Notiziario della Federazione Mandolinistica Italiana Periodico Trimestrale - Anno XX - n. 2 - Luglio 2009 Orchestra a Plettro “Sanvitese” Elena Abolmazova direttore Georgij V. Sviridov - La tempesta di neve pagina 3 4-5 6 7- 8-9 10 11 - 12 - 13 SOMMARIO EDITORIALE “CARO PLECTRUM” Il Duo Cavallucci Ciancetta - Edoardo Valentini - Anatonio Dachs IL FONDO “ARCHIVIO RESPIGHI” ITALO BRIAN: andata e ritorno dalla terra d’argento PESCARA: nascita di un gruppo giovanile a plettro LA COLLEZIONE MAURRI Collana di musica per mandolino e strumenti a plettro 14 “DAL VESUVIO ALL’AMERICA LATINA” 15 NASCE L’ESTUDIANTINA ENSEMBLE BERGAMO 16 L’ORCHESTRA A PLETTRO “SANVITESE” 17 - 18 LA TEMPESTA DI NEVE Illustrazione musicale di G. V. Sviridov 19 TIZIANA PALUDETTO 20 LUIGI SALAMON 21 - 22 I CORSI DI MANDOLINO ALLE SCUOLE ELEMENTARI DI UDINE 23 CLARINET AND AVI AVITAL 24 LIUTERIA AMENDOLA ROCCO Plectrum - Notiziario trimestrale della FMI Autorizzazione del Tribunale di Treviso del 09.05.2005 - Reg. n. 13 ANNO XX - n. 2 - Luglio 2009 Direttore responsabile: Michele De Luca Redazione: 31029 Vittorio Veneto /TV - Via S. Mor, 28 tel. 0438.560860 - e-mail: [email protected] Realizzazione grafica: Paola Checchi 2 Luglio 2009 EDITORIALE Plectrum viene inviata ai soci FMI in regola con il pagamento delle quote di iscrizione annuale. Soci individuali euro 15,00 Soci collettivi euro 100,00 Versamento su ccp 37243722 intestato a: FMI - Via S. Mor, 28 - 31029 Vittorio Veneto /TV N ell’ambito della Settimana dedicata alla Musica, si è tenuto a Piano di Sorrento, tra il 4 ed il 9 Maggio, in accordo con la Direzione Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania, la Ventesima Rassegna Nazionale delle Scuole ad Indirizzo Musicale, che ha comportato l’arrivo a Sorrento di un centinaio di orchestre giovanili italiane, composte da ragazzi tra gli undici e i tredici anni. Da tempo il Ministero dell’Istruzione ha intrapreso iniziative di rilancio della pratica musicale nelle scuole di ogni ordine e grado, riconoscendone la particolare valenza educativa e formativa. “Il concreto far musica contribuisce alla crescita armoniosa della persona non solo perché in tal modo la dimensione sonora non rimane estranea al quadro culturale che nella crescita va a determinarsi, ma anche perché la pratica musicale, attraverso una più piena utilizzazione delle varie capacità della mente umana, favorisce l’apprendimento di tutte le discipline”. Come in precedenti Edizioni, anche quest’anno si è voluto affiancare alla Rassegna un momento di riflessione teorica e formativa: il Convegno intitolato “Di risonanze eccelse - Vent’anni di pratica musicale nella Scuola”, fortemente voluto dalla Direzione Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania. L’intento manifesto è stato quello di presentare alcune esperienze ‘eccellenti’ maturate tra didattica e formazione. Peccato che fra le migliaia di ragazzi che si sono avvicendati non ve ne fosse nemmeno uno col mandolino...eppure il mandolino è uno strumento molto adatto per l’apprendimento musicale nella scuola media. L’approccio relativamente facile allo strumento, anche per il suono accattivante, il suo costo relativamente basso, la possibilità di far musica d’insieme fanno del mandolino lo strumento da consigliare ai ragazzi delle scuole medie ad indirizzo musicale. Sfortunatamente però il mandolino non compare nella lista degli strumenti consigliati dal Ministero. So che sono state intraprese diverse iniziative per ovviare a questo inconveniente, senza ottenere per ora alcun risultato, come spesso succede nel nostro Paese per le richieste che si presentano a costo zero. Mi corre comunque l’obbligo di segnalare che in alcune scuole elementari (IV e V) ed in alcune scuole medie ad indirizzo musicale e non, grazie da una parte alla lungimiranza ed all’apertura culturale dei Dirigenti Scolastici, e dall’altra all’opera encomiabile di alcuni nostri mandolinisti, molti ragazzi hanno potuto avvicinarsi al mandolino, dimostrando, nella maggior parte dei casi, un immediato interesse verso questo strumento. Artemisio Gavioli 3 Luglio 2009 Caro Plectrum il Duo Cavallucci (mandolino) - Ciancetta (chitarra) Egr. Prof. Gavioli Mi piacerebbe molto parlarle di un progetto che sto portando avanti e che volevo giusto proporle. In Abruzzo, esattamente a Loreto Aprutino, in provincia di Pescara a 20 km da dove abito io, c’è un noto produttore di vini, famoso in tutto il mondo, di nobile famiglia, di nome Francesco Valentini. Francesco, essendo un mio amico, mi ha messo in mano degli antichi manoscritti del suo bisnonno, Edoardo Valentini, musicista e compositore (in allegato trova un breve curriculum del personaggio) con la preghiera di far tornare a vivere quelle composizioni. Le ho lette ed Caro Plectrum Edoardo Valentini Edoardo Valentini - Nato a Loreto Aprutino (Pescara) il 26.02.1868 - Deceduto a San Benedetto del Tronto (AP) il 15.04.1955 - Diplomato al Conservatorio San Luigi di Bologna - All’età di 16 anni è stato I° violino nel quartetto della Regina Margherita. - Nel 1891 a 23 anni, debuttò come Maestro Concertatore e Direttore d’Orchestra a Viterbo, nel Teatro dell’Unione con la Carmen di Bizet. - Nel 1892 a 24 anni, diresse al Teatro Guillaume di Brescia con il Barbiere di Siviglia. - Nel 1893, a 25 anni, diresse a San Giovanni in Persiceto il Guglielmo Tell. - Nel 1895 a 26 anni, diresse al Teatro Manzoni di Milano la Dinorah. - In seguito dirigerà in tutti i più famosi teatri d’Italia,dal San Carlo di Napoli alla Fenice di Venezia. - In giovane età andò anche in tournèe assieme al Maestro Arturo Toscanini, anche lui giovane direttore, e si alternavano nella direzione. - Verso i trent’anni si recava spesso in Germania (parlava correntemente francese e tedesco) per studiare la musica di Wagner. Fu uno dei primi wagneristi italiani. Infatti Wagner fu diretto per la prima volta in Italia proprio da Edoardo Valentini con il Tannhauser. - Verso i 37 anni, nel pieno della sua carriera, per gravi motivi familiari, si ritirò a vita privata e non calcò più le scene. - Le sue composizioni sono state scritte in giovane età tra i 18 ed i 20 anni e furono edite dai F.lli Cocchi di Bologna. Domenica 5/7/09, Anatonio Dachs ha inviato il seguente messaggio in lingua spagnola che riportiamo in originale essendo il contenuto facilmente intuibile: eseguite con il mandolino, e sono di una bellezza ed un’intensità struggente. Ho quindi creato un duo mandolino e chitarra classica, ed ho eseguito già alcune di queste opere. Quindi è mia intenzione portare a conoscenza