Psicopatologia evolutiva e
antisocialità
ti
i lità
fabio madeddu
UNIVERSITA’ MILANO BICOCCA- PD Lab Milano-Parma
“Ogni società
à si interroga sulle cause della variazione esistente fra i suoi
membri. Alcune culture attribuiscono un’influenza particolare alla data di
nascita o alla magia, altre a fattori più materiali, come il clima,
l’ li
l’alimentazione
t i
e la
l biologia
bi l i dell’individuo.
d ll’i di id
Un
U numero più
iù esiguo
i
di società,
i tà
inclusa la nostra, ha stabilito che le esperienze dei primi anni di vita
(soprattutto la cura amorevole e il gioco interattivo della madre biologica con
il neonato) rappresentano la forza più potente nel plasmarlo”
“Gli
Gli avvenimenti dei primi anni di
vita avviano il bambino piccolo su
una particolare strada
strada, ma è una strada
sulla quale incontrerà innumerevoli incroci”
(Il fascino del determinismo della prima
infanzia – J. Kagan, 1998)
“ Il piccolo essere umano è ben dotato per combattere contro le vicende
delle sue tensioni interne ed esterne
esterne. A noi importa poter riconoscere nel
processo clinico quali sono gli effetti di questa lotta e vedere come abbia
inciso sul carattere dell’adulto”
Masud Khan
I risultati
i lt ti d
deglili studi
t di llongitudinali
it di li evidenziano,
id
i
attraverso il confronto di follow up eseguiti in
tempi diversi, quali dimensioni intrapsichiche,
comportamentali sociali e ambientali
comportamentali,
giochino un ruolo significativo come fattori di
rischio, di protezione e di mediazione o
moderazione.
moderazione
L’attenzione è posta su continuità e discontinuità, su effetti di avvenimenti
della vita, sulla possibilità di prevedere gli esiti futuri
LO
OS
SVILUPPO
O E’…
’
“… un processo attivo e dinamico, che comprenda
sia la processualizzazione (cognitiva e affettiva) sia
il crescente significato soggettivo attribuito alle
esperienze, processo nel quale la biologia
dell’individuo non solo influenza il modo con cui
questi reagisce alle esperienze di vita, ma ne è al
tempo stesso influenzata”
(Dante Cicchetti, 1998)
Central Concepts in Developmental
Psychopathology
(Rutter& Sroufe, 2000)
1. Causal Processes
:
risk factors vs risk
mechanisms
2. Role of Development
: personal effects on
environment vs. environmental effects on person
3. Continuities and Discontinuities
normality
lit andd pathology
th l
: between
“Lo studio della disfunzione clinica nei
processi di
d maturazione e di
d sviluppo”
l
”
((Kazdin,, 1989))
Approccio life span oriented
Esame del disturbo nel suo esordio,
esordio nel
suo sviluppo nel tempo, fino alla sua
stabilizzazione o al suo declino
In particolare, l’ADOLESCENZA
appare come:
• Un periodo in cui risulta fondamentale
d
distinguere
i comportamenti non patologici
l
da q
quelli devianti,, che hanno spesso
p
origine
g
in periodi evolutivi antecedenti e che sono
presenti in una minoranza della popolazione.
popolazione
(Moffitt, Caspi, Dickinson, Silva, Stanton,
1996)
Ogni anno circa il 20% degli individui è vittima di
agiti violenti o subisce comportamenti illegali non
violenti
i l ti da
d parte
t di terzi
t i (U.S.
(U S Bureau
B
off Justice
J ti
Statistics, 2002)
Secondo il World Report on Violence and Health
(World Health Organization, 2002) è in continua
crescita l’indice di mortalità,, di disagio,
g , disabilità e
compromissione del proprio modo di vivere causati
da coloro che commettono abusi all’interno della
famiglia ed altri crimini violenti
A partire dal 1970 la constatazione che meno del
10% degli individui commette più del 50% dei
crimini riportati (Wolfgang, Figlio e Sellin, 1972) ha
indotto i ricercatori a studiare e definire le carriere
criminali individuali (Blumstein e Cohen, 1987) e
ad esaminare le origini
origini, durante l’infanzia
l infanzia, dei
cosidetti criminali recidivi o “persistenti”
La concentrazione familiare del comportamento
antisociale potrebbe essere spiegata dall’ereditarietà
genetica di tale pattern comportamentale, ma anche
dalla trasmissione sociale
sociale, quindi non genetica,
genetica
all’interno della famiglia
COME DEFINIRE L’ANTISOCIALITA’?
Categoria diagnostica
una sindrome
ontologicamente e
semanticamente ben
definita
Dimensione continua
un’etichetta attribuita a
comportamenti e tratti
di personalità
pluridefinibili
DEVIANT CHILDREN GROWN UP
R bi L.
Robins
L 1966,
1966 1978
Follow-up di 406 bambini che avevano frequentato una child
guidance clinic per comportamenti antisociali
A 30 anni di distanza:
•
75% M e 45% F
arresto per grave crimine
•
M con DC più grave
violenza sessuale e omicidio
•
F con DC più grave
> rischio di partner violenti
•
Bambini antisociali
rischio 5 volte maggiore di
diventare adulti antisociali
Remissione 12% dei soggetti; il 27% abbassato livello gravità;
60% miglioramento poco percettibile
The outcomes of childhood and
adolescent conduct problems are
often antisocial behaviour in
adulthood
HOMOTYPIC
CONTINUITY
Epidemiological Catchment Area
Il comportamento antisociale
nell’infanzia è il predittore più
significativo per il comportamento
antisociale e per il DAP in età adulta,
ma soltanto una limitata percentuale
di bambini antisociali (35-39%)
procedono verso il comportamento
antisociale manifesto in fasi
successive della vita.
(Robins, 1978; Robins & Regier, 1991)
Paradosso di Robins:
Il comportamento antisociale
nell’infanzia è uno dei più
significativi predittori del
comportamento antisociale in età
adulta, ma la maggior parte dei
bambini antisociali, crescendo, non
diventano adulti antisociali
(Robins, 1978)
A focus on homotypic
yp continuities is too narrow:
SOCIAL AND RELATIONSHIP
FUNCTIONING (Zoccolillo,
Pickles, Quinton e Rutter, 1992))
EARLY
CONDUCT
PROBLEM
PHYSICAL HEALTH
(Laub e Vaillant,
2000)
DIFFERENT
DIAGNOSIS (KimCohen e al
al., 2003)
DISTURBO DELLA CONDOTTA (DSM-IV)
(DSM IV)
1) Modalità di comportamento ripetitiva e persistente in cui i diritti
fondamentali degli altri o le principali norme o regole societarie
appropriate per ll’età
età vengono violati nei 12 mesi precedenti:
-Aggressioni a persone e animali
-Distruzione della proprietà
p p
-Frode e Furto
-Gravi violazioni di regole
2) L’anomalia del comportamento causa compromissione
clinicamente significativa del funzionamento sociale, scolastico,
lavorativo.
3)) Ill soggetto non ha
h più
i di 18 annii
DISTURBO OPPOSITIVO PROVOCATORIO
(DSM IV)
(DSM-IV)
• Modalità di comportamento
p
negativistico,
g
ostile e
provocatorio, che dura da almeno 6 mesi.
• L’anomalia del comportamento causa compromissione
clinicamente significativa
g
del funzionamento sociale,,
scolastico o lavorativo.
