Monografia Roma Capitale

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Monografia
Roma Capitale
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Calabria’s
Egregio sig. sindaco,
La Calabria, pur rappresentando una meta tradizionale
di soggiorno grazie alle risorse paesaggistiche, storiche e culturali
di cui dispone, registra un numero di arrivi e presenze non adeguato alle proprie potenzialità. I flussi turistici si concretizzano soprattutto nel corso dei mesi di luglio e di agosto, impedendo “de facto” una destagionalizzazione dell’offerta che sarebbe certamente
agevolata dalle favorevoli condizioni climatiche.
Ragionamenti antichi e già conosciuti che purtroppo
non vengono risolti né dagli operatori di settore, né tanto meno
dalle rappresentanze istituzionali. Una carenza grave che ha consentito ad altre regioni e ad altre aree distrettuali di farsi avanti e
di svolgere un ruolo attivo nell’ambito del processo decisionale
nel cosiddetto “destination management”. Ciò è avvenuto grazie
soprattutto ad un sapiente uso dei nuovi mezzi di comunicazione
che consentono di stare sul mercato senza cospicui esborsi dal
punto di vista finanziario. Il problema dunque è di metodo e di
sistema. Ed è soprattutto da questo che bisogna avviare il processo di rilancio dell’immagine turistica. Partendo da questo presupposto è necessario far conoscere ogni singolo comune della
regione nella sua interezza, mettendo in luce ciò che esso è in grado di offrire, tralasciando il concetto della dimensionalità a favore
dell’approccio culturale e cognitivo. Per fare ciò bisogna partire
dalle singole località. Lo sviluppo del turismo, infatti, ha dimostrato
che ogni città, paese o comunità può divenire meta turistica: a
fare la differenza non sono soltanto i luoghi da visitare, ma anche
il patrimonio immateriale, formato dalle tradizioni e dal costume,
dalla gastronomia e dalle produzioni di eccellenza. Si tratta di
comparti in cui l’intera regione, fortunatamente eccelle. Si tratta
soltanto di promuovere, rispettando le esigenze di bilancio, ciò
che si ha semplicemente al meglio.
Partendo da questo presupposto è stato strutturato un
piano d’implementazione per una nuova idea di marketing territoriale rivolta alla costituzione di un volume monografico dedicato al
singolo comune. In 16 pagine + 4 di copertina, comprensive di
materiale fotografico creato ad hoc, verrà raccontato e promosso il centro in questione, consentendo così ai sindaci di rispondere
alle nuove sfide che derivano dalla conservazione della propria
identità culturale
CALABRIA’S COMUNI, questo è il nome del progetto è una
pubblicazione cartacea, che verrà poi sviluppata anche nella
Calabria’s S.r.l.
Via Saracinello, N° 155/A
89131 Reggio Calabria
www.calabrias.it - [email protected]
Tel. +39 3455281601
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versione online, di formato chiuso cm 20 X cm 20 formata da
un linguaggio semplice e funzionale allo scopo e da una grafica
accattivante in perfetto stile “visual”.
In ogni volume saranno inseriti i seguenti capitoli: nozioni
storiche, intervista al Sindaco, luoghi ed attrattori culturali e naturali, la preparazioni dei piatti tipici, le produzioni di eccellenza. Uno
staff composto da giornalisti, fotografi e cineasti si preoccuperà di
realizzare i contenuti, condensando il comune in un contenitore di
altissima qualità. Verrà realizzato, infatti, anche un video illustrativo
di circa 5 minuti adatto a promuovere il comune sulle reti sociali e
in internet.
Il volume sarà realizzato in uno standard che consente
una facile distribuzione e un’ancora più facile consultazione, traducendo i testi in più lingue, incentivando così la conoscenza e
la fruizione di un dato territorio ad un pubblico vasto e di diversa
provenienza. Il progetto è una sorta di front-desk turistico, virtuale e
integrato, a disposizione dei turisti e dei visitatori che scelgono di
trascorrere un soggiorno in una determinata località. È uno sportello informativo in quanto fornisce tutte le indicazioni sulle peculiarità
del territorio, mettendo in luce i giacimenti culturali ed artistici, gli usi
e le tradizioni, l’enogastronomia e le attrattive ludiche.
