Mps, al via la caccia ai partner

annuncio pubblicitario
2
Mercoledì 21 Settembre 2016
PRIMO PIANO
NEI GIORNI SCORSI IL NEO AD MORELLI SAREBBE STATO ALL’ESTERO PER SONDARE I MERCATI
Mps, al via la caccia ai partner
Gli investitori potrebbero entrare in aumento riservato
A breve alcuni fondi faranno il punto sul dossier. A Roma
si inizia a valutare anche un piano B. Oggi i capi area
di Luca Gualtieri
Marco
Morelli
speditamente anche se, come
riferito da alcune fonti, la precondizione per un’alleanza sarà
la condivisione di un piano industriale, almeno nelle sue linee generali. Ecco perché per assistere
all’ingresso di nuovi investitori
(probabilmente private equity o
fondi sovrani) bisognerà attendere la metà di ottobre, quando
le nuove strategie saranno state
definite nelle loro linee generali, se non addirittura l’inizio di
novembre, quando è attesa la
presentazione ufficiale del piano.
Intanto però l’attenzione sul dossier resta alta. Già nei prossimi
giorni alcuni fondi anglosassoni
che già in passato hanno investito
in banche (si fa il nome di Barclays) dovrebbero fare il punto
sul dossier e decidere se intavolare o meno trattative ufficiali. È
peraltro plausibile che alcuni di
questi soggetti fossero nel manipolo schierato nei mesi scorsi
da Corrado Passera nell’ambito
del progetto poi respinto dagli ex
vertici di Mps. Di certo l’auspi-
l suo primo giorno come amministratore delegato e diretA
tore generale di Banca Monte dei Paschi, Marco Morelli
ha scelto di salutare i dipendenti con un video messaggio. Nel
discorso, tra l’altro, il banchiere ha insistito sulla priorità del
rafforzamento patrimoniale e sulla necessità di consolidare
un modello di banca che sia sostenibile e competitivo. Nel
pomeriggio si è poi tenuto l’atteso incontro con i sindacati
interni. In quella sede l’ad ha promesso confronto e trasparenza sull’adozione del nuovo piano industriale e impegno a
dare risultati tangibili sul contenimento degli emolumenti del
top management della banca. Tra i temi sollevati nel corso
dell’incontro ci sarebbe stata la nomina del nuovo responsabile della rete commerciale dopo l’uscita di Marco Bragadin. Al
vertice avrebbero preso parte i rappresentanti di Fabi, Fisac,
First-Fiba e Uilca.
D
opo l’arrivo a Siena
l’agenda di Marco Morelli sarà serrata. Il nuovo
amministratore delegato
di Banca Mps (che oggi incontrerà i capi area del gruppo) non
vuole perdere tempo sul percorso di risanamento, che prevede
da un lato il deconsolidamento
di 9,2 miliardi di sofferenze e
dall’altro un rafforzamento patrimoniale fino a cinque miliardi.
Secondo quanto risulta a MFMilano Finanza, già nei giorni
scorsi il banchiere sarebbe stato
all’estero per sondare i mercati sul dossier Mps. Una mossa
ancora del tutto preliminare, che
però la dice lunga sul dinamismo
di Morelli. Perché se la cartolarizzazione dovrebbe procedere
senza problemi e completarsi tra
novembre e dicembre, l’aspetto
più delicato del piano senese resta la raccolta dei nuovi capitali.
L’intenzione sarebbe quella di
dare la priorità all’individuazione degli anchor investor, ovvero
quei due o tre investitori internazionali che potrebbero entrare nel capitale della banca prima
dell’aumento. La mossa darebbe
un forte impulso all’intero piano
di ristrutturazione e risolleverebbe le quotazioni del titolo, che
ieri è nuovamente franato del
6,4% a 0,19 euro (il grafico in
pagina rappresenta l’andamento del titolo dall’addio dell’ex
ad Fabrizio Viola). La ricerca
potrebbe insomma procedere
Primo incontro con i sindacati interni
MONTEPASCHI ORA PER ORA DALL’8 SETTEMBRE
Quotazioni in euro
0,25
IERI
0,23
0,19 €
-6,4%
0,21
0,19
0,17
8 set
9 set 12 set 13 set 14 set 15 set 16 set 20 set 21 set
GRAFICA MF-MILANO FINANZA
cio della banca e degli advisor Jp
Morgan e Mediobanca è che gli
anchor investor possano coprire
una quota consistente del deficit patrimoniale che emergerà
con il deconsolidamento degli
npl, presumibilmente tra 1,5 e 2
miliardi. Visto l’attuale assetto
azionario del Monte e la difficoltà di individuare venditori,
l’opzione più plausibile è che il
deal si concretizzi attraverso un
aumento di capitale riservato.
