xx giochi olimpici invernali

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XX GIOCHI OLIMPICI
INVERNALI
AGENZIA TORINO 2006
Sotto l’Alta Vigilanza della
Presidenza del Consiglio dei Ministri
.
VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA- GRUGLIASCO
.
LOCALIZZAZIONE
ITALIA
REGIONE PIEMONTE
PROVINCIA DI TORINO
COMUNE DI GRUGLIASCO
PROGETTO DEFINITIVO
OGGETTO DELL’ELABORATO
RELAZIONE DESCRITTIVA DEL PROGETTO DEFINITIVO
CODICE GENERALE ELABORATO
CODICE OPERA
LOTTO
SETTORE
LIVELLO PROGETTO
AREA PROGETTAZIONE
TIPO DOCUMENTO
N° ELABORATO
VERSIONE
V04
0
-
D
A
CC
001
1
IDENTIFICAZIONE FILE
versione
1
: V04_0_-_D_A_DC_001_1
data
30/06/03
Oggetto
I° emissione
CONCESSIONARIO
Redatto
Verificato
TIMBRI – FIRME
DATI PROGETTISTI
FIRMA
RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO
Ing. Marco Operto
Questo elaborato è di proprietà della Agenzia Torino 2006 qualsiasi divulgazione o riproduzione anche parziale, deve essere espressamente autorizzata
Agenzia per lo svolgimento dei XX Giochi Olimpici Invernali “Torino 2006”
Galleria S. Federico , 16 - 10121 Torino - Tel 011 5221212 - Fax 011 5221213 - Cod Fisc 97607280019
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
INDICE
LEGITTIMAZIONE DELL’INSERIMENTO URBANISTICO E DEL PIANO INSEDIATIVO------------------- 4
NOTE STORICHE ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------18
CENNI STORICI SU GRUGLIASCO ---------------------------------------------------------------------------------------18
LETTURA DEL TERRITORIO DI GRUGLIASCO ---------------------------------------------------------------------21
LA VILLA. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------23
LA FORMAZIONE DEL COMPLESSO.--------------------------------------------------------------------------------------25
IL PROGETTO ARCHITETTONICO. -----------------------------------------------------------------------------------------30
VINCOLO EX LEGE 1089/39 E INDIRIZZI PROGETTUALI.-------------------------------------------------------30
CRITERI E LINEE GUIDA DEL PROGETTO DEFINITIVO.--------------------------------------------------------37
DESCRIZIONE DEL PROGETTO DEFINITIVO ------------------------------------------------------------------------41
LA SCELTA DEI MATERIALI. ---------------------------------------------------------------------------------------------47
INDIRIZZI ADOTTATI PER LA REDAZIONE DEL PROGETTO DEFINITIVO.---------------------------------48
INDIRIZZI GENERALI. -------------------------------------------------------------------------------------------------------48
Il modello insediativo.-----------------------------------------------------------------------------------------------------------49
Il tipo distributivo.----------------------------------------------------------------------------------------------------------------49
L'aspetto quantitativo.-----------------------------------------------------------------------------------------------------------50
L'aspetto funzionale.-------------------------------------------------------------------------------------------------------------52
La quantificazione degli spazi funzionali.-----------------------------------------------------------------------------------53
INDIRIZZI ARCHITETTONICI E FIGURATIVI.-----------------------------------------------------------------------56
INDIRIZZI IN RELAZIONE ALLE ESIGENZE MANUTENTIVE.-------------------------------------------------56
ASPETTI NORMATIVI -----------------------------------------------------------------------------------------------------------58
RELAZIONE CIRCA LE CARATTERISTICHE E LE MISURE DI PREVENZIONE INCENDI----------------64
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
Accessibilità all’area-------------------------------------------------------------------------------------------------------------64
Compartimentazione-------------------------------------------------------------------------------------------------------------65
Misure per l’evacquazione in caso di emergenza --------------------------------------------------------------------------65
Corpi Scala-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------66
Autorimessa -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------66
RELAZIONE AI SENSI DELLA NORMATIVA PER L’ELIMINAZIONE DELLE BARRIERE
ARCHITETTONICHE: L. 13/89 E DM 236/89---------------------------------------------------------------------------77
VERIFICA AEROILLUMINOTECNICA -------------------------------------------------------------------------------------83
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
LEGITTIMAZIONE DELL’INSERIMENTO URBANISTICO E DEL PIANO
INSEDIATIVO
L’individuazione della localizzazione dell’intervento in progetto deriva dalle particolari
caratteristiche del luogo e dalla rispondenza alla necessità di garantire una elevata accessibilità al
sito, sia nella destinazione transitoria a residenza per i giornalisti impegnati nei XX Giochi Olimpici
Invernali del 2006, sia nella destinazione finale a residenza per studenti in relazione al futuro
insediamento della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali e della Facoltà di Farmacia e
alle esistenti Facoltà di Agraria e Medicina Veterinaria, già operanti sul territorio di Grugliasco.
I Comuni di Rivoli, Collegno e Grugliasco costituiscono un'unica conurbazione contigua
all'abitato di Torino, senza soluzione di continuità. Essi rappresentano i primi centri della cintura
occidentale dell'area metropolitana torinese. La loro posizione geografica li connota come la
naturale porta di accesso occidentale a Torino, trovandosi sulla direttrice tra la Val di Susa e Torino.
L'area Ovest è caratterizzata non solo da una mobilità locale ma anche da una rilevante mobilità che
dai comuni limitrofi si dirige verso Torino e viceversa. La rete viaria principale dell'area ovest è
formata da un sistema di arterie che corrono sulla direttrice Est - Ovest da Torino verso la Val di
Susa a diverse altezze, costituite di volta in volta da strade di scorrimento urbane ed intercomunali.
Altro elemento di grande rilevanza è rappresentato dalla tangenziale di Torino, che si colloca ad Est,
Ovest e Nord Ovest del territorio preso in esame e consente un rapido collegamento - attraverso le
uscite di corso Allamano e corso Francia - con le autostrade e con l'aeroporto di Torino Caselle. Il
trasporto pubblico locale su gomma è costituito al momento da autolinee suburbane ed extraurbane
con una prevalenza dei collegamenti verso Torino, dove le linee più importanti si attestano in punti
centrali. Al sistema su gomma si affianca il trasporto pubblico ferroviario: la linea ferroviaria Torino
- Modane che, partendo da Torino dopo aver toccato Grugliasco e Collegno corre lungo la Val di
Susa sino al tunnel del Frejus, confine di stato.
La fermata ferroviaria di Grugliasco, in avanzata fase di programmazione, costituirà uno dei
principali nodi del previsto sistema di trasporto pubblico che servirà la città e che si attesterà nei
pressi del nuovo insediamento universitario; a questo si deve aggiungere l'importante novità
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
costituita dalla nuova linea metropolitana in fase di realizzazione e prevista lungo l’asse del corso
Francia, ovvero sul territorio ove i comuni di Collegno e Grugliasco si incontrano.
L'area oggetto dello studio è ubicata nel centro urbano, a Sud Est del nucleo più antico, fra le
vie San Giovanni Battista de La Salle a Sud, Cavalieri di Vittorio Veneto ad Est e la prevista via
Berta ad Ovest. A Nord l'area confina con aree di edilizia residenziale che la separano da via
Cravero. L'area è facilmente accessibile da Torino e dalla Val di Susa da Sud attraverso corso
Canonico Allamano, via Leonardo da Vinci e via San Giovanni Battista de La Salle o via Cravero,
da Nord attraverso corso Torino, via Leonardo da Vinci. L'area è anche attraversata dal tracciato
della rete secondaria dei percorsi ciclabili e pedonali, che collegano direttamente la futura stazione
ferroviaria, il previsto insediamento universitario nel sistema dei parchi a livello urbano e
metropolitano, il complesso di Villa Claretta ed il centro della città.
Tale percorso consente di raggiungere il complesso universitario dall'area della villa in circa
dieci minuti a piedi. Dall'area si raggiunge rapidamente la via Perotti, dove transita l'autobus di linea
n. 38 che attraversando il centro di Grugliasco lo collega con il centro di Torino (piazza Statuto)
consentendo l'interscambio con la metropolitana a Collegno; l'autobus di linea n. 44 transita su corso
Torino e collega la città con la stazione ferroviaria di Porta Nuova a Torino. E' possibile prevedere o
individuare un percorso circolare di navette di collegamento tra i punti strategici, in particolare nel
periodo di svolgimento dei Giochi Olimpici Invernali.
L’area non presenta parti colari difficoltà per quanto riguarda le opere di urbanizzazione
primaria necessarie per il nuovo insediamento, consistenti sostanzialmente nel completamento di via
Berta, sulla quale si attesta il muro di recinzione Ovest, con le relative opere di illuminazione
pubblica, segnaletica orizzontale e verticale, alberature e la realizzazione della canalizzazione di
smaltimento delle acque meteoriche con immissione in tratto di fognatura mista. A tale proposito si
prevede la realizzazione di un marciapiede rialzato di circa 15 cm rispetto al sedime stradale, largo
150 cm, costituito da una finitura a betonelle di cemento colorato poggiate su strato di sabbia,
tessuto antiradice e massetto in calcestruzzo alleggerito (magrone) di fondazione. Tale marciapiede
sarà delimitato su strada da cordolo in elementi prefabbricati di cemento e verso la nuova residenza
universitaria dal muro in mattoni che segna il confine del nuovo insediamento verso la via Berta. È
prevista una condotta fognaria realizzata in sezione rotonda diametro 40 cm da recapitare verso la
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
Via San Giovanni Battista de la Salle con raccolta delle acque miste (nere più grigie) di provenienza
dal nuovo insediamento come esplicato nella tavola in allegata alla presente relazione
Nella nuova via Berta sono altresì previsti corpi illuminanti con altezza, disegno e potenza
analoga a quelli preesistenti sull’area. La loro disposizione sul lato del muro intende favorire
l’illuminazione degli ingressi pedonali verso i nuovi fabbricati. Nel sottosuolo oltre ai sottoservizi
fognari citati sono previste una linea di distribuzione elettrica ENEL, una linea di distribuzione gas,
una linea di distribuzione telefonica e la nuova arteria di fornitura fluidi de teleriscaldamento
secondo le posizioni segnalate dall’amministrazione comunale di Grugliasco ed allegate nel bando
preliminare di progetto dell’insediamento Villa Claretta.
La motivazione di collocare in questo sedime la residenza universitaria, non deriva
comunque solamente da considerazioni di ordine funzionale, ma anche dall’occasione favorevole
per assicurare la conservazione – e la fruizione da parte del pubblico - di un bene di notevole valore
culturale, storico, artistico e ambientale (ora degradato per la mancanza di un utilizzo residenziale
continuativo) mediante l’individuazione di destinazioni compatibili con le caratteristiche del luogo;
con questa decisione viene offerto ai futuri utenti un ambito architettonico e paesaggistico di alto
profilo e valenza culturale.
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
Immagine 1: Estratto della cartografia numerica del Comune di Grugliasco
dell’area di Villa Claretta.
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
L’area si colloca in posizione baricentrica rispetto alle attrezzature sportive e, più in
generale, legate al tempo libero, di cui la città è dotata ed altrettanto la nuova destinazione d’uso
garantisce una rivitalizzazione del centro cittadino per l’insediamento di giovane popolazione
universitaria; la residenza così vicina al centro urbano è parte strategica del tentativo di incentivare
un’apertura reciproca tra il mondo universitario e la città, che ripone molte aspettative nella
realizzazione del polo scientifico, ritenuto in grado di innescare positivi processi di trasformazione:
sviluppo del clima culturale e delle attrezzature necessarie (biblioteche, sale congressi…), sviluppo
del settore edilizio, incremento qualitativo e quantitativo dei settori commerciale e industriale e,
tema maggiormente legato al presente progetto, sviluppo del settore terziario, culturale e ricreativo,
delle attività connesse al tempo libero, delle strutture ricettive, dei centri servizi per studenti
Si riporta di seguito un estratto della cartografia del Comune di Grugliasco relativa allo stato
di fatto dell'area di Villa Claretta.
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
RIFERIMENTI ALLA NORMATIVA URBANISTICA RIGUARDANTE L’AREA IN
OGGETTO.
La scheda do P.R.G.C. individua per l’area in oggetto due macro categorie di intervento
individuate cartograficamente con le sigle L1 ed L2. L’area L1 comprende gli spazi di
concentrazione volumetrica e gli spazi dedicati alla realizzazione dell’area parcheggio e della ripa
verde. L’area parcheggio si colloca ad una quota di 1 m inferiore al piano di campagna del parco, è
completamente occultata dalla ripa verde così come dal parco la percezione del volume edificato si
riduce alle sole falde di copertura e alla porzione superiore dei prospetti. L‘accessibilità carrabile ai
parcheggi è esclusivamente concentrata dalla via Berta nella porzione a sud del nuovo tratto di
strada in progetto. L’area L2 comprende gli spazi occupati dal sedime dell’alberata e della villa
Claretta con annessi edifici che verranno restaurati previa approvazione del progetto di restauro a
cura della soprintendenza competente e secondo modalità e tempi distinti alla realizzazione del
villaggio olimpico. Le caratteristiche dimensionali e volumetriche generali nonché specifiche
particolari quali distanze minime, perimetrazioni d’area ecc.. sono specificate nell’allegata scheda
normativa e nella riproduzione della medesima dell’elaborato grafico contenente restituzione
topografica del lotto e l’inserimento del progetto nella medesima. La rispondenza del progetto alle
quantità e alle disposizioni della scheda sono evidenziate dalla citata sovrapposizione del progetto di
intervento alla cartografia rilevata.
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
ZONA URBANISTICA Z05b
Indice di utilizzazione territoriale
• superficie territoriale
non si applica
m²
60.000
L.1
L.2
• superficie fondiaria
m²
17.300
42.700
• superficie per viabilita' e servizi
m²
----- -----
------
Aree per viabilità
Superficie in m²
e servizi
Istruzione
--
interesse com.
--
verde
--
parcheggi
--
viabilita'
--
Totale
L.
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
• destinazione d'uso
PROGETTO DEFINITIVO
L.1
L.2
RE 2 – PA 1
SG4-RE2-SR2-SP3-SP4
CD 1 - 5 - 6 – 7
CD6 (max 100 mq)
• modalità di intervento
Concessione convenzionata
• caratteristiche dell’intervento
Intervento pubblico
o di interesse pubblico
• LOTTI DI INTERVENTO:
• Sul max edificabile
m²
L.1
L.2
12.000 di cui 1.000 max.
Recupero edifici esistenti
con destinazione d’uso
PA 1 - CD 1 - 5 - 6 - 7
• Sul stimata da demolire
i manufatti indicati
in planimetria
• h max della costruzione in gronda
m
• parcheggi privati
11,00
h edifici esistenti
1 mq/10 mc
(art. 41-sexies l. 1150/42 come modificato dall’art.2
L.122/89)
• verde privato
• distanza dai confini di proprietà (Dp)
% Sf
15
gli edifici dovranno essere contenuti all’interno
dell’area di concentrazione volumetrica
• arretramento stradale (As)
gli edifici dovranno essere contenuti all’interno
dell’area di concentrazione volumetrica
• distanza tra le costruzioni (Dc)
gli edifici dovranno essere contenuti all’interno
dell’area di concentrazione volumetrica
In caso di confrontanza con costruzioni esistenti
maggiori di m 12.00, la distanza non potrà essere
inferiore all’altezza del fronte più alto, con un minimo
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
di 10 m, da calcolarsi ai sensi dell’art. 7 delle N.d.A.
Recupero del complesso immobiliare denominato
OBIETTIVI:
“Villa
Claretta” sottoposto a vincolo ai sensi della L 1089/39
e s.m.i. (ora DLGS 490/99).
Realizzazione di residenza collettiva per un massimo
di 450 posti letto ed attività di servizi, pubblici
esercizi, commercio ed artigianato di servizio nei
limiti fissati.
L.1: accesso carraio dalla via Berta. L’attuazione
PRESCRIZIONI:
dell’intervento è subordinato alla realizzazione della
apertura di via Berta.
Parcheggi privati e pubblici o di uso pubblico
realizzati a livello inferiore rispetto al piano di
campagna del parco, nella porzione di terreno
compresa fra l’edificio e la ripa.
In applicazione di quanto previsto dall’art.21, c.1,
punto 3 della L.R. 56/77 e s. m. i., dovranno essere
realizzate aree a parcheggio pubblico o di uso
pubblico nella misura minima del 100% della Sul a
destinazione CD 1-5-6-7.
