Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza
NOTA STAMPA
2 luglio 2014
LA PROGRAMMAZIONE ARTISTICA DELLA STAGIONE 2014/2015
DELLA FONDAZIONE TEATRO COMUNALE DI VICENZA
Danza
La programmazione - realizzata in collaborazione con Arteven - prevede sei spettacoli, di cui tre
in doppia data; un gala di danza classica chiuderà la sezione coreutica della stagione, spettacolo
di grande appeal e sicuro richiamo per il pubblico, protagonisti i solisti dell’Opera di Vienna. I
Luoghi del Contemporaneo-Danza, al Ridotto si confermano nel ruolo di “territorio d’innovazione”
e rassegna sperimentale a 360°, con tre nuovi interessanti appuntamenti oltre ai quattro in
abbonamento, spettacoli che rappresentano il risultato finale delle residenze di danza al Teatro
Comunale tenutesi nella passata stagione.
La sezione Danza del cartellone del Teatro Comunale - VicenzaDanza XIX edizione - si
caratterizza per la proposta eclettica, di sicuro valore artistico e forte connotazione, in grado di
portare sulla scena titoli importanti e un forte carisma nell’interpretazione del contemporaneo,
anche con rivisitazioni di balletti conosciutissimi, accanto al classico gala di danza, modello
eccellente per presentare estratti da balletti, pietre miliari nella storia della danza e
nell’evoluzione della coreografia. Gli spettacoli al Ridotto presentano invece un confronto
dialettico e artistico con gli autori e gli interpreti, con la proposizione di temi esistenziali e di
ricerca, rappresentati in modo emblematico, scarno eppur denso di significati, nelle
performances.
La Stagione di Danza inizia in dicembre con il nuovo lavoro di Mauro Bigonzetti, coreografo
italiano tra i più acclamati all’estero, “Alice” ispirato ad Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis
Carroll, una messa in scena ricca di situazioni oniriche, ispirate all’immaginazione ed alla libertà
senza limiti, rappresentate con classe dalla Gauthier Dance – Dance Company Theaterhaus
Stuttgart, compagnia tedesca fortemente vocata al contemporaneo, fiore all’occhiello della
produzione coreutica d’oltralpe, diretta dal coreografo canadese Eric Gauthier.
In gennaio il Balletto di Roma presenterà al pubblico “il lago dei cigni, ovvero il canto”,
coreografia e regia di Fabrizio Monteverde, titolo per eccellenza nel repertorio del grande balletto
classico, in cui si fondono con inimitabile fluidità il sofisticato arco drammaturgico della struggente
vicenda e la stupenda musica di Cajkovskij. Monteverde, altra gloria nazionale della coreografia,
si pone in modo del tutto originale di fronte al capolavoro, mettendo in relazione il balletto con la
novella di Cechov Il canto del cigno, riuscendo a trarne una versione sorprendentemente
moderna per l’introspezione del testo e dei personaggi, attraverso una geniale invenzione
coreografica. Lo spettacolo debutterà a Ferrara in novembre.
Ancora una doppia data per il terzo spettacolo in programma, a marzo, ancora un celebre titolo,
“Cenerentola” presentata dal Malandain Ballet Biarritz, raffinatissimo ensemble francese, già
conosciuto dal pubblico di VicenzaDanza, diretto dal coreografo Thierry Malandain, riconosciuto
per le sue eleganti rivisitazioni del repertorio classico. In un’ambientazione scarna e minimale,
sulla scena campeggiano una serie di scarpe da donna appese, lo spettacolo, che ha debuttato
nell’aprile scorso a Parigi, centra l’obiettivo di parlare del desiderio e della storia d’amore, così
come della colpa delle sorellastre, una fiaba in danza, rivisitata in chiave assolutamente
moderna, seppur accompagnata dalla sontuosa partitura musicale di Prokofiev.
