1 Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, 2009 A cura dell’Ufficio stampa, comunicazione e promozione Coincidenze e citazioni a cura di Giulia Bassi Fonti delle citazioni:Alessandro Baricco,L’anima di Hegel e le mucche delWisconsin, Garzanti 1992; Giacomo Debenedetti, Il personaggio uomo, Garzanti, 1988; Gianandrea Gavazzeni,‘Un ballo in maschera bostoniano’, (1973) in programma di sala del Teatro Valli, Reggio Emilia, 14-16 febbraio 2003; Sergio Sablich, Busoni, EDT 1982; Maynard Solomon, Beethoven, Marsilio 1996. L’editoresidichiarapienamentedisponibilearegolareleeventualispettanzerelativeadirittidiriproduzioneperleimmagini e i testi di cui non sia stato possibile reperire la fonte. 2 Teatro Municipale Valli 11 dicembre 2009 ore 20,30 Wolfgang Amadeus Mozart Quartetto in fa maggiore K 370 per oboe, violino, viola e violoncello Allegro – Adagio – Rondò (Allegro) Carl Maria von Weber Settimino in mi minore per oboe, fagotto, 2 violini, viola, violoncello e contrabbasso (trascrizione di Wolfgang Renz della Sonata per pianoforte n. 4 op. 70) Moderato–Menuetto(Presto,vivaceedenergico)–Andantequasiallegretto consolante – Finale (Prestissimo) (intervallo) Donato Lovreglio Fantasia sull’opera Un ballo in maschera di Verdi, per oboe e archi (trascrizione di Wolfgang Renz dell’originale per clarinetto e pianoforte) Carl Maria von Weber Andante e Rondò ungherese op. 35 per fagotto e archi (trascrizione di Mordechai Rechtmann dell’originale per fagotto e orchestra) Giacomo Puccini I crisantemi per 2 violini, viola, violoncello e contrabbasso (trascrizione dell’originale per quartetto) Antonio Pasculli GranSestettoconcertantesumotividelGuglielmoTelldiRossiniperoboe, violino e quartetto d’archi (trascrizione di Wolfgang Renz dell’originale per oboe, violino e pianoforte) Ensemble Berlin Andreas Buschatz e Philipp Bohnen, violini Martin von der Nahmer, viola Clemens Weigel, violoncello Ulrich Wolff, contrabbasso Christoph Hartmann, oboe Mor Biron, fagotto 3 Un saggio di Roberto Favaro 4 Wolfgang Amadeus Mozart compone il Quartetto in Fa maggiore K 370 per oboe, violino, viola e violoncello nei primi mesi del 1781, a Monaco, dovesitrovadalnovembredell’annoprecedenteperlarappresentazione, su invito del principe elettore CarlTheodor, di uno dei suoi massimi capolavori operistici, l’Idomeneo K 366, rappresentato per la prima volta nella città tedesca il 29 gennaio 1781. Il lavoro è scritto per Friedrich Ramm, rinomatooboistadell’orchestradiMannheim,probabilmentegiàoggetto di altre dediche da parte di Mozart (forse con la Sinfonia concertante K 297/b, forse con un Concerto per oboe K 271k, perduto, forse con il Concerto K 314). Il contesto in cui nasce questo lavoro, come sempre per qualsiasi musicista, ma in modo particolare nel caso di Mozart, indica una serie di indizi che ne spiegano le ragioni e in fondo il contenuto stesso, la qualità musicale, il carattere comunicativo. È noto il tentativo da parte di Mozart di liberarsi, in modo sempre più pressante proprio in quell’inizio deglianni’80delSettecento,dallamalsopportatadipendenzalavorativa presso l’arcivescovo di Salisburgo, Hieronimus conte di Colloredo.Tra gli intenti che motivano il viaggio e la residenza a Monaco vi è dunque anche il tentativo di trovare nella città tedesca una nuova sistemazione. Le operechenasconointornoall’Idomeneo,inquellesettimanedipermanenza monacense,rimarcherebberodunquelanecessitàditrarrebenevolenzae attirareconsensidall’ambientemusicalediquestacittà.Ancheladedicaa Rammrientrerebbeinquestastrategiadiplomatica.Cosìlastessaidentità musicale dell’op. K 370, sembra ruotare intorno alle ragioni espressive e comunicative del melodramma oltre che a un ben calibrato tracciato di virtuosismooboisticocertamentedispostoasuscitareunaforteimpressione nell’ascoltatore. Inoltre vi è da dire che con l’Idomeneo, e tutto ciò che vi ruota intorno e nasce a ridosso, inizia per Mozart un nuovo periodo stilistico, una nuova e più consapevole resa espressiva, un’inedita e profonda emozionalità. I tre movimenti di cui si compone il Quartetto per oboe e archi K 370, si mostrano, al di là delle ragioni contestuali, come uno dei capolavori mozartiani soprattutto perché in esso, al di là delle difficoltà virtuosistiche,leformeeisignificatidellinguaggiostrumentaleassorbonoinmodo intensoeprofondolepotenzialitàcomunicativedellinguaggioteatralee operistico. Questo, va detto e ripetuto, resta uno dei caratteri più qualificantidellagrandezzamozartiana:aversaputoriversareneglistrumentile capacitàsemantichedellinguaggiovocale;averricondottolestessevoci 5 elateatralitàoperisticaallepotenzialitàricchissimedelpaesaggiosonoro strumentale,delcolore,delleatmosfere,dellericchezzeespressiveeaffettive.IlQuartettoperoboecorreinparalleloconlamusicavocale,neassorbe le