VADEMECUM COLTIVAZIONE ORTAGGI
Indice.
Aglio
…………………………………………………………………. pag.
1
Basilico………………………………………………………………… pag.
2
Bietola da coste………………………………………………………. pag.
3
Carota………………………………………………………………….. pag.
4
Cavolo cappuccio…………………………………………….……… pag.
6
Cipolla………………………………………………………………….. pag.
8
Finocchio………………………………………………………………. pag.
9
Indivia…………………………………………………………………... pag. 11
Lattuga…………………………………………………………………. pag. 12
Melanzana……………………………………………………………... pag. 13
Patata…………………………………………………………………... pag. 14
Peperone………………………………………………………………. pag. 18
Pomodoro………………………………………………………………pag. 20
Prezzemolo……………………………………………………………..pag. 22
Rapa brassica………………………………………………………….pag. 23
Ravanello……………………………………………………………….pag. 24
Sedano…………………………………………………………………..pag. 25
Spinacio…………………………………………………………………pag. 27
Zucca…………………………………………………………………….pag. 30
Zucchina………………………………………………………………...pag. 33
Tabella semina in semenzaio………………………………………..pag 35
Tabella semina in piena terra………………………………………..pag 36
Aglio
Allium sativum
Generalità e proprietà: appartenente alla
famiglia delle Liliacee, l'aglio è una pianta
erbacea, bulbosa, perenne, a ciclo di coltivazione
annuale. Le foglie sono basali, lunghe e di colore
verde chiaro. Lo scapo fiorale, che si eleva dalla
base del fusto sino a 40-60 centimetri di altezza,
sorregge un'infiorescenza ad ombrella. Il frutto, a capsula, contiene uno o
due semi per loggia. La pianta è caratterizzata da un bulbo composto da 8-14
bulbilli a forma di spicchi. L'aglio agisce innanzitutto come efficace antisettico
e battericida, distrugge i microbi e i batteri e ne impedisce la proliferazione. E'
uno degli antiossidanti più efficaci che vi sia in natura, protegge quindi le
cellule del nostro organismo da un precoce invecchiamento nonché dal
deterioramento e conseguenti malattie. Molto importanti i benefici che l'aglio
arreca al cuore e al sistema circolatorio; grazie alle sue proprietà tonificanti
ed equilibranti, rinforza il tono muscolare del cuore e rendendo più fluido il
sangue, oltre che a svolgere un'azione depurativa, contribuisce in modo
determinante alla pulizia delle arterie e all'allontanamento delle patologie ad
esse legate. Contrariamente a quanto molti credono, l'aglio ha anche
proprietà digestive e è in grado di apportare enormi benefici nella lotta contro
i parassiti intestinali. Uno studio recente, svolto in Cina ed in Usa, suggerisce
che l'aglio, utilizzato regolarmente nella dieta, può avere effetti protettivi nei
confronti del cancro e, oltre a questo, possiede proprietà uniche che sono in
grado di inibire, ritardare o addirittura invertire il processo di cancerosi
umana.
Semina e messa a dimora: i periodi migliori per la coltivazione sono due: il
mese di novembre primi giorni di dicembre e febbraio-marzo. Si piantumano
a file (distanti tra loro circa 50 cm) lasciando circa 15 cm tra ogni pianta.
L'aglio può essere facilmente riprodotto utilizzando gli spicchi (bulbilli). Essi
devono essere piantati ad una profondità di circa 6-8 cm, ricordando di
rivolgere la punta verso l'alto. Anche in questo caso il periodo migliore è
quello invernale.
Raccolta: la raccolta viene effettuata quando le foglie sono completamente
secche, e ciò avviene solitamente nei mesi di luglio-agosto a seconda della
latitudine. Devono quindi essere fatti seccare al sole, preferibilmente sopra
cassette di legno, evitando che si bagnino con la pioggia. In climi
particolarmente umidi si consiglia di ritirarlo durante le ore notturne in un
locale asciutto.
1
Basilico
Generalità e proprietà: Il Basilico (Ocymum
basilicum) è una erbacea annuale che raggiunge
anche i 60 cm d’altezza. Le foglie sono differenziate a
seconda della varietà. E’ un arbusto profumato assai
utilizzato come aroma in cucina, per sughi al
pomodoro, insalate fresche ovvero per il classico
pesto. Il basilico ha proprietà digestive,
antispasmodiche, carminative, antisettiche. E' indicato soprattutto per chi
soffre di cattiva digestione, coliche e emicranie, disturbi gastrointestinali e
delle vie urinarie. Per via esterna si può usare in preparati per bagni
deodoranti e tonificanti. Il basilico è impiegato anche contro l'insonnia, il
nervoso e lo stress. Le foglie secche tuttavia perdono le sue proprietà.
Semina e messa a dimora: la semina può essere effettuata direttamente in
vaso o nell’orto in genere in aprile-maggio, avendo cura di proteggere la zona
di semina con del tessuto non tessuto, quando la temperatura non è ancora
stabile. Il terreno deve essere di medio impasto e ben drenato e per quanto
riguarda il terriccio il basilico non presenta particolari esigenze. Mettete in un
vaso del terriccio universale e pressatelo leggermente, distribuendo i semi in
modo uniforme. Ricoprire quindi con uno strato di terriccio di circa un
centimetro, pressate leggermente e bagnate il tutto avendo l’accortezza di
non smuovere il terriccio con il getto d’acqua.
Una volta cresciute le piantine dovranno essere tra loro distanziate di circa 20
centimetri. Nel periodo che precede la fioritura asportate i germogli apicali,
questo permetterà alla pianta di crescere abbondantemente e di mantenere
un buon aroma.
Irrigazione: il basilico necessita di una costante umidità nel terreno e
predilige zone soleggiate.
2
Bietola da Coste
Bieta vulgaris Cycla-Chenopodiacee
Generalità: Originaria del bacino del
Mediterraneo. Ha un ciclo vegetativo biennale,
nelle coltivazioni orticole è considerata annuale se
si consuma solo la parte aerea, mentre nella
coltivazione agricola industriale, la raccolta si
effettua il secondo anno, quando le radici,
raggiunto il pieno sviluppo, vengono avviate agli
zuccherifici per l'estrazione dello zucchero.
La bietola ha il fusto erbaceo, grandi foglie di
colore verde intenso, con nervature centrali
sviluppate, tenere e carnose.
E' formata da uno o più fusti, prima eretti e poi
ripiegati sul terreno. Varietà: la bietola da orto
chiamata anche "erbetta", bieta a costa argentata,
bionda di Lione, bionda da taglio Triestina, verde liscia da taglio, la bietola
Lucullus caratterizzata da foglie a bolle e arricciature.
Semina e messa a dimora: la bietola da costa si semina in semenzaio a
febbraio per raccogliere foglie durante l'estate, e in settembre per un raccolto
in primavera.
All'aperto si può seminare a dimora da marzo a tutta l'estate.
Il raccolto invernale si può ottenere seminando in semenzaio ad agosto e
trapiantando in settembre. La distanza tra una pianta e l'altra è di circa
cinquanta centimetri in ogni senso.
Le bietole da foglia si seminano sul posto a primavera e a fine estate.
La profondità di semina è di circa tre centimetri. Sono sufficienti trenta
grammi di seme per un metro quadro di semenzaio.
Cure colturali: le sarchiature, da effettuarsi per tenere il terreno sciolto,
devono essere seguite da equilibrate irrigazioni. Scerbature e zappettature
devono effettuarsi per arieggiare il terreno e tenerlo sgombro dalle erbe
infestanti.
Irrigazioni: sono molto importanti soprattutto nei momenti di carenza idrica,
sono da evitare i ristagni d'acqua.
Raccolta: la raccolta delle foglie si effettua a scalare, recidendo con un
coltello le foglie esterne della pianta e legandole a mazzi.
Le barbabietole si raccolgono estirpando tutta la pianta e riunendo in mazzi il
prodotto.
Avversità: tra i parassiti ricordiamo le altiche e il clono. Tra le malattie
crittogame ricordiamo la peronospora.
3
Carota
Daucus carota-Ombrelliferae
Generalità' e proprietà: la carota è una pianta
originaria delle regioni temperate dell'Europa, coltivata
per le radici a fittone utilizzate a scopo alimentare sia
crude sia cotte. Le varietà coltivate hanno radici carnose
di forma variabile e di colore bianco, arancio. La carota
è ricca di diverse vitamine (soprattutto A, B e C). In particolare, è abbondante
contenuto in vitamina A, o per meglio dire, di beta-carotene (il componente
più nobile della famiglia dei caroteni). E' risaputo che tale vitamina è
fondamentale per la produzione da parte del nostro corpo della melanina, la
sostanza che ci fa abbronzare e che ci protegge dai raggi solari.
Non tutti sanno, però, che il beta-carotene ha anche altre proprietà, ovvero
quella di proteggere il nostro corpo dalla cancerogenesi indotta da agenti
chimici, di rendere più acuta la capacità visiva, di rinforzare le ossa e i denti,
di potenziare le difese immunitarie contro le infezioni respiratorie, contro gli
elementi tossici dell'aria inquinata e contro i danni del fumo.
Dai semi si estrae un olio, contenente carotina, pinene e limonene, nonché
alcuni acidi (butirrico, isobutirrico e palmitico), utilizzato nella fabbricazione di
liquori, nella preparazione di composti aromatici e in profumeria. Il succo delle
radici viene anche adoperato per colorare artificialmente il burro.
Varietà: le carote si distinguono secondo il colore e la forma della radice. Dal
punto di vista orticolo le varietà più importanti sono quelle rosse, intendendo
con questo termine tutte quelle che producono radici di colore rosso o
arancio. Per quanto riguarda la forma, vengono suddivise in corte, mezzane e
lunghe. Molto importante è l'epoca di maturazione, in base alla quale le
varietà si distinguono in precoci medie o tardive.
Semina : le varietà precoci si seminano in gennaio - marzo, e in questo caso
si raccolgono le radici in agosto; le semiprecoci in aprile - maggio, le tardive
da fine agosto a tutto ottobre per ottenere una produzione nel periodo
autunno-inverno; è consigliabile seminare scalarmente ogni 15-25 giorni, in
questo modo si ottengono radici a diverse epoche e di conseguenza sarà
possibile avere carote fresche per un lungo periodo di tempo. la carota si
moltiplica per mezzo dei semi. La semina può avvenire a spaglio, ma non è
molto consigliabile, in quanto non permette di effettuare agevolmente le
sarchiature e i diserbi, o a file ad una profondità di uno o due millimetri. Nella
semina a file, la distanza sulle file sarà di 5 - 6 cm e 20 cm tra le file.
Irrigazioni: nei periodi in cui non piove bisogna annaffiare in abbondanza
ma evitare i ristagni d'acqua.
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Cure colturali: il terreno deve essere tenuto sempre libero da piante
infestanti, effettuando ripetute sarchiature e scerbature.
Raccolta e conservazione: la raccolta è scalare e dipende dal periodo di
semina. Le carote si raccolgono mediante estirpazione. Dopo la raccolta, le
carote si lasciano essiccare stendendole in un locale aerato, poi si puliscono
dal terriccio e si conservano in un ambiente nel quale la temperatura non
scenda sottozero, in cassette, oppure stratificate nella sabbia.