Dovrà essere inoltre verificato il rispetto degli
standard a parcheggio determinati in applicazione
dell’art. 25 della delibera C.R. n. 563-13414 del 29
ottobre 1999.
Verso il parco i fabbricati devono essere mascherati
da ripa verde di altezza minima di m 4.00.
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
La distanza tra ripa verde ed edificio non potrà
superare 20 m.
Al di fuori dell’area di concentrazione volumetrica, in
corrispondenza della ripa verde possono essere
realizzati porticati, locali e vani tecnici, uscite di
sicurezza e posti auto.
La destinazione d’uso CD 1 è consentita limitatamente
alle strutture di vendita al dettaglio, esclusivamente
con offerta di tipo extra alimentare e con esclusione
delle strutture di vendita all’ingrosso.
La destinazione d’uso PA1 è consentita limitatamente
alle attività di servizio alla residenza.
I lotti potranno essere attuati in tempi differenti anche
separatamente.
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
Quadro riassuntivo superfici e volumi di progetto
Settore
Sul
Volume
A
6450 mq
21285 mc
B
5490 mq
18117 mc
A+B
11940 mq
39402 mc
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
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NOTE STORICHE
CENNI STORICI SU GRUGLIASCO
Le prime notizie che si hanno di questo borgo risalgono al 1047 che si può considerare come
l’anno della comparsa ufficiale del nome di Grugliasco nella storia del secondo millennio dell’era
cristiana. In un diploma del 1 maggio 1047, l’imperatore Enrico III, della casa di Franconia,
riconferma nei loro privilegi e possessi i canonici di S. Salvatore di Torino.
Il diploma per quanto riguarda la città di Grugliasco dice: ”Concidemus …Curtem in
Cruliasco, cum ecclesia santi Cassini, cum omne decimae eisdem villae…”, la cui traduzione
sembra non possa essere altro che questa: “Concediamo … la “corte” in Grugliasco, con la chiesa in
onore di San
Cassiano con ogni decima (rendita) del suo villaggio…”. Destinatario della
concessione è, come detto, la “Congregazione dei Canonici del Salvatore”. Il documento, prezioso
per la ricostruzione storica, fornisce importanti indicazioni: nel 1047 esisteva un abitato o quanto
meno un podere stando al termine “villae”, esisteva la chiesa in onore di San Cassiano e per il
termine “curtem” si può pensare a varie costruzioni agricole e allo spazio che racchiudevano entro
cui si svolgeva il lavoro dei massari.
Il piccolo abitato di “Cruliasco” era dunque un centro agricolo in cui risiedevano i contadini
che lavoravano le campagne circostanti e tutto questo era possesso dei canonici della chiesa di S.
Salvatore, cioè di quello che era il capitolo metropolitano del duomo di Torino. Vale la pena
ricordare che il diploma di Enrico III non istituiva, ma confermava il possesso dei canonici in
Grugliasco. Se ne deve dedurre che il capitolo possedeva questi beni anteriormente al
1
Quanto contenuto nei quattro paragrafi seguenti è sintesi della relazione (confluita nello Studio di Fattibilità del
1
settembre 2001)
curata dalla dott.ssa Maria Teresa De Palma del Servizio Archivistico del Comune di Grugliasco.
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
riconoscimento dell’imperatore e che quindi l’abitato di Grugliasco era probabilmente anteriore a
tale data anche se, purtroppo, non si può dire nulla di certo su quel periodo. Questo documento era il
primo legame che univa le sorti di Grugliasco con quelle di Torino come più volte avvenne nel corso
dei secoli.
E’ sotto il dominio dei Savoia che Grugliasco compare per la prima volta nel catasto di
Torino (in un registro separato), presumibilmente tra il 1349 e il 1369, risultando compsto di 46
abitazioni sovente accanto alle quali erano registrate l’ayra (o ariale, termine tipicamente piemontese
che ha il suo corrispondente in aia) e abitato da circa 400 persone (Torino ne contava 4000, Rivoli
2000). Non era indicata l’esistenza di una cinta muraria che quasi certamente, alla luce di altri dati
d’archivio, cingeva il piccolo borgo.
L’attribuzione di poteri autonomi alla comunità di Grugliasco è databile intorno al 14041416, anni nei quali il principe Ludovico d’Acaia concede alla comunità l’autorizzazione e il potere
di provvedere “in proprio” alla difesa esterna e di trattenere una quota delle gabelle che fino ad
allora aveva dovuto versar e alla città di Torino.
Ma l’atto più importante è la concessione della balera: Ludovico concede agli uomini e alla
comunità di Grugliasco “licenza, autorità e potere” di estrarre una balera dalla Dora e di condurre le
acque sul proprio territorio. E’la vera fortuna del nascente piccolo comune la cui struttura si
completa nel 1433 col permesso di costruire mulini ed altri opifici.
Da allora, il paese divenne uno dei maggiori e migliori produttori agricoli della zona. Oltre ai
seminativi e all’orticoltura, si diffonde, come in tutte le campagne piemontesi, la gelsicoltura e di
conseguenza l’annessa attività di filatura e manifattura; entrambe si collocano selettivamente in
prossimità dei corsi d’acqua, nel nucleo più densamente abitato (il cosiddetto “concentrico”) per non
sottrarre spazio all’agricoltura. Questi sono gli usi del territorio che hanno conferito all’area centrale
le sue caratteristiche peculiari, nei tipi edilizi, nei tracciati, nei colori e nell’atmosfera; ad essi si
aggiunge, in seguito, il successo del borgo come località di villeggiatura. Alla fine del settecento
dimoravano a Grugliasco, specialmente nei mesi estivi, diverse famiglie aristocratiche e banchieri
arricchiti col commercio della seta. Disponevano di uno stuolo di domestici, organizzavano
continuamente feste e banchetti; avendo interesse per spettacoli e commedie, avevano fatto persino
costruire a loro spese il Teatro della Società dei Signori.
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
La prima licenza di “erigere nel luogo di Grugliasco un edificio da seta” venne concessa con
due atti del 1684 e del 1699. Altri se ne costruirono dopo il 1750. Nei primi anni del ‘800 vi
risultavano occupati circa 300 operai, su una popolazione di poco più 2000 persone.
Nel 1850, secondo Rabbini, esistevano 4 filatoi a costruire la prima zona industriale del
comune.
L’immagine della cittadina rimane pressoché invariata fino agli anni ’30, per trasformarsi
completamente dopo la ricostruzione, quando nei primi anni ’50 inizia ad insediarsi la costellazione
di piccole imprese metalmeccaniche subfornitrici dell’industria automobilistica.
Verso la fine dello stesso decennio inizia la localizzazione sul territorio anche delle grandi
imprese, attratte dalla ampia disponibilità di aree a basso costo; alla fine degli anni ’70 si può
riconoscere chiaramente, sul territorio compreso fra la strada Antica di Rivalta, strada del Portone, il
confine con Torino ed il primo tratto di corso Allamano, la configurazione tipica delle aree
industriali specializzate.
Il nuovo slancio del settore produttivo induce sul territorio residenziale, nei successivi
decenni, massicci incrementi volumetrici e radicali trasformazioni che portano anche ad uno
stravolgimento dei precedenti modelli abitativi (dalle cascine o case basse a due o tre piani si giunge
a costruire case di otto o più piani), per accogliere i flussi di migrazione che sestuplicano la
popolazione. Infine, le esigenze indotte dall’espansione residenziale e dai nuovi insediamenti
industriali portano ad un potenziamento delle infrastrutture: numerose vie vengono aperte a
collegare i nuovi quartieri, le fabbriche, le borgate, sovrapponendosi o cancellando gli antichi
tracciati delle balere, dei sentieri agricoli, dei viali alberati.
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
LETTURA DEL TERRITORIO DI GRUGLIASCO
La città di Grugliasco ha subito le pesanti conseguenze, peraltro comuni a molti altri centri
urbani posti nelle immediate vicinanze di grandi metropoli, del decentramento industriale e dei
fenomeni ad esso legati che ha prodotto come risultato un paesaggio urbano privo di definita
identità. Grugliasco non è centro, non è periferia, non è villaggio, non è città. E’ un insieme quasi
casuale di episodi cresciuti attorno ad un centro storico di ridotte dimensionie
e di incerta
perimetrazione, ad un paese di campagna ed alle sue cascine (regioni), fagocitate da uno sviluppo
urbano, oggi, ad esse totalmente estraneo.
In particolare alcune zone periferiche sono emblematiche quali “riassunti” delle
problematiche connesse alla realtà marginale delle cinture esterne alla città. Non possono infatti
defi nirsi vere realtà urbane, essendo prive di caratteri identificativi forti e di spazi collettivi, ed
anche quando questi sono presenti, non hanno nulla da raccontare o non offrono nulla da ricordare.
Grugliasco si caratterizza non per essere luogo di monumenti isolati, ma come porzione di
territorio sul quale è ancora dato riconoscere un tessuto antropizzato fatto di una trama viaria,
impostata sugli antichi collegamenti verso i comuni di Rivalta, Collegno, Rivoli, Moncalieri e
Torino. Ad essi, col passare del tempo, a partire dal secolo XV, si è sovrapposto e innestato un
ordito edilizio minore, che dopo la realizzazione della bealera derivata dalla Dora, si è ulteriormente
diffuso intorno ad essa, al di là di quello che costituiva una sorta di terrapieno ovvero delle mura
vere e proprie. A partire dal secolo XVIII, intorno al tessuto più antico, si organizza e si estende,
configurandosi con le preesistenze, una più articolata trama urbanistica, un sistema di ville e
giardini, intorno alla balera, e di poderi con ville padronali, soprattutto nelle aree più periferiche del
territorio della comunità.
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
L’estendersi di questa nuova parte della trama urbanistica è testimoniata dall’esistenza nell’
“Inventario delle carte riflettenti la bealera” compilato nell’ultimo quarto dell’ 800, degli “Ordinati
di concessioni, ruote e canali a vari utenti d’acqua per l’irrigazione dei loro giardini” e dal
permanere a tutt’oggi, di queste preesistenze.
Con riferimento all’ordito edilizio, che configura con la trama urbanistica il tessuto della
Grugliasco storica, è possibile affermare che, se da un lato nel nucleo storico di Grugliasco non sono
reperibili delle emergenze monumentali in senso stretto, in esso è riconoscibile una compagine
organizzata di un tessuto edilizio minore che costituisce esso stesso testimone storico documentario
configurando una differente “monumentalità” della conurbazione.
All’interno di questo ordito edilizio si riconoscono quattro tipologie edilizie principali,
soprattutto in funzione del rapporto che gli edifici instaurano con l’intorno.
Edifici aggregati linearmente che si affacciano direttamente sulla strada; in genere sono
edifici a manica semplice, con distribuzione a ballatoio e tetti rustici che sporgono con pantalera
lignea senza continuità di gronda.
Edifici aggregati in profondità rispetto ampie corti o cortili.
Edifici organizzati che definiscono isole; è il caso dell’intorno del più antico insediamento
che tende a configurarsi come borgo compatto rispetto alla distribuzione del resto del nucleo storico.
Edifici posti come “volumi conclusi” rispetto al contesto senza contiguità fisica con altri
edifici; in genere si tratta degli edifici del sistema villa-giardino.
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
LA VILLA.
Il complesso denominato "Villa Claretta" è costituito da una villa di due piani fuori terra,
dall’attiguo ed ampio giardino entrambi cintati e da un rustico. [Fotografie d'epoca 2 e 3].
Il nucleo più antico della villa può essere fatto risalire all’ultimo trentennio del XVII secolo,
e corrisponderebbe al corpo centrale dell’edificio. Oltre a rimaneggiamenti settecenteschi, la villa
deve il suo aspetto attuale ad importanti interventi di ristrutturazione compiuti nell’Ottocento:
l’aggiunta delle due ali laterali, dell’abbaino - frontone a timpano che sovrasta il corpo centrale, di
elementi quali lesene, un certo tipo di cornicione, la cornice del portale d’ingresso e l’uso del
bugnato, le ringhiere dei balconi in ferro battuto, ecc. rivelano un gusto decisamente neoclassico.
Dei due ingressi della villa, uno - sul lato Ovest, di fronte al rustico - è attualmente quello
principale, e dà direttamente accesso al salone centrale; l’altro - sul lato Est, rivolto verso il giardino
- dà accesso ad un ambiente stretto e lungo coperto da tre volte a crociera, da cui parte una scala a
due rampe (presumibilmente ampliata nell’Ottocento) che conduce al piano superiore.
La conformazione architettonica della facciata della villa prospiciente il giardino, le tracce
documentarie (album del 1876) di un viale d’accesso che, da un ingresso (scomparso) posto nel
muro di cinta settecentesco, attraversava il giardino e portava proprio al lato Est della villa fanno
ipotizzare che quantomeno sino alle ristrutturazioni ottocentesche l’ingresso principale della villa
fosse in realtà proprio quel lo prospiciente il giardino.
E’ da tenere inoltre presente come con ogni probabilità in origine la villa fosse separata dal
rustico da un muro.
Al piano terreno, la parte centrale è costituita da un salone, da due stanze verso Nord e da
un’unica stanza verso Sud, tutte decorate a tempera e con soffitti a cassettoni dipinti.
Le decorazioni comuni a tutti gli ambienti sono costituite da fasce a motivi floreali, con putti
ed elementi a grottesca, cornici e medaglioni che traducono in pittura gli stucchi ed in cui si
inseriscono scene mitologiche e/o allegoriche che, nel caso del salone centrale, sono commentate da
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PROGETTO DEFINITIVO
motti inscritti in cartigli; in più, il salone centrale presenta sulle pareti Nord e Sud ricche prospettive
architettoniche e paesaggistiche a trompe - l’oeil.; tali decorazioni occupano dunque il corpo
centrale, più antico, della villa, ed in effetti per soggetti ed esecuzione potrebbero risalire alla fine
del Seicento almeno per quanto concerne le fasce
superiori, mentre le prospettive (dovute
probabilmente ad una mano diversa, più abile e raffinata) potrebbero essere state aggiunte nel
Settecento, insieme a rimaneggiamenti delle tempere più antiche.
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
LA FORMAZIONE DEL COMPLESSO.
Le origini di Villa Claretta - Assandri sono quelle di molti altri consimili complessi (villa o
casa padronale, cascina e fondi annessi) sorti nel territorio di Grugliasco a partire dalla seconda metà
del 1600, ad opera di famiglie esponenti della nobiltà e dell’alta borghesia torinesi legate alla corte
ducale (poi reale) sabauda ed a quella dei principi di Carignano. I nuovi proprietari torinesi
acquistano cascine preesistenti, piccoli e medi lotti di terreno, costruiscono ex novo o ristrutturano
gli edifici civili e ne fanno le loro residenze estive, secondo il modello del “casino di villeggiatura”,
nonché aziende agrarie di approvvigionamento diretto, in un territorio oltretutto che dista pochi
chilometri dalla capitale e dalla corte.
Il nucleo originario, solo rustico, di Villa Claretta Assandri è già attestabile intorno alla metà
del 1600, come appartenente ad una famiglia di origine torinese, i Ferreri. Sappiamo che nel 1676 la
proprietà di Carlo Bernardino Ferreri, segretario ordinario di corte, era già costituita da una casa
padronale con annesso giardino, dalla cascina e da 24 giornate di terra (are 914,40), oltre al diritto di
prelevare un’ora d’acqua dalla bealera che scorreva proprio lungo il confine sud della proprietà,
lungo l’attuale via La Salle. E’ presumibile, dunque, che si debbano al Ferreri l’edificazione del
civile, la committenza delle decorazioni più antiche che ancora compaiono nel salone e nelle stanze
attigue del piano terreno, la formazione del giardino. Il Ferreri ampliò anche notevolmente la
proprietà: alla fine del secolo, quando la stessa viene venduta dagli eredi di Carlo Bernardino ad un
altro esponente della nobiltà di funzionariato torinese, Francesco Antonio Allemandi, governatore
dei Palazzi di S.A.R. ed aiutante di camera di Madama Reale, le giornate (“tra campi e prati”) sono
divenute 36 (are 1371,60) e nella descrizione catastale compaiono anche una “muraglia” di cinta
dell’”aijra” interna, un orto oltre al giardino, un alteno ed un canapale. A Sud, è da notare, la
proprietà confina con il sito su cui sorge l’antica chiesa di S. Sebastiano.
