ANTROPOSFERA, NUOVE FORME DELLA VITA NICOLA TOFFOLINI Happy Fish Arte "Come la piscina è una vasca colma d’acqua e generalmente adibita per noi al nuoto, qui il corpo dell’installazione ingloba una sola e unica corsia, personalizzata e a misura di pesce in cui indurre il tenace e inconsapevole ospite, una carpa koi, ad una modalità di nuoto stereotipato, in vasca corta.” (Nicola Toffolini) L’installazione Happy Fish è un ironico paradosso esistenziale, ugualmente estendibile all’uomo e alla natura. Come gran parte dei lavori di Nicola Toffolini (Udine, 1975), si tratta di una combinazione stridente di sistemi naturali e ambienti artificiali. L’artista abbina materiali high-tech e sintetici, inerti, con esseri viventi (animali acquatici, piante) che raccoglie in habitat diversi. Scatole e teche, piuttosto che vasche, cassetti o vetrine, sono i nuovi ecosistemi dove trapiantare porzioni di natura, microambienti isolati e protetti disegnati dalla volontà dell’artista. Gli spazi organizzati di Toffolini sono gabbie moderne e confortevoli, esteticamente impeccabili ma innaturali, opprimenti e limitanti. Una metafora delle costrizioni e degli schemi della nostra realtà dove l’uomo si adatta a vivere – o sopravvivere – modificando i propri equilibri e i suoi naturali sistemi di sviluppo fisico e intellettuale. Lo spirito di adattamento supera i confini della libertà naturale, quando negata, e si assesta secondo modalità indotte di sopravvivenza. Con risultati non sempre negativi. Scienza Per creare nuove forme di vita, finora ci siamo limitati a riplasmare quelle già presenti in natura. Presto, però, potremo progettare e costruire microrganismi mai esistiti prima. L’idea della cosiddetta “biologia sintetica” è infatti quella di sfruttare il fatto che tutti i viventi funzionano grazie agli stessi macchinari biochimici, unendo pezzi di genoma provenienti da specie diverse e capaci di eseguire nuovi compiti: un po’ come si fa con i componenti elettronici, con i quali si può costruire ora un computer, ora un amplificatore, ora un telefono cellulare. O con il gioco del Lego. La “biblioteca” di reazioni chimiche di cui sono capaci le decine di milioni di specie esistenti, soprattutto microrganismi, è infatti immensa. Ricombinando in modo nuovo i loro dna si sta ad esempio cercando di realizzare batteri capaci di estrarre idrogeno dall’acqua con l’aiuto della luce del sole, per creare una nuova fonte di energia pulita, di fabbricare molecole di uso industriale a partire da risorse rinnovabili, di costruire circuiti logici, di sintetizzare biofarmaci. In pratica, si sta pensando di sostituire molte delle tecnologie di oggi con tecnologie costituite da esseri viventi assemblati in modo opportuno. Ma si potrebbero anche costruire nuovi patogeni contro i quali non possediamo difese immunitarie, così come produrre vaccini in grado di difenderci… Sta insomma nascendo un mondo nuovo, con opportunità e rischi con i quali ci dovremo confrontare prima di quanto immaginiamo.