Avversità: l'afide della carota: attacca le foglie, che non si sviluppano e
presentano zone decolorate. Le larve della mosca della carota: scavano
gallerie nelle radici, deformandole, le foglie diventano grinzose e, talvolta di
colore rossastro. Malvinato della carota: è una malattia di origine fungina e le
radici vengono ricoperte da un feltro brunastro, cosparso di piccoli corpi neri,
l'infezione si estende dalla pianta colpita a quelle vicine. Il marciume della
carote: è un'alterazione procurata da un batterio che colpisce le radici sia
quelle ancora nel terreno che quelle immagazzinate: le radici diventano molli
acquose e marciscono.
5
Cavolo cappuccio
Brassica oleracea var. capitata - Brassicaceae
Generalità e proprietà: ortaggio coltivato in Europa da
millenni, sembra venisse coltivato e consumato già ai
tempi degli antichi romani; esistono tre principali
raggruppamenti, il cavolo cappuccio bianco, il cavolo
cappuccio viola e la verza; si tratta della stessa pianta,
di ogni raggruppamento sono disponibili decine di
cultivar, diverse per tempo di maturazione, stagione di
sviluppo, forma e dimensione del cappuccio. Si tratta di
piante annuali, che sviluppano un denso capolino,
costituito da grandi foglie tondeggianti, il capolino è tanto stretto e compatto
che al centro si forma una grande “testa” tondeggiante, le cui dimensioni
varia no dal 10-15 cm di diametro fino a 70-80 cm di diametro nelle varietà
giganti. Le foglie si consumano crude o cotte, vengono utilizzate per
preparare i crauti, cuocendo le foglie in acqua ed aceto, per poterle
conservare a lungo. Queste verdure, ricchissime di sali minerali, sostanze
antibiotiche ed anticancerogene, apportano soprattutto vitamina A e C.
Riducono, se consumati in notevoli quantità, la formazione di polipi e cancro
nel colon, di cancro alla mammella e allo stomaco, in quanto sono ricchi di
sostanze antiossidanti e di fibra. Sono ricchissimi anche di acido folico,
indispensabile in gravidanza, di potassio e di beta-carotene.
Semina e raccolta: i cavoli raggiungono la maturazione in circa 60-120 giorni
a partire dalla semina; esistono varietà a semina primaverile, autunnale ed
estiva; in genere lo sviluppo migliore si ha con clima fresco, quindi in Italia si
tende a piantare le giovani piantine nell’orto in autunno o a fine inverno, per
un raccolto invernale o tardo primaverile. Le giovani piante si possono
ottenere anche dalle sementi degli esemplari dell’anno precedente: tenendo
in terra una pianta di cavolo questa produrrà sottili fusti eretti che portano
numerosi piccoli fiori gialli, seguiti dai baccelli dei semi. Poiché il cavolo viene
coltivato da millenni nei nostri orti poniamo a dimora sempre delle cultivar, per
questo motivo le piante ottenute da seme non sono sempre identiche alla
pianta madre; per questo motivo si preferisce acquistare le giovani piante già
sviluppate, o anche le sementi, già selezionate. Le giovani piante si
dispongono in file distanti almeno 20-35 cm le une dalle altre.
Irrigazioni: necessitano del pieno sole e amano un terreno fresco e ben
drenato; non sopportano la siccità, quindi è necessario intervenire con le
annaffiature quando il terreno è asciutto da alcuni giorni: la coltivazione
invernale in genere non necessita di annaffiature.
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Avversità: La brassica in genere teme l’attacco delle lumache, soprattutto le
giovani piante, e delle farfalle cavolaie, le cui larve divorano rapidamente il
fogliame; in genere la coltivazione invernale ovvia anche a questo problema,
visto che il clima inclemente non favorisce lo svilupparsi di parassiti; se si
coltivano invece cavoli primaverili è consigliabile coprirli con agritessuto o con
rete a maglia fine, in moda da impedire meccanicamente l’accesso degli
insetti al fogliame delle nostre piante. In caso di infestazione già in atto invece
provvediamo tempestivamente a debellare gli insetti che potrebbero
distruggere l’intero raccolto.
7
CIPOLLA
Allium cepa
La cipolla, ,è una coltura ortiva largamente consumata in
cucina per insaporire pietanze e insalate crude. In
medicina l’uso della cipolla viene consigliato per
combattere la ritenzione idrica. La Cipolla sin dall’antichità è sempre stata il
cibo dei ceti più poveri del popolo, ma aveva altresì anche fama di possedere
poteri magici. I maghi-astronomi dell’antica Caldea ne bruciavano grandi
quantità nei tripodi sacri, mentre osservavano le stelle, poiché credevano che
essa potesse conferire loro particolari poteri di veggenza. Gli Egizi la
consideravano sacra e le attribuivano gli onori dovuti ad una divinità,
includendola nel corredo funebre che accompagnava il Faraone nella sua
sepoltura. Nel Medioevo, oltre che essere presente in tutti i banchetti delle
mense più raffinate, veniva usata largamente come medicamento per
ridonare forza e vitalità a soggetti debilitati.
Generalità: Tra le tante varietà ricordiamo la Dorata di Parma, la Rossa di
Bassano, La famosissima Rossa di Tropea e la Barletta.
La cipolla come coltura ortiva è una pianta erbacea annuale con radici a
fittone, foglie che ingrossandosi nella parte basale danno origine ad un bulbo
commestibile mentre nella parte apicale generano uno stelo che reca
un’infiorescenza ad ombrella di colore bianco- giallino, frutti incapsulati.
Semina: Le cipolle autunno invernali vanno seminate in terra nel periodo che
va da i primi di febbraio alla fine di marzo. Se invece la semina avviene più
tardi la raccolta si protrarrà per tutto il periodo autunnale. Con l'aiuto di un
rastrello preparare un letto di semina ben livellato. Seminare a spaglio
facendo attenzione a lasciare la semente abbastanza rada Quando le piante
hanno raggiunto 10- 12 cm procedere al diradamento (la distanza ottimale è
14 -16 cm sulla fila e 25-35 cm tra le file). Visto che sul mercato si trovano
bulbi pronti per il trapianto si può superare questo passaggio. Si
possono piantare nel terreno in autunno.
Irrigazioni: periodiche irrigazioni effettuate nelle prime ore del mattino.
Raccolta: la raccolta della cipolla viene effettuata quando l’apparato aereo è
essiccato, I bulbi raccolti si lasciano asciugare sull’orto in luoghi asciutti.
Malattie: tra i parassiti ricordiamo la mosca delle cipolle, le anguillule che
provocano l’avvizzimento degli apici, la tignola, la crociera. Tra le virosi la
cipolla teme tantissimo il mosaico della cipolla. Tra le crittogame la cipolla
teme la peronospora, la ruggine e la muffa nera.
Cure: scerbature, zappature, irrigazioni abbondanti subito dopo la semina,
trattamenti a base di zolfo e fumiganti.
8
Finocchio
Foeniculum vulgare var. sativus
Generalità: il finocchio è un ortaggio che viene coltivato
durante i mesi più freschi dell'anno, a partire dalla fine
dell'estate fino alla fine dell'inverno; nei piccoli orti si predilige
come verdura invernale, in modo da non "rubare" spazio alle
coltivazioni primaverili ed estive, di coltivazione molto più semplice. In effetti
non è sicuramente una verdura adatta ai principianti, poiché è necessario
seguire alcuni accorgimenti per ottenere ortaggi grandi e succosi.
Si tratta di una ombrellifera, con lunghi fusti carnosi, che alla
base del fusto formano un grumolo tondeggiante, formato
dalla base dei fusti; il grumolo si sviluppa subito dopo le
radici, fuori terra, per circa 20-30 cm; quindi i fusti divengono
cilindrici e tendono a ramificare brevemente, portando le
sottili foglie lineari. Esistono anche specie di finocchio che
non producono grumoli di grandi dimensioni, che vengono
coltivate per utilizzarne la vegetazione ed i semi, come aromi.
Il grumolo del finocchio viene consumato fresco o cotto, e viene raccolto
prima che la pianta cominci a produrre le grandi infiorescenze gialle; una
volta pronti i grumoli si comincia a raccoglierli quando servono in cucina.
Semina: i finocchi si coltivano seminandoli direttamente a dimora, a fine
estate, per la raccolta invernale, o all'inizio dell'estate, per la raccolta
autunnale; si seminano direttamente nell'orto, in file distanti circa 35-45 cm, e
quando le piante hanno raggiunto i 5-8 cm si diradano, lasciando tra ogni
piantina circa 20-25 cm di spazio, per garantirne lo sviluppo corretto. In un
piccolo orto è consigliabile porre a dimora le piccole piante di finocchio: si
seminano quindi in semenzaio, da mantenere umido fino a completa
germinazione delle piantine; le piccole piante si pongono a dimora in file
distanti 40-45 cm spaziandole di circa 20-25 cm, ponendole a dimora quando
hanno raggiunto l'altezza di circa 12-15 cm.
Cure colturali: una volta preparato l'appezzamento è necessario intervenire
settimanalmente per rimuovere le erbacce, che possono assorbire i sali
minerali presenti nel terreno, con conseguente scarso sviluppo degli ortaggi.
La coltivazione invernale dei finocchi ci semplifica il compito delle
annaffiature, in quanto queste andranno fornite soltanto nel periodo di
sviluppo iniziale delle piante, a fine estate ed in autunno; mentre durante i
mesi invernali i nostri ortaggi dovrebbero ricevere le giuste annaffiature dalla
precipitazioni. Interverremo con le annaffiature solo in caso di clima
particolarmente mite e siccitoso, che causi un terreno asciutto per un periodo
di tempo prolungato.
9
Per ottenere grumoli più succosi e dolci si può pensare di praticare il rincalzo
degli stessi; se si decide di effettuare il rincalzo si può intervenire in due modi
differenti:
- non appena il grumolo comincia a svilupparsi si interviene 3-4 volte
accostando del terreno al grumolo stesso, coprendolo.
- quando il grumolo è già ben formato ed ingrossato si accosta il terreno ai
fusti esterni.
Questa pratica, detta anche dello sbianchimento, favorisce lo sviluppo di un
buon sapore del grumolo e l'immagazzinamento d'acqua.
Raccolta: i finocchi vengono raccolti quando i grumoli sono ben sviluppati; si
estirpano le piante dal terreno e si asportano le radici, i fusti più esterni e la
vegetazione fino a 4-5 cm al di sopra del grumolo.
Avversità: i finocchi temono fortemente i ristagni idrici, che possono portare
alla principale malattia del finocchio, la sclerotinia; si tratta di una muffa
feltrosa, che può rovinare completamente il raccolto se non si interviene
tempestivamente asportando le piante affette da tale muffa.