O
ODD
CD
ADHD
31-38%
ASPD
CONDUCT DISORDER IS ASSOCIATED WITH
MANY PSYCHIATRIC OUTCOMES
4
odd
ds ratio
3,5
3
2,5
2
1,5
1
an
xi
et
y
de
pr
es
sio
m
n
an
i
a
ea
ti n
g
sc
hi
zo
ph
r
su
bs
ta
en
ia
nc
e
AP
SD
From Kim-Cohen et al, Arch. Gen Psychiatry., 2003
L esordio precoce del Disturbo
L’
della Condotta è un key-validator
di una molteplicità di disturbi
successivi
HETEROTYPIC
CONTINUITY
BEHAVIOUR
AT AN EARLY
AGE
Is
predictive
of
BEHAVIOUR
OF
APPARENTLY
DIFFERENT
TYPE AT A
LATER AGE
Equifinalità:
punti di partenza diversi portano
allo stesso esito finale
Multifinalità:
punti di partenza identici portano
a esiti diversi
Similarità – dissimilarità del persorso
evolutivo
Equifinalità
“In qualsiasi sistema aperto, quale è lo
sviluppo individuale,
svilupp
individuale esistono
esist n diversi
percorsi, inclusi eventi fortuiti, che
possono condurre allo stesso esito”
((Sroufe,, 1989))
Prof. Fabio Madeddu
Associato in Psicologia Clinica
Dipartimento di Psicologia
Università di Milano-Bicocca
I FATTORI DI RISCHIO segnalano una maggiore
probabilità di sviluppo del comportamento
antisociale. La loro capacità di preannunciare la
successiva escalation di sintomi dipende:
GRAVITA’ delle
caratteristiche di
personalità e degli
eventi ambientali
che costituiscono gli
elementi di rischio
MOMENTO DI
COMPARSA:
più precocemente
compaiono
i
nell’arco
ll’
evolutivo, più gravi e
persistenti sono le
patologie di cui
aumentano la
probabilità di
sviluppo
PERIODO DI
ESPOSIZIONE
ESPOSIZIONE:
più è prolungato il
tempo in cui un
soggetto è esposto
ad una condizione
di rischio, maggiore
sarà la probabilità
di comparsa e lla
gravità della
patologia
COSTRUTTO
precede l’emergenza
di un esito negativo
contemporaneo
CORRELATO
FATTORE DI RISCHIO
indicatori di rischio
(marker)
fissi/variabili
meccanismi di
rischio
i hi
(fattore causale)
ESITO NEGATIVO
PROPENSIONE ALL’ANTISOCIALITA’
DIMENSIONI TEMPERAMENTALI COME
ANTECEDENTI ECOLUTIVI PER CD
NEGATIVE EMOTIONALITY
Sperimenta emozioni negative
f
frequentemente,
t
t iintensamente,
t
t
con bassa provocazione
correlazione positiva con
ASPD e CD
DARING
↑ Sensation Seeking
(Zuckerman)
↑ Novelty Seeking
(Cloninger)
PROSOCIALITY
↓ Behavioral Inhibition
(Kagan)
Simpatia e preoccupazione per gli altri
PROFILI TEMPERAMENTALI E
PROPENSIONE ALL’ANTISOCIALITA’
↑Negative Emotionality
↑Daring
Propensione
all’antisocialità
all
antisocialità
↓Prosociality
↓ Negative
Emotionality
↓ Daring
↑ Prosociality
Propensione
all’antisocialità
Nel child development project , 18 fattori di rischio, tra disposizioni
individuali, contesto ed esperienze di vita, che, considerati
singolarmente rendevano conto di percentuali scarsamente
significative della variabilità della condotta individuale, se
compresenti giustificavano il 45% dei problemi della condotta
presentati dai soggetti nel corso dei 5 anni successivi alla fase di
A
Assessment
t (Dodge,
(D d
B
Bates
t eP
Pettit,
ttit 1998)
Cumulative or addictive interaction
between risk factors
FATTORI DI RISCHIO
DISTALI E PROSSIMALI
•Temperamento
Temperamento
difficile;
•svantaggi
socio-culturali;
•esperienze di vita
precoci;
i
•rifiuto dei pari;
disciplina
•disciplina
inadeguata
ESITI
PROCESSI
PROSSIMALI
Reazioni emotive
Interpretazioni
cognitive
Comportamento
violento;
devianza
MODELLI TRANSAZIONALI
¾ Esperienze di vita con genitori, coetanei, istituzioni
sociali mediano i rischi determinati da predisposizioni
biologiche e contesti socioculturali
¾ Esperienze di vita (come disciplina fisica) spiegano
statisticamente gli effetti significativi di un temperamento
resistant su CD nell’adolescenza
(Dodge, 1996)
¾ I 2/3 degli
d li effetti
ff tti statistici
t ti ti i della
d ll povertà
tà familiare
f ili
sulla
ll
delinquenza nell’adolescenza possono essere spiegati da
tre fattori parentali: disciplina rigida, scarsa supervisione,
debole relazione genitore-figlio
(Sampson & Laub, 1994)
Altri fattori
•
•
•
•
•
Durezza disciplina
Carenza calore
Teaching behavior
Esperienze con coetanei (pubertà)
Esposizione a violenza espressa da gruppo
coetanei (prescolare)
• Rifiuto dei pari (nicchie attaccamento
alternativo; Fonagy)
I FATTORI DI RISCHIO
• Fattori Cognitivi
• Funzioni parentali
• Fattori Sociali
• G
Genetica = Interazione ggene-ambiente
COGNITIVE RISK FACTORS FOR
ANTISOCIAL BEHAVIOUR
• Low IQ
• Low verbal skills
• Deficits in executive functioning,
functioning including
attentional problems
• Poor academic attainments
• ? Cause or effect
PARENTAL RISK FACTORS
•
•
•
•
•
Marital discord
Paternal criminality
Maternal depression
Poor parental supervision
Harsh and inconsistent discipline
Are family factors environmental or genetic?
Are they causal or responsive?
SOCIAL RISK FACTORS FOR
ANTISOCIAL BEHAVIOUR
• Family poverty
• Minority ethnic status
WHAT DO WE KNOW ABOUT PRECURSORS
OF ANTISOCIAL BEHAVIOR?
School
Cognitive
Behavioural &
Personality-Individual
Family
Neighbourhood
PROPENSIONE ALL’ANTISOCIALITA’
Emozionalità negativa
FATTORI DI MEDIAZIONE
Daring
Sensat Seeking
Sensat.
Nov. Seeking
BAS/BIS
B h
Behav.
Inhib/disnhin.
I hib/di hi
Prosociality
Agreableness
Coscientiousness
Comportamenti
Esternalizzanti
MULTIPLE
PROBLEM
BEHAVIOR
O
Disturbi
Oppositivi
FUNZIONI GENITORIALI,
CONTESTO FAMILIARE,
ATTACCAMENTO
COINVOLGIMENTO
PRECOCE CON COETANEI
PROBLEMATICI
BASSA PERFORMANCE
SCOLASTICA
Abilità Cognitive
BASSI INDICI DI
FUNZIONAMENTO SOCIALE
E DI OPPORTUNITA’ SOCIALI
DIFFICULT
TEMPERAMENT
N.Fattors
Spread
variance
0
7%
1
11-30%
4
57%
+
LOW SOCIAL
STATUS
+
EARLY
LIFE EVENTS
+
PEERS
REJECTION
=
ANTISOCIAL CONDUCT
IN ADOLESCENCE
Fattori rischio antisocialità
(entro i cinque anni di vita)
1. Biologici
iperattività behavioral facilitating system,
ipoattività behavioral inhibition system, determinanti
temperamentali
2. Socioculturali
affollamento, povertà, etnia, livello
istruzione g
genitori e reddito, divorzio, madre single
g e con meno di
vent’anni
3. Esperienze precoci
Abusi, qualità genitoriale
Difficult or
oppositive
temperament
ODD
Sensation
seeking
TEMPERAMENT
An important risk factor for
antisocial behaviour in
adulthood
Harm avoidance
or behavioral
inibition
Reward
dependence
Social Phobia
1 A direct influence of genetic on
1.
antisociality
The developmental propensity model
NEGATIVE
EMOTIONALITY
high
PROSOCIALITY
low
l
DARING
high
(L h
(Lahey,
2003)
Il percorso evolutivo è
caratterizzato da processi di :
CONTINUITA’
Continuità
cumulativa
Continuità
interazionale
DISCONTINUITA’
Turning point effect
MODELLI INTERATTIVI
¾ Alcuni fattori di rischio distali operano soltanto in
presenza (o assenza) di un altro fattore di rischio
¾ Modelli diatesi-stress: determinate esperienze di vita
aumentano il rischio di sviluppo di CD soltanto in certi
bambini (es. quelli predisposti geneticamente) o in
determinati contesti culturali
¾ Fattori protettivi possono interagire riducendo l’effetto
d l t i di uno stressor;
deleterio
t
uno stile
til parentale
t l restrictive
t i ti può
ò
smorzare gli effetti di un temperamento difficile sullo
sviluppo di un bambino
¾ L’impatto dello stile parentale è culturally-bound (alti
livello di disciplina ⇔ calore familiare)
CONDIZIONE DI
COMPORTAMENTO
PREDISPOSIZIONE
ANTISOCIALE
ALL’ANTISOCIALITA’
FATTORI DI
MEDIAZIONE
Fattori individuali: es.
es temperamento difficile elicita reazioni
punitive,poco empatiche o supportive;
Contesto socio-culturale:
socio culturale: stress ripetuti,
ripetuti disorganizzazione
sociale, scarse possibilità di accesso alle risorse
COME ?