I costi di adesione, prevedono quanto segue:
• Realizzazione testuale;
• Realizzazione servizio fotografico, viralizzato sul profilo
INSTAGRAM di CALABRIA’S;
• Realizzazione video promozionale con incluso le riprese, viralizzato sui profili, FACEBOOK, TWITTER E YOU
TUBE di CALABRIA’S;
• Traduzione;
• Distribuzione del volume cartaceo;
• Inserimento del materiale sul sito internet www.calabrias.
it;
• Concessione in uso del materiale testuale, fotografico e
video realizzato.
Nella convinzione della validità progettuale dell’idea ci
auguriamo di poterla annoverare tra i sostenitori dell’iniziativa.
FRANCESCO PAOLO TRONCA
NOMINATO COMMISSARIO
È
Francesco Paolo Tronca, attuale prefetto di
Milano, il commissario straor dinario individuato
per guidare Roma dopo la decadenza della
Giunta targata Ignazio Marino.
La scelta di Tronca, ha fatto sapere il Viminale,
va letta come un riconoscimento per il lavoro svolto
per Expo e un auspicio affinché quell'esperienza positiva venga replicata in occasione del Giubileo.
Non solo. Dopo le parole del presidente dell'Autorità
nazionale anti-corruzione, Raffaele Cantone, che nei
giorni scorsi aveva segnalato come, a differenza di
Roma, Milano avesse gli anticorpi necessari, il profilo
del nuovo commissario appare in linea con la volontà
di potenziare le difese della Capitale contro il malaffare.
«Sono orgoglioso e felice della fiducia accordatami»,
è stato il primo commento di Tronca dopo la nomina
da parte del prefetto di Roma, Franco Gabrielli.
AL TIMONE FINO AL VOTO. Soltanto qualche ora
prima, al termine della conferenza stampa convocata
dallo stesso Marino in Campidoglio, era stato il numero
uno del Partito democratico romano, Matteo Orfini, a
dire: «Siamo già al lavoro col governo per la scelta
del commissario, che avviene contestualmente con le
dimissioni del sindaco. Per questo ci vorranno poche
ore. L'esecutivo è all'opera per dare risposte immediate
ai cittadini».
Il neocommissario avrà dunque il compito di guidare la
Capitale fino alle prossime elezioni, probabilmente in
primavera. 
Francesco Paolo TrONCA
appointeD commissioner
You Francesco Paolo Trim, current prefect of Milan, the Commissioner Overtime nary identified to guide Rome after the
decline of the license plate Giunta Ignazio Marino.
The choice of Trim, has said the Interior Ministry, to be
read as a recognition for the work done for Expo and wish
that positive experience is replicated on the occasion of the
Jubilee.
Not only. After the words of the Chairperson of the national
anti-corruption, Raffaele Cantone, who recently was reported
as, unlike Rome, Milan had the necessary antibodies, the new
commissioner of the profile is in line with the will to strengthen
the defenses Capital against malfeasance.
“I am proud and happy of the trust they have,” was the first
comment Truncate after the appointment by the prefect of
Rome, Franco Gabrielli.
AT THE HELM TO VOTE. Only a few hours earlier, at the end of
the press conference convened by the Marino at the Capitol,
he had been the number one of the Roman Democratic Party,
Matthew Orfini, said, “We are already working with the government to the choice of the commissioner, which takes place
simultaneously with the resignation of the mayor. For this it will
take a few hours. The government is working to give immediate
answers to the citizens. “
The neocommissario will therefore have the task of leading the
capital until the next election, probably in the spring. 
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LA STORIA
DI ROMA
R
oma è la capitale della Repubblica
Italiana, nonché capoluogo dell’omonima
città metropolitana e della regione Lazio; in
virtù del suo status di capitale del paese, è
amministrativamente un comune sui generis
disciplinato da una legge speciale. Per
antonomasia, è definita l’Urbe e Città eterna. Con 2
872 086 abitanti è il comune più popoloso d’Italia e
il quarto dell’Unione europea, mentre con 1 287,36
km² è il comune più esteso d’Italia e tra le maggiori
capitali europee per ampiezza del territorio. Fondata
secondo la tradizione il 21 aprile 753 a. C. nel corso
dei suoi tre millenni di storia è stata la prima grande
metropoli dell’umanità[13], cuore di una delle più
importanti civiltà antiche, che influenzò la società, la
cultura, la lingua, la letteratura, l’arte, l’architettura, la
filosofia, la religione, il diritto e i costumi dei secoli suc-
cessivi. Luogo di origine della lingua latina, fu capitale
dell’Impero romano, che estendeva il suo dominio su
tutto il bacino del Mediterraneo e gran parte dell’Europa, dello Stato Pontificio, sottoposto al potere
temporale dei papi, e del Regno d’Italia (dal 1871).
