r ^ ^ t ^ I ^ S t e j»c terrestre: minerali e rocce ^* 18 Calcare organogeno a coral- li. Sono riconoscibili i • Calcare organageno bioclastico, costituito da un ammasso di gusci di lamellibranchi. La matriceJn cui sono :. sseminati i gusci è detriti :a molto fine e iLcemento è calcito. Rocce come quese sono chiamate «lumachelle» e vengono spesso spiegate, levigate e lucida te, come pjet.rg da decorazione. 1 7 singoli individui di un corallo coloniale. Ammassi rocciosi di questo tipo sono deffiJig; costruJtL perché i loro resti fossili mantengono le posizioni oriqìnarie. I n genere i sedimenti carbonatici s i ^ \ c M > < & formano nelle piane marine abissali e ^ " ^ ) gliere e gli atolli costruiti da spugne e [sono costituiti dai g u s c i ^ p l d t i ^ i d i u n i ° + f * coralli i n mari tropicali) (?r^c<-»- C o ^ W i V k ' o n o costituiti dai g u s a c a l d n c i d numeroso gruppo cMl^rjrrrinferi', m i • Depositi organici,^ormaU Ha "accu• Le^ rocce clastiche comprendono nuscoli organismi uniceillulari che v i m u l i d i sostanza organica vera e propria, anche I larneprocce che derivano da vono innumerevoli nelle acque_supervegetale o animale' i n mare o su terre a d i argille e d i calcare una mes ficiali. Alla morte d i quegli organismi i emerse, dalla c u i trasformazione nel d i origine detritico-organogena^ve3T~ gUSOSCendono come una pioggia i m tempo prendono origine depositi partioltre) o chimica, secondo varie p r o palpabile sul fondo dell'oceano, dove colari (carboni e idrocarburi). p o r z i o n i . L e marne sono la materia si accumulano a formare fanghi calcaI n ognTcaso, la presenza d i resti fossip r i m a p e r l a preparazione del cemento rei. Vasti accumuli d i sedimenti carl i consente d i risalire all'ambiente i n cui usato per l'edilizia. t o n a t i c i , che con i l tempo si trasfor' \a roccia sièformata.Inbaseallaloro namano i n calcari e dolòmie, si formano, tura chimica prevalente, le rocce orga• Sono ritenute rocce clastiche anche nogene sono classificate i n più gruppi. però, anche in corrispondenza delle l^piroclastiti, depositi d i materiali d i vapiattaforme carbonatiche. Le piattarie dimensioni (da ceneri a lapilli) emes plasticità e diventano più compatti, vengono distinti con i l nome d i argilliti. i darsi l'uno all'altro (ad esempio le sco- si da .esplosioni vuTcaniche.frammenti hanno seguito i n aria o lungo le pendici del vulcano percorsi più o meno l u n g h i , p r i m a d i «sedimentare» su altre rocce o i n mare. Per questa ragione le rocce p i roclastiche vengono considerate come sedimentarie, anche se i materiali che le costituiscono sono d i origine ignea. 1 0 A forme carbonatiche sono fondi mari- • Rocce organogene carbonatiche. L e n i , p i a t t i e poco p r o f o n d i , estesi per rocce carboniche comprendono i calcari —* f v decine o anche centinaia d i k m , sui organogeni, che derivano dall'accumulo d i gusci calcarei spesso immersi i n una quali si depositano carbonati, s i a d i matrice fine (figura 17). I gusci sono origine organica (gusci) sia inorganica costituiti da carbonato d i calcio (Ca(precipitazione chimica, forse facilitaC 0 ) , minerale noto come calcite. I calta da microrganismi). T a l i aree comcari organogeni si formano anche dalprendono vasti banchi coperti da l'attività d i organismi costruttori che imqualche metro d'acqua (lagune), i n piegano la calcite per^rivestirsi d i parti cui si accumulano fanghi calcarei f i Le r o c c e organogene scheletriche, come IcOTalliÌBgura • 18). nissimi, mentre lungo i l margine della Nelle rocce clastiche si trovano freG l i organismi che tbanano gusci calcapiattaforma si sviluppano scogliere or1 * quentemente resti fossili d i organismi rei sfruttano l'abbondanza d i ioni d i calganogene, che formano ammassi roc±1 viventi che sono stati trasportati e accucio (Ca ~) e d i ioni bicarbonato (HCO?) ciosi costituiti dagli apparati scheletrimulati, spesso i n frammenti, insieme ad sciolti nell'acqua d i mare, dove vengoci d i vari t i p i d i organismi costruttori, altri clasti. Esiste però u n vasto gruppo no trasportati dai fiumi, come prodotti p r i m i fra t u t t i i c o r a E c o l o n i a l i . O f N d i rocce formate quasi solamente daldella degradazione meteorica dei calcari l'accumulo d i