File: G - VAS VALUTAZIONE AMBIENTALE

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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS) – PUE Comparto 19 del PGR di Copertino - LE -
Ing. Mario Colomba via Aldo Moro, 79 - Nardò - LE Arch. Vittorio Manca via Alexander Fleming, 40 - Nardò - LE -
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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS) – PUE Comparto 19 del PGR di Copertino - LE -
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Piano di lottizzazione convenzionato PUE
Comparto 19 del PRG
Valutazione Ambientale Strategica
(VAS)
art. 13 D.Lgs 152/2006 e s.m.i., art. 8 L.R. 14/2012 e s.m.i.
Rapporto Ambientale
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INDICE
1 - PREMESSA ................................................................................................................................................................3
2 - QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO .......................................................................................................4
2.1 La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) ..............................................................................................................4
3 - IL PIANO DI LOTTIZZAZIONE CONVENZIONATO – Comp. 19 PRG Comune di Copertino .................7
3.1 Caratteristiche del Piano di lottizzazione convenzionato – Comparto 19 .....................................................................7
3.2 Aree interessate dal Piano ...........................................................................................................................................10
3.3 Punti di cui all'Allegato VI, art. 13, punto 4 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.......................................................................13
3.3 – a) Illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del Piano e del rapporto con altri pertinenti Piani……….13
3.3 - a.1 - Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (ptcp) ……………………………………………………...13
3.3 - a.2 - Piano Urbanistico Territoriale Tematico Per Il Paesaggio (Putt/P) …………………………………………..17
3.3 - a.3 - Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (Pptr) …………………………………………………………... 23
3.3 - a.4 - Piano di Bacino Stralcio per l’assetto Idrogeologico (Pai) …………………………………………………. .27
3.3 - a.5 - Piano di Tutela delle Acque (PTA)……………………………………………………………………………30
3.3 - a.6 - Piano Regionale dei Trasporti (PRT)………………………………………………………………………… 35
3.3 - b) - Aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente e sua evoluzione probabile senza l’attuazione del Piano...38
3.3 - c) - Caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche delle aree che potrebbero essere interessate …………..38
3.3 . c.1 – Comparto aria …………………………………………………………………………………………………39
3.3 - c.2 Uso del Suolo…………………………………………………………………………………………………...44
3.3 - c.3 Caratterizzazione litologica e idrogeomorfologica …………………………………………………………….48
3.3 - c.4 Sistema Paesaggio e beni culturali …………………………………………………………………………….54
3.3 – c.5 Documentazione fotografica …………………………………………………………………………………..57
3.3 - c.6 Biodiversità e Aree naturali protette……………………………………………………………………………63
3.3 – d) Qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al Piano…………………………………………………...65
3.3 – e) Obiettivi di protezione ambientali stabiliti a livello internazionale…………………………………………….65
3.3 – f) Possibili impatti significativi sull’ambiente …………………………………………………………………….65
3.3 - f .1 Metodologia di riferimento …………………………………………………………………………………....67
3.3 - f .2 Individuazione dei fattori d’impatto …………………………………………………………………………..68
3.3 - f. 3 Misure di Mitigazione e azioni di Compensazione……………………………………………………………..74
3.3 - f. 4 Si realizzino le aree a verde (ad uso pubblico e privato),………………………………………………………77
3.3 - f. 5 Eliminazione barriere architettoniche, ecc. ……………………………………………………………………77
3.3 - f.6 Aree destinate a parcheggi, percorsi pedonali e viabilità ………………………………………………………77
3.3 - f.7 Tutela di prossimità ……………………………………………………………………………………………..77
3.3 - f. 8 Edilizia sostenibile - recupero e il riutilizzo delle acque meteoriche…………………………………………80
3.3 - f. 9 Edilizia sostenibile secondo i criteri della L. R. 13/2008 ………………………………………………………80
3.3 - f. 10 Integrazione elaborati di Piano con le misure di mitigazione………………………………………………...81
3.3 – g) Misure per impedire, ridurre e compensare eventuali impatti negativi…………………………………………82
3.3 - h) Sintesi delle ragioni della scelta delle alternative ………………………………………………………………82
3.3 - i) Misure previste in merito al monitoraggio e controllo degli impatti ……………………………………………82
4 – CONCLUSIONI…………………………………………………………………..…………………………………83
5 – ALLEGATI………………………………………………………………….………………………………………84
5.1 – Allegati integrativi…………………………………………………………………………………………………84
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1 - PREMESSA
Il presente Rapporto Ambientale costituisce parte integrante della procedura di VAS (art. 13
D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. e art. 8 Legge Regionale 14 Dicembre n. 44) relativa al Piano di
lottizzazione convenzionato – Comparto 19 come definito dal vigente PRG del Comune di
Copertino (LE).
La legge Regionale n. 44/2012 (Disciplina regionale in materia di valutazione ambientale
strategica) prevede all’art. 4, comma 3 della L.R. 44/2012 così come modificato dalla L.R.
12 febbraio 2014, n. 4) che “ai comuni è delegato l’esercizio, anche nelle forme associative
disciplinate dal testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, emanato con decreto
legislativo 18 agosto 2000, n. 267, delle competenze per l’espletamento dei procedimenti di verifica
di assoggettabilità a VAS di cui all’articolo 8 per i piani o programmi approvati in via definitiva dai
comuni, nonché per l’espletamento dei procedimenti di VAS di cui agli articoli 9 e seguenti
rivenienti da provvedimenti di assoggettamento di piani o programmi di cui sopra”.
Alla luce della citata normativa, nell’ambito della suddetta procedura di VAS e relativamente alle
competenze sono individuati:
•
La Proprietà rappresentata dai sigg. Nigri C. ed altri come PROPONENTE;
•
Il Comune di Copertino, Settore Urbanistica come Autorità PROCEDENTE;
•
Il Comune di Copertino, Settore LL.PP. e Manutenzione come Autorità COMPETENTE.
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2 - QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO
2.1 La Valutazione Ambientale Strategica (VAS)
La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) è uno strumento di valutazione delle scelte di
programmazione e pianificazione con la finalità di perseguire obiettivi di sostenibilità territoriale ed
in particolare di salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell'ambiente, di protezione della
salute umana e di utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali. Tali obiettivi vanno
raggiunti mediante decisioni e azioni ispirate al principio di precauzione, in una prospettiva di
sviluppo durevole e sostenibile. La Direttiva 2001/42/CE del Parlamento europeo e del Consiglio
del 27 giugno 2001, nota anche come Direttiva VAS, ha introdotto l'obbligo di valutazione
ambientale ai processi di pianificazione e programmazione, obbligo in precedenza limitato alla
Valutazione d'Impatto Ambientale (VIA) dei singoli progetti, ed alla Valutazione di Incidenza
relativa alla conservazione degli Habitat (VIncA).
La Valutazione Ambientale Strategica ha l’obiettivo di garantire un elevato livello di protezione
dell'ambiente e di contribuire all'integrazione di considerazioni ambientali durante i procedimenti di
elaborazione, adozione ed approvazione di piani e programmi che possono avere effetti significativi
sull'ambiente (art.1 Direttiva 2001/42/CE). La VAS si sviluppa in parallelo alla redazione del piano
oggetto della valutazione, per assicurarne le opportune correzioni in corso di redazione e il
monitoraggio nelle successive fasi di attuazione.
La direttiva indica le tipologie di piani e programmi da sottoporre obbligatoriamente a valutazione
ambientale, e quelle da sottoporre a verifica, al fine di accertare la necessità della valutazione
ambientale, in relazione alla probabilità di effetti significativi sull'ambiente (art. 3, commi 3, 4 e 5).
L'Italia ha recepito la Direttiva comunitaria con Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 – Parte II
- recante "Norme in materia ambientale", modificato ed integrato dai decreti legislativi 16 gennaio
2008, n. 4 e 29 giugno 2010, n. 128.
La Regione Puglia, ha disciplinato la procedura di VAS attraverso l’emanazione della Legge
Regionale n. 44 del 14 dicembre 2012 “Disciplina regionale in materia di valutazione ambientale
strategica”modificata dalla L.R. 12 FEBBRAIO 2014, N. 4 e attraverso il Regolamento Regionale
9 ottobre 2013,n. 18“Regolamento di attuazione della legge regionale 14 dicembre 2012,
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n. 44 (Disciplina regionale in materia di valutazione ambientale strategica), concernente piani e
programmi urbanistici comunali”.
La valutazione ambientale di piani e programmi che possono avere impatti significativi
sull’ambiente, secondo quanto stabilito nell’art. 4 del D.Lgs. n. 4/08, “ha la finalità di garantire un
elevato livello di protezione dell’ambiente e contribuire all’integrazione di considerazioni
ambientali all’atto dell’elaborazione, dell’adozione e approvazione di detti piani e programmi
assicurando che siano coerenti e contribuiscano alle condizioni per uno sviluppo sostenibile”.
AMBITO di APPLICAZIONE
La VAS è effettuata obbligatoriamente per tutti i piani e i programmi:
•
che sono elaborati per i settori agricoli, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei
trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, per la
valutazione e gestione della qualità dell'aria ambiente, della pianificazione territoriale o
della destinazione dei suoli e che definiscono il quadro di riferimento per l'approvazione,
l'autorizzazione, l'area di localizzazione o comunque la realizzazione dei progetti sottoposti
alle procedure di VIA;
•
per i quali, in considerazione dei possibili impatti sulle finalità di conservazione dei siti
designati come Zone di Protezione Speciale (ZPS) per la conservazione degli uccelli
selvatici e di quelli classificati come Siti di Importanza Comunitaria (SIC) per la protezione
degli habitat naturali, della flora e della fauna selvatica, si ritiene necessaria una valutazione
d'incidenza ai sensi dell'articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre
1997, n. 357 e s.m.i..
La normativa anzidetta prevede due differenti procedure:
1. la Verifica di Assoggettabilità a Valutazione Ambientale Strategica;
2. la Valutazione Ambientale Strategica.
