Plectrum 2/2009 - Federazione Mandolinistica Italiana

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Notiziario della Federazione Mandolinistica Italiana
Periodico Trimestrale - Anno XX - n. 2 - Luglio 2009
Orchestra a Plettro “Sanvitese”
Elena Abolmazova direttore
Georgij V. Sviridov - La tempesta di neve
pagina
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SOMMARIO
EDITORIALE
“CARO PLECTRUM”
Il Duo Cavallucci Ciancetta - Edoardo Valentini - Anatonio Dachs
IL FONDO “ARCHIVIO RESPIGHI”
ITALO BRIAN: andata e ritorno dalla terra d’argento
PESCARA: nascita di un gruppo giovanile a plettro
LA COLLEZIONE MAURRI
Collana di musica per mandolino e strumenti a plettro
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“DAL VESUVIO ALL’AMERICA LATINA”
15
NASCE L’ESTUDIANTINA ENSEMBLE BERGAMO
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L’ORCHESTRA A PLETTRO “SANVITESE”
17 - 18
LA TEMPESTA DI NEVE
Illustrazione musicale di G. V. Sviridov
19
TIZIANA PALUDETTO
20
LUIGI SALAMON
21 - 22
I CORSI DI MANDOLINO ALLE SCUOLE ELEMENTARI DI UDINE
23
CLARINET AND AVI AVITAL
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LIUTERIA AMENDOLA ROCCO
Plectrum - Notiziario trimestrale della FMI
Autorizzazione del Tribunale di Treviso del 09.05.2005 - Reg. n. 13
ANNO XX - n. 2 - Luglio 2009
Direttore responsabile:
Michele De Luca
Redazione:
31029 Vittorio Veneto /TV - Via S. Mor, 28
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2
Luglio 2009
EDITORIALE
Plectrum viene inviata ai soci FMI in regola con il pagamento
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N
ell’ambito della
Settimana dedicata alla
Musica, si è tenuto a Piano
di Sorrento, tra il 4 ed il 9
Maggio, in accordo con la
Direzione Generale dell’Ufficio
Scolastico Regionale per la
Campania, la Ventesima
Rassegna Nazionale delle
Scuole ad Indirizzo Musicale,
che ha comportato l’arrivo a
Sorrento di un centinaio di
orchestre giovanili italiane,
composte da ragazzi tra gli
undici e i tredici anni.
Da tempo il Ministero
dell’Istruzione ha intrapreso
iniziative di rilancio della
pratica musicale nelle scuole
di ogni ordine e grado,
riconoscendone la particolare
valenza educativa e formativa.
“Il concreto far musica
contribuisce alla crescita
armoniosa della persona non solo
perché in tal modo la dimensione
sonora non rimane estranea
al quadro culturale che nella
crescita va a determinarsi, ma
anche perché la pratica musicale,
attraverso una più piena
utilizzazione delle varie capacità
della mente umana, favorisce
l’apprendimento di tutte le
discipline”.
Come in precedenti Edizioni,
anche quest’anno si è voluto
affiancare alla Rassegna
un momento di riflessione
teorica e formativa: il
Convegno intitolato “Di
risonanze eccelse - Vent’anni
di pratica musicale nella
Scuola”, fortemente voluto
dalla Direzione Generale
dell’Ufficio Scolastico
Regionale per la Campania.
L’intento manifesto è stato
quello di presentare alcune
esperienze ‘eccellenti’
maturate tra didattica e
formazione.
Peccato che fra le migliaia
di ragazzi che si sono
avvicendati non ve ne
fosse nemmeno uno col
mandolino...eppure
il mandolino è uno
strumento molto adatto
per l’apprendimento
musicale nella scuola media.
L’approccio relativamente
facile allo strumento, anche
per il suono accattivante,
il suo costo relativamente
basso, la possibilità di far
musica d’insieme fanno del
mandolino lo strumento da
consigliare ai ragazzi delle
scuole medie ad indirizzo
musicale. Sfortunatamente
però il mandolino non
compare nella lista degli
strumenti consigliati dal
Ministero.
So che sono state intraprese
diverse iniziative per ovviare
a questo inconveniente,
senza ottenere per ora alcun
risultato, come spesso succede
nel nostro Paese per le
richieste che si presentano a
costo zero.
Mi corre comunque l’obbligo
di segnalare che in alcune
scuole elementari (IV e V)
ed in alcune scuole medie
ad indirizzo musicale e non,
grazie da una parte alla
lungimiranza ed all’apertura
culturale dei Dirigenti
Scolastici, e dall’altra all’opera
encomiabile di alcuni nostri
mandolinisti, molti ragazzi
hanno potuto avvicinarsi al
mandolino, dimostrando,
nella maggior parte dei casi,
un immediato interesse verso
questo strumento.
Artemisio Gavioli
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Caro Plectrum
il Duo Cavallucci (mandolino) - Ciancetta (chitarra)
Egr. Prof. Gavioli
Mi piacerebbe molto parlarle di un progetto che sto portando avanti e che volevo giusto
proporle. In Abruzzo, esattamente a Loreto Aprutino, in provincia di Pescara a 20 km da
dove abito io, c’è un noto produttore di vini, famoso in tutto il mondo, di nobile famiglia, di
nome Francesco Valentini.
Francesco, essendo un mio amico, mi ha messo in mano degli antichi manoscritti del suo
bisnonno, Edoardo Valentini, musicista e compositore (in allegato trova un breve curriculum
del personaggio) con la preghiera di far tornare a vivere quelle composizioni. Le ho lette ed
Caro Plectrum
Edoardo Valentini
Edoardo Valentini
- Nato a Loreto Aprutino (Pescara) il
26.02.1868
- Deceduto a San Benedetto del Tronto
(AP) il 15.04.1955
- Diplomato al Conservatorio San Luigi di
Bologna
- All’età di 16 anni è stato I° violino nel
quartetto della Regina Margherita.
- Nel 1891 a 23 anni, debuttò come Maestro
Concertatore e Direttore d’Orchestra a
Viterbo, nel Teatro dell’Unione con la
Carmen di Bizet.
- Nel 1892 a 24 anni, diresse al Teatro
Guillaume di Brescia con il Barbiere di
Siviglia.
- Nel 1893, a 25 anni, diresse a San
Giovanni in Persiceto il Guglielmo Tell.
- Nel 1895 a 26 anni, diresse al Teatro
Manzoni di Milano la Dinorah.
- In seguito dirigerà in tutti i più famosi
teatri d’Italia,dal San Carlo di Napoli alla
Fenice di
Venezia.
- In giovane età andò anche in tournèe
assieme al Maestro Arturo Toscanini, anche
lui giovane direttore, e si alternavano nella
direzione.
- Verso i trent’anni si recava spesso in
Germania (parlava correntemente francese
e tedesco) per studiare la musica di Wagner.
Fu uno dei primi wagneristi italiani. Infatti
Wagner fu diretto per la prima volta in
Italia proprio da Edoardo Valentini con il
Tannhauser.
- Verso i 37 anni, nel pieno della sua
carriera, per gravi motivi familiari, si ritirò a
vita privata e non calcò più le scene.
- Le sue composizioni sono state scritte
in giovane età tra i 18 ed i 20 anni e furono
edite dai F.lli Cocchi di Bologna.