modalità di scrittura e di relazione tra strumenti, non più trattati qui secondolestrategiecontrappuntisticheomultifonichedelquartettoclassico,masecondomodalitàcherichiamanoigestioperisticidell’aria,della voce(quiattraversolesembianzecomunicativedell’oboe)chesirelaziona con gli strumenti ad arco che lo accompagnano in forme dialogiche di interplayquasiamostrarsicomeveraepropriafiguradrammatica.Matutto ciò è calato in una raffinata dimensione intima, racchiuso in uno spazio sonoro cameristico di ineguagliabile e stringente modernità. Evidentemente,questotemadellatrasposizione,deltravaso,delloslittamento di ambito in funzione di nuove scoperte espressive e linguistiche, attraversa anche gli altri brani di questo programma. Così, il Settimino in mi minore per oboe, fagotto, due violini, viola, violoncello e contrabbasso, è l’adattamento per questo organico della Sonata per pianoforte n. 4 op. 70 di Carl Maria von Weber, realizzato da Wolfgang Renz*. Dunque, ai fini dell’ascolto, occorre muovere da queste due prospettive: da un lato il senso e la natura dell’opera originale di Weber, il suo messaggio compositivo, la sua presenza e importanza nell’opera pianistica e in quella complessivadelmusicistatedesco,ilpercorsolinguisticoelecaratterizzazioni psicologiche, i piani emotivi, le invenzioni, le novità, i processi di evoluzionedell’organizzazionesonoradallematriciclassicheversoinuovi lidi del Romanticismo; dall’altro lato ritrovare tutta questa densa materia musicaledeclinatanell’idiomastrumentalesceltodaRenz,nellanuovaveste timbrica, nelle relazioni intrattenute dai diversi strumenti in reciproci rapporti, bilanciamenti, contrasti, impasti sonori, piani prospettici, dinamiche, espansione fonica, stratificazione interlineare, ecc. In altre parole, occorrecapireilmessaggiodiWeberepoicogliere,inunascoltoallargato e flessibile, la forma e il contenuto del nuovo spazio sonoro che qui ne scaturisce. La Sonata op. 70 viene scritta tra il 1819 e il 1822, dunque in parteparallelamenteallacreazionedelsuocapolavorooperistico,Ilfranco cacciatore(1817-1820),primagrandeespressionedelromanticismotea* Wolfgang Renz è oboista nell’Orchestra Filarmonica di Augsburg; ha fondato con alcuni colleghi il quintetto di fiati Aulos; ha effettuato diverse trascrizioni adottate dall’Ensemble Berlin. 6 Weber Il tedesco solo può amarti.Tu sei suo: un bel giorno della sua vita, una calda goccia del suo sangue, una particella del suo cuore. Richard Wagner Il genio di Weber distilla parti uguali di Mozart e di Schubert secondo una formula irripetibile e immortalata da lui. Giorgio Pestelli Quest’uomo rozzo e repellente (Beethoven), mi ha fatto veramente la corte, mi ha servito a tavola come se fossi stato la sua signora. Carl Maria von Weber È rimasta storica quella data 18 giugno del 1821 quando a Berlino andò in scena per la prima volta Il franco cacciatore di Carl Maria vonWeber; non tanto perché quella sera fossenatal’operanazionaletedesca,comesièspessoripetuto,quantoperchélacategoria del «popolare» si era integrata nell’opera in musica con una robustezza e una varietà di accentimaisentite;l’allegria«etnica»chepercorrevaquelcapolavoroavevaresodicolpo il mondo più giovane e fiducioso, e assieme a cori e danze popolari anche la natura aveva fatto un salto in avanti: lo stesso Rossini, pochi anni dopo, chiudendo la sua carriera con il Guglielmo Tell doveva rendere omaggio a quella nuova concezione. Giorgio Pestelli 7 trale diWeber e della storia musicale in genere. La Sonata, dunque, come giàvistoperMozartel’Idomeneo,trovaunasingolareanalogiaevicinanza caratterialeconunlavorodrammaturgico.Èl’ultimadellequattro Sonate scritte dal musicista tedesco. La sua ricchezza, ad onta della scarsa considerazionecheperlungotempohariguardatol’operapianisticaweberiana in generale, sta proprio nell’assorbire e riqualificare sulla tastiera ragioni drammaturgiche,orchestrali,espressive,coloristicheconeffettidirettisullatecnicapianisticaesulloscavonellerisorsemusicaliancorainespressedi questo strumento. In sintesi: il nuovo stile orchestrale di Weber, annunciatoerealizzatogiàconilFrancocacciatore,vienericondottoalpianoforteperun’ulteriorericercaditimbriche,dipotenzadinamica,disonorizzazione divisionistica (per dirla con Rattalino), che segna un punto capitale nella storia ottocentesca e oltre del pianoforte. In questo programma affascinantecheesploraledilatazioni/compressionicontestualieglislittamentisemantici,ilripetutotravasodalteatro-orchestraalpianoforteeda quidinuovoauncontestostrumentaledifferenziatoepolimorficoinduce a ricavare un esito emotivo di forte pregnanza immaginativa, laddove la nuovadimensionespazialedicaratterecameristicolasciaintravvederealtri esiti contestuali, di teatro intimizzato, o di pianismo espanso. A parte e oltre al lavoro di Giacomo