VULNERABILITA’
ALL’ANTISOCIALITA’
Sensation seeking,
impulsività, deficit
cognitivi,
g
disturb
oppositivo provocatorio,
quartiere di residenza con
elevato tasso di
criminalità…
CHE COSA?
MEDIATORI
ANTISOCIALITA’
Frequentazione di
gruppi devianti
devianti,
Disturbo della
Condotta
Incapacità di conformarsi alle
norme
o e legali,
ega , d
disonestà,
so es à,
impulsività, aggressività,
irresponsabilità, mancanza di
rimorso
MODERATORI
PROTETTIVI: relazione genitoriale dispensatrice
di calore, sostegno, supervisone, controllo e
solida disciplina…
DI RISCHIO
RISCHIO: relazione
l i
genitoriale
it i l disfunzionale,
di f
i
l
genitori troppo autoritari o permissivi, Deficit di
Attenzione/Iperattività
PERCHE’ ?
Come ?
P
r
e
d
i
s
p
o
s
i
z
i
o
n
e
Vulnerabilità alla
antisocialità
Sensation seeking,
impulsività deficit
impulsività,
cognitivi, disturbo
oppositivo, quartiere di
residenza con elevato
tasso di criminalità
Che cosa ?
Mediatori
Frequentazione di
gruppi devianti,
Disturbo della
condotta
Antisocialità
Incapacità di conformarsi
alle norme legali,
disonestà, impulsività,
aggressività
aggressività,
irresponsabilità,
mancanza di rimorso
Moderatori
PROTETTIVI. Relazione genitoriale
‘buona’,, sostegno,
g , supervisione,
p
,
controllo con affetto, disciplina
DI RISCHIO. Relazione genitoriale
disfunzionale, genitori troppo
autoritari o p
permissivi,, deficit di
attenzione Iperattività
p
a
t
o
l
o
g
i
a
TRANSACTIONAL
MODELS
The
ep
predictor
ed cto variables
a ab es a
are
e co
correlated
e ated wich
c eac
each
other, life experiences mediate the effect, the
predictive relations are not linear
¾Life events with parents, peers, social institutionS can mediate between
biological
g
risk p
predisposition
p
and socio-cultural environment
¾Life events statistically explain the outcomes of resistant temperament in CD
during adolescence (Dodge, 1996)
¾ 2/3 off statistical effects
ff
off poverty on delinquency in
adolescence can be explained by three factors: hard and
physical parents discipline, low parents monitoring and poor
parent-child relations(Sampson & Laub, 1994)
Which mechanisms could mediate continuities and
discontinuities in psychopathology?
Susceptibility to
environmental
hazards
Kindling effects
sensibility to
stressors
Genetic influences on
persistence
How people
conceptualise what
is happening to them
Major likelihood of
exposure to risk
environment
Ways in wich
individuals manage
vulnerabilities
(coping)
DIFFICULT
TEMPERAMENT
N.Fattors
Spread
variance
0
7%
1
11-30%
4
57%
+
LOW SOCIAL
STATUS
+
EARLY
LIFE EVENTS
+
PEERS
REJECTION
=
ANTISOCIAL CONDUCT
IN ADOLESCENCE
TURNING POINT EFFECT:
Expansion of opportunity, a radical change
of the environment , origine of multiple
positive effects on self-esteem, on
perception
ti off self-efficacy,
lf ffi
on expectancy
t
and individual point of view on the
surrounding world
(Rutter, 1996)
La ricerca ha dimostrato come alcuni soggetti, i cosiddetti
sperimentatori,
p
, si affidino temporaneamente
p
ad una via,, per
p poi
p
abbandonarla nella tarda adolescenza o nella prima età adulta e come,
invece altri, definiti multiproblematici, avanzino, durante la crescita, su
più tracciati contemporaneamente, persistendo nel comportamento
Turning points
( ff
(effetto
cumulativo)
l i )
• Rapporto di coppia con partner non
deviante (E. Bunker), legato al posporre
matrimonio
• Autostima
A
i
• Ingresso
g
in esercito
• Terapie ? (revolving door…., BDL)
DEVELOPMENTAL MODELS EVIDENCE
MEDIATIONAL ROLE PLAYED BY EMOTIONAL
DYSREGULATION
> child aggressive reactions without
considering consequences
b. > social cognition impairment
c. > peer rejection
d. > emotional arousal > deficit in processing
parental messages > deficit in internalization
of parental norms
e. > “coercion
“
i theory”
h
”
a.
L’ ANTISOCIALIT
ANTISOCIALITÀ
À COME
DEFICIT DI AUTOAUTO-REGOLAZIONE
C t ll Involontario
Controllo
I
l t i - Controllo
C t ll Effortful
Eff tf l
Disregolazione Emotiva
Antisocialità Tipo 1 (PHINEAS GAGE)
IL TEMPERAMENTO ALLA BASE DEL
COMPORTAMENTO ANTISOCIALE
ü
La propensione temperamentale
ü
La disfunzionalità dei meccanismi autoregolatori
ü
La fearful inhibition
L’ ANTISOCIALITA’ COME SEGNO DI
PROPENSIONE TEMPERAMENTALE
(Lahey, 2003)
NEGATIVE EMOTIONALITY
Sperimenta emozioni negative
frequentemente, intensamente, con
bassa provocazione
In alcuni studi correlazione
positiva con ASPD e CD
In altri studi nessuna correlazione
con delinquenza o CD
DARING
↑ Sensation Seeking
↓ Behavioral Inhibition
(Zuckerman)
(Kagan)
↑ Novelty
No elt Seeking
(Cloninger)
PROSOCIALITY
Empatia e preoccupazione per gli altri
CD ad esordio
precoce
ADHD
ODD
SI CO-MANIFESTANO
riflettono
ifl tt
essenzialmente
i l
t lo
l stesso
t
temperamento sottostante e le
stesse propensioni cognitive
IL PROFILO DI TEMPERAMENTO AD ALTO RISCHIO
NON E’ SPECIFICAMENTE ASSOCIATO A CD MA E’
UN PROFILO DI RISCHIO PER TUTTI I DISTURBI
ESTERNALIZZANTI
From longitudinal study…
IIndividual
di id l differences
diff
in
i involuntary
i
l t
processes can be distinguished in the first
year off lif
life (Kagan
(K
e coll.,
ll 1990:
1990 N
Nagin,
i
Tremblay e coll., 1996)
Effortful
Eff
tf l control
t l dimension
di
i begins
b i later
l t and
d
shows significant developmental changes
thro ght childhood (Derryberry
throught
(Derr berr and
Rothbart, 1997)
2. Indirect influence through singular dimension
of temperament
p
Negative Emotion
Child tendency
t d
to
t reactt strongly
t
l to
t environmental
i
t l
events with emotions of negative valence (rage
but also sadness,
sadness irritability,
irritability fear
fear, anxiety)
Different types of negative emotions have
DIFFERENT NEUROLOGICAL SUBSTRATES
1. Anger – frustration intolerance > risk for conduct
problems
bl
(Early
(E l Onset-Life
O
t Lif Course
C
Persistent
P
i t t
Type)
2 Fear,
2.
Fear Anxiety,
Anxiety Sadness > Internalizing
psychopathology-protective for conduct problems
((Low Chronic Type)
yp )
Effective strategies in emotion regulation are
part off cognitive
i i executive
i functioning:poor
f
i i
inhibitory control, deficit in ability to delay
gratification,
ifi i
poor attentional
i
l persistence
i
Problem in poor effortful control of emotion
exhibited
hibit d by
b children
hild
with
ith CD come ffrom
a) de
deficit
c t in regulation
egu at o of
o anger
a ge hostility
ost ty or
o
b) broader deficit in executive cognitive
f
functions
ti
COS’ È LA REGOLAZIONE EMOZIONALE?
