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24
Sabato 24 ottobre 2015
PTV
Full immersion nello spazio interattivo
Shai Maestro a Venezia
per Padova Jazz Festival
Anzovino, Giovanardi
e Sangiorgi per Pasolini
Non solo uno luogo virtuale: nell’ambito dell’accordo con Google la Biennale ha allestito nella sua
sede di Ca’ Giustinian anche uno spazio interattivo
in cui gli appassionati possono scoprire la 56ma
Esposizione d’Arte attraverso le soluzioni tecnologiche offerte da Google. Per la prima volta in Italia
viene presentato ad esempio il Liquid Galaxy,
strumento composto da diversi schermi ad alta
risoluzione affiancati, che offre al pubblico l'esperienza coinvolgente di una visita virtuale.
Domani il Padova Jazz Festival va in trasferta a Venezia
per un prologo alla sua 18.
edizione (dal 9 al 14 novembre). Sarà l'Hotel Hilton Molino Stucky a ospitare alle 21 il
concerto del trio del pianista
israeliano Shai Maestro, in
un incontro tra culture e
musiche afro-americane e
medio-orientali.
Un omaggio musicale a Pier
Paolo Pasolini, 40 anni dopo.
È "L'Alba dei Tram - canzone
per Pasolini", in uscita il
29/10, del pianista compositore friulano Remo Anzovino
con (tra gli altri) Mauro Ermanno Giovanardi e Giuliano
Sangiorgi. Prima esecuzione
domani a Casarsa.
BIENNALE
La Grande Storia Illustrata
della Serenissima
SAB
SABATO
S
AB
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IN EDIC
EDICOLA
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CULTURA&SOCIETÀ
TELEVISIONE
VENEZIA
VENEZIA
Stasera alle 21,15 Rai5 trasmette
un’intervista di Federico Fazzuoli
all’archeologo Khaled Assad, decapitato
dall’Isis il 18 agosto scorso.
L’Orchestra Filarmonica della Fenice
chiude la sua stagione sinfonica lunedì alle
20 con un concerto diretto da Antonello
Manacorda con la violinista Antje Weithaas.
Lunedì alle 17 alla Biblioteca Nazionale
Marciana si svolte un incontro sul tema
"Marco Musuro: maestro, copista, editore",
con Luigi Ferreri e David Speranzi.
PADOVA
Apre a Palazzo Zabarella la mostra
dedicata al pittore che non temeva
il confronto con gli impressionisti
Lidia Panzeri
PADOVA
Giovanni Fattori (1825-1908) fu
un grande artista che non temeva paragoni, per la sua vis
drammatica, con i maestri
dell’impressionismo, come Degas; ma nello stesso tempo, per
la luce cristallina e la solidità
delle forme, fu l’erede della
grande tradizione toscana di un
Giotto o di un Masaccio. La
riprova è nella grande antologica a lui dedicata, dal titolo
essenziale “Fattori”, aperta da
oggi a Palazzo Zabarella di Padova e in programma fino al 28
marzo 2016, promossa dalla Fondazione Bano e dal Comune di
Padova, con la partecipazione di
Antonveneta.
Cento le opere esposte, molte
inedite e di collezioni
private,
comprese le due
icone che lo hanno reso celebre:
“In vedetta” (logo della mostra) e
“La rotonda Palmieri”. Così divergenti nel soggetto
- militare il primo, conviviale il
secondo - e così
simili nel celebre
formato delle piccole tavole rettangolari e nella comune atmosfera di attesa: il
profilarsi di un nemico o la vana
speranza di una guarigione impossibile nel caso della prima
moglie , Settimia Vannucci, malata di tisi. L’artista conservava
le tavolette in un armadio, la sua
collezione privata di quadri da
cui non si separava mai.
Questo doppio binario di eventi pubblici messi a confronto con
l’intimità del privato, è trasversale in tutte le sei sezioni in cui è
articolata la mostra, secondo gli
intenti dei curatori Francesca
Dini, Giuliano Matteucci e Fernando Mazzocca, che hanno accorpato le opere per stagioni
poetiche.