Puccini, di cui diremo in conclusione, il programma offre ancora tre composizioni che confermano questa vocazione al deragliamento di contesto e alle trasposizioni espansive. Si tratta di tre rivisitazioni strumentali di altrettanti ambiti vocali e operistici: la Fantasia sull’opera Un Ballo in Maschera di Verdi per oboe e archi di Donato Lovreglio e il Gran Sestetto concertante per oboe, violino e quartetto d’archi su motivi del GuglielmoTell di Antonio Pasculli. Alcune notizie sono indispensabili per inquadrare questi tre autori poco noti ma disicurointeresseproprioinquestaprospettivadicamouflagemusicale,di travestimento, di nuova identità compositiva assunta a partire da alcuni abiti e accessori preesistenti e noti. Donato Lovreglio, compositore e valentissimo flautista barese nato nel 1841 e scomparso a Napoli nel 1907, oltre ad essere autore di alcuni metodi, si cimenta i molti generi musicali e scrive per quasi tutti gli strumenti. In particolare, oltre alla musica sinfonica,corale(peresempiolaMessacinesepercorofemminile)dacamera (pregevoli L’eco di Napoli per flauto e arpa, la Mazurka Affanno d’amore, il Notturno per flauto, fagotto e arpa), solistica (per esempioMovimento disonata,perpianoforte,Azulejos,perchitarra),Lovreglioapprofondisce 8 Verdi Tramite i nomi, va così definendosi (nel Ballo in maschera), per suggestione, il colore di una New England tutta di testa e d’invenzione. Gli elementi imposti dal trasferimento della censura, calando nella tessitura operistica, collaborano alla visività. Di lì, all’opera, la sua tinta, non simile o somigliante ad altre. Il meticciato, i negri, la maga, l’eleganzagovernatoriale,ilpaggio(ambiguoPucktrasmigrato...),icongiurati,dimalcerta colorazione socio-politica. Ilmovimentoinquietodell’invenzioneverdianasuperaedeludeidatimanieristiciche levengonoforniti,ponendosiingradodiindifferenziarsinellaprecisazioneambientale e nella datazione dei fatti scenici. Gianandrea Gavazzeni QuestoduettodalBalloinmaschera èstraordinario;forseVerdi,chissà,avrebbescritto volentieri musiche per film, se avesse potuto. Nino Rota 9 Rossini Rossini scrisse il primo e l’ultimo atto del Guglielmo Tell. Dio scrisse il secondo atto! Donizetti Mi chiamano professore, anzi maestro, e sono già quasi vent’anni che di su, di giù, per diritto e per traverso io meno il mio pubblico per il naso; e vedo che proprio nulla ci è dato di sapere! Per poco non ne avrò consunto il cuore! È vero che ho più senno di tutti gli scipiti musicisti, professori, compositori e funzionari: io non sono tormentato da scrupoli e da dubbi, non ho paura del diavolo e dell’inferno. Ma in cambio mi è tolta ogni gioia: io non m’illudo di sapere qualcosa di vero, io non m’illudo di poter insegnare qualcosa per migliorare e cambiare gli uomini. Rossini La sua era musica estrema. Il segno di una forza e di una energia superiore, il sismogrammadiunadebolezzavertiginosa,lanciatainfuga,avelocitàmaivista,lontanadal reale,conqualcosadinevrotico,diossessivo,oanchesemplicementediesagerato.Una vera e propria“follia organizzata”. Intensità, caos puro, smarrimento, fuga schizoide. Rossini se ne scappava dalle parole dei suoi librettisti, disegnando nell’aria vocalizzi che le polverizzavano, dall’ideologia del suo tempo, la libidine del romanticismo. Scappava. E scappando tracciava traiettorie elettrizzanti, ipnotiche. Alessandro Baricco 10 proprio la riscrittura – in particolare per il flauto, strumento di cui è rinomato virtuoso, ma anche per clarinetto e oboe –, di numerose pagine operistiche, secondo un taglio di adesione al modello di riferimento che lascia tuttavia aperta la strada a un tracciato trasformativo, inventivo, di sviluppo creativo dalle arie note secondo un principio di re-invenzione chepotrebbeessereparagonatoconl’idealisztianadellaParafrasi.Lasua riscrittura dellaTraviata diVerdi nella Fantasia da concerto per clarinetto e pianoforte, per esempio, è pagina eseguitissima in tutto il mondo, così come altre pagine tratte da Verdi (Simon Boccanegra, Aida) o da Bellini (Norma), o da Donizetti (Maria Stuarda), così come questa Fantasia tratta dal Ballo in maschera verdiano datata 1865 e trascritta per questa formazione daWolfgang Renz dall’originale per clarinetto e pianoforte. Aggiungiamo che la fama internazionale del Lovreglio flautista, favorita anchedallapromozionechenefecepersonalmenteloscrittoreAlexandre Dumas,suograndeamicoedestimatore,aiutanoquestaveicolazione,disegnandounpanoramaesemplaredistoriadellaculturaedellaricezione musicale nel XIX secolo. Tematichechetroviamoapprofonditeedesaltatenelcompositoreeoboista palermitano Antonio Pasculli (1842-1924). La sua fama come oboista nel corso del secondo‘800 e nel primo‘900 lo designa, grazie a una tecnica straordinaria, come uno dei più eccellenti interpreti di