Domenica 5/7/09, Anatonio Dachs ha inviato il seguente messaggio
in lingua spagnola che riportiamo in originale
essendo il contenuto facilmente intuibile:
eseguite con il mandolino, e sono di una bellezza ed un’intensità struggente. Ho quindi creato
un duo mandolino e chitarra classica, ed ho eseguito già alcune di queste opere. Quindi è mia
intenzione portare a conoscenza del pubblico tanta bellezza e meraviglia.
Vorrei poterle proporre un concerto o due da eseguire dove lei riterrà opportuno, perché
credo fermamente in questa musica, ed ho dei riscontri incredibili quando la eseguo.
Costantemente si verifica nel pubblico un’emozione tale, che c’è sempre qualcuno che si
commuove e piange. Infatti è una musica struggente. Ma rispecchia totalmente l’animo
di questo musicista tormentato, che ha dovuto abbandonare la sua musica a soli 37 anni,
all’apice della carriera (era stato anche in tour con Toscanini), per motivi familiari, ed ha
vissuto tutta la sua restante vita come un’anima in pena per quanto aveva dovuto lasciare.
Ma spero di poter raccontarle a voce tutta questa storia triste e meravigliosa, e poterle far
vivere queste emozioni.
Cordialmente la saluto,
Alessandro Cavallucci
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Luglio 2009
Hola. Soy de la orquesta de plectro LAUD’ARS, de Barcelona.
Estaríamos interesados en participar en algún festival
de orquestas de plectro del sur de Francia o de Italia,
fundamentalmente.
Somos miembros de la FEGIP.
Si saben de algún grupo que esté interesado en que hagamos
un concierto le rogamos nos pasen su contacto.
Reciban un codial saludo y gracias.
Anatonio DACHS <[email protected]>
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Luglio 2009
Italo Brian: andata e ritorno dalla Terra d’argento*
Il Fondo “Archivio Respighi”
I
l fondo “Archivio Respighi”,
recentemente acquistato dal
Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed affidato all’Archivio di Stato di Milano per la
sua conservazione, consta di 209
unità documentarie, tra cui 117
fotografie e 5 spartiti musicali.
Questi documenti illustrano in
maniera significativa la vicenda
umana e professionale di uno
dei più importanti compositori
del Novecento italiano, Ottorino
Respighi (Bologna 1879 – Roma
1936) e di Elsa Olivieri Sangiacomo (Roma 1894 – 1996), pianista,
cantante, compositrice, dapprima allieva e – dal 1919 – moglie
del musicista.
In occasione della festa della musica sono stati esposti (dal 21 Giugno fino al 4 Luglio) i 5 spartiti
ed una selezione di fotografie.
Sono stati inoltre eseguiti due
brani, scelti fra quelli conservati all’Archivio di Stato: il primo,
inedito, si è rivelato un’aggiunta
al catalogo delle opere giovanili,
ed il secondo una versione preparatoria - e leggermente diversa - del Vocalizzo per contralto o
basso pubblicato successivamente. Grazie alla cortese disponibilità di Simona Crucinio, pianista,
e Peggy Bélanger, soprano, allieve dell’Accademia Internazionale della Musica di Milano.
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Luglio 2009
di Bruno Bonollo
D
a quando mio padre morì,
lasciando mia madre sola
nella sua vecchiaia, le giornate di
lei erano divenute tutte uguali,
scandite dalle stesse azioni e dagli stessi gesti, compiuti quasi ritualmente ad ogni nuovo sorgere
del sole.
Seduta ad un tavolo di legno scuro, un po’ sbiadito dal tempo, in
modo lento ma con abilità, passa
lunghe ore a disfare trame intricate di stoffe consunte e ormai
inutili e il mulinello delle sue
mani, dove non si notano variazioni di ritmo, ne compatta nuovamente i fili in pesanti gomitoli.
In quei gomitoli, dai colori più
vari e spesso mal combinati, mia
madre già intravvede la possibilità di nuove forme e lavora instancabile, affinché nessun filo di lana
vada perduto. In ciò si intuisce in
lei la memoria viva di una passata povertà, che le insegnò la massima cura per le cose che la vita le
aveva concesso.
Si ringrazia sentitamente per l’informazione:
Dott.ssa Mariagrazia Carlone
Archivio di Stato di Milano - via Senato 10, 20121 Milano
http://www.archiviodistatomilano.it/
Suo padre, Angelo Brian, era
invalido di guerra,.....ma
il suo debole stato di salute
non ostacolò la sua volontà
di mettere su famiglia.....
sposò Angela, una donna
dall’aspetto e dal carattere
forti,..... e in pochi anni videro
la luce cinque figli.
Tutti i suoi movimenti sono avvolti dal silenzio e solo di rado
capita di sentire la sua voce, come
se lei ne avesse una cura speciale
e la custodisse per pochi e, a suo
giudizio, più importanti discorsi.
Ad animare la sua mente sono
spesso le immagini nitide, che
la memoria ancora le consegna,
della famiglia in cui nacque, nel
lontano 1921.
Suo padre, Angelo Brian, era invalido di guerra avendo fatto ritorno dalle estenuanti fatiche del
primo conflitto mondiale con un
danno ai polmoni che non dava
possibilità di guarigione. Ma il
suo debole stato di salute non
ostacolò la sua volontà di mettere su famiglia. Subito dopo la
guerra sposò Angela, una donna
dall’aspetto e dal carattere forti,
che poteva ben supplire alla delicata condizione del marito e in
pochi anni videro la luce cinque
figli.
La sua voce, suadente e distinta,
dà ai ricordi una forma
sempre più commossa... quando
parla del fratello Italo …
più vecchio di lei appena di due
anni essendo nato a
Breganze, in Contrà Maglio, il 29
Maggio 1919.
Inavvertitamente mia madre si
affida sempre più ai moti fluttuanti della memoria, che la conducono a siti lontani. A poco a
poco, il suo incessante lavorio si
calma ed ella posa con cura sul
vecchio tavolo i suoi manufatti di lana ancora incompiuti. La
sua voce, suadente e distinta, dà
ai ricordi una forma sempre più
commossa. Soprattutto quando
parla di Italo che era uno dei suoi
fratelli più vecchio di lei appena
di due anni. Italo era nato infatti
a Breganze, in contrà Maglio, il 29
Maggio 1919.
Mia madre racconta di un giovane pieno d’ingegno, disposto ad
impegnarsi in qualsiasi mestiere
per sostenere le necessità della
famiglia, e tenere lontana, per
quanto fosse faticoso, la povertà.
Ancora ragazzino aveva trovato
impiego come operaio negli stabilimenti Laverda, in paese, dove
si producevano macchine agricole. Ma non appena se ne tornava
a casa, lasciando per l’indomani
le fatiche del lavoro di fabbrica,
Italo cercava diletto in quelle che
erano le sue più grandi passioni:
la pittura e la musica. Quando
decideva di disegnare, esigeva
per sé il tavolo della cucina, sul
quale posava piuttosto disordinatamente colori, pennelli e tele
da dipingere.
Si lascia andare ad un mesto
sorriso mia madre, quando le
giunge il ricordo di avere molte
volte osservato Italo, senza farsi
notare, attraverso i vetri opachi
della porta che chiudeva la cucina. Lui se ne stava lì dentro per
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Luglio 2009
decisivo. Trovatosi senza lavoro,
con la determinazione di sempre,
intraprese a coltivare piante da
frutto nei pochi ettari di terra che
circondavano la casa e
allevò due vacche da
latte per i bisogni
della famiglia.
ore, chino sui
suoi disegni e
solo quando
si udiva il cigolio della sua
sedia, spostata
poco delicatamente sul pavimento, si
aveva il segnale che si poteva riprendere possesso di quella
stanza.
