Recensione "Calendar Girls"

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Calendar Girls
1 dicembre 2016 – Teatro di Locarno – Stagione 2016-2017
Alex Uboldi
Quando si presenta l’occasione di poter vedere un attore/attrice che si conosce
grazie al mondo del grande schermo a teatro, si prova sempre una trepidante attesa
nel vedere le possibili differenze in due mondi, cinema e teatro, completamente
diversi. Lo stupore nel vedere un’Angela Finocchiaro piacevolmente diversa rispetto
ad alcune scialbe e, in alcuni casi, anche scadenti commedie che in questi anni
stanno riempiendo sempre di più il panorama del cinema italiano è stato tale da
farmi smarrire e coinvolgere all’interno della trama. Intendiamoci, la verve e lo
spirito della Finocchiaro restano comunque inconfondibili e unici anche a teatro, ma
con l’aggiunta di una passione, che ha saputo trasmettere a tutto il pubblico
presente giovedì sera a Locarno, l’idea che avevo in mente di lei è mutata
sostanzialmente e, molto probabilmente, ora non riuscirò più a guardare le
numerose pellicole cinematografiche che la vedono nel cast con gli stessi occhi di
prima.
La serenità di un gruppo composto da sei donne dai 50 anni in su si spegne quando il
marito di una di loro viene a mancare e, a creare ancora più scompiglio, ci pensa la
“fune trainante” del gruppo, Chris (Angela Finocchiaro), che propone alle cinque di
realizzare un calendario in completa nudità per raccogliere fondi per acquistare un
divano per l’ospedale dove è morto il marito sopracitato. Colpisce soprattutto la
leggerezza con cui la protagonista parla di questa, all’apparenza, strampalata idea
alle altre che, d’acchito, si rifiutano categoricamente, compresa la moglie del
defunto. L’ostinazione di Chris, giorno dopo giorno, porta le altre a seguirla in
questo progetto che, con l’ausilio dell’infermiere dell’ospedale che si improvvisa
fotografo, riesce nel suo scopo a vendere migliaia di copie del calendario e di
conseguenza a racimolare ben oltre la cifra per comprare il divano.
La pièce al suo interno riunisce un ventaglio di emozioni così vasto che all’uscita non
ci si può non sentire piacevolmente scossi dalla commovente e a tratti irriverente
storia che Angela Finocchiaro e compagne hanno messo davanti agli occhi degli
spettatori e di cui ho voluto inebriarmi dall’inizio alla fine. Una particolare lode, va
all’atto di coraggio che le sei donne hanno dimostrato sia all’interno dello
spettacolo, sia nella vita reale scegliendo a un’età avanzata di esporsi nude in un
calendario per quanto riguarda la rappresentazione e in scena di fronte a centinaia
di persone per quanto concerne la realtà.
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