del pubblico tanta bellezza e meraviglia. Vorrei poterle proporre un concerto o due da eseguire dove lei riterrà opportuno, perché credo fermamente in questa musica, ed ho dei riscontri incredibili quando la eseguo. Costantemente si verifica nel pubblico un’emozione tale, che c’è sempre qualcuno che si commuove e piange. Infatti è una musica struggente. Ma rispecchia totalmente l’animo di questo musicista tormentato, che ha dovuto abbandonare la sua musica a soli 37 anni, all’apice della carriera (era stato anche in tour con Toscanini), per motivi familiari, ed ha vissuto tutta la sua restante vita come un’anima in pena per quanto aveva dovuto lasciare. Ma spero di poter raccontarle a voce tutta questa storia triste e meravigliosa, e poterle far vivere queste emozioni. Cordialmente la saluto, Alessandro Cavallucci 4 Luglio 2009 Hola. Soy de la orquesta de plectro LAUD’ARS, de Barcelona. Estaríamos interesados en participar en algún festival de orquestas de plectro del sur de Francia o de Italia, fundamentalmente. Somos miembros de la FEGIP. Si saben de algún grupo que esté interesado en que hagamos un concierto le rogamos nos pasen su contacto. Reciban un codial saludo y gracias. Anatonio DACHS <[email protected]> 5 Luglio 2009 Italo Brian: andata e ritorno dalla Terra d’argento* Il Fondo “Archivio Respighi” I l fondo “Archivio Respighi”, recentemente acquistato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed affidato all’Archivio di Stato di Milano per la sua conservazione, consta di 209 unità documentarie, tra cui 117 fotografie e 5 spartiti musicali. Questi documenti illustrano in maniera significativa la vicenda umana e professionale di uno dei più importanti compositori del Novecento italiano, Ottorino Respighi (Bologna 1879 – Roma 1936) e di Elsa Olivieri Sangiacomo (Roma 1894 – 1996), pianista, cantante, compositrice, dapprima allieva e – dal 1919 – moglie del musicista. In occasione della festa della musica sono stati esposti (dal 21 Giugno fino al 4 Luglio) i 5 spartiti ed una selezione di fotografie. Sono stati inoltre eseguiti due brani, scelti fra quelli conservati all’Archivio di Stato: il primo, inedito, si è rivelato un’aggiunta al catalogo delle opere giovanili, ed il secondo una versione preparatoria - e leggermente diversa - del Vocalizzo per contralto o basso pubblicato successivamente. Grazie alla cortese disponibilità di Simona Crucinio, pianista, e Peggy Bélanger, soprano, allieve dell’Accademia Internazionale della Musica di Milano. 6 Luglio 2009 di Bruno Bonollo D a quando mio padre morì, lasciando mia madre sola nella sua vecchiaia, le giornate di lei erano divenute tutte uguali, scandite dalle stesse azioni e dagli stessi gesti, compiuti quasi ritualmente ad ogni nuovo sorgere del sole. Seduta ad un tavolo di legno scuro, un po’ sbiadito dal tempo, in modo lento ma con abilità, passa lunghe ore a disfare trame intricate di stoffe consunte e ormai inutili e il mulinello delle sue mani, dove non si notano variazioni di ritmo, ne compatta nuovamente i fili in pesanti gomitoli. In quei gomitoli, dai colori più vari e spesso mal combinati, mia madre già intravvede la possibilità di nuove forme e lavora instancabile, affinché nessun filo di lana vada perduto. In ciò si intuisce in lei la memoria viva di una passata povertà, che le insegnò la massima cura per le cose che la vita le aveva concesso. Si ringrazia sentitamente per l’informazione: Dott.ssa Mariagrazia Carlone Archivio di Stato di Milano - via Senato 10, 20121 Milano http://www.archiviodistatomilano.it/ Suo padre, Angelo Brian, era invalido di guerra,.....ma il suo debole stato di salute non ostacolò la sua volontà di mettere su famiglia..... sposò Angela, una donna dall’aspetto e dal carattere forti,..... e in pochi anni videro la luce cinque figli. Tutti i suoi movimenti sono avvolti dal silenzio e solo di rado capita di sentire la sua voce, come se lei ne avesse una cura speciale e la custodisse per pochi e, a suo giudizio, più importanti discorsi. Ad animare la sua mente sono spesso le immagini nitide, che la memoria ancora le consegna, della famiglia in cui nacque, nel lontano 1921. Suo padre, Angelo Brian, era invalido di guerra avendo fatto ritorno dalle estenuanti fatiche del primo conflitto mondiale con un danno ai polmoni che non dava possibilità di guarigione. Ma il suo debole stato di salute non ostacolò la sua volontà di mettere su famiglia. Subito dopo la guerra sposò Angela, una donna dall’aspetto e dal carattere forti, che poteva ben supplire alla delicata condizione del marito e in pochi anni videro la luce cinque figli. La sua voce, suadente e distinta, dà ai ricordi una forma sempre più commossa... quando parla del fratello Italo … più vecchio di lei appena di due anni essendo nato a Breganze, in Contrà Maglio, il 29 Maggio 1919. Inavvertitamente mia madre si affida sempre più ai moti fluttuanti della memoria, che la conducono a siti lontani. A poco a poco, il suo incessante lavorio si calma ed ella posa con cura sul vecchio tavolo i suoi manufatti di lana ancora incompiuti. La sua voce, suadente e distinta, dà ai ricordi una forma sempre più commossa. Soprattutto quando parla di Italo che era uno dei suoi fratelli più vecchio di lei appena di due anni. Italo era nato infatti a Breganze, in contrà Maglio, il 29 Maggio 1919. Mia madre racconta di un giovane pieno d’ingegno, disposto ad impegnarsi in qualsiasi mestiere per sostenere le necessità della famiglia, e tenere lontana, per quanto fosse faticoso, la povertà. Ancora ragazzino aveva trovato impiego come operaio negli stabilimenti Laverda, in paese, dove si producevano macchine agricole. Ma non appena se ne tornava a casa, lasciando per l’indomani le fatiche del lavoro di fabbrica, Italo cercava diletto in quelle che erano le sue più grandi passioni: la pittura e la musica. Quando decideva di disegnare, esigeva per sé il tavolo della cucina, sul quale posava piuttosto disordinatamente colori, pennelli e tele da dipingere. Si lascia andare ad un mesto sorriso mia madre, quando le giunge il ricordo di avere molte volte osservato Italo, senza farsi notare, attraverso i vetri opachi della porta che chiudeva la cucina. Lui se ne stava lì dentro per 7 Luglio 2009 decisivo. Trovatosi senza lavoro, con la determinazione di sempre, intraprese a coltivare piante da frutto nei pochi ettari di terra che circondavano la casa e allevò due vacche da latte per i bisogni della famiglia. ore, chino sui suoi disegni e solo quando si udiva il cigolio della sua sedia, spostata poco delicatamente sul pavimento, si