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Sarà una novità molto gradita al pubblico, il quarto appuntamento in calendario ad aprile: la
Hofesh Shechter Company, compagnia residente nei migliori teatri inglesi (Brighton e Londra,
tra gli altri), diretta dal coreografo anglo-israeliano da cui prende il nome, con il nuovo spettacolo
“Sun”. Lo stile che ha consacrato Hofesh Schechter come uno dei nuovi fenomeni della
coreografia contemporanea, è particolarissimo, ricco di reminiscenze sia mediorientali che
nordeuropee, con movimenti spesso ritmici e primordiali, a volte densi di vigore, il tutto messo in
scena con musiche dai ritmi scatenati, spesso composte o reinterpretate dal coreografo stesso.
Il quinto spettacolo è in programma ad inizio maggio, si tratta di uno strepitoso “Ciak si gira”
presentato dai Pokemon Crew, scatenatissima band di danzatori hip-hop e di break-dance, con
la direzione artistica di Riyad Fghani, gruppo residente all’Opéra di Lione dal 2003. Nella nuova
produzione la band propone un omaggio ai film musicali “danzanti” hollywoodiani, e alla città che
li ospita, Lione, in cui proprio nel 1895 è nato il cinema con Sortie d'Usine dei Fratelli Lumière. Un
trionfo di energia, forza e innovazione in tutte le sfumature di questo stile particolarissimo, oramai
apprezzato in tutti i paesi e in contesti anche inusuali come i palcoscenici di danza più
tradizionali.
La fine della Stagione, in maggio, è affidata al fascino senza tempo della danza classica, con il
Gala con i Solisti dell’Opera di Vienna, direzione artistica di Manuel Legris, fuoriclasse del
balletto mondiale, nominato étoile dell’Opéra di Parigi direttamente da Rudolf Nureyev, sul palco
del Metropolitan di New York, giovanissimo. Una scelta accurata di brani di culto del repertorio
del balletto consentirà di apprezzare questa nuova generazione di artisti, interpreti rigorosi della
tradizione classica, che non rinunciano però alla sensibilità contemporanea. Sul palcoscenico di
VicenzaDanza XIX edizione proseguirà anche nella nuova Stagione, il Progetto Supporter, una
breve esibizione di giovani e giovanissime promesse della danza nazionale, segnalate da critici
ed esperti del settore, prima degli spettacoli ufficiali.
Sarà ampliata, come già detto, la rassegna sperimentale Luoghi del Contemporaneo-Danza
dedicata alla coreografia e alla danza di ricerca dei nuovi autori, rassegna che proporrà quattro
performances. In programma a gennaio “Kaze Monoke. Il vento e i petali di ciliegio”
presentata dalla Dacru Dance Company, coreografie di Marisa Ragazzo e Omid Ighanì,
spettacolo che porta in scena la raffinata contemplazione di un fenomeno naturale della
primavera giapponese.
In febbraio sarà la volta di “Pupilla” della Dancehaus Company nuovo tassello del Progetto
Ric.Ci. - Reconstruction Italian Contemporary Choreography, Anni ’80 - ‘90 - ideazione e
direzione artistica di Marinella Guatterini, performance sulle coreografie originali di Valeria Magli,
un’evocazione poetica del rapporto tra bambola, infanzia, erotismo.
In marzo sarà “Alcesti.O del suono dell’addio” presentato da C.ie Zerogrammi, coreografie di
Stefano Mazzotta, a prendere la scena per rappresentare con dieci danzatori lo struggimento del
monologo di una donna sospesa tra la vita e la morte.
In aprile chiuderà la rassegna del Ridotto “The unseen garden. Istante” degli Imperfect
Dancers, coreografie di Walter Matteini. Su musiche di Vivaldi e Bach quattro danzatori a
rappresentare quattro anime che si incontrano per tuffarsi nella memoria di momenti condivisi,
partecipazione e meditazione sulla fragilità del vivere.