Nei passi a seguire sarà illustrata la storia di Roma in
breve. Fondata secondo la tradizione da Romolo il
21 aprile 753 a. C., [49] Roma fu retta per un periodo
di 244 anni da un sistema monarchico, con sovrani inizialmente di origine latina e sabina, e successivamente
etrusca. La tradizione tramanda sette re: lo stesso
Romolo, Numa Pompilio, Tullo Ostilio, Anco Marzio,
Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il Superbo.
Espulso dalla città l’ultimo re etrusco e instaurata una
repubblica oligarchica nel 509 a. C., per Roma ebbe
inizio un periodo contraddistinto dalle lotte interne tra
patrizi e plebei e da continue guerre contro le popo| Monografia Roma Capitale |
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lazioni italiche: Etruschi, Capenati, Falisci, Latini, Volsci,
Equi. Divenuta padrona del Lazio, Roma condusse
diverse guerre (contro Galli, Osco-Sanniti e la colonia
greca di Taranto, alleatasi con Pirro, re dell’Epiro) che
le permisero la conquista della penisola italica, dalla
zona centrale fino alla Magna Grecia. Il III ed il II secolo a. C. Furono caratterizzati dalla conquista romana
del Mediterraneo e dell’Oriente, dovuta alle tre guerre
puniche (264-146 a. C.) combattute contro la città di
Cartagine e alle tre guerre macedoniche (212-168
a. C.) contro la Macedonia. Vennero istituite le prime
province romane: la Sicilia, la Sardegna e Corsica, la
Spagna, la Macedonia, la Grecia (Acaia), l’Africa. 
THE HISTORY OF ROME
Rome is the capital of the Italian Republic and the capital
of the metropolitan city and the Lazio region; by virtue of its
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status as the country’s capital, it is administratively a common
sui generis governed by a special law. By definition, it is called
the City, and eternal City. With 2,872,086 inhabitants is the
most populated town in Italy and the fourth European Union,
whereas with 1 287.36 km ² is the largest municipality in Italy
and among the major European capitals for the territory amplitude. It founded according to tradition on April 21 753. C.
in the course of its three millennia of history has been the first
great metropolis of humanity [13], the heart of one of the most
important ancient civilizations, which influenced society, culture,
language, literature, art, architecture, philosophy, religion,
law and customs of the following centuries. Birthplace of the
Latin language, was the capital of the Roman Empire, which
extended its dominion over the entire Mediterranean basin
and much of Europe, the Papal States, subject to the temporal power of the popes, and the Kingdom of Italy ( since
1871). In the steps to follow it will illustrate the history of Rome
for short. Founded according to tradition by Romulus on 21
April 753. C., [49] Rome was ruled for a period of 244 years
by a monarchical system, with sovereign originally from Latin
and Sabine, and later Etruscan. The tradition handed down
seven kings: the same Romulus, Numa Pompilius, Tullus Hostilius,
Ancus Marcius, Tarquinius Priscus, Servio Tullio and Tarquinius
Superbus. Expelled from the city the last Etruscan king and
established an oligarchic republic in 509 a. C., Rome began
a period marked by internal struggles between patricians and
plebeians and continuous wars against the Italic peoples: the
Etruscans, Capenati, Falisci, Latins, Volscians, Equi. Become
master of Lazio, Rome led several wars (against the Gauls,
Osco-Samnites and the Greek colony of Taranto, allied with
Pyrrhus, king of Epirus) that allowed the conquest of the Italian
peninsula, from the central area to the Magna Grecia. The
third and second century. C. They were characterized by the
Roman conquest of the Mediterranean and the East, due
to the three Punic Wars (264-146 a. C.) fought against the
city of Carthage and the three Macedonian Wars (212-168
a. C.) against Macedonia. the first Roman provinces were
established : Sicily , Sardinia and Corsica, Spain, Macedonia ,
Greece ( Achaia ) , Africa. 
il colosseo
N
oto anche come “Anfiteatro Flavio”,
costruito per ordine dell’imperatore Vespasiano in onore della grandiosità del
suo impero, fu inaugurato dal figlio, Tito,
nell’80 d.C con festeggiamenti durati 100
giorni.