questo strumento. Il travaso di queste qualità nella produzione compositiva si attua nella cospicua mole di opere dedicato all’oboe e in particolare, anche per Pasculli,nelladedizioneatrascrivereperilpropriostrumentonumerosissime pagine d’opera, dando vita a Fantasie pregevoli tratte per esempio dagli Ugonotti di Meyerbeer, La favorita, L’elisir d’amore, Poliuto di Donizetti, Il Pirata e La sonnambula di Bellini, I vespri Siciliani, Un ballo in maschera, Rigoletto, di Verdi, lo stesso Guglielmo Tell di Rossini che qui vieneoffertoattraversoilGranSestettoconcertante,trascrizioneasuavolta dell’originalepasculliano Grantrioconcertante,perviolino,oboeepianoforte su motivi del GuglielmoTell di Rossini. Una traccia per l’ascolto, che evidenzia anche un modo tipico di trascrivere, è il percorso che Pasculli propone dentro l’opera rossiniana: dopo l’introduzione, si procede all’internodell’operaattraversountracciatochetoccaiduettidelsecondoedel primo atto, l’ouverture e infine la danza del terzo atto. Ma quel che conta, qui, è proprio il carattere divulgativo che assume la trascrizione cameristica, strumentale, di una dimensione musicale così 11 complessa e articolata come il melodramma. La pagina di Lovreglio, così come quella di Pasculli, portano l’opera nei salotti, nelle sale da concerto, nei caffè, nei giardini pubblici, spiegandoci bene cosa significhi la popolarizzazione musicale ma anche la capacità della musica di ridisegnare se stessa e insieme gli spazi architettonici che va ad abitare, gli scenari esecutivi e di ascolto, così che questi piccoli gioielli riescono a trasformare uno spazio domestico in un teatro virtuale, un salotto in uno smisurato palcoscenicodellafantasia,liberandolepotenzialitàimmaginativedello scenario architettonico del discorso musicale. Così, in conclusione, la stessa pagina di Giacomo Puccini, Crisantemi, elegia originariamente composta per quartetto d’archi e qui riproposta per quintetto, mostra il tema dei travasi, degli spostamenti.Tra le pochissime pagine non operistiche di Puccini (si ricordino almeno, sempre per quartetto, lo Scherzo in la minore, il Quartetto in re maggiore, tre Minuetti), Crisantemi viene dedicata alla memoria del Duca Amedeo di Aosta e offre un’atmosfera commossa, delicata, immalinconita da una mestizia di fondo che attraversa l’intero brano costruito su una struttura ternaria. Una pagina da salotto, dunque, per una intimità esecutiva distante dalla complessitàspettacolareecompositivadelteatromusicale.Sennonché,tre anni piùtardi,Puccini faràconfluirequestapaginanellasuaoperaManon Lescaut,determinandounitinerarioopposto,cioèdelquadrodomestico, dello spazio salottiero, della sfera più intima della musicalità che irrompe nelladimensionevastadelteatroedituttelecomplessitàdrammaturgiche implicate. 12 Puccini In Puccini le situazioni individuali sono definite ossessivamente e la sua genialità assoluta sta nel sottolineare gli aspetti nevrotici. La musica nasce come supporto e descrizione degli eventi, in un cangiare continuo che porta al caleidoscopio vorticoso. Da qui la difficoltà nel dirigere. Mi sono sempre battuto per un Puccini diverso. Mi sono disperato nel cercare un elemento biografico che contenesse una meditazione fondamentale sulla vita. Non l’ho trovata. Giuseppe Sinopoli Giacomo Puccini è il prodotto di una grande famiglia di artisti che ha dominato la vita musicale di Lucca per due secoli. Una‘dinastia’di cinque generazioni, composta da musicisti di alto livello. Nel Settecento e nell’Ottocento, il titolo più prestigioso per un musicista era quello di‘Socio’dell’Accademia Filarmonica di Bologna. I più famosi musicistieuropeivenivanoinItaliaperconseguirequeltitolo.AncheMozart.Ebbene, tutti gli antenati di Puccini furono Accademici della Filarmonica. Un’altra caratteristica di quella singolare dinastia sta nel fatto che era costituita da una linea diretta: padre e figlio, padre e figlio. Niente rami collaterali. E per di più con doti musicali eccellenti ricevute anche dalle madri. Gabriella Biagi Ravenni 13 14 Coincidenze 1781 Mozart, Quartetto in fa maggiore K 370 Mozart, Sonate per violino e pianoforte K 376-K 380; Idomeneo, opera; Rondò per violino e orchestra in do maggiore K 373; Concerto Rondò in mi bemolle maggiore per corno e orchestra K 371; Venti Variazioni su La bergère Celimene per violino e pianoforte K 359; Sonata per due pianoforti K 448 Haydn, Sinfonia “La Caccia”; Concerto n. 2 per corno e archi; Quartetti d’archi n. 38-43 Cimarosa, Il pittore parigino, opera Beethoven, Schilderung eines Madchen, Lieder Prima edizione della Critica della ragion pura di Immanuel Kant. Fondazione di Los Angeles da parte di missionari cattolici spagnoli. Sudafrica, i Bantu Xhosa e i Khoi-Khoin, guidati dalla regina Hoho, si ribellano al furto del loro