aveva il segnale che si poteva riprendere possesso di quella stanza. Con la tenacia dell’autodidatta imparò a suonare il mandolino e la chitarra. Ma la passione che non lo avrebbe mai abbandonato fu la musica. Fin da piccolo Italo mostrava curiosità e godimento quando ascoltava un gruppo di mandolinisti di Breganze, compagni di suonate, che si ritrovavano in una corte vicino a casa sua. Fu da quegli ascolti che s’innamorò della musica e la musica divenne la parte che più amava di se stesso. Con la tenacia dell’autodidatta imparò a suonare il mandolino e la chitarra. Una delle stanze della sua casa piano piano si riempì di strumenti che custodiva gelosamente. Durante il secondo conflitto mondiale, fu inviato a combattere in Albania, lui che dichiarava il suo odio per la guerra, e i suoi mandolini sarebbero rimasti per tanto tempo come assopiti, in una stanza buia. Il suo ritorno dall’Albania fu una gioia e una consolazione per la famiglia, che a quella terra aveva già legato il sacrificio di un figlio nel 1944. Ma per Italo il ritorno significò un cambiamento 8 Luglio 2009 ... egli col suo dialetto prontamente rispondeva: “Senti la parola Argentina. La gà l’argento dentro.”. Così nel 1947, nel pieno delle forze dei suoi ventott’anni, Italo lasciò Contrà Maglio per cercare lavoro oltreoceano. Presto, tuttavia, come molti giovani in quegli anni, cominciò a sentire l’impulso a tentare una nuova strada, ad affidare speranze e desideri di una vita migliore a terre mai viste al di là dell’oceano. Nei sogni di Italo la terra dove cercar fortuna doveva essere l’Argentina. E quando suo padre gli domandava perché volesse andare proprio là, egli col suo dialetto prontamente rispondeva: “senti la parola Argentina. La gà l’argento dentro.”. Così nel 1947, nel pieno delle forze dei suoi ventott’anni, Italo lasciò contrà Maglio per cercare lavoro oltreoceano. Abile e volenteroso com’era, trovò subito impiego in una avviata fabbrica tessile di Buenos Aires. Alla famiglia giungevano regolarmente i soldi che guadagnava nella tessitura e, ogni tanto arri- In quel luogo costruì in tre anni, faticando con le sue sole mani, una casa modesta ma accogliente, di cui con un certo orgoglio, inviava a casa le foto. Fu proprio camminando lungo le vie di Buenos Aires, che Italo maturò un rapporto speciale con i bambini più sfortunati...... e la casa di periferia che con pesanti sacrifici aveva costruito, divenne un tetto sicuro per tanti “meniños de rua” bisognosi di ogni cosa. Ma l’Argentina significò per Italo molto più che la ritrovata sicurezza di un posto di lavoro. Con le lettere inviate alla sua famiglia, egli si fece testimone delle delicate condizioni di quella terra, raccontando di come anche lì si soffrisse la fame e di quanti bambini, figli di povera gente, orfani o abbandonati, si incontrassero per le strade della città. Fu proprio camminando lungo le vie di Buenos Aires, che Italo maturò un rapporto speciale con i bambini più sfortunati. Iniziò ad occuparsene con assoluta gratuità e la casa di periferia che con pesanti sacrifici aveva costruito, divenne un tetto sicuro per tanti “meniños de rua” bisognosi di ogni cosa. Nella sua opera, che nasceva da una fede intatta, senza pieghe o ...Con la tenacia dell’autodidatta imparò a suonare il mandolino e la chitarra... vava anche qualche pacco contenente tessuti o coperte di lana. La parte di denaro che tratteneva per sé gli servì per acquistare a basso costo un appezzamento di terreno nella periferia della città. ...Con i pochi strumenti anche rudimentali che recuperava, riusciva ad attirare la curiosità dei suoi “meniños de rua” e ad appassionarli alla musica come modo gioioso di stare insieme... cedimenti, Italo ebbe modo di incontrare anche due suore di origine italiana, che gli offrirono il loro aiuto nell’accoglienza dei bambini. Mia madre racconta che con quei bambini Italo aveva trovato il modo di fare musica anche laggiù, pur non avendo i suoi mandolini. Con i pochi strumenti anche rudimentali che recuperava, riusciva ad attirare la curiosità dei suoi “meniños de rua” e ad appassionarli alla musica come modo gioioso di stare insieme. Nel 1960, quando Italo decise di tornare in Italia, la casa che aveva costruito, ma che ormai non era più soltanto sua, rimase là come dono ai più bisognosi. Solo in seguito giunse notizia che fu data in gestione ad un ordine religioso femminile e, anno dopo anno fu ampliata per dare ospitalità a decine di “meniños de rua”. Del passaggio in Argentina di questo emigrante breganzese rimaneva poi un nome inciso da qualche parte su una via che la città di Buenos Aires, con gratitudine, gli dedicò. Dopo il suo ritorno a Breganze Italo non abbandonò mai più la musica. Ma soprattutto non dimenticò mai il suo incontro con i più piccoli. si sentivano a casa propria, e ne combinavano anche. Ma Italo con il suo insegnamento paziente, a momenti autoritario, riusciva a plasmare l’incontro tra i piccoli e la magia della musica. Nel tempo il risultato fu un singolare gruppo mandolinistico composto di soli bambini, che si fece conoscere dalla fine degli anni Sessanta agli inizi degli anni Novanta con un’intensa attività concertistica. Italo li volle chiamare i demoni di S. Cecilia, avendo ben conosciuto la loro vivacità. Nessuno di quei piccoli musicisti dimenticò mai il maestro Italo. Quando egli morì il 2 luglio del 1995, furono proprio loro, un po’ arrugginiti, a suonare un’ultima volta per lui. Capisco soltanto ora perché mia madre ha custodito per tanto tempo quelle stoffe logore, dalle quali spera ancora di ricavare qualcosa. Sono, forse, le stoffe che Italo mandava dall’Argentina. Ma é commossa. Ed io non trovo il coraggio di chiederle altro. *Secondo premio al concorso letterario provinciale delle Università Adulti/Anziani del Vicentino sul tema dell’emigrazione ...un singolare gruppo mandoli“Plectrum” ringrazia sentitamente nistico Sabrina Bonollo per aver segnalato composto di soli bambini... Anche nella casa di Contrà Maglio cominciò a vedersi un via vai di bambini da cinque in su, a cui Italo insegnava, senza chiedere compensi, a suonare il mandolino. Nella sua umile cucina, dove si tenevano le lezioni, i bambini “la singolare opera, educativa e sociale, del Maestro Italo Brian, già riconosciuta pubblicamente a Breganze e testimoniata dai numerosi allievi, che gratuitamente hanno appreso a suonare il mandolino, la chitarra...e soprattutto hanno ricevuto un insegnamento di autentica passione e cultura”. 