La maggior parte delle definizioni
f
include diversi elementi di base, ma
soprattutto si focalizzano i processi
interni ed esterni coinvolti nell’iniziare
nell iniziare,
mantenere e modulare il manifestarsi
l’i t
l’intensità
ità e l’l’espressione
i
d
delle
ll
emozioni.
2 PROCESSI GARANTISCONO UNA
REGOLAZIONE EMOTIVA
CONTROLLO
INVOLONTARIO
CONTROLLO
EFFORTFUL
A. CO
CONTROLLO
O O INVOLONTARIO
O O
O
Si
riferisce alle risposte automatiche
bambino agli stimoli emozionali
del
(Grey, 1982; Nagg, 2000)
Queste risposte
Q
i
i li
implicano
diff
differenze
i di id li
individuali
in:
a) intensità della reattività automatica agli
stimoli
ti li emozionali
i
li
b) tipi di stimoli emozionali in grado di evocare
reazioni
i i emotive.
ti
B. CONTROLLO VOLONTARIO/ EFFORTFUL
Si riferisce all’abilità del bambino di prestare
p
comportamentali
p
attenzione e di inibire risposte
per regolare comportamenti ed emozioni
(Rothbart & Bates, 1998).
Due componenti fondamentali dell’ effortful control
sono (Eisenberg et al., 1997):
- Spostare e focalizzare l’attenzione (e.g. essere capace di
spostare l’attenzione al di là di uno stimolo che elicita
un’emozione)
- Inibire comportamento (e.g.
(e g ll’abilità
abilità di inibire una risposta
comportamentale dominante)
NOTE
O
SUI
SU DUE
U MECCANISMI
CC
S DI CO
CONTROLLO
O O
•
Le differenze individuali nelle risposte automatiche/involontarie
possono essere distinte all’inizio del primo anno di vita nei bambini. Il
controllo effortful si sviluppa invece nella prima infanzia. (Kagan et al.,
1990, 2004; Kochanska et al., 1997)
•
Bambini altamente reattivi ma con alti livelli di effortful control sono
meno a rischio di problemi nella regolazione delle emozioni rispetto
a bambini con bassa reattività ma basso effortful. (Derryberyy & Rothbart,
1997; Eisenberg et al., 2000)
•
Vi è evidenza empirica che le variazioni di entrambe le dimensioni
siano collegate allo sviluppo del Disturbo di Condotta. (Caspi 2000;
Rothbart et al., 1994; Frick et al., 2003; Eisenberg et al., 1996; Keenan K & Shaw D.,
2003)
I bambini con Disturbo della Condotta mostrano un
d fi it nelle
deficit
ll funzioni
f
i i di effortful
ff tf l control
t l alla
ll base
b
della
d ll
regolazione emotiva
9 alti
lti livelli
li lli di reattività
tti ità emozionale
i
l negativa
ti (collera,
( ll
ostilità, rabbia)
9 aumenta la possibilità che il danno coinvolga le
funzioni cognitive esecutive (deficit nella capacità di
ritardare la gratificazione, bassa persistenza nel
comportamento e nelle funzioni attentive)
9 il fenomeno è stato dimostrato anche in indagini
prospettiche (persistenza in adolescenza)
Developmentally, emotional dis-regulation
accounts ONLY for types of conduct
problems displayed in context of high
emotional arousal : overt and angry
confrontation with others; defiance,
argumentativeness, fighting, assault
( Frick, Morris, 2003).
)
CRITERI DIAGNOSTICI
C
G OS C DSMDSM
S -IV
A Un quadro pervasivo di inosservanza e di violazione dei diritti degli altri,
A.
altri
che si manifesta fin dall’età dei 15 anni, come indicato da tre o più dei
seguenti elementi:
1. incapacità di conformarsi alle norme sociali per ciò che concerne il comportamento legale,
come indicato
i di t dal
d l ripetersi
i t i di condotte
d tt suscettibili
ttibili di arresto;
t
2. disonestà, come indicato dal mentire, usare falsi nomi o truffare gli altri ripetutamente, per
profitto o per piacere personale;
3. impulsività o incapacità di pianificare;
4 irritabilità
4.
i it bilità e aggressività,
i ità come indicato
i di t da
d scontri
t i o assalti
lti fisici
fi i i ripetuti;
i t ti
5. inosservanza spericolata della sicurezza propria e degli altri;
6. irresponsabilità abituale, come indicato dalla ripetuta incapacità di sostenere un’attività
lavorativa continuativa, o di far fronte ad obblighi finanziari;
7 mancanza di rimorso,
7.
i
come indicato
i di t dall’essere
d ll’
i diff
indifferenti
ti o dal
d l razionalizzare
i
li
d
dopo
avere danneggiato, maltrattato o derubato un altro.
B. L’individuo ha almeno 18 anni.
C. Presenza di un Disturbo della Condotta con esordio prima dei 15 anni di
età.
C t ll Involontario
Controllo
I
l t i - Controllo
C t ll Effortful
Eff tf l
Disregolazione Emotiva
Antisocialità Tipo I
Phineas Gage
TEMPERAMENTAL PATHWAYS TO
ANTISOCIALITY
TYPE II
TYPE I
Antisocial /
Psychopath
Antisocial
Callous and
unempathic traits
Reactive,
externalizing
externalizing,
antisocial
behaviour
PHINEAS
GAGE
DISREGOLAZIONE EMOTIVA
AGGRESSIVITA’ REATTIVA
Disruptive, angry
preschooler reactive
preschooler,
aggression, crying,
whining, defiance
Toddler caregiving
overresponsive to
child’s
child
s emotions,
few demands
placed on child
Irritable infant, intense
crying, long latency to
quiet, difficulty with selfsoothing
REATTIVA
Keenan K,
2003
Behaviorally
difficult toddler low
frustration
tolerance,
overactive,
ti
demanding
Infant caregiving: difficulty
reading cues, tendency to
overstimulate
TED
BUNDY
I TRATTI “CALLOUSNESS
UNEMOTIONALITY”
AGGRESSIVITA’ PREDATORIA
Callous, unemotional
preschooler steeling
preschooler,
steeling, lying
lying,
deliberate fighting, violating
rules
Toddler caregiving
underinvolved,
alternates between
lax and harsh
discipline
Underaroused infant,
underresponsive to
stimulation
PROATTIVA
Keenan K, 2003
Behaviorally
difficult toddler
persistent &
unresponive to
punishment,
i h
t high
hi h
sensation seeking
Infant caregiver: difficulty
reading cues, tendency to
understimulate
ITEM DELLA PSYCHOPATHY CHECKLIST
2 FATTORI: 1 BEHAVIORAL / 2 AFFECTIVEAFFECTIVE-INTERPERSONAL
FATTORE di appartenenza
1. Affabilità, fascino superficiale
2. Grandiosità
3. Bisogno di stimolazione
4. Menzogna patologica
5. Raggiro, comportamento manipolatorio
6. Mancanza di rimorso e senso di colpa
7 Affettività superficiale
7.
8. Insensibilità, mancanza di empatia
9. Stile di vita parassitario
p
10. Scarso controllo sul comportamento
11. Promiscuità sessuale
12. Problemi comportamentali ad esordio precoce
13. Mancanza di obiettivi realistici a lungo termine
14. Impulsività
15. Irresponsabilità
16. Incapacità di assumere responsabilità delle proprie azioni
17. Numerose relazioni di breve durata
18. Delinquenza giovanile
19. Revoca della libertà condizionata
20. Versatilità criminale
1
1
2
1
1
1
1
1
2
2
2
2
2
2
1
2
2
-
Low
Arousal
Low
Fearful
I hibiti
Inhibition
No arousal/response to distress
(Blair 1995, 2006)
Impaired
p
internalization of societal norms
< scores on measure of conscience development
( Kochanska 1995, 1997, 2002)
ANTISOCIALITA’ TIPO II / PSICOPATIA/ TED BUNDY
La diagnosi di PSICOPATIA nei bambini
PSD ((Frick,, Hare))
1. Poor Impulse Control-Conduct Problems
2. Callous-Unemotional ((CU)) Traits
- Non si p
preoccupa
p dei compiti
p a casa
-Non si sente mai cattivo o in colpa
-Le emozioni sembrano superficiali e false
-Non mostra emozioni e sentimenti
-Vuole affascinare ma appare falso
-Non è toccato dai sentimenti degli altri
There is emerging evidence of
High rates of callous-unemotional (CU) traits
in:
subgroup
b
off antisocial
i i l youth
h in
i juvenile
j
il forensic
f
i
facilities (Caputo, Frick & Brodsky, 1999; Silverthorn, Frick &
Reynolds, 2001),
outpatients
p
mental health clinics ((Christian,, Frick,, Hill,, Tyler
y
& Frazer, 1997)
school-based samples (Frick,
(Frick Bodin & Barry,
Barry 2000)
.