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Indivia
Cichorium endivia-Composite
Generalita': usata nei tempi antichi come pianta
medicinale per il suo sapore amarognolo. Oggi, grazie
al sistema dell'imbianchimento delle foglie che elimina
quest'ultimo inconveniente, l'indivia è usata come
insalata. Le indivie coltivate si dividono in due gruppi:
a foglie ricce e a foglie intere. La varietà crispa ha le
foglie profondamente frastagliate; la varietà latifoglia,
detta anche scarola, ha foglie larghe che si ripiegano verso il germoglio
centrale. Varietà: tra le varietà d'indivie ricordiamo: la Riccia fine d'estate, la
Riccia fine di Ruen, la riccia grossa di Pancalieri, la Riccia a cuore giallo. Tra
le scarole ricordiamo: la Gigante degli ortolani, la Dilusia, la Bionda a cuore
pieno, la Cornetto di Bordeaux.
Semina e messa a dimora: si semina in semenzaio e si trapianta a dimora
quando le piantine hanno quattro o cinque foglie alla distanza di 25-30 cm
sulla fila e 30-40 cm tra le file. Le prime semine si fanno a gennaio su letto
caldo, poi si semina ogni venti giorni per avere un raccolto continuo. Nei mesi
estivi si semina direttamente sul posto. La profondità di semina è di circa un
grammo di seme per un metro quadro di semenzaio.
Irrigazioni: le irrigazioni devono essere frequenti quando le piante hanno
formato il pane di foglie è bene diradare le somministrazioni d'acqua per non
rischiare il marciume.
Tecniche Colturali: l'imbianchimento si esegue raccogliendo le foglie di ogni
cespo e legandole con un filo di rafia. Quando la pianta ha raggiunto un
apprezzabile sviluppo, possono essere necessarie due legature: una in alto
ed una in basso. Prima delle legature è necessario controllare che le foglie
siano bene asciutte.
Raccolta: si esegue a scalare man mano che i cespi hanno raggiunto una
dimensione idonea alla varietà di appartenenza. Si effettua in autunno
inverno e all'inizio primavera.
Avversità': è da temere la peronospora, che si manifesta con macchie scure
sulla pagina superiore e con lanugine su quella inferiore, dopodiché le piante
appassiscono e muoiono. La scarola può essere attaccata dalla ruggine che
è una malattia crittogamica dovuta ad un fungo, la Puccinia, che provoca
pustole di color ruggine e deforma le foglie. Il Marciume delle foglie e del
colletto, possono essere prevenuti con prodotti rameici. I parassiti animali
sono le lumache e gli afidi.
11
Lattuga
Latuca Sativa-Composite
Generalità: è una pianta annuale con foglie più o meno
larghe, ovoidali o in forma allungata e a seconda della
varietà ha diverse tonalità di colore dal verde al
giallognolo o rosso. Le lattughe si possono dividere in :
· Lattughe cappucce dette anche a palla in commercio
durante tutto l'anno.
· Lattughe romane con foglie più allargate non
sovrapposte.
· Lattughe da taglio dette anche "Lattughino" con foglie
sempre divaricate. La pianta è ricca di foglie tenere, che
possono essere tagliate due o tre volte durante il ciclo
vegetativo perché si riformano rapidamente.
Semina e messa a dimora: avviene per seme, da
gennaio a settembre. Dal semenzaio le piantine vengono
trapiantate dopo trenta - quaranta giorni alla distanza di
venticinque centimetri sulla fila e di quaranta tra le file. La
profondità di semina si aggira intorno a mezzo centimetro.
Tecniche colturali: la concimazione prevede due - tre kg per metro quadro
di letame interrato per tempo ad una profondità di trenta - trentacinque
centimetri. Dopo il trapianto e durante la crescita le piante devono essere
innaffiate. Scerbature e zappettature serviranno ad arieggiare il terreno e
allontanare le erbe infestanti. Per le lattughe romane è previsto
l'imbianchimento mediante legatura superiore delle foglie.
Raccolta: la raccolta è a scalare man mano che le piante raggiungono la
grandezza desiderata. Le piante vengono raccolte tagliando il fittone in
vicinanza del colletto.
Avversità: gli afidi attaccano le foglie rendendole appiccicose. La difesa
consiste in un uso moderato di fertilizzanti azotati poiché ne facilita la
propagazione. Per la lotta diretta si devono distruggere le piante infestate
oppure le si può trattare con cenere di legna, litotannio o polvere di roccia; si
può ricorrere anche all'impiego di piretro o rotenone. Altri parassiti animali
sono la mosca degli orti, le larve di maggiolino, il grillotalpa, le lumache ecc.
Una virosi comune è il mosaico della lattuga che si manifesta con pustole
gialle sulle foglie ed è necessario bruciare le piante colpite. Tra le crittogame
ricordiamo la peronospora, il mal bianco, la muffa grigia della lattuga, la
ruggine delle foglie, ecc.
12
Melanzana
Solanum Melongena-Solanace
Generalità: il suo nome deriva da "mela
insana", il frutto infatti contiene la solanina che tende a scomparire con la
maturazione e scompare completamente con la cottura. La pianta della
melanzana - il cui termine deriva dall'arabo badingian, per incrocio con mela appartiene alla famiglia delle Solanacee ed è originaria dell'IndiaE' una pianta
annuale sufrutescente, con fusto rigido e ramificato alto fino a 80 cm. Il frutto
è una bacca con la parte superiore avvolta nel calice. Ha una forma allungata
e arrotondata all' estremità, ed è spessa e di colore violaceo, o bianco. La
melanzana è ricca in potassio e vitamina C ed è poco calorica. Ha proprietà
diuretiche e anti-colesterolo. L'Italia rappresenta il maggior Paese produttore
di melanzane nell'ambito dell'Unione Europea.
Varietà: violetta lunga palermitana, viola scuro a frutto allungato; la Violetta
lunga delle cascine con frutto violetto; violetta nana precoce a frutto piccolo.
La melanzana di Murcia con foglie e fusto spinosi, frutto violetto, rotondo; la
mostruosa di New York con frutto violetto enorme; la tonda comune di
Firenze, violetto pallido ibrido, con pochi semi, polpa tenera e compatta.
Semina e messa a dimora: si effettua in semenzaio riscaldato: nel sud Italia
in gennaio-febbraio, al centro-nord in marzo. Il seme sarà distribuito in
ragione di 2 g per un metro quadro di semenzaio. Quando le piantine hanno
raggiunto 6-7 cm di altezza ed hanno emesso la quinta foglia, si trapiantano
in vivaio e dopo due mesi si piantano nell'orto alla distanza di cinquanta
centimetri sulle file e settanta centimetri tra le file. L'operazione sarà
effettuata da febbraio a maggio.
Irrigazioni: l'irrigazione deve essere costante. Prima dell'allegagione si
innaffia tre volte la settimana, poi una sola volta. Si dovrà aver cura di non
bagnare le foglie per non creare situazioni che favoriscano lo sviluppo di
malattie crittogame.
Cure colturali: consistono nella scerbatura, e zappettatura per eliminare le
erbe infestanti e arieggiare il terreno, nella sostituzione delle piantine morte e
nella potatura o cimatura.
Raccolta: si effettua su frutti ancora non del tutto maturi, da giugno in poi
sulle precoci, e si protrae per quattro o cinque mesi sulle varietà tardive.
Avversità: fra le crittogame segnaliamo, la peronospora della melanzana che
viene curata o prevenuta con irrorazioni di poltiglia bordolese. I parassiti più
comuni, sono il ragnetto rosso, il vaiolo e la dorifora decemlineata che può
rapidamente distruggere il raccolto.
13
Patata - Solanum tuberosum L.
Famiglia:Solanaceae
Specie: Solanum tuberosum L.
Francese: pomme de terre; Inglese: potato; Spagnolo: patata; Tedesco:
Kartoffel.
Origine e diffusione: la patata è originaria delle regioni andine dell'America
centro-meridionale. E' stata introdotta in Europa dopo la scoperta
dell'America, prima come curiosità botanica e poi come pianta alimentare. La
coltivazione in Italia è iniziata ai primi dell'Ottocento, anche se la sua vera
diffusione è stata successiva (fine del secolo).
La coltivazione della Patata è diffusa in tutto il mondo con una maggiore
concentrazione di superficie in Europa (in particolare Polonia, Germania,
Repubblica Ceca, Spagna e Francia), dove si raggiungono in alcuni paesi
rese unitarie che sono tra le più elevate e dove rappresenta, per molte
popolazioni, l'alimento base che sostituisce il pane. Interessa l'industria
alimentare per la produzione di fecola, amido, destrina, glucosio oltre che la
distillazione e trova impiego nella alimentazione zootecnica. Il mercato
richiede anche prodotto adatto allo scatolamento e alla produzione di patate
fritte (surgelate). Con la patata si realizzano in Italia tre tipi di coltura: quella
precoce o primaticcia (concentrata in particolare al Sud), quella comune (in
particolare al Nord) e quella bisestile o di secondo raccolto, che occupa una
limitata superficie. L'Italia è allo stesso tempo esportatrice (prodotto precoce)
e importatrice (prodotto comune e tuberi da semina).
Caratteri botanici: la patata è una pianta a ciclo annuale provvista di radici
fascicolate piuttosto superficiali, dotate di numerose diramazioni capillari.
Dalla parte ipogea del fusto si dipartono gli stoloni i quali, ingrossando
all'apice, danno luogo ad un tubero. La capacità di originare un diverso
numero e lunghezza di stoloni varia in funzione della varietà e delle
condizioni di ambiente. In un tubero completamente maturo l’epidermide è
sostituita dal periderma (o " buccia ") fatto di strati di cellule suberose, che
protegge l'interno del tubero dall’eccessiva perdita d'acqua e dalla
penetrazione di funghi e batteri. All'interno, sia la corteccia sia il midollo sia il
parenchima che costituisce la maggior parte del tubero, sono divenuti sede di
accumulo di grandi quantità di amido. In mezzo a questa massa di tessuti,
diversi ma non più facilmente distinguibili, si notano fasci fibrovascolari diretti
verso gli “occhi”. Sotto l'influenza della luce, i tessuti esterni del parenchima
corticale producono clorofilla e inverdiscono. I tuberi possono differire per
dimensione, forma, numero, colore, caratteristiche del tessuto tuberoso
esterno, colore della polpa. Nel tubero si distingue un ombelico (punto di
attacco dello stolone) e una testa, opposta all'ombelico, che raccoglie la
maggior parte delle gemme. Se si sopprime qualche gemma, questa è
rimpiazzata da altra di sostituzione.
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Non tutte le gemme di un tubero, quando viene interrato intero, si sviluppano
dando luogo ad un fusto. Le più vigorose sono quelle sulla testa.
La parte area della pianta è in genere costituita da due o più fusti, angolosi,
fistolosi, ingrossati ai nodi, di varia lunghezza e colore, con portamento eretto
o più o meno decombente. Le foglie sono composte da 5, 7, 9 foglioline di
varia dimensione e colore (verde da chiaro a intenso), più o meno bollose e a
lamina più o meno aperta. Le parti verdi - compresi i tuberi quando
permangono a lungo esposti alla luce - contengono solanina, alcaloide
velenoso. L'infiorescenza è a corimbo. Il fiore è ermafrodita, campanulato.