La Verifica di assoggettabilità a VAS si applica ai piani ed ai programmi, di cui al comma 3 e 3 bis
dell'art. 6 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. secondo le disposizione dettate dall’art. 12, e dall’art. 8 della
L.R. 44/2012, ossia a piani che comportino l'uso di piccole aree a livello locale o per le modifiche
minori dei medesimi piani e programmi.
Tale procedura prevede la trasmissione, su supporto cartaceo e informatico e sulla base dei criteri
dettati dall'Allegato I del succitato Decreto, di un rapporto preliminare ambientale o Rapporto
preliminare di verifica da parte dell'autorità procedente all'autorità competente che individua i
soggetti competenti in materia ambientale e gli enti territoriali interessati, tenendo conto dell’elenco
proposto dall’autorità procedente, verifica la completezza della documentazione e, entro quindici
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giorni dalla data di presentazione dell’istanza di cui al comma 1 dell’art. 8, avvia la consultazione,
pubblica la documentazione relativa al piano o programma sul proprio sito web e comunica agli
stessi soggetti, nonché all’autorità procedente, l’avvenuta pubblicazione e le modalità di
trasmissione dei contributi richiesti. Il contributo dei soggetti competenti in materia ambientale e
degli enti territoriali interessati è inviato entro trenta giorni all’autorità competente e all’autorità
procedente.
L’autorità Procedente può trasmettere all’autorità Competente, entro i trenta giorni successivi, le
proprie osservazioni o controdeduzioni relativamente a quanto rappresentato dai soggetti
competenti in materia ambientale e dagli enti territoriali interessati nell’ambito della consultazione,
in modo da fornire ulteriori elementi conoscitivi e valutativi.
La procedura termina con l'emissione, da parte dell’autorità competente, del provvedimento di
verifica che assoggetta o esclude il piano/programma dalla VAS di cui agli articoli da 9 a 15 della
L.R. 44/2012, definendo le necessarie prescrizioni entro novanta giorni complessivi dalla data di
presentazione dell’istanza.
Nel caso di piani/programmi per cui è prevista la Valutazione ambientale di cui al comma 2 art. 6
del Decreto, gli articoli dal 13 al 18 del Decreto disciplinano la procedura di VAS che risulta
articolata nelle seguenti fasi:
a) una fase di scoping – in cui sulla base del rapporto preliminare ambientale il proponente o
l’autorità proponente entrano in consultazione con l’autorità competente e gli altri soggetti
competenti in materia ambientale con lo scopo di definire portata e dettaglio delle informazioni da
includere nel rapporto ambientale;
b) l’elaborazione del rapporto ambientale – che costituisce parte integrante del piano o del
programma e ne accompagna l’intero processo di elaborazione ed approvazione (art. 13, comma 3);
al rapporto ambientale deve essere allegata una sintesi non tecnica del rapporto stesso;
c) lo svolgimento delle consultazioni – da parte dei soggetti competenti in materia ambientale
(art. 14);
d) le valutazioni del piano o del programma, del rapporto e degli esiti delle consultazioni (art. 15 del
Decreto) – ove l’autorità competente provvede all’eventuale revisione del piano/programma alla
luce del parere motivato espresso prima dell’approvazione del piano;
e) l’espressione di un parere motivato (art. 16);
f) l’informazione sulla decisione (art. 17) – ossia l’atto di approvazione del piano/programma in un
apposito elaborato allegato detto “dichiarazione di sintesi” nel quale si evince come le
considerazioni ambientali sono state integrate nel piano, come si è tenuto conto del rapporto
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ambientale e degli esiti delle consultazioni, nonché le ragioni per cui è stato scelto il
piano/programma adottato alla luce delle alternative possibili che erano state individuate;
g) il monitoraggio (art. 18) – che assicura il controllo degli impatti significativi sull’ambiente
derivanti dall’attuazione del piano/programma e il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità
prefissati, così da individuare tempestivamente gli impatti negativi imprevisti e le opportune misure
correttive da adottare.
3 - IL PIANO DI LOTTIZZAZIONE CONVENZIONATO – COMPARTO 19
DEL PRG DEL COMUNE DI COPERTINO
3.1 Caratteristiche del Piano di lottizzazione convenzionato – Comparto 19
Con istanza protocollata presso il Comune di Copertino al n. 25432 del 18/10/2007, e successiva
integrazione, i signori proprietari (Sig. NIGRI Carlo Alberto + 14) dei terreni ricompresi nel
Comparto 19 del PRG del Comune di Copertino, hanno presentato il progetto di Piano di
Lottizzazione del relativo comparto, corredato degli elaborati tecnici, teso all'approvazione, ai sensi
della Legge 56/80.
Il piano proposto prevede la realizzazione di un unico edificio in linea a due piani con scantinato
che si articola lungo l’asse principale del comparto con prevalente destinazione direzionale in
conformità a quanto previsto dall’allegato D del P.R.G. prevedendo altresì nella misura max del
20% della volumetria consentita, l’inserimento di edilizia con destinazione residenziale.
La destinazione direzionale risulta ubicata interamente a piano terra con 8 unità direzionali e 7 a
piano primo, mentre la parte residenziale, composta da n. 8 unità immobiliari, impegna
parzialmente il primo piano e totalmente il secondo.
Il piano interrato, composto esclusivamente da pertinenze delle soprastanti unità residenziali e
direzionali, sarà destinato agli usi consentiti dalle N.T.A. e dal R.E.C. ed avrà un’altezza di m 2,50.
È prevista nell’interno un’area a parcheggio avente una superficie totale di mq 453,00.
I dati dimensionali del proposto Piano sono meglio riassunti nella seguente tabella:
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3.2 Aree interessate dal Piano
Lo strumento urbanistico vigente nel Comune di Copertino è il P.R.G., approvato con deliberazione
della Giunta Regionale n. 1690 del 28/11/2001 e redatto ai sensi della prima legge urbanistica
regionale la Legge n. 56 del 1980 oggi sostituita dalla L.R. 20/2001. È stato avviato nel 2011 il
processo di formazione del nuovo Piano Urbanistico Generale (PUG).
Il proposto Piano Urbanistico Esecutivo del Comparto 19 è tipizzato nel vigente PRG come “Zone
D.3 - Aree di Espansione Urbana – Edil. Direzionale e Commerciale ” (cfr Fig. 2).
L’area dalla lottizzazione interessa una superficie territoriale di circa 19.129,10 mq ed è censita
catastalmente ai fogli nn. 42 e 64 interessando una serie di particelle per cui si rimanda al capitolo 3
Stato fisico - giuridico della relazione tecnica allegata.
L’area del Comparto risulta interamente pianeggiante ed è caratterizzata da incolti e seminativi
abbandonati. All’interno dell’area del P.d.L. non è presente alcuna costruzione e pertanto non sono
previste opere di demolizione per attuare le previsioni del Piano.
Il Comparto, essendo ubicato all’interno del centro urbano, risulta confinante prevalentemente con
la viabilità esistente (v. Raffaello Sanzio, v. Japigia e v. Tagliamento) e, per il resto del perimetro,
con altri edifici e lotti edificabili (cfr Fig. 3).
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3.3 Punti di cui all'Allegato VI, art. 13, punto 4 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.
L’Allegato VI del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. “Contenuti del Rapporto Ambientale di cui all’art. 13 ”
Individua le informazioni da fornire che sono:
3.3 – a) Illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del Piano e del rapporto con altri
pertinenti Piani;
Il proposto Piano di Lottizzazione del Comparto 19 prevede la realizzazione di un edificio in
linea in accordo con le previsioni del PRG, caratterizzato da n. 3 piani fuori terra e uno
interrato per una altezza massima di 10,5 metri e una destinazione d’uso mista con attività
direzionali al piano terra; attività direzionali e residenze al piano primo; solo residenze al
piano secondo; cantine e parcheggi di pertinenza delle soprastanti unità immobiliari, al piano
interrato.
Il Piano prevede altresì aree a standard quali parcheggi pubblici, aree a verde e un tratto di
nuova viabilità.
Il proposto Piano di Lottizzazione del Comparto 19 non influenza direttamente il vigente
strumento urbanistico del Comune di Copertino in quanto rispetta tutti i parametri
urbanistici e le previsioni dello stesso; inoltre è stata valutata la coerenza con gli altri
strumenti urbanistici e programmatici sovraordinati provinciali e regionali non influenzabili
(se non positivamente), i cui indirizzi e prescrizioni dovranno essere rispettati.
Nella fattispecie sono stati presi in considerazione i rapporti con i seguenti Piani:
3.3 - a.1 - PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (PTCP);
Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Lecce (PTCP) è stato
approvato con Deliberazione del Consiglio Provinciale n. 75 del 24/10/2008.
Il PTCP, elaborato ai sensi della Legge 142/1990 e s.m.i. e tenendo conto dello strumento di
pianificazione territoriale regionale (PUTT/p della Regione Puglia) e delle Leggi Regionali (nn.16,
17, 18/2000, della L.R. n.15/2000 e della L.R. n.25/2000) entrate in vigore nel corso
dell’elaborazione del Piano,si applica all’intero territorio provinciale ed in particolare individua:
•
le diverse destinazioni del territorio in considerazione della prevalente vocazione delle sue
parti;
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la localizzazione di massima delle maggiori infrastrutture e delle principali linee di
comunicazione;
•
le linee di intervento per la sistemazione idrica, idrogeologica e idraulico-forestale e in
genere per il consolidamento del suolo e la regimazione delle acque;
•
le aree destinate all’istituzione di parchi o riserve naturali.
Obiettivo generale del Piano è la costruzione di un quadro di coerenze entro il quale singole
Amministrazioni ed Istituzioni possano definire le politiche di miglioramento della qualità e delle
prestazioni fisiche, sociali e culturali del territorio provinciale.