Il nome Colosseo deriva probabilmente dalla grande
statua bronzea di circa 38 metri, nota come il “Colosso”, che Nerone volle fosse costruita a sua immagine
presso la Domus Aurea. L’opera, che raffigurava l’impe-
ratore nei panni del dio Apollo, voleva richiamare alla
mente, con le straordinarie dimensioni, il prestigio ed il
fascino che aveva avuto un’altro simbolo dell’antichità:
il Colosso di Rodi. La statua fu spostata dall’imperatore Adriano nei pressi dell’anfiteatro e successivamente
modificata nei lineamenti per assomigliare prima a vari
imperatori, poi, con l’aggiunta di una “corona di raggi
solari”, al dio Sole. Fu tuttavia solo nel Medioevo, con
l’oblio dei fasti imperiali e delle gens aristocratiche,
che il nome Colosseo cominciò a sostituire nella dizio| Monografia Roma Capitale | | 10 |
ne comune
quello di
“Anfiteatro
Flavio”.
Il Colosseo,
progettato
da Rabirio o
forse Gaudenzio, ospitava lunghi
combattimenti tra gladiatori, esecuzioni capitali,
naumachie
e spettacoli
di caccia.
Circa 80000
spettatori
seguivano i
combattimenti che potevano durare
dall’alba al
tramonto ed
anche fino
a notte fonda quando i gladiatori combattevano
illuminati dalla luce delle fiaccole.
Dalle cronache del tempo sembra che le lotte più
amate dal pubblico fossero le mischie caotiche di
decine di gladiatori inventate dall’imperatore Claudio,
dette “sportule”. Tutte le feste religiose, le ricorrenze e
le vittorie militari venivano celebrate durante l’epoca
imperiale con le sfide dei gladiatori. Per difendere gli
spettatori dalle bestie feroci si innalzava una rete me| 11 | | Monografia Roma Capitale |
tallica, mentre nelle giornate più assolate o in quelle
di pioggia, il pubblico veniva protetto da un grande
velario di colore blu con stelle gialle manovrato da
una squadra di marinai della flotta di Capo Miseno e
di Ravenna. 
THE COLOSSEUM
Also known as “Amphitheatre Flavio”, built by order of Emperor Vespasian in honor of the grandiosity of his empire, was inaugurated by his son,
Titus, in 80 d.C with festivities lasted 100 days. The Colosseum
name probably derives from the great bronze statue of about
38 meters, known as the “Colossus” which Nero wanted to be
built in his image at the Domus Aurea. The work, depicting the
emperor in the guise of the god Apollo, wanted to recall, with
the unprecedented size, prestige and glamor that had had
another ancient symbol: the Colossus of Rhodes. The statue
was moved by the Emperor Hadrian near the amphitheater
and then revised in the features to look first at the various
emperors, then, with the addition of a “ring of sunlight”, the Sun
god. However, it was only in the Middle Ages, with the neglect
of imperial splendor and aristocratic gens, that the name
Colosseum began to replace the common diction that of
“Flavian Amphitheatre”.
The Colosseum, designed by Rabirio or maybe Gaudenzio,
housed lengthy battles between gladiators, executions, naval
battles and hunting shows. About 80,000 spectators were
following the fighting that could last from dawn to dusk and
even into the night when the gladiators fought illuminated by
the light of torches.
The chronicles of the time it seems that the most popular
struggles by the public were the chaotic melee of tens of
gladiators invented by the Emperor Claudius, called “sportule”.
All religious holidays, anniversaries and military victories were
celebrated during the imperial era with the challenges of
gladiators. To protect the spectators from the wild beasts rose
up a wire mesh, while in the more sunny days or rainy. 