Conduct
C
d t problems
bl
INSTRUMENTAL (lying,
(l i
stealing,
t li
vandalism, abuse) not associated with high level of
negative affects (Frick,
(Frick Ellis,1999)
Ellis 1999)
“Unprovoked and for personal gain, instrumental,
premeditated, proactive Î low level autonomic
arousal (lower baseline skin conductance, lower
h t rate,
heat
t reduced
d
d brain
b i activity)”
ti it )” (Raine,
(R i
2002)
Low level of arousal can be experienced as an
aversive state that leads individual to seek novel
and dangerous activities (i.e. fearless behavior).
Covert antisocial behavior (i.e. burglary, vandalism)
= a form of thrill-seeking behavior
(Raine 2002; Farrington,
(Raine,2002;
Farrington 1997)
TYPE II
TYPE I
Unrelated to parenting and family
context
Related to negative parenting
Low negative affects
High negative affects
L affiliation
Low
ffili i
L affiliation
Low
ffili i
Low anxiety and low fear
High anxiety and low fear
Low physiological arousal both at
baseline and as response at
p
punishment
High physiological arousal at
baseline
DISTURBO ANTISOCIALE DI PERSONALITA’
(DSM IV)
(DSM-IV)
9
9
9
9
9
9
9
1,5 - 3,5 % della popolazione generale
Incapacità di controllare il comportamento e di rispettare le leggi
Aggressività reattiva e assenza di sensi di colpa
Inadeguatezza e fallimenti lavorativi
Alta frequenza nella popolazione carceraria (70%)
Rischio di malattie internistiche e di morte violenta
Rischio di abuso sostanze
Low
Arousal
Low
Fearful
I hibiti
Inhibition
No arousal/response to distress
(Blair 1995, 2006)
Impaired internalization of societal norms
< scores on measure of conscience development
( Kochanska 1995, 1997, 2002)
ANTISOCIALITA’ TIPO II
Ted Bundy
CALLOUS/UNEMOTIONAL AND
ANTISOCIAL BEHAVIOUR IN 7 YEAR
OLDS
Callous/unemotional
•
•
•
•
•
•
Does not show feelings or emotions
helpful if someone is hurt, upset or
feeling ill
feels bad or guilt when done
something wrong
considerate of others’ feelings
kind to younger children
concerned about how well s/he is
doing in school
Antisocial
•
Often has temper tantrums or hot
tempers
•
generally obedient, usually does
what adults request
•
often lies or cheats
•
steals from home school or
elsewhere
Viding et al., 2005
CALLOUS UNEMOTIONAL CHILDREN MAKE
MORE ERRORS RECOGNIZING
SAD/FEARFUL FACES
1,6
erro rs
1,2
0,8
04
0,4
0
Sad
Fear
Happy
CU
Surprise
Disgust
Anger
Comparison
From Blair et al, 2000
WHERE MENTALIZATION FAILS,,
VIOLENCE RESULTS
(Fonagy, 2003)
1)
Individuals poor at recognizing mental states in others
through facial expressions of vocal tones may not fully
acquire mentalisation and thus inhibit their natural violence
((Blair,, 2001).
)
2)
Individuals may be unable to interpret minds because they
have never had the opportunity to learn from mental states in
the context of appropriate attachment relationship, or
because their attachment experiences were disrupted.
3)
Caregiver generates anxiety about his/her feelings and
thoughts about the child avoidance of thinking about
subjective
bj ti experience
i
off other
th (secondary
(
d
CALLOUSNESS)
Attachment and Mentalization: the loose
coupling
a key dysfunction in Cluster B PDs
Maternal and romantic attachment appeared systematically
to suppress brain activity in regions associated with
emotionally charged memories, negative emotions,
and those associated with mentalizing and social
j d
judgments.
t
This finding suggests that strong emotional ties to an other
((infant or partner)
p
) not only
y inhibit negative
g
feelings
g
(System A)
but also impede the functional of neural networks that
might assist in generating social judgments about the
attachment figure (System B).
(Bartels & Zeki, 2000, 2004)
1. Speculation for Deficit of Mentalization
in BPD and Antisocial Type 2
Mentalization deficit can be secondary to the
abnormal functioning of the attachment system (i
(i.e.
e
hyperactivity and hyperesponsiveness due to
developmental
p
early
y dysfunctions
y
and/or traumatic
events in the attachment context)
Deficit in mentalization occurs because capacity to
mentalize is taken offline
offline.
(Bateman, Fonagy, 2004; Bateman, Fonagy, 2006)
2 Speculation
2.
S
l ti for
f Deficit
D fi it off Mentalization
M t li ti
in BPD and Antisocial Type 2
Activation of capacity of mentalizing in the context of
attachment relationship ® anxiety in individuals with
hyperresponsive
yp
p
attachment system
y
® further
decoupling
p g of mentalization ® increased vulnerabilityy
to interpersonal
p
trauma
GLI STUDI LONGITUDINALI: COME SI
DIVENTA ANTISOCIALI
P
Parma,
24 M
Marzo 2007
2007,
SERGIO DAZZI, FABIO MADEDDU
Università degli Studi di Milano-Bicocca
Ogni anno circa il 20% degli individui è vittima di
agiti violenti o subisce comportamenti illegali non
violenti
i l ti da
d parte
t di terzi
t i (U.S.
(U S Bureau
B
off Justice
J ti
Statistics, 2002)
Secondo il World Report on Violence and Health
(World Health Organization, 2002) è in continua
crescita l’indice
l indice di mortalità, di disagio, disabilità e
compromissione del proprio modo di vivere causati
da coloro che commettono abusi all’interno della
famiglia ed altri crimini violenti
A partire dal 1970 la constatazione che meno del
10% degli individui commette più del 50% dei
crimini riportati (Wolfgang, Figlio e Sellin, 1972) ha
indotto i ricercatori a studiare e definire le carriere
criminali individuali (Blumstein e Cohen, 1987) e
ad esaminare le origini
origini, durante l’infanzia
l’infanzia, dei
cosidetti criminali recidivi o “persistenti”
La concentrazione familiare del comportamento
antisociale potrebbe essere spiegata dall’ereditarietà
genetica di tale pattern comportamentale, ma anche
dalla trasmissione sociale
sociale, quindi non genetica,
genetica
all’interno della famiglia
Analizzando le review sugli studi longitudinali molti
ricercatori hanno concluso che le ricerche
sull’antisocialità sono ancorate allo stadio dei fattori
di rischio ((Farrington,
g
, 1988,, 2003;; Hinshaw,, 2002;;
Rutter, 2003) e che attualmente solo pochi studi
hanno pianificato disegni di ricerca in grado di fornire
conferme
f
empiriche
i i h alla
ll causalità
lità del
d l disturbo
di t b
(Rutter, Pickles, Murray e Eaves, 2001)
La variabile definita come fattore di rischio, se da un
lato è in grado di documentare una relazione
predittiva con esiti antisociali
antisociali, fornendo indicazioni
riguardo alla probabilità che questi si
pp ,
lato non può
p essere considerata
sviluppino,dall’altro
alla base di una relazione causale
Il limite fondamentale degli approcci basati sui fattori di
rischio é che non considerano i problemi
comportamentali nel loro evolversi,
non sono in grado di descrivere il developmental
process dell’antisocialità
(K.A.Dodge, G.S.Pettit, 2003)
ETEROGENEITA’ DEL
COMPORTAMENTO
ANTISOCIALE
(R tt 1998)
(Rutter
PERSISTENZA
GRAVITA’
DESISTENZA
PATTERN
Panorama della letteratura sugli studi
longitudinali:
Carolina Longitudinal Study,
Study, (R.Cairns e B.Cairns), iniziato
nel 1981 con un campione di 685 soggetti sottoposti ad
assessmentt annualili tra
t i 9 e i 13 annii
¾ Studio di Cohen e Brook, iniziato nel 1975 con un campione
di 975 soggetti, sottosposti, insieme alle madri a tre fasi di
rilevazione
il
i
dati:
d ti nell 1975,
1975 nell 1983 e nell 19851985-86
¾ Great Smoky Mountains Study of Youth, (Costello e
Angold), con un campione di 1416 soggetti di età compresa tra i
9 e i 13 anni e follow up annuali
¾ Cambridge Study in Delinquent Development (Farrington
), con un campione
p
di 411 soggetti
gg
reclutati nel 19611961-62,,
e West),
quando avevano 88-9 anni e sottoposti a follow up ogni duedue-tre
anni fino ai 32 anni
¾
¾Pittsburgh Youth Study (Loeber, StouthamerStouthamer-Loeber e Farrington,
con 1517 soggetti intervistati a 7, 10 e 13 anni dal 1988
¾Cambridge Somerville Youth Study (J.McCord e W.McCord, con 650
ragazzi tra i 10 e i 15 anni segnalati dalle scuole per problemi
comportamentali o difficoltà di apprendimento
apprendimento, follow up dal 1975 al
1980
¾Oregon Youth Study (Patterson), con un campione di 206 soggetti
i t i t ti a partire
intervistati
ti d
dall 1984
1984, quando
d avevano 10 annii e ttuttora
tt
sottoposti a follow up
¾Denver Youth Survey (Huizinga e Elliot), con un campione costituito
d 1500 soggetti
da
tti provenienti
i ti da
d quartieri
ti i ad
d alto
lt rischio
i hi di Denver,
D
intervistati a 7, 9, 11, 13 e 15 anni a partire dal 1988
¾Inner London and Isle of Wight
Studies, (Rutter e Quinton), iniziato
nel 1970 con 1689 soggetti di 10
anni e con un secondo campione di
1279 soggetti dell’isola di Wight.