Il PTCP articola entro quattro insiemi di politiche gli obiettivi e le azioni di miglioramento della
qualità e dell’abitabilità del territorio salentino, per la costruzione del Salento come parco; tale
definizione sottende l’idea di uno sviluppo diffuso ed equilibrato, che si oppone al tradizionale
sviluppo policentrico, sempre più spesso attivato da esigenze puntuali e disarmoniche.
1. Politiche del Welfare;
2. Politiche della Mobilità;
3. Politiche della Valorizzazione;
4. Politiche Insediative.
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Con riferimento alla politiche del Welfare, come mostrato in Fig. 4, l’area di intervento interessa
parte di un’area appartenente alle politiche della salubrità e classificata dal Piano come a
pericolosità molto alta rispetto agli allagamenti.
Il PTCP, mediante la definizione di classi di pericolosità idraulica, disciplina le aree soggette a
rischio idraulico; il Piano ha difatti suddiviso il territorio in considerazione degli assetti fisici e
geomorfologici individuando quattro differenti gradi di pericolosità (bassa, media, alta e molto alta)
in base ai quali ha stabilito specifici indirizzi che regolano gli usi nelle rispettive aree.
L’art. 3.1.2.4 delle NTA del Piano, definisce al punto d “indirizzi”, che per la pianificazione
comunale: gli studi geologici di supporto alla redazione degli strumenti urbanistici comunali
dovranno contenere carte di pericolosità idraulica del territorio che articolino i livelli di
pericolosità sulla base di tre classi:
classe 1 – bassa: aree morfologicamente rialzate e/o per le quali non vi sono notizie di precedenti
inondazioni;
classe 2 – pericolosità media: aree già soggette a inondazioni o aree morfologicamente depresse
rispetto alla pianura circostante;
classe 3 – pericolosità alta e molto alta: aree morfologicamente depresse e già interessate da
alluvioni e inondazioni.
A tal proposito pare opportuno evidenziare che le precedenti perimetrazioni delle aree a pericolosità
idraulica individuate dalla Autorità di Bacino della Regione Puglia interessavano in parte l’area del
comparto 19 oggetto di lottizzazione. Tuttavia, come meglio specificato nel seguito (cfr par. 4.4),
l’area in oggetto secondo le ultime perimetrazioni del PAI, aggiornate al 11.06.2014, non ricade in
alcuna zona a pericolosità idraulica né in zona soggetta a rischio (vedi Fig. 9).
Con riferimento alle politiche della valorizzazione l’area di intervento interessa, per parte della sua
estensione, una zona che il Piano delimita e classifica come area di espansione potenziale degli
insediamenti.
Con riferimento alle politiche insediative l’area di intervento ricade in aree pianificate (zone B, C,
D non servite da pendoli).
Considerate le previsioni del PTCP per l’area in esame, si può concludere che la realizzazione del
proposto Piano di lottizzazione del Comparto 19 risulta coerente e non costituisce ostacolo alle
direttive dettate dal PTCP della Provincia di Lecce.
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3.3 - a.2 - PIANO URBANISTICO TERRITORIALE TEMATICO PER IL PAESAGGIO (PUTT/P);
Il Piano Urbanistico Territoriale Tematico per il Paesaggio (PUTT/p) approvato con Delibera della
Giunta Regionale n. 1748 del 15/12/2000 e pubblicato sul Bollettino Ufficiale n. 6 della Regione
Puglia in data 11 gennaio 2001 si configura come piano paesaggistico-urbanistico territoriale e
strumento di pianificazione generale.
Il Piano disciplina i processi di trasformazione fisica e l'uso del territorio allo scopo di tutelare
l’identità storica e culturale dello stesso, di rendere compatibile la qualità del paesaggio e delle sue
componenti strutturanti con il suo uso sociale e di promuovere la tutela e la valorizzazione delle
risorse disponibili.
In adempimento di quanto disposto dall’art. 149 del D.Lgs. n. 490 del 29.10.1999 (Testo Unicodelle
disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali oggi abrogato dal Codice dei Beni
culturali e del paesaggio - Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42) e dalla L.R. n. 56 del
31.05.80 (Tutela ed uso del territorio) il campo di applicazione del PUTT/P interessa le categorie
dei beni paesistici di cui alle Leggi 1497 e 1089 del 1939, i decreti Galasso, i vincoli faunistici (oasi
di protezione, zone addestramento cani, zone umide, zone a gestione sociale), i vincoli archeologici
e architettonici ed aree di interesse archeologico o architettonico e ulteriori articolazioni e
specificazioni (relazionate alle caratteristiche del territorio regionale) individuate nello stesso
PUTT/p. Il Piano ha suddiviso il territorio regionale in aree omogenee (Titolo II – Ambiti
Territoriali Estesi - art.2.01 delle NTA), con riferimento al livello dei valori paesaggistici, di:
1.1. valore eccezionale ("A"), laddove sussistano condizioni di rappresentatività di almeno un bene
costitutivo di riconosciuta unicità e/o singolarità, con o senza prescrizioni vincolistiche preesistenti;
1.2. valore rilevante ("B"), laddove sussistano condizioni di compresenza di più beni costitutivi con
o senza prescrizioni vincolistiche preesistenti;
1.3. valore distinguibile ("C"), laddove sussistano condizioni di presenza di un bene costitutivo con
o senza prescrizioni vincolistiche preesistenti;
1.4. valore relativo ("D"), laddove pur non sussistendo la presenza di un bene costitutivo, sussista
la presenza di vincoli (diffusi) che ne individui una significatività;
1.5. valore normale ("E"), laddove non è direttamente dichiarabile un significativo valore
paesaggistico.
Con riferimento alla suddetta classificazione in ambiti territoriali estesi il Piano stabilisce indirizzi
di tutela differenziati, da perseguirsi con il rilascio delle autorizzazioni o con gli strumenti di
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pianificazione sottordinati; in base all’appartenenza dei territori ai diversi ATE, l’efficacia delle
norme tecniche del piano varia da assoluta a nulla.
Il Piano inoltre individua, per mezzo di elenchi e di rappresentazioni grafiche su cartografia I.G.M.
in scala 1:25.000, le “emergenze” e/o “componenti ed insiemi di pregio” che costituiscono gli
elementi caratterizzanti e strutturanti il territorio dal punto di vista paesaggistico e con riguardo alla
specificità del contesto regionale e le classifica in ambiti territoriali distinti (ATD) ai sensi degli art.
3.02, 3.03 e 3.04 delle NTA del PUTT/p, ordinandole rispetto ai seguenti sottosistemi:
•
Assetto geologico, geomorfologico e idrogeologico;
•
Copertura botanico vegetazionale, colturale e presenza faunistica;
•
Stratificazione storica dell'organizzazione insediativa;
Per ciascuno ATD, le norme tecniche di attuazione (N.T.A.) specificano (art. 3.01):
•
la definizione che individua, con o senza riferimenti cartografici, l'ambito nelle sue
caratteristiche e nella sua entità minima strutturante;
•
l’individuazione dell'area di pertinenza (spazio fisico di presenza) e dell'area annessa (spazio
fisico di contesto);
•
i regimi di tutela;
•
le prescrizioni di base.
Le norme ed i vincoli posti dal Piano, contenuti nel titolo II “Ambiti territoriali estesi” e nel titolo
III “Ambiti territoriali distinti” della N.T.A., sono immediatamente operativi ma non trovano
applicazione all'interno dei “territori costruiti” come definiti all’art. 1.03 comma 5 delle N.T.A. ed
all’interno dei territori disciplinati dai Piani delle Aree di Sviluppo Industriale (art. 1.03 comma 6).
Il PUTT/P è uno strumento sovraordinato alla pianificazione di livello comunale, che comunque
attribuisce ai singoli Comuni l’importante ruolo di verifica (cfr. Del. GR 1189/2006) della
conoscenza del territorio, al fine di adeguare le perimetrazioni degli ambiti territoriali effettuate a
scala regionale alle situazioni di fatto.
L'art. 5.05 delle N.T.A. del PUTT/p dispone che i comuni pugliesi debbano provvedere a dar corso
ai cosiddetti “primi adempimenti comunali per l'attuazione del P.U.T.T./p”, ed a trasmettere,
all'Assessorato Regionale all'Urbanistica, le relative perimetrazioni come anche quelle relative ai
territori costruiti come definiti dalle N.T.A. dello stesso piano.
Il Comune di Copertino ad oggi non ha svolto i primi adempimenti al PUTT/p rimandando una più
attenta ricognizione del territorio fisico e gli stessi adempimenti nella fase di elaborazione del PUG
in corso.
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Con riferimento agli ATE si evince che le aree interessate dal proposto piano di lottizzazione non
ricadono in Ambito Territoriale Esteso di Valore Eccezionale(“A”) o Rilevante (“B”) o
Distinguibile (“C”) o Relativo (“D”) (cfr.
fr. Fig. 5), pertanto non sono soggette a tutela diretta del
PUTT, non deve essere richiesta autorizzazione paesaggistica per la realizzazione di opere e per tali
aree non sono da applicarsi gli indirizzi di tutela riportati all’art. 2.02 del Titolo II delle
del N.T.A..
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Con riferimento agli Ambiti Territoriali Distinti, dall’analisi delle perimetrazioni del PUTT/p, l’area
oggetto di lottizzazione risulta esterna a tutte le aree perimetrate dal PUTT/p(cfr Fig. 7) e non
risulta interessata da particolari componenti di riconosciuto valore scientifico e/o di rilevante ruolo
sull’assetto paesistico-ambientale complessivo dell’ambito di riferimento, eccezion fatta per una
piccola area identificata dalla tav. serie n. 10 – Geomorfologia (cfr Fig. 6) e caratterizzata da piane
alluvionali e/o conche e depressioni alluvionali. In particolare l’area da lottizzare risulta esterna:
- alle aree assoggettate ai vincoli disposti dall’ex Lege 1497/1939 “Protezione delle bellezze
naturali”;
- alle aree soggette ai vincoli del Decreto Galasso;
- alle aree soggette a vincoli idrogeologici;
- al biotipo e/o ai sito di interesse biologico - naturalistico, parchi, aree a bosco, a macchia ed a
olivastro;
- alle aree dove è accertata la presenza di grotte;
- ai siti in cui risultano segnalazioni archeologiche e/o architettoniche, aree già soggette a vincoli
archeologici e/o architettonici, zone caratterizzate dalla presenza di trulli;
- ad aree con idrologia superficiale;
- alle aree ad usi civici ovvero ove permangono i segni della stratificazione storica
dell’organizzazione sociale;
- alle aree soggette a vincoli faunistici (aziende faunistico–venatorie, centri privati o pubblici di
produzione di selvaggina, zone a divieto di caccia, a gestione sociale, ad amministrazione statale, di
ripopolamento e cattura, oasi di protezione, zone umide, etc.).