L’Allemandi, poco presente nella sua residenza grugliaschese a causa degli impegni
derivantigli dalle cariche rivestite, non tenne a lungo la proprietà. Nel 1718 essa venne acquistata dal
conte Giuseppe Provana di Pralungo, anch’egli gentiluomo di Camera e successivamente primo
segretario di Guerra. Dalla registrazione del passaggio di proprietà risulta che l’intera proprietà,
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PROGETTO DEFINITIVO
incluse la “fabrica civile e rustica” ed il giardino cinto dalla muraglia oltre ai campi, alteni e prati, si
estendeva su una superficie di circa 80 giornate (are 3.048). I Provana di Pralungo mantennero la
proprietà per tutto il XVIII secolo ed oltre, sino al 1808, ampliandola ulteriormente con l’acquisto di
appezzamenti di campo e prato, apportando modifiche strutturali alla villa ,e presumibilmente,
facendovi eseguire ulteriori decorazioni (prospettive sulle pareti nord e sud del salone centrale). Nel
1726 l’abate Giovanni Tommaso Provana di Pralungo, fratello del proprietario, istituì una
cappellania laicale, con relativo beneficio, sulla chiesa di S. Sebastiano, che da quel momento si
sarebbe legata in qualche modo alla storia della villa. Ancora, è da ricordare che dalla metà del 1700
il rustico della proprietà Provana confinava con un filatoio da seta: nel 1777 la contessa Anna
Teresa Provana in Scarnafigi avrebbe stipulato una convenzione con il banchiere Giacomo Antonio
Ferraris per unire le fabbriche delle rispettive cascine.
Nel 1810 la proprietà venne acquistata dalla famiglia, questa volta borghese, dei Bruno, che
la mantennero per circa mezzo secolo. Forse ai Bruno si devono i rilevanti interventi ottocenteschi
sulla villa (l’aggiunta delle due ali laterali, dell’abbaino - frontone a timpano, ecc.), o forse ai
proprietari successivi, a quel Camillo Spanna, membro di un’influente famiglia locale, che nel 1861
avrebbe acquistato la proprietà messa in vendita all’asta presumibilmente in seguito al fallimento dei
Bruno. Sta di fatto che nell’album del 1876, una sorta di cabreo della proprietà Spanna contenente
tavole con planimetrie [Foto 4] e prospetti della villa, del giardino e del rustico, le aggiunte
all’edificio civile individuate come ottocentesche già compaiono; alcuni di questi prospetti, peraltro,
fanno pensare ad un progetto di rifacimento quantomeno delle facciate chepoi non venne attuato.
Al momento dell’acquisto da parte di Camillo Spanna la proprietà, oltre alle vigne, includeva
anche un “vivaio” di alberi da frutto. Lo Spanna aveva sposato la contessa Carolina Claretta
Assandri: dalla fine dell’Ottocento, con la morte dello stesso ed il passaggio della proprietà alla
vedova ed agli eredi, la villa avrebbe assunto la denominazione definitiva di “Villa Claretta
Assandri”. Lo stesso dicasi della proprietà, rimasta alla famiglia Claretta Assandri in pratica sino ad
oggi. E’ peraltro da tenere presente che nel 1922 vennero vendute agli affittuari numerose parti a
rustico e lotti di terreno, e che in seguito ai danni provocati alla villa da un’incursione aerea nel
giugno del 1944, dovettero essere rifatti una parte del tetto, numerosi soffitti a cannicciato
(ricostruiti, peraltro, con la stessa tecnica), pareti divisorie, intonaci, ecc..
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PROGETTO DEFINITIVO
FONTI BIBLIOGRAFICHE.
A. RABBINI, Elenco dei nomi dei proprietarii delle cascine, ville e fabbriche designate sulla carta topograficadella città, territorio di
Torino e suoi contorni, Torino 1840, edizione in facsimile a cura di Ada Peyrot, Torino 1970.
A. MANNO, Il Patriziato subalpino, Firenze 1895-1906, vol. 1, lettera A, pp. 40/41 per gli Allemandi; dattiloscritto vol.1, p. 318, peri
Provana di Pralungo, vol. “Chiabr”, pp. 159/160 per i Claretta - Assandri.
V. SPRETI, Enciclopedia Storico - nobiliare italiana, Milano 1928-1936, ristampa 1981, vol.2, lettera C, p.480 per i Claretta - Assandri;
vol. 5, lettera P, pp. 517/522 per i Provana.
A. PEDRINI, Ville dei secoli XVII e XVIII in Piemonte, Torino 1965, pp. 0, 53, 106, 114.
A. CAVALLARI MURAT, Lungo la Stura di Lanzo, Torino 1972, pp.176/185.
COLLEGIO ARALDICO (a cura di), Libro d’oro della nobiltà italiana , Volume XIX, Roma 1981-1985, p.1386 per i Provana; Edizione
XX, Volume XXI, Roma 1990-1994, pp. 457/458 per i Claretta Assandri.
E. DAO, Storia di Scarnafigi, Savigliano 1988.
J. CHIARA, “I segreti di Villa Claretta”, Il Corriere di Rivoli, Collegno e Grugliasco, 1995.
S. SGOBBI, Villa Claretta - Assandri in Grugliasco. Indagini per il restauro, dattiloscritto, tesi di laurea in Architettura, Politecnico di
Torino, Relatore C. Bartolozzi, A.A. 1998/1999.
FONTI DOCUMENTARIE.
ARCHIVIO STORICO DEL COMUNE DI GRUGLIASCO: Serie dei Catasti e dei Libri delle mutazioni.
ARCHIVIO DI STATO DI TORINO, Sezioni Riunite: Registri delle insinuazioni.
ARCHIVIO DELLA FAMIGLIA CLARETTA - ASSANDRI:
“Indice cronologico ed analitico delle carte e documenti riflettenti la cassina e villeggiatura del Sig. Camillo Spanna in Grugliasco”, non
anteriore al 1861 (documenti inventariati: dal 1590 al 1858)
Documenti vari dal 1811 al 1947
“Proprietà Spanna. Grugliasco”, 4 febbraio 1876. Album contenente 8 tavole disegnate a mano ed acquerellate relative a planimetrie e
prospetti della villa, giardino e rustico.
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PROGETTO DEFINITIVO
Immagine 2– Foto d’epoca della villa vista dal giardino.
Immagine 3– Foto d’epoca del parco della villa.
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PROGETTO DEFINITIVO
Immagine 2– Pianta del parco originale.
Immagine 5– P.E.E.P. del 1964
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PROGETTO DEFINITIVO
IL PROGETTO ARCHITETTONICO.
VINCOLO EX LEGE 1089/39 E INDIRIZZI PROGETTUALI.
Sull'area di Villa Claretta si esercita un vincolo ai sensi della legge 1/6/1939 n. 1089, il
vincolo ha comportato la necessità di acquisire la preventiva approvazione del progetto da parte
della Soprintendenza ai sensi dell’art. 23 del D.Lgs. 29.10.1999 n. 490 ed ha imposto una riflessione
sulla necessità di realizzare un intervento che rispettasse per quanto possibile l’area e le
stratificazioni storiche attraverso le quali si è configurata. A tale proposito si riporta il parere della
soprintendenza relativo al progetto preliminare e valido anche per il progetto definitivo in quanto la
separazione visuale tra gli edifici oggetto del nuovo intervento ed il parco avviene, come nel
progetto preliminare, mediante una ripa di uguale altezza.
Si riporta di seguito le precisazioni dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il
Paesaggio per il Piemonte:
OGGETTO: GRUGLIASCO (TO) – D.Lgs. 490/1999. Villa Claretta. Insediamento Villaggio
Media Torino 2006. Residenza universitaria. Precisazioni.
Con riferimento all’oggetto e a seguito degli incontri avvenuti presso questo Ufficio,
considerato che:
- il progetto ha recepito sostanzialmente le direttive riguardanti la costruzione del nuovo
villaggio per residenza universitaria
- l’opera riveste caratteristiche di rilevanza e necessità per la struttura universitaria
- verrà restaurata la Villa Claretta altrimenti destinata al crollo, a mente dei lunghi
precedenti intercorsi e ancora non definiti
- viene sostanzialmente recepito il restauro del parco mantenendo l’asse storico del viale e
dell’esedra alberata
- le costruzioni si svolgono nei terreni che sempre sono stati adibiti a prati o vigneti e le
stesse tendono a ricomporre formalmente il disegno delle vigne con filari
- gli edifici sono stati abbassati di un piano in modo da non superare comunque
l’edificazione già esistente intorno alla “Villa Claretta”
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
non si esprimono osservazioni contrarie al progetto di fattibilità dell’opera a condizione che
vengano sottoposti ad approvazione le varie fasi di progettazione e che gli edifici vengano
progettati con particolare riguardo all’inserimento paesaggistico e con materiale tradizionale.
Venga inoltre presentato un corretto progetto di restauro della villa e del parco.
Nello schema seguente [fig. 6] si è tracciata una ricostruzione di ciò che era la proprietà
intorno al 1861, all'epoca del passaggio di proprietà dalla famiglia Bruno alla famiglia Spanna.
La ricostruzione è stata fatta incrociando dati provenienti dal catasto Rabbini del 1864 (che
in realtà registra una situazione antecedente di circa 3 anni), dalla planimetria della proprietà Spanna
[fig. 4] ed infine dalla planimetria attuale. La superficie delle aree indicate nel catasto Rabbini come
vigna campiva, ortaglia, casa rurale, casa ad uso villeggiatura, vivaio piante fruttifere e giardino
corrisponde a quella delle aree individuate nello schema ed alle indicazioni della planimetria del
giardino della proprietà Spanna allegata.
Ad oggi [fig. 7] sono state perse diverse tracce, che si intendono recuperare attraverso il
progetto di intervento.
Il nuovo edificio, suddiviso in due costruzioni collegate da una piazza di accesso aperta al
pubblico e verso la città, non andrà ad occupare l'area che costituiva il giardino storico. Una
costruzione insisterà nell'area a prato posta a Nord del complesso, oltre la traccia del muro
perimetrale che delimitava il giardino; l'altra costruzione sarà collocata nell'area agricola un tempo
destinata a vigna campiva . Verrà sottolineato l'allineamento dato dagli antichi filari, mantenendo
una adeguata distanza dal viale alberato del parco.
Si intendono valorizzare nel progetto le tracce del muro che separava il giardino dalla zona
agricola a Nord, benché il tratto rimasto ad Ovest sembri essere una ricostruzione posteriore, in
quanto non ha le medesime caratteristiche materiche e di partizione [Immagini 8 e 9], e mettere in
risalto il fondale esistente su via Berta [Immagine 10]. In particolare i lacerti di quella porzione ad
Ovest, che pare essere una ricostruzione successiva ad imitazione del muro storico, con proposta
presentata in sede di istruttoria del progetto definitivo alla Soprintendenza ai Beni culturali e
Ambientali, viene eliminata. La sua collocazione al centro della piazza pubblica e la sua
incompatibilità a livello di geometria latente con gli spazi della piazza e dei portici, suggerisce una
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PROGETTO DEFINITIVO
soluzione alternativa. Ritenendo importante la dichiarazione di entità fisica che “rammemora” una
presenza importante dal punto di vista geometrico sul territorio, si propone di sostituire l’attuale
muro con una traccia che ne evidenzi la fisicità dimensionale. Si propone in sostanza la creazione di
un manufatto lapideo che sia identico per dimensione trasversale, (40 cm circa di larghezza), a
quello originale e sia alto circa 40 cm per renderlo adatto come luogo di riposo. Tale seduta in pietra
sarà luogo di sosta e di percezione più concentrata sia della prospettiva verso la città, sia di quella
verso il parco. Ulteriormente la proposta progettuale colloca cinque pennoni metallici reggi bandiera
nella parte estrema della seduta. Tali pennoni, alti dieci metri, dovranno sorreggere i vessilli
olimpici durante i giochi (bandiera della regione Piemonte, bandiera della Provincia di Torino,
bandiera del Comune di Torino, vessillo del comune di Grugliasco, bandiera con il logo e i cerchi
olimpici). In periodo post-olimpico i pennoni possono reggere vessilli distintivi di associazioni o
gruppi studenteschi e costituire così un gran pavese che identifica e distingue quale focal-point
l’area della villa Claretta.
Nelle immagini fotografiche allegate si evidenzia la consistenza degli edifici circostanti, che
attualmente costituiscono sfondo al parco. L’intervento in progetto prevede delle altezze
paragonabili e compatibili con l'intorno.
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PROGETTO DEFINITIVO
Immagine 6 - Ricostruzione della proprietà al 1861.
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PROGETTO DEFINITIVO
Immagine 7– La proprietà oggi.
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PROGETTO DEFINITIVO
Immagini 8 e 9– L’immagine a sinistra è del tratto di muro ad Ovest, che si presume non coevoal resto
della recinzione. Questo tratto verrà sostituito dalla seduta lapidea. L’immagine a destra è del tratto di muro ad
Est, in migliori condizioni di conservazione e dalle diverse caratteristiche. Di tale sedime è previsto il recupero
quale testimonianza della antica perimetrazione geometrica.
Immagine 10 – Vista del muro perimetrale ad Immagine 11– Vista dell’angolo Nord – Ovest.
Ovest.
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PROGETTO DEFINITIVO
Immagine 12 – Tratto Nord Ovest del muro perimetrale.
Immagine 13 – Vista lato Nord.
Immagine 14 – Vista lato Nord Est.
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PROGETTO DEFINITIVO
CRITERI E LINEE GUIDA DEL PROGETTO DEFINITIVO.
I criteri che hanno guidato la progettazione derivano prima di tutto da un’attenta analisi delle
stratificazioni storiche del contesto, le cui fasi di realizzazione sono state precedentemente esposte.
Con la progettazione si intende raggiungere una soluzione del rapporto con il tessuto urbano
circostante e soprattutto la conservazione e la valorizzazione dei segni fisici storici esistenti. Criterio
altrettanto importante è l’atteggiamento di sensibilità nei confronti dei principi della progettazione
eco - sostenibile che hanno uniformato e guidato la scelta progettuale
L’area, di forma irregolarmente trapezoidale e posta ai margini meridionali del centro antico
di Grugliasco, storicament e si struttura a partire dal nucleo costituito dall’edificio di Villa Claretta e
dai rustici circostanti; detto nucleo si trova nell’angolo Sud - occidentale del parco, in
corrispondenza dell’ingresso principale alla proprietà.
In asse con l’ingresso, e immediatamente dopo l’area su cui si affacciano da un lato la Villa e
dall’altro i rustici, si diparte una crepolata – un percorso longitudinale con doppio filare di carpini,
aceri e gelsi – che costituisce il principale elemento strutturante il parco.
La crepolata, che sul lato Est confina con una zona boscata al cui interno si trovano alcune
piante ad alto fusto di un certo pregio, si conclude poi nella parte settentrionale del parco in un
piccolo rondò alberato. L’intero parco è delimitato da un alto muro in mattoni e ciottoli che
conferisce all’area il carattere di spazio circoscritto e conchiuso, quasi una sorta di esteso giardino
murato.
La sequenza assiale ingresso - nucleo costruito – crepolata - rondò che attraversa
diagonalmente l’area, il muro delimitante il parco, la compresenza durante i secoli scorsi della
strutturazione a giardino con l’utilizzo agricolo e produttivo del fondo, costituiscono gli elementi
primari ai quali il progetto fa riferimento.
L’impostazione planovolumetrica dell’intervento intende dialogare con il complesso
esistente senza porsi in conflitto con esso, tentandone anzi una valorizzazione pur essendone
relativamente separato. Il riconoscimento delle fasi storiche di costituzione del complesso porta a
individuare tre zone distinte all’interno dell’attuale muro di recinzione, ovvero il “parco” costituito
dalla villa e dal giardino, la “vigna” verso Ovest e il “prato” verso Nord.
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
Le tracce di separazione tra le tre zone individuano il confine tra lo spazio maggiormente
rappresentativo – il parco – e lo spazio che si ritiene possa venire edificato preservando tuttavia
l’immagine e l’unitarietà del parco. L’edificio verso Ovest insiste su un’area precedentemente
coltivata a vigna (oggi orto e seminativo) e che si configura come una sorta di prosecuzione della
fascia perimetrale già occupata verso il margine meridionale dagli edifici rustici a partire dal XVIII
secolo; l’affaccio dell’edificio verso il parco segue l’allineamento dettato dall’andamento dei filari e
la realizzazione della ripa verde in progetto garantisce un inserimento discreto e equilibrato
dell’edificio nel parco, rispettando il rapporto “città-parco”, facendo del parco stesso un luogo
urbano vivo.
Il progetto riconosce il ruolo del parco di Villa Claretta quale elemento urbano essenziale
nella vita del centro urbano di Grugliasco.