Tre saranno invece le residenze realizzate al Teatro Comunale nella passata stagione, che sono
diventate spettacolo “definitivo”, quindi proposte al pubblico, naturalmente sul palcoscenico del
Ridotto.
Si tratta di “Sopra di me il diluvio” della Compagnia Enzo Cosimi (che dello spettacolo cura
regia, coreografia, scene e costumi); “VOR” coreografia di Tiziana Bolfe Brisachi, regia di Matteo
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Maffesanti, entrambi impegnati anche nel ruolo di interpreti; “Once upon a time – Trilogy” di
Francesca Foscarini e Sara Wiktowicz, anche loro creatrici e interpreti del lavoro di danza.
Prosa
La programmazione - realizzata in collaborazione con Arteven - prevede sei spettacoli in
abbonamento, tutti in doppia data, con un percorso che si snoda tra la presentazione di grandi
personaggi, grandi interpreti e storie di ordinaria umanità, messe in scena da attori molto
conosciuti dal pubblico: Giuseppe Battiston, Alessandro Gassmann, Marco Paolini, sono solo
alcuni dei nomi in cartellone.
Come novità della nuova Stagione, la realizzazione degli Incontri con l’Autore che si
svolgeranno nel Foyer del Teatro prima degli spettacoli, in modo assolutamente informale.
Prosegue naturalmente la programmazione della rassegna Luoghi del Contemporaneo-Prosa,
con cinque originali titoli in scena al Ridotto, per i quali la parola d’ordine è innovazione,
riflessione, humour: qui gli interpreti sono Filippo Timi, Beppe Severgnini, Claudio Santamaria e
Ambra Angiolini, solo per citarne alcuni.
La Stagione di Prosa inizia in dicembre con il nuovissimo “Falstaff” protagonista Giuseppe
Battiston, regia di Andrea De Rosa, dopo il debutto della commedia, previsto in ottobre al Teatro
Carignano di Torino. L’amore sfrontato per la vita, per le parole, per il motto di spirito del
vanaglorioso personaggio shakespeariano, fatto rivivere dal drammaturgo in più opere, visto il
successo, ha sempre affascinato i grandi talenti della scena di tutti i tempi, da Giuseppe Verdi a
Orson Welles, e così sarà la volta di Giuseppe Battiston, pronto a calarsi nei panni di questo
buffone, convinto che ci sia “qualcosa di inaspettato e imprevedibile da scoprire sotto la
maschera solo apparentemente tranquilla”.
In gennaio sarà la volta di una felice rivisitazione goldoniana, curata dal Teatro Franco Parenti,
con “Gli Innamorati”, regia di Andrée Ruth Shammah, drammaturgia di Vitaliano Trevisan: un
delicato equilibrio tra il sentimento d’amore e la paura d’amare, in una lettura di assoluta
leggerezza, nonostante l’impostazione meta-teatrale, grazie alla notevole prova di carattere degli
interpreti.
A febbraio ancora un grande personaggio shakespeariano, “Riccardo III” interpretato da
Alessandro Gassmann, nella traduzione e adattamento teatrale di Vitaliano Trevisan:
un’immersione nella tragedia assoluta con un linguaggio moderno, diretto ed efficace, a rendere
straordinariamente moderno il violento furore e la brama di potere di questo eroe combattuto e
tragico.
Ancora in febbraio un grande testo tragicomico di Gogol’ “L’ispettore generale”
nell’adattamento drammaturgico di Damiano Michieletto, una recente produzione del Teatro
Stabile del Veneto in collaborazione con lo Stabile dell’Umbria, per raccontare un’umanità gretta
e meschina, un contesto in cui sfera pubblica e sfera privata si mescolano e dove non ci sono
regole né leggi, e la violenza è costantemente in agguato, un’intramontabile caricatura delle
autorità locali e della burocrazia corrotta, caratteristiche ancor oggi connaturate all’esercizio del
potere politico.
