Rio Tinto ….un altro mondo.
Il Rio Tinto (Andalusia - Spagna) offre delle viste spettacolari dovute al colore delle proprie acque che hanno tonalità rossastre e per i sedimenti di tonalità gialloocra che contornano le sue rive. Questa situazione non è naturale ma, come spesso succede, dovuta all’uomo che dal 1873 fino al 1957 ha sfruttato il terreno ricco di
minerali di ferro, costruendo una miniera a Minas de Rio Tinto e collegandola con una ferrovia, che segue il corso del fiume, a Huelva per trasportare i minerali
estratti. Quello che ora possiamo vedere è un panorama devastato ma , dalle colorazioni incredibili, quindi non solo acque rosse dovute alla alta concentrazione di
solfuri di ferro , cibo per dei microrganismi che lo trasformano in metalli pesanti e acido solforico da cui l’elevata acidità (ph 2.2), ma residui di rocce dalle innumerevoli sfumature che giocano con la luce regalandoci suggestioni extraterrestri che quasi si confondono con il sogno….
Gennaio
Febbraio
Marzo
Sorgenti del Rio Tinto
Sorgenti del Rio Tinto.
Mulino di Gadea
L’acqua del Rio Tinto nasce
di un rosso cristallino, piccoli rivoli si accumulano in
pozze sempre più grandi,
fino a diventare un torrentello ed un fiume più a valle.
Alle sue acque si aggiungono le acque che percolano
con la pioggia dalle montagne di detriti arricchendosi di
minerali che poi si depositano più a valle.
La montagna di detriti scavata è stata chiamata Cerro
Colorado per la sua “palette”
di colori incredibile in un
paesaggio naturale devastato.
Questo viaggio è nato con
l’obiettivo primario della fotografia, esperienza condivisa
con altri due amici Giacomo ed
Adalberto.
Le sorgenti mi hanno molto
colpito sia per i colori delle
acque che per quelli delle rocce. L’impatto del colore toglie
il fiato e ti emoziona al punto
che non sai cosa riprendere e
solo grazie al fatto che
l’obiettivo era la fotografia
(quindi senza stretti limiti di
tempo) abbiamo avuto il tempo
di riaverci e di riordinare le
idee per fare delle buone inquadrature.
Qui siamo sulla parte sud del rio
Tinto a 50 km dalla foce. Lungo
il suo percorso sono frequenti
gli sbarramenti per realizzare dei
mulini che ora sono naturalmente abbandonati, che però ci hanno lasciato un tripudio di colori
depositati sulle dighe e lungo le
sponde. Da qui in poi si apre la
pianura che accompagnerà il rio
alla foce. Un chilometro prima
della foce si unisce con il fiume
Odiel presso Huelva.
Proprio dal porto di Palos de la
Frontera, il 3 agosto 1492, salparono Cristoforo Colombo a bordo della Santa María, Vicente
Yáñez Pinzón a bordo della Niña
e Martín Alonso Pinzón a bordo
della Pinta.
Altre polle alle sorgenti
Piana della miniera, rinominata Cerro Colorado
Maggio
Peña de Hierro
Aprile
Minas de Rio Tinto
Giugno
Rio Tinto a Berrocal
Antica miniera nei pressi di
Nerva utilizzata ancora 5000
anni fa, ricca di pirite, e ora
meta turistica per visitare le
gallerie ed il cratere riempito
d’acqua. L’acqua appare nera
e solo dove le rocce sono affioranti appaiono nel loro colore rosso fuoco. Intorno arcobaleni di colori sulle rocce
gradonate ed ora colonizzate
da arbusti ed alberi.
Piana della miniera.
Lo scenario è lunare e
straordinario, per la maggior parte privo di vegetazione con colline e pareti
rocciose di vari colori che
vanno dal rosso, all’oro, al
marrone, ci sono crateri e
picchi, montagnole e terrazzi e scarpate che si stagliano davanti ad un cielo di
un blu ed azzurro intenso,
polle d’acqua solforosa di
color verdastro.
Questa è una desolazione
che affascina e colpisce e
fa vagare la mente in ambiti
extraterrestri.
Colori incredibili ornano una roccia
Mulino di Gadea visto dal ponte.