bestiame e delle loro terre. In risposta, verranno trucidati dall’esercito boero alcuni anni dopo. L’imperatore Giuseppe II abolisce le discriminazioni legali nei confronti di ebrei e protestanti. Guerra di indipendenza americana: le truppe dell’esercito continentale del brigadier generale Daniel Morgan sconfiggono le forze britanniche del tenente colonnello Banastre Tarleton nella battaglia di Cowpens, nella Carolina del Sud. Il 1° marzo il Congresso Continentale degli Stati Uniti d’America approva gli Articoli della Confederazione. La decisiva battaglia il 19 ottobre di Yorktown termina con la resa delle truppe britanniche. Pubblicazione della versione finale del Catalogo di Messier, primo catalogo astronomico di oggetti celesti diversi dalle stelle. L’astronomo William Herschel scopre il pianeta Urano. 1823 Weber, Sonata per pianoforte n. 4 op. 70 Beethoven, Sonata n. 32 op. 111; Bagatelle per pianoforte; Variazioni sul tema di Diabelli per pianoforte Nasce Édouard Lalo Rossini, Semiramide Schubert, Fierrebras, opera; Der hausliche kreig, opera; Rosamunde, musica di scena; Sonata per pianoforte n. 14; Die Schone Mullerin, Lieder 15 Mendelssohn, Quartetto con pianoforte n. 2; Sonata per violino La chiesa San Paolo fuori le Mura a Roma viene quasi completamente distrutta da un incendio. Muore Papa Pio VII. Il 28 settembre è eletto Papa il Cardinale Annibale Della Genga con il nome di Leone XII. Viene pubblicamente formulata la Dottrina Monroe da allora uno dei capisaldi della politica estera statunitense. 1865 Lovreglio, Fantasia per oboe e archi sull’opera Un Ballo in Maschera di Verdi Nascono Dukas, Glazunov e Sibelius Thomas, Marcia religiosa, per orchestra Wagner, Tristan und Isolde (prima rappresentazione) Gounod, Chant des compagnons Franck, La torre di Babele, oratorio Brahms, Trio per pianoforte, violino e corno Bizet, Ivan il Terribile, opera; Caccia fantastica, per pianoforte Dvorák, Sinfonie n. 1 e n. 2; Concerto per violoncello in la maggiore; I Cipressi, scritta per quartetto d’archi in seguito trascritta per voce e pianoforte; Quintetto per clarinetto Massenet, Suite per orchestra n. 1 Grieg, In Autunno, ouverture da concerto; Sonata per violino n.1 In Italia vengono approvate le leggi sull’unificazione amministrativa e giudiziaria, si diffondono le organizzazioni dei lavoratori, nel meridione si diffonde il colera. Vengono promulgati il primo codice civile e il codice del commercio. Termina la Guerra di secessione americana con la sconfitta degli Stati Confederati d’America. Negli Stati Uniti nasce il primo nucleo del Ku Klux Klan. Il Congresso degli Stati Uniti abolisce la schiavitù con il XIII emendamento. AbrahamLincoln,16°presidentedegliStatiUniti,vieneassassinatoevienenominato presidente Andrew Johnson. Gregor Mendel enuncia per la prima volta le sue leggi sull’ereditarietà. Rockfeller fonda nell’Ohio la sua prima raffineria di petrolio. 1890 Puccini, I crisantemi Nascono Erich Kleiber, Beniamino Gigli, Fritz Busch. Muore Franck. Franck, Corali per organo. Ciajkovskij, La regina delle spade, opera. 16 Dvorák, Gavotta per tre violini. Massenet, Visioni, poema sinfonico. Fauré, Cinque melodie da Verlaine. Catalani, Lorely. Elgar, Froissart Ouverture. Wolf, Canzoni spagnole. Debussy,Ballataperpianoforte;Reverieperpianoforte;SuiteBergamasque;Tarantelle Styrienne; Valse romantique. Mascagni, Cavalleria rusticana. Sibelius, Due Ouverture (1890-91). Busoni, Konzertstücke, per pianoforte; Sonata per violino n.1. Satie, Trois Gnossiennes, per pianoforte. Rachmaninov, Concerto per pianoforte n.1 (1890-1); Sei canzoni (1890-3). Fondazione della rivista letteraria Mercure de France di Alfred Vallette. Il Congresso americano emana lo “Sherman Antitrust Act”, la prima legge antitrust del mondo. Il massacro di Wounded Knee nel South Dakota chiude definitivamente la tragedia delle guerre indiane nel Nord America. Inaugurazione del Canale Vacchelli, una delle maggiori opere idrauliche del Nord Italia. Primo incontro ufficiale della squadra di rugby dei Barbarians. Isolato per la prima volta l’acido azotidrico da Theodor Curtius. Fonti: Cronologia universale, Roma, Newton Compton, 1996. Dizionario della musica e dei musicisti, Utet, 1994. www.musicweb.uk.net/Classpedia/index.htm 17 Da: R. Leydi, ‘Diffusione e volgarizzazione’, cap. II: ‘L’opera e la cultura popolare’ in: Storia dell’opera italiana, a cura di L. Bianconi e G. Pestelli, EDT, 1988; vol. 6. 