La Stagione prosegue in marzo con un classico del Novecento prodotto dal Teatro dell’Elfo,
“Morte di un commesso viaggiatore”, testo di Arthur Miller, regia di Elio De Capitani che della
pièce è anche interprete nel ruolo di Willy Loman, Il lavoro è valso a De Capitani, storico regista
dell’Elfo, il Premio Hystrio 2014 per l'interpretazione e il Premio Internazionale Ennio Flaiano
2014 per la regia.
La chiusura di Stagione, in aprile, è affidata ad un mattatore del palcoscenico come Marco PaoliViale Mazzini, 39
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ni, che propone “Ballata di uomini e cani”, personalissimo tributo a Jack London, uno dei “padri
ispiratori” del suo immaginario fin da ragazzo. Lo spettacolo è proposto in forma di canzoniere
teatrale, con musiche e canzoni che svolgono una funzione narrativa.
La rassegna Luoghi del Contemporaneo-Prosa sarà in scena come di consueto negli spazi del
Ridotto e presenterà cinque titoli, completamente diversi per stile e temi affrontati, tutti di grande
interesse e attualità.
In novembre i Luoghi del Contemporaneo-Prosa alzano il sipario con la nuovissima produzione di
Filippo Timi, “Skianto” che del lavoro è regista e interprete. Irriverente e affabulatore come
sempre, Timi racconta, quasi in una fiaba, di un bambino disabile e della sua condizione di
prigioniero dei limiti, in dialetto umbro.
A dicembre sarà invece la volta del confronto tra generazioni con lo spettacolo del giornalista (e
scrittore) Beppe Severgnini “La vita è un viaggio”, regia di Francesco Brandi, pièce ispirata a
due dei libri di Severgnini, dedicati a questo tema e alla celebrazione del viaggio come strumento
di conoscenza e condivisione di nuove esperienze.
A febbraio sarà in scena il lavoro di un giovane autore tedesco, mai rappresentato prima, Phlipp
Loehle, regia di Giorgio Barberio Corsetti, interprete protagonista Claudio Santamaria.
“Gospodin”, il protagonista, è un antieroe tragicomico che si ribella alle logiche del capitalismo
trovando la libertà solo in prigione.
A marzo toccherà ad una protagonista femminile calcare le scene, Ambra Angiolini ne “La
misteriosa scomparsa di W”, una recente produzione del Teatro dell’Archivolto di Genova,
testo di Stefano Benni, regia di Giorgio Gallione. Nel one-woman-show la bravissima attrice, al
suo debutto in un monologo teatrale, ripercorre follemente e comicamente la sua vita, alla ricerca
del pezzo mancante W (il fidanzato, il nonno,il coniglietto …).
Anche la conclusione della rassegna vira al femminile con “Stasera ovulo” di Carlotta Clerici,
regia di Virginia Martini, interprete Antonella Questa (che per l’interpretazione in questo lavoro
ha ricevuto il Premio Calandra 2009), spettacolo dedicato all’epopea di una donna che cerca di
diventare madre.
Temi molto diversi, situazioni spesso paradossali, una carrellata di impegno civile e situazioni
personali, anche molto intime, saranno il filo conduttore della nuova edizione dei Luoghi del
Contemporaneo-Prosa.
Concertistica
La nuova stagione concertistica - realizzata in collaborazione con la Società del Quartetto - si
caratterizza per una nutrita proposta di serate monografiche dedicate a Bach, Händel, Mozart,
Beethoven, Mendelssohn e Chopin, ma anche per la presenza di numerosi ensemble, orchestre
e cori. Saranno oltre 300 i musicisti, di 25 diverse nazionalità, a calcare il palcoscenico del Teatro
Comunale.
