Anniversari 4

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Anniversari 4 - 10 novembre
4 novembre
La mattina del 4 novembre 1918 i cacciatorpediniere
Stocco,
Sirtori, Acerbi e Orsini
salpano da Venezia
assieme alla corazzata
Emanuele Filiberto, nave di bandiera dell’amm. Rainer che comanda
l’operazione,
per prendere possesso
di Fiume.
Durante la Navigazione
l’Acerbi e l’Orsini vengono distaccate per l’occupazione di Abbazia e Lussino
mentre le altre tre unità arrivano nel primo pomeriggio a Fiume accolte con
favore dalla popolazione.
L’occupazione sarà inizialmente solo formale, ossia senza sbarchi di truppe,
in quanto il patto di Londra aveva assegnato la città alla Croazia e non
all’Italia e solo il 17 novembre, con l’arrivo di altre navi e truppe imbarcate,
l’occupazione diventerà effettiva.
Nella foto la R.N. Stocco a Fiume il 4 novembre 1918.
5 novembre
Il 5 novembre 1828
viene varata a Genova, presso il Cantiere
della Foce, la R. Corvetta Euridice.
Originariamente classificata come fregata
a vela, per dimensioni
ed equipaggiamento,
aveva scafo in legno
con carena rivestita in
piastre di rame rivettate e un armamento
velico a nave, ossia
tre alberi a vele quadre più bompresso. Non è mai stata motorizzata.
Il suo primo incarico, nel maggio del 1829, sarà di rappresentanza, per portare a Napoli Re Carlo Felice e la Regina Maria Cristina, figlia del Re delle Due
Sicilie Ferdinando I di Borbone. Fra le sue attività principali ricordo:
l’invio a Tunisi nel 1830 per un’azione di dissuasione contro il Bey che appoggiava le azioni di pirateria nel Mediterraneo;
il viaggio in Sud America (1836-38) per rappresentanza ed in difesa delle colonie liguri;
il viaggio nel Baltico nel 1840;
la stazione in Sud America dal 1842 al 1844;
il trasporto truppe a Venezia nel 1848 con il blocco di Trieste e la difesa del
naviglio nazionale tra Ancona e Venezia;
il viaggio a Londra del 1853 per il trasporto dell’equipaggio della R.N. Carlo
Alberto in allestimento a Newcastle;
i viaggi nel Mar Nero nel 1855 per trasporto materiali per le truppe in Crimea
ed il recupero delle truppe sarde nel 1856 a Balalaklava.
Incorporata nel 1861 nella Regia Marina Italiana come corvetta di I° rango a
vela, sarà adibita, in considerazione dell’età, a nave scuola con campagne di
istruzione nel Mediterraneo ed in Atlantico fino all’agosto 1867.
Passerà in disarmo nell’ottobre del 1867 e sarà radiata nel maggio del 1869.
Nella foto l’Euridice alla fonda a Napoli nel 1867.
6 novembre
Il 6 novembre 1881 viene inaugurata l’Accademia Navale di Livorno.
Da “La Regia Accademia Navale – 1881-1931” Tipografia della Regia Accademia Navale:
“Il 1° ottobre 1881 avevano avuto inizio a Livorno gli esami per l’ammissione
al nuovo corso preparatorio dell’Accademia Navale. Al concorso, bandito per
40 posti, si presentarono 135 concorrenti e per effetto della visita medica, di
rinunce spontanee e delle riprovazioni agli esami, ne furono ammessi soltanto 37. I vincitori del concorso, insieme agli allievi delle prime tre classi della
Divisione di Napoli della cessata Scuola di Marina, dovevano formare il primo
nucleo dei corsi normali della R. Accademia Navale.
Il 6 novembre 1881 ebbe luogo l’inaugurazione della nuova Scuola Navale,
alla cui istituzione e preparazione, avevano concorso gli sforzi di tante menti
elette e tanto fervore di studi.
Fu giornata grigia autunnale, ma
nell’anima della maggior parte
dei presenti era la gioia di vedere
raggiunto lo scopo per un ventennio perseguito, la speranza di
giungere, attraverso l’unione spirituale delle nuove generazioni di
allievi e l’unità di indirizzo scolastico, al rinnovamento della Marina.