A
ll’inizio del ‘500 questa
zona era considerata
suburbana: una pianta
disegnata da Pirro
Ligorio ci presenta un esteso terreno lavorato a vigne con resti di edifici di epoca romana e
due palazzi, quello “verso le fratte”, che apparteneva
alla famiglia Ferratini e che diventò poi il palazzo del
Collegio di Propaganda Fide, e quello di 1 Ambasciata di Spagna presso S.Sedeproprietà dei baroni
Monaldeschi, che lo vendettero agli ambasciatori di
Spagna. La piazza fu a lungo il luogo di arrivo e di
sosta delle vetture a cavalli che, entrando dalla Porta
del Popolo, punto di accesso dal nord fin dall’antichità, portavano gli stranieri a Roma. Il nome della piazza
deriva dal palazzo sede dell’Ambasciata di Spagna
presso lo Stato Pontificio e, dopo il 1870, presso la
Santa Sede (nella foto 1), situato sul lato meridionale
della piazza e risalente al 1647: la parte settentrionale, quella verso il Babuino, originariamente era detta
“piazza di Francia”, a causa delle proprietà francesi
della zona, come il terreno della Trinità dei Monti. I
diplomatici spagnoli decisero di rinnovare il palazzo
nel 1653 affidando i lavori ad Antonio Del Grande,
che probabilmente si avvalse di disegni del Borromini,
al quale era stata richiesta una progettazione, ma che
non realizzò direttamente essendo impegnato in altri
lavori. La facciata si arricchì allora al piano nobile di
due mignani lignei che raggruppavano cinque finestre
sulla sinistra e tre sulla destra; ma il maggior numero di
rinnovamenti si ebbero all’interno, con il nuovo grande
androne dalle volte sorrette da colonne binate, l’imponente scalone con balaustra a pilastrini ed il cortile
con loggiato chiuso da finestroni intervallati da paraste con lo stemma dei re spagnoli sul capitello. Tra il
PIAZZA DI SPAGNA
1685 ed il 1693
furono compiuti
rinnovamenti alla
facciata mentre
nel Settecento si
ebbero decorazioni in varie sale
all’interno e vi fu
allestito anche
un teatro privato dove il 14
dicembre 1782
Vittorio Alfieri vi
rappresentò la
sua “Antigone”.
Dopo la breve
dominazione
francese a Roma,
che comportò
l’occupazione temporanea dell’edificio da parte delle
milizie napoleoniche, si ebbe un radicale rinnovamento della facciata ad opera dell’architetto spagnolo
Antonio Celles: furono eliminati i mignani, le finestre
del penultimo piano e furono sostituite tutte le altre. di
Maria in Cielo”delle benedettine. 
PIAZZA DI SPAGNA
At the beginning of the ‘500 this area was considered suburban: a plant designed by Pirro Ligorio presents a plot extended worked in vineyards
with the remains of Roman buildings and two buildings, the one
“towards the bushes”, which belonged to the family and Ferratini
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which then it became the palace of the Propaganda Fide
College, and that of 1 Spanish Embassy to S.Sedeproprietà
Monaldeschi barons, who sold it to the ambassadors of Spain.
The square was long the place of arrival and parking of cars
to horses, entering the Porta del Popolo, access point from the
north since ancient times, carrying foreigners in Rome. The name
of the square comes from the Embassy building in Spain at the
Papal States and, after 1870, the Holy See (photo 1), located
on the south side of the square and dates back to 1647: the
northern part, towards the Baboon, was originally called “square
of France”, because of the French properties in the area, as the
terrain of the Trinita dei Monti. The Spanish diplomats decided
to renovate the building in 1653, entrusting the work to Antonio
Del Grande, who probably took advantage of the Borromini
drawings, which had been requested a design, but did not
realize being directly engaged in other jobs. The facade
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was enriched then the main floor of two wooden mignani they
contained five windows on the left and three on the right; but
the largest number of renovations occurred inside, with new
great hall by vaults supported by double columns, the imposing
staircase with balustrade and newel posts in the courtyard with
loggia enclosed by windows interspersed with pilasters with the
emblem of the Spanish kings on capital. Between 1685 and
1693 they were made renovations to the facade and in the eighteenth century there were decorations in various rooms inside,
and there was also set up a private theater where 14 December 1782 Vittorio Alfieri represented you his “Antigone”. After the
brief French domination in Rome, which involved the temporary
occupation of the building by Napoleon’s troops, there was a
radical renewal of the architectural facade by Spaniard Antonio Celles: the mignani were eliminated, the penultimate floor
windows and all the others were replaced. 
interessarono i tratti fino all’incrocio del trivium senza
continuare oltre verso Via Lata.
