Il Novecento protagonista da Finarte

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Testata: ArtsLife
Data: 19 ottobre 2015
lunedì 19 ottobre, 2015
Last update: 19/10/2015, 11:55
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Art News / mercato / notizie | By Redazione
Pubblicato il: lun 19 ott 2015
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Il Novecento protagonista da Finarte
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RENATO GUTTUSO
(1911 – 1987)
Nudo sdraiato, 1957
Olio su tela
130 x 170 cm
Stima: 80.000 – 100.000 €
Il catalogo dedicato all’arte e fotografia del XX secolo di Finarte (asta 11.11.2015, Milano)
presenta un nucleo di opere mai offerte prima sul mercato che vengono da un’importante
collezione privata. Tra gli autori: Enrico Prampolini, Osvaldo Licini, Alberto Magnelli e
Atanasio Soldati.
“Organismi cosmici” di Enrico Prampolini sarà presentato a una stima di € 40.000 –
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“Organismi cosmici” di Enrico Prampolini sarà presentato a una stima di € 40.000 –
60.000. L’opera, un olio su tela del 1930, è stata esposta alla XVIII Esposizione Biennale
Internazionale di Belle Arti di Venezia, nel 1936
ENRIC O PRAMPOLINI Organismi cosmici, 1930 Olio su tela applicata su tavola 68 x 99 cm Stima
40.000 – 60.000 €
“Femme au turban” di Gino Severini è un piccolo olio su tavola del 1946. Gli anni ’40 e ’50
sono un periodo storico del percorso di Severini ancora poco studiato. Severini ripensa ai
linguaggi dell’avanguardia ma non ripercorre mai percorsi già fatti, è un artista che non si
lascia facilmente intrappolare in schemi o tendenze. La sua pittura, influenzata da Matisse e
Picasso, è vivace ma mai aggressiva.
L’opera qui presentata è Il ritratto della signora Pierrette Colasson, moglie dell’artistascenografo francese Maurice Colasson. Gli azzurri e i verdi luminosi e l’atteggiamento
assorto della modella costituiscono l’aspetto emotivo più interessante dell’opera. E’
presentata in catalogo a una stima di € 50.000 – 70.000.
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GINO SEVERINI (1883 – 1966) Femme au turban, 1946 Olio su tavola 46 x 38 cm
Stima: 50.000 – 70.000 €
E’ offerto invece a € 170.000 – 200.000 “Cavallo e cavaliere”, del 1934 – 1935, di Giorgio
de Chirico. L’artista nasce in Grecia nel 1888, dove il padre lavora come ingegnere
ferroviario. Nel 1905 il loro padre muore e la madre si trasferisce a Monaco, dove il giovane
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ferroviario. Nel 1905 il loro padre muore e la madre si trasferisce a Monaco, dove il giovane
de Chirico vede per la prima volta i quadri di Böcklin, che lo influenzano profondamente con
il loro miscuglio di classicità (italiana) e romanticismo (tedesco). Dal 1910 in poi de Chirico
matura la Pittura Metafisica (il termine significa, dal greco, meta: oltre; fisica: natura,
percepita dai sensi). I canoni estetici sono costituiti da immagini che danno un senso di
mistero e di sogno, le prospettive sono multiple e incongruenti tra loro, la figura umana
appare in forma di manichino o statua, i colori sono piatti e uniformi. I riferimenti filosofici
spaziano da Nietzsche alla “grecità”, intesa come culla dell’Occidente in cui tutti i
fondamentali temi dell’umanità sono stati affrontati.
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Giorgio De C hirico
C avallo e cavaliere
1934- 1935
Olio su tela, 46 x 38 cm
€ 170.000 – 200.000
Per mio conto mi fregio di tre parole che voglio siano il suggello d’ogni mia opera:
Pictor classicus sum. Con queste parole Giorgio de Chirico amava definirsi ai suoi
contemporanei in un atteggiamento di puro dissenso nei confronti delle correnti
avanguardiste. Le sue origini elleniche, la passione per la cultura classica invadono
profondamente la poetica di de Chirico che dopo i successi del primo periodo
metafisico, torna fedelmente alla figura intera, non più smembrata su più piani come
richiedevano le teorie cubiste o scalzata dall’oggetto secondo le visioni Dada, né
tantomeno trasfigurata nella sagoma di un manichino come suggeriva la visione del
suo teatro metafisico, ma ricomposta in una fisicità corporea di matrice classica.
Cavallo e Cavaliere, dipinto tra il ’34 e il ’35, è uno straordinario olio in cui ritroviamo i temi
fondanti del classicismo dai quali de Chirico eredita gli archetipi culturali per comporre un
vocabolario iconografico del tutto personale: cavalli, cavalieri, scudi, centauri, elmi, battaglie
sono i protagonisti della scena, i narratori di un racconto che ha origini antiche, nel mondo
greco e latino, e che l’artista riattualizza con una poetica enigmatica, misteriosa, risolta in
composizioni inattese, sospese tra fedele citazionismo letterario e sconfinata vivacità
immaginifica.
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Giorgio de C hirico
Piazza d’Italia,metà anni ’50
Olio su tela, 40 x 50 cm
€ 230.000 – 260.000
Piazza d’Italia è un soggetto dipinto a più riprese da Giorgio de Chirico durante tutta la
carriera. Gli edifici classici, i palazzi porticati, le torri, le statue dell’antichità sono elementi
che caratterizzano questa fortunata serie. Il dipinto qui proposto, datato alla metà degli
anni ’50, si colloca all’interno di un processo di rielaborazione del soggetto e dello stile che
de Chirico mette in atto già dagli anni ’40 e che poi intensifica negli anni ’60 attraverso una
sorta di “coverizzazione” delle sue opere più celebri.