Il concerto di apertura, che inaugura anche la Stagione 2014/2015 del Comunale, a fine ottobre,
è affidato all’Orchestra da Camera di Mantova, accompagnata da Alexander Lonquich nella
duplice veste di pianista e direttore. L’ensemble virgiliano proporrà due grandi Concerti per
pianoforte e orchestra di Beethoven e Šostakovič, Ouvertures beethoveniane e le Danze di
Galanta di Zoltán Kodály.
Concerti monografici sono quelli in programma all’inizio di novembre con il Quartetto Bennewitz
e Pietro De Maria (tutto-Mozart per archi e pianoforte), a fine novembre con l’Ensemble Alia
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Mens (Concerti a due-tre clavicembali e orchestra di Bach), a dicembre con la pianista Leonora
Armellini (Studi, Notturni e Polacche di Chopin), a gennaio con Lama-Guarino-Zadra (i Trii con
pianoforte di Beethoven), a marzo con Filippo Gamba impegnato nell’integrale delle 32 Sonate
beethoveniane e ad aprile con Accardo & Friends e i quartetti per archi di Mendelssohn.
A Natale e a Pasqua sono in cartellone due grandi eventi. A metà dicembre Frieder Bernius
dirigerà la Stuttgart Barockorchester nel Messiah di Händel, mentre a fine marzo lo Junges
Stuttgarter Bach Ensemble proporrà l’Oratorio di Pasqua e la Cantata per la Domenica delle
Palme di Bach. Nel segno dei giovani talenti sarà anche l’appuntamento di metà novembre,
quando si esibirà per la prima volta a Vicenza l’Accademia dell’Orchestra Mozart con la
direzione dell’oboista spagnolo Lucas Macias Navarro.
Gli “incroci musicali” fra Germania e Italia sono ricorrenti nella Stagione; così anche nel concerto
di inizio febbraio, che segna un interessante incontro di “fiati” fra i Solisti della Bayerischer
Rundfunk e quelli dell’ensemble vicentino Musagète.
Il cartellone della concertistica propone anche due “serate d’onore”: a metà marzo il Coro SAT di
Trento (una vera e propria istituzione, nell’ambito della coralità) rende omaggio ad Arturo
Benedetti Michelangeli – nel ventennale dalla scomparsa – proponendo i 19 canti popolari
armonizzati dal grande musicista bresciano appositamente per la formazione tridentina.
A metà aprile in scena “Ora o mai più”, serata in ricordo di Gianni Ferrio (1924-2013),
compositore e direttore d’orchestra vicentino, tra i protagonisti dell’epoca d’oro della musica
leggera italiana. Sul palco, la Jazz Vicenza Orchestra diretta da Ettore Martin con le voci di
Claudia Valtinoni e Bruno Conte.
Completano la ricca programmazione dei 15 concerti della Stagione due autentiche star
internazionali, come la pianista cinese Yuja Wang, che torna a Vicenza a grande richiesta, il 18
febbraio, e la russa Viktoria Mullova, probabilmente la migliore violinista donna del panorama
internazionale, a Vicenza il 26 gennaio in duo con la pianista Katia Labeque.
Sinfonica
La Stagione Sinfonica - realizzata in collaborazione con l’Orchestra del Teatro Olimpico fresca di restyling e cambi significativi alla Presidenza, nell’assetto organizzativo e nella direzione
musicale, presenta una programmazione con sei appuntamenti in cartellone, più il tradizionale
Concerto di fine anno fuori abbonamento.
Il nuovo volto della OTO sarà quello di un’orchestra “under 30” fra le cui fila troveranno posto
stabilmente, per periodi di due anni, 40 diplomati in strumenti ad arco e a fiato ai quali sarà offerto
un percorso di perfezionamento altamente formativo curato da prime parti e direttori di livello e
fama internazionali. Il nuovo progetto per la OTO ha una duplice finalità: presentare al pubblico
del Teatro Comunale di Vicenza una stagione sinfonica di alto livello qualitativo e nel contempo
offrire ai giovani orchestrali l’opportunità di perfezionarsi studiando e suonando fianco a fianco
con musicisti e direttori di grande esperienza.