La vigilia di questo giorno, nelle
ore antimeridiane, era avvenuta
la presentazione in Accademia degli allievi della cessata Scuola di Marina,
con quelli nuovi ammessi. Fra i vecchi e i nuovi allievi si erano stabilite subito
buone relazioni di cameratismo, senza l’ombra del tanto temuto spivettamento. Oggi una preoccupazione del genere può forse farci sorridere, ma per il
passato aveva assunto atteggiamenti e manifestazioni tali, da parte degli al-
lievi anziani verso i nuovi ammessi, pivetti, da richiamare seriamente
l’attenzione dell’autorità superiore per farli cessare. Era qualche cosa di analogo a ciò che avviene anche oggi nelle nostre Università, fra studenti anziani
e matricole; senonché il sistema, portato all’estremo limite ed usato su giovanetti, aveva assunto un carattere di soperchieria in aperto contrasto con la
generosità e serietà che dovevano informare lo spirito militare. Quindi, anche
la cessazione dello spivettamento aveva un valore educativo e concorreva a
formare l’orientamento della nuova Scuola.
Inoltre, il nuovo ordinamento equiparava gerarchicamente gli allievi, tranne gli
allievi graduati, a marinai di 3a classe e anche questa fu provvida disposizione perché l’equiparazione gerarchica a capo di 1a classe, massimo grado
della gerarchia dei sottufficiali, stabilita dall’ordinamento della cessata Scuola
di Marina, dava luogo a non poche incompatibilità disciplinari con i sottufficiali, addetti al governo degli allievi, che potevano avere anche grado inferiore a
quello degli allievi posti sotto la loro sorveglianza.
Lo stesso giorno, 6 novembre, dal comandante in 2a della Scuola Napoleone
Canevaro fu comunicata la nuova equiparazione gerarchica a tutti gli allievi
spiegandone loro la ragione e il contenuto morale e affermando la necessità
della precisa osservanza agli obblighi della nuova disposizione.
Il discorso del comandante Canevaro, dice chi fu allora presente, pronunciato
con voce ferma, per quanto in tono paterno, fece non poca impressione, specialmente sugli allievi anziani.
Trovavasi nelle acque di Livorno la R. Fregata Vittorio Emanuele, reduce dalla campagna d’istruzione degli allievi della Scuola di Marina di Napoli i quali,
in una sosta alla Maddalena, avevano avuto la ventura di sentire la parola di
Giuseppe Garibaldi, che evocando le nostre glorie marinare passate, aveva
incitato a rinnovarle per la maggiore grandezza d’Italia. Inviati gli allievi in licenza, la nave era stata trattenuta per rendere gli onori durante la funzione
inaugurale dell’Accademia.
Il 6 novembre la città di Livorno attendeva imbandierata l’arrivo degli ospiti
che dovevano assistere all’inaugurazione e nel ricordo delle antiche tradizioni
marinare, gioiva anch’essa di vedersi prescelta a sede di un Istituto in cui dovevano educarsi gli ufficiali di una più
grande Marina.
Doveva presiedere alla cerimonia S.A.R. il
Duca di Genova. Egli giunse da La Spezia
nelle prime ore del mattino, accompagnato
dal Suo primo Aiutante di Campo, capitano di vascello Lovera di Maria. Alle 8,30
S.A.R. si recò al Cantiere Orlando, ove visitò minutamente le navi che vi erano in
costruzione, e cioè la corazzata Lepanto,
una torpediniera di 1a classe e il piroscafo
Birmania, il cui varo, avvenuto poco dopo,
doveva servire per determinare una serie
di elementi utili per il varo della Lepanto,
che si presentava di ben più difficile esecuzione.
Intanto grande animazione era per la città
e bande musicali ne percorrevano le vie
principali al suono di inni patriottici. Alle
ore 11 furono aperte le sale del parlatorio,
ove si riunirono le più alte autorità cittadine, civili e militari, il Corpo Consolare al completo e gli invitati, in grandissima
parte rappresentati dalle famiglie degli allievi. Erano presenti anche una rappresentanza del Senato, della Camera dei Deputati, nonché della Giunta e
del Consiglio Provinciale e Comunale di Livorno.