sostanze legate a un'attie delle rocce ricche d i minerali silicatici • Rocce organogene silicee. L'accuvità biologica. Sulla base del m o d o i n contenenti calcio. mulo d i gusci d i organismi che utilizcui si è formato l'accumulo si distinguoAssociate ai calcari, ma meno abzano la silice invece della calcite, porno i n tre categorie, che riflettono diversi bondanti, si trovano spesso le dolòmie, ta alla formazione d i rocce organogeambienti d i origine. formate da u n minerale chiamato dolone silicee. T r a queste la più diffusa è J • Rocce bioclastiche, formate da semla selce, una roccia dura, formata d a , mite, la c u i formula è C a M g ( C 0 3 ) 2 plici accumuli d i gusci e apparati scheS i 0 (silice, i n forma d i quarzo o d i al(carbonato doppio d i calcio e magneletrici (ad esempio gli ammassi d i contre varietà, come i l calcedonio o l ' o p a sio). Tali rocce si formano per u n prole), che può presentarsi i n strati rego•^v fi chiglie che si osservano anche oggi luncesso d i diagenesi i n rocce calcàree intelari, i n genere d i modesto spessore, o ressate da circolazione d i soluzioni acgole coste). può essere contenuta entro masse cal^ § t quose ricche d i magnesio: la dolomitiz•. TJ Rocce 1biocostfu|te, formate da amcàree i n forma d i lenti, n o d u l i e maszazione (vedi Approfondimento, Dolo massi di orgàmsitiT<<costruttori>>, i cui sereUe sferoidali^. Q^^^, miti: giardino di coralli). 3 2 'Si 2 ^4 esterni possono sàiapparati scheletrici i 1 V V a i o l a ; 1 ,. "La Terra nello spazio e nel tempo" E. L. Palmieri e M. Parotto Ed. Zanichelli DOLOMITI: GIARDINO DI C O R A L L I APPROFONDIMENTO I ei settore orientale dell'arco alpino italiano sorge un famoso gruppo & A e v i , che i Q ^ n i ^ g l i antichi abitanti <t quei luoghi, hanno per lungo tempo :~ = ~ a : : Lis montes pàljes, «i monti z= z ze' i colori chiari delle rocce. Secondo una leggenda ladina sarebbero steli i Silvani, i nani dei boschi e zi :a.eme. a rendere più chiare l . i r .ette, filando i raggi della Luna :-e- -T = se-9 poi, intorno alle cime, una ee '-zzz e e luminosa; e l'avrebbero -~z :-e-:-e la figlia del re della Luna, ; e 'e di quei monti, non soffrisse i-e- E - cs-.algiadel suo mondo lontano. Oggi quei monti sono noti in tutto il D come Dolomiti, ma il nuovo noi non ha un'orìgine altrettanto poeti- ca. Nel 1789, infatti, il marchese Déodat de Dolomieu, in viaggio lungo la strada fra Trento e Bolzano, raccolse dei campioni di una roccia di colore chiaro, simile al calcare. In seguito si scopri che era formata da un minerale allora non chiaramente identificato: un carbonato di calcio e magnesio, al quale, in onore di Dolomieu, fu dato il nome di dolomite, mentre dolòmia fu chiamata la roccia che lo conteneva. Nella seconda metà dell'Ottocento, i primi turisti e alpinisti inglesi che visitavanoTmonti del Tiralo meridionale, cominciarono a parlare di «Dolomite Mountains»; il nuovo nome si affermò e Dolomiti è entrato nell'uso comune, ca- so più unico che rara di un'intera regione che ha preso il nome da un minerale noto solo a pochi specialisti. Ma la caratteristica principale del paesaggio dolomitico è nel fatto che tale roccia appare come raccolta in imponenti gruppi isolati, circondati da ampie valli (figura • 1 9 ) . L'origine di tale disposizione è motto lontana noi tempo. Circa200 milioni di annifa, in un mare poco profondo, in acque calde e agitate, cominciarono a formarsi delle scogliere coralline'/poiché il fondo del mare si abbassava lentamente, i coralli, le alghe e mirìadi di altri piccoli organismi continuavano a innalzare le loro costruzioni per restare vicino alla luce, come vediamo succedere attualmente negli atolli del Pacifico, Le rocce che nascevano da questo brulichio di vita erano calcari e dolòmie e raggiungevano così centinaia di metri di spessore. Dopo un lungo periodo le acque divennero torbide: numerosi vulcani erano entrati in attività, spargendo i prodotti delle loro eruzioni su un'ampia area. Coralli e alghe si estinsero e furono ricoperti da lave e piroclastiti. Quando il mare tornò limpido, siformarono altri calcari e altre dolòmie, e lo spessore delle rocce accumulate si accrebbe ancora. <4 19 La «scogliera» dolomitica del Sassolungo. (M Parotto) CT* ^ O V Q h * y i H 7 : ~ Depositi organici: