Abstract

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Titolo Abstract:
TSRM: da Arte Ausiliaria a Professione sanitaria. Ieri e oggi: un questionario per capire cosa è
stato e come sta cambiando la professione di tecnico di radiologia medica sanitario.
Università
Sede: Reggio nell'emilia
Corso di Laurea: Tecniche di radiologia medica per immagini e radioterapia
Università: Universita' Modena e Reggio nell'Emilia
Anno di corso: 2008\2009
Autore referente
Cognome Nome: Musaro' Giulia
Altri autori: Ferri Carlo, Gasparini Alice, Pratico' Francesca
Abstract
Motivazione ed obiettivi:
Il nostro lavoro è stato fatto con l'obbiettivo di capire il cambiamento generazionale che c'è stato
all'interno della professione di tecnico di radiologia medica. Per questo si è scelto di rivolgere le
domande a tecnici che avessero maturato un'esperienza di lavoro maggiore di 35 anni, quindi con un
bagaglio di esperienze lavorative molto ampio.Abbiamo ritenuto utile, per noi giovani che ci apriamo a
questa professione sanitaria, ascoltare e capire le storie di persone che hanno dedicato tutta la vita a
questo mestiere.
Materiali e metodi:
In questo lavoro è stato creato un questionario composto da otto domande aperte, in modo da ottenere
risposte il più ampio possibile e rendere più informale l’intervista.Partendo dall’anzianità di TRSM e
principali sedi di lavoro abbiamo chiesto: qual è stato, fondamentalmente, il principale motivo che ha
portato a scegliere il lavoro del tecnico sanitario di radiologia; come si è vissuto il passaggio
dall’analogico al digitale; com’è stato l’impatto con il computer; com’era la Radiologia, dal punto di
vista della struttura, delle attrezzature e della tecnologia; all’inizio dell’esperienza di lavoro, come si
ricordano i rapporti con i colleghi, con i medici e con i pazienti; qual era la percezione del Rischio alle
Radiazioni Ionizzanti, all’inizio della carriera e in conclusione, cosa manca di più della vecchia
radiologia.Siamo andati negli ospedali dove abbiamo frequentato i tirocini e abbiamo posto le domande
ai tecnici radiologi che hanno maturato un’anzianità di servizio maggiore dei 35 anni. Il lavoro si è
svolto tra i distretti di Sassuolo, Montecchio, Castelnuovo Monti e Scandiano. Grazie al tirocinio
propedeutico svolto nelle sedi ospedaliere di Reggio Emilia e Modena abbiamo avuto la possibilità di
venir a contatto con esperienze lavorative molto diverse e questo ci ha aiutato nel raccogliere le
interviste contenute nel questionario.Le domande sono state poste direttamente agli interessati e,
servendoci di dispositivi di registrazione digitali, siamo riusciti a velocizzare i tempi per l'acquisizione
delle risposte.Abbiamo raccolto sei interviste e ne abbiamo dedotto una sintesi, cogliendo gli aspetti ed i
contenuti che più potessero illustrarci il cambiamento che c'è stato nell'ambito della professione di
tecnico radiologo.
Conclusioni:
Dalle interviste è emerso che le procedure informatiche permettono di abbattere i tempi necessari allo
svolgimento dell’esame, ad oggi gli studi diagnostici sono aumentati esponenzialmente a discapito a
volte dell’accoglienza del paziente. Il tempo necessario per dare una spiegazione in più può non esserci
in una prospettiva improntata sulla velocità. Il tecnico di radiologia oggi come oggi deve essere
essenzialmente un buon informatico, queste nuove competenze segnano il passo fra un passato
temporalmente molto vicino, in cui la capacità e le abilità personali rendevano questo un mestiere più
artigianale e creativo e un’epoca presente che ha ridimensionato quelle capacità per dar spazio a
protocolli in cui l’interpretazione del tecnico è ridotta.Nonostante ciò è innegabile che la qualità degli
esami svolti sia notevolmente aumentata con l’introduzione delle nuove tecnologie.
Progetto/Buona pratica prevalentemente riferito a:: Ricerca
Risultati e valutazioni:
L’intervista è stata accolta positivamente da tutti i tecnici sanitari di radiologia. La motivazione
principale che ha portato noi, oggi, a scegliere questa professione è diversa dal passato, prima era solo
un’esigenza per lo più economica ora è per la maggior parte una scelta vocazionale. Poiché nati nell’era
della tecnologia non abbiamo vissuto il passaggio dall’analogico al digitale, diversamente è per il
“tecnico di ieri” che ha sentito questa differenza, come ha affermato uno dei nostri intervistati: ” mi
sento una persona romantica, ho vissuto questo passaggio come una forzatura”.Quest’avvento del
computer ha portato senz’altro dei vantaggi dettati dal fatto che con il metodo digitale, uno specialista
come un ortopedico, un chirurgo, un medico del pronto soccorso sono in grado di vedere le immagini in
tempo reale. Altro innegabile vantaggio è l’eliminazione di archivi cartacei, che occupano spazi enormi.
Uno svantaggio che si può intravedere è che se ora sbagli un nonnulla nell’acquisizione dell’immagine
sei “inchiodato”, mentre con l’analogico potevi correggere eventuali errori umani senza essere legato a
una procedura informatica. Altro aspetto è la privacy, se ad esempio, dovendo fare un esame in qualche
modo imbarazzante il paziente decide di sottoporvisi in un ospedale magari in un distretto che non è il
suo per residenza, non ha la garanzia della privacy perché immagini e referti sono archiviati in maniera
informatica accessibile da qualsiasi struttura ospedaliera della provincia. Per alcuni l’impatto con il
computer ha portato a depauperare alcuni elementi valoriali della professione come l’incontro con il
paziente. Diversamente è per noi, giovani tecnici, che non avendo vissuto in prima persona questa
transizione, lo consideriamo un aspetto vantaggioso e positivo per la nostra professione, in quanto ha
portato a migliorare qualitativamente lo studio radiologico e ha ridotto la ripetizione dell’esame stesso.
Un tempo la tecnologia imponeva per ogni singola esposizione radiologica di ricevere più radiazioni, in
quanto non c’erano sistemi di protezione o di amplificazione. Nonostante ciò il rischio radiologico è
molto più percepito ora dal paziente ma se lo è, il merito è da attribuire in gran parte proprio al tecnico
sanitario di radiologia. Un tempo c’era poca cultura e scarsa letteratura sui rischi da radiazioni ionizzanti
oggi le persone sono più informate attraverso internet o da altre fonti come riviste specializzate. Più o
meno negli anni ottanta s’iniziarono a far indossare grembiulini e protezioni, la gente con il tempo ha
fatto proprie tali accortezze arrivando a esasperare con la loro cultura disorganizzata certe richieste come
schermare dalle radiazioni ionizzanti una parte anatomica da studiare. In passato il vecchio tecnico di
radiologia assomigliava piuttosto a un fotografo vero e proprio, lavorando per la maggior parte in
camera scura, diciamo che era una figura più creativa: ”L’operario della lastra”, anche se oggi bisogna
avere quel pizzico d’ingegnosità nell’esecuzione dell’esame e nella sua interpretazione.
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