Alcune varietà di patata, indipendentemente dall'ambiente, non fioriscono;
altre invece giungono ad emettere i bocci fiorili, che però cadono prima della
fioritura; altre infine fioriscono regolarmente e portano a maturazione i frutti
(bacche carnose più o meno tondeggianti, verde-bruni, verde-violacei o
giallastri, contenenti da 150 a 300 semi reniformi, appiattiti).
Scelta dei "tuberi-seme" e semina (anche se sarebbe meglio parlare di
piantamento): : la patata precoce si semina da dicembre a febbraio e si
raccoglie da aprile a giugno; quella comune si attua da marzo ad agosto in
pianura e da maggio a settembre in montagna. tuberi grossi con molti occhi
formano un cespo di numerosi steli tra i quali la competizione è forte; il
contrario nel caso di tuberi piccoli. Il grado di competizione a livello
sotterraneo determina il numero e la dimensione dei tuberi: i folti cespi
derivati da tuberi grossi formano molti tuberi ma di dimensioni ridotte, e
viceversa. Ciò è importante per ottenere produzioni di tuberi del calibro più
richiesto (piccolo per tuberi da semina, medio per il consumo diretto, grosso
per certe trasformazioni). La densità di piantagione quindi deve essere
definita non tanto come numero di tuberi-seme messi a dimora per metro
quadrato, ma come numero complessivo di fusti che se ne origineranno. Il
numero ottimale è di circa 15-20 steli per metro quadrato. Per questo, e
anche per motivi economici, per il piantamento si impiegano tuberi-seme di
modesta pezzatura (in genere 50-80 g). Una pratica per risparmiare sulla
quantità di seme è il frazionamento dei tuberi. I tuberi possono essere fatti
germogliare prima della semina, disponendo i tuberi-seme in cassette
accatastabili in non più di due strati, in ambiente ben illuminato da luce
diffusa, non troppo secco, a temperatura tra 12 e 16 °C. Normalmente, dopo
quattro - sei settimane dagli occhi dei tuberi sono nati germogli corti (15-20
mm al massimo), tozzi, robusti, pigmentati: i tuberi-seme sono pronti per il
piantamento che va fatto con molta cura per evitare la rottura degli germogli.
La pre-germogliazione permette di anticipare l'inizio della vegetazione e
rende possibile un ultimo controllo della semente dal punto di vista del vigore
vegetativo. Il quantitativo di tuberi normalmente impiegato per la semina è di
20-30 quintali ad ettaro.
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I tuberi si distanziano sulla fila di 25-30 cm nella coltura precoce e di 30-35
cm negli altri tipi di coltura. La distanza tra le file è di 60-80 cm. La profondità
di semina è di 5-8 cm in relazione alla natura del terreno. Ciclo della patata:
Per le piante che hanno avuto origine per via agamica dura normalmente
100-150 giorni. Le piante che derivano da seme hanno un ciclo notevolmente
più lungo (180-200 giorni). Per questo nelle nostre condizioni di ambiente, si
rende necessario un primo loro allevamento in serra. La riproduzione gamica
è comunque usata nella patata solo come mezzo di miglioramento varietale.
Dopo un periodo di riposo (50-60 giorni dalla maturazione), in condizioni
adatte (temperatura superiore a 6-8°C), ha luogo la germinazione dei tuberi.
Le fasi vegetative della pianta agli effetti della coltivazione sono: emergenza,
accrescimento vegetativo, fioritura, accrescimento dei tuberi, maturazione dei
tuberi. La formazione dei tuberi inizia poco prima della comparsa dei bocci
fiorili e si manifesta con un ingrossamento degli stoloni o delle loro
ramificazioni. La fase di maturazione è caratterizzata dal graduale
ingiallimento delle foglie e dei fusti, nonché dal cambiamento di colore delle
bacche (se sono presenti) che dal verde tendono al giallastro, mentre la
buccia dei tuberi tende a staccarsi sempre più difficilmente dalla polpa.
Successivamente le foglie e i fusti seccano e le bacche cadono. La raccolta
può avvenire in epoca anticipata per i tuberi di pronto consumo e per quelli
destinati alla propagazione. Per quelli di uso comune la escavazione si può
ritardare.
Irrigazione:La pianta ha bisogno, in ogni fase biologica, di una sufficiente
quantità di acqua. La patata ha esigenze idriche abbastanza elevate durante
un periodo dell'anno in cui le precipitazioni sono ridotte. Il suo apparato
radicale poco profondo, a debole capacità di penetrazione e di suzione, la
rendono sensibile allo stress idrico. Il periodo critico per l'acqua va da 20
giorni prima a 20 giorni dopo l'inizio dell'antesi, allorché la patata sviluppa la
fase più delicata del suo ciclo che è quella dell'ingrossamento dei tuberi. In
questo periodo non dovrebbero mancare mai condizioni di buona umidità nel
terreno. I sistemi di irrigazione più usati sono: infiltrazione da solchi ed
aspersione.
Tecnica colturale La coltura di secondo raccolto si esegue dopo una coltura
principale a raccolta primaverile od estiva a ha un ciclo che va da agosto o
settembre a novembre o dicembre. Nei terreni soggetti a incrostamento, in
relazione all'andamento climatico, è utile una sarchiatura non appena le file
siano ben visibili sul terreno. L'operazione è efficace anche come
completamento alla lotta chimica contro le infestanti.
Rincalzatura - La rincalzatura consiste nell'addossare terra dell’interfila alla
fila di piante di patata in modo da favorire l'emissione di rizomi e di radici dalla
parte interrata degli steli. Si fa in uno o due passaggi nelle 2-3 settimane
successive alla semina con i germogli allo stadio di 2-3 foglie formando una
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"porca" di 20 cm di altezza sul piano di campagna: questo assicura condizioni
ottimali di sviluppo alle radici, ai rizomi e ai tuberi-figli. La rincalzatura
favorisce il radicamento, la tuberizzazione e la nutrizione, evita l’inverdimento
dei tuberi e protegge questi, sia pur parzialmente, dall'infezione delle spore di
peronospora cadute sul terreno.
Raccolta, produzione e conservazione: Per le patate destinate al consumo
fresco la maturazione dei tuberi deve essere completa. Indicazioni semplici
per valutare la raggiunta maturazione sono l'avanzato ingiallimento del
fogliame e la consistenza del periderma, che non deve distaccarsi, ma essere
ben suberificato e resistente agli urti. La raccolta dovrebbe avvenire con
terreno non umido, non soltanto perché l'operazione è più agevole, ma anche
per raccogliere i tuberi asciutti e puliti. Le rese unitarie possono variare
notevolmente in relazione all'ambiente e alle condizioni di coltura.
Avversità: le gelate tardive possono compromettere l'esito della coltura
quando si verificano dopo l'emergenza delle piante: altrettanto dannosa è la
siccità, specialmente se si manifesta nelle fasi iniziali di sviluppo della pianta
o durante l'ingrossamento dei tuberi. Le condizioni climatiche non propizie
possono avere sulla produzione un effetto negativo indiretto, in quanto
favoriscono l'attacco di parassiti o di malattie di diversa natura.
Parassiti: il più temibile è il nematode dorato (Heterodera rostochiensis) che
può attaccare la pianta in tutte le fasi del ciclo, distruggendone il prodotto. La
lotta si basa sia su principi agronomici, adottando avvicendamenti nei quali la
patata ritorna sullo stesso appezzamento a intervalli lunghi, sia su principi
genetici, utilizzando varietà resistenti. Altri nematodi parassiti della pianta, ma
di secondaria importanza appartengono al gen. Meloidogyne (nematodi
galligeni delle radici).
Malattie crittogamiche: Peronospora della patata: si manifesta tanto sulle
foglie, quanto sui tuberi; alcune varietà sono più resistenti; è facilmente
controllabile con adeguati trattamenti (es. prodotti rameici). Cancrena secca:
colpisce il tubero specialmente nel periodo di conservazione. Scabbia
polverulenta, scabbia comune e scabbia argentea: colpiscono il tubero
nella zona epidermica, determinando la comparsa di pustole. Rogna nera o
cancro: determina necrosi soprattutto nei tessuti interni del tubero.
Batteriosi della patata. Alternariosi. Trachemicosi colpisce i tessuti
interni dei fusti giovanili. Malattie da virus: la patata è una delle piante
agrarie più colpite da virosi.
- Accartocciamento; - Virus y;Virus x; Virus A; Virus M; Virus S; Mosaico
aucuba.
Insetti: Grillo talpa, alcune specie di afidi, maggiolino , gremignolo, dorifora .
Contro questi insetti sono possibili adeguati e specifici sistemi di lotta.
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Peperone - Capsicum annuum L.
Atlante delle coltivazioni erbacee - Piante da tubero e orticole
Famiglia: Solanaceae
Specie: Capsicum annuum L.
Francese: Piment; Inglese: Pepper; Spagnolo:
Pimiento; Tedesco: spanischer Pfeffer.
Origine e diffusione: Il peperone, Capsicum annum
L. è una pianta annuale nel clima mediterraneo e
perenne nei paesi caldi del sud America da dove
proviene. I suoi frutti (bacche) ricchissimi di vitamine,
si usano cotti o crudi, conditi in diverse maniere,
oppure essiccati e macinati come condimento piccante (paprika) d’alcune
vivande. Varietà: le cultivar si distinguono per le particolari caratteristiche del
frutto che può essere dolce o piccante, di piccolo o grande volume, di forma
cuboide, conica più o meno regolare, piramidale, allungato o breve, di colore
rosso, giallo, verde, bruno o scuro.
Tecnica colturale: il peperone è molto sensibile al freddo, perciò nella
coltura, che possiamo considerare normale, si semina in febbraio, in cassone
riscaldato. È necessario scegliere seme proveniente da piante a frutti sani, in
quanto esso è vettore di patogeni di tutte le forme. Le piantine si ripicchettano
o no in vivaio sempre in cassone riscaldato.
Piantagione: a dimora si fa a primavera inoltrata (fine aprile, primi maggio),
quando non sono più da temere forti abbassamenti di temperatura, mettendo
le piantine a 40-60 cm in solchetti distanti 60-90 cm. I peperoni da sottaceto
si possono mettere a coppia per ogni postarella. Si ha così una maggiore
produzione.
Raccolta e produzione: la raccolta è scalare. La raccolta dei peperoni da
sottaceto richiede un’attenzione particolare: va ripetuta almeno due o tre volte
alla settimana, in maniera da raccogliere le piccole capsule tenerissime. È
necessario annaffiare dopo ogni raccolta, possibilmente il giorno stesso o,
comunque, 48 ore prima della raccolta successiva per dare agio al terreno di
prosciugarsi in superficie. Si evita così il costipamento del terreno che è
deleterio alla pianta. Le irrigazioni si alternano opportunamente con
sarchiature per distruggere le erbe infestanti facili a svilupparsi in un terreno
fertile e tenuto costantemente fresco e aerato.
Coltivazione extra stagionale: la coltivazione extra stagionale può avere lo
scopo di ottenere una produzione a fine inverno (febbraio) o all’inizio della
primavera o più o meno leggermente anticipata su quella normale che d’altra
parte può considerarsi anticipata in quanto in tutti i casi si fa la semina in
ambiente condizionato.