Agli inizi del Rinascimento i Papi cominciarono a
decorare le terminazioni degli acquedotti che restaurarono con maestose e ricche fontane. 
FONTANA DI TREVI
The TreVi Fountain
L
a fontana di Trevi è una fontana imponente
eretta come terminazione e mostra celebrativa
del restauro di un antico acquedotto romano.
L’acquedotto è l’acquedotto Vergine, costruito
da Marco Vipsanio Agrippa intorno al 19 a.C.:
Agrippa era il genero e generale favorito dell’ Imperatore Ottaviano Augusto, nonchè esperto architetto, lo
stesso citato nell’iscrizione famosa sul Pantheon. L’acquedotto era lungo 21 km di cui 19 erano sotterranei.
L’acquedotto fu costruito da Agrippa per rifornire le
Terme Pubbliche in Campo Marzio da lui volute e
completate. Già allora fu eretta una grande fontana
nel punto in cui il condotto terminava. Tale fontana
sorgeva pressappoco dove ore si trova la Chiesa di
S. Ignazio.
Secondo il libro specialistico di Sesto Giulio Frontino
“De aquaductibus Romae commentarius”, l’acquedotto prese il suo nome da una vergine fanciulla
che i soldati romani incontrarono in un momento in
cui erano stanchi ed assetati. Ella li guidò verso una
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fonte d’acqua per rifocillarsi. Tale sorgente si trovava
nell’Ager Locullanus, un terreno tra la Via Tiburtina e la
via Collatina, due delle “strade che portano a Roma”.
Quella fonte ancora oggi fornisce l’acquedotto.
Nel IV secolo vi erano a Roma 1352 fontane (Notitia
dignitatum imperii Romani).
L’acquedotto fu danneggiato dalle invasioni degli
Ostrogoti guidati dal re Vitige nel 537. Dopo le conquiste barbariche una lunga parte dell’acquedotto
fu abbandonata e tutti i restauri di epoca medievale
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Is an imposing fountain as termination and exhibition celebrating the restoration of an ancient
Roman aqueduct.
The aqueduct is the Vergine aqueduct built by Agrippa around
19 B.C. .: Agrippa was the son and general favorite of ‘Emperor
Octavian Augustus, as well as experienced architect, the same
mentioned in the inscription on the famous Pantheon. The aqueduct was 21 km long of which 19 were underground.
The aqueduct was built by Agrippa to supply the Public Baths
in Campo Marzio he took and completed. Even then it was
erected a large fountain at the point where the duct ended. This
fountain stood roughly where hours is the Church of St. Ignatius.
According to the specialist book by Sextus Julius Frontinus’ De
aquaductibus Romae commentarius “, the aqueduct took its
name from a young virgin that Roman soldiers met at a time when
they were tired and thirsty. She led them to a source of water for
refreshment. This source was nell’Ager Locullanus, a land between
the Via Tiburtina and Via Collatina, two of the “roads that lead
to Rome.” That source still supplies the aqueduct.
In the fourth century there were fountains in Rome in 1352 (Notitia
dignitatum imperii Romani).
The aqueduct was damaged by the invasion of the Ostrogoths
under King Vitige in 537. After the barbaric conquests a long
part of the aqueduct was abandoned and all medieval restorations interested the tracts to the junction of the trivium without
continuing further towards Via Lata .
At the beginning of the Renaissance popes they began to
decorate the ends of the aqueducts who restored with majestic
fountains and rich. 
Cacio e pepe,
la Vera ricetta e DoVe mangiarla
L
a cacio e pepe è una delle più famose ricette
della tradizione romana, vero e proprio orgoglio delle cucine testaccine doc. Piatto povero
e di origine contadina, questo grande classico
è apparentemente semplice da realizzare ma
presenta delle insidie che è bene saper affrontare. Esistono tante ricette e varianti, molti piccoli trucchi, ma la
cacio e pepe originale è una soltanto e il segreto per
una perfetta realizzazione sta tutto nella mantecatura
degli ingredienti. La lista cortissima del necessario può
trarre in inganno: pasta, pecorino romano e pepe.