L’area appare del tutto priva di peculiarità paesaggistiche da tutelare e salvaguardare ovvero di
elementi paesaggistici strutturanti; pertanto la lottizzazione proposta anche se comporterà una
trasformazione fisica ed un diverso utilizzo del territorio, non interferirà con le peculiarità
paesaggistiche comunque presenti nel territorio circostante e non già all'interno della specifica area
d'intervento. Premesso quanto sopra, si ritiene che l'intervento in parola, con riferimento specifico
alla sua localizzazione, non interferisce, ovvero è conforme agli indirizzi di tutela,nonché rispetta le
direttive di tutela e le prescrizioni di base fissate dal PUTT/p per gli elementi paesaggistici
strutturanti (Titolo III) l'ambito interessato dalle opere, atteso, anche, che le NTA del PUTT/p non
prevedono particolari prescrizioni per le piane alluvionali, le depressioni o conche alluvionali.
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Con riferimento infine alla specifica
fica soluzione progettuale adottata si rappresenta che questa, per la
sua articolazione planovolumetrica, risulta in linea di massima idonea dal punto di vista
paesaggistico-ambientale
ambientale e culturale in quanto andrà ad operare una trasformazione non
significativa dell'attuale assetto paesaggistico dei luoghi caratterizzato da costruzioni urbane
dell’altezza simile a quella prevista dalle opere di progetto.
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3.3 - a.3 - PIANO PAESAGGISTICO TERRITORIALE REGIONALE (PPTR);
Il Decreto Legislativo 22 Gennaio 2004, n. 42(Codice dei Beni culturali e del paesaggio)
successivamente modificato con i DD.Lgs. 156, 157 del 2006 e 97 del 2008, all’art. 135 prevede
che “le Regioni, anche in collaborazione con lo Stato, nelle forme previste dall'articolo 143,
sottopongono a specifica normativa d'uso il territorio, approvando piani paesaggistici, ovvero piani
urbanistico-territoriali con specifica considerazione dei valori paesaggistici, concernenti l'intero
territorio regionale, entrambi denominati piani paesaggistici”.
Al medesimo articolo si prevede che tali piani, al fine di tutelare e migliorare la qualità del
paesaggio, definiscano previsioni e prescrizioni atte:
a) al mantenimento delle caratteristiche, degli elementi costitutivi e delle morfologie dei beni
sottoposti a tutela, tenuto conto anche delle tipologie architettoniche, nonché delle tecniche e dei
materiali costruttivi;
b) all'individuazione delle linee di sviluppo urbanistico ed edilizio compatibili con i diversi livelli di
valore riconosciuti e con il principio del minor consumo del territorio, e comunque tali da non
diminuire il pregio paesaggistico di ciascun ambito territoriale;
c) al recupero e alla riqualificazione degli immobili e delle aree compromessi o degradati, al fine di
reintegrare i valori preesistenti, nonché alla realizzazione di nuovi valori paesaggistici coerenti ed
integrati;
d) all'individuazione di altri interventi di valorizzazione del paesaggio, anche in relazione ai principi
dello sviluppo sostenibile.
Il Piano Paesaggistico previsto dal Codice si configura quindi come uno strumento avente finalità
complesse(ancorché affidate a strumenti esclusivamente normativi), non più soltanto di tutela e
mantenimento dei valori paesistici esistenti ma altresì di valorizzazione di questi paesaggi, di
recupero e riqualificazione dei paesaggi compromessi, di realizzazione di nuovi valori paesistici.
Con Delibera n. 1435 del 02 agosto 2013, pubblicata sul BURP n. 108 del 06 agosto 2013, la Giunta
Regionale ha adottato il Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR) ai sensi del Codice dei
Beni culturali e del paesaggio.
Tutti gli elaborati del PPTR adottato sono consultabili e scaricabili dal sito della Regione Puglia
(http://www.paesaggio.regione.puglia.it/), anche ai fini della pubblicità e partecipazione sociale
prevista dal procedimento di approvazione e variazione cui all’art. 2 della Legge Regionale
07/10/2009 n. 20 “Norme per la pianificazione paesaggistica”.
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Il PPTR, d’intesa con il Ministero, individua e delimita i beni paesaggistici, costituiti da immobili e
aree di cui all’art. 134 del Codice1, sottoposti a specifiche prescrizioni d’uso dettate dal Piano, e gli
ulteriori contesti paesaggistici (UCP), costituiti dagli immobili e dalle aree sottoposti a specifica
disciplina di salvaguardia e utilizzazione2,individuati ai sensi dell’art. 143 del Codice.
A far data dall’adozione del PPTR, a norma dell’art. 143 comma 9 del D.Lgs. 42/2004 e s.m.i., non
sono consentiti, sugli immobili e nelle aree di cui all’art. 134 del Codice, interventi in contrasto con
le prescrizioni di tutela del Piano. Non sono altresì consentiti interventi in contrasto con le
specifiche misure di salvaguardia ed utilizzazione previste per gli ulteriori contesti come individuati
nell’art. 38 comma 3.1 delle NTA del Piano ad eccezione degli interventi previsti dai Piani
urbanistici esecutivi/attuativi ed alle opere pubbliche che, alla data di adozione del PPTR, abbiano
già ottenuto i pareri paesaggistici a norma del PUTT/p e/o che siano stati parzialmente eseguiti. Per
tali interventi gli eventuali provvedimenti autorizzativi conseguenti rimangono interamente
disciplinati dalle norme del PUTT/p fino all’entrata in vigore del PPTR.
Tutto ciò premesso, si riporta di seguito un’analisi della vincolistica gravante sull’area oggetto di
interesse secondo le vigenti perimetrazioni definite nell’ufficiale cartografia allegata all’adottato
PPTR.
Il sistema della tutele del PPTR fa riferimento a tre sistemi così costituiti:
1. Struttura idrogeomorfologica:
•
Componenti geomorfologiche;
•
Componenti idrologiche.
2. Struttura ecosistemica e ambientale:
•
Componenti botanico vegetazionali;
•
Componenti delle aree protette e dei siti naturalistici.
3. Struttura antropica e storico culturale:
•
Componenti culturali e insediative;
•
Componenti dei valori percettivi.
1“immobili e aree di notevole interesse pubblico”; “aree tutelate per legge” quali territori costieri, territori contermini ai laghi, fiumi,
torrenti, corsi d’acqua iscritti negli elenchi delle acque pubbliche, parchi e riserve, boschi, zone gravate da usi civici, zone umide
Ramsar, zone di interesse archeologico; ulteriori immobili e aree sottoposti a tutela dai piani paesaggistici.
2reticolo idrografico di connessione della Rete Ecologica Regionale, sorgenti, aree soggette a vincolo idrogeologico, versanti, lame e
gravine, doline, grotte, geositi, inghiottitoi, cordoni dunari, aree umide, prati e pascoli naturali, formazioni arbustive in evoluzione
naturale, siti di rilevanza naturalistica, area di rispetto dei boschi, area di rispetto dei parchi e delle riserve regionali, città consolidata,
testimonianze della stratificazione insediativa, area di rispetto delle componenti culturali e insediative, paesaggi rurali, strade a
valenza paesaggistica, strade panoramiche, luoghi panoramici, coni visuali.
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Dalla sovrapposizione dell’area di interesse con la cartografia allegata al Piano relativa alle suddette
componenti (cfr Fig. 8) è emerso che l’area di intervento non interessa beni paesaggistici (BP) né
ulteriori contesti paesaggistici (UCP) individuati e perimetrati dal PPTR.
L’area oggetto della proposta lottizzazione è interna al centro abitato e posta nelle vicinanze
dell’imponente Castello di Copertino, struttura dal grande valore storico e architettonico, oggi
tutelato direttamente dal Ministero attraverso la Soprintendenza per i Beni Architettonici e
Paesaggistici. A tal proposito vale quanto riportato al p.to 3.3 f.7 (pag. 77).
Pertanto si riconferma che l’inserimento della proposta lottizzazione nell’attuale contesto
paesaggistico, non compromettendo la qualità, i caratteri peculiari ed il patrimonio identitarioculturale, non interferendo con la percezione visiva del territorio non alterando altresì le visuali oggi
esistenti, risulta in linea con gli obiettivi di qualità definiti dal PPTR.
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3.3 - a.4 - PIANO DI BACINO STRALCIO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO (PAI)
La Regione Puglia, nella veste dell’Autorità di Bacino (AdB) ha redatto il PAI (Piano di Bacino
stralcio per l’Assetto Idrogeologico), con Delibera n. 25 del 15 Dicembre 2004 e approvato in via
definitiva con Delibera del Comitato Istituzionale dell'Autorità di Bacino della Puglia n. 39 del 30
novembre 2005.
Il PAI, costituendo ai sensi dell’articolo 17, comma 6 ter della Legge 18 maggio 1989 n. 183, il
Piano Stralcio del Piano di Bacino, ha valore di piano territoriale di settore ed è lo strumento
conoscitivo, normativo e tecnico – operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le
azioni e le norme d’uso finalizzate alla conservazione, alla difesa ed alla valorizzazione del suolo
ricadente nel territorio di competenza dell’Autorità di Bacino della Regione Puglia.
Il PAI è composto dalla Relazione Generale, dalle Norme Tecniche di Attuazione (NTA) e dagli
elaborati grafici.