Coltivazione per la produzione di fine inverno: questo tipo di coltivazione
è fatto per l’intero ciclo d’ambiente condizionato, in generale in una serra
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riscaldata, coperta con vetri. La semina si può iniziare verso la fine di
settembre, in cassone, riscaldabile o no. Dopo un mese circa dalla nascita,
che può avvenire, al buio, in 8-10 giorni a temperatura di 28° C, si fa il
ripicchettamento in cubetti come si è detto per la melanzana o in fertil-pot, o
in qualsiasi altro contenitore. La messa a dimora si fa in novembre con
investimenti di 3-4 piante a metro quadrato, meglio se a file abbinate, sul
terreno sistemato a solchi. La temperatura ambiente, subito dopo il trapianto
si porta a 28° C con tempo luminoso per riabbassarla a 24° C di giorno e 1618° C di notte, Umidità Relativa 90%. Da tenere in buone condizioni il
contenuto idrico del terreno poiché il peperone è molto esigente. Subito dopo
la piantagione si farà pertanto una buona annaffiatura, meglio se localizzata.
Durante lo sviluppo delle piante si faranno cure colturali consistenti in
frequenti sarchiature o fresature, si distribuirà, in copertura, la dose calcolata
d’azoto, si farà una buona rincalzatura e, se necessario, la palatura con fili di
ferro tesi ai lati delle bine, in modo da costruire una specie di gabbia dove le
piante abbiano agio di mantenersi in posizione eretta. Raccolta: può essere
iniziata fin da febbraio. Cultivar usate: sono per lo più le nostrali: “Quadrato
d’Asti”, “Quarantino”, “Genovese” e alcuni F1, meno usate il “Yolo Wonder” e
il “California Wonder”. Nelle zone molto favorite dal clima, della Sicilia, e in
genere dell’Italia meridionale, questo tipo di coltivazione è fatto in serre
coperte con P.V.C. con riscaldamento di soccorso fatto con aria calda
prodotta da stufe alimentate a cherosene.
Coltivazioni per la produzione primaverile, inizio dell’estate: questo tipo
di coltivazione può essere fatto in serra fredda o in tunnel-serra coperti con
P.V.C. o polietilene o in pieno campo con protezione di tunnel dello stesso
materiale.
Semina: si fa in cassone riscaldato da ottobre a dicembre, fino ai primi di
gennaio, regolandosi a seconda del clima della zona dove si opera. Il
ripicchettamento si fa in cubetti od altri contenitori.
Piantagione: in serra fredda, con un supplemento di copertura in tunnel, può
essere fatta fin dal mese di febbraio, mentre all’aperto, con protezione di solo
tunnel, si deve ritardare fino alla seconda metà di marzo e fino ai primi
d’aprile nelle zone meno favorite.
Raccolta: si può iniziare a fine aprile primi di maggio per le colture in serra
fredda e fine maggio primi di giugno per le colture in campo protette da
tunnel. Le cure colturali, per queste colture che si sviluppano in un periodo
che nelle zone meridionali può considerarsi molto assolato, consisteranno
soprattutto in irrigazione e arieggiamenti per evitare pericolosissimi
innalzamenti della temperatura al disopra dei 28-30° C.
Avversità e parassiti: dannose sono spesso le “tracheomicosi”, come pure il
marciume apicale dei frutti e l’alternariosi. Valgono nella lotta l’opportuna
scelta del terreno di coltura e i trattamenti anticrittogamici più in uso in
orticoltura.
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Pomodoro
Lycopersicon esculentum-Solanaceae
Questa pianta, originaria delle zone tropicali e subtropicali
dell'America latina (probabilmente Perù o Messico), viene
coltivato in tutta Italia sia in colture da orto che industriali.
l pomodoro è costituito in media per il 95% di acqua,
contiene zuccheri ed è ricca di vitamine (B1, B2, H, E, P e
specialmente A e C). La pianta normalmente raggiunge un’altezza che varia
dai 50 cm a 2 m. Presenta della peluria sia sul fusto che sulle foglie ed è di
portamento eretto o sarmentoso (in relazione alla tipo di coltura scelto). Il
fiore solitamente cresce nella parte opposta alla foglia e assume una forma a
calice di color giallo. La bacca del pomodoro - di forma, dimensione e colore
variabili in relazione alla varietà - presenta una buccia liscia e una polpa
carnosa con una suddivisione interna in logge, contenenti i semi di forma
circolare appiattiti di color bianco giallo. Le varie tipologie di pomodoro
vengono suddivise sia in base alla forma della bacca, sia in base all’utilizzo
finale della stessa. Possono essere: tondo, a peretta, ovale, costoluto, a
grappolo. In relazione all’utilizzo finale si possono avere pomodori da mensa,
da concentrato, da succo e da pelati. Generalmente le varietà consigliate per
l’orto sono quelle da mensa e da conserva. Le varietà che vengono
consigliate per l’uso fresco sono le seguenti:
Ace F
Ausonio F1
Monte Carlo F1
S. Marzano 2
Roma VF
Cuor di Bue
Ben Hur F1
Tondo
Tondo
Tondo
Peretta
Peretta
Cost.
Cost.
.Semina febb/apr
Semina febb/apr
Semina febb/apr
Semina febb/apr
Semina febb/apr
Semina febb/apr
Semina febb/apr
.Raccolta giug/sett Rampicante
Raccolta giug/sett Rampicante
Raccolta giug/sett Rampicante
Raccolta giug/sett Rampicante
Raccolta giug/sett P. Bassa
Raccolta giug/sett Rampicante
Raccolta giug/sett Rampicante
Pianta
Principe Borghese Ciliegia Semina febb/apr Raccolta giug/sett
Bassa
La sigla F1 indica che le varietà sono Ibride.
Semina e messa a dimora: la pianta del pomodoro non resiste alle basse
temperature. Per questo motivo la coltivazione viene effettuata nel periodo
primaverile - estivo. Può essere coltivata anche in serra o in tunnel, ed in
questo caso si può coltivare tutto l’anno. Le piante di pomodoro solitamente
vengono trapiantate a una distanza di 20-30 cm sulla fila e di 1-1,5 metri tra
le file. Il pomodoro ha portamento rampicante e per questo motivo è
necessario un tutore che lo sostenga. Il tutore deve essere abbastanza
robusto dato che dovrà sostenere il peso dei pomodori. Il trapianto si effettua
solitamente nel mese di aprile/maggio.
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Tecniche colturali: è importante, dopo il trapianto, tenere il terreno ben
sgombro dalle erbe infestanti e ciò al fine di evitare l’assorbimento dell’acqua
e dei sali minerali. E’ opportuno in seguito effettuare anche un leggero
rincalzo per ricoprire le radici che affiorano dal terreno. Un’operazione molto
importante è la sfemminellatura, che consiste nell’asportare i germogli
secondari per favorire il germoglio principale.
Irrigazioni: le annaffiature devono essere abbondanti e, nel periodo della
fruttificazione, è consigliato aggiungere del concime solubile per dare un
maggior apporto nutritivo.
Raccolta: la raccolta dei pomodori varia in base alla zona in cui ci troviamo,
solitamente quelli da mensa vengono raccolti ancora verdi per aumentare la
conservazione.
Avversità: i parassiti più pericolosi per il pomodoro sono presenti nel terreno,
la Dorifera e i nematodi della patata arrecano molti danni alle radici del
pomodoro. Si possono avere degli attacchi da afidi che, oltre a danneggiare i
tessuti della pianta, provocano l’arricciamento della foglia e sono anche
vettori di malattie virotiche. Per prevenire e combattere questi parassiti è
opportuno irrorare le piante con dei prodotti a base di piretro, che oltre ad
un’azione disinfettante hanno anche un tempo di carenza molto basso che
permette di trattare le piante anche pochi giorni prima del raccolto.
Anche per le malattie di tipo crittogamico l’apparato radicale è quello più
colpito. In particolare due malattie fungine sono particolarmente diffuse: si
tratta del marciume radicale e del marciume del colletto. Vengono colpiti
anche il frutto e le foglie e si possono verificare delle macchie sulle foglie di
color ambrato rossastro, e delle bolle circolari sui frutti di color verde scuro.
Per prevenire alcune di queste malattie è necessario fare particolare
attenzione alle quantità di concime e di acqua che andiamo a somministrare
alle nostre piante. L’equilibrio idrico e di particolare importanza,:é per questo
motivo che è sconsigliato lasciare seccare il terreno in modo eccessivo e
successivamente inzupparlo per cercare di rimediare.
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Prezzemolo - Petroselinum sativum Hoffm.
Famiglia: Ombrelliferae
Specie: Petroselinum sativum Hoffm.
Sinonimi: Petroselinum ortense Auct.; Petroselinum crispum (Mill.) A.W.
Hill.
Generalità e proprietà: pianta originaria
delle regioni mediterranee; in Italia è
diffusamente coltivata nelle diverse varietà
orticole. Il prezzemolo è ricco di vitamina C,
A, calcio, ferro, ha proprietà diuretiche e
depurative. Inoltre il suo decotto è usato per
regolare il ciclo mestruale e per alleviarne i
dolori. In passato veniva abusato in grande
quantità dalle donne incinta per abortire.
Caratteri botanici: pianta biennale fittonante, con fusti eretti, tubolari, alti fino
a 50 cm. circa. Le foglie sono triangolari, dentate, arricciate e suddivise in tre
segmenti. I fiori, giallo-verdi, sono raccolti in ombrelle piatte che fioriscono in
estate durante la seconda stagione.
Semina e messa a dimora: seminare all’inizio della primavera e tenere
protetto a 18°C in terriccio umido. La germinazione richiede 2-4 settimane. In
campo aperto seminare più tardi quando la temperatura non scende sotto i
7°C. La posizione deve essere soleggiata o semiombrosa e il terreno ben
concimato.
Irrigazioni: annaffiare e mantenere pulito dalle erbe infestanti.
Pianta biennale, se vengono tagliati gli steli fiorali man mano che si
sviluppano, può essere conservata per più anni.
Molte le varietà orticole coltivate, tra le quali la “Gigante d’Italia” con grandi
foglie, e la “Paramounth” con caratteristiche foglie molto arricciate.
Raccolta e conservazione: Le foglie vanno utilizzate fresche o congelate
(intere o tritate), mentre essiccate perdono il loro caratteristico profumo.
Uso in cucina: le foglie sono ampiamente usate in cucina per dare sapore a
ministre, pesce, verdure, formaggi; vanno aggiunte all’ultimo momento
perché con la cottura si perde gran parte dell’aroma.
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RAPA BRASSICA
La Rapa, Brassica rapa, è una pianta erbacea appartenente
alla famiglia delle Crucifere coltivata nell’orto a scopo
alimentare.