18 Roberto Leydi Il melomane del villaggio e Violetta in chiesa È ben probabile che molti lettori ricordino tizi o semproni del loro paese che, magari all’osteria, dilettavano sé e gli amici cantando pezzi d’opera. E si può già immaginare che i personaggi in questione saranno contadini, falegnami o portalettere, in ogni caso sempre uomini «del popolo». Sobenissimochediquesti«melomanidelvillaggio»cen’erainpassatopiù d’uno,e che qualcuno c’èancoraoggi (anchesedubitocheabbiamenodi cinquant’anni):sonofigurechepossonosenzadubbiotestimoniarelacircolazioneraggiuntadallamusicad’operainspazilontanidallecittàgrandi opiccoledotated’unteatroed’unastagione,madocumentano,altempo stesso, la «non-popolarità» del melodramma. Si tratta, infatti, di eccentrici e «anormali», con una loro sincera passione e una più o meno estesa conoscenzadelrepertoriooperistico(nonsemprequellopiùconsueto),i quali, pur portando l’opera entro una realtà magari anche disposta all’incontro, non sono tuttavia in grado di indurre la reale appropriazione di unatradizionemusicalecherimane,nonostantetutto,«esterna»almondo contadino e alla cultura del paese. Come tali, del resto, sono còlti dai loro stessi ascoltatori, che, con un comportamento verso la musica e il canto oppostoaquelloeminentementepartecipativodell’usopopolare,rimangono – o, meglio, divengono – ascoltatori, cioè pubblico. Posso citare al proposito due esperienze dirette. In un paese mantovano vicino al Po c’era (e forse, se pur anziano, c’è ancora) un facchino della stazionecheavevaunapassionequasismodataperl’operaeunrepertorio tanto inconsueto quanto interessante. In osteria, appena la discussione languivaosispegneva,quandoglialtriavventoriinterrompevanodicantare,conunavocestentoreae«lirica»attaccavaariedalMarinoFaliero,dal Poliuto, dagli Ugonotti e dal Rigoletto. Gli amici lo ascoltavano per qualche minuto, poi uno di loro compiva sul suo petto il gesto di girare una manopola, come a chiudere la radio. E il canto si zittiva di colpo. In quel gestoscherzosoc’era,amesembra,lamanifestazionediunatteggiamen19 to di estraneità alla musica d’opera, una musica che «arrivava» in osteria attraverso un mezzo assimilato alla radio. E ricominciavano i canti «veri», intonati da tutti i presenti: non più spettatori, ma attori. Un’altra situazione interessante (e assai diversa) ho vissuto più di trenta annifainun’osteriadellaperiferiamilanese:un’osteriacheogginonesiste più, a Gorla, come non esistono più neppure la casa e il piacevolissimo bersò estivo. La domenica pomeriggio, i frequentatori del locale, sempre gli stessi - operai, qualche artigiano, un taxista, pensionati -, organizzavano una specie di straordinario café-chantant, uno spettacolo al quale quasi tutti partecipavano, alternandosi nei ruoli di attori, cantanti e spettatori. Queste esibizioni erano un’incredibile antologia della storia dello spettacolo, in cui c’era veramente di tutto: il cantante di bosinate (e lì ho ascoltato per la prima volta la surreale storia della Balilla, assai prima che divenisse un numero del cabaret milanese), il ventriloquo, il fine dicitore, il raccontatore di barzellette, il cantante di canzoni napoletane (con un delizioso accento milanese), l’imitatore, il ripetitore dei più fortunati «numeri» di Petrolini, e anche il cantante d’opera accompagnato dalla fisarmonica. In quella osteria il clima era altra cosa rispetto all’osteria padana:ilgustourbanoemodernodello«spettacolo»eraormaientratonella coscienza,anchesetalespettacolosiesprimevaproprioinquelloscambio continuodiruolichegarantiva,altempostesso,lafunzionepopolaredellapartecipazioneeilgustoborghesedell’“assistere”.Perquantoricondotta nella sfera cittadina (ma pur sempre popolare) dello spettacolo di «arte varia»,lacitazioneoperisticasuonavaestraneaediversarispettoaprodotti che nell’opinione comune erano ritenuti assai meno nobili e, in più d’un caso, addirittura scurrili. A mio modo di vedere, il senso della presenza dell’opera nel mondo popolare va còlto in manifestazioni che, per le modalità in cui si presentano, pongono il linguaggio operistico in uno spazio integralmente o relativamente «estraneo». Certo, chi ha fatto ricerca ha incontrato cantori popolari che inframmezzavano a un repertorio tradizionale o canzonettistico anchecitazionid’opera.Manellamiaesperienzaquesticasinonsonostati molto frequenti; e ogni volta ho dovuto constatare come il brano d’opera emergesseconmodificazionie,soprattutto,adattamentiche,purnonmenomandonel’immediatariconoscibilità,esprimevanotuttavialatendenza (incompiuta) ad un allineamento ai modi musicali della tradizione popolare. Erano la linea melodica e il testo verbale a mantenere una relativa integrità,matuttelemodulazioni–procedimento,questo,sconosciutoal 20 canto popolare – erano eliminate, così come perduti tutti i contrassegni stilistici del canto lirico. È proprio nell’estrema difficoltà a riprodurre la musicad’opera,aldilàdellasuperficiemelodica(anch’essasottopostaad ampi processi riduttivi), che si manifesta l’estraneità di questa musica nel mondo popolare. Un altro ambito di attività musicale che ha indubbiamente raccolto elementi diretti e indiretti della