Le NTA del PAI sono organizzate secondo il relativo campo di applicazione, di seguito esposto:
•
Assetto Idraulico;
•
Assetto Geomorfologico;
•
Programmazione ed Attuazione delle Azioni del PAI;
•
Procedure di Formazione, Revisione, Verifica e Aggiornamento del PAI;
•
Disposizioni Generali Finali.
Con il PAI entrano in vigore le norme di salvaguardia per il territorio pugliese mirate “al
miglioramento delle condizioni di regime idraulico e di stabilità geomorfologia necessarie a ridurre
gli attuali livelli di pericolosità e a consentire uno sviluppo sostenibile del territorio nel rispetto
degli assetti naturali, della loro tendenza evolutiva e delle potenzialità d’uso” (art. 1, Titolo I).
Il PAI ha classificato le zone del territorio regionale in base a: Pericolosità idraulica, Pericolosità
geomorfologia, e Rischio. Le aree a pericolosità idraulica sono così classificate: AP aree ad alta
probabilità di inondazione, MP aree a media probabilità di inondazione, e BP aree a bassa
probabilità di inondazione. Le aree a pericolosità geomorfologica sono così classificate: aree a
pericolosità geomorfologica molto elevata (P.G.3), aree a pericolosità geomorfologica elevata
(P.G.2), aree a pericolosità geomorfologica media e moderata (P.G.1). Sono definite quattro classi
di rischio: moderato R1, per il quale i danni sociali, economici e al patrimonio ambientale sono
marginali; medio R2, per il quale sono possibili danni minori agli edifici, alle infrastrutture e al
patrimonio ambientale che non pregiudicano l’incolumità del personale, l’agibilità degli edifici e la
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funzionalità delle attività economiche; elevato R3, per il quale sono possibili problemi per
l’incolumità delle persone, danni funzionali agli edifici e alle infrastrutture, con conseguente
inagibilità degli stessi, l’interruzione di funzionalità delle attività socioeconomiche e danni rilevanti
al patrimonio ambientale; molto elevato R4, per il quale sono possibili la perdita di vite umane e
lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici, alle infrastrutture ed al patrimonio ambientale e la
distruzione di attività socioeconomiche.
Analizzando le nuove perimetrazioni del PAI aggiornate all’11.06.2014 (cfr Fig. 9) si nota che
l’area interessata dal proposto piano di lottizzazione del Comparto 19 non ricade in alcuna zona a
pericolo di inondazione né in zone a rischio.
Come riportato in proposito nel Provvedimento di verifica di assoggettabilità a VAS da parte
dell’Autorità Competente in data 23.11.201 “…Tale Piano, tuttavia, interessa solo parzialmente il
comparto coinvolgendo esclusivamente l’area tipizzata “F1” su via Tagliamento e l’area “F4”
prospiciente sulla stessa via e su via Raffaello Sanzio, Su tali superfici, classificate dal PAI come
“R2 – Aree a rischio medio”, il P. d. L. non prevede alcuna realizzazione edilizia da parte dei
lottizzanti. Infatti, l’area “D3” su cui si svilupperanno per intero le previsioni plano volumetriche
del P. d. L., rimane esclusa, insieme alla restante parte del Comparto, da ogni limitazione derivante
dal vincolo citato.”
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3.3 - a.5 - PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE (PTA).
Il Piano per la Tutela delle Acque (PTA) della Regione Puglia è stato approvato come Progetto di
Piano, ai sensi dell’art. 121 del Decreto Legislativo n. 152/2006 e s.m.i., con Delibera della Giunta
Regionale n. 883 del 19 giugno 2007.
Successivamente, in seguito a modifiche e integrazioni (apportate con D.G.R. n. 1441/2009 - BURP
n. 130 suppl. del 24 agosto 2009) il Piano e i relativi emendamenti alle linee guida allegate sono
stati approvati con Delibera del Consiglio della Regione Puglia n. 230 del 20.10.2009.
Il Piano identifica e definisce scelte strategiche per la salvaguardia e l’uso delle risorse idriche
regionali che vengono organizzate in “misure di salvaguardia”; tali misure sono operative dal 2007
ossia dalla data di adozione del Piano e vertono intorno a tre temi generali quali:
•
misure di tutela quali - quantitativa dei corpi idrici sotterranei;
•
misure di salvaguardia per le zone di protezione speciale idrogeologica;
•
misure integrative.
Le prescrizioni contenute nel documento regionale sono di carattere immediatamente vincolante per
le amministrazioni, per gli Enti Pubblici, nonché per i soggetti privati, a decorrere dalla data di
adozione.
Al fine di limitare la progressione del fenomeno di contaminazione salina dell’acquifero che rischia
di causare un progressivo e diffuso aumento del tenore salino rendendo inutilizzabile la risorsa, il
Piano ha individuato una zona di tutela quali-quantitativa, zona interessata da prelievi per il
soddisfacimento dei diversi usi per la quale sono prescritti i seguenti provvedimenti:
•
in sede di rilascio della concessione, ovvero in fase di verifica e/o rinnovo, dovrà essere
imposto all’utilizzatore l’installazione di un limitatore di portata e di un misuratore di
portata;
•
dovrà essere imposta la chiusura di tutti i pozzi scavati e/o eserciti senza autorizzazione;
•
potrà essere consentito l'uso dell'acqua di falda per l'innaffiamento di verde pubblico o
condominiale non eccedente i 5.000 m2;
nelle aree già individuate come vulnerabili da nitrati di origine agricola, con Deliberazione di
G.R. n. 2036 del 30.12.2005, è fatto divieto d’uso a scopo potabile delle acque di falda.
Nelle aree di cui alla Tavola B del PTA (cfr Fig. 11) - Aree interessate da contaminazione salina:
a) è sospeso il rilascio di nuove concessioni per il prelievo di acque dolci di falda da utilizzare a fini
irrigui o industriali;
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b) è consentito il prelievo di acque marine di invasione continentale per usi produttivi (itticoltura,
mitilicoltura) per impianti di scambio termico o dissalazione a condizione che:
- le opere di captazione siano realizzate in maniera tale da assicurare il perfetto isolamento del
perforo nel tratto di acquifero interessato dalla circolazione di acque dolci e di transizione;
- venga indicato preventivamente il recapito finale delle acque usate nel rispetto della normativa
vigente;
c) in sede di rinnovo della concessione, devono essere sottoposte a verifica le quote di attestazione
dei pozzi al di sotto del livello mare, con l’avvertenza che le stesse non risultino superiori a 20 volte
il valore del carico piezometrico in quota assoluta (riferita al l.m.m.);
d) in sede di rilascio o di rinnovo della concessione, nel determinare la portata massima emungibile
occorre considerare che la stessa non determini una depressione dinamica del carico piezometrico
assoluto superiore al 30% del valore dello stesso carico e comunque tale che le acque estratte
abbiano caratteristiche qualitative compatibili con le caratteristiche dei terreni e delle colture da
irrigare.
Sulla base delle risultanze delle attività di studio integrato dei caratteri del territorio e delle acque
sotterranee sono stati delimitati comparti fisico-geografici del territorio regionale, meritevoli di
tutela perché di strategica valenza per l’alimentazione dei corpi idrici sotterranei: le Zone di
protezione speciale idrogeologica di tipo “A”,”B”,”C” e “D” (di cui alla Tavola A del Piano di
Tutela delle Acque – Fig. 10).
Le Zone di Protezione Speciale Idrogeologica – Tipo “A” individuate sugli alti strutturali centro
occidentali del Gargano, su gran parte della fascia murgiana nord occidentale e centro orientale
sono aree afferenti ad acquiferi carsici complessi ritenute strategiche per la Regione Puglia in virtù
del loro essere aree a bilancio idrogeologico positivo, a bassa antropizzazione ed uso del suolo non
intensivo.
Le Zone di Protezione Speciale Idrogeologica – Tipo “B”sono aree a prevalente ricarica afferenti
anch’esse a sistemi carsici evoluti (caratterizzati però da una minore frequenza di rinvenimento
delle principali discontinuità e dei campi carsici, campi a doline con inghiottitoio) ed interessate da
un livello di antropizzazione modesto ascrivibile allo sviluppo delle attività agricole, produttive,
nonché infrastrutturali. In particolare esse sono tipizzate come:
B1- le aree ubicate geograficamente a Sud e SSE dell’abitato di Bari, caratterizzate da buone
condizioni quali–quantitative dell’acquifero afferente e pertanto meritevoli di interventi di controllo
e gestione corretta degli equilibri della risorsa;
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B2 – le aree individuate geograficamente appena a Nord dell’abitato di Maglie (nella cui
propaggine settentrionale è ubicato il centro di prelievo da pozzi ad uso potabile più importante del
Salento), interessate da fenomeni di sovrasfruttamento della risorsa.
Le Zone di Protezione Speciale Idrogeologica – Tipo “C”individuate a SSO di Corato-Ruvo, nella
provincia di Bari e a NNO dell’abitato di Botrugno nel Salento, sono aree a prevalente ricarica
afferenti ad acquiferi strategici, in quanto risorsa per l’approvvigionamento idropotabile, in caso di
programmazione di interventi in emergenza.
Le Zone di Protezione Speciale Idrogeologica – Tipo “D” individuate nel Salento sono aree in
corrispondenza di bacini di ricarica di campi pozzi del comparto idropotabile, in considerazione del
già riscontrato depauperamento quali-quantitativo della risorsa idrica. Il criterio di salvaguardia e di
attenzione che si propone di adottare è un criterio certamente meno rigido rispetto alle zone di tipo
A, B e C, ma comunque mirato all’individuazione di misure di forte filtro per nuove concessioni di
derivazione per una risorsa già fortemente compromessa.
L’area di intervento non ricade in alcuna Zone di Protezione Speciale Idrogeologica, così come
indicato nella Tavola A allegata al Piano (Fig. 10).