Caratteristiche: la Rapa è una pianta erbacea biennale
con radice carnosa di forma e dimensioni diverse a
seconda della varietà; allungata e bianca (Rapa Vetrus), globosa (Rapa
Navona), globosa- appiattita(Rapa di Milano); il colore della
radice è bianco giallo, con sfumature rosso violette o verdi;
la polpa è bianca e croccante; le foglie basali sono provviste
di picciolo allungato con lembo intero, lobato o lirato. Al
secondo anno emette uno stelo fiorale ramificato alto circa
80 cm con foglie lanceolate; i fiori gialli ermafroditi sono riuniti infiorescenze
ombrellifere con siliqua cilindrica contenente piccoli semi tondeggianti di
colore scuro.
Proprietà: Le rape contengono discrete quantità di vitamine B, C e sali
minerali. Hanno un elevato contenuto di acqua e di fibre alimentari. Proprio a
causa della cospicua quantità di cellulosa contenuta, le rape crude possono
risultare di difficile digestione. Hanno proprietà diuretiche, depurative e
disintossicanti. La rapa è pertanto indicata in caso di calcolosi renali e nella
gotta.
Varietà:
-Precocissima ( Rapa di Milano a radice bianco-rossa);
- precoci (Rapa di Navona a radice bianca), (Bianca Quarantina molto
precoce e a radice bianca).
Coltivazione: la Rapa predilige il clima temperato-umido; il terreno di medio
impasto, calcareo e ben drenato.
Semina: la semina viene effettuata direttamente nell’orto da maggio ad
agosto ad una profondità di 1 cm mantenendo una distanza di 15 cm sulle file
e di 25 cm tra le file.
Irrigazione: innaffiature regolari e costanti soprattutto nei periodi siccitosi.
Raccolta: le radici si raccolgono a scalare da settembre fino ad aprile
quando hanno raggiunto dimensioni e calibratura apprezzabili.
Malattie e parassiti: la rapa teme le stesse malattie e gli stessi parassiti dei
cavoli come gli afidi, l’agrotide, la cavolaia, la mosca del cavolo, la nottua, il
grillotalpa, l’oidio, il marciume.
Cure: scerbature, zappature.
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Ravanello
Raphanus sativum-Cruciferae
Generalità e proprietà: quest’ortaggio, originario delle
zone della Cina e del Giappone, viene coltivato
principalmente per le radici, la parte commestibile, che
possono essere di diverso colore (rosso, bianco, verde),
forma e grandezza. Si tratta di una annuale, con ciclo
vegetativo molto breve. La parte aerea si presenta con delle
foglie lobate abbastanza piccole coperte da una peluria
sulla pagina superiore. Alla base della pianta, invece, le
foglie sono più piccole e picciolate. I fiori, insignificanti, di colore bianco
violaceo raggruppati in gruppi, sbocciano 3 mesi dopo la semina e da questi
si formano dei frutti a siliqua di colore rosso scuro. Come medicinale è utile
per l’eliminazione dei depositi di grasso, di muco e dell’acqua in eccesso dei
tessuti; è un ottimo diuretico e un buon drenante del fegato e dei reni.
Ha proprietà antisettiche, antirachitiche, antiscorbutiche, eupeptiche, utile in
inappetenze, antifermentativo intestinale.
La semina: la pianta va seminata nel periodo che va da febbraio fino a luglio.
Nei primi due mesi la semina deve essere effettuata in un luogo protetto,
mentre nei mesi successivi può essere effettuata all’aperto, sia a spaglio che
a file. Nel primo caso, la semente dovrà essere distribuita il più
uniformemente possibile sul terreno, evitando di spargere la semente in
modo troppo fitto, perché ciò impedirebbe la crescita di molte piante. Nella
semina a file, invece, è opportuno lasciare 7-8 cm di distanza tra una fila e
l’altra, per favorire la crescita delle radici. In entrambi i casi si consiglia di
effettuare un diradamento delle pianta lasciando solamente le più vigorose.
Irrigazioni: frequenti. Questa essenza, visto la velocità di crescita, può
essere seminata anche tra altri ortaggi a ciclo vegetativo più lungo. La pianta
teme le temperatura molto elevate e le siccità: per questo motivo è opportuno
irrigare frequentemente. La mancanza d’acqua di solito rende anche molto
amare e piccanti le radici. Per evitare che il terreno si inaridisca troppo
velocemente è necessario tenerlo sempre sgombro da piante infestanti che
concorrono all’assorbimento di acqua e di sali minerali.
La raccolta: la raccolta avviene un mese dopo la semina, quando le radici
sono ben sviluppate. Se la semina viene effettuata durante il periodo estivo il
tempo di raccolta viene posticipato di 40 giorni.
Avversità: i parassiti più pericolosi sono sia gli adulti che le larve di altica del
cavolo che divorano le foglie.
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Sedano
Apium graveolens-Umbrelliferae
Generalità e proprietà: questa pianta, che cresce
spontanea anche nel nostro Paese, si suddivide in
due grandi gruppi: la varietà dulce e la rapaceum.
La prima varietà quella dulce è la più diffusa e viene
coltivata prevalentemente per la parte aerea, più precisamente per il gambo,
detto anche costa. La seconda varietà quella rapaceum è più comunemente
conosciuta come sedano rapa e viene coltivata per la radice e le parti basali
del fusto. Questa varietà non è molto diffusa in Italia a differenza del resto del
Europa, dove se ne consuma una maggiore quantità.
A seconda della varietà, le piante crescono dai 30 ai 90 cm. Si tratta di
una pianta biennale, che generalmente viene coltivata a ciclo annuale. Le
piante della varietà dulce hanno l'apparato radicale sottile e dritto mentre la
varietà rapaceum presenta un ingrossamento della radice. Le foglie della
varietà dulce hanno un picciolo percorso da nervature lungo tutta la sua
lunghezza e sono carnose. Entrambe le varietà fioriscono nel mese di
giugno-luglio; l'infiorescenza è ad ombrello e di colore bianco-verde. Il frutto
di queste piante è di tipo diachenio ovvero al suo interno vi sono i semi. Il
sedano, una verdura cosi umile ma che viene spesso considerato un
alimento medicina. Questo il suo identikit naturale: Contiene potassio, calcio,
fosforo, magnesio e selenio, associati a buone dosi di vitamine C ed A.
Vitaminizzante, depurativo e rigenerante, utile nelle diete disintossicanti e
dimagranti. Se consumato crudo ha un potentissimo effetto diuretico.
Contiene acido aspartico, considerato un eccitante naturale. Il sedano è stato
considerato solo come pianta medicinale sino al XVII secolo. Alla base di
molti preparati officinali, in particolare nella tradizione erboristica
mediterranea, è citato ampiamente anche nell’Odissea, sempre come pianta
medicinale. Si comincia ad usare come alimento in Sicilia, dopo la grande
Peste del 1600. Insomma, se non vi piace fatevelo piacere, soprattutto se
soffrite di ritenzione idrica.
Tecniche colturali: la varietà a coste viene coltivata sia per la
raccolta invernale che per quella estiva; questo permette di avere piante
fresche per quasi tutto l'anno. In entrambi i casi, comunque, è buona norma
seminare in semenzaio, nel periodo gennaio-febbraio, in luoghi riparati e
riscaldati. Quando le piantine avranno raggiunto i 10-15 cm d'altezza si
potranno trapiantare in piena terra ad una distanza di 25-35 cm sulla fila e
60-80 tra le file; se la pianta viene acquistata già pronta per il trapianto, il
miglior periodo per la piantumazione va da aprile a maggio, per la raccolta
estiva, e da luglio ad agosto, per la raccolta invernale. successivamente è
importante annaffiare abbondantemente.
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Durante la coltivazione è necessario intervenire con delle sarchiature per
tenere pulito il terreno da eventuali piante infestanti. Per ottenere la costa del
sedano più tenera si procede con l'imbiancamento dello stesso. Questa
operazione, che consiste nel legare la pianta utilizzando della rafia e nel
coprire successivamente con la terra quasi la totalità del fusto (lo stesso
risultato può essere ottenuto utilizzando del cartone), deve essere eseguita
un mese prima del raccolto. La tecnica di coltivazione per il sedano rapa non
cambia molto. In tal caso, il terreno dovrà essere più sabbioso per permettere
alla radice una più agevole espansione.
Avversità: la malattia che affligge di più le piante di sedano è la mosca dei
sedani. Questo parassita si nutre dell'interno della pianta lasciando intatto
l'esterno. I sintomi più visibili sono l'ingiallimento e la trasparenza della foglia
con la successiva essiccatura della stessa. Altre malattie che colpiscono la
pianta sono: la rogna del sedano che si manifesta con la comparsa di
macchie scure, che rallentano la vegetazione della pianta,
provocandone, in alcuni casi, anche la morte e la septoriosi delle foglie
che si manifesta con la formazione di macchie scure con all'interno dei
punti neri; anche in questo caso la pianta può morire.
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Spinacio - Spinacia oleracea L.
Famiglia: Chenopodiaceae
Specie: Spinacia oleracea L.
Origine e diffusione: Lo Spinacio è un
ortaggio conosciuto fin dall'antichità
(l'origine è ; è arrivato in Europa (Spagna)
con gli Arabi intorno al 1000 e da lì si è
diffuso negli altri Paesi europei passando
poi in America dopo il 1500. In Italia la sua
coltivazione è diffusa in tutte le regioni, in
particolare nel Lazio, Toscana, Campania,
Veneto e Piemonte. E' diffusa anche la sua
coltivazione in serra per la produzione invernale nel Nord. La produzione è
concentrata nei mesi autunnali ed invernali, quando le quotazioni di mercato
raggiungono livelli interessanti per le aziende agricole. Buona parte della
produzione è destinata all'industria per l'ottenimento di surgelati e disidratati.
Caratteri botanici e proprietà: Lo spinacio è una pianta erbacea a ciclo
annuale, con una radice fittonante rossa vicino al colletto. Le foglie basali
sono carnose, provviste di un picciolo lungo 5-10 cm e di un lembo astato
liscio o bolloso lungo 10-20 cm; esse sono riunite a rosetta in numero di 2030 prima dell'emissione dello scapo fiorale ramificato; i fiori sono piccoli,
verdastri, riuniti in glomeruli ascellari quelli femminili e in spighe quelli
maschili; è una specie dioica, ma sono presenti anche tipi a sessualità
intermedia in relazione alle cultivar ed alle condizioni ambientali, che possono
influenzare l'espressione sessuale. Le piante maschili sono caratterizzate da
steli fiorali privi di foglie, le piante femminili hanno foglie complete fino
all'estremità degli steli. I fiori femminili sono monoovulari e danno origine ad
un frutto secco monosperma, indeiscente con endocarpo sclerotizzato. La
durata della facoltà germinativa del "seme" è di 2-3 anni. Un grammo
contiene 90-100 frutti. gli spinaci risultano molto interessanti per il loro valore
nutritivo: oltre a carboidrati, proteine e grassi contengono, infatti, vitamine A,
B, C, D, F, K e P. Secondo alcuni studiosi, una porzione di spinaci al giorno
consente di compensare in modo naturale il deficit vitaminico. Grazie
all'elevato contenuto di sali minerali, poi, gli spinaci sono particolarmente
indicati per gli anemici e per chi soffre di stipsi, mentre sono sconsigliati per
chi soffre di gastrite o di malattie epatiche e renali. Il succo di spinaci si
utilizza per preparare impacchi indicati per lenire le scottature e favorire la
cicatrizzazione, mentre in cosmesi lo spinacio entra come ingrediente di
preparati nutrienti per la pelle. Per poter beneficiare delle loro proprietà
salutari, conviene mangiarli crudi, conditi con olio e sale; lessandoli, infatti, si
perde una buona percentuale (circa il 50% degli elementi utili all'organismo).