9 Luglio 2009 Pescara: nascita di un gruppo giovanile a plettro Collezione Maurri collana di musica per mandolino e strumenti a plettro di Alessandro Cavallucci a cura di Maria Cleofe Miotti e Vittorio Naldi L ’idea di riportare in vita l’attività mandolinistica a Pescara mi è venuta dopo aver scoperto che verso la fine del 1800 ed ai primi del 1900 c’era, a Pescara, un’orchestra di mandolini, e addirittura a Villa Celiera, dove vivo ora, una filarmonica di mandolini. Io stesso sono cresciuto col nonno “a pane e mandolino” come si usa dire, nel senso che le mie giornate erano sempre allietate dal suono di questo strumento. Non essendoci la possibilità di studiare il mandolino al conservatorio di Pescara, mi sono diplomato in chitarra e ho continuato a suonare col nonno. Dopo la sua scomparsa si quieta anche il suono del mandolino per risvegliarsi poi prepotentemente in occasione dell’acquisto di un nuovo strumento, un “Pandini” di Ferrara . Ho cominciato con alcuni allievi e con corsi di perfezionamento estivi. Quindi musica d’insieme ed anche brani di mia composizione. Siamo ai primi passi, in quanto questo è il secondo anno di attività vera e propria. La classe però, con notevole mia soddisfazione, quest’anno è cresciuta come numero di allievi, ed è importante perché noto che i ragazzi sono davvero catturati dalla bellezza del mandolino. L’anno scorso a luglio è stata fatta una prima esibizione in pubblico e quest’anno sono già in preparazione altri concerti. 10 Luglio 2009 C A sin. Alessandro Cavallucci, dietro, in secondo piano il sindaco di Villa Celiera 27.07.08 villa celiera 27.07.08 villa celiera ollezione Maurri è la nuova collana per mandolino e strumenti a plettro delle Edizioni Curci. Il celebre catalogo fiorentino, da sempre punto di riferimento per i mandolinisti di tutto il mondo, viene ora riproposto in una serie di titoli scelti tra i più importanti per valore storico e qualità artistica. Ogni volume presenta un’edizione critica dei brani selezionati, arricchita da brevi note biografiche sul compositore e da un’introduzione storica e analitica. E per soddisfare la grande richiesta di nuovo repertorio, Collezione Maurri arricchisce la sua collana con titoli inediti dedicati al mandolino e agli strumenti a plettro in diversi organici. Come avevamo annunciato nel precedente numero di Plectrum, presentiamo un’intervista fatta dal presidente della FMI ai due curatori della collana: Maria Cleofe Miotti e Vittorio Naldi ed alla dott.ssa Laura Moro Direttore Editoriale della Edizioni Curci Milano Gavioli Come è iniziata questa avventura? Cioè, perché questa collezione Maurri. Intanto chi é Maurri? Moro Maurri è il nome di una casa editrice, nata dall’attività dei due fratelli Raffaello e Paride, che alla fine dell’Ottocento a Firenze ha stampato soprattutto repertorio per strumenti a plettro. La Curci l’ha acquistata nel 2006, ha acquistato anche il catalogo Mau- Laura Moro, Artemisio Gavioli, Maria Cleofe Miotti e Vittorio Naldi nella sede della Edizioni Curci rri con tutto il repertorio compreso quello del mandolino. Gavioli Il catalogo di mandolino che periodo copre? Naldi Dal 1890 ai primi decenni del 1900 quando la prendono in mano i fratelli Stanza. Il catalogo é stato venduto due o tre volte. Gavioli Mi interesserebbe sapere che cosa hanno pubblicato loro. Moro L e dirò quello che é capitato così si rende conto. Noi abbiamo acquistato questo catalogo perché é stato proposto alla proprietà quando i fratelli Stanza hanno deciso di smettere l’attività. Fra le altre cose c’era questo catalogo di mandolino. Noi non avevamo nessun tipo di esperienza nel settore della musica a plettro ma é successo che da più parti ci richiedessero questo catalogo Maurri. Parlo anche dall’estero, dal Giappone ad es. Alla fine abbiamo detto: “Diamolo a persone esperte in materia che sappiano lavorarci”. Miotti All’interno del catalogo Maurri si trovano musiche tratte da opere teatrali (sinfonie, preludi, intermezzi), pezzi “da sala”, danze, marce per mandolino solo, per duo con chitarra o pianoforte e per quartetto (2 mandolini, mandola e chitarra), canzoni con accompagnamento del mandolino, metodi, album per mandolino solo comprendenti arie d’opera, serenate… Abbiamo selezionato composizioni che appartengono a vari filoni, come aveva già fatto Maurri, anche se per il momento abbiamo preferito tralasciare quella parte di repertorio eseguibile con orchestra contenuto nel fondo Nakano. Il nostro è stato un lavoro di trascrizione, ci siamo attenuti scru- 11 Luglio 2009 polosamente a quella che era la partitura originale; sono stati corretti solamente refusi . Per quanto riguarda il repertorio dedicato alla didattica abbiamo scelto di stampare i duetti Utile Dulci, una serie di temi di vari autori che Munier aveva elaborato per creare duetti in varie posizioni per mandolinisti; in seguito arriveranno terzetti per tre mandolini o due mandolini e mandola a cui stiamo lavorando. Anche in questo caso sono state mantenute generalmente le indicazioni di diteggiatura originali, in quanto Munier, oltre che compositore, era un valente mandolinista. Gavioli Cosa c’è di originale sul catalogo Maurri che non sia già stato riportato sul catalogo Nakano? Miotti Si trova ancora molta musica di vari autori italiani, si tratta per lo più di ballabili e trascrizioni di arie d’opera. Per questa prima stampa noi abbiamo selezionato appositamente quello che non era già contenuto nel fondo Nakano. Moro Comunque io vi posso dire che dal Giappone sono arrivate richieste di titoli che non sono solamente quelli del catalogo. Sono arrivate nel 2006 quando ancora non avevamo l’interesse a lavorare per quel catalogo. Ci avevano chiesto un po’ di tutto. Gavioli A me interessava ancora tornare sull’argomento del target. Per quanto riguarda l’Italia, chi pensate che possano essere i fruitori? Miotti Gli studenti dei corsi di mandolino in Conservatorio e tutti gli appassionati mandolinisti che amano fare musica d’insieme, sia che suonino in duo che in un’orchestra a plettro. Naldi Noi, avendo scritto la prefazione in quattro lingue, ci proponiamo al mercato estero così come al mercato italiano. Stiamo già preparando per la prossima stampa, oltre al repertorio 12 Luglio 2009 didattico, i ballabili (che sono circa il 25% del catalogo Maurri), le fantasia d’opera, l’ouverture, i pezzi d’album, i duetti con chitarra e pianoforte, insomma il corpo centrale della produzione di Munier di e Marucelli, che è la parte migliore del catalogo. Gavioli Oltre a questi due autori ne avete tirati fuori altri che non conosciamo? Naldi Gli autori da prendere in considerazione sono diversi, non