L’edificio verso Nord insiste su area prativa, mai edificata precedentemente, che è stata
annessa in un secondo tempo al complesso preesistente, come dimostrano le tracce ancora esistenti
del precedente muro di recinzione.
Lo spunto progettuale è nato da una riflessione sul tema storico del giardino e del parco,
dalla possibilità di pensare a una architettura capace di assumere dentro di sé la dialettica e
l’intreccio tra costruito e natura, tra artificiale e naturale. A questo proposito i riferimenti storici,
anche a livello locale – si pensi ad esempio a Villa della Regina a Torino – possono essere molti. Si
intende non solo mitigare gli effetti del nuovo intervento, ma specialmente valorizzare e
reinterpretare i segni storici. Come il muro esistente costituiva l’orizzonte del parco, si è pensato a
una costruzione che fosse un nuovo fondale del luogo. La stessa
scelta di disporre la nuova
edificazione lungo la fascia occidentale e settentrionale dell’area – una sorta di “L” divaricata – e
intorno al rondò alberato posto al termine della crepolata, ha spinto il progetto ad assumere e ad
amplificare questo dato.
La scelta è stata quindi quella di pensare ad una architettura - fondale, una specie di
anfiteatro naturale disposto a ventaglio intorno alla crepolata e al rondò – il riferimento è ai teatri di
verzura della tradizione italiana – da realizzarsi attraverso la costruzione di una ripa verde che,
distaccata di circa 16 m dalla facciata continua dell’edificio, garantisce, a coloro che “vivono” il
Parco di Villa Claretta, di avere una percezione visiva equilibrata del nuovo stabile.
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
La scelta insediativa permette di mantenere e confermare la strutturazione storica data dalla
sequenza ingresso - nucleo costruito – crepolata - rondò. Per coloro che entreranno nel parco
dall’antico ingresso, l’immagine sarà quella dell’impianto insediativi storico, con la visione
prospettica centrale bloccata sull’asse longitudinale della screpolata e del rondò terminale.
Il progetto tenta una strada in cui sia le preesistenze che il costruito ex novo convergano
intorno ad un unico obiettivo progettuale: reinterpretare e potenziare la strutturazione e le immagini
di paesaggio ritrovate nel sito al fine di valorizzare il luogo nel suo complesso.
L’inserimento di nuove funzioni e costruzioni non viene infatti visto come un mero problema
di impatti ambientali, ma semmai come importante occasione per ripensare gli usi dell’area.
Questo modus operandi consente di superare una concezione esclusivamente di opposti tra i
termini preesistenza e innovazione, a favore invece di una loro necessaria visione dialettica, in grado
di riconferire senso e valore ai segni e alle forme che ci sono giunte in eredità dalla storia di fronte al
variare degli usi e delle funzioni.
Il progetto, cercando di intrecciare le ragioni della preesistenza con le innovazioni, il
costruito con la natura, più che delineare delle architetture prefigura dei luoghi e delle immagini di
paesaggio: la sequenza assiale ingresso - nucleo costruito - crepolata – rondò che viene confermata e
amplificata dal fondale gradonato disposto a ventaglio, il carattere di giardino murato del parco che
è potenziato dalla costruzione ex novo, la formazione di spazi a corte che riprendono la metafora
dell’hortus conclusus.
Si può dire che il progetto delinei una architettura attenta a dialogare sia con il parco sia con
il tessuto urbano circostante posto all’esterno dell’area. Sul lato verso il parco l’edificio, grazie alla
sua forma “avvolgente”,
abbraccia, portandolo dentro di sè il parco. Sul lato verso la città il
progetto cerca invece il confronto con la città esistente, con maniche lineari con tetti a doppia falda
che riprendono la trama urbana di Grugliasco.
La particolare configurazione a pettine del nuovo insediamento determina un altro elemento
particolarmente importante nella caratterizzazione qualitativa del progetto: la formazione di una
serie di corti quadrate e trapezoidali (nella porzione a rondò), che oltre a garantire l’affaccio delle
camere realizzate sul lato dell’edificio opposto al parco, ospitano le vie di accesso allo stesso
edificio.
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
Celati agli occhi del visitatore del parco, ma aperti verso la città e il tessuto urbano
circostante, le corti delimitate su tre lati dalla nuova costruzione e su uno dal muro esistente si
configurano come un susseguirsi di corti concluse e autosuffcienti, di micropaesaggi.
La scelta della tipologia a corte corrisponde alla volontà di riproporre anche all’interno della
nuova costruzione il tema e il linguaggio del giardino, favorendo inoltre – fatto davvero importante
nel caso di una Residenza Universitaria – il senso dell’appartenenza e dell’appropriazione dello
spazio da parte degli utenti.
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
DESCRIZIONE DEL PROGETTO DEFINITIVO
In corrispondenza dell’angolo Nord – Ovest dell’area di intervento viene prevista una piazza
aperta verso la città e verso il parco, un sorta di cannocchiale comunicativo tra la presenza naturale,
il parco, e la preesistenza urbana, il centro storico di Grugliasco. La piazza è delimitata da portici
caratterizzati dall’uso di laterizi faccia vista per i pilastri di sostegno e da un plancito di legno su
ordito di acciaio zincato per gli elementi orizzontali. I parapetti sono anch’essi metallici e la parte
terminale del terrazzo è caratterizzata dall’uso di mensole metalliche a sorreggere un plancito in
grigliato metallico. Questa soluzione vuole evidenziare la smaterializzazione dell’impianto
orizzontale del terrazzo - portico e costituire un richiamo ai concetti di ombreggiatura dei “velari”
sopra le scale di sicurezza e dei frangisole delle finestre. La piazza si caratterizza, come già
accennato, per la presenza della seduta lapidea (si immagina di usare materiale di provenienza
piemontese quali Gneiss, Diorite o Sienite) e dei pennoni metallici porta bandiera. La
pavimentazione è prevista in betonelle cementizie colorate con una differenziazione cromatica che
evidenzia il disegno a losanga atto a ricostituire un ordito di geometria latente da e verso il centro
città. È prevista una chiusura della piazza attraverso l’uso di cancellate metalliche che permettono
per la quasi totalità dello spazio di essere percettibile e contemporaneamente incorniciato entro una
delimitazione forte quali i muri di prosecuzione sul lato della via Berta e sul confine Nord.
La corte, accanto alla funzione anzidetta, ha un’ulteriore valenza: costituisce un elemento di
snodo, di mediazione tra il tessuto urbano circostante e il parco; è uno spazio atto a mitigare un
possibile senso di estraneità dell’area rispetto alla città causato sia dalla conformazione fisica (il
muro di recinzione) sia dall’inserimento di una destinazione “elitaria” legata ai mondi
dell’informazione, della cultura e dell’istruzione universitaria.
Il nuovo ingresso al parco viene ad aggiungersi a quello storico posto in asse con la parte
aulica della Villa e con la crepolata. Il nuovo ingresso permette l’attraversamento dell’area in
direzione Nord - Sud, l’inserimento del parco nella trama dei percorsi ciclo pedonali cittadini,
nonché la possibilità per gli studenti ospiti della Residenza Universitaria di raggiungere più
agevolmente il centro e i servizi di Grugliasco.
I dislivelli tra la piazza e il parco determinati dalla geomorfologia delterreno e dalla volontà
di abbassare di un metro la superficie di parcamento all’interno della ripa verde, vengono
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
agevolmente superati col posizionamento di una scalinata e di una doppia rampa di pendenza
inferiore all’8%. IL traguardo visuale tra la piazza e il parco è reso dal piano inclinato coperto di
PVC riciclato GREEN PARK con la messa a dimora di tappeto erboso per cui è segnato da una
continuità materica e cromatica col parco.
La destinazione commerciale si apre sotto i portici e verso la piazza con una estensione pari a
mq 260 e con una articolazione che si preciserà a seguito dell’uso olimpico. Per l’evento olimpico
sono previste una destinazione a reception, accoglienza, deposito bagagli per la manica destra della
piazza ed una cucina – free fl ow mensa, zona colazione per la manica sinistra.
L’impatto di tali attività sul complesso residenza – parco viene mitigato proprio dalla loro
stessa localizzazione ai margini dell’area: le attività commerciali e i pubblici esercizi, infatti, sono
separati dal parco e posti ai lati dello spazio porticato
La strategia seguita è stata quella di creare una serie di “ambienti” destinati all’uso esclusivo
dei pedoni, che accrescano quindi lo spazio pubblico del quartiere contribuendo alla sua
rigenerazione; la realizzazione di un luogo dove la gente si incontra, parla e celebra la propria
appartenenza alla vita collettiva e democratica. Tutte le aree esterne e quelle comuni sono accessibili
così come i percorsi verticali e di collegamento delle unità garantendo all’intero intervento quella
disponibiltà e vivibilità totale che costituisce obbiettivo primario del progetto.
Si è voluto eliminare l’effetto alienante della divisione della città in zone in cui avvengono
funzioni singolari e isolate, si è cercato continuità, senza interruzioni, fra pubblico, semi-pubblico e
privato e fra attività diverse.
Il costruito risulta essere diviso in due corpi dimensionalmente simili in grado di ospitare in
totale 433 posti letto.
L'inserimento delle attività commerciali e dei pubblici esercizi comporta la necessità di
individuare un sistema di percorsi di accesso e di ipotesi di delimitazioni variabili per coniugare le
esigenze delle diverse tipologie di utenti.
Nella descrizione seguente si intende per settore "A" l’edificio situato ad Ovest, per settore
"B" quello situato a Nord, per "corpi" gli edifici ortogonali alla ripa (quelli con tetti a falde), per
“collegamenti” quelli paralleli alla ripa (con tetti piani) e per "corti" gli spazi di pertinenza della
residenza delimitati dai corpi e dai collegamenti.
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PROGETTO DEFINITIVO
Nella definizione degli accessi agli edifici si è tenuto conto prioritariamente della necessità di
garantire la sicurezza degli utenti e la razionalità dei percorsi di distribuzione alle camere e agli
spazi di uso collettivo; individuando nelle corti interne i luoghi più facilmente sorvegliabili e nel
contempo tali da facilitare la comunicazione funzionale fra le diverse attività ospitate nell’edificio.
Al complesso di Villa Claretta sarà possibile accedere dall'ingresso su via La Salle; l'accesso
carraio sarà ordinariamente autorizzato solo per mezzi di servizio di limitata dimensione (per
forniture e manutenzione). Una serie di passerelle pedonali metalliche metteranno invece in
comunicazione il primo piano del Villaggio Media e la corte pubblica con lo stesso parco di villa
Claretta.
Da via Berta sarà possibile accedere alla corte pubblica e ai diversi cortili interni mediante
accessi pedonali e carrai che permettono l'ingresso e l'uscita ai mezzi dei Vigili del Fuoco e
garantiscono l'accostamento agli edifici; detti accessi, ad esclusione di quello della corte pubblica,
saranno accessibili ai soli ospiti del Villaggio Media.
Durante le ore serali, nelle quali saranno chiuse le attività commerciali ma aperti i pubblici
esercizi, sarà possibile accedere da via Berta alla corte pubblica attraverso le cancellate. E' prevista
però una chiusura in corrispondenza del tratto centrale dl portico per impedire l'accesso pubblico al
parco.
L’autorimessa di pertinenza del Villaggio Media / Residenza Universitaria è stata progettata
nello spazio compreso fra la ripa verde e la Residenza Universitaria stessa, in uno spazio a cielo
aperto. Una porzione di parcheggi sono fronte stanti l’edificio e divisi dalla zona di transito dalla
seco nda porzione coperta da un pergolato verde. La pergola si imposta su un filare di pilastri ed una
struttura orizzontale in grigliato metallico atta ad accogliere il rampicante che trova dimora sulla
sommità della ripa. L’accesso all’autorimessa avviene, in prossimità del lato Sud del settore A
attraverso una rampa carrabile di collegamento con via Berta. La quota di collocazione dei
parcheggi è stata ricavata a –1 metro rispetto alla quota stradale della via Berta e alla quota del
parco. Con tale soluzione si rende possibile un ulteriore occultamento delle automobili dagli spazi
comuni ricavati al piano terreno e fronteggiati dalla ripa verde nel suo lato dirimpetto all’edificio.
L’intera pavimentazione dei parcheggi e delle aree di manovra è prevista in grigliato Green Park in
pvc riciclato. L’aspetto del passaggio tra l’edifico e la ripa sarà quindi mitigato ulteriormente dalla
presenza dell’erba che caratterizza la forma finale della posa Green Park.
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
Per quanto concerne lo standard di dotazione a parcheggio da piano regolatore è stato
rispettato secondo i seguenti parametri:
Superficie a parcheggio derivata dalla quota commerciale : 1 mq di parcheggio per 1 mq di
sup. commerciale poiché la sup. commerciale < 400 mq = 260 mq di parcheggio derivato dalla
quota della Sul commerciale e dall’art. 25 C.R. n. 563-13414 del 29/10/99 (che non si applica come
valore integrativo poiché la porzione di Sul commerciale è inferiore ai 400 mq)
Superficie a parcheggio derivante dalla quota pertinenziale (Ex Legge Tognoli) : 1 mq di
parcheggio ogni 10 mc di volume realizzato pari a 12.000 mq x 3m = 36.000 mc
36.000 mc / 10 mc = 3.600 mq di parcheggio pertinenziale
Superficie totale di parcheggio commerciale più pertinenziale 3.600 mq + 260 mq = 3.860
mq
Superficie di parcheggio in progetto 4.010 mq > 3.860 mq
Superficie singolo parcheggio 2,5m x 5m
Parcheggi per portatori di handicap n. 4 (3.6m x 5m) collocati presso la piazza per
minimizzare i tempi e gli spazi da percorrere verso la residenza (maggiore dello standard 1
parcheggio disabili ogni 50 parcheggi)
Numero parcheggi totali risultanti in progetto 150 + 4 disabili = 154
Al di sotto della ripa sono collocati i locali tecnici e la vasca di raccolta delle acque da
utilizzare per l’irrigazione degli spazi verdi.
Per quanto riguarda la normativa vigente in materia di prevenzione incendi si sottolinea
come la soluzione scelta nella realizzazione dell’autorimessa, essendo in gran parte a cielo aperto,
garantisca il massimo della sicurezza. Non esistono aree con superficie di parcamento superiore a 9
unità e quindi soggette a prevenzione incendi
Per quanto riguarda la descrizione dei piani fuori terra ci si riferisce in seguito
indifferentemente al settore "A" per quanto concerne l’edificio situato ad Ovest, per settore "B" per
quello situato a Nord, per "corpi" gli edifici ortogonali alla ripa (quelli con tetti a falde), e per
“collegamenti” quelli paralleli alla ripa (con tetti piani) e per "corti" gli spazi di pertinenza della
residenza delimitati dai corpi e dai collegamenti.
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
Al piano terra, in posizione centrale, rispetto ad ogni cortile interno, sono situati spazi di
accesso al Villaggio Media/Residenza Universitaria. Rispettivamente da una quota 0.0 ad una quota
più 30 cm con una rampa di pendenza pari all’8% realizzata in betonelle colorate si passa dagli
accessi aperti sulla via Berta al pianerottolo delle scale e all’ingresso sul corridoio di distribuzione.
La distribuzione ai diversi piani avviene attraverso una serie di elementi di collegamento
verticale – scale e ascensori – ospitati all’interno dei sopra descritti cortili.
La distribuzione orizzontale alle camere e agli spazi di uso collettivo (cucine e spazi
ricreativi) avviene invece mediante corridoi centrali su cui si affacciano le diverse camere per
quanto riguarda i corpi principali e attraverso una sorta di “distribuzione a ballatoio” chiusa, per
quanto riguarda le maniche di collegamento.
Gli spazi comuni, progettati al piano terra, nelle aree fronte parco, sono destinati a mutare la
loro destinazione: nella prima fase (olimpica) potranno essere adibiti a sale per riunioni o sale
attrezzate per lo svolgimento delle attività degli operatori media e successivamente saranno
riconvertiti in locali cucina, sale studio, sala tv, sala fotocopie / plottaggio ecc. cioè in locali comuni
ad uso degli studenti, secondo gli standard dimensionali richiesti dal DM 9 maggio 2001 n. 118 (e
riportati come dimostrazione dimensionale nelle tavole di progetto) .
A tal fine è stata predisposta la dotazione impiantistica relativa alla destinazione definitiva
per minimizzare il costo del mutamento d’uso.