Il cantiere per il salvataggio si è
dunque rimesso speditamente in
moto. Conference call e incontri
si susseguono ormai con cadenza
quotidiana e il monitoraggio da
parte delle autorità di vigilanza e
dell’esecutivo è costante. Mentre procede la due diligence sul
portafoglio da deconsolidare
(processo fondamentale per definire il prezzo dello stock da 27
miliardi lordi), sarebbe iniziato
proprio in queste settimane il
lavoro sul prestito ponte da sei
miliardi. Il finanziamento servirà
per l’acquisto delle senior notes,
compensando così i lunghi tempi autorizzativi della Gacs, attesa
entro la prima metà del 2017. In
tempi rapidi sarà predisposto anche il veicolo di cartolarizzazione
(la cosiddetta Sec.Co) finanziato
attraverso sei miliardi di senior
notes da collocare sul mercato.
Se insomma tra Siena, Milano e
Londra il lavoro procede a ritmi
serrati, a Roma qualcuno starebbe valutando anche un piano di
riserva. Anche se il governo è fiducioso sulla strategia orchestrata da Jp Morgan e Mediobanca,
la prudenza impone di ragionare
anche su soluzioni alternative.
Ecco perché, in via ancora del
tutto preliminare, si starebbero
studiando forme di backstop
pubblico previste dall’unione
bancaria in casi eccezionali.
Detto diversamente, se il piano
di mercato fallisse il governo
potrebbe pilotare Mps verso
una soluzione pubblica ancora
tutta da definire. (riproduzione
riservata)
Lo scopo sarebbe raccogliere liquidità per far fronte alla super multa da 14 mld di dollari comminata dal governo americano
Deutsche Bank studia cartolarizzazione da 5,5 mld $
di Elena Dal Maso
P
er Deutsche Bank ieri è stata
un’altra giornata di sofferenza
alla borsa di Francoforte. Il titolo ha chiuso a 11,255 euro cedendo il
3,8%. L’agenzia Bloomberg, ripresa
poi da Reuters e da Dow Jones, ha
scritto che il colosso bancario tedesco, sotto forte pressione dopo la
multa da 14 miliardi di dollari comminata dal Dipartimento americano
di giustizia per i mutui subprime, sta
lavorando per cartolarizzare miliardi
di dollari (si parla di una cifra attorno a 5,5 miliardi, poco meno di
quanto effettuato lo scorso anno) di
corporate loan in modo da ridurre il
rischio di credito.
Deutsche Bank sta strutturando
l’operazione come un prestito garantito sintetico (synthetic collateralized loan obligation), il che significa
che la banca manterrebbe i diritti di
servizio della riscossione (servicing
loans) trasferendo tuttavia il rischio
agli investitori. Lo ha riferito a Bloomberg una fonte che intende restare
anonima. La stessa fonte ha detto che
la maggior banca tedesca sta facendo
John
Cryan
operazioni simili da anni per gestire i
rischi sul credito alle imprese.
La banca ha dichiarato in un comunicato che non ha alcuna intenzione
di pagare quella cifra esorbitante, è
intervenuto anche il ministro tedesco
delle Finanze dicendo che si aspetta
una transazione su importi molto più
contenuti. Ma anche solo la metà di
14 miliardi di dollari rappresenterebbe una delle multe più elevate pagate
da un istituto di credito nella storia
americana.
Alcuni analisti hanno indicato finora un possibile pagamento di 2 o 3
miliardi per la banca di Francoforte,
valore calcolato in base a casi analoghi relativi a Goldman Sachs e Morgan Stanley e al ruolo relativamente
marginale della banca tedesca nella
crisi dei mutui subprime. Della medesima opinione anche i legali della
banca, che hanno suggerito come
esborso ragionevole per chiudere
l’indagine una cifra compresa tra i
2 e 3 miliardi, anche sulla base degli 1,9 miliardi di dollari già pagati
nel 2013 per risolvere ulteriori cause
civili sempre legate a titoli garantiti
da mutui ipotecari.
Finora, comunque, l’istituto guidato
da John Cryan non ha rivelato quante risorse ha accantonato in vista di
un eventuale accordo anche se al 30
giugno gli accantonamenti per contenziosi legali iscritti a bilancio erano
pari a 5,5 miliardi, importo indicato
in possibile aumento entro la fine
dell’anno.
La banca tedesca è uscita fra gli istituti di credito peggio capitalizzati
dagli stress test europei prima che
le autorità americane chiedessero 14
miliardi di dollari sui mutui subprime, i prodotti al centro del crollo dei
mercati finanziari mondiali nel 2008.
L’amministratore delegato John Cryan ha sospeso il pagamento del dividendo nel 2016 per preservare il
capitale dando poche speranze agli
investitori di un ritorno a breve termine della cedola. La stessa fonte ha
detto che già l’anno scorso l’istituto
con sede a Francoforte ha perfezionato una analoga cartolarizzazione di
prestiti del valore di 5,5 miliardi di
dollari. (riproduzione riservata)
Scarica