vogliamo anticipare troppo! Gavioli Questa proposta non é in contrasto con l’interesse che dovrebbero avere le orchestre italiane di scoprire nuovi repertori per mandolino e non soltanto avere nostalgia del passato? Moro Lei sfonda una porta aperta, nel senso che intendiamo provarci. Naldi La Collezione Maurri é un “contenitore” ed è nostro intento riprendere i brani del repertorio del tempo pubblicato da Maurri, come stiamo facendo, ma anche rivolgerci ai collezionisti o agli archivi delle varie orchestre italiane o straniere chiedendo se hanno brani di qualità da sottoporci per una eventuale pubblicazione. Saranno vagliate anche composizioni per la didattica. Miotti Inoltre siamo interessati anche alle proposte di compositori contemporanei che vogliano sottoporci i loro lavori. Possono infatti contattarci al seguente in- dirizzo: tel. 349 7270181 e-mail: [email protected] o consultare il sito delle Edizioni Curci e della Federazione Mandolinistica Italiana. Moro L’obiettivo é questo: sotto un cappello autorevole, dato dal nome Maurri, sviluppare filoni diversi anche aprendoci ad un repertorio nuovo. La vera difficoltà é quella che lei conosce bene e cioè la diffidenza dell’esecutore, per cui a parole sono tutti molto interessati a scoprire nuovi repertori, ma poi alla fine si preferisce eseguire quello che é già conosciuto e che ha un effetto sicuro sul pubblico. Secondo la mia esperienza ogni nuovo repertorio, non solo per mandolino ma anche per altri strumenti, non funziona se prima non viene ascoltato. Bisogna prima avere la possibilità di ascoltare un repertorio nuovo, solo così può essere apprezzato e magari si richiede lo spartito. Altrimenti é sempre molto difficile. Non so se i mandolinisti siano più curiosi e quindi più aperti... Comunque provarci é giusto an- che perché il catalogo ed il repertorio devono essere una cosa viva.. Gavioli Tornando per un momento alla didattica, non avete paura di incappare nelle critiche di chi dice che insegniamo il mandolino su testi dell’Ottocento? Moro La ricerca di una metodologia nuova é senz’altro importante. Gavioli Sono d’accordo infatti, anche chi studia violino studia su metodi classici. Moro Noi vogliamo che l’editore storico che ha in catalogo testi didattici eccellenti abbia l’etica di affiancarlo a testi più moderni perché i metodi cambiano così come anche l’approccio alla musica é diverso rispetto agli anni ‘50. Ha senso trovare un equilibrio fra tradizionale e nuovo. In passato spesso le metodologie tradizionali erano troppo tecniche e non si preoccupavano di dare una motivazione anche soltanto sul tipo di esercizio. Mettere sul campo due o tre commenti che spieghino perché si fa un esercizio di un tipo o di un altro aiuta anche l’alunno o lo studente a capire meglio quello che sta facendo e a farlo con più coscienza. Rivedere certe proposte salvando la tradizione ma utilizzando un linguaggio un po’ più aggiornato si può fare. Naldi Io vorrei aggiungere che la dottoressa Moro ha aperto la collana Curci Young con i metodi nuovi di violino ed altri strumenti per bambini che sta avendo ottimi risultati. Gavioli Una cosa del genere la si può fare anche per il mandoli- no? Moro Bisogna ragionarci, lavorarci sopra ed avere le persone competenti. Ad ogni modo noi siamo prontissimi. Naldi Fermo restando che, come ovvio, i risultati artistici devono avere un adeguato ritorno economico. Gavioli Il nostro problema è la mancanza di scuole per ragazzi. Naldi Se si introducesse il mandolino nelle scuole ad orientamento musicale arriverebbero anche idee nuove per la didattica ….. Moro Va un po’ rispolverato questo strumento perché al di fuori dei vostri ambienti viene considerato uno strumento storico, poco attuale. Naldi E’ un problema psicologico. Gavioli Una volta che si superi questo problema diventa quasi contagioso. Nelle classi in cui uno o due ragazzi hanno cominciato a studiarlo, dopo tutta la classe l’ha preso in mano perché il mandolino sembra fatto apposta per apprendere musica. Dovrebbe essere adottato come strumento didattico e per la musica d’insieme. Tornando ancora al nostro catalogo e pensando di diffonderlo fuori dall’Italia, a quali Paesi pensate di rivolgervi? Moro Al Giappone, per esempio. Credo che il Giappone, per quello che ho capito io, sia il paese che può avere interesse per questo tipo di musica. In effetti le richieste che sono arrivate sono sempre venute dal Giappone. Un altro paese dove il mandolino è molto apprezzato è la Germania. Questo paese però, punta molto sulla musica moderna, sull’evoluzione della musica per mandolino. Hanno una predisposizione, una curiosità musicale in questo senso. Noi siamo partiti un po’ in sordina con i primi cinque titoli, in realtà bisogna ampliare il catalogo, toccando i diversi filoni, per avere un’offerta composita ed acquisire maggior autorevolezza. Come sempre non ci nascondiamo il rischio imprenditoriale. Gavioli Questo catalogo è aperto anche ad autori stranieri se non dubito. Moro Assolutamente sì. Io soltanto mi fido di voi in quanto competenti dello strumento. Voi sapete che cosa cercano i mandolinisti, che cos’è la musica di qualità, come s’insegna, cosa si può proporre. 13 Luglio 2009 S asho Dimitrov é uno dei più importanti man- dolinisti d’Europa. Nato in Bulgaria, per oltre 50 anni si è dedicato all’insegnamento e ad attività concertistiche. Ha tenuto concerti come solista e primo mandolino in diversi paesi europei. Ha partecipato a diversi festivals internazionali come virtuoso di mandolino. Sasho Dimitrov é stato invitato a numerose conferenze, aperture di mostre, presentazione di libri, incontri d’affari, congressi, concerti per incontri diplomatici, celebrazioni private ecc. E’ l’unico compositore bulgaro che ha composto un concerto per mandolino ed orchestra ad archi: il Concerto in do maggiore, in tre movimenti. Il repertorio di Sasho Dimitrov comprende brani di autori classici (Mozart, Beethoven, Bach, Schubert, Schuman ecc), di folklore bulgaro, italiano, greco, spagnolo e russo e musica country. Ha effettuato molte registrazioni presso la Radio nazionale della Bulgaria che spesso vengono suonate. Ha partecipato anche ad alcuni programmi televisivi. Ha suonato il concerto in Do maggiore per mandolino ed archi di Vivaldi con l’orchestra Sofia Soloists in occasione della celebrazione del 40° compleanno di questa prestigiosa ensemble. 