Al piano terreno, oltre ai locali di uso comune, trovano collocazione i già citati spazi
commerciali che si affacciano sulla piazza pubblica e complessivamente 34 stanze singole, 7 stanze
singole per disabili e 20 stanze doppie per un totale di 71 posti letto.
Al piano primo sono presenti 86 stanze singole, 7 stanze singole per disabili e 43 stanze
doppie per un totale di 179 posti letto.
Al piano secondo, infine, sono collocate 90 stanze singole, 7 stanze singole per disabili e 43
stanze doppie per un totale di 183 posti letto.
Dovrà essere valutato inoltre il fatto che alcuni spazi funzionali, quali la biblioteca e gli spazi
studio per studenti non residenti, sono stati previsti nel progetto preliminare dell’insediamento
universitario relativo al nuovo Polo Scientifico dell’Università della Città di Torino consegnato nel
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
giugno 2001 e saranno localizzati a breve distanza dalla Residenza Universitaria oggetto del
presente progetto.
Per quanto riguarda i requisiti igienico - sanitari, il progetto garantisce il rispetto della
normativa vigente in materia, in particolare il D.M. 05.07.1975, il Regolamento Edilizio comunale,
il Regolamento Comunale d'Igiene, la normativa per il superamento delle barrire architettoniche
legge 13 / 89 e DM 236 / 89. In particolare è garantito il requisito dell’ Accessibilità per tutti gli
spazi esterni, le parti e i servizi comuni, ed è rispettato lo standard che richiede il requisito della
visitabilità di tutti gli altri spazi. Si rispetta (e si supera) inoltre la percentuale richiesta (pari al 5%
sul totale) del numero di stanze per disabili (21 stanze > 17).
Per quanto riguarda i requisiti di comfort e sicurezza in relazione alle dotazioni
impiantistiche, sono stati definiti i principali requisiti di qualità degli ambienti interni con
riferimento a:
- comfort termoigrometrico
- qualità dell’aria
- illuminazione naturale e artificiale
- qualità acustica e fonoisolamento
Per la definizione in termini prestazionali di tali requisiti si rimanda alle relazioni tecniche
specialistiche. In particolare per il comfort termoigrometrico e la qualità dell’aria ci si riferisce alla
relazione tecnica che esplicita la strategia di ventilazione ibrida (naturale ed artificiale) degli
ambienti, per l’areo illuminazione alla relazione dedicata agli standard relativi e redata per essere
sottoposta all’A.S.L. competente, per il comfort acustico alla relazione relativa circa il potere
fonassorbente dei materiali, ai limiti imposti dalla normativa e alle strategie per ottemperare ai
medesimi limiti .
Sono stati inoltre considerati i requisiti di sicurezza, di manutenibilità degli impianti e di
massima flessibilità in relazione alla utilizzazione degli edifici.
Le principali dotazioni impiantistiche richieste per il Villaggio Media di Villa Claretta
possono essere schematicamente raggruppate nelle seguenti categorie:
livello di edificio:
- impianti fluidomeccanici (climatizzazione, antincendio, idrico-sanitario)
- impianti elettrici (illuminazione di servizio e di emergenza, distribuzione di potenza e
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
di segnale impianto di terra, rifasamento, gruppi elettrogeni e di continuità)
- impianti ausiliari (sistema di supervisione, regolazione impianti tecnologici,
rivelazione incendi, diffusione sonora, antenna TV, cablaggio strutturato,
antintrusione, sistemi di illuminazione naturale)
livello comprensoriale:
- impianti fluidomeccanici (teleriscaldamento, antincendio, rete fognaria, recupero
acque meteoriche, irrigazione)
- impianti elettrici di potenza (cabine di consegna e trasformazione, reti di distribuzione MT,
illuminazione aree esterne).
LA SCELTA DEI MATERIALI.
La scelta dei materiali è stata accuratamente studiata per definire un rapporto misurato e
calibrato tra i nuovi edifici e il complesso del parco, in considerazione del vincolo ai sensi della
legge 1.6.1939 n. 1089. E’ stata individuata una tipologia di materiali che può essere compatibile
con la preesistenza storica. In particolare si sono volute distinguerele composizioni materiche e
cromatiche dei corpi di fabbrica coperti a falda e di quelli di collegamento con tetto piano. I primi
sono caratterizzati da un rivestimento laterizio in mattoni faccia vista articolato secondo corsi che ne
determinano un ritmo di tessitura e di increspatura della facciata onde esaltarne la matericità, pur in
uno stile di rarefazione e semplificazione dell’orditura. I secondi sono caratterizzati
dalla
articolazione più generosa dimensionalmente parlando, dai serramenti protetti dai frangisole e
stagliati sul fondale monocromatico dell’intonaco. I cortili interni accolgono nella loro porzione
centrale di prospetto, una facciata caratterizzata da serramenti a tutta altezza tra soletta e soletta,
protetti da elementi frangisole. Le coperture a falda sono caratterizzate da tegole laterizie alla
portoghese per inserirsi sia a livello cromatico sia a livello formale col contesto della villa e delle
preesistenze sullo sfondo del centro cittadino. Le scale di accesso ai corpi di fabbricasono realizzate
in acciaio zincato sia per quanto riguarda la struttura portante, sia per tutti gli elementi secondari
costitutivi (pedate, mancorrenti, parapetti). Le pedate hanno una finitura antiscivolo e l’intera
struttura è protetta dagli genti atmosferici da una falda anch’essa in lamiera metallica zincata e
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
verniciata. I Serramenti che costituiscono le pareti su cortile dei corpi di fabbrica privi di falde (lato
nuova via Berta) sono realizzati in vetro camera per la quota eccedente l’altezza di m 1,10 mentre
per la parte inferiore sono realizzati in vetro stratificato e con cartteristiche di sicurezza come
previsto dalla norma UNI 7697 (criteri di sicurezza nelle applicazioni vetrarie). L efaldalerie di
raccordo facciata copertura, le gronde e i pluviali sono realizzati in metallo ( rame o zinco titanio)
spessore 8/10mi. I marciapiedi che contornano l’edificio in betonelle autobloccanti colorate così
come la piazza che si apre verso il centro di Grugliasco. Gli spazi liberi tra edificio e ripa verde
nonché tutte le aree pedonali diverse dalla piazza e dai marciapiedi in green park (PVC riciclato
colorato verde).
INDIRIZZI
ADOTTATI
PER
LA
REDAZIONE
DEL
PROGETTO
DEFINITIVO.
INDIRIZZI GENERALI.
Per la redazione del progetto definitivo si è tenuta in considerazione la destinazione finale
del complesso a Residenza Universitaria.
L'aspetto gestionale.
Il collegio universitario, in quanto istituzione compresa nell’ambito del diritto allo studio,
deve essere in grado di offrire un servizio di accoglienza agli studenti che lo distingua da una
semplice casa albergo, dove gli studenti si limitano a trovare il semplice servizio abitativo. Per
questo motivo diventano importanti il ruolo e le funzioni attribuite alla gestione che non si riducono
al controllo del buon funzionamento della struttura al pari di una direzione alberghiera, ma
indirizzano e promuovono la crescita culturale degli utenti. La strutturazione del sistema delle
funzioni gestionali, così come quella del sistema delle funzioni degli studenti, condiziona fortemente
l’indirizzo educativo che si intende attribuire alla istituzione collegio. In tal senso la presenza di un
rettore, che abita a contatto con gli studenti, seguendone la regolarità dell’impegno scolastico (così
come succede nei casi di alcune città universitarie di consolidata tradizione collegiale come Pavia),
o di un responsabile del funzionamento della struttura sul posto in orario di ufficio, connotano
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
fortemente il collegio come istituzione educativa. Infatti qui lo studente non trova soltanto
l’accoglienza necessaria a consentire lo svolgimento delle funzioni di base necessarie a rendere
possibile lo studio, ma, soprattutto nel momento del passaggio dalla scuola superiore all’università,
le condizioni di protezione e di minimizzazione dell’impatto della nuova organizzazione scolastica.
A partire da queste considerazioni le funzioni della gestione saranno suddivise in: Funzioni
di tutoraggio interno: quelle derivanti dal ruolo specifico del collegio universitario di vigilanza e
assistenza degli utenti, gestite dalla stessa istituzione, sono legate alla presenza di personale
specifico che assume tali compiti quali il rettore o direttore responsabile, il portiere / custode
Funzioni di tutoraggio esterno: l’aumento della domanda di un servizio di tutoraggio
didattico nelle università e da queste promosse e gestite, potrebbe trovare un’integrazione e una
collocazione nelle residenze universitarie attraverso l’accordo tra atenei ed enti per il diritto allo
studio.
Funzioni di servizio: insieme di attività di direzione, archiviazione dei dati, controllo dei
servizi, gestione attrezzature arredi e biancheria, pulizia e manutenzione.
Il modello insediativo.
L’insediamento attualizza il modello storico italiano di residenza universitaria nel quale il
sistema di spazi organizzato per aree funzionali è collegato alle strutture didattiche e integrato nel
contesto urbano. In questo modo la residenza, pur svincolata organizzativamente dalle facoltà, ne è
legata in quanto la localizzazione permette una facile accessibilità e i suoi servizi possono essere
parzialmente ridotti in considerazione della complementarità sia con quanto offerto dagli atenei, sia
con quanto messo a disposizione dal centro urbano.
Il tipo distributivo.
Dal punto di vista distributivo le più recenti realizzazioni non presentano più un modello
unico, ma le regole di organizzazione degli ambienti fanno riferimento sostanzialmente a quattro tipi
fondamentali: ad albergo, a minialloggi, a nuclei integrati, misto.
Il progetto di Villa Claretta fa riferimento principalmente al tipo a nuclei integrati. Il tipo a
nuclei integrati prevede gruppi fino a 20 studenti ospitati in camere a 1 o 2 letti ciascuno dei quali fa
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
riferimento per alcune funzioni ad uno spazio comune (in questo caso la uccina) dando origine a
nuclei separati di utenza nucleo
(
primario di utenza). Ogni nucleo primario di utenza ha a
disposizione altri spazi comuni da condividere però con un numero più o meno elevato di altri nuclei
primari a seconda della destinazione d’uso dello spazio funzionale formando nuclei secondari (sale
studio, sala riunioni, lavanderia). L’integrazione totale tra tutti i componenti di tutti i nuclei avviene
solo in alcuni spazi specifici. Si attua in questo modo una utilizzazione graduale e differenziata degli
ambienti comuni da parte di gruppi di utenza sempre più numerosi. In particolare le cucine e gli
spazi funzionali comuni, pur separati tra loro per garantire la gradualità di comunicazione e di
socializzazione dei gruppi, sono distribuiti al piano terreno. Questa scelta ottimizza l’uso degli spazi
medesimi diminuendo le sovrapposizione dei flussi distributivi di utenza, e massimizza
l’omogeneità dei livelli di comfort (luce affaccio visuale isolamento acustico ecc) delle varie unita
ambientali minime (stanze).
Il tipo a nucleo integrato appare il più idoneo a mediare tra le esigenze di privacy e il bisogno
di socializzazione dell’utenza. La distribuzione a nuclei parzialmente autonomi consente allo
studente di essere inserito in un ristretto gruppo di persone con cui spartisce pochi spazi comuni, ma
allo stesso tempo dispone a piacimento della privacy della propria stanza. L’integrazione tra l’intera
popolazione residente avviene gradualmente attraverso la mediazione del piccolo gruppo, favorendo
in questo modo una socialità determinata nei modi, tempi e forme dagli stessi soggetti e in grado di
permettere la comunicazione tra tutti i residenti.
L'aspetto quantitativo.
I 433 posti letto in progetto costituiscono un momento importante verso la soluzione del
problema della residenza universitaria nell’area torinese. Infatti, nonostante l’impegno degli ultimi
anni dell’Ente per il Diritto allo studio della Regione Piemonte (EDISU), la situazione permane in
uno stato di grave carenza sia rispetto ad altre realtà universitarie italiane, sia nei confronti degli
standard europei.
E’ necessario considerare che gli atenei della regione esercitano un livello di polarità medio
alto rispetto alla popolazione studentesca2 0 nazionale e che, nello specifico della città di Torino,
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
nell’ultimo decennio il peso sociale ed economico dell’Università è notevolmente aumentato: ogni
200 torinesi sono presenti 10 universitari di cui 1 proviene da regioni esterne al Piemonte.
Contemporaneamente anche la propensione degli studenti ad utilizzare il servizio
residenziale pubblico è notevolmente aumentata: dal 1995 al 2000 le domande presentate all’EDISU
del Piemonte si sono incrementate del 200% poiché la residenza universitaria non è più vista come
soluzione abitativa ghettizzante, ma piuttosto come comunità educativa.
In questo quadro generale, l’offerta pubblica di residenze universitarie, per l’anno
1999/2000, si è attestata su 670 letti in grado di soddisfare 1,45% degli studenti universitari in
corso2 1 ; anche aggiungendo a questi i 1272 posti messi a disposizione dalle istituzioni collegiali a
carattere privato si raggiunge, nell’area torinese, un rapporto tra posti letto e iscritti in corso pari al
4,22%, soglia, in ogni caso, largamente inferiore a quel 10% che costituisce il valore minimo cui si
riferiscono gli atenei europei.
Nelle ipotesi quantitative formulate nel Rapporto di ricerca “Indicazioni per la progettazione
delle residenze universitarie a Grugliasco” del dicembre 2000 venivano formulate 5 proposte :
- 180 posti: per soddisfare tutte le domande presentate all’EDISU da iscritti alle Facoltà del
Polo scientifico
- 433 posti: per soddisfare il 7% degli iscritti alle facoltà del Polo Scientifico secondo le
indicazioni del MURST
- 643 posti: dare un posto a tutti i residenti fuori regione o stranieri iscritti alle facoltà del
Polo scientifico
- 690 posti: per equiparare l’offerta verso gli iscritti alle facoltà del Polo Scientifico a quella
europea (10%)
- 3484 posti : per dare un posto letto a tutti i residenti fuori dall’area metropolitana torinese
iscritti alle facoltà del Polo Scientifico.
Il progetto, con i suoi 433 posti letto rappresenta la possibilità di assegnare un posto al 7%
degli iscritti in corso alle Facoltà insediate a Grugliasco, percentuale indicata dal MURST nel 1998
come obiettivo minimo da raggiungere sul territorio nazionale nell’arco di un decennio per
avvicinare la situazione italiana agli standard europei (10% media tra Francia, Germania,
Inghilterra…). Per altro, pur nella sua consistenza, l’insediamento lascerebbe ancora spazio alla
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
domanda di residenze verso il mercato privato disponibile nell’ambito del territorio di Grugliasco e
dei comuni limitrofi.
L'aspetto funzionale.
L’organizzazione dei volumi e la distribuzione degli spazi dovràessere pensata in relazione
a:
- la possibilità di accogliere nella residenza un’utenza differenziata (studenti universitari di
primo, secondo e terzo livello, studenti stranieri, borsisti, professori in visita)
- l’attenzione particolare alla gestione della strutture
- l’attenzione ad offrire un servizio pedagogico di completamento del percorso formativo
universitario
- l’attenzione particolare alle esigenze degli studenti di individualità e socialità nella
fruizione
- la possibilità di accesso e fruizione per l’utenza portatrice di handicap
- l’attenzione al contenimento degli spazi e di conseguenza dei relativi costi di costruzione e
gestione
Le ipotesi formulate nello Studio di Fattibilità di settembre 2001 con la definizione dei
relativi spazi funzionali derivano dagli studi specifici che la Città di Grugliasco ha avviato nel 2000
nella prospettiva dell’insediamento del Polo Scientifico, e soprattutto dalle indicazioni contenute
negli allegati al decreto del MURST di cui all’art. 1, comma 4 della Legge 14.11.2000, n. 338 che
definiscono Gli standard minimi dimensionali e qualitativi e le linee guida relative ai parametri
tecnici ed economici concernenti la realizzazione di alloggi e residenze per studenti universitari
previsti dalla medesima legge. Rispetto alle indicazioni ministeriali è stato diminuito il peso di
alcune funzioni didattiche (biblioteca, spazi di studio per studenti non residenti…) poiché la
vicinanza delle residenze agli edifici universitari permette di poter usufruire di strutture di maggior
efficienza e più attrezzate qui presenti.
E’ stato previsto il frazionamento del volume di nuova edificazione in due complessi
indipendenti, con capacità insediativa totale di 433 residenti, offrendo l’opportunità di scambio
relazionale e di scelte amicali tra tutti i residenti.
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
La dimensione individuata permette alla direzione di esercitare un’azione di guida e
tutoraggio che distingue la residenza universitaria da un semplice servizio residenziale e legittima
interventi pubblici di questo tipo.
