Frequency®
Teoria di base ed introduzione alle energie in gioco
estratti da libro “Matter Minds, la danza della Natura”, di Alessandro Guglielmi
Prima parte
Immaginiamo per un momento che la creazione dell'Universo sia avvenuta grazie all'emissione di
un singolo impulso di campo magnetico, una singola onda completa del suo opposto che si inizia a
propagare in un ambito senza spazio né tempo, quindi con sorgenti regolarmente diffuse in tutto
l'ambito del possibile (l'onda era unica, lo spazio infinito e di conseguenza la sorgente era unica,
diffusa ed ha quindi emesso un'onda identica per caratteristiche e specificità).
Questo è avvenuto grazie al fatto che l'onda emessa, è stata di “impulso” superiore alla forza di
contenimento aggregativo della sorgente, che rimanendo quest'ultima insoddisfatta dal rientro
dell'onda originata, si è trasformata in onda di gravità, ovvero la costante richiesta fisica di ritorno
da parte della sorgente, qualunque essa sia, nei confronti di tutto quanto è generato e che rende
soggetto alla stessa ogni elemento materiale vi sia all'interno.
Questa emissione si addentra in tutte le direzioni possibili, fintanto che non incontra nel suo tragitto
un'onda equivalente a se stessa, propagata da una delle sorgenti specchio. Questo incontro di onde
crea una rifrazione ed un'interferenza, che può essere positiva o negativa (ovvero in cui le due onde
si sommano o si sottraggono l'un l'altra) a seconda della posizione di incontro.
Onde sferiche
Sorgenti
Interferenze +/-
Disegno 1 – Origine ed universo
Coll'aumentare del movimento e delle interazioni si vengono quindi a creare specifiche aree, alla
medesima distanza dalle sorgenti specchio, dove le onde si accumulano, creando zone di
assorbimento che sbarrano il passaggio alle altre onde fino al raggiungimento del loro stato di
saturazione.
In natura non esistono elementi di schermatura ed annullamento dei campi magnetici e per ridurre le
interferenze che questi campi creavano con le trasmissioni, per esempio nelle televisioni a tubo
catodico, sono stati progettati negli anni 60 dei circuiti di metallo che attiravano i campi e li
trattenevano all'interno di un anello chiuso, i cosiddetti “mu metal”.
Matter Minds, la danza della natura di Alessandro Guglielmi – © All rights reserved
La natura utilizza volumi secondo le stesse logiche ma i suoi circuiti sono elementi diamagnetici
ovvero elementi che realizzano circuiti infiniti d'onda magnetica all'interno della loro struttura
morfologica, a tutti i livelli, macro e microscopici.
Gli elementi naturali di base sono quindi tutti diamagnetici, ognuno con differenti e specifiche
caratteristiche di gestione dei flussi di vibrazione. Rispettivamente
1. doppio campo ascendente/discendente, Fuoco,
2. campo dinamico multidirezionale, Aria,
3. campo dinamico monodirezionale, Acqua e
4. campo statico, Terra.
Sono, a tutti gli effetti, zone di concentrazione ondulatoria derivate dalla specifica disposizione
geometrica iniziale. Come direbbero i fisici quantistici, sono zone dove, data una frequenza di
pulsazione iniziale, c'è alta probabilità d'onda di massa.
Elementi diamagnetici
naturali ovvero zone di
raggruppamento delle
onde.
Disegno 2 – Distribuzione degli elementi naturali
Proprio la continuazione del movimento propagato e le interferenze tra le emissioni creano
“traffico” e di conseguenza il rapido fluire della propagazione iniziale lascia il posto ad una
continua interazione a cui consegue un rallentamento della vibrazione delle onde magnetiche e la
condensazione in queste, in aree mediane tra le sorgenti.
Immaginiamo poi per un attimo che, in questo quadro, ci sia una zona, all'interno della quale, le
altre aree contenute inizino ad avere una vera e propria oscillazione che genera polarità. Questa
corrisponde al limite degli ambiti spazio/temporali: un ambito di frequenza o meglio forza
torsionale, definito tra due valori identificabili e che ha di conseguenza forma sferica all'interno
della quale si generano onde, ricorrenze e risonanze.
Questo avviene in corrispondenza alle frequenze di vibrazione dell'acqua che, grazie all'inclinazione
dei flussi passanti e delle resistenze indotte, crea una piegatura dei campi ed una conseguente
torsione realizzando lo spazio e conseguentemente il tempo (si pensi alla vista di un bastone
appoggiato in acqua e come la sua linearità viene rotta dal materiale incontrato).
Qui trovano la loro origine i quanti, pacchetti di energia che penetrano nelle fenditure, o posizioni
specifiche, presenti nella sfera del tempo attraverso le quali l'energia magnetica fluisce e,
rallentando, collassa in fotoni di luce visibile.
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[N.d.r.: Tutti gli esperimenti di fisica quantistica e le varie teorie da noi visionate, teoriche e
sperimentali e su cui in uno dei prossimi articoli ci soffermeremo, citiamo la conosciuta relatività di
Einstein, Kapitza-Dirac, Bohr, gli spettri di funzione d'onda e le serie di Balmer, la curvatura delle
particelle in campo magnetico che segue la costante di Lorenz che si vede nel magnetron di un
forno a microonde, confermano la coerenza di questa forma.]
Disegno 3 – Schema di un magnetron dove le particelle portate al centro da un campo magnetico si
spostano nelle camere laterali con un moto curvato che segue la costante di Lorentz.