14 Luglio 2009 Nasce l”Estudiantina Ensemble Bergamo I l giorno 29 Maggio 2009 alle ore 10, presso l’aula magna dell’Istituto Comprensivo “Muzio” di via San Pietro ai Campi N°1 in Bergamo, si sono riuniti i Soci Fondatori dell’Estudiantina Ensemble Bergamo per discutere dell’approvazione dello Statuto. Dopo un ampio e proficuo dibattito è stata così fondata l’Associazione “Estudiantina Ensemble Bergamo” il cui scopo principale è “mantenere viva la tradizione strumentale mandolinistica nella città di Bergamo e divulgare a scopo educativo musiche originali antiche e moderne che valorizzino gli strumenti a plettro”. La pratica degli strumenti “a pizzico” (liuti, chitarre e mandolini) occupa da secoli un posto significativo tra le numerose tradizioni musicali della Bergamasca. E’ sopratutto nel Novecento che tale pratica acquista in città ed in provincia di Bergamo un’ampia diffusione ed una notorietà non solo nazionale stimolando anche numerosi compositori locali a scrivere per questi strumenti e per le varie formazioni. Complessi di strumenti a plettro furono infatti attivi nella città di Bergamo già sul finire del XIX secolo e diversi strumentisti di queste formazioni confluirono nel giungo 1907 nell’orchestra “Stella Polare” che sotto la guida di Eugenio Giudici nel 1910 ven- ne ribattezzata ESTUDIANTINA BERGAMASCA. Strumento principale per il raggiungimento degli obiettivi che l’associazione si prefigge è l’orchestra di mandolini e chitarre “Estudiantina Ensemble Bergamo” che sotto la direzione di Pietro Ragni ha già tenuti alcuni concerti in bergamasca e che si inserisce a pieno titolo in questo trascurato “filone” della tradizione non solo bergamasca. me per un progetto condiviso”. Il Direttore Pietro Ragni: “...ci manca il suono famigliare ed antico di questi strumenti a pizzico. Un possibile obiettivo da raggiungere: una triangolazione tra il Conservatorio di Milano, l’Orchestra di mandolini e chitarre “Città di Brescia” e l’Estudiantina Ensemble Bergamo per un utile collante di crescita.” Tra i soci onorari ci saranno tutti gli ex orchestrali dell’Estudiantina Bergamasca. Sono stati eletti: Presidente Ugo Orlandi, Vice presidente Mario Rota Direttore Pietro Ragni; Segretario Paola Missale Tesoriere Marco Gilli; Commissione Artistica Pietro Ragni, Ugo Orlandi, Michele Guadalupi, Giacomo Parimbelli, Mario Rota. Il Maestro Ugo Orlandi nell’accettare la carica di presidente ha dichiarato fra l’altro che “le associazioni specialmente amatoriali hanno lo scopo (come anche le Bande Musicali) di educare alla musica. Debbono credere nella storia musicale di Bergamo ed elaborare il futuro... Dobbiamo lavorare tutti insie- 15 Luglio 2009 NON METTIAMO UNA FOTO ? L ’Orchestra a Plettro Sanvitese, associazione senza scopo di lucro, nasce nel 1969 e si dà nome e statuto nella città di S. Vito al Tagliamento (PN): all’epoca conta circa 10 orchestrali ed è diretta dal maestro Luigi De Paoli che continuerà a dirigerla fino al giugno 2000. Attualmente l’orchestra, per la gran parte rinnovata, si presenta con 18 elementi, tra cui molti giovani, provenienti da quattro province (Venezia, Pordenone, Udine, Treviso) ed è diretta, dal novembre del 2000, da Elena Abolmazova. L’Orchestra a Plettro Sanvitese vive secondo uno spirito amatoriale che rispon- de alla volontà di sviluppare il proprio repertorio musicale in un clima di amicizia e di gratuità, ma anche di promuovere la conoscenza e l’apprezzamento per il mandolino. Oltre a 240 concerti, alcuni dei quali all’estero, ha partecipato alle Rassegne Regionali per Orchestre a plettro, al Concorso Internazionale per gruppi strumentali a plettro «Giacomo Sartori» ad Ala di Trento nel 1999. ed ha realizzato due CD. Nel passato figurano anche il Microfono d’Argento vinto nel 1974 alla trasmissione radiofonica “Banco di Prova” e l’inclusione di alcuni brani nei programmi RAI. Il gruppo è socio della Federazione Mandolinistica Italiana e di quella Friu- 16 Luglio 2009 L’Orchestra a Plettro Sanvitese lana e una buona parte degli orchestrali collabora e si esibisce con l’Orchestra Regionale del Friuli Venezia Giulia, diretta dal maestro Piergiorgio Caschetto. Il complesso presenta brani di musica originale e non, di autori classici e contemporanei, per continuare nell’opera di diffusione della musica per mandolino presso un pubblico il più vasto possibile. E’ infine attiva, in S. Vito al Tagliamento, a cura dell’Orchestra, la Scuola di Mandolino. Dirige l’Orchestra Elena Abolmàzova nata a Orel (Russia) nel 1971, diplomata in domra presso il Conservatorio di Niznij-Novgorood. Ha suonato nell’Orchestra Nazionale Russa di Musica Popolare esibendosi in numerose città europee. Ha insegnato domra per otto anni presso la scuola professionale di musica di Orel. Suona come primo mandolino e solista nell’Orchestra Regionale del Friuli Venezia Giulia. Si esibisce inoltre, in duo con pianoforte o fisarmonica, in varie località friulane e nazionali. La tempsta di neve racconto di A. S. Puskin illustrazione musicale di Georgij Vasilevic Sviridov L a tempesta di neve. La tempesta di neve è uno dei cinque Racconti di Bèlkin scritti da Aleksàndr Sergéevic Puškin (Mosca 1799 – Pietroburgo 1837) nel 1830, durante un periodo di tre mesi di quarantena nella tenuta paterna di Bòldino, seguito agli anni di esilio impostigli dallo zar per motivi politici. Questo momento è stato definito “il magico autunno di Bòldino”: Puškin è infatti innamorato e prossimo al matrimonio con la bella diciottenne Natàlja Goncaròva e si prospetta per lui una vita finalmente serena e felice. In quest’atmosfera nasce la prima opera in prosa di colui che all’epoca è considerato il più grande poeta vivente della Russia. I racconti di Bèlkin sono cinque e ciascuno rappresenta la ricerca di possibilità narrative nuove per la letteratura di allora e da essi nasce la grande prosa russa dell’Ottocento. Con la sua opera l’autore supera la differenza tra le due correnti letterarie, classica e romantica, che agli inizi dell’Ottocento in Russia spesso si scontrano tra loro. Della prima, la classica, Puškin conserva la purezza linguistica, la costruzione equilibrata e armoniosa delle immagini, della seconda, quella romantica, fa proprie l’apertura al nuovo, lo spirito d’osservazione realistico e l’aderenza alla realtà, la forza creatrice alla ricerca di soluzioni nuove. Lo stile sembra apparentemente semplice, ma rivela radici colte e la profonda conoscenza delle letterature europee. Puškin infatti presenta personaggi e situazioni calati nella realtà storica e sociale del suo tempo e li commenta con una ironia garbata ed elegante. La tempesta di neve è una fiaba a sfondo realistico in cui vari elementi narrativi mantengono sempre viva l’attenzione: la tranquilla