tradizione operistica è quello del canto di chiesa:uncampoalungoignorato,sebbeneabbiarappresentatounmomentoimportantenellavitapopolare,chesolooggiincominciaadessere preso in considerazione. Si tratta di un enorme corpus di canti che si articola in repertorii quanto mai eterogenei, e però capaci di coesistere. Abbiamo,infatti,larghefascedi permanenzadi modimusicalisenzadubbio arcaici, orali, popolari, applicati per lo più ai testi liturgici, in latino. Ma riscontriamoancheunaltrettantovastorepertoriodicomposizioniottocentesche, molte delle quali di palese stile operistico. Né manca, inoltre, l’utilizzazionedispecifichemelodied’operaadattateatestisacri,anchein latino. Mi riferisco a due casi. A Sessa Aurunca, in provincia di Caserta, durante la liturgia quaresimale si canta (a tré voci maschili) un Miserere di origine assai problematica, espresso in una struttura polivocale (oltre che in uno stile d’emissione) tale da legittimare ipotesi di notevole arcaicità; ma nel corso degli stessi riti, ad opera di uno dei cantori del Miserere, vengono eseguiti canti ottocenteschi di apertissima derivazione melodrammatica, fra i quali le Lamentazioni di Geremia (naturalmente in latino) su una melodia assai bella e di chiara ispirazione donizettiana. Il caso di Sessa Aurunca dimostra come il «nuovo» possa convivere con il «vecchio», senza influenzarlo: due livelli sentiti e vissuti nella loro autonomia. Nelle valli ossolane, Carlo Oltolina, il solo fra i ricercatori italiani che abbia affrontato in modo sistematico lo studio della musica liturgica di tradizione orale, ha rilevato il largo uso dell’aria verdiana «Di Provenza il mar, il suol» per intonare le litanie. 21 Interpreti Ensemble Berlin Philharmoniker. Nel frattempo svariate incisioni testimoniano il loro stile vibrante e perfettamente coordinato, come anche il loro crescente repertorio. I loro programmi sono privi di restrizioni programmatiche. Presentano composizioni di musica da camera per quintetto, ottetto e nonetto, del periodo classico, romantico e moderno,maanchediversiadattamenti musicali, punto d’enfasi del loro lavoro artistico. Fino ad oggi, una serie di gioielli musicali sono nati dalla collaborazione dell’Ensemble con Wolfgang Renz, come la trascrizione della Wanderer-Fantasie di Franz Schubertpernonetto.Taliarrangiamenti, espressamente creati per l’Ensemble, regalano sia agli ascoltatori che ai musicisti varietà musicali finora sconosciuteesoprattuttoschiudono modalità di interpretazione di un re- Fare musica da camera ad alto livello e in un’atmosfera rilassata: questo è l’intento col quale un gruppo di colleghideiBerlinerPhilharmoniker si riunirono per la prima volta nel 1999 al Festival“Landsberger Sommermusiken”. Al termine di questa esperienzanelpiccolomapregevole festival di musica da camera ci fu il desiderio comune di continuare a dare concerti nello stesso modo. L’Ensemble Berlin era nato. Poco dopo la Bavarian Broadcasting Companytrasmiseunaregistrazione livee,grazieanumeroseesibizioniin concerto, un pubblico sempre maggiore iniziò ad apprezzare gli undici componenti del gruppo, sia in Germania che all’estero. Nel 2006 l’ensemblesipresentaagliappassionati di musica da camera alla Philharmonie di Berlino, sede dei Berliner 22 harmoniker.Siesibisceregolarmente comesolistaeinsegnaall’Accademia Orchestrale dei Berliner Philharmoniker. Insieme ad alcuni colleghi dell’orchestra nel 1999 ha fondato il Festival di musica da camera “Landsberger Sommermusiken”. pertorio completamente nuove. La fonte d’ispirazione di tutte le attività dell’Ensemble è sempre la“Landsberger Sommermusiken”, dove il gruppo si apre a nuovi repertori in un’atmosfera informale, di puro piacere musicale, che trasmette poi al pubblico di tutto il mondo. Andreas Buschatz Fa parte della sezione dei primi violini dei Berliner Philharmoniker dal 2005. Nato a Berlino nel 1975 inizia a studiare violino a sei anni. Ha vinto il primo premio ai concorsi violinistici “Jakob Stainer”, “Jugend musiziert” e “Ibolyka Gyarfas”. Ha studiato con Wolfgang Rausch alla Musikhochschule Detmold poi dal 1999 con Thomas Brandis alla Universität der Künste di Berlino. Laureatosi nel 2003, è diventato primo violino assistente nella German Christoph Hartmann Nato nel 1965, inizia gli studi musicali come studente esterno di Georg FischeralConservatoriodiAugsburg. Continua poi con Günther Passin e ottiene il diploma di master class in oboe e musica da camera al Collegio Musicale di Monaco, dove lavora come insegnante dopo la laurea. La sua carriera come orchestrale inizia come solista nella Stuttgart Philharmonic Orchestra nel 1991. L’anno successivo entra nei Berliner Phil- 23 Symphony Orchestra Berlin e poco dopo si è unito ai Berliner Philharmoniker. È primo violino dell’Ensemble Berlin dal 