Alle 12 precise, accolto con una salva di 21 colpi, mentre la Vittorio Emanuele
e il brigantino dell’Istituto alzavano la gran gala di bandiere, giunse S.A.R. il
Duca di Genova, accompagnato dall’ammiraglio Andrea Del Santo, comandante dell’Accademia, e dal comandante Lovera di Maria. Fu ricevuto dal
comandante in 2a Napoleone Canevaro, con tutto lo Stato Maggiore
dell’Istituto e da tutte le autorità.
Ultimate le presentazioni, S.A.R. seguito dallo
Stato Maggiore e dalle autorità, si recò nella
sala del refettorio, allora la più grande del fabbricato, addobbata, con bandiere, festoni di
fiori e fasci d’armi alle dieci colonne. Su di un
palco, in alto, dominava lo stendardo reale e
sotto l’aquila dello stendardo una colonna di
porfido sosteneva il busto di re Umberto, donato alla nuova Accademia.
L’ammiraglio Del Santo, chiesta licenza al
Principe, con voce ferma e vibrante, pronunciò
il discorso inaugurale.
Egli, riconoscendo come di lieto augurio, per
l’apertura dell’Accademia, la presenza di
S.A.R. il Duca di Genova e di tutte le Autorità,
ricordate le glorie antiche dell’Italia sul mare,
inneggiato ai progressi della nautica e della
tecnica, si disse sicuro che nei giovani allievi non avrebbero fatto difetto né il
valore, né lo slancio, quando fossero chiamati a darne prova, ma queste qualità dovevano essere accompagnate da forte e retto sentire e da studi profondi e continuati. Indi così concludeva:
“E qui, nella colta Toscana, nella simpatica Livorno, non potrebbe essere
luogo più acconcio per la nuova sede della giovane Marina Italiana, poiché ne devono essere prive le patrie dei Dandolo, dei Doria e dei Loria.
Qui deliziosa postura, agevolezza di comunicazioni, quasi equidistanza
fra i limiti orientali ed occidentali della nostra cerchia alpina; le diramazioni calano dall’Appennino e fronteggiano le numerose nostre isole.
Qui antichità di tradizioni marinaresche parlanti dai ruderi o dai nomi delle città etrusche, dalle ruinate torri dell’antico Porto Pisano, d’onde salpavano i forti vincitori dei Saraceni, i padroni del commercio egiziano; qui
vive, nei monumenti e nella memoria degli abitanti, il ricordo di quei prodi
Cavalieri di Santo Stefano, che tante volte trassero prigioni a centinaia i
pirati africani, e dai trofei appesi al tempio votivo ci parlano ancora dei loro trionfi; qui aleggia lo spirito indomabile del mio compagno di classe,
amico carissimo, Alfredo Cappellini.
Né temo che le giovani menti siano turbate alla vista della Meloria: ivi eruppe la fortuna di Genova, ivi giacque la fortuna di Pisa. Contemplando
quelle secche due volte infauste all’Italia, meditando sulle amare conseguenze delle discordie fraterne, qui convenuti da ogni provincia del Bel
Paese, i nostri allievi impareranno a fare più salda e tenace quella concordia che, sotto gli auspici di una gloriosa Dinastia, ha fatto indissolubilmente di tutta la famiglia italiana una sola famiglia”.
Prese poscia la parola il funzionante Sindaco di Livorno Avv. Olindo Fernandez (che fu in seguito il primo professore di Diritto Internazionale Marittimo
dell’Istituto), per esprimere la gioia della città prescelta ad ospitare la nuova
Accademia. Rispose l’ammiraglio ringraziando, e finiti i discorsi, fu data lettura del processo verbale dell’inaugurazione, sottoscritto poi dai principali intervenuti. La cerimonia ebbe termine con la rivista passata agli allievi e ad una
mezza compagnia d’onore della Vittorio Emanuele da S.A.R. il Duca di Genova, ed infine con la visita ai locali.
Alla sera S.A.R. tornò a La Spezia e l’indomani la Vittorio Emanuele lasciò le
acque di Livorno per recarsi a Napoli.