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In base alla forma del frutto si distinguono due sottospecie:
- Spinacia olracea inermis Moench (= glabra Mill), con frutti lisci subrotondi;
è il tipo più diffuso in coltura, con numerose cultivar;
- Spinacia oleracea spinosa Moench, con frutti angolosi o spinescenti; se
ne conoscono poche varietà (Hollandia, Amsterdam e Cavallius) e, seppur
dotate di buona rusticità e resistenza al freddo, sono poco diffuse in Europa,
e quasi esclusivamente per l'industria conserviera.
Varietà: la distinzione delle numerose cultivar ed ibridi F1 può essere fatta in
base alla destinazione del prodotto (mercato o industria), alla forma del
lembo fogliare (larga, arrotondata, allungata), all'intensità della bollosità ed al
colore (verde o verde scuro), al portamento del cespo (eretto o prostrato), ma
a livello di coltivazione interessa soprattutto la reazione alla lunghezza del
giorno e la resistenza a salire a seme, che condizionano la possibilità di
coltivazione nei diversi periodi dell'anno; due sono le categorie:
- Cultivar autunno-invernali: sono adatte alla coltivazione in condizioni di
giorno corto, hanno elevata vigoria e buona resistenza al freddo, ma vanno
rapidamente a seme in condizioni di giorno lungo; si seminano a fine estateautunno (agosto-ottobre) per produzioni autunno-invernali.
- Cultivar primaverili-estive: si adattano alla coltivazione di giorno lungo, in
quanto lente a montare a seme; si seminano in primavera (marzo-aprile) per
produzioni primaverili-estive.
Spinacio della Nuova Zelanda. E' un ortaggio minore da foglia che si
utilizza come lo spinacio nel periodo estivo. E' una pianta erbacea annuale,
originaria della Nuova Zelanda e dell'Australia, introdotta in Europa dagli
inglesi nel XVIII secolo. Presenta un fusto erbaceo succulento alto più di un
metro con molte ramificazioni; le foglie alterne sono lisce e carnose con breve
picciolo (1-2 cm) e lembo triangolare. Le piante sono ermafrodite e
producono frutti ascellari induriti, angolosi e cornuti che vengono usati come
seme. Considerando le elevate esigenze termiche si può coltivare solo nel
periodo primaverile - estivo con semina in maggio in pien'aria. Pur essendo
una pianta rustica di facile adattamento, produce abbondantemente solo in
terreni fertili e ben letamati, con irrigazioni frequenti e abbondanti. Non
presenta avversità degne di nota. La raccolta inizia dopo circa 70 giorni dalla
semina distaccando le foglie basali e quelle ascellari lungo lo stelo; anche gli
apici delle ramificazioni possono essere recisi per metà ad ogni raccolta ed
utilizzati come le foglie: In condizioni favorevoli la raccolta, scalare durante
tutta l'estate, fornisce produzioni di 300 q/ha di foglie e steli.
Irrigazione: richiede un terreno fresco, permeabile e ben drenato. Per una
rapida crescita richiede condizioni di umidità elevate e costanti; pertanto è
opportuno ricorrere all'irrigazione in caso di andamento climatico avverso alla
semina e durante le prime fasi della crescita anche per evitare fenomeni di
prefioritura.
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Tecnica colturale: lo spinacio, in relazione al suo breve ciclo, è coltivato di
frequente come intercalare nel periodo autunno-vernino con semina in
agosto-settembre; trova le migliori condizioni fitosanitarie quando si
osservano rotazioni di 3-4 anni; si realizzano anche colture primaverili
soprattutto nel Centro-Nord, dove si effettuano colture destinate all'industria.
Il terreno deve essere ben preparato. Dopo aver arato il terreno a 30-35 cm,
si esegue un affinamento e la sistemazione in porche (aiuole rilevate di 15-20
cm larghe circa un metro e separate da passaggi di 40 cm circa), che è
importante nelle colture autunno-vernine per evitare ristagni d'acqua.
La semina può essere fatta a spaglio oppure a macchina, in file distanti 20-30
cm, con interramento a 1-2 cm di profondità; la densità colturale varia a
seconda che si tratti di colture destinate al mercato (19-22 kg/ha di seme per
realizzare, dopo il diradamento, densità di 35-50 piante a metro quadrato)
oppure all'industria (30-40 kg/ha di seme per realizzare densità di 200-250
piante a metro quadrato; l'elevata densità favorisce il portamento eretto delle
piante, richiesto per la raccolta meccanica).
I lavori consecutivi (oltre al diradamento) sono rappresentati da sarchiatura o
diserbo, irrigazioni, concimazioni in copertura.
Raccolta e produzione: La raccolta comincia 40-60 giorni dalla semina
nelle colture primaverili; si può effettuare la sfogliatura oppure la raccolta
dell'intera pianta; la radice viene tagliata appena al di sotto delle foglie; oggi
la raccolta meccanica è molto diffusa. La produzione si aggira intorno ai 200
quintali ad ettaro. Gli spinaci raccolti, privi delle foglie ingiallite e rovinate,
vengono disposti in casse di 10-15 kg e immersi in acqua per togliere la terra
residua e migliorare la turgescenza delle foglie. Per quanto riguarda la
conservazione del prodotto fresco, si rilevano limiti di 10-15 giorni
mantenendo il prodotto in frigo a 0°C e 90-95% di umidità relativa.
Avversità: Lo spinacio è una pianta abbastanza rustica; infatti non sono molti
i parassiti in grado di attaccarla nel periodo autunno-invernale, quando le
temperature sono relativamente basse; la mancanza di adeguate rotazioni
può tuttavia compromettere le colture.
Tra i parassiti vegetali che determinano marciumi alle radici e al colletto
ricordiamo Pythium ultimum e Rhizoctonia solani.
Anche la peronospora (peronospora farinosa f. sp. spinaciae) può risultare
dannosa in condizioni di elevata umidità e temperature comprese tra 8 e
18°C. Durante il periodo estivo sulle colture da seme sono più dannose
l'antracnosi, la cladosporiosi e la fusariosi.
Tra i virus che possono attaccare lo spinacio ci sono il Virus del cetriolo, il
Virus del mosaico e il Virus del giallume della bietola (questi virus sono
trasmessi dagli afidi).
I parassiti animali più dannosi comprendono, oltre agli afidi, le nottue, le
lumache e la mosca Pegomya hyoscyami.
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Zucca
Cucurbitacee-Cucurbita
Generalità e proprietà: proviene dall'America centrale. La
zucca è pianta nota fino da tempi antichi, coltivata sia per il
consumo del frutto maturo che per la raccolta di frutti
immaturi, cioè zucchini. La zucca ha rappresentato, nei
secoli passati una riserva alimentare nelle zone più povere.
In seguito a selezioni e ibridazioni ora il mercato offre la possibilità di scelta
fra le molte varietà di semi, zucche e zucchini.
Le piante delle zucche sono vigorose, a fusti striscianti lunghi diversi metri o a
portamento cespuglioso e fusto breve in varietà selezionate per la
coltivazione in orti. Le foglie ed i piccioli sono ricoperti di ruvidi peli, i fiori sono
grandi, di colore giallo intenso e di sesso diverso sulla stessa pianta; si
riconoscono dal peduncolo che nei fiori maschili è
assai più lungo; i fiori sono commestibili e oggetto di
commercio, raccolti freschi e venduti a mazzi.
Le proprietà della zucca sono diverse, a cominciare
dalla polpa che contiene diversi principi attivi in
particolare modo carotenoidi, ma anche mucillagini e
sostanze pectiche. Anche i semi hanno la loro
importanza perché in essi è possibile trovare fitosteroli,
olii grassi, melene e fitolecitina. Inoltre dai semi di
zucca freschi pestati si estrae un olio scuro mentre,
tostati e salati, vengono serviti come “stuzzichini”
insieme all’aperitivo. Essi hanno anche una funzione medicamentosa, infatti
sono molto indicati per combattere la tenia echinococco (verme solitario).
Questa proprietà deriva dalla cucurbitina (un amminoacido) che “paralizza”
letteralmente il verme e ne provoca il distacco dalla parete intestinale. L'uso
dei semi come vermifugo è da tempo conosciuto, generalmente ben tollerato
e privo di controindicazioni. Ma non è solo questa la loro funzione positiva,
infatti i semi della zucca sono anche in grado di alleviare le infiammazioni
della pelle e di prevenire le disfunzioni delle vie urinarie. La polpa e il succo
della zucca spesso vengono utilizzati come diuretici e gli specialisti
consigliano di bere un bicchiere di succo la mattina a digiuno. Da essa inoltre
si ricava un estratto che, mischiato al latte, è molto indicato per i disturbi
gastrici e le patologie della prostata.
Varietà: tra le varietà ricordiamo la Zucca marina di Chioggia, la Zucca lunga
invernale, la Zucca quintale, la Lagenaria, la Maxima, la Moschata, la
Buternut e la Banana pink. La Cucurbita Pepo è la comune zucchina La
zucca è pianta annuale a fusto rampicante.
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Per uso alimentare hanno interesse le tre diverse specie botaniche: la
Cucurbita maxima, a frutto molto grosso, la Cucurbita moscata detta anche
zucca popone e la cucurbita pepo o zucca comune. Alla Cucurbita maxima
appartengono le grosse zucche da inverno, le zucche a forma di turbante, le
grosse zucche a forma ovoide. La buccia a maturità avvenuta, può variare dal
verde grigio al giallo arancio al rossiccio. Le zucche della specie moscata
sono claviformi, oblunghe con ingrossamenti alle estremità, a buccia gialla.
Alla specie Cucurbita pepo appartengono le comuni zucche da zucchini nelle
loro varietà e forme. Non sono però da dimenticare: le zucche ornamentali.
Appartenenti alla specie cucurbita Lagenaria, di cui alcune varietà, a
maturazione sono quasi prive di polpa, con buccia e polpa durissime,
coltivate da tempo in campagna per ricavarne, dopo averle svuotate,
borracce, fiaschi, recipienti vari. Questa zucca è detta anche Da Vino in
quanto con l'essiccazione il suo interno presenta uno spazio vuoto in grado di
accogliere vino o acqua.
Semina: si semina direttamente nell'orto in aprile-maggio ponendo in ogni
buchetta 4-5 semi alla profondità di 3 cm circa. Le buchette saranno
distanziate 1,5 m tra le file e altrettanti sulla fila. Per una coltura forzata si
semina in vasetti in serra calda all'inizio di febbraio e si porta in serra fredda
trapiantando dopo la metà di marzo (dopo quaranta giorni) per raccogliere da
maggio in poi. La semina a dimora deve rispettare le stesse distanze e si
compie mettendo tre semi in ogni buchetta. A dimora: marzo-maggio, in
buche distanti fra loro cm 200-250 (3-4 semi ciascuna); profondità di semina
cm 2-3; quantità di seme g 0,6-0,8/mq.