Con la tenacia dell’autodidatta
imparò
a suonare il mandolino e la chitarra.
Ma la passione che non lo avrebbe mai abbandonato fu la musica. Fin da piccolo Italo mostrava
curiosità e godimento quando
ascoltava un gruppo di mandolinisti di Breganze, compagni di
suonate, che si ritrovavano in
una corte vicino a casa sua. Fu da
quegli ascolti che s’innamorò della musica e la musica divenne la
parte che più amava di se stesso.
Con la tenacia dell’autodidatta
imparò a suonare il mandolino e
la chitarra. Una delle stanze della
sua casa piano piano si riempì di
strumenti che custodiva gelosamente. Durante il secondo conflitto mondiale, fu inviato a combattere in Albania, lui che dichiarava il suo odio per la guerra, e i
suoi mandolini sarebbero rimasti
per tanto tempo come assopiti, in
una stanza buia.
Il suo ritorno dall’Albania fu una
gioia e una consolazione per la
famiglia, che a quella terra aveva già legato il sacrificio di un
figlio nel 1944. Ma per Italo il ritorno significò un cambiamento
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... egli col suo
dialetto prontamente
rispondeva:
“Senti la parola Argentina.
La gà l’argento
dentro.”.
Così nel 1947, nel
pieno delle forze dei
suoi ventott’anni,
Italo lasciò Contrà Maglio per
cercare lavoro oltreoceano.
Presto, tuttavia, come molti giovani in quegli anni, cominciò a
sentire l’impulso a tentare una
nuova strada, ad affidare speranze e desideri di una vita migliore
a terre mai viste al di là dell’oceano. Nei sogni di Italo la terra dove
cercar fortuna doveva essere l’Argentina. E quando suo padre gli
domandava perché volesse andare proprio là, egli col suo dialetto
prontamente rispondeva: “senti
la parola Argentina. La gà l’argento
dentro.”. Così nel 1947, nel pieno
delle forze dei suoi ventott’anni,
Italo lasciò contrà Maglio per cercare lavoro oltreoceano.
Abile e volenteroso com’era, trovò subito impiego in una avviata
fabbrica tessile di Buenos Aires.
Alla famiglia giungevano regolarmente i soldi che guadagnava
nella tessitura e, ogni tanto arri-
In quel luogo costruì in tre anni,
faticando con le sue sole mani,
una casa modesta ma accogliente, di cui con un certo orgoglio,
inviava a casa le foto.
Fu proprio camminando lungo le
vie di
Buenos Aires, che Italo maturò
un rapporto
speciale con i bambini più sfortunati...... e
la casa di periferia che con pesanti sacrifici
aveva costruito, divenne un tetto
sicuro per
tanti “meniños de rua” bisognosi
di ogni cosa.
Ma l’Argentina significò per Italo
molto più che la ritrovata sicurezza di un posto di lavoro. Con
le lettere inviate alla sua famiglia,
egli si fece testimone delle delicate condizioni di quella terra,
raccontando di come anche lì si
soffrisse la fame e di quanti bambini, figli di povera gente, orfani
o abbandonati, si incontrassero
per le strade della città. Fu proprio camminando lungo le vie di
Buenos Aires, che Italo maturò
un rapporto speciale con i bambini più sfortunati.
Iniziò ad occuparsene con assoluta gratuità e la casa di periferia
che con pesanti sacrifici aveva
costruito, divenne un tetto sicuro
per tanti “meniños de rua” bisognosi di ogni cosa.
Nella sua opera, che nasceva da
una fede intatta, senza pieghe o
...Con la tenacia dell’autodidatta imparò
a suonare il mandolino e la chitarra...
vava anche qualche pacco contenente tessuti o coperte di lana.
La parte di denaro che tratteneva
per sé gli servì per acquistare a
basso costo un appezzamento di
terreno nella periferia della città.
...Con i pochi strumenti anche rudimentali che
recuperava, riusciva ad attirare la curiosità dei
suoi “meniños de rua” e ad appassionarli alla
musica come modo gioioso di stare insieme...
cedimenti, Italo ebbe modo di
incontrare anche due suore di
origine italiana, che gli offrirono
il loro aiuto nell’accoglienza dei
bambini.
Mia madre racconta che con quei
bambini Italo aveva trovato il
modo di fare musica anche laggiù, pur non avendo i suoi mandolini. Con i pochi strumenti anche rudimentali che recuperava,
riusciva ad attirare la curiosità
dei suoi “meniños de rua” e ad
appassionarli alla musica come
modo gioioso di stare insieme.
Nel 1960, quando Italo decise di
tornare in Italia, la casa che aveva
costruito, ma che ormai non era
più soltanto sua, rimase là come
dono ai più bisognosi. Solo in seguito giunse notizia che fu data
in gestione ad un ordine religioso femminile e, anno dopo anno
fu ampliata per dare ospitalità a
decine di “meniños de rua”. Del
passaggio in Argentina di questo
emigrante breganzese rimaneva
poi un nome inciso da qualche
parte su una via che la città di
Buenos Aires, con gratitudine, gli
dedicò.
Dopo il suo ritorno a Breganze
Italo non abbandonò mai più la
musica. Ma soprattutto non dimenticò mai il suo incontro con i
più piccoli.
si sentivano a casa propria, e ne
combinavano anche. Ma Italo con
il suo insegnamento paziente, a
momenti autoritario, riusciva a
plasmare l’incontro tra i piccoli e
la magia della musica. Nel tempo
il risultato fu un singolare gruppo mandolinistico composto di
soli bambini, che si fece conoscere dalla fine degli anni Sessanta
agli inizi degli anni Novanta con
un’intensa attività concertistica.
Italo li volle chiamare i demoni di
S. Cecilia, avendo ben conosciuto
la loro vivacità.
Nessuno di quei piccoli musicisti
dimenticò mai il maestro Italo.
Quando egli morì il 2 luglio del
1995, furono proprio loro, un po’
arrugginiti, a suonare un’ultima
volta per lui.
Capisco soltanto ora perché mia
madre ha custodito per tanto
tempo quelle stoffe logore, dalle quali spera ancora di ricavare
qualcosa. Sono, forse, le stoffe
che Italo mandava dall’Argentina. Ma é commossa. Ed io non
trovo il coraggio di chiederle altro.
*Secondo premio al concorso
letterario provinciale delle
Università Adulti/Anziani del
Vicentino sul tema dell’emigrazione
...un singolare gruppo mandoli“Plectrum” ringrazia sentitamente
nistico
Sabrina Bonollo per aver segnalato
composto di soli bambini...
Anche nella casa di Contrà Maglio cominciò a vedersi un via vai
di bambini da cinque in su, a cui
Italo insegnava, senza chiedere
compensi, a suonare il mandolino. Nella sua umile cucina, dove
si tenevano le lezioni, i bambini
“la singolare opera, educativa e sociale, del Maestro Italo Brian, già
riconosciuta pubblicamente a Breganze e testimoniata dai numerosi
allievi, che gratuitamente hanno
appreso a suonare il mandolino, la
chitarra...e soprattutto hanno ricevuto un insegnamento di autentica
passione e cultura”.