Fattori è sicuramente uno degli autori più rappresentativi
del movimento toscano dei macchiaioli che, a metà dell’800,
innovò la tradizione ponendo la
luce a fondamento dei quadri.
Ma questa definizione è, nel suo
caso, un po’ restrittiva: se non
altro per la longevità dell’arti-
LE OPERE
“In vedetta”
(logo della
mostra). Sotto
l’autoritratto
del 1854.
In esposizione
ci sono circa
100 quadri
Fattori, non solo
unmacchiaiolo
sta, che gli permise di traghettare la sua creatività nei primi
anni del nuovo secolo, come
esemplificato dal delizioso ritratto “La scolarina” del 1893.
Si inizia dall’autoritratto giovanile del 1854: Fattori è ben
lontano dall’aver raggiunto la
notorietà, ma in compenso manifesta tutta la consapevolezza del
suo essere artista. A fine carriera nell’altro autoritratto senile,
del 1894, questa consapevolezza
si traduce in un ammiccamento
verso lo spettatore.
Il capitolo dei ritratti, singoli,
TREVISO Inaugurata l’esposizione che resterà aperta fino ad aprile
El Greco e gli altri, da Picasso a Bacon
TREVISO - Le autorità (sindaco
Manildo in testa in quanto artefice di questo rilancio della cultura a Treviso), e poi esponenti
della finanza, dell’industria,
dell’arte (da Dino de Poli a
Luciano Benetton, da Laura Pollini a Cristina Piovesana, da
Neva Agnoletti al curatore Lionello Puppi) hanno tenuto a
battesimo ieri sera a Ca’ dei
Carraresi la mostra "El Greco in
Italia, Metamorfosi di un Genio"
dedica a Domenikos Theotokopoulo, detto El Greco, e ai artisti
che furono influenzati dal pittore cinquecentesco: tra essi Picasso, Bacon, Cezanne, Pollock, Manet. La mostra, aperta al pubblico da oggi al 10 aprile 2016,
presenta anche quattro opere in
anteprima mondiale: il cartone
delle Damigelle di Picasso, due
Crocifissioni di Bacon e un ritratto de El Greco creduto perso e
recentemente ritrovato.
di gruppo o en plein air, alla
maniera impressionista, è uno
dei più importanti, insieme e a
quello del paesaggio, che trionfa
luminoso nella sezione della luce di Livorno.
Infine c’è il pittore delle battaglie: di rado rappresentate nel
loro svolgimento epico; colte,
invece,
nell’inquietudine
dell’aspettativa o nel ripiegamento dopo la conclusione. Questo quando ancora esisteva l’entusiasmo per il Risorgimento.
Poi la tragedia della
disillusione, del sacrificio inutile con il vertice,
insieme di virtuosismo
stilistico nell’intrecciarsi di linee convulse e di
disperata solitudine dello “Staffato” (1879 ), il
soldato trascinato nel
fango di una desolata
campagna.
In contrapposizione
ecco la quiete solenne
dei magnifici bovi della
Maremma, nella quiete
di una campagna sospesa nel tempo, con i butteri che hanno la solennità delle figure di Cézanne. La speranza è tutta
riposta nel Pio Bove
(1904), proprio quello
dell’omonima poesia di
Giosuè Carducci.
Questa di Fattori è
l’ultima, al momento, ma si lascia presagire che altre seguiranno, della serie di rivisitazione dei maestri dell’Ottocento
italiano che la fondazione Bano
persegue da anni, con rigore
scientifico insieme ad alta qualità estetica. Veri e propri capolavori che hanno rivalutato l’arte
italiana di questo periodo. Non
solo in patria, ma anche all’estero. Catalogo Marsilio.
"Fattori"
Padova. Palazzo Zabarella,
24 ottobre – 28 marzo 2016
Orario.: 9.30- 19 da martedì
a domenica.
Biglietto intero euro 12
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