Concimazioni e cure colturali: richiede poche cure colturali con risultati
soddisfacenti. La zucca è un ortaggio alquanto esigente in fatto di
concimazione. Interreremo 5 q/100 mq di letame o composto maturo alla
profondità di 35-40 cm durante i lavori di preparazione del terreno. Tra le cure
ricordiamo: le irrigazioni estive, le sarchiature e zappettature per arieggiare il
terreno e mantenerlo libero dalle infestanti, la cimatura del tralcio primario
sopra alla seconda o quarta foglia per agevolare lo sviluppo dì germogli
ascellari che a loro volta cimeremo. Il diradamento si pratica lasciando per
ogni buchetta l'individuo più robusto. Esso si esegue allorché le piante
presentano la terza foglia ben formata. Si può effettuare anche il diradamento
dei frutti, mantenendone non più di 2 o 3 per pianta allo scopo di stimolare il
loro ingrossamento. Le zucche vanno difese dalla siccità estiva con giuste
irrigazioni. Sarchiature e diserbo manterranno soffice e pulito il terreno. Le
esigenze idriche sono normali nella fase di germogliazione, elevate in
seguito.
- diradamento: piante con 2-3 foglie, per lasciare I pianta per buca
- germogliazione: 4-12 giorni; temperatura ottimale 30 C; temperatura minima
15 C.
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Raccolta: la raccolta è scalare. Avviene da fine estate a novembre, quando
le foglie della pianta sono secche e i frutti maturi. Gli zucchini vanno raccolti
quando sono ancora piccoli perché, lasciati sulla pianta, inibiscono la
produzione di nuovi fiori e limitano la produzione. Le zucche invernali si
raccolgono nell'autunno, si lasciano al sole a completare la maturazione e si
conservano fresche, disposte su tavole di legno. Le piante da zucche
invernali possono dare da tre a quattro grossi frutti ognuna.
Avversità: la zucca è pianta abbastanza resistente alle malattie; Fra le
malattie, la più comune è il mal bianco che attacca questi ortaggi anche nei
primi stadi di vita; provocata dalla Sphaeroteheca Castanei si manifesta con
una efflorescenza biancastra sulle foglie, seguita da ingiallimento e morte
delle piante. Si combatte con polverizzazioni di zolfo. Anche gli afidi a volte
attaccano le zucche e si possono combattere sia con prodotti specifici che
con la lotta biologica. Gli afidi sono pericolosi perché possono contagiare le
piante con malattie da virus. Alcuni batteri, parassiti delle zucche come quelli
della Fusarum e della Pseudoperonospora, possono rimanere nel terreno e
contagiare altre colture seguenti per cui è necessaria in questi casi una
sterilizzazione dei terreni che, nel rispetto dell'ambiente, può essere fatta
anche con la solarizzazione, dopo aver estirpato le piante affette dalla
malattia eliminandone ogni parte.
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Zucchina
Cucurbita pepo-Cucurbitaceae
Generalità e proprietà: pianta annuale con fusto
erbaceo flessibile strisciante o rampicante, gracile.
Ipocalorica e povera di amidi, la zucchina è una
delle regine delle diete. La zucchina (nome botanico
Cucurbita pepo L.) è una specie della famiglia delle
Cucurbitaceae appartenenti all'ordine delle
Cucurbitales. Ricchissima in acqua (circa 93 grammi
su 100 di peso complessivo), è caratterizzata dalla
quasi totale assenza di calorie, e da una bassissima presenza di amidi
(addirittura l'1% del suo peso). Proprio per quest'ultima sua caratteristica la
zucchina è sicuramente sfruttabile anche dai diabetici e da tutti coloro che
desiderino seguire un'alimentazione che controlli la curva glicemica (e la
conseguente risposta insulinica). La sua struttura e le sue caratteristiche
nutrizionali l'hanno pertanto resa in passato cara alle diete ipocaloriche (oggi
sicuramente superate da un approccio nutrizionale più equilibrato e
sostenibile come quello consigliato dalla dieta Gift). La zucchina contiene
molti minerali preziosi, quali sodio, potassio, ferro, calcio, fosforo,
manganese, zolfo e cloro, e altrettanto preziose vitamine (vitamina B2, PP, A,
e, in misura molto modesta, vitamina C). Si tratta di un ortaggio altamente
digeribile, soprattutto se cotto al vapore (in modo da non disperderne il
contenuto di minerali) e che trova un formidabile impiego in soggetti con
problemi gastrici. Le zucchine svolgono nell'organismo una potente azione
diuretica e depurativa, con un discreto effetto lassativo, e risultano quindi
particolarmente indicate in caso di stipsi (sarà allora
naturalmente consigliabile il consumo della zucchina
completa della buccia, dove sono presenti le fibre), di
ritenzione idrica, di cellulite, e di tendenza alla calcolosi
renale. Benché simile alla zucca da un punto di vista
botanico, non ha invece come quest'ultima semi sfruttabili
per finalità terapeutiche (i semi di zucca sono notoriamente
vermifughi e antiparassitari). Si tratta complessivamente di
un vegetale versatile in cucina che, per la sua peculiare
abbondanza di acqua, risulta ben tollerato e privo di
controindicazioni specifiche. Le zucchine non contengono
significative quantità di acido ascorbico, ma possono essere
controindicate in caso di intolleranza ai salicilati.
Varietà: molte le varietà delle zucchine. Ricordiamo: Zucchino genovese, lo
Striato d'Italia o di Napoli, il Bianco di Trieste, il Tondo chiaro di Nizza, il
Tondo verde scuro di Piacenza.
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Semina e messa a dimora: la semina va effettuata in marzo, aprile e
maggio, deponendo due tre semi per buca che avrà dimensioni cm 50x50x50
per le varietà invernali e di cm 30x30x30 per le varietà di consumo allo stato
fresco. Il sesto d'impianto sarà di m. 1,50 x 1,50 per la varietà invernale,
mentre per quella estiva sarà sufficiente la distanza di m. 1 x 1. Le buche,
riempite di letame ben stagionato, ospiteranno i semi che saranno ricoperti da
quindici - venti centimetri di terriccio. Si può anche effettuare la semina in
semenzaio, utilizzando vasetti con terriccio su cui vengono posti due o tre
semi. Il trapianto si effettuerà quando le piante avranno tre o quattro foglie e
non ci sarà più pericolo di gelate.
Cure colturali: La pacciamatura, caratteristica delle colture in pieno campo,
si effettua con film plastico nero o paglia, allo scopo di combattere le piante
infestanti, mantenere l'umidità del terreno ed impedire ai frutti di stare a
contatto con la terra. Scerbature e zappettature, se non si usa la
pacciamatura, servono ad arieggiare il suolo.
Si può praticare la cimatura dei tralci laterali quando raggiungono una
lunghezza superiore ai cinquanta centimetri per favorire la formazione di
cacciate fruttifere.
Irrigazione: importante è quella che si effettuerà dopo il trapianto, mentre le
altre serviranno a tenere umido il terreno.
Raccolta: si esegue a scalare nell'arco di due mesi o più, quando i frutti
raggiungono dimensioni commerciali, di preferenza quando il frutto apicale
sta’ per aprirsi.
Avversità: tra i parassiti animali son temibili gli afidi quali causano
infestazione alle foglie facendole appassire. Tra le crittogame ricordiamo
l'oidio o mal bianco, che colpisce le parti verdi e determina macchie
biancastre sulla pagina inferiore delle foglie per cui queste ingialliscono e
seccano.
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SEMINA IN SEMENZAIO E SUCCESSIVO TRAPIANTO IN PIENA TERRA
NOME
SEMINA IN
SEMENZAIO
BASILICO
FEBBRAIO
CAVOLO
CAPPUCCIO
INDIVIA
PIENO
INVERNO
GENNAIOFEBBRAIO
Circa 10
LATTUGA
GENNAIO FEBBRAIO
6-8
GIORNI PER
GERMINAZIO
NE
12 - 15
6-8
MELANZANA FEBBRAIO
15 - 20
PEPERONE
15 - 20
FEBBRAIO
POMODORO FEBBRAIO
8 - 10
ZUCCA
FEBBRAIO
10 - 12
ZUCCHINA
FEBBRAIO
10 - 12
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QUANDO
TRAPIANTARE
Quando le piante hanno
emesso 4 - 5 foglie,
trapiantare nel terreno a
30 cm di distanza l’una
dall’altra.
Dopo l’emissione delle
prime due foglioline
Le piantine sono pronte
per il trapianto quando
hanno 5-6 foglie, e
vengono messe a
distanza di 20-30 cm
Circa 30-40 giorni dalla
semina. Quando hanno
5-6 foglie.
Quando non si rischiano
gelate
Tra metà maggio e
giugno a circa 50 cm di
distanza.
Dopo 40 – 60 giorni dalla
semina. Distanziare di
circa 50 cm
Dopo la metà di marzo o
comunque dopo 40
giorni. Distanza 100- 150
cm
Quando si hanno ¾
foglie e non si rischiano
gelate
SEMINA, TRAPIANTO O PIANTUMAZIONE IN PIENA TERRA
BASILICO
SEMINA, TRAPIANTO
O PIANTUMAZIONE
A FINE OTTOBRE O
FINE INVERNO
DA APRILE
BIETOLA DA
ORTO
CAROTA
DA FEBBRAIO A
GIUGNO
DA MARZO
CAVOLO
CAPPUCCIO
INSALATA IN
GENERE
NOME
AGLIO
DISTANZA TRA
LE PIANTE
15 cm circa
GIORNI PER
GERMINAZIONE
Spargere i semi in
modo omogeneo
12 - 15
RACCOLTA
Spargere i semi in
modo omogeneo
12 - 15
FINE INVERNO
(piantine)
DA MARZO -APRILE
20 cm. circa
-------------------
Quando gli steli sono
ben dissecati
In genere da maggio
a settembre
60 – 80 giorni dalla
semina
Dopo 4 mesi dalla
semina
Tarda primavera
Spargere i semi. dopo
la germinazione
diradare per ottenere
una distanza di circa
20 cm.
CIRCA 10 GIORNI
Almeno 60 giorni
MELANZANA
PEPERONE
APRILE-MAGGIO
MAGGIO-GIUGNO
50 cm.
--------
POMODORO
PREZZEMOLO
MARZO-APRILE
DA INIZIO PRIMAVERA
80cm
A sparso
SPINACIO
DA SETTEMBRE AD
APRILE
DA META’ MARZO
DA META’ MARZO
Spargere i semi in
modo omogeneo
1 m. circa
50 cm. O poco più
DA GIUGNO
DOPO IL TERZO
MESE
Quando sono rossi
A piacere. Non
recidere fino alla
base.
Dal 40° giorno dalla
semina
A fine estate
In base alle
dimensioni
ZUCCA
ZUCCHINA
8 - 12
80 cm
-----------------------15 – 30 Dipende
dalla temperatura
esterna
12 - 15
----------------------------------------------------
36