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Luglio 2009
Pescara: nascita di un gruppo giovanile a plettro
Collezione Maurri
collana di musica per mandolino e strumenti a plettro
di Alessandro Cavallucci
a cura di Maria Cleofe Miotti
e Vittorio Naldi
L
’idea di riportare in vita l’attività mandolinistica a Pescara
mi è venuta dopo aver scoperto
che verso la fine del 1800 ed ai
primi del 1900 c’era, a Pescara,
un’orchestra di mandolini, e addirittura a Villa Celiera, dove
vivo ora, una filarmonica di mandolini.
Io stesso sono cresciuto col nonno “a pane e mandolino” come
si usa dire, nel senso che le mie
giornate erano sempre allietate
dal suono di questo strumento.
Non essendoci la possibilità di
studiare il mandolino al conservatorio di Pescara, mi sono diplomato in chitarra e ho continuato a
suonare col nonno.
Dopo la sua scomparsa si quieta
anche il suono del mandolino per
risvegliarsi poi prepotentemente
in occasione dell’acquisto di un
nuovo strumento, un “Pandini”
di Ferrara .
Ho cominciato con alcuni allievi
e con corsi di perfezionamento
estivi. Quindi musica d’insieme
ed anche brani di mia composizione.
Siamo ai primi passi, in quanto
questo è il secondo anno di attività vera e propria. La classe però,
con notevole mia soddisfazione,
quest’anno è cresciuta come numero di allievi, ed è importante
perché noto che i ragazzi sono
davvero catturati dalla bellezza
del mandolino.
L’anno scorso a luglio è stata fatta
una prima esibizione in pubblico
e quest’anno sono già in preparazione altri concerti.
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Luglio 2009
C
A sin. Alessandro Cavallucci, dietro, in secondo piano il sindaco di Villa Celiera
27.07.08 villa celiera
27.07.08 villa celiera
ollezione Maurri è la nuova collana per mandolino e
strumenti a plettro delle Edizioni
Curci.
Il celebre catalogo fiorentino, da
sempre punto di riferimento per
i mandolinisti di tutto il mondo,
viene ora riproposto in una serie
di titoli scelti tra i più importanti
per valore storico e qualità artistica.
Ogni volume presenta un’edizione critica dei brani selezionati, arricchita da brevi note biografiche
sul compositore e da un’introduzione storica e analitica.
E per soddisfare la grande richiesta di nuovo repertorio, Collezione Maurri arricchisce la sua
collana con titoli inediti dedicati
al mandolino e agli strumenti a
plettro in diversi organici.
Come avevamo annunciato nel
precedente numero di Plectrum,
presentiamo un’intervista fatta
dal presidente della FMI ai due
curatori della collana: Maria Cleofe Miotti e Vittorio Naldi ed alla
dott.ssa Laura Moro Direttore Editoriale della Edizioni Curci Milano
Gavioli
Come è iniziata questa
avventura? Cioè, perché questa
collezione Maurri. Intanto chi é
Maurri?
Moro
Maurri è il nome di una
casa editrice, nata dall’attività dei
due fratelli Raffaello e Paride, che
alla fine dell’Ottocento a Firenze
ha stampato soprattutto repertorio per strumenti a plettro. La
Curci l’ha acquistata nel 2006, ha
acquistato anche il catalogo Mau-
Laura Moro, Artemisio Gavioli, Maria Cleofe Miotti e Vittorio Naldi
nella sede della Edizioni Curci
rri con tutto il repertorio compreso quello del mandolino.
Gavioli Il catalogo di mandolino
che periodo copre?
Naldi Dal 1890 ai primi decenni
del 1900 quando la prendono in
mano i fratelli Stanza.
Il catalogo é stato venduto due o
tre volte.
Gavioli
Mi interesserebbe sapere che cosa hanno pubblicato
loro.
Moro L e dirò quello che é capitato così si rende conto. Noi
abbiamo acquistato questo catalogo perché é stato proposto alla
proprietà quando i fratelli Stanza
hanno deciso di smettere l’attività. Fra le altre cose c’era questo
catalogo di mandolino. Noi non
avevamo nessun tipo di esperienza nel settore della musica a plettro ma é successo che da più parti
ci richiedessero questo catalogo
Maurri. Parlo anche dall’estero,
dal Giappone ad es. Alla fine abbiamo detto: “Diamolo a persone
esperte in materia che sappiano
lavorarci”.
Miotti All’interno del catalogo
Maurri si trovano musiche tratte
da opere teatrali (sinfonie, preludi, intermezzi), pezzi “da sala”,
danze, marce per mandolino
solo, per duo con chitarra o pianoforte e per quartetto (2 mandolini, mandola e chitarra), canzoni con accompagnamento del
mandolino, metodi, album per
mandolino solo comprendenti
arie d’opera, serenate… Abbiamo selezionato composizioni che
appartengono a vari filoni, come
aveva già fatto Maurri, anche se
per il momento abbiamo preferito tralasciare quella parte di repertorio eseguibile con orchestra
contenuto nel fondo Nakano.
Il nostro è stato un lavoro di trascrizione, ci siamo attenuti scru-
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Luglio 2009
polosamente a quella che era la
partitura originale; sono stati corretti solamente refusi .
Per quanto riguarda il repertorio
dedicato alla didattica abbiamo
scelto di stampare i duetti Utile
Dulci, una serie di temi di vari
autori che Munier aveva elaborato per creare duetti in varie posizioni per mandolinisti; in seguito
arriveranno terzetti per tre mandolini o due mandolini e mandola a cui stiamo lavorando. Anche
in questo caso sono state mantenute generalmente le indicazioni
di diteggiatura originali, in quanto Munier, oltre che compositore,
era un valente mandolinista.
Gavioli
Cosa c’è di originale
sul catalogo Maurri che non sia
già stato riportato sul catalogo
Nakano?
Miotti
Si trova ancora molta
musica di vari autori italiani, si
tratta per lo più di ballabili e trascrizioni di arie d’opera. Per questa prima stampa noi abbiamo
selezionato appositamente quello che non era già contenuto nel
fondo Nakano.
Moro Comunque io vi posso dire
che dal Giappone sono arrivate
richieste di titoli che non sono solamente quelli del catalogo. Sono
arrivate nel 2006 quando ancora
non avevamo l’interesse a lavorare per quel catalogo. Ci avevano
chiesto un po’ di tutto.
Gavioli A me interessava ancora tornare sull’argomento del target. Per quanto riguarda l’Italia,
chi pensate che possano essere i
fruitori?
Miotti Gli studenti dei corsi di
mandolino in Conservatorio e
tutti gli appassionati mandolinisti che amano fare musica d’insieme, sia che suonino in duo che
in un’orchestra a plettro.
Naldi Noi, avendo scritto la prefazione in quattro lingue, ci proponiamo al mercato estero così
come al mercato italiano. Stiamo già preparando per la prossima stampa, oltre al repertorio
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Luglio 2009
didattico,
i
ballabili (che
sono circa il
25% del catalogo Maurri), le fantasia d’opera,
l’ouverture,
i pezzi d’album, i duetti
con chitarra
e pianoforte,
insomma il
corpo
centrale
della
produzione
di Munier di
e Marucelli,
che è la parte
migliore del
catalogo.