vita di provincia di un’agiata famiglia, composta da un padre ospitale e cordiale, Gavrìla Gavrìlovic, dalla madre, Praskòvja Petròvna, altrettanto aperta che gioca al boston (gioco di carte simile al whist, si dice inventato a Boston, negli Stati Uniti) con chi viene in casa, e da una bella ragazza diciassettenne, Marja Gavrìlovna, rischia di essere turbata da un “colpo di testa” della fanciulla, innamorata di un povero alfiere dell’esercito (corrispondente al grado dell’allievo ufficiale) Wladìmir Nikolàevic. I genitori ostacolano le nozze perché il ragazzo non è sicuramente un buon partito per la loro unica e adorata figlia. L’ironia di Puškin emerge proprio in queste situazioni quando scrive “Marja G. si era formata sui romanzi francesi e, per conseguenza, era innamorata” e poi dei genitori “avevano vietato alla figlia perfino di pensare a lui, e lo ricevevano peggio di un assessore a riposo” (il grado di assessore era uno dei più modesti della gerarchia burocratica russa ordinata in quattordici gradi; che fosse a riposo lo declassava ancor di più). Allora Marja decide di fuggire di nascosto con Vladìmir per sposarsi. La fuga, accuratamente preparata dai due giovani, finisce in catastrofe per un evento imprevisto. Una bufera di neve si alza la notte della fuga e, coprendo e cancellando strade e sentieri, fa sì che lo sposo arrivi con molte ore di ritardo alla chiesetta scelta per le nozze. La descrizione della tempesta di neve è splendida nel suo crescendo narrativo e descrittivo e soprattutto coinvolge il lettore per lo stretto legame tra la bufera e lo stato d’animo di Vladìmir alla strenua e vana ricerca della chiesa in cui lo sta attendendo Marja. Intanto nella chiesetta sperduta succede qualcosa di irreparabile le cui conseguenze graveranno sulla vita futura della ragazza, che manterrà il segreto di ciò che è successo e che rimarrà fedele comunque, sia a Vladìmir, sia allo sposo sconosciuto. Anche Vladìmir, scoperto l’accaduto, sconterà il suo ritardo rinuncian- 17 Luglio 2009 Tiziana Pauletto G do per sempre a Marja e troverà la morte in guerra. La conclusione, imprevedibile e fantastica, del racconto trasformerà la sofferenza in gioia e per Marja o Maša inizierà finalmente una vita felice. La fiaba è ambientata nel momento storico dell’invasione napoleonica della Russia (1812) che devasta il paese: Napoleone sarà sconfitto e la vita del popolo russo tornerà alla normalità. Il ritorno alla quiete dopo la bufera della guerra coincide con la riconquista della serenità per Maša e per la sua famiglia, che non ha mai saputo né intuito nulla della terribile vicenda della figlia. eorgij Vasilevic Sviridov nasce a Fatez, Kursk, nel 1915. Studia pianoforte alla Scuola di Musica di Kursk e dal 1932– 36 composizione con M. Judin all’Istituto centrale di musica di Leningrado e dal 1936–41 con P. Rjazanov e D. Sostakovic al Conservatorio. E’ autore di brani prevalentemente vocali, nei quali evidenzia la sua invenzione melodica, la chiarezza armonica e la semplicità di struttura. Influenzato inizialmente da Sostakovic negli anni ’40, elabora successivamente un proprio linguaggio musicale. mentali particolarmente importanti sono il Trio con pianoforte (1945), la Sonata per pianoforte (1944), l’Album per bambini (1948) e Musica per orchestra da camera (1964), la Tempesta di neve (1974). Prendendo le mosse dai classici russi, soprattutto da Mussorgskij, fonde i mezzi espressivi del ‘900 col canto tradizionale dell’antica Russia e quello religioso. Assimila anche aspetti del contemporaneo canto urbano e di massa. Ha composto anche musica strumentale e da film. Tra le opere stru- Le musiche che accompagnano il racconto sono: Trojka, Ricordo del valzer, Strada invernale, Romanza, Primavera, Autunno, Pastorale, Marcia, Le nozze, Valzer. La Tempesta di neve, illustrazione musicale del racconto di A. S . Puškin con la sua musica, allo stesso tempo energica ma anche elegiaca, trasmette pienamente la visione della vita e il sentire del popolo russo. A ppassionata alla pittura e poi alla critica, fin dall’adolescenza, trascorsa in una famiglia dove queste fanno parte del quotidiano, ha esperienze pittoriche ed espone le proprie opere (del 1978 la prima personale nella Casa dello Studente di Portogruaro). Matura contemporaneamente un percorso musicale con lo studio della chitarra classica. Si laurea con lode nel 1983 in Storia dell’Arte Moderna presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia e pubblica alcuni articoli sulla scultura lignea nel pordenonese. Fin dagli anni ’80 fa parte, come prima chitarra, dell’Orchestra a Plettro Sanvitese e si occupa della presentazione al pubblico dei programmi di concerto. Si esibisce inoltre con l’Orchestra Regionale del Friuli Venezia Giulia, il quintetto a plettro e a pizzico “Il Fondaco Sonoro” e il gruppo mandolinistico “Città di Codroipo”. Scrive, fra gli altri, un contributo relativo al gruppo musicale in Note della memoria – Studi sul Novecento pordenonese, pubblicato nel 2004 dalla Biblioteca civica di Pordenone nella collana Musicalia. Sua l’illustrazione di copertina del CD, Orchestra a plettro sanvitese Due, edito nel novembre 2005. Negli anni ’84 – ’99 e nuovamente dal 2005 si occupa di teatro per ragazzi sia come regista che scenografa e dal 2000 tiene laboratori di murales, teatro, scenografia nell’Istituto in cui insegna Lettere (occasionalmente organizza attività di illustrazione di testi per i ragazzi della scuola elementare e media). Dal 2003 fino al 2007 ha organizzato progetti per laboratori di mandolino confluiti poi nella creazione dell’Orchestra di Istituto della S.M.S. “D. Bertolini”. Dall’autunno 2000 frequenta corsi di pittura e si reinserisce nel mondo delle arti visive sia come critica, presentando numerosi artisti del Triveneto, che come pittrice. Ultimo CD dell’Orchestra Sanvitese LIUTAIO CARLO MAZZACCARA S.M.C. NAPOLI Via Michele Tenore, 17 Produzione di mandolini, mandole e mandoloncelli per concertisti, strumenti su misura, restauri !! Nuovo sistema brevettato di catena ad arco sospeso Calace liuteria del plettro fondata nel 1825 www.oldmandolin.com Email: [email protected] Tel: (+39) 380 4119051 - (+39) 081 296939 Vico San Domenico Maggiore, 9 80134 Napoli tel. 081.55515983 18 Luglio 2009 19 Luglio 2009 Luigi Salamon Luigi Salamon e Carlos Ruiz Blanco, compositore e direttore dell’orchestra spagnola “La Orden De La Terrazza”, a Savona. I corsi di mandolino alle scuole elementari di Udine di Christine Teulon S D iplomato in Pianoforte, Musica Corale e Direzione di Coro, Composizione (Wolfango Dalla Vecchia, Daniele Zanettovich) e Musica Jazz (Enrico Fazio). Si è perfezionato in composizione con Paolo Troncon, Wolfango Dalla Vecchia, e presso i Workshop estivi della Manhattan School of Music di New York , Computer Music con Davide Masarati, pianoforte Jazz con Marcello Tonolo e Giorgio Gaslini e arrangiamento con Stefano Bellon. E’ stato premiato in numerosi concorsi di composizione nazionali ed internazionali (tra cui: I° Premio al Concorso Internazionale di Composizione Pianistica “23° Premio Gian Francesco Malipiero” di Treviso). Recentemente ha vinto il I° Premio al Concorso Internazionale di Composizione per formazioni a Plettro “Città di Logroño” in Spagna. