DELLE
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n°10. 6 giugno 2011
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AstaLte
«O più soldi o frequenze nazionali»
Rossignoli (Aeranti Corallo): pronti a dare battaglia sia in sede italiana che europea
matteobuffolo
Una faccenda intricata, con tre
attori principali e diversi comprimari.
È così che, a oggi, si presenta l’asta
per l’assegnazione delle frequenze
61-69: da un lato ci sono le telco che
dovrebbero comprarle per potenziare
la banda mobile; dall’altro il Governo,
che punta ad incassare 2,4 miliardi;
in mezzo, centinaia di tv locali che
le utilizzano ora e non sono disposte
a liberarle a fronte di un indennizzo
pari al 10% dell’incasso che ritengono
troppo basso. Proprio una buona parte
di queste emittenti si è ritrovata, nei
giorni scorsi, a Roma, per il Tv Forum
di Aeranti Corallo, una delle due associazioni che riunisce le tv private. “La
questione va affrontata in termini diversi”, attacca il coordinatore, Marco
Rossignoli secondo cui quell’indennizzo è “irrisorio”. “È incomprensibile e inaccettabile - spiega ancora al
Corriere delle Comunicazioni - che
tutte le frequenze vengano tolte alle
tv locali, soprattutto in un momento in
à
Governo
Spettro occupato?
Ma quelle frequenze
ci sono state assegnate
dal ministero
cui, con il beauty contest, ai nazionali
ne verranno assegnate di nuove”.
Quali sono i punti chiave per le
tv locali?
L’idea di togliere 9 frequenze alle tv locali è incomprensibile: se si è
deciso che le frequenze vengano sottratte alle televisioni, la cosa non può
riguardare solo le emittenti locali, ma
deve riguardare tutte. Normativamente è stato stabilito che un terzo delle
frequenze debba andare alle tv locali:
a nostro parere sarebbe corretto che
anche quando queste vengono ridotte, a loro se ne tolga un terzo e non
il cento per cento. Questo è ancora
più inaccettabile perché avviene in un
momento in cui, attraverso il beauty
contest, verranno assegnate sei frequenze agli operatori nazionali e una
parte di queste potrà essere assegnata a
chi ha già altre frequenze. Questi sono
i punti su cui, quando si andranno a
prendere provvedimenti concreti, si
creerà un ampio contenzioso: noi siamo determinati a far valere le ragioni
delle tv locali, sia in sede italiana che
in sede europea.
In cambio delle frequenze da assegnare alle telco, vi è stato proposto
un indennizzo.
Che sarà, al massimo, di 240 milioni, ovvero pari al 10% dell’incasso
massimo previsto per l’asta. Se invece di vendere queste frequenze a 2,4
miliardi la vendita totalizzasse, per
esempio, 1 miliardo e mezzo, l’indennizzo sarebbe di 150 milioni. È
un fondo irrisorio, perché non sarebbe idoneo neppure per recuperare gli
investimenti fatti dagli operatori per
ministero. Quella che si è creata è una
situazione che mette in grave difficoltà entrambi, anche perché noi queste
frequenze le stiamo occupando tutte e
ci sono addirittura alcune regioni dove
ne servirebbe qualcuna in più, perché
le assegnazioni sono state effettuate
con una logica molto compressa.
Eppure anche dalla Ue sono arrivate indicazioni volte a riservare
quelle frequenze alla banda larga
mobile invece che al broadcasting.
È vero che a oggi ci sono indicazioni di tipo europeo, ma non è che
ci siano dei vincoli. Il
Governo potrebbe asmarco
rossignoli
segnare le frequenze
Presidente di
61-69 alle televisioni.
Aeranti Corallo
Se poi in futuro ci saranno degli obblighi,
non lo so.
Quindi per Aeranti Corallo quale
sarebbe la strada da seguire?
Da un lato la necessità di stanziare
indennizzi idonei ai valori di mercato delle frequenze che dovrebbero
il passaggio al digitale.
Di certo il fatto che le frequenze essere dismesse, dall’altro sarebbe
siano occupate non aiuta l’asta e
dalle telco sono arrivati dei segnali
à
di preoccupazione in questo senso.
Gli operatori di Tlc non possono
certo prendersela con le tv locali: il Indennizzo
problema è come stata gestita la questione. Le emittenti operano su quelle
frequenze con dei titoli stabiliti dal
il caso
Francia, Sarkozy e l’affaire Cnn
C
reato il 27 aprile scorso per volere di Nicolas
Sarkozy, il Consiglio nazionale del digitale
(Cnn-Conseil nationale du numerique) è già oggetto
di critiche aspre. L’idea era creare un organismo per
agevolare il dialogo tra istituzioni e operatori. Ma
Sarkozy non ha resistito alla tentazione di allungare
le sue mani sul Cnn scegliendo personalmente gli
uomini al vertice dell’Ente e riducendo così il loro
margine di manovra. In aggiunta ha stabilito che il
Consiglio non potrà occuparsi sistematicamente
di tutte le questioni digitali, ma si deciderà caso
per caso. Il presidente ha anche deciso che al Cnn
possono sedere solo rappresentanti dell’industria
Internet. Le associazioni di consumatori sono dunque rimaste a bocca asciutta.
I membri rimarranno in carica per due anni
e il loro mandato non potrà essere rinnovato. Il
Consiglio è composto di tre commissioni, ciascuna “sorvegliata” da un vice-presidente. La prima
si occuperà della crescita di Internet, la seconda
dell’accesso e la terza delle libertà sul Web. Le
commissioni sono state incaricate di studiare tre
dossier a cominciare da quello sulla legge Hadopi adottata nel maggio 2009 e censurata un mese
dopo dalla Corte Costituzionale. Una legge il cui
obiettivo è di vigilare sui diritti degli autori sul Web
e di lottare contro il download illegale. Sarkozy
si è già coperto il capo di cenere ammettendo che
questa legge è forse troppo rigorosa e dovrebbe
essere modificata.
L’altro tema di riflessione - il diritto all’oblio e
la protezione dei dati personali degli utenti - è già
stato discusso dai poteri pubblici a livello nazionale
ed europeo. Per gli oppositori del Cnn, un ulteriore
approfondimento sarebbe inutile. Sul tavolo dei
consiglieri, rimane solamente la questione delle
libertà sul Web. I francesi ritengono che il destino
del Consiglio sia segnato e che verrà dissolto con
la scadenza naturale del mandato dei consiglieri.
Ariel F. Dumont
L’incentivo ipotizzato
non è adeguato
al valore del bene
che va dismesso
necessario, allo stesso tempo, recuperare alcune frequenze dal sistema tv
e assegnarle alle emittenti locali. Non
mi pare che in questo senso abbiamo
ricevuto grandi aperture da parte del
ministro Romani (Paolo, titolare dello
Sviluppo economico, ndr), che si è
limitato a dire che se la gara comporterà un incasso maggiore, l’indennizzo
potrebbe essere rivisto al rialzo.
Concretamente, quali sono le vostre richieste?
Se nella sottrazione delle frequenze
si mantenesse ferma la proporzione
1/3-2/3 fra tv locali e nazionali che si
è usata per l’assegnazione e al tempo
stesso si tenesse anche l’indennizzo
previsto, per noi potrebbe essere una
soluzione, perché le tv da risarcire
sarebbero meno e quindi la somma
potrebbe bastare.