Gavioli
Oltre a questi
due
autori
ne avete tirati
fuori altri che non conosciamo?
Naldi
Gli autori da prendere in
considerazione sono diversi, non
vogliamo anticipare troppo!
Gavioli Questa proposta non é in
contrasto con l’interesse che dovrebbero avere le orchestre italiane di scoprire nuovi repertori per
mandolino e non soltanto avere
nostalgia del passato?
Moro Lei sfonda una porta aperta, nel senso che intendiamo provarci.
Naldi La Collezione Maurri é un
“contenitore” ed è nostro intento
riprendere i brani del repertorio
del tempo pubblicato da Maurri, come stiamo facendo, ma anche rivolgerci ai collezionisti o
agli archivi delle varie orchestre
italiane o straniere chiedendo se
hanno brani di qualità da sottoporci per una eventuale pubblicazione. Saranno vagliate anche
composizioni per la didattica.
Miotti Inoltre siamo interessati
anche alle proposte di compositori contemporanei che vogliano
sottoporci i loro lavori. Possono
infatti contattarci al seguente in-
dirizzo: tel. 349 7270181 e-mail:
[email protected] o consultare
il sito delle Edizioni Curci e della
Federazione Mandolinistica Italiana.
Moro L’obiettivo é questo: sotto
un cappello autorevole, dato dal
nome Maurri, sviluppare filoni
diversi anche aprendoci ad un repertorio nuovo.
La vera difficoltà é quella che lei
conosce bene e cioè la diffidenza
dell’esecutore, per cui a parole
sono tutti molto interessati a scoprire nuovi repertori, ma poi alla
fine si preferisce eseguire quello
che é già conosciuto e che ha un
effetto sicuro sul pubblico.
Secondo la mia esperienza ogni
nuovo repertorio, non solo per
mandolino ma anche per altri
strumenti, non funziona se prima
non viene ascoltato. Bisogna prima avere la possibilità di ascoltare un repertorio nuovo, solo così
può essere apprezzato e magari
si richiede lo spartito.
Altrimenti é sempre molto difficile. Non so se i mandolinisti siano
più curiosi e quindi più aperti...
Comunque provarci é giusto an-
che perché il catalogo ed il repertorio devono essere una cosa
viva..
Gavioli
Tornando per un momento alla didattica, non avete
paura di incappare nelle critiche
di chi dice che insegniamo il mandolino su testi dell’Ottocento?
Moro La ricerca di una metodologia nuova é senz’altro importante.
Gavioli
Sono d’accordo infatti, anche chi
studia violino studia su
metodi classici.
Moro
Noi vogliamo
che l’editore storico che
ha in catalogo testi didattici eccellenti abbia
l’etica di affiancarlo a testi più moderni perché
i metodi cambiano così
come anche l’approccio
alla musica é diverso rispetto agli anni ‘50. Ha
senso trovare un equilibrio fra tradizionale e
nuovo.
In passato spesso le metodologie tradizionali
erano troppo tecniche e
non si preoccupavano
di dare una motivazione anche soltanto sul
tipo di esercizio. Mettere sul campo due o tre
commenti che spieghino
perché si fa un esercizio
di un tipo o di un altro
aiuta anche l’alunno o lo studente a capire meglio quello che sta
facendo e a farlo con più coscienza.
Rivedere certe proposte salvando
la tradizione ma utilizzando un
linguaggio un po’ più aggiornato
si può fare.
Naldi
Io vorrei aggiungere che
la dottoressa Moro ha aperto la
collana Curci Young con i metodi nuovi di violino ed altri strumenti per bambini che sta avendo ottimi risultati.
Gavioli
Una cosa del genere la
si può fare anche per il mandoli-
no?
Moro Bisogna ragionarci, lavorarci sopra ed avere le persone
competenti. Ad ogni modo noi
siamo prontissimi.
Naldi Fermo restando che, come
ovvio, i risultati artistici devono
avere un adeguato ritorno economico.
Gavioli
Il nostro problema è la
mancanza di scuole per ragazzi.
Naldi Se si introducesse il mandolino nelle scuole ad orientamento musicale arriverebbero
anche idee nuove per la didattica
…..
Moro
Va un po’ rispolverato
questo strumento perché al di
fuori dei vostri ambienti viene
considerato uno strumento storico, poco attuale.
Naldi
E’ un problema psicologico.
Gavioli Una volta che si superi
questo problema diventa quasi
contagioso. Nelle classi in cui uno
o due ragazzi hanno cominciato
a studiarlo, dopo tutta la classe
l’ha preso in mano perché il mandolino sembra fatto apposta per
apprendere musica. Dovrebbe
essere adottato come strumento
didattico e per la musica d’insieme.
Tornando ancora al nostro catalogo e pensando di diffonderlo
fuori dall’Italia, a quali
Paesi pensate di rivolgervi?
Moro Al Giappone, per
esempio. Credo che il
Giappone, per quello
che ho capito io, sia il
paese che può avere
interesse per questo
tipo di musica. In effetti le richieste che sono
arrivate sono sempre
venute dal Giappone.
Un altro paese dove
il mandolino è molto
apprezzato è la Germania. Questo paese però,
punta molto sulla musica moderna, sull’evoluzione della musica
per mandolino.
Hanno una predisposizione, una curiosità
musicale in questo senso.
Noi siamo partiti un
po’ in sordina con i primi cinque titoli, in realtà bisogna ampliare il
catalogo, toccando i diversi filoni,
per avere un’offerta composita ed
acquisire maggior autorevolezza.
Come sempre non ci nascondiamo il rischio imprenditoriale.
Gavioli Questo catalogo è aperto
anche ad autori stranieri se non
dubito.
Moro Assolutamente sì. Io soltanto mi fido di voi in quanto
competenti dello strumento. Voi
sapete che cosa cercano i mandolinisti, che cos’è la musica di qualità, come s’insegna, cosa si può
proporre.
13
Luglio 2009
S
asho Dimitrov é uno dei più importanti man-
dolinisti d’Europa. Nato in Bulgaria, per oltre 50
anni si è dedicato all’insegnamento e ad attività concertistiche.
Ha tenuto concerti come solista e primo mandolino
in diversi paesi europei. Ha partecipato a diversi festivals internazionali come virtuoso di mandolino.
Sasho Dimitrov é stato invitato a numerose conferenze, aperture di mostre, presentazione di libri, incontri
d’affari, congressi, concerti per incontri diplomatici,
celebrazioni private ecc.
E’ l’unico compositore bulgaro che ha composto un concerto per mandolino ed orchestra ad archi: il Concerto in do
maggiore, in tre movimenti.
Il repertorio di Sasho Dimitrov comprende brani di autori classici (Mozart, Beethoven, Bach, Schubert, Schuman ecc), di folklore bulgaro, italiano, greco, spagnolo e russo e musica country.
Ha effettuato molte registrazioni presso la Radio nazionale della Bulgaria che spesso vengono suonate. Ha partecipato anche ad alcuni programmi televisivi.
Ha suonato il concerto in Do maggiore per mandolino ed archi di Vivaldi con l’orchestra Sofia Soloists in occasione della celebrazione del 40° compleanno di questa prestigiosa ensemble.
