The Red Violin e la maledizione che lo strumento porta con se e che si propaga a tutti coloro che ne vengono in possesso... Questa la trama del film per cui John Corigliano, uno tra i massimi compositori statunitensi, compose la colonna sonora premiata poi da un Oscar; successivamente, nel 2003, il Concerto per violino e orchestra ne divenne un conseguente ampliamento. Figura controversa in Europa per una sperimentazione distante dagli stilemi del vecchio continente, Corigliano ha cercato di superare gli accademismi della musica contemporanea indirizzando la sua scrittura verso una forte emotività. Sensibilità ed emotività ravvisabili anche nel giovane compositore triestino Eugenio Visnoviz, vissuto nei primi anni Trenta del '900 e scomparso prematuramente in modo tragico. “La vita somiglia un poco alla malattia... Non sopporta cure” scriveva Italo Svevo. Nella sensibilissima natura musicale languida e malinconica di Visnoviz, in una Trieste mitteleuropea, crocevia culturale tra il mondo della Romantik tedesca, il melos italiano e il pathos slavo, si colgono echi di compositori dell'800 e del primo '900, in particolar modo di Brahms. Questo può essere interpretato come una fuga dalla realtà per trovare rifugio in un passato più florido e la Hochzeitmusik per soli archi, opera densa dal dinamismo tematico sfuggente, ne è un riflesso del suo animo tormentato. Concludiamo infine con il sarcasmo prorompente e sovvertitore di Milhaud con Le boeuf sur le toit. Questo balletto avrebbe dovuto essere originariamente la colonna sonora di un film di Charlie Chaplin, ma poi Cocteau ne scrisse una breve farsa animata da personaggi stranissimi che si incontrano in un singolare bar di Parigi “ Le boeuf sur le toit” appunto. Composta da temi energici e ritmati di provenienza sud-americana è caratterizzata da una lussureggiante invenzione melodica, il tutto all'insegna dell'eccesso. Angela D’Oronzo