Per questo motivo si sono proposti edifici dotati ciascuno dei propri spazi funzionali
autonomi ed articolati in modo da poter essere gestiti e amministrati in modo indipendente e di
conseguenza anche per le funzioni di gestione sono stati individuati idonei spazi specifici.
Uno degli aspetti più difficili della progettazione della residenza universitaria è rappresentato
dai bisogni conflittuali che l’utenza studentesca esprime: se da una parte infatti l’adesione alla scelta
del collegio è determinata ormai dalla volontà di vivere in una comunità che faciliti processi di
conoscenza e socializzazione, dall’altra i tempi e i modi dello studio universitario impongono la
disponibilità di momenti di isolamento e concentrazione. Tutto questo deve riflettersi sulle scelte
distributive; l’organizzazione spaziale deve consentire allo studente di decidere quando e dove
appartarsi attraverso una struttura dotata di una varietà di ambiti differenziati che consentano la
praticabilità di attività individuali, attività in gruppi medio piccoli, attività comuni a tutti i residenti.
Per questo sono stati previsti ambiti privati e ambiti collettivi di svolgimento di attività comuni di
tipo socializzante in cui siano presenti i diversi livelli di fruizione e appropriazione dello spazio sia
da parte dei piccoli gruppi che di quelli di maggiori dimensioni.
La quantificazione degli spazi funzionali.
Il presente progetto, pur non essendo pienamente conforme al Decreto MURST 09.05.2001
“Standard minimi dimensionali e qualitativi e linee guida relative ai parametri tecnici ed economici
concernenti la realizzazione di alloggi e residenze per studenti universitari di cui alla legge 14
novembre 2000 n°338 (decreto n°118)” (G.U. s.o. n°117 del 21/05/02), è stato redatto sulla base
delle richieste del TOROC ed in accordo con l’E.D.I.S.U..
Tuttavia la definizione degli spazi funzionali si riferisce sostanzialmente, con alcune
precisazioni, alle proposte del decreto ministeriale di cui all’art. 1, comma 4 della Legge
14.11.2000, n. 338; esso ne definisce quantità e qualità tenendo conto della loro differente
utilizzazione a seconda dell’uso che può essere: continuo e esclusivo o discontinuo ed a rotazione.
Infatti, mentre la camera con bagno è di uso esclusivo e continuo per gli assegnatari, gli altri spazi
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
funzionali (sale studio, sale giochi, palestra, hall…) devono essere progettati in relazione ad un uso
discontinuo e a rotazione soprattutto perché i modelli di vita comunitaria attuali sono caratterizzati
non più dalla contemporaneità delle azioni di tutti i residenti, ma piuttosto dalla tendenza sempre più
diffusa a svolgere le stesse attività con tempi differenziati e variabili nell’arco dell’intera giornata.
Tutti gli spazi funzionali diffusi si dovranno riferire come superficie e numero agli utenti a
rotazione (numero dei soggetti che contemporaneamente lo utilizzano secondo turni; parametrato
sull’osservazione effettuato sull’uso reale delle varie unità spaziali, indica quanti utenti al massimo
vi possono essere ospitati) ed agli utenti totali frazionati (numero di tutti i potenziali utilizzatori con
tempi differenziati). Nell’ipotesi proposta solo per lo spazio collettivo della cucina di area è stata
pensata una corrispondenza tra utenti totali frazionati e utenti a rotazione in quanto la richiesta di
questo spazio, sconosciuto nelle residenze tradizionali fino a qualche anno fa sta notevolmente
crescendo al punto che le ristrutturazioni delle vecchie strutture vanno in questa direzione
sacrificando anche alcuni posti letto.
La fruizione degli spazi per i portatori di handicap è garantita oltre che dalla progettazione
dall’abbattimento delle barriere architettoniche negli spazi comuni e nel connettivo, dalla riserva di
oltre il 5% di posti alloggio. I posti alloggio sono distribuiti uniformemente negli edifici.
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
La tabella seguente riprende le prescrizioni contenute nel bando e ne evidenzia il rapporto con le
risposte progettuali.
TABELLA PRESCRITTIVA PER GLI SPAZI FUNZIONALI
spazi residenziali
superficie netta mq
camera singola con bagno
= 17,0 complessiva
17,5
camera singola accessibile con bagno
= 21,0 complessiva
camera doppia con bagno
= 25,0 complessiva
cucina di gruppo
1,75 mq/utente
servizi culturali e ricreativi sala studio
sala riunioni
= 1,9 mq/utente
sala video-musica
sala giochi
supporto
RISPOSTA PROGETTUALE
superficie netta mq
servizi igienici accessibili di piano
DM 236/88
N° utenti complessivo = 433
SPAZI FUNZIONALI
21,9
24,9
23,8
26,4
696 (1)
756 >
823 <
888 (2)
vedi nota (3)
(1) 433 x 1,75 = 756 > 696. E' consentito che la cucina possa essere utilizzata a rotazione con continuità del 50 % per cui,
essendo il n° di posti a sedere nei locali cucina pari a 288 > 217 (= 50% di 433), si ritiene che il requisito sia comunque
soddisfatto.
(2) 433 x 1,9 = 823
(3) Vedi relazione ai sensi della normativa per l'eliminazione delle barriere architettoniche: L 13/89 e DM 236/90
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
INDIRIZZI ARCHITETTONICI E FIGURATIVI.
Il disegno e la composizione delle facciate rappresentano un elemento centrale per il
raggiungimento di un elevato livello qualitativo della nuova costruzione.
In particolare, al disegno del muro – facciata e della ripa verde è affidato il delicato compito
di definire il nuovo fondale del parco e il rapporto con le preesistenze.
La ripa verde, costituisce l’importante “piede”
figurativo staccato, ma integrato col
prospetto sul parco e funge da fondale - quinta che minimizza l’incombenza del prospetto medesimo
dal punto .
Le facciate che prospettano sulle corti interne e sulla corte pubblica che collega la città al
parco saranno invece caratterizzate da un disegno compositivo di tipo geometrico, che potrà
sottolineare tramite ampie aperture finestrate le scansioni verticali e orizzontali determinate dal
passo regolare delle camere e della struttura portante.
Particolare attenzione è prestata al disegno delle testate delle maniche secondarie, in quanto
sia sul lato del muro – facciata, dove con la loro altezza superano il corpo che fa da limite al parco,
sia sul lato lungo via Berta, questi prospetti assumono un ruolo centrale nella caratterizzazione del
luogo e dell’ambiente costruito.
INDIRIZZI IN RELAZIONE ALLE ESIGENZE MANUTENTIVE.
Per quanto riguarda l’accessibilità degli elementi tecnici del sistema edilizio, intesa come
possibilità di raggiungerli agevolmente per le operazioni manutentive, essi sono definiti in modo tale
da consentire la massima semplicità ed economicità degli interventi.
La manutenzione del complesso di nuova edificazione sarà agevolata dalla possibilità di
raggiungere con i mezzi e le strutture idonee ad eseguire la manutenzione tutte le corti, secondo il
sistema degli accessi delineato nel paragrafo "Descrizione del progetto".
Per la manutenzione della ripa verde si prevede l'utilizzo di un mezzo di limitate dimensioni
che ha la possibilità di accedere all'area dall'ingresso al parco e alla autorimessa posto su via Berta
in prossimità dell'ultima manica secondaria a Sud dell'edificio "A" senza interferire con i percorsi
degli utenti degli edifici; la ripa stessa è prevista con una conformazione tale da consentire di
accedervi facilmente ed eseguire una manutenzione periodica.
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
Si forniscono di seguito alcune ulteriori indicazioni :
- è prevista l’accessibilità al sottotetto dalle scale antincendio dell’edificio (rispettivamente i
corpi estremi dei settori A e B) per eseguire agevolmente ed economicamente le attività di controllo
e verifica del manto di copertura e le più minute operazioni di manutenzione
- sarà scelta, per le sistemazioni verdi, le specie di alberi, arbusti, tappezzanti e rampicanti la
più alta resistenza alle malattie, agli infestanti e ai parassiti
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PROGETTO DEFINITIVO
Superamento ed eliminazione delle barriere architettoniche
aspetti normativi
Il D.P.R. 503/1996 “Regolamento recante norme per l’eliminazione delle barriere
architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici” definisce alcune prescrizioni tecniche, di cui se
ne riporta una parte:
Le PORTE devono essere facilmente individuabili e manovrabili; devono avere adeguati
spazi antistanti e retrostanti. La luce minima prevista è di 75 cm per le porte interne, e di 80 cm per
le porte di accesso agli edifici ed alle unità abitative. Le porte non devono aprirsi su corridoi,
creando così intralcio al passaggio. La distanza tra la parete e lo stipite, quando possibile, deve
essere maggiore di 50 cm, in modo da rendere più agevole l’apertura della porta da parte di un
invalido su carrozzella. Se consecutive, le porte devono essere postead una distanza di almeno 1,70
m fra di loro. Le maniglie devono essere ad un’altezza da terra compresa tra gli 85 ed i 95 cm; e
quando possibile devono essere maniglie a leva. I sistemi di chiusura devono essere sbloccabili
anche dall’esterno, in particolare quelli dei bagni. Si consigliano porte di tipo: scorrevole, a libro,
automatico; ed il materiale con cui le stesse sono costituite dovrebbe garantire un’agevole
manovrabilità in rapporto al suo peso. Per le porte ad anta singola si suggerisce una luce massima di
120 cm. Quando sono previste superfici vetrate all’interno del pannello della porta, i vetri
dovrebbero essere posti oltre i 40 cm dal pavimento, in modo da garantire sempre la resistenza
all’urto ed all’usura di quelle parti dei serramenti che sono più facilmente esposti.
I PAVIMENTI nelle parti comuni e negli edifici di uso pubblico devono essere di tipo: non
sdrucciolevole, con fondo compatto e piano, privo di sconnessioni. I dislivelli, da superarsi con
rampe, debbono essere segnalati con variazioni cromatiche, così come si consiglia l’uso di materiali
differenti, o semplicemente di colore diverso, per segnalare percorsi diversi. I giunti tra i vari
elementi devono essere al massimo di 5 mm; le maglie di eventuali griglie non devono essere
superiori ai 2 x 2 cm. Le soglie, di altezza massima pari a 2,5 cm, devono essere arrotondate; la
distanza minima fra due soglie successive deve essere di 1.50 m; le soglie dovrebbero essere
realizzate con materiali atti ad assicurarne l’immediata percezione visiva ed acustica. Gli zerbini
devono essere incassati, in modo da evitare ogni dislivello.
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
Gli INFISSI ESTERNI debbono essere facilmente manovrabili ed apribili. La traversa
inferiore dell’anta apribile deve essere sagomata e protetta. Le maniglie devono essere ad un’altezza
da terra compresa tra i 100 ed i 130 cm, ed essere preferibilmente del tipo a leva. Le finestre ed i
parapetti devono consentire la libera visuale alle persone sedute (pertanto la parte opaca del
parapetto deve arrivare ad un’altezza massima di 60 cm da terra. Gli infissi situati lungo le vie di
uscita, per problemi di sicurezza, devono essere apribili verso l’esterno, o nel senso del deflusso.
Per quel che riguarda gli ARREDI FISSI: Si deve considerare che questi devono essere
utilizzabili anche da persone in carrozzina (ad es.: la cassetta della posta deve essere ad un’altezza
massima di 140 cm da terra; i tavoli per il contatto con il pubblico devono avere uno spazio libero
anteriore minimo di 150 cm, e laterale di 120 cm; le transenne guida persone, adeguatamente fissate
al pavimento, avranno lunghezza massima pari a 4 m, e larghezza utile minima di 70 cm, il
corrimano sarà posto ad un’altezza massima di 90 cm e quest’ultime saranno interrotte a una
distanza minima dal tavolo pari a 120 cm; tra gli sportelli per il pubblico almeno uno deve essere
dotato di piano d’utilizzo ad un’altezza di 90 cm; …). Si devono sempre prevedere idonei spazi
d’attesa con un congruo numero di posti a sedere.
Per quanto concerne invece i TERMINALI DEGLI IMPIANTI: la dotazione impiantistica (i
pulsanti, le manopole di comando, prese, apparecchi telefonici, …) deve essere utilizzabile
agevolmente da chi è costretto sulla sedia a ruote (altezza: compresa tra i 40 ed i 140 cm) e da chi si
trova in condizioni di scarsa capacità visiva.
Quando le CUCINE si trovano in spazi limitati sono da preferirsi porte scorrevoli o a libro.
Lo spazio sottostante al lavello ed alle apparecchiature per la cottura dei cibi deve essere minimo di
70 cm dal pavimento.
Quando sono previsti BALCONI o TERRAZZE, la soglia tra esterno ed interno e/o la
traversa delle porte-finestra devono consentire il transito di una persona in carrozzina. Il parapetto
deve avere altezza minima pari a 100 cm e non deve essere attraversabile da una sfera di diametro
pari a 10 cm. In almeno una zona del balcone deve essere inscrivibile in pianta una circonferenza di
diametro pari a 140 cm.
I PERCORSI ORIZZONTALI devono avere andamento quanto più possibile regolare e
devono essere evidenziate eventuali variazioni di livello. La larghezza minima prevista è di 100 cm,
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
con allargamenti ogni 10 m. La larghezza necessaria per consentire la rotazione completa di una
carrozzella è di 1.50 m. La pavimentazione deve essere antisdrucciolevole e non infiammabile.
Per quel che riguarda i SERVIZI IGIENICI ci sono precise prescrizioni tecnico
dimensionali: L’accostamento laterale al wc ed al bidet è di 100 cm dall’asse dell’apparecchio
sanitario; L’accostamento frontale al lavabo è di 80 cm dal bordo anteriore dello stesso; L’asse del
wc e del bidet deve essere posto ad una distanza minima dalla parete laterale di 40 cm, il bordo
anteriore a 75-80 cm dalla parete posteriore ed il piano superiore a 45-50 cm dal piano di calpestio;
Il piano superiore dei lavabi deve essere ad un’altezza di 80 cm dal piano di calpestio; La doccia
deve essere a pavimento, dotata di sedile ribaltabile e doccia a telefono; In corrispondenza del wc
deve essere previsto un corrimano ad un’altezza di 80 cm dal piano di calpestio e di diametro pari a
3-4 cm, se fissato a parete, deve distare dalla stessa almeno 5 cm; I lavabi devono essere del tipo
senza colonna, con sifone preferibilmente accostato o incassato a parete; Wc e bidet sono preferibili
se di tipo sospeso; Devono preferirsi rubinetti con manovra a leva e con erogazione dell’acqua calda
regolabile mediante miscelatori termostatici; Si deve predisporre un campanello di allarme in
prossimità del wc; Le porte, se non di tipo scorrevole, devono aprire verso l’esterno.
Le SCALE devono avere andamento regolare ed omogeneo (eventuali variazioni devono
essere precedute da ripiani); l’alzata e la pedata devono quindi mantenersi costanti per tutti i gradini;
come deve essere mantenuto invariato il numero di gradini per ogni rampa delle scale comuni e di
quelle degli edifici pubblici. Per quel che riguarda le scale di uso pubblico e quelle comuni si
devono rispettare le seguenti dimensioni: Larghezza minima: 120 cm; Pedata minima: 30 cm;
Rapporto alzata/pedata: 2a + p = 62–64 cm (si consigliano alzate di 15 cm e pedate di 33 cm). Per
quanto possibile sono preferibili i gradini con pianta rettangolare, a spigoli arrotondati, con alzata
leggermente inclinata in modo da formare con la pedata un angolo di 75°-80°, a disegno continuo
senza aggetto della pedat a sull’alzata, rivestiti con materiale antisdrucciolo. Sono da evitare gli
scalini aperti con vista nel vuoto e i gradini iniziali e terminali non dovranno sovrapporsi a spazi di
circolazione. Ogni rampa di scala deve essere formata da non più di 10-12 alzate, si consiglia una
larghezza della scala di 150 cm, in modo da consentire il passaggio di due persone
contemporaneamente. Il parapetto deve avere altezza minima pari a 100 cm (consigliabile: 120 cm),
e non essere attraversabile da una sfera di diametro pari a 10 cm.
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
Le eventuali porte con apertura verso la scala devono avere uno spazio antistante di adeguata
profondità. A pavimento devono essere evidenziati l’inizio e la fine della rampa.