Il Consiglio Comunale di Livorno, fino dal 3 novembre, nella seduta consiliare,
esultando per il fausto avvenimento pieno di lieti auspici per l’avvenire della
R. Marina italiana, educata ormai con unità di studi e propositi al suo nobile
fine, aveva deliberato che del memorabile giorno e della comune esultanza,
si facesse ricordo scritto con la maggiore solennità.
La formula di questa deliberazione era contenuta in una bella pergamena che
poi il 12 marzo 1882 il Sindaco di Livorno consegnò all’ammiraglio Del Santo.
Tre giorni dopo l’inaugurazione, il 9 novembre, anche la Deputazione Provinciale della città esprimeva la propria soddisfazione per il solenne avvenimento, ed inviava un saluto alla nascente Accademia, accompagnandolo con i
migliori auguri di prosperità e di gloria”.
7 novembre
Il 7 novembre 1901 viene varata a Castellammare di Stabia la nave da battaglia Benedetto Brin.
Dal progetto iniziale dello
stesso Brin, il gen. Micheli
aveva curato il progetto definitivo dell’unità, che si dimostrerà eccellente per velocità,
alta protezione, ottime qualità
marine e confortevole sistemazione dell’equipaggio.
Entrerà in servizio il 1° aprile 1906 e durante la guerra italo-turca sarà impiegata nello sbarco a Tripoli e in operazioni nell’Egeo.
La nave affonderà il 27 settembre 1915 nel porto di Brindisi per un’esplosione
nei depositi munizioni sembra dovuta a sabotaggio nemico. Nel disastro perirono 454 uomini dell’equipaggio, tra cui il contrammiraglio Ernesto Rubin de
Cervin, comandante la terza divisione navale e la seconda squadra, ed il comandante della nave capitano di vascello Gino Fara Forni di Pettenasco.
8 novembre
L’8 novembre 1941 entra in
servizio il sommergibile di piccola crociera Asteria.
Unità della classe Platino, costruita nel cantiere CRDA di
Monfalcone, sarà impiegata
durante la seconda guerra
mondiale nel Mediterraneo ove
compirà 9 missioni offensivoesplorative e 8 di trasferimento
per totali 10.842 miglia di navigazione in superficie e 1.370 in
immersione.
Sarà affondato in combattimento il 17 febbraio 1943 al largo di Bougie (Algeria) da due caccia inglesi con gravi perdite nell’equipaggio.
9 novembre
Dopo la costituzione della repubblica italiana, con decreto del capo dello stato Enrico de Nicola, il
9 novembre 1947 venne istituita
la nuova bandiera navale. Lo
stemma Sabaudo, che appariva
nella sezione bianca della bandiera, venne così sostituito da quello
attuale.
Sul decreto, pubblicato dalla
Gazzetta Ufficiale il 29 novembre
1947, all’art. 1 è scritto che la bandiera navale della Marina Militare “è costituita dal Tricolore italiano, caricato, al centro della banda bianca,
dall’emblema araldico della Marina militare, rappresentante in quattro parti gli
stemmi delle Repubbliche marinare (Venezia, Pisa, Genova, Amalfi), e sormontata da una corona turrita e rostrata”.
Il 30 novembre 1947 la nuova bandiera fu issata sulle navi militari e nei distaccamenti della Marina.
Lo stemma araldico era stato proposto dall’amm. Cavagnari e concesso con
regio decreto nell’aprile del 1941. A causa della guerra e dell’armistizio del
’43 il discorso era stato provvisoriamente accantonato e solo alla fine del
1947 il presidente Enrico de Nicola istituisce la “Bandiera navale” della Marina Militare della Repubblica Italiana.
Lo stemma che appare nella bandiera è composto da uno scudo diviso in
quattro riquadri che rappresentano le quattro repubbliche marinare e sono
così descritti in linguaggio araldico:
“… nel 1° di rosso, al leon d’oro, alato e nimbato dello stesso, con
la testa di fronte, ritto, tenente sotto la zampa sinistra il libro del
Vangelo di S. Marco, mentre la destra regge un gladio (Repubblica di Venezia); nel 2° d’argento alla croce di rosso (Repubblica di
Genova); nel 3° d’azzurro alla croce d’argento, di otto punte, patente (Repubblica di Amalfi); nel 4° di rosso alla croce d’argento,
patente e ritrinciata, con tre pomelli dello stesso, disgiunti dalle estremità dei
bracci (Repubblica di Pisa)” … “Lo scudo, che è orlato in filetto da un cavo
torticcio d’oro, è sormontato da una corona turrita e rostrata. La corona è munita di due ancore romane (una visibile), sostenente quattro torri (tre visibili),
merlate alla guelfa di tre, il tutto d’oro”.
