Primo esercizio La verità nella finzione Un’esercitazione Sandro Zucchi 2013-14 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione 1 2 protagonisti; l’illusione romanzesca lo conquistò quasi subito. Godeva del piacere quasi perverso di staccarsi di riga in riga da ciò che lo attorniava, e di sentire al tempo stesso che la testa riposava comodamente sul velluto dell’alto schienale, che le sigarette erano sempre a portata di mano, che al di là delle vetrate danzava l’aria del crepuscolo sotto i roveri. Di parola in parola, assorto nel sordido dilemma degli eroi, lasciandosi andare verso le immagini che si componevano e acquistavano colore e movimento, fu testimone dell’ultimo incontro nella capanna del bosco. Prima entrava la donna, guardinga; adesso arrivava l’amante, la faccia ferita dalle sferzate di un ramo. Ammirevolmente lei tamponava il sangue con i suoi baci, ma lui rifiutava le carezze, non era venuto per ripetere le cerimonie di una passione segreta, protetta da un mondo di foglie secche e di sentieri furtivi. Il pugnale si intiepidiva contro il suo petto, e sotto pulsava Un racconto di Julius Cortázar Continuità dei parchi Aveva incominciato a leggere il romanzo alcuni giorni prima. Lo abbandonò per affari urgenti, tornò ad aprirlo mentre rientrava in treno al podere; si lasciava interessare lentamente dalla trama, dal disegno dei personaggi. Quella sera, dopo aver scritto una lettera al suo procuratore e aver discusso con il fattore una questione di mezzadria, tornò al libro nella tranquillità dello studio che si apriva sul parco di roveri. Sdraiato nella poltrona preferita, dando le spalle alla porta che lo avrebbe infastidito come una irritante possibilità d’intrusioni, lasciò che la mano sinistra carezzasse più volte il velluto verde e si mise a leggere gli ultimi capitoli. La sua memoria riteneva senza sforzo il nome e le immagini dei S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione 3 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione 4 acquattata la libertà. Un dialogo ansioso scorreva per le pagine come un ruscello di serpi, e si sentiva che tutto era già deciso da sempre. Persino quelle carezze che avviluppavano il corpo dell’amante quasi volessero trattenerlo e dissuaderlo, disegnavano abominevolmente la figura di un altro corpo che era necessario distruggere. Niente era stato dimenticato: alibi, circostanze, possibili errori. A partire da quell’ora, a ciascun istante era minuziosamente fissato il suo impiego. Il duplice spietato riepilogo si interrompeva appena per permettere che una mano carezzasse una gota. Cominciava a scendere la notte. Senza neppure più guardarsi, legati strettamente al compito che li aspettava, si separarono sulla porta della capanna. Lei doveva proseguire per il sentiero che andava verso nord. Dal sentiero opposto lui si voltò un istante per vederla correre con i capelli sciolti. Corse anche lui, proteggendosi contro gli alberi e le siepi finché S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione distinse nella bruma malva del crepuscolo il viale che conduceva alla casa. I cani non dovevano latrare, e non latrarono. Il fattore non doveva esserci a quell’ora, e non c’era. Salı̀ i tre scalini del porticato ed entrò. Dal sangue che gli galoppava nelle orecchie gli giungevano le parole della donna: prima una sala turchina, poi una galleria, una scala con tappeto. Al piano superiore, due porte. Nessuno nella prima camera, nessuno nella seconda. La porta del salotto, e allora il pugnale in mano, la luce delle vetrate, l’alto schienale di una poltrona di velluto verde, la testa dell’uomo nella poltrona che sta leggendo un romanzo. FINE 5 La verità centrale nel racconto I Se dovessimo descrivere in poche parole la storia che viene narrata in Continuità dei parchi di Cortázar, cosa diremmo? I Probabilmente diremmo qualcosa del genere: (1) 6 L’Analisi 2 di Lewis I Rammentiamo la teoria di Lewis della verità nella finzione. La formulazione finale che abbiamo assunto è questa (trascuro il caso delle finzioni impossibili): 1. Un enunciato della forma pNell’opera di finzione f, pq è vero se p è vero in tutti i mondi di f; è falso se p è falso in tutti mondi di f; altrimenti non è né vero né falso. 2. I mondi di un’opera di finzione f sono i mondi in cui l’opera di finzione è narrata come fatto conosciuto che sono più simili ai mondi di credenza collettiva della comunità di origine di f . (Analisi 2) In Continuità dei parchi, un uomo legge un romanzo in cui si narra del piano di sua moglie e del suo amante per ucciderlo, e il finale del piano sta per aver luogo mentre egli legge, ignaro. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione 7 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione 8 La teoria di Currie I Come scoprire le credenze dell’autore di finzione Rammentiamo inoltre la teoria di Currie della verità nella finzione: Un enunciato della forma pNell’opera di finzione f, pq è vero se e solo se è ragionevole per il lettore informato dedurre che l’autore di finzione di f crede che p. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione I Nella teoria di Currie ciò che è vero nella finzione dipende dalle credenze dell’autore di finzione. I Come facciamo a ricostruire le credenze dell’autore di finzione, secondo Currie? I Il modo è questo: (a) dobbiamo far finta che la narrazione sia proferita da un agente affidabile (l’autore di finzione), situato storicamente in una certa comunità (solitamente, la comunità di origine dell’opera), che vuole impartire certe informazioni; (b) dobbiamo cercare di dedurre quali sono le sue credenze in base a ciò che dice e a ciò che le persone tendono a credere in quella comunità. 9 La domanda S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione La predizione dell’Analisi 2 di Lewis I I Cosa predicono queste teorie riguardo all’enunciato (1)? Predicono che sia vero o no? (1) 10 I In Continuità dei parchi, un uomo legge un romanzo in cui si narra del piano di sua moglie e del suo amante per ucciderlo, e il finale del piano sta per aver luogo mentre egli legge, ignaro. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione I 11 Nel racconto di Cortázar, non viene detto esplicitamente che l’uomo legge un romanzo che narra il piano di sua moglie e del suo amante per ucciderlo e che il piano si sta realizzando mentre lui legge. Questa è una verità implicita nel racconto. Consideriamo dunque i mondi in cui il contenuto esplicito del racconto è vero che sono più simili ai mondi di credenza collettiva della Francia degli anni ’50 (in cui il racconto di Cortázar è stato prodotto). È vero in questi mondi che accade una vicenda del genere? Presumibilmente no. Secondo le credenze collettive della Francia degli anni ’50 (cosı̀ come secondo le nostre), è del tutto improbabile che qualcuno legga un romanzo che narra il piano di sua moglie e del suo amante per ucciderlo e che il piano si stia realizzando mentre lui legge. In base a queste credenze, le coincidenze tra il romanzo e la situazione del protagonista (il fattore, il velluto verde della poltrona, le vetrate, ecc.) verrebbero probabilmente ritenute insufficienti per concludere che sta accadendo una vicenda del genere. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione 12 Conclusione La predizione di Currie I I Le considerazioni precedenti suggeriscono che l’Analisi 2 di Lewis non è in grado di rendere conto della verità di (1): (1) In Continuità dei parchi, un uomo legge un romanzo in cui si narra del piano di sua moglie e del suo amante per ucciderlo, e il finale del piano sta per aver luogo mentre egli legge, ignaro. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione (1) 13 Le credenze dell’autore di finzione di Continuità dei parchi I I Come facciamo a sapere se l’autore di finzione in Continuità dei parchi crede che l’uomo stia leggendo un romanzo in cui si descrive un piano per ucciderlo che si sta realizzando mentre legge? Dobbiamo applicare la procedura di Currie: I S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione 15 14 Conclusione Le considerazioni precedenti suggeriscono che la teoria di Currie, come l’Analisi 2 di Lewis, non è in grado di rendere conto della verità di (1): (1) Se una persona affidabile, nella Francia degli anni ’50, narrasse la storia di Continuità dei parchi allo scopo di impartire delle informazioni, concluderemmo che crede che un uomo stia leggendo un romanzo in cui si descrive un piano per ucciderlo che si sta realizzando mentre legge? Probabilmente no, vista l’improbabilità di un fatto del genere. In Continuità dei parchi, un uomo legge un romanzo in cui si narra del piano di sua moglie e del suo amante per ucciderlo, e il finale del piano sta per aver luogo mentre egli legge, ignaro. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione I (a) dobbiamo far finta che Continuità dei parchi sia proferito da un agente affidabile, situato storicamente nella Francia degli anni ’50, allo scopo di impartire delle informazioni; (b) dobbiamo cercare di dedurre quali sono le sue credenze, in base a ciò che dice e a ciò che le persone tendono a credere nella Francia degli anni ’50. I Secondo la teoria di Currie, (1) è vero se e solo se è ragionevole per il lettore informato dedurre che l’autore di finzione in Continuità dei parchi crede che un uomo legga un romanzo in cui si narra del piano di sua moglie e del suo amante per ucciderlo e che il finale del piano stia per aver luogo mentre l’uomo legge, ignaro: In Continuità dei parchi, un uomo legge un romanzo in cui si narra del piano di sua moglie e del suo amante per ucciderlo, e il finale del piano sta per aver luogo mentre egli legge, ignaro. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione 16 Secondo esercizio Le altre versioni della teoria di Lewis I Considerate ora le altre versioni della teoria di Lewis: 1. Un enunciato della forma pNell’opera di finzione f, pq è vero se p è vero in tutti i mondi di f; è falso se p è falso in tutti i mondi di f; altrimenti non è né vero né falso. 2.’ I mondi di un’opera di finzione f sono i mondi in cui l’opera di finzione è narrata come fatto conosciuto. (Analisi 0) 2.” I mondi di un’opera di finzione f sono i mondi in cui l’opera di finzione è narrata come fatto conosciuto che sono più simili al mondo reale. (Analisi 1) S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione 17 La domanda I S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione La predizione dell’Analisi 0 I Nel racconto di Cortázar, non viene detto esplicitamente che il protagonista legge un romanzo che narra il piano di sua moglie e del suo amante per ucciderlo e che il piano si sta realizzando mentre lui legge. I L’analisi 0 rende vero ciò che viene detto esplicitamente nell’opera di finzione, ma non rende conto di alcuna verità implicita nell’opera di finzione (questa è la ragione per cui Lewis passa all’analisi 1). I Dunque, l’analisi 0 predice che (1) non è vero: Cosa predicono queste versioni alternative riguardo a (1)? (1) 18 In Continuità dei parchi, un uomo legge un romanzo in cui si narra del piano di sua moglie e del suo amante per ucciderlo, e il finale del piano sta per aver luogo mentre egli legge, ignaro. (1) S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione 19 In Continuità dei parchi, un uomo legge un romanzo in cui si narra del piano di sua moglie e del suo amante per ucciderlo, e il finale del piano sta per aver luogo mentre egli legge, ignaro. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione 20 La predizione dell’Analisi 1 I Secondo l’analisi 1, le verità implicite nell’opera di finzione sono contribuite da ciò che è vero nel mondo reale una volta eseguite le modifiche minime richieste per rendere vero ciò che si dice esplicitamente nell’opera. I Nel mondo reale, è del tutto improbabile che qualcuno legga un romanzo che narra il piano di sua moglie e del suo amante per ucciderlo e che il piano si stia realizzando mentre legge. I Dunque, l’analisi 1 predice che (1) non è vero: (1) Terzo esercizio In Continuità dei parchi, un uomo legge un romanzo in cui si narra del piano di sua moglie e del suo amante per ucciderlo, e il finale del piano sta per aver luogo mentre egli legge, ignaro. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione 21 Il punto del racconto di Cortázar I 22 Una domanda Il racconto di Cortázar suggerisce una morale, riguardo alle opere di finzione, che potremmo riassumere cosı̀: I M. Potrebbe esserci un’opera di finzione tale che tutto ciò che accade nell’opera accade davvero. I S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione Lewis sarebbe d’accordo con M? M. Potrebbe esserci un’opera di finzione tale che tutto ciò che accade nell’opera accade davvero. Infatti, in Continuità dei parchi, il protagonista sta leggendo un romanzo e tutto quello che accade nel romanzo si realizza. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione 23 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione 24 La risposta I I I I I Un’obiezione a Lewis Secondo Lewis, i mondi di un’opera di finzione sono tutti mondi in cui l’opera è narrata come un fatto conosciuto (questo vale sia nell’Analisi 0, che nelle Analisi 1 e 2). Dunque, secondo Lewis, data una qualsiasi opera di finzione f , accade in f che qualcuno narri f come un fatto conosciuto. Ma, secondo Lewis, se f è un’opera di finzione, non accade davvero che f sia narrata come un fatto conosciuto. Rammentate che, per Lewis, una delle proprietà che definiscono le opere di finzione è questa: l’autore di un’opera di finzione “si comporta come se stesse narrando un fatto conosciuto, ma non lo fa davvero”, fa solo finta. Dunque, per Lewis M è falso: I Abbiamo detto che, secondo Lewis, se f è un’opera di finzione, f non è narrata davvero come un fatto conosciuto. I Immaginiamo però che Leo riscriva il Don Chisciotte parola per parola con l’intento di raccontare dei fatti veri, e che, per coincidenza, tutti i fatti raccontati nel Don Chisciotte siano veri. È molto improbabile che questo accada, ma non è impossibile. I In questo caso, un’opera di finzione, il Don Chisciotte è narrata davvero come un fatto conosciuto (da Leo). I Quindi, si potrebbe obiettare che Lewis sbaglia a sostenere che, se f è un’opera di finzione, f non è narrata davvero come un fatto conosciuto. M. Potrebbe esserci un’opera di finzione tale che tutto ciò che accade nell’opera accade davvero. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione 25 La replica di Lewis I Lewis ha previsto questa obiezione e la sua replica è la seguente. I Nel caso del Don Chisciotte che abbiamo ipotizzato, ci sono due opere: il Don Chisciotte di Çervantes, che è un’opera di finzione, e il Don Chisciotte di Leo, che non è un’opera di finzione. I Le due opere hanno lo stesso contenuto lessicale, ma sono distinte in quanto prodotte da due atti di creazione distinti. I Il Don Chisciotte di Çervantes, che è un’opera di finzione, non viene raccontato come un fatto conosciuto; il Don Chisciotte di Leo viene raccontato come un fatto conosciuto, ma non è un’opera di finzione. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione 26 Crediti I 27 Il racconto Continuità dei parchi di Cortázar e le sue implicazioni per le teorie di Lewis e Currie sono discussi in “Fiction-Making as a Gricean Illocutionary Type” (2007) di M. Garcia-Carpintero. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione 28 Quarto esercizio I Soluzione Fate un esempio, se esiste, di opera di finzione impossibile (nel senso di Lewis) che non contiene una contraddizione esplicita. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione 29 Quinto esercizio I Per Lewis, un’opera di finzione è impossibile se non c’è un mondo in cui è narrata come un fatto conosciuto. I Qualunque opera di finzione in cui si dice che non c’è nessuno a narrarla è un’opera di finzione impossibile in questo senso, anche se non contiene una contraddizione esplicita. I Un esempio di opera di finzione del genere è il racconto della lucertola: Una lucertola si crogiolava al sole. Una brezza agitò i petali di un fiore vicino. Un uccellino volò via. Peccato che non ci fosse nessuno intorno a documentare l’evento. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione Soluzione I I Rappresentate in LdF l’enunciato italiano (2) (date anche la chiave di rappresentazione): (2) I È vero nelle Avventure di Sherlock Holmes che, se Holmes non è depresso, o suona il violino oppure fuma la pipa. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione 30 31 (2) È vero nelle Avventure di Sherlock Holmes che, se Holmes non è depresso, o suona il violino oppure fuma la pipa. Rappresentazione: [f ](∼ p > (q ∨ r )) p: Holmes è depresso q: Holmes suona il violino r : Holmes fuma la pipa f : Le avventure di Sherlock Holmes S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione 32 Sesto esercizio I Supponete che w 1, w 2, w 3, e w 4 siano i mondi possibili più simili al mondo reale in cui l’opera di finzione f è narrata come un fatto conosciuto. I Supponete inoltre che in questi mondi valgano i fatti seguenti: Soluzione I Nel mondo reale: p è vero, q è vero e r è vero. In w 1: p è vero, q è falso e r è falso. In w 2: p è falso, q è vero e r è falso. In w 3: p è falso, q è vero e r è vero. In w 4: p è falso, q è falso e r è vero. I (3) I La formula (3) è vera nel mondo reale secondo l’Analisi 1 di Lewis? (3) La risposta corretta è che (3) non è vera nel mondo reale secondo l’Analisi 1 di Lewis: [f ]((p ∨ q )∨ ∼ r ) Infatti, la formula “((p ∨ q )∨ ∼ r )” è falsa in uno dei mondi di finzione di f , e cioè in w 4. Infatti, in w 4, “p” è falso, “q” è falso e “r ” è vero. [f ]((p ∨ q )∨ ∼ r ) S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione 33 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione 34