Immaginiamo inoltre che, per avere la sensazione di linearità dello scorrere del tempo, noi e le
nostre frequenze, percorriamo il campo seguendo una traiettoria lineare e che il nostro roteare
all'interno di questa traiettoria generi la polarità elettrica.
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Disegno 4 – Area del tempo e percorrenza sfera
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Entrando all'interno di questo sottosistema sopra descritto, possono quindi esistere onde con una
dimensione che collima con la geometria dello spazio/tempo ed altre che sono disallineate a causa
dell'entropia (caos) presente nel sistema, della loro debole energia magnetica e che quindi arrivano
fuori “sincrono” rispetto a questo limite.
Le onde in questo ambiente sono anch'esse di forma sferica e si propagano in tutte le direzioni
disponibili, anche quelle da noi non visibili in quanto impegnati nel nostro percorso di tempo
lineare. La dimensione di un'onda geometricamente sferica rappresenterebbe quindi la quantità di
energia magnetica all'interno del campo definito dall'apertura/chiusura dell'onda stessa ovvero
dall'impulso iniziale all'ultima oscillazione.
Onde dimensionalmente più grandi, di bassa frequenza elettrica, sono più penetranti e contengono
al loro interno molte altre onde, dimensionalmente più piccole. Queste, più piccole e con meno
energia magnetica, è più probabile che vengano inglobate in un'onda più grande rispetto a che
portino a termine loro tragitto indipendentemente.
Riassumendo: alta frequenza ed alta energia elettrica uguale meno penetranza ed energia magnetica,
bassa frequenza e bassa energia elettrica uguale alto campo magnetico e maggiore
penetranza/effetti.
Quando siamo in equilibrio le frequenze a noi associate sono allineate, nei micro e macro sistemi,
omogenei, olografici e chiusi, che ci compongono.
Una delle regole del sistema è che, per quanto sia questo composto di micro-macrosistemi
omogenei ed olografici, per esistere indefinitamente deve avere tutte le componenti in equilibrio
dinamico. Ha quindi una serie di frequenze 'indotte' dalla sua geometria che portano gli elementi
presenti all'interno in un determinato tempo ad allinearsi al movimento dell'ottava del sistema.
Nel 17º secolo Christiaan Huygens, uno scienziato obbligato all'immobilità in periodo della propria
vita a causa di una malattia, inizio a fare alcuni esperimenti con due orologi a pendola che aveva in
camera e notò che, nonostante regolasse l'andamento delle pendole in maniera completamente
asincrona l'una rispetto all'altra, vi era influenza reciproca e queste iniziavano a sincronizzarsi e
dopo poco tempo, circa 30 minuti, continuavano il loro percorso sincronicamente in opposizione di
fase. Il quesito è rimasto aperto per oltre 350 anni e poco tempo fa un fisico portoghese ha trovato il
modello matematico e fisico per spiegare l'effetto, attraverso la propagazione delle onde sulle
superfici di appoggio.
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Disegno 5 – Rappresentazione delle frequenza in risonanza e non.
All'interno di quanto sopra espresso si potrebbe completare il quadro dicendo che l'allineamento
delle pendole avviene si per merito delle vibrazioni trasmesse attraverso la superficie di appoggio
ma anche attraverso il ritmo di pulsazione dell'intero ambiente circostante, non solo fisico ma anche
magnetico, propagato attraverso tutti gli elementi che separano i due in movimento con la scelta di
cadenza più probabile al ritmo della natura.
La pendola che più si avvicina a questa pulsazione diviene quindi il ritmatore trainante e l'altra
segue per assestarsi in equilibrio, ovvero in opposizione di fase.
Questa è una delle leggi che vengono utilizzate nella Frequency®.
Ipotizziamo in questo scritto che questo allineamento possa avvenire su tutti gli elementi in materia,
in quanto ognuno, anche se apparentemente immobile porta già nel primo sottosistema una
vibrazione del proprio campo di magnetico, e basandosi anche il nostro essere su un ambiente
spazio/temporale di forma sferica, siamo soggetti sensibili sia all'onda propagata assialmente che a
quella di ritorno sull'asse perpendicolare che normalizza quindi, per ordine di distanza/frequenza,
tutti i nostri livelli di emissione ondulatoria.
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Disegno 6 – Flusso delle frequenze e compensazione tramite emissione di onda perpendicolare.
Se vogliamo unire le due esplorazioni possiamo rappresentare le onde come l'oscillazione di un
pendolo trascinato per il fulcro:
Disegno 7 – Onda rappresentata come pendolo
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Un sistema completo, omogeneo e in equilibrio ha al suo interno tutte le classi di frequenza che, di
momento in momento, continuano la loro azione risonante e condensando le frequenze di livello in
livello, con l'aiuto della forza di gravità, creando quindi impulsi elettrici e movimento.
Disegno 8 - Figura onda in onda, ottava per ottava
Frequency® nasce da questa base di idee.
Tramite una serie di ricerche sulle modalità di sviluppo dei sistemi della Natura si è riusciti ad
identificare le classi di frequenza presenti in ogni corpo, trovando quel ritmo che permetteva
l'allineamento rispetto al movimento della natura.
Una volta trovati gli identificativi matematici delle frequenze del corpo umano è stato sufficiente
suddividere i singoli ambiti nelle ottave corrispondenti ai sistemi omogenei presenti, dal campo
emotivo, più sottile, al campo cellulare più condensato.
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