La corona turrita e rostrata è l’emblema di valore ed onore che il Senato romano dava ai conquistatori di terre e città oltremare e ai reduci di imprese
navali. I rostri ricordano la vittoria contro Cartagine avvenuta grazie a Caio
Duilio, il generale delle Legioni di Marina Romane. Lo scudo, con la forma
sannitica, è contornato per unire simbolicamente le quattro repubbliche marinare. E’ bordato con un cavo torticcio, che ricorda l’architettura veneta.
10 novembre
Il 10 novembre 1929 viene varato, nel cantiere Quarnaro di Fiume, il cacciatorpediniere Antonio
Pigafetta.
Sarà l’ultima unità della classe
Navigatori ad entrare in servizio
(1931), operando nel mediterraneo come capo squadriglia esploratori. Nel 1935 sarà di stanza a Leo, nel Dodecaneso e sarà
impiegato, durante la guerra civile spagnola (1937-38) in attività di appoggio a sud della Spagna.
Nel secondo conflitto mondiale svolgerà dapprima attività di scorta alle unità
di squadra e posa di sbarramenti minati offensivi e difensivi; successivamente
sarà impiegato essenzialmente nella scorta dei convogli per la Grecia e
l’Africa settentrionale e per il trasporto truppe e materiali, per un totale di 213
missioni percorrendo 70.675 miglia in 4.175 ore di moto.
Al momento dell’armistizio si troverà a Fiume per lavori di manutenzione. Non
potendo muoversi sarà sabotato dal proprio equipaggio che rimuoverà la
maggior parte delle apparecchiature imbarcandole su un mercantile che sarà
affondato in acque profonde. L’unità sarà però recuperata dai tedeschi e rimessa in efficienza, rientrando in servizio nel 1944 nella 9^ squadriglia Torpedoboote Ausland con la sigla TA 44. Dopo qualche mese di attività bellica
in alto Adriatico, sarà affondato nel febbraio del 1945 nel porto di Trieste durante un bombardamento aereo alleato.
Per saperne di più:
Occupazione di Fiume
http://it.wikipedia.org/wiki/Francesco_Stocco_(cacciatorpediniere)
http://www.leganazionale.it/index.php?option=com_content&view=article&id=
389:90d-anniversario-dellimpresa-di-fiume-di-dannunzio-e-i-suoilegionari&catid=66:sezione-di-fiume&Itemid=157
R. Corvetta “Euridice”
http://it.wikipedia.org/wiki/Euridice_(corvetta)
http://www.agenziabozzo.it/navi_da_guerra/C-Navi%20da%20Guerra/C1246_RN_EURIDICE_1828_corvetta_della_Marina_Sarda_alla_boa_porto_N
apoli_1867.htm
Istituzione dell’Accademia Navale
http://it.wikipedia.org/wiki/Accademia_navale
http://www.marina.difesa.it/formazione/istituti/accademia_navale/Pagine/acca
demianavale.aspx
R.N. “Benedetto Brin”
http://it.wikipedia.org/wiki/Benedetto_Brin_(nave_da_battaglia)
http://www.agenziabozzo.it/navi_da_guerra/c-navi%20da%20guerra/C0009_RN_BENEDETTO_BRIN_1901_corazzata_da_battaglia_Consegna_Ba
ndiera.htm
Sommergibile “Asteria”
http://it.wikipedia.org/wiki/Asteria_(sommergibile)
http://www.xmasgrupsom.com/Sommergibili/Asteria.html
Istituzione della bandiera navale
http://www.edizionieuropee.it/data/html/1/zn13_01_005.html
http://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=36005
http://it.wikipedia.org/wiki/Marina_Militare
R.N. “Pigafetta”
http://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Pigafetta_(cacciatorpediniere)
http://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=31819
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