Entrambi i campioni sono stati
ritestati
it t ti a 14 annii e soggetti
tti a ffollow
ll
up a 25 anni
¾Dunedin Study (Silva e Moffit),
con un campione di 1037 soggetti
nati nel 19721972-73. Il primo
assessment avviene q
quando i
soggetti hanno 3 anni e l’ultimo
follow up quando ne anno 21
¾Montreal Longitudinal Study of
Disruptive Boys (Tremblay), con
un campione di 1161 soggetti in
prescolare sottoposti
p
a follow
età p
up fino a 12 anni
¾Studio
di S.Glueck e
E.Glueck,, con un campione di
E.Glueck
500 delinquenti frequentanti
scuole correttive del
Massachusetts e 500 non
q
, intervistati a 14,, 25 e
delinquenti,
31 anni a patire dal 1939
¾Studio di Verhulst,
Verhulst, con un
campione di 2600 soggetti tra i
4 e i 16 anni, iniziato nel 1983
con follow up ogni due anni
L ANTISOCIALITA COME DIMENSIONE,
L’ANTISOCIALITA’
DIMENSIONE COME
PATTERN DI COMPORTAMENTI DISTINGUIBILI
SULLA BASE DELL’ETA’ DI ESORDIO
DUNEDIN MULTIDISCIPLINARY
HEALTH AND DEVELOPMENT STUDY
•1000 bambini Neozelandesi, nati tra il 1972 ed il 1973
•Valutazioni alla nascita ed a 3, 5, 7, 9, 11, 13, 15, 18,
21 26 annii
21,
•Raccolta dati: ragazzo, genitori, insegnanti,
amici/partners Polizia/Corte giudiziaria
amici/partners,
LA CONTINUITA’ ETEROTIPICA
NELLO SVILUPPOSVILUPPO Moffit et al.
al
10%
LCP
ESORDIO
INFANTILE
DANNO
NEUROPSICOLOGICO
AMBIENTE
TRANSAZIONE
PROATTIVA
Contin.
cumulativa
8%
5%
ESORDIO
INFANTILE
LOW
CHRONIC
ASTINENTI
26%
AD
ESORDIO
ADOLESCENZIALE
TRANSAZIONE
EVOCATIVA
Continuità
interazionale
E
TRANSAZIONE
REATTIVA
MULTIPLE
PROBLEM
BEHAVIOR
COMPORTAMENTI
IMITATIVI
FOLLOW-UP A 26 ANNI
ASTINENTI
LOW- CHRONIC
LIFE-COURSE
PERSISTENT
ADOLESCENCELIMITED
nessun crimine, disturbo psichiatrico
o problema di adattamento
1/3 diagnosi di depressione o disturbi
d’ansia;
elevato
neuroticismo;
isolamento
sociale;
basso
coinvolgimento con droga o alcol
Si
differenziano
da
AL
per
comportamenti violenti; profilo di
personalità
psicopatica;
problemi
pschiatrici e comportamentali;
p
p
; basso
livello di istruzione e funzionamento
lavorativo; problemi di dipendenza da
sostanze
Migliore funzionamento lavorativo e
sociale rispetto a LCP; presentano
di t bi psichiatrici,
disturbi
i hi t i i dipendenza
di
d
d
da
sostanze, problemi di adattamento
L’ANTISOCIALITA’ COME DIMENSIONE, COME
PATTERN DI COMPORTAMENTI DISTINGUIBILI
SULLA BASE DELLE MODALITA’ DI
MANIFESTAZIONE E DEI DIFFERENTI PERCORSI
EVOLUTIVI
PITTSURGH YOUTH STUDY
(Loeber, Farrington, Stouthamer-Loeber,
1998)
ƒ Campione: 1517 soggetti, seguiti dai 7 ai 18
anni
•Raccolta dati: ragazzo,
ragazzo genitori
genitori, insegnanti
insegnanti,
Polizia/Corte giudiziaria
TRE PERCORSI EVOLUTIVI CONNESSI
ALLA MANIFESTAZIONE DI AGITI
DEVIANTI:
CONFLITTO
CON LE
AUTORITA’
ANTISOCIALITA’
OVERT ((manifesta)
if t )
ANTISOCIALITA’
COVERT
(nascosta)
FOLLOW-UP A 26 ANNI
ASTINENTI
LOW- CHRONIC
LIFE-COURSE
PERSISTENT
ADOLESCENCEADOLESCENCE
LIMITED
nessun crimine, disturbo psichiatrico
o problema di adattamento
1/3 diagnosi di depressione o disturbi
d’ansia;
elevato
neuroticismo;
isolamento
sociale;
basso
coinvolgimento con droga o alcol
Si
differenziano
da
AL
per
comportamenti violenti; profilo di
personalità
psicopatica;
problemi
pschiatrici e comportamentali;
p
p
; basso
livello di istruzione e funzionamento
lavorativo; problemi di dipendenza da
sostanze
Migliore funzionamento lavorativo e
sociale rispetto a LCP; presentano
disturbi psichiatrici, dipendenza da
sostanze, problemi di adattamento
PATHWAY VERSO L’ANTISOCIALITA’ DI TIPO LCP
Emozionalità negativa
FATTORI DI MEDIAZIONE
Daring
Sensat Seeking
Sensat.
Nov. Seeking
BAS/BIS
Beha Inhib/disnhin.
Behav.
Inhib/disnhin
Prosociality
Agreableness
Coscientiousness
Comportamenti
Esternalizzanti
Disturbi
Oppositivi
multiple
problem
behavior/
delinquenza/
antisocialita’
FUNZIONI GENITORIALI,
CONTESTO FAMILIARE,
ATTACCAMENTO
COINVOLGIMENTO
PRECOCE CON COETANEI
PROBLEMATICI
BASSA PERFORMANCE
SCOLASTICA
Abilità
b tà Cog
Cognitive
t e
BASSI INDICI DI
FUNZIONAMENTO SOCIALE
E DI OPPORTUNITA’ SOCIALI
Three developmental pathways of antisocial behavior
ANTISOCIAL
LIFE COURSE
PERSISTENT
ANTISOCIAL
ADOLESCENCE
LIMITED
ANTISOCIAL LOW
LEVEL
CHRONICS
The followed observations, during the
follow up carried out on subjects wich
are 26 and 32 years confirmed the
category of adolescent limited and life
course persistent antisocial, but didn’t
confirm the existence of low level
chronics antisocial, wich is substitued by
two categories:
ANTISOCIAL
ABSTAINERS
ANTISOCIAL
RECOVERIES
Distribution of antisocial categories
in the sample of Dunedin Study
Non C
25%
10%
52%
9%
4%
ABST
REC
LCP
AL
Personalityy traits
NON
CLASS.