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni di musica strumentale 20 Luglio 2009 e vocale presso le case editrici Pizzicato, Eurarte, Ensemble ‘900, Wicky. Ha prodotto dischi di musica elettronica presso le principali etichette italiane e il CD “Melodie del cuore” (brani pianistici nello stile della musica leggera). Si contano numerose esecuzioni di sue composizioni che rispecchiano, per la varietà dei generi esplorati, una sensibilità estesa dalla Musica Classica alla Word Music. E’ attivo anche come pianista, produttore musicale e arrangiatore. Ha collaborato con musicisti di chiara fama, fra i quali spicca il jazzista Lanfranco Malaguti, noto a livello internazionale. Insegna pianoforte moderno presso il Centro Studi Vocali “Nova Cantica” di Belluno e l’Associazione “Novo Concento” di Conegliano. Dal febbraio 2005, per un triennio, ha ricoperto l’incarico di docente in Pratica dell’improvvisazione pianistica nei generi della musica leggera presso il Conservatorio “C. Pollini” di Padova. TRANSITION La composizione è stata scritta per un organico di strumenti a plettro: mandolini , mandole, chitarre, contrabbassi. La struttura è’ articolata in più sezioni che nell’insieme costituiscono un unico movimento Di rilievo è la pulsazione ritmica, caratteristica tipica del linguaggio musicale del compositore, che pervade tutta la composizione e conferisce una dinamicità e verve in continuo divenire. I giochi contrappuntistici fra i vari strumenti si snodano in tutta la composizione non rinunciando alla tipica scrittura idiomatica degli strumenti utilizzati. Armonicamente è presente una sorta di “tonalità allargata”, mutuata anche dal jazz, genere musicale caro al compositore, ben integrata e capace di creare smaglianti coloriture e contrasti sonori. i sono appena conclusi i corsi di mandolino tenuti presso alcune scuole elementari di Udine. Se fino all’anno scorso, questi corsi erano presenti soltanto presso al Scuola “Ada Negri” di Via Zucchi, da quest’anno sono stati aperti corsi consimili anche presso la Scuola elementare “Dante”, nell’omonima via cittadina, e presso il Collegio della Provvidenza di Via Scrosoppi. Sotto la guida del maestro Roberto Verona, quasi 200 ragazzi, dagli 8 agli 11 anni, hanno potuto avvicinarsi al mandolino, molti dei quali per la prima volta, dimostrando, nella maggior parte dei casi, un immediato interesse verso lo strumento. Alla fine dei corsi, che durano due anni scolastici (classi IV e V – cui però si sono aggiunte quest’anno alcune classi III, in via propedeutica), i ragazzi vengono inviati a seguire i corsi regolari di mandolino organizzati dalla “Tita Marzuttini” e condotti dal M° Andrea Miola. Una 21 Luglio 2009 Clarinet and Avi Avital media di 5-6 ragazzi ogni anno proseguono così lo studio del mandolino, tanto che la “Tita Marzuttini” può vantare la formazione di una propria orchestra giovanile formata da una ventina di elementi, che ha già avuto modo di presentarsi, molto apprezzata, al pubblico di Udine e fuori. Se merito della riuscita dei corsi di mandolino nelle scuole elementari va certo al M° Verona per la sua capacità di rapportarsi ai giovani ed interessarli alla musica ed a uno strumento che é per egli stesso un motore vitale, l’apprezzamento va altrettanto all’apertura culturale ed alla lungimiranza della Dirigente Scolastica del 1° Circolo Didattico di Udine, Dott.sa Vilma Candolini, alla Dirigente del Collegio della Provvidenza, Dott.ssa Fernanda Bertoli, ed a tutto il corpo insegnante delle diverse scuole, che per l’intero anno scolastico ha sostenuto fattivamente l’opera divulgativa del M° Verona. 22 Luglio 2009 C ari amici e colleghi Sono lieto di annunciare che un master per mandolino viene organizzato per la terza volta presso il seminario “Clarinet and Klezmer in the Galilee” diretto dal noto maestro Giora Feidman. Il seminario per mandolino comprende, oltre alle classi di mandolino che terrò io stesso, classi di improvvisazione, musica da camera e altri corsi di classica, klezmer e tango oriented, tenuti da importanti insegnanti internazionali. I partecipanti avranno la possibilità di suonare con studenti di altri strumenti e di eseguire concerti serali che avranno luogo ogni sera durante la settimana del seminario. Data: 18 – 25 Agosto. Il seminario avrà luogo nella bella città di Zfat (Safed) in Galilea nel nord di Israele. E’ una località praticamente unica per questo contesto essendo il centro della musica klezmer in Israele da generazioni. I più cordiali saluti Avi Avital www.aviavital.com 23 Luglio 2009 Liuteria Amendola Rocco L a Liuteria L.A.R. produce chitarre classiche, chitarre battenti, mandolini, liuti, inoltre riproduce qualunque tipo di cordofono mediante elaborazioni C.A.D. di propria ideazione. Chitarra classica di liuteria, chitarra battente di liuteria, mandolino di liuteria, tutti strumenti perfezionati acusticamente. Liuteria e ricerca scientifica sono il connubio vincente della L.A.R. Chitarra battente con sonorità eccezionale, non la solita chitarra da “bacheca”, strumenti efficienti e garantiti. L’attività della L.A.R. nasce dopo anni di studio e ricerche nel campo dell’acustica applicata agli strumenti musicali. Non a caso i maestri Liutai sono due Ingegneri che, oltre a condividere la comune passione per la musica,, hanno voluto dare un loro contributo, sotto forma di tecnologia liutaria, alla realizzazione di strumenti acusticamente migliori. La filosofia che ci guida nella quotidiana realizzazione e miglioramento del nostro lavoro è semplice, si basa sul principio che il Liutaio è l’Architetto del Musicista. Liutaio - Cordaro - Musicista, sono infatti le tre figure fondamentali nella produzione di un cordofono di alta qualità. Rocco Amendola (L.A.R. - Liuteria Amendola Rocco) Via Ciancio, 13 84083 CASTEL SAN GIORGIO (Salerno) Cell. 328 75 28 763 www.larchit.com [email protected]