Antica miniera Peña de Hierro
Percorrendo la strada che da
Zalamea la Real porta a Berrocal, prima di arrivare al paesino
si passa un ponte a fianco del
quale c’è ne uno rotto, anzi interrotto; è crollato il pezzo centrale. Qui il colore rosso del fiume diventa più “corposo” carico
di sedimenti che gli danno tonalità di fuoco da sembrare della
lava fusa che scorre e si solidifica in gialle tonalità sulle pareti
rocciose.
Dominanti rosso fuoco
Luglio
Agosto
Settembre
Piana della miniera
50 sfumature di rosso
Rio Tinto a Berrocal
Le acque piovane scorrendo sulle montagne di detriti
formano laghi temporanei
che riflettono una sinfonia
di rosso, anche il cielo diventa rosso nel riflesso.
Il paesaggio è deserto, non
c’è segno di vita solo colori
e colori e lo sguardo si perde in un cielo azzurro.
… color di fuoco, di porpora,
di rubino, carminio, vermiglio,
cremisi, magenta, scarlatto,
amaranto oltre che color di
sangue, rosso bandiera, rosso
Cardinale, rosso passione,
rosso ira, rosso malpelo, vino
rosso, rosso di Falun, rosso di
Rutenio, rosso Cadmio, rosso
Tiziano, rosso ruggine, rosso
mattone, rosso cardinale, rosso veneziano, rosso Persia,
rosso terracotta, rosso castagno, rosso ciliegia, rosso corallo, rosso melograno, rosso
Fucsia, rosso Malva, rosso di
Alizarina, rosso Borgogna,
Rosso granata, rosso Pompeiano, rosso Corsa, rosso
Lacca di Garanza, rosso Valentino, rosso.., rosso.., rosso……
L’emozione ti travolge di fronte a
queste visioni, tremano le mani,
la mente va in corto e ci vuole
un po’ di tempo per riprendere il
controllo e guardare con occhi
più tecnici queste meraviglie
colorate.
La dominante è sempre quella in
una scala di sfumature che digradano dal giallo al rosso cupo.
Sembra di essere in un sogno, in
un altro mondo, su di un altro
pianeta.
Altre incredibili visioni
Montagne di colorati detriti vicino Cerro Colorado
Pozza temporanea
Ottobre
Novembre
Dicembre
Grafie a Berrocal
Colori delle Rocce
Colori del Rio Tinto.
Qui son tutti protagonisti,
anche i fanghi essiccati
formano curiose grafie tra
le rocce. I fanghi impregnati
di colore dipingono ogni
cosa che toccano, qui è
tutto colore, la natura ferita
sanguina invadendo ogni
angolo di purpuree tonalità
viranti in giallo-ocra .
Le formazioni rocciose non
vogliono essere da meno, e
come in una gara di bellezza,
sfoggiano tratti e colori con
variazioni tonali che distolgono lo sguardo dell’osservatore
dagli intensi e vermigli riflessi
del Rio Tinto.
Le rocce sono come un libro, e
raccontano dell’evoluzione e
della loro origine e provenienza geologica ma, qui il libro è a
colori e, che colori !
Non so più trovare parole per
descrivere queste vedute, questo
ambiente insolito e penso unico
al mondo. L’acqua acida trascina
i minerali che al calare del livello
delle acque si depositano a strati
sulle rive, sulle rocce, in un caleidoscopio senza fine. Gradazioni
colorate si alternano tra le cascatelle ed i massi che le circondano.
Il viaggio tra poco terminerà, ma
resteranno vivi nella memoria i
ricordi di questo ambiente dai
cromatismi quasi irreali, residui di
sogni fantastici che non svaniscono dopo la sveglia.
…veramente un altro mondo!!
Colori delle rocce a Peña de Hierro
Cascatella a ponte de las Majadillas
Grafie formate dai fanghi essiccati (Berrocal)
Chi desidera vedere altre immagini di questo luogo, può visitare il mio sito www.adrianomascherin.it . Ringrazio mia moglie Daniela che ha appoggiato questo mio viaggio, senza parteciparvi e condivide la mia passione fotografica. Insieme Vi auguriamo , di vivere con intensità, gioia e anche con spirito di avventura cogliendo gli aspetti più significativi e profondi dello
spazio temporale definito come 2014, nonostante la litania di notizie che i media ci propinano ogni giorno.
Foto Adriano Mascherin © tutti i diritti riservati