Il sito di progetto ricade all’interno dell’acquifero carsico del Salento, in un’area classificata come
“area di tutela quali-quantitativa”, secondo quanto riportato nella Tavola B allegata al Piano (Fig.
11).
Il progetto non prevede la realizzazione di nuove opere di captazione di acque sotterranee e per
l’approvvigionamento idrico utilizzerà la presente rete idrica dell’acquedotto. Il progetto inoltre
prevede diverse aree a verde (verde pubblico, verde privato), a parcheggi e a servizi, che
permetteranno di mantenere una zona a percolazione libera, importante per la ricarica locale della
falda acquifera.
Come riportato in proposito nel Provvedimento di verifica di assoggettabilità a VAS da parte
dell’Autorità Competente in data 23.11.201 “…l’Ente ARPA prescrive, nella sua nota, di indicare
in sede progettuale di dettaglio i quantitativi idrici necessari per il mantenimento delle aree a verde
evitando appunto il ricorso a prelievo da falda.” A tal proposito vale quanto riportato a pag. 79,
p.to 3.3 - f. 8: “ Si realizzerà un sistema di raccolta e stoccaggio delle acque meteoriche
proveniente dalle terrazze in cisterne interrate al di sotto delle aree a parcheggio per
riutilizzarle nell’adacquamento delle aree a verde previste.”
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3.3 - a.6 - PIANO REGIONALE DEI TRASPORTI (PRT)
Con Deliberazione della Giunta Regionale n. 1719 del 06.11.2002 è stato approvato il Piano
Regionale dei Trasporti (PRT), il quale rappresenta il documento programmatico generale della
Regione Puglia rivolto a realizzare sul proprio territorio, in armonia con gli obiettivi del piano
nazionale dei trasporti (PGT) e degli altri documenti programmatici interregionali, un sistema
equilibrato del trasporto delle persone e delle merci conformemente ai piani di assetto territoriale e
di sviluppo socio-economico.
Gli obiettivi posti a base della redazione del PRT della Puglia sono:
•
garantire adeguati livelli di accessibilità all’intero territorio regionale, con valori dei
parametri di misura dell’accessibilità (tempi di accesso, qualità del trasporto, costo del
trasporto) differenziati in relazione alle caratteristiche delle diverse aree territoriali;
•
rendere minimo il costo generalizzato della mobilità mediante interventi, sia di tipo
organizzativo della gestione, sia di potenziamento dei servizi e delle infrastrutture di
trasporto;
•
ottimizzare la salvaguardia dell’ambiente agendo, secondo una linea ormai consolidata, sulla
ripartizione modale della domanda di trasporto passeggeri e merci, ma anche introducendo
una linea di intervento per modificare il parco veicolare finalizzata al progressivo aumento
di veicoli “non inquinanti”;
•
migliorare ed aumentare il livello di sicurezza, operando sulla ripartizione modale, ma anche
sul livello di sicurezza delle infrastrutture stradali;
•
assicurare trasporto di qualità alla domanda debole includendo le aree a bassa densità
insediativa e le persone con ridotte capacità motoria;
•
configurare un assetto del sistema di trasporto che si caratterizzi per elevata affidabilità e
regolarità utilizzando tecnologia da un lato ed incremento di informazione dall’altro;
•
massimizzare l’efficacia funzionale e l’efficienza socio-economica degli investimenti,
mirando cioè ad ottimizzare il risultato di ogni somma di denaro investita nel sistema;
•
rispettare i vincoli imposti da direttive nazionali ed Extra-nazionali, sia di natura finanziaria
che relativi ad esternalità territoriali/ambientali.
In tale ottica il Piano Regionale dei Trasporti della Puglia, tramite la propria struttura, fornisce le
indicazioni relative a:
•
finalità generali del Piano Regionale dei Trasporti;
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•
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rapporto tra il Piano Generale
Generale dei Trasporti (PGT) di livello nazionale e il Piano Regionale
dei Trasporti della Regione Puglia (PRT);
•
quadro normativo di riferimento a livello nazionale e regionale;
•
quadro di riferimento socio – economico della Regione Puglia;
•
quadro di riferimentoo della mobilità regionale;
•
quadro di riferimento dell’offerta regionale di trasporto;
•
proposte per le reti ed i servizi di trasporto collettivo dei passeggeri;
•
proposte per il sistema delle infrastrutture di trasporto regionali.
Il Piano Attuativo 2009-2013
13 del Piano Regionale dei Trasporti (PRT) per le modalità stradale,
ferroviaria, marittima ed aerea prefigura l’assetto infrastrutturale da perseguire nei prossimi anni per
migliorare la mobilità interna, per potenziare i collegamenti del sistema regionale
regional nell’ambito delle
reti nazionali e internazionali e per garantire la competitività del sistema economico pugliese a
partire dai suoi settori trainanti.
Il principale obiettivo del Piano Attuativo PRT 2009-2013
2009 2013 è stato quello di creare una rete stradale
dii interesse regionale capace di garantire accessibilità territoriale e coesione sociale migliorandola
sicurezza stradale e puntando all’integrazione piuttosto che alla competizione con le altre modalità
di trasporto.
La possibilità introdotta dal PRT di includere nella rete di interesse regionale viabilità di rango e
quindi di caratteristiche geometrico-funzionali
geometrico funzionali differenti, è stata pienamente sfruttata nel Piano
Attuativo per creare un sistema di infrastrutture sul quale gestire al meglio i flussi di traffico
coniugando livelli ed esigenze prevalenti della mobilità da servire con le caratteristiche del contesto
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territoriale.
Considerando gli obiettivi e lo scenario progettuale del PRT al 2013 e al 2020, non essendo previsti
interventi infrastrutturali nell’area di intervento come nel resto del territorio del comune di
Copertino, si può assumere che la proposta lottizzazione del comparto 19, non genera contrasti o
incompatibilità col presente Piano.
Considerando gli obiettivi e lo scenario progettuale
progettuale del PRT al 2013 e al 2020, non essendo previsti
interventi infrastrutturali nell’area di intervento come nel resto del territorio del comune di
Copertino, si può assumere che la proposta lottizzazione del comparto 19, non genera contrasti o
incompatibilità
ità col presente Piano.
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3.3 - b - Aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente e sua evoluzione probabile senza
l’attuazione del Piano;
L’area dalla lottizzazione interessa una superficie territoriale di circa 19.129,10 mq ed è
censita catastalmente ai fogli nn. 42 e 64 interessando una serie di particelle per cui si
rimanda al capitolo 3 Stato fisico - giuridico della relazione tecnica allegata.
Dal punto di vista orografico l’area è interamente pianeggiante; sotto l’aspetto ambientale è
caratterizzata dalla presenza di vegetazione a ciclo effimero prevalentemente di tipo ruderale
ed infestante tipica dei coltivi, degli incolti e dei margini stradali avente scarso valore
botanico-vegetazionale che perdurerebbe,
all’interno di un ambito completamente
urbanizzato, in assenza dell’intervento previsto dal PUE.
All’interno dell’area del P.d.L. non è presente alcuna costruzione e pertanto non sono previste
opere di demolizione per attuare le previsioni del Piano.
Il comparto essendo all’interno del centro urbano risulta confinante, lungo tutto il perimetro,
sia a diverse costruzioni, sia alla viabilità esistente rappresentata da via Raffaello Sanzio, da
via Tagliamento e da via Japigia; quest’ultima, a differenza delle prime due, ricade all’interno
del P.d.L. (cfr Fig. 3).
3.3 – c) Caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche delle aree che potrebbero essere
significativamente interessate;
Il Comune di Copertino, appartenente alla Provincia di Lecce, è situato nella parte Occidentale del
Salento e si posiziona al quarto posto della provincia per numero di abitanti. La cittadina è
conosciuta come la Città del Santo dei voli, per aver dato i natali a San Giuseppe da Copertino. Il
territorio del Comune di Copertino si presenta pianeggiante e si estende per 57,76 km2. Il centro
urbano si trova a circa 37 metri sul livello del mare ed è distante circa 17 km dal capoluogo di
provincia (Lecce).
I Comuni confinanti sono i seguenti (la distanza e calcolata in linea d'aria in base al centro urbano):
Arnesano in direzione nord a 7,9 km, Carmiano in direzione nord a 7,9 km, Galatina in direzione
sud a 16,1 km, Lequile in direzione est a 10 km, Leverano in direzione ovest 6,5 km, Monteroni di
Lecce in direzione nord-est a 7,2 km, Nardò in direzione sud a 10,6 km, San Pietro di Lama in
direzione est a 8,9 km.
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3.3 - c.1 Comparto Aria
L’inquinamento atmosferico è un fenomeno generato da qualsiasi modificazione della
composizione dell’aria dovuto all’introduzione nella stessa, di una o più sostanze in quantità e con
caratteristiche tali da ledere o poter costituire un pericolo per la salute umana o per la qualità
dell’ambiente oppure tali da ledere i beni materiali o compromettere gli usi legittimi dell’ambiente.
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Al pari di quasi tutte le Regioni del Sud Italia, la Puglia è priva di consistenti serie storiche sui
livelli di concentrazione di inquinanti in atmosfera. Tale lacuna resta ormai incolmabile e rende
impossibile conoscere quali siano stati gli andamenti degli inquinanti negli ultimi 10-20 anni. Solo
negli ultimi anni è stato istituito un consistente numero di reti di monitoraggio tale da garantire una
copertura sufficiente del territorio; tuttavia è solo dal 2005 che in seguito della redazione del Piano
Regionale di Qualità dell’Aria della Regione Puglia PRQA - (Assessorato all’Ecologia) si è avuta la
messa a regime dell’intera Rete Regionale di Qualità dell’Aria (R.R.Q.A.) e il livello di conoscenza
sullo stato della qualità dell’aria in Puglia può ritenersi sufficiente.