14
Luglio 2009
Nasce l”Estudiantina Ensemble Bergamo
I
l giorno 29 Maggio 2009 alle
ore 10, presso l’aula magna
dell’Istituto Comprensivo “Muzio” di via San Pietro ai Campi
N°1 in Bergamo, si sono riuniti i
Soci Fondatori dell’Estudiantina
Ensemble Bergamo per discutere
dell’approvazione dello Statuto.
Dopo un ampio e proficuo dibattito è stata così fondata l’Associazione “Estudiantina Ensemble
Bergamo” il cui scopo principale è “mantenere viva la tradizione
strumentale mandolinistica nella
città di Bergamo e divulgare a scopo
educativo musiche originali antiche
e moderne che valorizzino gli strumenti a plettro”.
La pratica degli strumenti “a pizzico” (liuti, chitarre e mandolini)
occupa da secoli un posto significativo tra le numerose tradizioni
musicali della Bergamasca.
E’ sopratutto nel Novecento che
tale pratica acquista in città ed in
provincia di Bergamo
un’ampia diffusione ed una notorietà non solo nazionale stimolando anche numerosi compositori locali a scrivere per questi
strumenti e per le varie formazioni. Complessi di strumenti a
plettro furono infatti attivi nella
città di Bergamo già sul finire del
XIX secolo e diversi strumentisti
di queste formazioni confluirono nel giungo 1907 nell’orchestra
“Stella Polare” che sotto la guida
di Eugenio Giudici nel 1910 ven-
ne ribattezzata ESTUDIANTINA
BERGAMASCA.
Strumento principale per il raggiungimento degli obiettivi che
l’associazione si prefigge è l’orchestra di mandolini e chitarre
“Estudiantina Ensemble Bergamo” che sotto la direzione di
Pietro Ragni ha già tenuti alcuni
concerti in bergamasca e che si
inserisce a pieno titolo in questo
trascurato “filone” della tradizione non solo bergamasca.
me per un progetto condiviso”.
Il Direttore Pietro Ragni: “...ci
manca il suono famigliare ed antico
di questi strumenti a pizzico. Un
possibile obiettivo da raggiungere:
una triangolazione tra il Conservatorio di Milano, l’Orchestra di mandolini e chitarre “Città di Brescia”
e l’Estudiantina Ensemble Bergamo
per un utile collante di crescita.”
Tra i soci onorari ci saranno tutti
gli ex orchestrali dell’Estudiantina Bergamasca.
Sono stati eletti:
Presidente Ugo Orlandi,
Vice presidente Mario
Rota
Direttore Pietro Ragni;
Segretario Paola Missale
Tesoriere Marco Gilli;
Commissione Artistica
Pietro Ragni, Ugo Orlandi, Michele Guadalupi, Giacomo Parimbelli, Mario Rota.
Il Maestro Ugo Orlandi
nell’accettare la carica di
presidente ha dichiarato
fra l’altro che “le associazioni specialmente amatoriali hanno lo scopo (come
anche le Bande Musicali)
di educare alla musica.
Debbono credere nella storia musicale di Bergamo ed
elaborare il futuro... Dobbiamo lavorare tutti insie-
15
Luglio 2009
NON METTIAMO UNA FOTO ?
L
’Orchestra a Plettro Sanvitese, associazione senza scopo di lucro, nasce
nel 1969 e si dà nome e statuto nella città
di S. Vito al Tagliamento (PN): all’epoca
conta circa 10 orchestrali ed è diretta dal
maestro Luigi De Paoli che continuerà a
dirigerla fino al giugno 2000.
Attualmente l’orchestra, per la gran parte rinnovata, si presenta con 18 elementi, tra cui molti giovani, provenienti da
quattro province (Venezia, Pordenone,
Udine, Treviso) ed è diretta, dal novembre del 2000, da Elena Abolmazova.
L’Orchestra a Plettro Sanvitese vive secondo uno spirito amatoriale che rispon-
de alla volontà di sviluppare il proprio
repertorio musicale in un clima di amicizia e di gratuità, ma anche di promuovere la conoscenza e l’apprezzamento per il
mandolino. Oltre a 240 concerti, alcuni
dei quali all’estero, ha partecipato alle
Rassegne Regionali per Orchestre a plettro,
al Concorso Internazionale per gruppi strumentali a plettro «Giacomo Sartori» ad Ala
di Trento nel 1999. ed ha realizzato due
CD.
Nel passato figurano anche il Microfono
d’Argento vinto nel 1974 alla trasmissione radiofonica “Banco di Prova” e l’inclusione di alcuni brani nei programmi
RAI. Il gruppo è socio della Federazione
Mandolinistica Italiana e di quella Friu-
16
Luglio 2009
L’Orchestra
a Plettro Sanvitese
lana e una buona parte degli orchestrali
collabora e si esibisce con l’Orchestra Regionale del Friuli Venezia Giulia, diretta dal
maestro Piergiorgio Caschetto.
Il complesso presenta brani di musica
originale e non, di autori classici e contemporanei, per continuare nell’opera di
diffusione della musica per mandolino
presso un pubblico il più vasto possibile.
E’ infine attiva, in S. Vito al Tagliamento,
a cura dell’Orchestra, la Scuola di Mandolino.
Dirige l’Orchestra Elena Abolmàzova
nata a Orel (Russia) nel 1971, diplomata
in domra presso il Conservatorio di Niznij-Novgorood. Ha suonato nell’Orchestra Nazionale Russa di Musica Popolare
esibendosi in numerose città europee. Ha
insegnato domra per otto anni presso la
scuola professionale di musica di Orel.
Suona come primo mandolino e solista
nell’Orchestra Regionale del Friuli Venezia Giulia. Si esibisce inoltre, in duo
con pianoforte o fisarmonica, in varie
località friulane e nazionali.
La tempsta di neve
racconto di A. S. Puskin
illustrazione musicale di Georgij Vasilevic Sviridov
L
a tempesta di neve.
La tempesta di neve è uno
dei cinque Racconti di Bèlkin
scritti da Aleksàndr Sergéevic
Puškin (Mosca 1799 – Pietroburgo 1837) nel 1830, durante un
periodo di tre mesi di quarantena nella tenuta paterna di Bòldino, seguito agli anni di esilio
impostigli dallo zar per motivi
politici. Questo momento è stato definito “il magico autunno
di Bòldino”: Puškin è infatti innamorato e prossimo al matrimonio con la bella diciottenne
Natàlja Goncaròva e si prospetta
per lui una vita finalmente serena e felice. In quest’atmosfera
nasce la prima opera in prosa di
colui che all’epoca è considerato
il più grande poeta vivente della
Russia. I racconti di Bèlkin sono
cinque e ciascuno rappresenta
la ricerca di possibilità narrative
nuove per la letteratura di allora
e da essi nasce la grande prosa
russa dell’Ottocento.
Con la sua opera l’autore supera
la differenza tra le due correnti
letterarie, classica e romantica,
che agli inizi dell’Ottocento in
Russia spesso si scontrano tra
loro. Della prima, la classica,
Puškin conserva la purezza linguistica, la costruzione equilibrata e armoniosa delle immagini,
della seconda, quella romantica,
fa proprie l’apertura al nuovo, lo
spirito d’osservazione realistico
e l’aderenza alla realtà, la forza
creatrice alla ricerca di soluzioni nuove. Lo stile sembra apparentemente semplice, ma rivela
radici colte e la profonda conoscenza delle letterature europee.