Altra novità rilevante è il “ritiro artistico”. Orchestrali, prime parti e direttore saranno residenti tutti
insieme a Villa San Fermo a Lonigo dove, nei cinque giorni precedenti i concerti, metteranno a
punto i programmi con intense sessioni di studio e di approfondimento delle partiture: non solo
musica, ma anche momenti di convivialità per creare spirito di gruppo e di condivisione, elementi
altrettanto importanti per dare vita al “suono” di un’orchestra.
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Il programma della stagione sinfonica al Teatro Comunale, prevede sei concerti incentrati
prevalentemente sul grande repertorio classico e romantico.
Si inaugura ad inizio novembre con Enrico Bronzi nel doppio ruolo di direttore e violoncello
solista (in programma il Concerto per violoncello e orchestra op. 129 di Schumann e la Sinfonia
“La Piccola” di Schubert). A dicembre salirà sul podio della OTO Alexander Lonquich, alla sua
prima uscita pubblica nella veste di direttore principale dell’orchestra vicentina. In programma il
Concerto per pianoforte e orchestra n. 4 di Beethoven, la quarta Sinfonia di Schumann ed un
brano contemporaneo (in via di definizione).
A gennaio sarà ancora la bacchetta di Lonquich a guidare l’Orchestra del Teatro Olimpico in due
capolavori che hanno segnato altrettante epoche del sinfonismo: la “Jupiter” di Mozart (ultimo
sommo lavoro del genio di Salisburgo) e la Sinfonia “Sogni d’Inverno” di Cajkovskij, primo
riuscitissimo approccio del compositore russo in questo genere musicale.
A febbraio sarà la volta di Salvatore Accardo, leggenda del violino da molti anni impegnato
anche nella direzione della sua Orchestra da Camera Italiana. Accompagnato da Estrio (Laura
Gorna violino, Cecilia Radic violoncello, Laura Manzini pianoforte), Accardo dirigerà la OTO nel
Triplo Concerto di Beethoven, un “grande concerto concertante” per tre strumenti solisti.
Completa il programma il Concerto per violino e orchestra K 216 di Mozart, con Accardo ed il suo
inseparabile “Guarneri del Gesù” impegnati nella parte solistica.
Sarà ancora Mozart ad aprire l’appuntamento di marzo (Andante per flauto e orchestra K 315 e
Concerto per flauto e orchestra K 313), concerto che sarà concluso dalla soave Serenata n. 1 di
Brahms. Ospite d’onore della serata – in veste di solista e direttore – Giampaolo Pretto, primo
Flauto dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI riconosciuto come uno dei migliori fiati italiani
dell’attuale panorama internazionale.
L’ultimo appuntamento della stagione è in programma ad aprile con Lonquich al pianoforte (nel
Concerto n. 2 di Chopin) e la prestigiosa bacchetta di Umberto Benedetti Michelangeli che
dirige la OTO nel “Tombeau de Couperin” di Ravel e nella Sinfonia n. 40 di Mozart.
Un discorso a parte merita il tradizionale concerto del 31 dicembre, fuori abbonamento, con il
quale l’Orchestra del Teatro Olimpico festeggerà in musica l’arrivo del nuovo anno. Sarà
l’ottantaseienne Leon Spierer, per trent’anni “spalla” dei Berliner Philharmoniker sotto l’era-von
Karajan e l’era-Abbado, a dirigere la OTO in uno scoppiettante programma che comprende arie
d’opera e operetta (sul palco il soprano elvetico Regula Mühlemann), l’esuberante Sinfonia n. 5
di Schubert, celebri ouvertures, “evergreen” come il “Valzer dei fiori” di Cajkovskij e “Wiener Blut”
di Strauss Junior, senza contare gli immancabili bis festaioli a sorpresa, con il coinvolgimento del
pubblico.
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