carboni fossili e ^«carburi.. \i fossili S0B6 rocce organogene che derivano dalla fossi- Tra una scogliera e l'altra, separate da ampi bracci di mare, si deponevano rocce diverse, in genere più tenere, come marne e arenarie. Quando si Innalzò la catena alpina, tutte queste rocce emersero dal mare e iniziò l'erosione. Le antiche scogliere, liberate pian piano dal mantello di altre I U O ^ O , oui iu i (i i lasie ane e isolate e TOrmano ora i «gruppi dolomitici», con ripide pareti di rocce chiare, aride e brulle. Solo al tramonto, nei giorni sereni, quelle rupi si addolciscono di un caldo colore rosato: pochi attimi di un misterioso riflesso luminoso, che ha ispirato un'altra antica leggenda ladina. Un tempo quelle cime erano tutte fiorite di rose rosse ed erano il regno dei Nani, in cui si celavano favolosi tesori. Finché un giorno, re Laurino, per salvare il suo popolo dall'invidiadei popoli delle valli, fece un incantesimo e il roseto fu pietrificato in grigia roccia, «perchè non fosse p i ù wiciKilo, nò di giorno nò <JÌ i Mito*, fvla re Laurino, nel suo incantesimo, dimenticò il crepuscolo, che non è più giornoe non è ancora notte, e da allora, al tramonto, per un breve attimo, tivive il «giardino delle rose». Anche questa leggenda è affascinante, ma la realtà, una volta tanto, riesce forse a superarla, perchè il tempo ha operato veramente un incantesimo nelle Dolomiti: ha cristallizzato per sempre un giardino di coralli. ~ anaerobi, microrganismi i n grado d i v i - I vere i n assenza d i ossigeno. r i n o rimasto isolato evapora comple- La formazione d i giacimenti d i queste u n Lav_iuo ma- E v a p o r i t i . Quando tamente o quasi, sul suo f o n d o si de- lizzazione d i grandi masse d i vegetali sostanze, così importanti come fonte d i positano i sali contenuti nell'acqua del (alberi, piante acquatiche, atgneT per energia, verrà discussa nel capitolo 17. mare. Essi p r e c i p i t a n o i n o r d i n e i n - progressivo arricchimento d i carbonio verso rispetto alla l o r o solubilità: p r i - e p e r d i t a degli a l t r i elementi c h i m i c i ma la aderte ( C a C 0 ) e la d o l o m i t e 3 dei vegetali. Gli idrocarburi sono inve- L e r o c c e di origine ce miscele d i composti del carbonio e chimica [ C a M g ( C O j ) ] , p o i i l gesso ( C a S 0 • 2 2H 0) e l'anidritelCa^), 2 4 infine i l dell'idrogeno cui si aggiungono piccole Questo terzo ed u l t i m o g r u p p o d i roc- salgemma, la sflvite e la carnallite (clo- quantità d i composti ossigenati, azotati ce sedimentarie comprende tutte quel- r u r i d i N a , K , M g ) . Si sono formati i n e fosforati. I n natura si trovano i d r o - le che si sono deposte, e si depongono tal m o d o estesi giacimenti d i sali, con carburi solidi (asfalti, higami), l i q u i d i t u t t o r a , per f e n o m e n i c h i m i c i . I l più spessori anche d i decine d i metri, sfrut- (petrpho) e gassosi (fra i quali predo- evidente tra questi è la precipitazione, tati industrialmente già da lungo tempo. mina i l metano). G l i i d r o c a r b u r i i m metano) sul f o n d o d i b a c i n i acquei, d i c o m p o - Anche i n bacini desertici, circonda- pregnano m o t t i strati d i rocce porose sti c h i m i c i che si t r o v a n o sciolti nel- t i da rilievi dai quali possono scendere (come fa l'acqua quando riempie i p o r i l'acqua d e l mare o d e i l a g h i . Se la saltuariamente t orr en t i alimentati dalle d i una spugna) e derivano dalla de- quantità dei sali disciolti raggiunge la rare piogge, si possono formare accu- composizione d i sostanze organiche saturazione, essi precipitano formando m u l i d i sali quando l'alta temperatura i microrganismi vegetali e animali), che così le rocce evaporitiche o evaporiti. fa evaporare le acque che l i hanno tra- si sono accumulate su f o n d a l i m a r i n i A l t r i sedimend derivano, inve-ce. da al- sportati i n soluzione (figura • 2 0 ) . poco ossigenati, mescolandosi a fanghi tera/ione per dissoluzione, all'aria l i - finissimi. L a decomposizione si deve bera, d i rocce preesistenti e danno o r i - b o n a t i , calcari e dolòmie, che già ab- p r i n c i p a l m e n t e all'azione d e i b a t t e r i gine alle rocce residuali. biamo incontratoTraete rocce organo- Si ritrovano, i n questo gruppo, i car-