Puškin infatti presenta personaggi e situazioni calati nella realtà
storica e sociale del suo tempo e li
commenta con una ironia garbata
ed elegante.
La tempesta di neve è una fiaba a sfondo realistico in cui vari
elementi narrativi mantengono sempre viva l’attenzione: la
tranquilla vita di provincia di
un’agiata famiglia, composta
da un padre ospitale e cordiale,
Gavrìla Gavrìlovic, dalla madre,
Praskòvja Petròvna, altrettanto
aperta che gioca al boston (gioco di carte simile al whist, si dice
inventato a Boston, negli Stati
Uniti) con chi viene in casa, e da
una bella ragazza diciassettenne,
Marja Gavrìlovna, rischia di essere turbata da un “colpo di testa”
della fanciulla, innamorata di un
povero alfiere dell’esercito (corrispondente al grado dell’allievo
ufficiale) Wladìmir Nikolàevic.
I genitori ostacolano le nozze
perché il ragazzo non è sicuramente un buon partito per la loro
unica e adorata figlia. L’ironia di
Puškin emerge proprio in queste
situazioni quando scrive “Marja
G. si era formata sui romanzi francesi e, per conseguenza, era innamorata” e poi dei genitori “avevano
vietato alla figlia perfino di pensare
a lui, e lo ricevevano peggio di un
assessore a riposo” (il grado di assessore era uno dei più modesti
della gerarchia burocratica russa
ordinata in quattordici gradi; che
fosse a riposo lo declassava ancor
di più). Allora Marja decide di
fuggire di nascosto con Vladìmir
per sposarsi.
La fuga, accuratamente preparata dai due giovani, finisce in
catastrofe per un evento imprevisto. Una bufera di neve si alza
la notte della fuga e, coprendo e
cancellando strade e sentieri, fa sì
che lo sposo arrivi con molte ore
di ritardo alla chiesetta scelta per
le nozze.
La descrizione della tempesta di
neve è splendida nel suo crescendo narrativo e descrittivo e soprattutto coinvolge il lettore per
lo stretto legame tra la bufera e
lo stato d’animo di Vladìmir alla
strenua e vana ricerca della chiesa in cui lo sta attendendo Marja.
Intanto nella chiesetta sperduta
succede qualcosa di irreparabile
le cui conseguenze graveranno
sulla vita futura della ragazza,
che manterrà il segreto di ciò che
è successo e che rimarrà fedele
comunque, sia a Vladìmir, sia
allo sposo sconosciuto. Anche
Vladìmir, scoperto l’accaduto,
sconterà il suo ritardo rinuncian-
17
Luglio 2009
Tiziana
Pauletto
G
do per sempre a Marja e troverà
la morte in guerra.
La conclusione, imprevedibile e
fantastica, del racconto trasformerà la sofferenza in gioia e per
Marja o Maša inizierà finalmente
una vita felice.
La fiaba è ambientata nel momento storico dell’invasione
napoleonica della Russia (1812)
che devasta il paese: Napoleone
sarà sconfitto e la vita del popolo russo tornerà alla normalità. Il
ritorno alla quiete dopo la bufera
della guerra coincide con la riconquista della serenità per Maša
e per la sua famiglia, che non ha
mai saputo né intuito nulla della
terribile vicenda della figlia.
eorgij Vasilevic Sviridov
nasce a Fatez, Kursk, nel
1915. Studia pianoforte alla Scuola di Musica di Kursk e dal 1932–
36 composizione con M. Judin
all’Istituto centrale di musica di
Leningrado e dal 1936–41 con P.
Rjazanov e D. Sostakovic al Conservatorio.
E’ autore di brani prevalentemente vocali, nei quali evidenzia la
sua invenzione melodica, la chiarezza armonica e la semplicità di
struttura. Influenzato inizialmente da Sostakovic negli anni ’40,
elabora successivamente un proprio linguaggio musicale.
mentali particolarmente importanti sono il Trio con pianoforte
(1945), la Sonata per pianoforte (1944), l’Album per bambini
(1948) e Musica per orchestra da
camera (1964), la Tempesta di
neve (1974).
Prendendo le mosse dai classici
russi, soprattutto da Mussorgskij,
fonde i mezzi espressivi del ‘900
col canto tradizionale dell’antica
Russia e quello religioso. Assimila anche aspetti del contemporaneo canto urbano e di massa. Ha
composto anche musica strumentale e da film. Tra le opere stru-
Le musiche che accompagnano il
racconto sono: Trojka, Ricordo del
valzer, Strada invernale, Romanza, Primavera, Autunno, Pastorale,
Marcia, Le nozze, Valzer.
La Tempesta di neve, illustrazione musicale del racconto di A. S
. Puškin con la sua musica, allo
stesso tempo energica ma anche
elegiaca, trasmette pienamente la
visione della vita e il sentire del
popolo russo.
A
ppassionata alla pittura e poi alla critica,
fin dall’adolescenza, trascorsa in una famiglia dove queste fanno parte del quotidiano, ha
esperienze pittoriche ed espone le proprie opere (del 1978 la prima personale nella Casa dello
Studente di Portogruaro). Matura contemporaneamente un percorso musicale con lo studio
della chitarra classica.
Si laurea con lode nel 1983 in Storia dell’Arte
Moderna presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia e pubblica alcuni articoli sulla scultura lignea nel
pordenonese.
Fin dagli anni ’80 fa parte, come prima chitarra, dell’Orchestra a Plettro Sanvitese e si occupa della
presentazione al pubblico dei programmi di concerto. Si esibisce inoltre con l’Orchestra Regionale del
Friuli Venezia Giulia, il quintetto a plettro e a pizzico “Il Fondaco Sonoro” e il gruppo mandolinistico
“Città di Codroipo”. Scrive, fra gli altri, un contributo relativo al gruppo musicale in Note della memoria – Studi sul Novecento pordenonese, pubblicato nel 2004 dalla Biblioteca civica di Pordenone nella
collana Musicalia. Sua l’illustrazione di copertina del CD, Orchestra a plettro sanvitese Due, edito nel
novembre 2005.
Negli anni ’84 – ’99 e nuovamente dal 2005 si occupa di teatro per ragazzi sia come regista che scenografa e dal 2000 tiene laboratori di murales, teatro, scenografia nell’Istituto in cui insegna Lettere (occasionalmente organizza attività di illustrazione di testi per i ragazzi della scuola elementare e media).
Dal 2003 fino al 2007 ha organizzato progetti per laboratori di mandolino confluiti poi nella creazione
dell’Orchestra di Istituto della S.M.S. “D. Bertolini”.
Dall’autunno 2000 frequenta corsi di pittura e si reinserisce nel mondo delle arti visive sia come critica,
presentando numerosi artisti del Triveneto, che come pittrice.
Ultimo CD dell’Orchestra Sanvitese
LIUTAIO
CARLO MAZZACCARA
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18
Luglio 2009
19
Luglio 2009
Luigi Salamon
Luigi Salamon e Carlos Ruiz Blanco,
compositore e direttore dell’orchestra spagnola
“La Orden De La Terrazza”, a Savona.