ARPA Puglia realizza il monitoraggio della qualità dell'aria regionale attraverso molteplici e
differenti strumenti. L’asse portante del sistema è rappresentato dalle reti di monitoraggio fisse, che
permettono la rilevazione in continuo degli inquinanti normati dal D.Lgs. 155/2010: PM10, NOx,
O3, Benzene, CO, SO2. Le reti di monitoraggio pubbliche ad oggi gestite da ARPA Puglia sono:
Rete Regionale di Qualità dell’Aria (25 stazioni di monitoraggio), Rete ARPA (8), Rete Comune di
Bari (6), Rete Comune di Barletta (2), Rete Comune di Modugno (1), Rete Comune di Lecce (4),
Rete Provincia di Bari (4), Rete Provincia di Brindisi (2), Rete Provincia di Lecce (4), Rete
Provincia di Taranto (3). Nei territori sprovvisti di reti di monitoraggio, e su richiesta delle
Amministrazioni locali, ARPA conduce campagne di rilevazioni con laboratori mobili aventi la
stessa dotazione strumentale delle stazioni fisse.
Lo stato di qualità dell’aria è descritto in maniera immediata e sintetica da un indicatore, l’IQA
(Indice di Qualità dell’Aria) che associa a ogni sito di monitoraggio un diverso colore, in funzione
delle concentrazioni di inquinanti registrate. Per il calcolo dell’IQA vengono presi in
considerazione gli inquinanti monitorati dalle reti di monitoraggio di qualità dell’aria: PM10
(frazione del particolato con diametro inferiore a 10 µm), NO2 (biossido di azoto), O3 (ozono),
benzene, CO (monossido di carbonio), SO2 (biossido di zolfo).
Per ciascuno degli inquinati l’IQA è calcolato attraverso la formula:
Tanto più il valore dell’IQA è basso, tanto migliore sarà il livello di qualità dell’aria. Un valore pari
a 100 corrisponde al raggiungimento del limite relativo di legge, un valore superiore equivale a un
superamento del limite.
I limiti di legge (D.Lgs. 155/2010) presi a riferimento sono i seguenti:
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La Qualità dell’Aria relativa a ciascun inquinante è suddivisa in 5 classi, da ottima a pessima, in
funzione del valore di IQA misurato. Ad ogni classe è associato un colore differente.
Per riassumere lo stato di qualità dell’aria nei diversi siti di monitoraggio attivi sul territorio
regionale, si attribuisce a ciascuno di essi la classe di qualità dell’aria peggiore (e il relativo colore)
tra quelle rilevate per i singoli inquinanti. È quindi sufficiente che un unico inquinante presenti
livelli di concentrazione elevati per assegnare una classe di qualità negativa alla stazione di
monitoraggio.
La stazione denominata Galatina – Santa Barbara risulta la più vicina (circa 5 km) all’area
interessata dalla proposta lottizzazione. Tale centralina evidenzia un IQA buono ed è contrassegnata
dal colore verde (Fig. 15).
Gli inquinanti misurati sono: PM10, NO2, O3ed SO2, i cui valori monitorati a partire dal 2005 sono
disponibili sul sito di Arpa Puglia (http://www.arpa.puglia.it/web/guest/meta-aria ).
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3.3 - c.2 Uso del Suolo
L’analisi della copertura del suolo è stata effettuata, a partire dall’acquisizione degli shapefile
relativi all’uso del suolo disponibili sul sito dell’Ufficio cartografico della Regione Puglia
(http://www.cartografico.puglia.it/portal), con la successiva verifica mediante sopralluoghi e rilievi
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su campo e infine con la realizzazione della Carta di Uso del Suolo (Fig. 18) con perimetrazioni
aggiornate a Giugno 2014 per l’area interessata dalla “Piano Urbanistico Esecutivo del Comparto
19 e per un’area buffer circostante dello spessore di 500 m.
Lo schema di classificazione utilizzato è il CORINE Land-Cover, le cui classi UdS con relative
incidenze % e copertura in m2 risultano essere 12 (cfr Tabella 4).
Come si può notare dalla Fig. 17la classi più abbondante, con incidenza pari al 68,2% è il tessuto
residenziale continuo, denso più recente e basso, a testimonianza di un’area urbanizzata e interna al
centro abitato del comune di Copertino.
Altre classi rappresentative e in ordine di estensione sono il tessuto residenziale continuo antico e
denso e l’insediamento dei grandi impianti di servizi pubblici e privati rispettivamente con
un’incidenza del 11,9 % e del 6,3 %.
Una classe meno rappresentativa per l’extent considerato ma che interessa il comparto 19, è
rappresentata dalle aree a pascolo naturale, praterie, incolti con un incidenza dello 4,8 %; il
comparto infatti è caratterizzato da incolti con vegetazione ruderale e infestante e da seminativi
abbandonati.
Altre classi con minore estensione sono i vigneti, i seminativi semplici in aree non irrigue, gli
uliveti ed altre classi con incidenza minore al 1%via via maggiormente presenti man mano che ci si
allontana dall’area prettamente urbanizzata.
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3.3- c.3 Caratterizzazione litologica e idrogeomorfologica
La penisola salentina, caratterizzata da una forma assai allungata in direzione appenninica tra i mari
Adriatico e Ionio, costituisce un’unità ben definita rappresentata da un’impalcatura fondamentale di
calcari del Cretaceo e subordinatamente oligocenici che formano i rilievi collinari sui quali si
adagiano lembi di formazioni calcareo-arenacee ed argillo-sabbiose del Neogene e del Pleistocene,
che a loro volta costituiscono le aree topograficamente più depresse. Alla deposizione dei litotipi
del Cretaceo, formati in ambiente di piattaforma, dopo la loro emersione e piegamento si sono
succedute fasi di sedimentazione, susseguenti a temporanee e prolungate trasgressioni,
rappresentate dai depositi dei cicli trasgressivo-regressivi del Miocene e del Pliocene. Nel territorio,
all’ambiente di piattaforma cretacico se ne è sostituito uno neritico e litorale, talora con episodi
sublagunari, che ha permesso la formazione di depositi detritici e detritico-organogeni. I successivi
movimenti di emersione e sommersione, durante i quali si è avuto il colmamento delle depressioni
interposte tra i rilievi rimasti emersi, hanno portato la penisola salentina ad acquisire, già nel
Pleistocene superiore, quando estese aree di sedimentazione venivano colmate, una configurazione
molto simile a quella attuale.
L’area indagata è riportata nel foglio 214 - Tavoletta di Gallipoli della Carta Geologica d’Italia.
La morfologia dell’area risulta sub-pianeggiante, ed è posizionata all’interno di una depressione
alluvionale ad una quota topografica di 33 metri s.l.m.
L’assetto geologico del territorio non si discosta molto da quello riscontrabile in tutta la penisola
salentina: sul basamento carbonatico cretaceo, blandamente piegato e dislocato da faglie, giacciono
in trasgressione i sedimenti delle formazioni terziarie e quaternarie. Tale configurazione
morfostrutturale deriva dagli eventi tettonici e paleogeografici che si sono susseguiti nella penisola
salentina a partire dal Mesozoico; a partire da tale periodo infatti il basamento carbonatico ha subito
numerose emersioni e subsidenze accompagnate da ingressioni marine. Il quadro risultante è dato
dalla presenza di un substrato carbonatico mesozoico su cui giacciono in trasgressione le unita di
più recente deposizione: le calcareniti mioceniche ed i sedimenti calcarenitici, argillosi e sabbiosi
pliocenici e pleistocenici. Nell’area esaminata si rinvengono, dalla più antica alla più recente, le
seguenti formazioni geologiche:
- Calcari di Altamura (Turoniano sup- Maastrichtiano)
- Pietra Leccese e Calcareniti di Andrano (Burdigaliano – Messiniano)
- Calcareniti di Gravina (Pliocene medio – Pleistocene inf.)
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- Argille Subappennine (Pleistocene inf.)
- Depositi Marini Terrazzati (Pleistocene medio e sup).
Di seguito si riporta una sintetica descrizione delle principali caratteristiche delle summenzionate
formazioni:
Calcari di Altamura: generalmente tale formazione è rappresentata da un'irregolare alternanza di
litotipi calcarei, calcareo-dolomitici e dolomitico-calcarei di colore dal biancastro all'avana, con
subordinate dolomie grigio scure. L'origine dei calcari è biochimica, mentre risulta probabilmente
secondaria per le dolomie.
Dal punto di vista geochimico tali rocce sono costituite quasi esclusivamente dai carbonati calcite e
dolomite, che da soli superano il 99% del totale, in un rapporto che ne determina la classificazione
(da calcare a dolomia con tutti i termini intermedi).
Assai raramente la roccia si presenta massiccia: la stratificazione, sempre ben evidente con strati di
potenza di ordine decimetrico o metrico, associata alla fratturazione, localmente anche intensa,
origina una rete di fessure che conferisce alla formazione in parola una permeabilità medio alta, alla
scala dell'ammasso. Su questa influisce anche la diffusione dei fenomeni carsici, più o meno
sviluppati lungo particolari orizzonti, interessati di volta in volta dalla circolazione idrica a seconda
delle variazioni del livello della falda in essi contenuta, dipendente a sua volta dalle oscillazioni del
livello del mare. I fenomeni di dissoluzione carsica talora sono assai spinti e determinano nel
sottosuolo la presenza di vere e proprie cavità, comunicanti tra loro e talvolta anche con la
superficie (vore).Queste cavità possono presentarsi in parte o quasi del tutto riempite da terreni
residuali (terre rosse). Le terre rosse hanno granulometria di tipo siltoso argilloso e composizione
mineralogica costituita da abbondanti idrossidi di Fe e Al , parzialmente cristallini e minerali
argillosi (illite e caolinite), e da subordinati quarzo, feldaspati, miche, pirosseni, apatite rutilo e
zirconi, a cui corrisponde una composizione chimica rappresentata da SiO2, Al2O3, Fe2O3, H2O,
ed anche TiO2, P2O5, CaO, MgO ed Na2O. Questi caratteri chimici e mineralogici sono
confrontabili con quelli dei residui insolubili dei calcari.
