIALITA ANTISOCIALITA’ • dimensionalità vs categorialità • approccio top down (DSM) vs approccio bottom up • la logica g bottom up p parte p dai dati ottenuti su specifici p problemi p in ampi p campioni di individui (quanto un soggetto è aggressivo, quanto è limitato nel sostenere l’attenzione) • si derivano costrutti tassonomici da cui raggruppamenti sindromici (cioè gruppi di problemi che si comanifestano) • gradazioni piuttosto che cut-off ff La ricerca in p psicopatologia: p g L’individuazione di: Una tassonomia emergente Le traiettorie evolutive La gravità della prognosi Conclusioni: esistono diverse comportamento t t d i t deviante che h diverse linee evolutive tipologie di presuppongono Devianza-uso di sostanze: il legame l temporale l • Uso/abuso di sostanze aumentano, per frequenza in adolescenza (Elliott frequenza, (Elliott, 1985) • I due comportamenti si amplificano in parallelo (Rutter ( e Smith,, 1995)) modo p • Esiste una forte correlazione fra le due condotte (Thornberry, 1995) Prof. Fabio Madeddu Associato in Psicologia Clinica Dipartimento di Psicologia Università di Milano-Bicocca • Devianza e abuso di sostanze hanno spesso esordio nell’adolescenza : tra gli adulti abusatori di sostanze ll’87% 87% sperimenta le prime assunzioni a 13-14 anni,, il 47% a 15-17 e solo il 5% ha i primi contatti con le droghe dopo i 18 anni (Fishbourne, 1980); • Consumo di sostanze e agiti antisociali sono tanto diffusi tra gli adolescenti da essere considerati normativi ((Shedler e Block,, 1990)) Prof. Fabio Madeddu Associato in Psicologia Clinica Dipartimento di Psicologia Università di Milano-Bicocca Il Problem-behavior P bl m b h i syndrome: d m : Una serie di comportamenti devianti tende a manifestarsi in associazione piuttosto che in maniera isolata co-manifestarsi di delinquenzauso di sostanze- aggressività Prof. Fabio Madeddu Associato in Psicologia Clinica Dipartimento di Psicologia Università di Milano-Bicocca Gli agiti devianti e l’uso/abuso di sostanze assolvono spesso per ll’adolescente adolescente le funzioni di: • • • • • sperimentazione trasgressione adultità fuga rito di iniziazione e di legame Prof. Fabio Madeddu Associato in Psicologia Clinica Dipartimento di Psicologia Università di Milano-Bicocca Agiti devianti e abuso: lo sviluppo dalla prima i adolescenza d l all’età ll’ tà adulta. d lt 100 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 75 50 25 0 escalators late starter experiment 13-1414-1515-1616-17 Prof. Fabio Madeddu Associato in Psicologia Clinica Dipartimento di Psicologia Università di Milano-Bicocca Quali differenze tra experimenter ed escalators? (Wills, McNamara, Vaccaro e Hirki, 1996) ¾ Prima P i f funzione i di i i discriminante: t gruppo di coetanei deviante ed elevata pressione sociale (83%); ¾ Seconda S d funzione f i di i i discriminante: t abuso b di sostanze da parte dei genitori e predisposizioni personali alla devianza; ¾ Terza T f funzione i di i i discriminante: t assenza di controllo e supporto genitoriale Prof. Fabio Madeddu Associato in Psicologia Clinica Dipartimento di Psicologia Università di Milano-Bicocca Moffit (1993) ¾Adolescence limited: Esordio nell nell’adolescenza adolescenza Estinzione naturale nella prima età adulta ¾Life Life--course persistent: persistent: Esordio precoce Permanenza durante le fasi di sviluppo Prof. Fabio Madeddu Associato in Psicologia Clinica Dipartimento di Psicologia Università di Milano-Bicocca a) Tipo misto: Loeber (1998) c)) Tipo Ti delinquente: d li t (esordio nella seconda (esordio nella seconda infanzia adolescenziale. infanzia, adolescenziale i f infanzia, i si sintomi t i Uso di sostanze e grave internalizzanti e delinquenza q in assenza di comportamenti t ti delinquenziali) d li i li) sintomi internalizzanti) b) Tipo internalizzante: ( s di adolescenziale, (esordio d l sc n i l ansia, depressione in assenza di comportamenti delinquenziali) d) Tipo non deviante: ( (esordio di adolescenziale, d l i l uso di sostanze in assenza di comportamenti p devianti e sintomi internalizzanti ed esternalizzanti) Prof. Fabio Madeddu Associato in Psicologia Clinica Dipartimento di Psicologia Università di Milano-Bicocca Cloninger: • Alcoolismo tipo I I: di entrambi i sessi, esordio tardo, disturbo presenza di ansia e senso di colpa; p moderato,, p • Alcoolismo di tipo II: prevalentemente maschio,, aggressivo p gg e impulsivo, p , esordio precoce, disturbo severo, agiti antisociali Babor: Abuso di cocaina tipo A: esordio tardo, scarsi livelli di dipendenza, assenza di psicopatologie compresenti Abuso di cocaina tipo B: esordio p precoce, dipendenza p severa, antisocialità e patologie Prof. Fabio Madeddu Associato in Psicologia Clinica Dipartimento di Psicologia Università di Milano-Bicocca Zucker • Antisocial alcoholism: esordio precoce con manifestazione di comportamenti p devianti e p problemi di condotta e successiva comparsa dei sintomi propri del Disturbo di Personalità Antisociale • Developmentally limited alcoholism: esordio adolescenziale connesso ad agiti antisociali e devianza, con declino in età adulta Prof. Fabio Madeddu Associato in Psicologia Clinica Dipartimento di Psicologia Università di Milano-Bicocca Quali i meccanismi sottesi ll’ i i d