ABSTAINERS
RECOVERIES
LIFE COURSE
PERSISTENT
ADOLESCENT
LIMITED
Stability/
Neuroticism
-.20
-.68
.08
.67
.31
Insensibility/
Agreableness
g
.07
.14
-.11
-.39
-.02
Impulsivity/
Coscientiousnes
.07
07
.88
88
.03
03
.09
09
-.38
38
Introversion/
Extraversion
.03
-.02
-.13
-.08
.03
Dunedin Study (Moffitt, Caspi, Rutter, Silva, 2001)
1000 bambini, maschi e femmine (1972-1973, Nuova Zelanda)
Dai tre anni in poi,
poi ogni due anni (comportamento delinquenziale 13-32 aa)
SOGGETTI LIFE COURSE PERSISTENT ; numero esiguo, manifestano
durante l’infanzia
l infanzia i primi agiti devianti
devianti, che tendono a divenire sempre più
gravi e a persistere fino all’età adulta, quando assumono tutte le
caratteristiche aderenti alla diagnosi di Personalità antisociale
SOGGETTI ADOLESCENCE LIMITED ; numerosi e caratterizzati da
comportamenti delinquenziali emergenti durante la pubertà e limitati al
periodo adolescenziale
p
SOGGETTI LOW LEVEL CRONICS ; commettono attività delinquenziali
mediamente non gravi né molto frequenti, ma in modo persistente
dall’infanzia all’adolescenza e dall’adolescenza
all’età matura
I fattori di rischio della prima tipologia sembrano di natura individuale
mentre per quelli del secondo tipo prevalgono aspetti sperimentali e
normativi. La condotta antisociale limitata al periodo adolescenziale è
risultata significativamente associata alla delinquenza del gruppo di pari
frequentato dal gruppo del soggetto.
soggetto
Studi successivi hanno permesso di introdurre due ulteriori gruppi:
SOGGETTI ANTISOCIALI RECOVERIES ; un piccolo gruppo di individui che
aveva esibito forme estreme, pervasive e persistenti di comportamenti
antisociali durante ll’infanzia,
infanzia, che sorprendentemente sfociavano, durante
l’adolescenza, in bassi livelli di delinquenza, che rimaneva poco grave o
scompariva
SOGGETTI ABSTEINER ; assenza di comportamenti
devianti
Pittsburgh youth study (Loeber, Farrington, Stouthamer, 1998)
1517 soggetti di sesso maschile
10 anni (intervalli di sei mesi e poi di un anno)
Fattori di rischio:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
elevata impulsività
Scarsa intelligenza
Bassi livelli di inibizione e alta sensibilità a emozioni negative
atteggiamento favorevole alla delinquenza
umore depresso
basso livello arousal di base e sensation seeking
f
famiglie
multiproblematiche
genitori antisociali
residenza in zone di basso livello socio-economico ed elevata criminalità
f
frequentazione
t i
di coetanei
t
i devianti
d i ti
Natura agiti devianti :
Delinquenza lieve
Forme moderate
Forme gravi
Tassonomia con sette tipi di ‘aggressori’
1.
2.
3.
4.
5.
6
6.
7.
Stabilmente non delinquenti
Sperimentatori
Stabilmente moderati
In escalation
Stabilmente gravi
I di
In
diminuzione
i
i
Definitivamente inoffensivi
Tre itinerari evolutivi:
•Conflitto con autorità
•Antisociali covert
•Antisociali overt
In generale
1 Acuirsi di tratti legati al persistere di condizioni avverse : persistenza o
1.
non persistenza sono influenzate da esperienze successive
2 Alcuni individui abbandonano la carriera criminale piuttosto che
2.
continuarla
3. Se individui ad alto rischio incontrano fattori ambientali ‘positivi’,
positivi ,
possono raggiungere un punto di svolta tale da produrre un reale
cambiamento
4. Tutti i mutamenti osservati possono essere messi in relazione con
esperienze di grande portata, dall’impatto pervasivo
5. Le esperienze importanti sono influenzate dal comportamento del
soggetto
6. Continuità cumulativa: l’interazione del soggetto con l’ambiente, quando
nasce sulla base di un comportamento antisociale, tende a portare a
esperienze negative che rafforzano il comportamento e lo stile
antisociale;
i i l un effetto
ff
di accentuazione.
i
RICERCA SU DEVIANZA E ANTISOCIALITA
ANTISOCIALITA’
• dimensionalità vs categorialità
• approccio top down (DSM) vs approccio bottom up
• la logica
g
bottom up
p parte
p
dai dati ottenuti su specifici
p
problemi
p
in ampi
p
campioni di individui (quanto un soggetto è aggressivo, quanto è limitato nel
sostenere l’attenzione)
• si derivano costrutti tassonomici da cui raggruppamenti sindromici (cioè
gruppi di problemi che si comanifestano)
• gradazioni piuttosto che cut-off
ff
La ricerca in p
psicopatologia:
p
g
L’individuazione di:
Una tassonomia emergente
Le traiettorie evolutive
La gravità della prognosi
Conclusioni: esistono diverse
comportamento
t
t
d i t
deviante
che
h
diverse linee evolutive
tipologie di
presuppongono
Devianza-uso di sostanze:
il legame
l
temporale
l
• Uso/abuso di sostanze aumentano, per
frequenza in adolescenza (Elliott
frequenza,
(Elliott, 1985)
• I due comportamenti si amplificano in
parallelo (Rutter
(
e Smith,, 1995))
modo p
• Esiste una forte correlazione fra le due
condotte (Thornberry, 1995)
Prof. Fabio Madeddu
Associato in Psicologia Clinica
Dipartimento di Psicologia
Università di Milano-Bicocca
• Devianza e abuso di sostanze hanno
spesso esordio nell’adolescenza : tra gli
adulti abusatori di sostanze ll’87%
87%
sperimenta le prime assunzioni a 13-14
anni,, il 47% a 15-17 e solo il 5% ha i
primi contatti con le droghe dopo i 18
anni (Fishbourne, 1980);
• Consumo di sostanze e agiti antisociali
sono tanto diffusi tra gli adolescenti
da
essere
considerati
normativi
((Shedler e Block,, 1990))
Prof. Fabio Madeddu
Associato in Psicologia Clinica
Dipartimento di Psicologia
Università di Milano-Bicocca
Il Problem-behavior
P bl m b h i syndrome:
d m :
Una serie di comportamenti devianti
tende a manifestarsi in associazione
piuttosto che in maniera isolata
co-manifestarsi di delinquenzauso di sostanze- aggressività
Prof. Fabio Madeddu
Associato in Psicologia Clinica
Dipartimento di Psicologia
Università di Milano-Bicocca
Gli agiti devianti e l’uso/abuso di sostanze
assolvono spesso per ll’adolescente
adolescente le
funzioni di:
•
•
•
•
•
sperimentazione
trasgressione
adultità
fuga
rito di iniziazione e di legame
Prof. Fabio Madeddu
Associato in Psicologia Clinica
Dipartimento di Psicologia
Università di Milano-Bicocca
Agiti devianti e abuso: lo sviluppo dalla
prima
i
adolescenza
d l
all’età
ll’ tà adulta.
d lt
100
100
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
75
50
25
0
escalators
late starter
experiment
13-1414-1515-1616-17
Prof. Fabio Madeddu
Associato in Psicologia Clinica
Dipartimento di Psicologia
Università di Milano-Bicocca
Quali differenze tra experimenter ed
escalators?