I corsi di mandolino
alle scuole elementari
di Udine
di Christine Teulon
S
D
iplomato in Pianoforte, Musica Corale e Direzione di
Coro, Composizione (Wolfango
Dalla Vecchia, Daniele Zanettovich) e Musica Jazz (Enrico
Fazio). Si è perfezionato in composizione con Paolo Troncon,
Wolfango Dalla Vecchia, e presso
i Workshop estivi della Manhattan School of Music di New York
, Computer Music con Davide
Masarati, pianoforte Jazz con
Marcello Tonolo e Giorgio Gaslini e arrangiamento con Stefano
Bellon. E’ stato premiato in numerosi concorsi di composizione
nazionali ed internazionali (tra
cui: I° Premio al Concorso Internazionale di Composizione Pianistica “23° Premio Gian Francesco Malipiero” di Treviso).
Recentemente ha vinto il I° Premio al Concorso Internazionale
di Composizione per formazioni a Plettro “Città di Logroño” in
Spagna.
Ha al suo attivo numerose pubblicazioni di musica strumentale
20
Luglio 2009
e vocale presso le case editrici
Pizzicato, Eurarte, Ensemble ‘900,
Wicky. Ha prodotto dischi di musica elettronica presso le principali
etichette italiane e il CD “Melodie
del cuore” (brani pianistici nello
stile della musica leggera). Si contano numerose esecuzioni di sue
composizioni che rispecchiano,
per la varietà dei generi esplorati,
una sensibilità estesa dalla Musica Classica alla Word Music. E’
attivo anche come pianista, produttore musicale e arrangiatore.
Ha collaborato con musicisti di
chiara fama, fra i quali spicca il
jazzista Lanfranco Malaguti, noto
a livello internazionale. Insegna
pianoforte moderno presso il
Centro Studi Vocali “Nova Cantica” di Belluno e l’Associazione
“Novo Concento” di Conegliano.
Dal febbraio 2005, per un triennio, ha ricoperto l’incarico di docente in Pratica dell’improvvisazione pianistica nei generi della musica
leggera presso il Conservatorio
“C. Pollini” di Padova.
TRANSITION
La composizione è stata scritta
per un organico di strumenti a
plettro: mandolini , mandole,
chitarre, contrabbassi.
La struttura è’ articolata in
più sezioni che nell’insieme
costituiscono un
unico movimento
Di rilievo è la pulsazione
ritmica, caratteristica tipica
del linguaggio musicale del
compositore, che pervade tutta la
composizione e conferisce una
dinamicità e verve
in continuo divenire.
I giochi contrappuntistici fra
i vari strumenti si snodano
in tutta la composizione non
rinunciando alla tipica
scrittura idiomatica
degli strumenti utilizzati.
Armonicamente è presente una
sorta di “tonalità allargata”,
mutuata anche dal jazz, genere
musicale caro al compositore,
ben integrata e capace di creare
smaglianti coloriture
e contrasti sonori.
i sono appena
conclusi i corsi
di mandolino tenuti
presso alcune scuole
elementari di Udine.
Se fino all’anno scorso,
questi corsi erano presenti soltanto presso al
Scuola “Ada Negri” di
Via Zucchi, da quest’anno sono stati aperti corsi
consimili anche presso la
Scuola elementare “Dante”, nell’omonima via cittadina, e presso il Collegio
della Provvidenza di Via
Scrosoppi.
Sotto la guida del maestro
Roberto Verona, quasi 200
ragazzi, dagli 8 agli 11
anni, hanno potuto avvicinarsi al mandolino,
molti dei quali per la
prima volta, dimostrando, nella maggior parte
dei casi, un immediato
interesse verso lo strumento.
Alla fine dei corsi,
che durano due anni
scolastici (classi IV e
V – cui però si sono
aggiunte quest’anno alcune classi
III, in via propedeutica), i ragazzi
vengono inviati
a seguire i corsi
regolari di mandolino organizzati dalla “Tita
Marzuttini” e condotti dal
M° Andrea Miola. Una
21
Luglio 2009
Clarinet
and Avi Avital
media di 5-6 ragazzi
ogni anno proseguono così lo studio del
mandolino,
tanto
che la “Tita Marzuttini” può vantare la
formazione di una
propria orchestra
giovanile formata
da una ventina di
elementi, che ha
già avuto modo
di
presentarsi,
molto apprezzata, al pubblico di
Udine e fuori.
Se merito della riuscita
dei corsi di mandolino
nelle scuole elementari va
certo al M° Verona per la
sua capacità di rapportarsi ai giovani ed
interessarli alla
musica ed a uno
strumento
che
é per egli stesso
un motore vitale,
l’apprezzamento va altrettanto
all’apertura culturale ed alla lungimiranza della Dirigente Scolastica del
1° Circolo Didattico
di Udine, Dott.sa
Vilma
Candolini,
alla Dirigente del
Collegio della Provvidenza,
Dott.ssa
Fernanda Bertoli, ed
a tutto il corpo insegnante delle diverse
scuole, che per l’intero anno scolastico ha
sostenuto fattivamente l’opera divulgativa del
M° Verona.
22
Luglio 2009
C
ari amici e colleghi
Sono lieto di annunciare che un master
per mandolino viene
organizzato per la terza
volta presso il seminario “Clarinet and Klezmer in the Galilee” diretto dal noto maestro
Giora Feidman.
Il seminario per mandolino comprende, oltre
alle classi di mandolino
che terrò io stesso, classi di improvvisazione,
musica da camera e altri
corsi di classica, klezmer e tango oriented,
tenuti da importanti insegnanti internazionali.
I partecipanti avranno
la possibilità di suonare con studenti di altri
strumenti e di eseguire concerti serali che
avranno luogo ogni sera
durante la settimana del
seminario.
Data: 18 – 25 Agosto.
Il seminario avrà luogo
nella bella città di Zfat
(Safed) in Galilea nel
nord di Israele. E’ una
località
praticamente
unica per questo contesto essendo il centro
della musica klezmer in
Israele da generazioni.
I più cordiali saluti
Avi Avital
www.aviavital.com
23
Luglio 2009
Liuteria
Amendola Rocco
L
a Liuteria L.A.R. produce chitarre classiche, chitarre battenti, mandolini, liuti, inoltre riproduce qualunque tipo di cordofono mediante elaborazioni C.A.D.
di propria ideazione.
Chitarra classica di liuteria, chitarra battente di liuteria,
mandolino di liuteria, tutti strumenti perfezionati acusticamente.
Liuteria e ricerca scientifica sono il connubio vincente
della L.A.R.
Chitarra battente con sonorità eccezionale, non la solita
chitarra da “bacheca”, strumenti efficienti e garantiti.
L’attività della L.A.R. nasce dopo anni di studio e ricerche nel campo dell’acustica applicata agli strumenti
musicali. Non a caso i maestri Liutai sono due Ingegneri che, oltre a condividere la comune passione per
la musica,, hanno voluto dare un loro contributo, sotto
forma di tecnologia liutaria, alla realizzazione di strumenti acusticamente migliori.
La filosofia che ci guida nella quotidiana realizzazione
e miglioramento del nostro lavoro è semplice, si basa
sul principio che il Liutaio è l’Architetto del Musicista.
Liutaio - Cordaro - Musicista, sono infatti le tre figure
fondamentali nella produzione di un cordofono di alta
qualità.
Rocco Amendola (L.A.R. - Liuteria Amendola Rocco)
Via Ciancio, 13
84083 CASTEL SAN GIORGIO (Salerno)
Cell. 328 75 28 763
www.larchit.com [email protected]
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