devianza-abuso i b di all’associazione sostanze? ¾ Fattori di rischio comuni ¾ La relazione uso di sostanze-risposta deviante ¾ Comportamento antisociale predisponente all’assunzione ll’ i di droghe d h Prof. Fabio Madeddu Associato in Psicologia Clinica Dipartimento di Psicologia Università di Milano-Bicocca 1. Fattori di rischio comuni Il futuro deviante o tossicomane può essere, essere durante l’infanzia: ¾ aggressivo, aggressivo con agiti ostili e ribelli Disturbo oppositivo; ¾ con difficoltà nelle attività orientate al compito e scarse performance scolastiche deficit delle capacità cognitivo-esecutive cognitivo esecutive ¾ iperattivo, impulsivo, facilmente distraibile d fi i di attenzione deficit i con iiperattività i i à ¾ con frequenti atti di vandalismo, lotte, assenze d da scuola, l b bugie i ef furtii Disordine della Condotta Prof. Fabio Madeddu Associato in Psicologia Clinica Dipartimento di Psicologia Università di Milano-Bicocca ¾ con una famiglia caratterizzata da: genitori che assumono sostanze (Zucker, (Zucker 1994), genitore single, basso status socioeconomico, elevata conflittualità, mancanza d coinvolgimento di l e supporto emotivo nella ll relazione genitore-figlio, disciplina inconsistente stile troppo permissivo o inconsistente, autoritario (Baumrind,1983), scarso controllo del figlio, g comunicazione disfunzionale (R ill 1979) (Reilly, ¾ inserito in un gruppo di pari caratterizzato da: agiti devianti, tolleranza o incoraggiamento dell’abuso dell abuso di sostanze, sostanze non aderenza alle norme e agli obiettivi convenzionali (Duncan e coll., 1995) Prof. Fabio Madeddu Associato in Psicologia Clinica Dipartimento di Psicologia Università di Milano-Bicocca Brook e Cohen ((1998)) Fattori comuni Fattori diversificanti • ambiente familiare (livello di conflittualità tra e con fratelli e genitori); • devianza predetta da variabili contestuali(zona abitativa, b basso status t t socio-economico, i i mancanza del padre); • scuola l ( (rendimento di comportamento); • abuso di sostanze predetto dai rapporti genitore-figlio (identificazione con la madre e legame assente con il padre) e • gruppo di pari (tempo trascorso con gli amici, attività devianti) Prof. Fabio Madeddu Associato in Psicologia Clinica Dipartimento di Psicologia Università di Milano-Bicocca 2. La relazione uso di sostanzerisposta i t d deviante i t • Modello psicofarmacologico crimine direttamente causato dagli g effetti dell’assunzione (disinibizione, incapacità di giudizio, alterazioni neurochimiche…) hi i h ) • Criminalità indiretta agiti devianti aventi la finalità di procurarsi denaro per l’acquisto della sostanza t • Modello sistemico crimini e violenze connesse al contesto di distribuzione della sostanza Prof. Fabio Madeddu Associato in Psicologia Clinica Dipartimento di Psicologia Università di Milano-Bicocca 3. La relazione comportamento antisocialerrisposta sposta di uso di sostanze sostanz Gli adulti consumatori di sostanze durante l’infanzia possono essere impulsivi, irrequieti e distraibili (Caspi e Moffit, Moffit 1988), 1988) con elevati livelli di aggressività interpersonale, di ribellione, ribellione devianza e la precoce manifestazione di agiti deliquenziali (Brook, Witheman Cohen, Witheman, Cohen Shapiro e Balke, Balke 1995) Disordine della Condotta Disturbo di Personalità Antisociale Prof. Fabio Madeddu Associato in Psicologia Clinica Dipartimento di Psicologia Università di Milano-Bicocca La doppia direzione della relazione abuso di sostanze-antisocialità (Pittsburgh (Pitt b hY Youth th Study) St d ) “L’uso di sostanze predispone al comportamento antisociale e criminoso riducendo le capacità inibitorie, inibitorie causando difficoltà nei rapporti familiari, costringendo adattivamente l’individuo a costruire una cultura del gruppo dei pari” Le caratteristiche della personalità antisociale ((impulsività, p aggressività, gg sensation seeking) e i comportamenti devianti i d inducono alla ll sperimentazione i t i di alcool e droghe attraverso la non adesione al codice di norme convenzionali e l’imitazione dei modelli di abuso forniti dalla cultura deviante di appartenenza Prof. Fabio Madeddu Associato in Psicologia Clinica Dipartimento di Psicologia Università di Milano-Bicocca In conclusione: ¾ L’importanza p di q queste p prospettive p risiede nell’enfatizzare f come dietro presentazioni cliniche apparentemente simili vi siano quadri sostanzialmente diversi. ¾ Le traiettorie di sviluppo sono complesse e dinamiche, frutto delle interazioni dialettiche (risk-protective) e cumulative t tra f tt i di rischio fattori i hi e protettivi t tti i e dell’interposizione d ll’i t i i di mediatori e moderatori ¾ Solo una un’approfondita ricostruzione dei pattern evolutivi può guidare la comprensione della situazione specifica, con possibili ricadute nei programmi terapeutici. terapeutici ¾ L’approccio pp life span p oriented induce a considerare ogni g disturbo sotto l’influenza l l delle ll peculiarità l à delle ll diverse tappe evolutive ed il particolare significato che gli agiti devianti e le p patologie g assumono nel corso dell’adolescenza Prof. Fabio Madeddu Associato in Psicologia Clinica Dipartimento di Psicologia Università di Milano-Bicocca