A fare la differenza sono le quantità e la preparazione
del condimento. La pasta usata per la ricetta doc è
il tonnarello, una sorta di spaghettone all’uovo, ideale per assorbire la cremosità del pecorino, anche se
la cacio e pepe ben si adatta a pasta corta come
maccheroni e rigatoni. Mettete a cuocere i tonnarelli in
abbondante acqua (poco) salata e intanto preparate in una ciotola il pecorino e il pepe. La cosa migliore
sarebbe grattugiare del pecorino romano Dop e pestare in un mortaio i grani di pepe nero per garantire al
piatto tutta la freschezza e l’aroma della spezia.
Versate il pecorino, il pepe e amalgamate bene il tutto
aggiungendo poca acqua di cottura della pasta.
A questo punto i tonnarelli saranno al dente e pronti
per essere tirati fuori dall’acqua: non dovete scolarli
altrimenti perderete l’acqua di cottura, quindi aiutatevi
con un forchettone e rovesciateli rapidamente nella
ciotola con pecorino e pepe. Girate la pasta nel con-
Cheese anD pepper,
the true recipe anD
Where to eat
dimento e contemporaneamente aggiungete due mestoli di acqua di cottura per amalgamare. Questa fase
va fatta “a freddo” e non sul fuoco: altrimenti rischiate
di cuocere il formaggio e farlo diventare grumoso e
di scuocere la pasta. Infine, servite in fretta: la cacio e
pepe fredda è rigorosamente out. 
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The cheese and pepper is one of the most famous
recipes from the Roman tradition, the real pride of the
kitchens testaccine Doc. poor and peasant dish, this
great classic is apparently easy to make but has some
pitfalls that you should be able to face. There are many
recipes and variations, many little tricks, but the original
cheese and pepper is one only, and the secret to a perfect
realization is all in the creaming of ingredients. The very short list
of must can be misleading: pasta, pecorino romano cheese and
pepper.
What makes the difference is the quantity and the dressing preparation. The paste used for the recipe Doc is the tonnarelli, a
sort of egg spaghettone, ideal for absorbing the creaminess of
the cheese, even if the cheese and pepper is well suited to short
cut pasta such as macaroni and rigatoni. Bake tonnarelli in salted water (a little) and meanwhile prepared in a bowl pecorino
cheese and pepper. The best thing would grate the Pecorino
Romano DOP and crush in a mortar the black peppercorns to
the plate to ensure the freshness and aroma of spice.
Pour the cheese, pepper and mix well, adding a little cooking
water from the pasta. At this point tonnarelli will be al dente and
ready to be pulled out of the water: you do not drain them or
you will lose the cooking water, then help yourself with a fork and
rovesciateli rapidly in the bowl with pecorino cheese and pepper. Turn the pasta in the sauce and simultaneously add two
ladles of cooking water to mix. This phase should be done “cold”
and not in the fire: otherwise you could cook the cheese and
make it lumpy and overcook the pasta. Finally , served quickly: the
cheese and cold pepper is strictly out . 
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Lupa capitolina
L
a lupa è l’emblema di Roma, è una statua in
bronzo raffigurante una lupa che allatta due
gemelli, che rappresentano i leggendari fondatori della città, Romolo e Remo, forse la scultura
risalente al V secolo a.C. è di origine etrusca,
oggi è conservata all’interno dei Musei Capitolini, rione
Campitelli, Roma. La scultura è arrivata ad oggi, ben
conservata, superando una serie di vicissitudini dalle
invasioni barbariche fino ad un fulmine che la colpì nel
65 a.C. e che le danneggiò le due zampe posteriori e
sbriciolò i due gemelli che vennero scolpiti di nuovo
secoli dopo. L’animale è posto di profilo, con la testa
girata verso lo spettatore le fauci sono semiaperte e i
denti aguzzi. 
she-Wolf
The wolf is the symbol of Rome , is a
bronze statue of a she-wolf suckling twins
, representing the legendary founders of
the city , Romulus and Remus , maybe sculpture dating
from the fifth century BC Of Etruscan origin , it is today preserved in the Capitoline Museums , the district
Campitelli , Rome . The sculpture has arrived today ,
well-preserved , through a variety of adventures from
the barbarian invasions until lightning struck in 65 BC
and that damaged the two hind legs and crumbled
the twins that were carved again centuries later . The
animal is placed in profile, with her ​​head turned towards
the viewer are half-open jaws and sharp teeth . 
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Calabria’s
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