(Wills, McNamara, Vaccaro e Hirki, 1996)
¾ Prima
P i
f
funzione
i
di i i
discriminante:
t
gruppo di
coetanei deviante ed elevata pressione
sociale (83%);
¾ Seconda
S
d funzione
f
i
di i i
discriminante:
t
abuso
b
di
sostanze
da
parte
dei
genitori
e
predisposizioni personali alla devianza;
¾ Terza
T
f
funzione
i
di i i
discriminante:
t
assenza di
controllo e supporto genitoriale
Prof. Fabio Madeddu
Associato in Psicologia Clinica
Dipartimento di Psicologia
Università di Milano-Bicocca
Moffit (1993)
¾Adolescence limited:
Esordio nell
nell’adolescenza
adolescenza
Estinzione naturale
nella prima età adulta
¾Life
Life--course persistent:
persistent: Esordio precoce
Permanenza durante
le fasi di sviluppo
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Associato in Psicologia Clinica
Dipartimento di Psicologia
Università di Milano-Bicocca
a) Tipo misto:
Loeber (1998)
c)) Tipo
Ti delinquente:
d li
t
(esordio nella seconda
(esordio nella seconda
infanzia adolescenziale.
infanzia,
adolescenziale
i f
infanzia,
i si
sintomi
t i
Uso di sostanze e grave
internalizzanti e
delinquenza
q
in assenza di
comportamenti
t
ti delinquenziali)
d li
i li)
sintomi internalizzanti)
b) Tipo internalizzante:
( s di adolescenziale,
(esordio
d l sc n i l
ansia, depressione in assenza
di comportamenti
delinquenziali)
d) Tipo non deviante:
(
(esordio
di adolescenziale,
d l
i l
uso di sostanze in assenza di
comportamenti
p
devianti e
sintomi internalizzanti ed
esternalizzanti)
Prof. Fabio Madeddu
Associato in Psicologia Clinica
Dipartimento di Psicologia
Università di Milano-Bicocca
Cloninger:
• Alcoolismo tipo I
I:
di entrambi i sessi, esordio tardo, disturbo
presenza di ansia e senso di colpa;
p
moderato,, p
• Alcoolismo di tipo II:
prevalentemente maschio,, aggressivo
p
gg
e impulsivo,
p
,
esordio precoce, disturbo severo, agiti antisociali
Babor:
ƒAbuso di cocaina tipo A:
esordio tardo, scarsi livelli di dipendenza, assenza
di psicopatologie compresenti
ƒAbuso di cocaina tipo B:
esordio p
precoce, dipendenza
p
severa,
antisocialità e patologie
Prof. Fabio Madeddu
Associato in Psicologia Clinica
Dipartimento di Psicologia
Università di Milano-Bicocca
Zucker
• Antisocial alcoholism:
esordio precoce con manifestazione di
comportamenti
p
devianti e p
problemi di
condotta e successiva comparsa dei sintomi
propri del Disturbo di Personalità Antisociale
• Developmentally limited alcoholism:
esordio adolescenziale connesso ad agiti
antisociali e devianza, con declino in età
adulta
Prof. Fabio Madeddu
Associato in Psicologia Clinica
Dipartimento di Psicologia
Università di Milano-Bicocca
Quali i meccanismi sottesi
ll’
i i
d
devianza-abuso
i
b
di
all’associazione
sostanze?
¾ Fattori di rischio comuni
¾ La relazione uso di sostanze-risposta deviante
¾ Comportamento antisociale predisponente
all’assunzione
ll’
i
di droghe
d
h
Prof. Fabio Madeddu
Associato in Psicologia Clinica
Dipartimento di Psicologia
Università di Milano-Bicocca
1. Fattori di rischio comuni
Il futuro deviante o tossicomane può essere,
essere
durante l’infanzia:
¾ aggressivo,
aggressivo con agiti ostili e ribelli
Disturbo oppositivo;
¾ con difficoltà nelle attività orientate al
compito e scarse performance scolastiche
deficit delle capacità cognitivo-esecutive
cognitivo esecutive
¾ iperattivo, impulsivo, facilmente distraibile
d fi i di attenzione
deficit
i
con iiperattività
i i à
¾ con frequenti atti di vandalismo, lotte,
assenze d
da scuola,
l b
bugie
i ef
furtii
Disordine della Condotta
Prof. Fabio Madeddu
Associato in Psicologia Clinica
Dipartimento di Psicologia
Università di Milano-Bicocca
¾ con una famiglia caratterizzata da:
genitori che assumono sostanze (Zucker,
(Zucker
1994), genitore single, basso status socioeconomico, elevata conflittualità, mancanza
d coinvolgimento
di
l
e supporto emotivo nella
ll
relazione
genitore-figlio,
disciplina
inconsistente stile troppo permissivo o
inconsistente,
autoritario (Baumrind,1983), scarso controllo
del figlio,
g
comunicazione disfunzionale
(R ill 1979)
(Reilly,
¾ inserito in un gruppo di pari caratterizzato
da:
agiti devianti, tolleranza o incoraggiamento
dell’abuso
dell
abuso di sostanze,
sostanze non aderenza alle
norme e agli obiettivi convenzionali (Duncan e
coll., 1995)
Prof. Fabio Madeddu
Associato in Psicologia Clinica
Dipartimento di Psicologia
Università di Milano-Bicocca
Brook e Cohen ((1998))
Fattori comuni
Fattori diversificanti
• ambiente
familiare
(livello di conflittualità
tra e con fratelli e
genitori);
• devianza predetta da variabili
contestuali(zona
abitativa,
b
basso
status
t t
socio-economico,
i
i
mancanza del padre);
• scuola
l
(
(rendimento
di
comportamento);
• abuso di sostanze predetto
dai rapporti genitore-figlio
(identificazione con la madre e
legame assente con il padre)
e
• gruppo di pari (tempo
trascorso con gli amici,
attività devianti)
Prof. Fabio Madeddu
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2. La relazione uso di sostanzerisposta
i
t d
deviante
i t
• Modello psicofarmacologico
crimine direttamente causato dagli
g
effetti
dell’assunzione
(disinibizione,
incapacità
di
giudizio,
alterazioni
neurochimiche…)
hi i h )
• Criminalità indiretta
agiti devianti aventi la finalità di
procurarsi denaro per l’acquisto della
sostanza
t
• Modello sistemico
crimini e violenze connesse al contesto di
distribuzione della sostanza
Prof. Fabio Madeddu
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3. La relazione comportamento antisocialerrisposta
sposta di uso di sostanze
sostanz
Gli adulti consumatori di sostanze durante
l’infanzia possono essere impulsivi, irrequieti
e distraibili (Caspi e Moffit,
Moffit 1988),
1988) con
elevati livelli di aggressività interpersonale,
di ribellione,
ribellione
devianza e la precoce
manifestazione di agiti deliquenziali (Brook,
Witheman Cohen,
Witheman,
Cohen Shapiro e Balke,
Balke 1995)
Disordine della Condotta
Disturbo di Personalità Antisociale
Prof. Fabio Madeddu
Associato in Psicologia Clinica
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La doppia direzione della relazione abuso di
sostanze-antisocialità
(Pittsburgh
(Pitt b
hY
Youth
th Study)
St d )
“L’uso di sostanze predispone
al comportamento antisociale
e criminoso riducendo le
capacità inibitorie,
inibitorie causando
difficoltà nei rapporti
familiari, costringendo
adattivamente l’individuo a
costruire una cultura del
gruppo dei pari”
Le caratteristiche della
personalità antisociale
((impulsività,
p
aggressività,
gg
sensation seeking) e i
comportamenti devianti
i d
inducono
alla
ll sperimentazione
i
t i
di alcool e droghe attraverso
la non adesione al codice di
norme convenzionali e
l’imitazione dei modelli di
abuso forniti dalla cultura
deviante di appartenenza
Prof. Fabio Madeddu
Associato in Psicologia Clinica
Dipartimento di Psicologia
Università di Milano-Bicocca
In conclusione:
¾ L’importanza
p
di q
queste p
prospettive
p
risiede nell’enfatizzare
f
come dietro presentazioni cliniche apparentemente simili vi
siano quadri sostanzialmente diversi.
¾ Le traiettorie di sviluppo sono complesse e dinamiche, frutto
delle interazioni dialettiche (risk-protective) e cumulative
t
tra
f tt i di rischio
fattori
i hi e protettivi
t tti i e dell’interposizione
d ll’i t
i i
di
mediatori e moderatori
¾ Solo una un’approfondita ricostruzione dei pattern evolutivi
può guidare la comprensione della situazione specifica, con
possibili ricadute nei programmi terapeutici.
terapeutici
¾ L’approccio
pp
life span
p
oriented induce a considerare ogni
g
disturbo sotto l’influenza
l l
delle
ll peculiarità
l
à delle
ll diverse
tappe evolutive ed il particolare significato che gli agiti
devianti e le p
patologie
g assumono nel corso dell’adolescenza
Prof. Fabio Madeddu
Associato in Psicologia Clinica
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