L’equilibrio compositivo fondato su punti di fuga e simmetrie prospettiche dà la sensazione
di trovarsi in un enigma da risolvere. L’utilizzo della luce radente che taglia lo spazio centrale
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di trovarsi in un enigma da risolvere. L’utilizzo della luce radente che taglia lo spazio centrale
del quadro occupato da elementi statuari, l’atmosfera teatrale, il senso di un tempo
sospeso, la presenza minima di figure umane, definiscono l’estetica di questo importante
dipinto. E’ stimato 230.000 – 260.000 €.
Con il termine Novecento si identifica la tendenza di tutti quei pittori che, a cavallo tra
le due guerre mondiali, si dedicano alla figurazione. Ciò che accomuna gli artisti di
questo periodo è fondamentalmente un atteggiamento critico verso le Avanguardie
Storiche ed il ritorno alla pittura con tecniche tradizionali. I nomi di maggior spicco di
questa corrente sono presentati in questo catalogo: Virgilio Guidi, Mario Sironi,
Massimo Campigli, Filippo de Pisis e Ottone Rosai.
Di Massimo Campigli sono presenti tre opere. L’intera opera di Campigli è dominata dalla
figura femminile. Amante delle donne, la figura maschile (come d’altronde nella sua infanzia)
è assente. La passione per l’arte tribale, in particolare per quella etrusca, lo porta a ritrarre
figure arcaiche. Le donne sono idoli, totem, clessidre. L’aspetto “antico” che tanto affascina
nei suoi quadri è riconducibile alla modalità in cui Campigli stende il colore e alla riduzione
della gamma cromatica ai toni della terra, che conferiscono alle tele l’aspetto di un affresco.
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Massimo C ampigli
Jongleuses,1945
Olio su tela
54 x 44,5 cm
€ 30.000 – 40.000
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Jongleuses e Il gioco del diablo, dipinti rispettivamente nel ’45 e nel ’55, sono emblematici
della tendenza che Campigli sviluppa dagli anni ’40 in poi. I soggetti femminili vengono
ritratti in una dimensione ludica. Sono donne che giocano, donne che vanno a teatro, donne
che svolgono svariate attività, sempre all’interno di un ordine prestabilito dal pittore.
Massimo C ampigli
Il gioco del Diablo,1955
Olio su tela, 37,5 x 53,5 cm
€ 40.000 – 60.000
Il maestro autodidatta, la cui produzione è spesso svolta seguendo lo stesso soggetto (nel
suo atelier lavorava a più serie contemporaneamente), ha dipinto circa trenta dipinti sul
tema del Diablo. L’ispirazione di ciò va ricercata nel capolavoro proustiano Alla ricerca del
tempo perduto, che Campigli teneva sempre a portata di mano.
Albertine innalzava in fondo a un cordoncino un attributo bizzarro…; Si chiama “diabolo”, ed
è talmente caduto in disuso che, davanti al ritratto di una fanciulla che ne abbia uno, i
commentatori dell’avvenire potranno dissertare, come davanti a una figura allegorica
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commentatori dell’avvenire potranno dissertare, come davanti a una figura allegorica
dell’Arena, su ciò che essa ha in mano.
Renato Guttuso sarà in asta con quattro opere, tra cui si segnala un Nudo Disteso
stimato € 80.000 – 100.000. Il realismo del pittore di Bagheria non è circoscritto ai soli
temi sociali e politici, aspetti che ne hanno determinato l’accezione di “pittore di partito”, ma
viene portato avanti attraverso una lettura della realtà in chiave esistenziale passando
attraverso il racconto dei momenti più intimi e veri della quotidianità con particolare rimando
al mondo femminile.
Le donne, sua grande passione e costante fonte d’ispirazione, sono protagoniste
evidenti soprattutto da metà degli anni ’50. Questo Nudo sdraiato interpreta a pieno la
poetica guttusiana del corpo femminile: formoso, erotico, carico di vitale carnalità. La
tavolozza simuove su tonalità a lui care, il rosso, il giallo, il nero; colori forti, decisi, che
richiamano alla propria terra, la Sicilia, e alla cronaca di un tempo reale. Sono donne vere
quelle che Guttuso sceglie di raccontare, descritte nelle faccende di tutti i giorni, nei
momenti di segreta intimità, catturate negli angoli bui della loro vita, che sia una cruda
scena domestica o l’amore passionale nei bordelli. Figure ritratte di schiena o distese su letti
disfatti, sfrontate nelle loro pose, apparentemente non curanti di chi le osserva, ma
profondamente consapevoli della loro sensualità e orgogliose della propria esistenza.
In catalogo non mancano anche artisti stranieri, con due opere di Conrad Marca-Relli e
Henry Moore.
Sfoglia qui il catalogo online
Finarte
Asta “Arte e Fotografia del XX secolo”
Mercoledì 11 novembre, ore 15
La Permanente via Filippo Turati, 34 Milano
Sede casa d’aste
Via Brera n. 8, Milano 20121
Tel. +39 02 36569100
Fax. +39 02 3656109
www.finarte.it
[email protected]
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