Il corrimano deve essere previsto su entrambi i lati, di altezza apri a 90 -100 cm dal
pavimento, e deve proseguire oltre il primo e l’ultimo gradino per 30 cm. Il corrimano deve avere
profilo ergonomico, in modo da consentire una facile presa ed un facile appoggio (impugnatura di
almeno 4 cm).
Le RAMPE devono avere: andamento regolare; larghezza minima pari a 90 cm (per una
persona) e 150 cm (per due persone); ripiani, di dimensione: 150x150 cm o 110x170 cm, ogni 10 m;
pendenza costante contenuta entro l’8% (la pendenza che consente una praticabilità del percorso
senza affaticamento e l’assoluta autonomia nello spostamento da parte di un invalido su carrozzella
è del 5 %). In assenza di un parapetto pieno deve esserci un cordolo di 10 cm di altezza, di
colorazione diversa da quella del pavimento. In questo caso è necessari o prevedere l’applicazione di
due corrimani, un primo ad altezza di 90 cm, ed un secondo ad altezza di 75 cm dal pavimento.
Gli ASCENSORI devono essere dotati di: porte a scorrimento laterale automatico, dotate di
un meccanismo di sicurezza per l’arresto della chiusura in caso di ostruzione del vano porta e con
luce libera sul piano di fermata anteriormente alla cabina; autolivellamento della cabina al piano;
campanello di allarme; citofono; luce di emergenza; numeri in rilievo e scritte in Braille;
segnalazione sonora al piano. Le dimensioni minime interne della cabina sono stabilite in: 110x140
cm (nel caso di accessibilità di due carrozzine contemporaneamente, le dimensioni interne
diventeranno pari a 140x155); La porta ha luce minima di 80 cm; La piattaforma antistante
l’ascensore deve essere almeno di 150x150 cm; Le bottoniere, sia interne che esterne, devono essere
poste ad un’altezza compresa fra i 110 ed i 140 cm ed il citofono ad un’altezza compresa fra i 110
ed i 130 cm. Se possibile deve essere previsto un sedile ribaltabile ed un mancorrente posto sui lati
lunghi della cabina ad un’altezza massima di 90 cm.
Infine per quel che riguarda gli SPAZI ESTERNI deve esserci almeno un percorso
accessibile di connessione con l’area destinata a parcheggio e con i servizi. Laddove esistano cambi
di direzione, questi devono avvenire sempre in piano; le eventuali variazioni di livello e di percorso
devono essere evidenziate mediante segnalazioni cromatiche. La pavimentazione deve sempre
essere di tipo antisdrucciolo con giunti di dimensione massima: 5 mm. La larghezza minima dei
percorsi è di: 90 cm, ma devono essere previste zone per la rotazione delle carrozzine. Le pendenze
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
massime consentite per quel che riguarda i percorsi sono le seguenti: 5 %, longitudinalmente; 1%,
trasversalmente; 15%, per le rampe di collegamento con il piano veicolare.
Per quel che riguarda i PARCHEGGI, di legge sono previste le seguenti prescrizioni: devono
essere riservati posti auto 1 ogni 50 disponibili, o frazione di 50; La larghezza degli stalli deve
essere tale da consentire la manovra delle sedie a rotelle in entrata o in uscita dalle autovetture, per
cui i valori consigliati per parcheggi di tipo “in linea” sono: lunghezza = 6.50 m, larghezza = 3.50
m. Per gli utenti disabili della vista (ipovedenti e non vedenti) devono essere predisposti degli
accorgimenti specifici, comunque sempre integrati nel contesto:
I percorsi devono avere andamento rettilineo:
Gli incroci devono essere ad angolo retto, per permettere l’orientamento;
I dislivelli dovranno essere superati con gradini con pedata da 25/30 cm;
Deve essere predisposta una “linea guida” realizzabile con pavimentazione differenziata e/o
con corrimano. La pavimentazione differenziata deve comunque essere compatibile con la
percorribilità delle carrozzine.
Si dovranno garantire la continuità del percorso ed il riconoscimento della posizione; per
questo si raccomanda l’utilizzo anche di riferimenti di carattere tattile, olfattivo e sonoro, posizionati
in modo da essere facilmente utilizzati. Per coloro che sono ipovedenti si possono prevedere
riferimenti spaziali realizzabili con soluzioni cromatiche. Esistono alcuni accorgimenti relativi ai
colori di soffitti, pareti, serramenti, …suggeriti per gli utenti che soffrono di disturbi di tipo visivo,
in modo da assicurare adeguate condizioni di benessere ai portatori di handicap sensoriali:
I locali intercomunicanti o in stretto rapporto con l’esterno devono poter garantire un livello
omogeneo di intensità luminosa, per evitare fenomeni di abbagliamento e/o difficoltà
nell’adattamento alle diverse condizioni di illuminazione;
Le pareti ed i soffitti devono avere colori chiari che riflettano la luce; i pavimenti colori
differenti nelle diverse unità abitative, ben distinguibili da quelle delle pareti, che dovrebbero essere
anche trattate in modo da poter essere distinte al tatto; Nei bagni il colore dei sanitari deve essere in
netto contrasto con quelli (differenti tra loro) del pavimento e delle pareti; Le porte devono essere
dipinte con colori ben decisi e differenti dal colore delle pareti; i vari colori adottati possono essere
di stimolo per individuare specifiche funzioni degli ambienti.
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
Gli spazi di accesso, devono essere privi di barriere architettoniche, i collegamenti verticali
devono essere garantiti da ascensori e, da rampe sempre a norma.
Le parti comuni dovranno essere pienamente fruibili alla totalità degli utenti con particolare
attenzione, anche nel progetto degli arredi, ai disabili motori.
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PROGETTO DEFINITIVO
RELAZIONE CIRCA LE CARATTERISTICHE E LE MISURE DI
PREVENZIONE INCENDI
Ai sensi del D.M. 16 febbraio 1982 al punto 84 l’esercizio in questione risulta essere
soggetto Visite di prevenzione di incendi.
Nella progettazione del Villaggio Media di Villa Claretta sono state seguite le rigide
disposizioni previste, in tema di sicurezza antincendio, dal Decreto del Ministero dell’Interno 9
Aprile 1994 (Approvazione della regola tecnica di prevenzioni incendi per la costruzione e
l’esercizio delle attività turistico – alberghiere).
La regola tecnica precedentemente indicata, seguita allo scopo di tutelare l’incolumità delle
persone e salvaguardare i beni contro i rischi dell’incendio, ha per oggetto i criteri di sicurezza da
applicarsi agli edifici ed ai locali adibiti ad attività ricettive turistico-alberghiere.
Valutazione del carico di incendio
La valutazione del carico di incendio, necessaria per determinare le classi di resistenza delle
strutture secondo la circolare n. 91 del 14 settembre 1961 del Ministero dell’Interno, non può essere
redatta in modo preciso e particolare in fase di definitivo. Si fa quindi riferimento ai valori medi
indicati dalla pubblicazione “Criteri di valutazione del carico d’incendio nella progettazione civile
ed industriale”, Franco Sasso edito da Editrice Publitec. In questo modo sono stati calcolati i carichi
d’incendio del piano terreno e del primo piano (il secondo piano è del tutto analogo al primo)
utilizzando la superficie al netto delle scale e delle murature perimetrali, infine approssimando il
potere calorifero dei locali commerciali di cui non conosciamo la destinazione ad un valore di 500
MJ/mq.
Carico d’incendio piano terreno:
9.3 Kg legna/mq pavimento
Carico d’incendio primo piano:
14.2 Kg legna/mq pavimento
Accessibilità all’area
Per consentire l’intervento dei mezzi di soccorso dei vigili del fuoco, gli accessi alle aree
dove sorgono gli edifici hanno una larghezza superiore a 3.5 m, altezza libera superiore a 4 m,
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
raggio di svolta non inferiore a 13m e pendenza non superiore al 10%. L’accostamento all’edificio
delle autoscale dei vigili del fuoco, necessario a garantire il raggiungimento, tramite percorsi interni
di piano dei vari locali, è garantito, per il Settore A lungo via Berta, per il Settore B sul lato Nord,
attraverso un percorso carrabile accessibile dalla stessa via.
Compartimentazione
La superficie di piano di ogni singolo Settore (A-B) non supera i 2150 mq, valore minore dei
3000 mq rappresentanti l’area massima di compartimentazione per edifici con altezza non superiore
ai 24 m. Nonostante il rispetto di questo parametro sono stati comunque previste delle suddivisioni
di piano piuttosto restrittive che permettono la frammentazione dello stesso in corrispondenza della
congiunzione fra corpo e collegamento con la collocazione di porte REI 120.
Misure per l’evacuazione in caso di emergenza
Ogni Settore è provvisto di un sistema organizzato di vie di uscita - dimensionato in base al
massimo affollamento previsto ed alle capacità di deflusso - che, attraverso percorsi indipendenti,
permette il raggiungimento delle scale di sicurezza esterne previste in testata ai corpi di fabbrica
trasversali, sul lato via Berta
e in posizione baricentrica sui ballatoi chiusi dei corridoi di
collegamento.
In particolare, le vie di uscita del piano terra, permettono l’immediato raggiungimento di
luogo sicuro esterno. Esclusivamente per il primo piano è possibile, dalle testata lato parco dei corpi
A2 – A3 e B1-B3 evacuare verso luogo sicuro esterno anche attraverso delle passerelle pedonali
che, superando l’autorimessa, permettono il raggiungimento della sommità della ripa verde.
Nella zona destinata alle camere l'affollamento massimo è posto pari al numero dei posti
letto compresi quelli previsti per le persone con ridotte o impedite capacità motorie; la capacità di
deflusso, sempre in base alle prescrizioni di legge in materia di sicurezza antincendio, è posta uguale
ad un valore di 50 per il piano terra e uguale a 37.5 per i restanti due piani rialzati (edifici fino a tre
piani fuori terra).
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
Nella zona destinata ad aree comuni a servizio degli utenti (zone ristoro, sale tv, lavanderie
…) la densità di affollamento è posta pari a 0,4 persone/mq.
Le uscite sono dotate di porte REI 120 apribili nel verso dell'esodo con un sistema a semplice
spinta. La larghezza di ogni singola via di uscita è multipla del modulo di uscita (0,6 m) e comunque
non inferiore a due moduli (1,2 m).
La larghezza totale delle uscite da ogni piano, espressa in numero di moduli di uscita, è stata
determinata dal rapporto tra l'affollamento previsto al piano e la capacità di deflusso relativa.
La lunghezza massima del percorso di uscita-esodo, misurata a partire dalla soglia di ogni
stanza da letto e dall’interno degli spazi comuni, fino a luogo sicuro o su scala di sicurezza esterna
non supera i 40 m e non presenta corridoi ciechi con lunghezza superiore ai 15 m.
Inoltre, per le persone con ridotte o impedite capacità motorie, sono state previste, ad ogni
piano, delle zone sicure esterne all’edificio ricavate sul prolungamento del pianerottolo delle scale di
sicurezza realizzate sulle testate dei corpi di fabbrica trasversali adiacenti alla direzione
longitudinale del complesso edilizio.
Corpi Scala
Le scale hanno strutture in classe 0 per resistenza al fuoco, gradini a pianta rettangolare, con
pedate ed alzate di dimensioni costanti, rispettivamente uguali a 30 cm (pedata) e a 16.5 cm (alzata).
Le rampe delle scale hanno 10 gradini. Le rampe hanno larghezza non inferiore a 1,2 m (2 moduli)
per la scala di sicurezza presente in testata ai diversi corpi di fabbrica e larghezza non inferiore a
1.8m (3 moduli) per la scala posizionata lungo lo spazio di collegamento. I pianerottoli hanno la
stessa larghezza delle rampe.
Autorimessa
L’autorimessa, essendo progetta a cielo aperto non rientra nella categoria delle attività
soggette a prevenzione incendio. La porzione di parcheggio compresa entro il sedime della ripa non
presenta un numero di posti auto superiore a 9.
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
Servizi Tecnologici
Per quanto riguarda l’impianto di cottura comune ad uso dei fruitori di Villa Claretta, questo è
dotato unicamente di strumenti di cottura elettrici pertanto l’impianto non è classificato come attività
con “pericolo d’esplosione” (nessuna presenza di gas).
Impianti di produzione calore
Gli impianti di produzione del calore saranno di tipo centralizzato, ubicati in appositi locali tecnici
esterni al volume dei fabbricati e saranno costituiti da scambiatori di calore del tipo a piastra
alimentati sul circuito primario dall’acqua surriscaldata della rete di teleriscaldamento cittadina.
Gli scambiatori di calore produrranno sul circuito secondario acqua calda e saranno dotati di tutti i
dispositivi di sicurezza previsti dalle norme ISPESL (D.M. 1/12/1975 – Raccolta R – Fasc. R.3.D).
I locali di cottura e riscaldamento alimenti saranno provvisti unicamente di piastre elettriche per cui
non sarà previsto alcun impianto di adduzione gas per tutto il complesso edilizio.
Impianti di condizionamento e ventilazione
La tipologia impiantistica prevalente è quella di un impianto di condizionamento misto (aria-acqua)
a pannelli radianti e aria primaria. L’aria di rinnovo sarà introdotta mediante sistema meccanico per
gli spazi comuni a piano terra e con sistema naturale-assistito (ventilazione ibrida) per le camere.
Per le camere verrà implementato uno schema di ventilazione naturale assistita con immissione
perimetrale e pre-riscaldamento dell’aria.
Questo schema sfrutta la prevalenza fornita dall’”effetto camino” e dal campo di pressioni indotto
dal vento intorno all’edificio per realizzare un semplice percorso di ventilazione. L’aria di rinnovo
verrà immessa in ambiente attraverso gli aeratori perimetrali e sarà estratta attraverso bocchette a
livello del soffitto. Ogni camera avrà una canalizzazione di estrazione indipendente fino al livello
della copertura.
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
I locali comuni, ubicati a piano terra saranno gestiti con un impianto ad aria primaria meccanico. Le
centrali di trattamento aria per questi locali saranno posizionate nei locali tecnici a sottotetto dei
corpi di edificio principali.
In entrambe i casi i carichi termici ambiente saranno compensati con un impianto a pannelli
radianti a pavimento, che verrà utilizzato con commutazione stagionale sia in regime di
riscaldamento che di raffrescamento.
Imp ianti di produzione del freddo
Il gruppo frigorifero a servizio dell’intero complesso sarà ubicato in un locale tecnico dedicato,
separato dal locale scambiatore di calore, con strutture aventi resistenza al fuoco minima REI 60 ed
accesso diretto dall’esterno.
L’aerazione del locale gruppo frigorifero sarà adeguata alla portata di aria necessaria al
raffreddamento dello stesso e comunque non inferiore a 1/20 della superficie in pianta del locale.
Il gruppo frigorifero utilizzerà refrigerante di tipo ecologico.
Condotte
Le condotte saranno realizzate in materiale di classe 0 di reazione al fuoco o saranno di tipo
preisolato multistrato di classe 0-1 (Art. 2 D.M. 31 marzo 2003).
In corrispondenza degli attraversamenti di strutture delimitanti i compartimenti verranno installate
sulle condotte delle serrande tagliafuoco azionate automaticamente e direttamente dai rivelatori di
fumo.
Negli attraversamenti di pareti e solai lo spazio attorno alle condotte sarà sigillato con materiale di
classe 0, che non ostacoli le dilatazioni.
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
Dispositivi di controllo
Ogni impianto di trattamento aria per gli spazi comuni sarà dotato di un dispositivo di comando
manuale, situato in un punto facilmente accessibile, per l’arresto dei ventilatori in caso di incendio.
Non sono previsti impianti a ricircolo ma solo impianti di aria di rinnovo ed espulsione.
Schemi funzionali
Per ciascun impianto sarà predisposto uno schema funzionale da cui risultino:
- gli attraversamenti di strutture resistenti al fuoco
- l’ubicazione delle serrande tagliafuoco
- l’ubicazione delle macchine
- l’ubicazione dei rivelatori di fumo e del comando manuale
- lo schema di flusso dell’aria
- la logica sequenziale delle manovre e delle azioni previste in emergenza.
Illuminazione di sicurezza
La distribuzione dell’energia elettrica per alimentare i circuiti luce nei corridoi all’interno del
fabbricato è realizzata mediante l’uso di condotti prefabbricati (“blindo luce”).
Ogni corridoio è servito da un condotto predisposto con due circuiti monofase (FN + FN)
internamente separati da un isolamento; anche le teste di alimentazione sono separate.
Tutte le spine per allacciare i corpi illuminanti
sono individuate ed etichettate in modo da
distinguere in modo chiari i circuiti di sicurezza. In questo modo si assicura una separazione fisica
del circuiti per l’illuminazione normale dal circuiti per l’illuminazione d’emergenza.