2008. Hennen”. Seguono tournée in USA eGiappone.Suscitagrandeinteresse esibendosicomesolistainsiemealla Philharmonica Hungarica nel 1998 e in tournée con la NRW Youth Orchestra nel 1999. In quell’anno inizia a studiare con Hartmut Rohde alla Berlin University of Arts, dove si laurea con lode nel 2004, entrando poi nei Berliner Philharmoniker. Oltre ad essere solista e musicista da camera,insegnacomeassistenteuniversitario. Philipp Bohnen Nato nel 1983, è violinista dei Berliner Philharmoniker dal 2008. Durante gli studi, con Stephan Picard e Antje Weithaas all’Hochschule für Musik di Berlino, ha vinto il primo premio “Jugend Musiziert” e il secondo premio “Ibolyka Gyarfas”. Dal 2004 è titolare della borsa di studio Deutsche Stiftung Musikleben e suona un Giovanni Battista Guadagnani (Milano 1756). Come solista e camerista si è esibito in festival quali Euriade Podium e Orpheo Festival (Olanda),BeethovenFestival(Venezuela),FestspieleMecklenburg-Vorpommern. Ha collaborato con orchestrequaliHamburgerCamerata, NiederrheinischeKammerorchester, Haydn Orchestra Hamburg e NationalYouthOrchestraofVenezuela. Appassionato di musica da camera, ha accettato con entusiasmo l’invito ad entrare nell’Ensemble Berlin. Clemens Weigel Èvioloncellistadell’EnsembleBerlin dalla sua fondazione. Nato a Würzburg nel 1968, inizia a studiare musica al Trossingen Musical College e poi violoncello con André Navarra al Vienna College of Music nel 1987. Dopo la morte di Navarra prosegue gli studi con Walter Nothas a Monaco, dove ottiene il Master Class Diplomanel1994.Lostessoannovince il primo premio al Concorso Musicale Internazionale di Finale Ligure. Inizia presto a fare esperienza come orchestrale nella“LandesjugendorchesterBaden-Württemberg”enella “Bundesjugendorchester”.Dal1993 fapartedell’Orchestra“Staatstheater am Gärtnerplatz” di Monaco. Oltre ad esibirsi come solista, fa parte del famoso Rodin Quartet che da anni tiene una propria serie di concerti alla Munich Residenz. Martin von der Nahmer Nato a Wuppertal nel 1978, a undici anni decide di passare dallo studio del violino a quello della viola con Konrad Grahe a Essen. Si dedica molto presto alla musica da camera. Nel 1995 vince il primo premio al concorso giovanile “Jugend musiziert” e il secondo premio al concorso internazionale “Charles Ulrich Wolff Contrabbassista, è uno dei mem24 2006 ha studiato presso la KarajanAkademiedellaBerlinPhilharmonic Orchestra esibendosi con la Gustav Mahler Jugend Orchestra diretta da Claudio Abbado. Dal 2000 Mor Biron è membro della West Eastern Divan Orchestra. Nel 2005 è stato selezionato da Daniel Baremboinpersuonarecomesolista in tour con la WED Orchestra, tra gli altri, ai PROMS di Londra, al Festival di Edinburgo, alla Philarmonie di Berlino. È studente dell’America-Israel Cultural Foundation e ha vinto numerosi premi tra cui il primo premio del Tel Aviv Competition. Si esibisce regolarmenteinfestivaldimusicada camera. Nel 2006/2007 Mor ha assunto la posizione di fagotto solista dell’orchestra del Palau de Les Arts Reina Sofia a Valencia sotto la guida di Lorin Maazel e Zubin Metha. Dal 2008 Mor Biron è membro dell’Orchestra Filarmonica di Berlino. bri fondatori dell’ensemble. Nato a Wuppertal nel 1955, studia a Berlino con Rainer Zepperitz ed entra nei Berliner Philharmoniker diretti da Herbert von Karajan nel 1978. Nel 1980 è solista nella Stuttgart Radio SymphonicOrchestradirettadaSergiu Celibidache, per poi tornare nei Berliner nel 1985. Dal 1997 al 1999 fa parte dell’Orchestra del Bayreuth Festival. Come musicista da camera suona con Isaac Stern, Krystian Zimmermann, the Auryn Quartet, the Philharmonia Quartet e, nel campo della musica antica, con Cologne Musica Antiqua Ensemble e Reinhard Goebel. Insegna all’Accademia Gustav Mahler di Potenza fin dalla sua fondazione nel 2005 da parte di Claudio Abbado. Mor Biron Nato nel 1982 a Rehovet, ha iniziato lo studio del fagotto a 11 anni con Gad Lederman e Maurizio Pae, diplomandosi al Thelma Yelin High School di Tel Aviv. Dal 2004 al 25 Paola Benedetti Spaggiari, Enea Bergianti, Franco Boni, Gemma Siria Bottazzi, Gabriella Catellani Lusetti, Achille Corradini, Donata Davoli Barbieri, Anna Fontana Boni, Mirella Gualerzi, Grande Ufficiale Gr. Croce llario Amhos Pagani, Comm. Donatella Tringale Moscato Grazia Maria di Mascalucia Pagani, Paola Scaltriti, Mauro Severi, Corrado Spaggiari, Deanna Ferretti Veroni, Vando Veroni, Gigliola Zecchi Balsamo Gianni Borghi, Vanna Lisa Coli, Andrea Corradini, Ennio Ferrarini, Milva Fornaciari, Giovanni Fracasso, Silvia Grandi, Claudio Iemmi, Franca Manenti Valli, Ramona Perrone, Viviana Sassi, Alberto Vaccari Le attività di spettacolo e tutte le iniziative per i giovani e le scuole sono realizzate con il contributo e la collaborazione della Fondazione Manodori 26