Ogni condotto sbarra è alimentato direttamente dal quadro elettrico, settore UPS, posto nel corpo
relativo, con cavo resistente al fuoco tipo FG10(O)M1.
Il quadro elettrico di corpo, settore UPS è alimentato in modo permanente da un UPS (vedi capitolo
6.9).
I corpi illuminanti posti sulle vie di esodo sono di tipo autoalimentato (autonomia 1h, tempo
d’inserzione immediato, tempo di ricarica 12h, di tipo a “cartello retroilluminati) derivati da circuiti
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
allacciati a valle dei quadri di corpo. In questo modo ogni compartimento ha più di un circuito per
l’illuminazione di emergenza.
L'impianto di illuminazione di sicurezza deve assicurare un livello di illuminazione non inferiore a
5 lux ad 1 m di altezza dal piano di calpestio lungo le vie di uscita.
Il quadro elettrico generale ed i quadri secondari (generali di corpo) sono ubicati in posizione
facilmente accessibile, segnalata e protetta dall'incendio.
Impianti di rivelazione fumo e segnalazione degli incendi
Il complesso sarà dotato di un impianto integrato di rilevazione fumi.
Per sette degli otto corpi, con posizione al piano terra in corrispondenza del quadro elettrico di
corpo, si installa una centrale di rilevazione fumi indirizzata, che controlla il rispettivo corpo, con il
collegamento adiacente.
Nel corpo B4 non si posa la centrale ed i dispositivi di allarme sono comandati dalla centrale più
vicina, al corpo B3.
La centrale di rilevazione controlla e gestisce i seguenti allarmi e servizi; ogni componente è
indirizzato e pertanto individuato singolarmente mediante un numero identificativo, dalla centrale:
? rivelatori di fumo.
La copertura è completa in tutte le aree dell’edificio; sono escluse unicamente le zone nelle quali
non vi è carico d’incendio il sottotetto e l’alloggio del custode.
? Contatti magnetici sulle porte tagliafuoco, utilizzati per tenere le stesse aperte,
durante il funzionamento manuale e per permetterne la chiusura in caso di allarme.
In tale modo si può ripristinare automaticamente la compartimentazione.
Le porte normalmente chiuse non hanno tale dispositivo.
? Pannelli ottici acustici, posizionati in modo uniforme in tutta la struttura per
permettere la ricezione del segnale di allarme in tutti i punti dell’edificio.
? Pulsanti di allarme manuale posizionati in modo uniforme in tutta la struttura per
permettere il comando di allarme in tutti i punti dell’edificio. I dispositivi, di colore
rosso, sono identificati e facilmente raggiungibili e di comando immediato.
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
I rivelatori saranno posizionati seguendo le indicazioni fornite nella UNI9795: per il
dimensionamento si veda la relazione tecnica specialistica e le tavole di progetto.
In particolare nei corridoi i rilevatori sono posati a soffitto, non meno di 0,5m dalle pareti, quale
esempio si veda il particolare V04_0_0_D_E_BC_025_0 allegato.
Tutte le centrali sono tra loro interfacciate mediante un sistema di supervisione generale posto nella
postazione di controllo centrale (reception).
La programmazione delle centrali dovrà permettere la gestione di una selettività
dell’intervento, per evitare allarmi intempestivi e il crearsi di situazioni di panico.
A titolo di esempio nella specifica tecnica si fornisce una possibilità di programmazione per
la segnalazione degli eventi.
In fase di collaudo dell’impianto, in accordo con il responsabile interno della sicurezza e con
il Comando dei vigili del fuoco, si prenderanno decisioni esecutive in merito.
Dispositivi di emergenza
Saranno realizzati i seguenti sistemi di eliminazione dell’energia elettrica, da utilizzare in
caso di emergenza:
? Interruttore generale dell’attività posto esternamente all’accesso alla cabina di
trasformazione. Il dispositivo è a sicurezza positiva, ovvero funzionante con un
pulsante normalmente aperto trattenuto in posizione di chiuso nel funzionamento
normale dell’impianto.
Il comando agisce sull’interruttore generale di media tensione lato cabina utente. La
funzionalità e la continuità del sistema è garantita dalla presenza di un gruppo di continuità
(UPS) che alimenta i circuiti ausiliari di cabina).
? Interruttore generale gruppo di continuità servizi di emergenza posto, per tutti i
corpi, esternamente al vano tecnico di contenimento dello stesso. Il dispositivo è a
sicurezza positiva, ovvero funzionante con un pulsante normalmente aperto
trattenuto in posizione di chiuso nel funzionamento normale dell’impianto.
Il comando agisce sull’interruttore generale del quadro di corpo, sezione sicurezza. La
funzionalità e la continuità del sistema è garantita dal prelievo dell’alimentazione a valle dello
stesso gruppo di continuità.
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VILLAGGIO MEDIA VILLA CLARETTA V04
PROGETTO DEFINITIVO
? Interruttore generale gruppo di continuità servizi prioritari, posto, per tutti i corpi,
esternamente al vano tecnico di contenimento dello stesso. Il dispositivo è a
sicurezza positiva, ovvero funzionante con un pulsante normalmente aperto
trattenuto in posizione di chiuso nel funzionamento normale dell’impianto.
Il comando agisce sull’interruttore generale del quadro di corpo, sezione sicurezza. La
funzionalità e la continuità del sistema è garantita dal prelievo dell’alimentazione a valle dello
stesso gruppo di continuità.
I dispositivi saranno da realizzare con pulsanti di colore rosso opportunamente segnalati
mediante cartelli indicanti chiaramente il servizio svolto.
Nella “reception” zona nella quale si è previsto di centralizzare tutti gli allarmi, i comandi
del sistema ed i sistemi di supervisione, si prevede un comando ulteriore dei dispositivi citati.
Tale comando è gestito mediante il sistema bus dell’impianto di supervisione generale.
Impianti di segnalazione allarmi
Gli edifici, o la parte di essi destinata ad attività ricettive, saranno essere muniti di un sistema
di allarme acustico in grado di avvertire gli ospiti e il personale presenti delle condizioni di pericolo
in caso di incendio.
I dispositivi sonori saranno avere caratteristiche e ubicazione tali da poter segnalare il
pericolo a tutti gli occupanti del fabbricato o delle parti di esso coinvolte dall'incendio.
Il comando del unzionamento
f
simultaneo dei dispositivi sonori deve essere posto in
ambiente presidiato, sotto il continuo controllo del personale preposto; può essere previsto un
secondo comando centralizzato ubicato in un locale distinto dal precedente che non presenti
particolari rischi d'incendio.
Il funzionamento del sistema di allarme deve essere garantito anche in assenza di
alimentazione elettrica principale, per un tempo non inferiore a 30 minuti.
Il complesso sarà dotato di un impianto di diffusione sonora, concepito per rendere un
servizio esclusivamente di segnalazione in caso di allarme e per diffondere chiamate di servizio.
La centrale di gestione dell’impianto deve essere interfacciabile con il sistema di rilevazione
incendi in modo tale da potere dare tempestivamente il messaggio di allarme in caso di incendio.
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PROGETTO DEFINITIVO
Vi è un’unica unità rack centrale posta nella reception; da questa si diramano sette linee di
dorsale indipendenti colleganti ciascuna uno dei corpi.
Il corpo B4 è collegato sotto la dorsale del corpo B3.
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PROGETTO DEFINITIVO
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PROGETTO DEFINITIVO
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PROGETTO DEFINITIVO
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PROGETTO DEFINITIVO
RELAZIONE AI SENSI DELLA NORMATIVA PER L’ELIMINAZIONE
DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE: L. 13/89 E DM 236/89
Ogni struttura ricettiva deve avere tutte le parti e servizi comuni ed un determinato numero di
stanze accessibili anche a persone con ridotta o impedita capacità motoria. Negli edifici oggetto
dell’intervento sono previste 21 stanze, su un totale di 334( > del 5% delle superfici destinate alle
unità di soggiorno temporaneo) adatte all’uso da parte di disabili dotate di arredi, servizi, percorsi e
spazi di manovra opportuni. La ubicazione delle stanze accessibili è stata prevista nelle vicinanze di
un "luogo sicuro statico" o di una via di esodo accessibile. Inoltre è garantita la visitabilità di ogni
altro spazio.
Unità ambientali e loro componenti
Porte
Le porte di accesso di ogni unità ambientale sono facilmente manovrabili, di tipo e luce netta
di 80 cm, tali da consentire un agevole transito anche da parte di persona su sedia a ruote; il vano
della porta e gli spazi antistanti e retrostanti sono complanari. Per dimensioni, posizionamento e
manovrabilità le porte sono tali da consentire una agevole apertura della/e ante da entrambi i lati di
utilizzo. Le porte vetrate sono facilmente individuabili mediante l'apposizione di opportuni segnali.
Sono da preferire maniglie del tipo a leva opportunamente curvate ed arrotondate.
Pavimenti
I pavimenti sono orizzontali e complanari tra loro e non sdrucciolevoli (rif. scheda 9 e 10 del
Disciplinare descrittivo e prestazionale degli elementi tecnici)
Infissi esterni
Le porte, le finestre sono facilmente utilizzabili anche da persone con ridotta o impedita
capacità motoria o sensoriale. I meccanismi di apertura e chiusura sono facilmente manovrabili e
percepibili e le parti mobili possono essere usate esercitando una lieve pressione (rif. scheda 6 del
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PROGETTO DEFINITIVO
Disciplinare descrittivo e prestazionale degli elementi tecnici). Le finestre sono a tutta altezza con
parapetto costituito da vetro antisfondamento (temprato e stratificato, rif. norma UNI 7697 giugno
2002). Tale soluzione consente la visuale anche alle persone sedute su sedia a ruota. Sono garantiti i
requisiti di sicurezza e protezione dalle cadute verso l'esterno.
Arredi fissi
La disposizione degli arredi fissi nell'unità ambientale è tale da consentire il transito della
persona su sedia a ruote e l'agevole utilizzabilità di tutte le attrezzature in essa contenute. Per
assicurare l'accessibilità gli arredi fissi non costituiscono ostacolo o impedimento per lo svolgimento
di attività anche da parte di persone con ridotte o impedite capacità motorie.
Terminali degli impianti
Gli apparecchi elettrici, i quadri generali, le valvole e i rubinetti di arresto delle varie utenze,
i regolatori degli impianti di riscaldamento e condizionamento, nonché i campanelli pulsanti di
comando e i citofoni, sono, per tipo e posizione planimetrica e altimetrica, tali da permettere un uso
agevole anche da parte della persona su sedia a ruote.
Servizi igienici
Tutti i servizi igienici posti nelle zone comuni, oltre ovviamente a quelli posti nelle stanze
per disabili, sono accessibili. Sono garantite, con opportuni accorgimenti spaziali, le manovre di una
sedia a ruote necessarie per l'utilizzazione degli apparecchi sanitari.
E’ garantito in particolare:
- lo spazio necessario per l'accostamento laterale della sedia a ruote alla tazza e, ove presenti,
al bidet, alla doccia;
- lo spazio necessario per l'accostamento frontale della sedia a ruote al lavabo, del tipo a
mensola;
- la dotazione di opportuni corrimano e di un campanello di emergenza posto in prossimità
della tazza.
Si deve dare preferenza a rubinetti con manovra a leva e, ove prevista, con erogazione
dell'acqua calda regolabile mediante miscelatori termostatici; le porte aprono verso l'esterno.
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PROGETTO DEFINITIVO
Cucine
Nelle cucine gli apparecchi, e quindi i relativi punti di erogazione, sono disposti sulla stessa
parete o su pareti contigue e al di sotto dei principali apparecchi e del piano di lavoro sarà previsto
un vano vuoto per consentire un agevole accostamento anche da parte della persona su sedia a ruote.
Percorsi orizzontali
Corridoi e passaggi presentano andamento quanto più possibile continuo e con variazioni di
direzione ben evidenziate. I corridoi non presentano variazioni di livello. La larghezza del corridoio
e del passaggio è tale da garantire il facile accesso alle unità ambientali da esso servite ed essendo
largo m.1.80, è tale da consentire in ogni punto l'inversione di direzione ad una persona su sedia a
ruote.
Scale
Le scale, sia quelle poste in testata dei moduli principali, sia quelle poste al centro delle
maniche di collegamento, presentano un andamento regolare ed omogeneo per tutto il loro sviluppo
ed hanno una larghezza minima di 120 cm. Le rampe contengono lo stesso numero di gradini,
caratterizzati da un corretto rapporto tra alzata e pedata (2a + p = 63 cm). Le porte con apertura
verso la scala hanno uno spazio antistante di adeguata profondità. I gradini delle scale devono avere
una pedata antisdrucciolevole (tipo lamiera goffrata o orsogrill antitacco) a pianta rettangolare e con
un profilo continuo. Le scale sono dotate di parapiede, parapetto atto a costituire difesa verso il
vuoto e di corrimano. I corrimano sono di facile impugnabilità e realizzati con materiale resistente e
non taglient e.
Rampe
Sono previste rampe, poste al centro di ogni corte, per l’accesso agli ingressi delle varie
unità. Altre rampe permettono il collegamento della piazza pubblica con la zona parco. La pendenza
max. è pari all’8% e la pavimentazione (in autobloccanti sulle rampe carrabili di ingresso e in green
park inerbito) sono tali da garantire agevole percorribilità.
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PROGETTO DEFINITIVO
Ascensore
L'ascensore è dotato di una cabina di dimensioni minime (140 x 110) tali da permettere l'uso
da parte di una persona su sedia a ruote. La porta ha luce netta 80 cm ed è posta sul lato corto,
anteriormente è posta una piattaforma di distribuzione > di 150 x 150. Le porte di cabina e di piano
saranno del tipo automatico e di dimensioni tali da permettere l'accesso alla sedia a ruote. La
bottoniera di comando interna ed esterna è posta ad un’altezza compresa tra 110 e 140 cm e la
bottoniera interna è posta ad almeno 35 cm dalla porta della cabina. Nell'interno della cabina sono
posti un citofono, un campanello d'allarme, un segnale luminoso che confermi l'avvenuta ricezione
all'esterno della chiamata di allarme, una luce di emergenza. Dovrà essere garantito un arresto ai
piani che renda complanare il pavimento della cabina con quello del pianerottolo. Dovrà essere
prevista la segnalazione sonora dell'arrivo al piano e un dispositivo luminoso per segnalare ogni
eventuale stato di allarme.
Autorimesse
Lo spazio per autorimessa è collegato con gli spazi esterni e con gli apparecchi di risalita
mediante rampe di modesto sviluppo lineare e pendenza contenuta entro l’ 8 %. Sono previsti 4 posti
auto, (su un totale di 154, quindi > di 1 ogni 50 o frazione di 50 richiesto) per disabili posti in
prossimità della piazza pubblica. Lo spazio riservato alla sosta delle autovetture al servizio delle
persone disabili ha dimensioni 5.00 x 3.20 tali da consentire anche il movimento del disabile nelle
fasi di trasferimento; dovranno essere evidenziato con appositi segnali orizzontali e verticali.
Spazi esterni
Percorsi
Negli spazi esterni e sino agli accessi degli edifici sono previsti percorsi prevalentemente in
piano con caratteristiche tali da consentire la mobilità delle persone con ridotte o impedite capacità
motorie, e che assicuri loro la utilizzabilità diretta delle attrezzature dei parcheggi e dei servizi posti
all'esterno, ove previsti. I percorsi devono presentano un andamento semplice e regolare in relazione
alle principali direttrici di accesso e sono privi di strozzature, arredi, ostacoli di qualsiasi natura che
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PROGETTO DEFINITIVO
riducano la larghezza utile di passaggio o che possano causare infortuni. La loro larghezza minima è
tale da garantire la mobilità nonché, l'inversione di marcia da parte di una persona su sedia a ruote.
Le eventuali variazioni di livello dei percorsi sono raccordate con lievi pendenze
Pavimentazione
Le pavimentazioni dei percorsi pedonali sono di tipo antisdrucciolevole, in autobloccanti e in
green park inerbito, e sono tali da garantire agevole percorribilità (rif. schede 13 e 14 del
Disciplinare descrittivo e prestazionale degli elementi tecnici). Eventuali differenze di livello tra gli
elementi costituenti una pavimentazione dovranno essere contenute in maniera tale da non costituire
ostacolo al transito di una persona su sedia a ruote.
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PROGETTO DEFINITIVO
VERIFICA AEROILLUMINOTECNICA
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