Pietra Leccese e Calcareniti di Andrano: gli affioramenti sono limitati alla fascia compresa tra i
comuni di Nardo e Copertino ma la presenza nel sottosuolo e molto più ampia; anche lo spessore,
che in affioramento non supera i 50 m e in realtà ben più elevato, con valori intorno ai 300 m.
Poggia in trasgressione sui Calcari di Altamura ed è costituita da calcareniti fini e calcilutiti, con
abbondanti microfaune planctoniche. La base è contrassegnata da un conglomerato con ciottoli
calcarei e, in corrispondenza di depressioni morfotettoniche presedimentarie, anche da depositi
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continentali argillosi grigio-giallastri o nerastri con livelli di lignite. La giacitura in banchi e la
clinostratificazione a basso angolo, fanno ritenere che, probabilmente, questi sedimenti si siano
accumulati in ambienti compresi tra la spiaggia sommersa e la piattaforma aperta.
Calcareniti di Gravina: possono risultare trasgressivi sulle unita mioceniche o su quelle cretacee.
Da un punto di vista litologico si tratta principalmente di biocalcareniti e biocalciruditi in grossi
banchi con intercalazioni calcilutitiche e inoltre di biospariti costituiti essenzialmente da frammenti
fossili con piccole percentuali di granuli di quarzo e feldspati; il cemento e di tipo sparitico. Le
Calcareniti di Gravina manifestano colore bianco-giallognolo, presentano un buon grado di
omogeneità e granulometria variabile da medio-fine a medio-grossolana. Laddove la percentuale di
argilla cresce le rocce si presentano scarsamente cementate.
Argille subappennine: questa unità non affiora nell'area oggetto della lottizzazione per le coperture
trasgressive dei sedimenti del Pleistocene medio-superiore. Dati di perforazione indicano spessori
anche superiori ai 200 metri, ma normalmente sono molto più contenuti. Generalmente sono
costituite da due distinti termini, argille spesso marnose nella parte inferiore al contatto con le
sottostanti calcareniti pliopleistoceniche e limi argillosi più o meno sabbiosi nella parte alta, al
contatto con le unita superiori.
Depositi marini terrazzati: sono rappresentati da numerose unità litostratigrafiche riferibili a distinte
fasi sedimentarie verificatesi in tempi medio e supra pleistocenici. Si tratta quindi di più unita
formazionali, di esiguo spessore (da qualche metro sino ad una quindicina di metri) in giacitura
suborizzontale, che poggiano in trasgressione su distinte superfici di abrasione poste a quote diverse
e incise, a seconda dei luoghi, sia nelle formazioni precedenti che negli stessi depositi terrazzati. Il
contatto trasgressivo e spesso evidenziato da un orizzonte di terra rossa o di conglomerato, in alcuni
casi i depositi presentano la tipica morfologia e/o giacitura dei cordoni litorali e/o dunali, sicuri
indicatori di antiche linee di costa (tratto di costa tra Porto Cesareo e Punta Prosciutto).
Studi condotti nei dintorni di Copertino (LE), da parte del Dip. di Scienze dei Materiali,
Osservatorio di Chimica, Fisica e Geologia Ambientali dell’Università del Salento – dott. Stefano
Margiotta e dal Dip. di Geologia e Geofisica dell’Università degli Studi di Bari – Prof. Giustino
Ricchetti, hanno permesso di accertare su basi stratigrafica e paleontologica che gran parte dei
lembi attribuiti nella cartografia geologica del F. 214 – Gallipoli alle formazioni mioceniche della
Pietra leccese e delle Calcareniti di Andrano appartengono alle unita oligomioceniche della
Formazione di Galatone e della Formazione di Lecce, di recente introduzione nella nomenclatura
stratigrafica del territorio salentino. I risultati di questa ricerca avvalorano il quadro stratigrafico del
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passaggio Paleogene-Neogene
Neogene recentemente proposto per l'area di Lecce (Bossio et all., 19991999
ARGIOTTA, 2000). Infatti, i dati acquisiti mettono in evidenza che nell'area studiata tra la Pietra
leccese ed il Calcare di Altamura sono interposte due unità di età oligocenica superiore miocenica.
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gradino, a testimonianza delle successive fasi di regressione marina. Il territorio, fatta eccezione per
alcune aree, è fondamentalmente pietroso, composto da strati rocciosi e banchi calcarei.
Dal punto di vista idrologico, considerata la natura permeabile delle formazioni geologiche
affioranti e le modeste pendenze non si riscontrano nel territorio del Comune di Copertino elementi
idrologici superficiali rilevanti tali da instaurare un reticolo idrografico perenne; limitandosi gli
stessi ad alcune lievi incisioni, spesso non ben definite e attive solo in occasione di eventi meteorici
significativi. Anche il Canale Asso, che rappresenta il sistema idrografico principale del territorio,
sarebbe completamente asciutto per buona parte dell’anno se non fosse per le impermeabilizzazioni
dell’alveo e soprattutto, per le immissioni dei reflui depurati. Tuttavia le morfologie modellate dal
ruscellamento in forma concentrata delle acque meteoriche sono ben evidenti: lungo il tratto
costiero e nell’immediato entroterra ad esempio, sono presenti linee di deflusso superficiale, che si
trasformano in veri e propri solchi erosivi anche molto profondi (S. Caterina, S. Maria al Bagno) in
corrispondenza delle aree più acclivi e dei terrazzi. Raramente comunque le acque meteoriche
recapitano in mare: principalmente le linee di deflusso terminano bruscamente in corrispondenza di
aree depresse di impaludamento occasionale, spesso associate a inghiottitoi carsici.
Nel territorio esaminato possono distinguersi due diverse falde acquifere sotterranee:
1. una falda superficiale contenuta nelle unita sabbioso limose della formazione dei Depositi Marini
Terrazzati;
2. una falda profonda, contenuta normalmente nella formazione cretacea (Calcari di Altamura) e
sostenuta alla base dall’acqua marina d’invasione.
La falda superficiale si rinviene nei depositi sabbiosi e calcarenitici quaternari (Depositi
MariniTerrazzati), il substrato è costituito dalle argille marnose calabriane (Argille Subappennine).
La falda profonda, ben più cospicua, si rinviene contenuto nell'ammasso carbonatico cretaceo, a
quote che generalmente sono superiori di 1÷2,5 m al livello medio marino. Generalmente la
circolazione avviene “a pelo libero” ma localmente la falda può essere costretta in pressione dalla
presenza di rocce impermeabili (Pietra Leccese) che si spingono a profondità superiori a quelle di
attestamento del livello piezometrico.
Gestione delle risorse idriche
L’impianto di approvvigionamento idrico del Comune di Copertino (Fig. 20) è stato realizzato a
partire dagli anni ‘20-‘30 dall’Acquedotto Pugliese con la costruzione della condotta principale; le
opere sono proseguite negli anni successivi fino agli anni ’80 ed a partire da tale data, i successivi
lavori sono stati realizzati direttamente dal Comune in base alle esigenze della popolazione.
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L’acqua trasportata proviene dal Fiume Pertusillo e da alcuni pozzi appositamente realizzati
dall’ente gestore della rete. Attualmente quasi tutto l’intero centro abitato è servito dalla rete idrica
e per il suo completamento sono previste opere di ampliamento da parte del Comune.
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3.3 - c.4 Sistema Paesaggio e beni culturali
Situato nel Salento occidentale, Copertino è il quarto centro per popolazione della Provincia (dopo
Lecce, Nardò e Galatina) ed è conosciuta come la Città del Santo dei Voli per aver dato i natali a
San Giuseppe da Copertino.
Il territorio comunale di Copertino si estende per 57,76 km² nella parte nord-occidentale della
provincia e presenta una morfologia pianeggiante. Il centro urbano è posizionato a circa 37 m s.l.m.
e dista 17 km in direzione sud-ovest dal capoluogo salentino. Il territorio comunale confina a nord
con i comuni di Arnesano e Monteroni di Lecce, a est con i comuni di San Pietro in Lama e Lequile,
a sud con i comuni di Galatina e Nardò, a ovest con il comune di Leverano.
Copertino, con i suoi 24.452 abitanti (al 1° gennaio 2010), di cui 11.820 maschi e 12.632 femmine,
risulta la quarta città per dimensione demografica della provincia dopo Lecce, Nardò e Galatina.
Copertino, a differenza di Lecce, Nardò e Galatina, non ha frazioni, pertanto la popolazione è
concentrata in città. La densità demografica è superiore alla media provinciale e alla media
regionale.
Il comune di Copertino è situato in una vasta pianura lievemente ondulata che si estende a SudOvest di Lecce e nel recente passato in assoluto era prevalente l'economia agricola di tipo
tradizionale, centrata sulla coltivazione dell'ulivo, della vite, dei cereali e del tabacco. Sul territorio
infatti, sono presenti diversi frantoi, stabilimenti vinicoli, mulini e fabbriche per la lavorazione del
tabacco. Gli estesi vigneti che circondano la città di Copertino non caratterizzano solo dal punto di
vista paesaggistico questo territorio, ma rappresentano uno dei punti di forza dell'economia locale.
Il Comparto 19, oggetto della proposta lottizzazione, si estende all’interno del centro abitato, con un
assetto morfologico decisamente pianeggiante e risulta essere circondato da costruzioni civili e da
una viabilità abbastanza articolata come si può notare dalla documentazione fotografica. Nell’area
di intervento non vi è la presenza di specie vegetali afferenti a vegetazioni naturali o seminaturali di
particolare valenza e non vi sono componenti vegetazionali di riconosciuto valore scientifico o
rilevante importanza ecologica e/o economica per il territorio.
Nelle vicinanze del Comparto 19, in direzione nord vi è il Castello di Copertino: struttura sorta in
epoca normanna-sveva che venne ampliata e ingentilita dagli Angioini. L'imponente
strutturamilitare che appare ai nostri occhi fu realizzata nel 1540 secondo il progetto dell'architetto
militare Evangelista Menga (cfr foto n. 7 e n. 9 della documentazione fotografica). Il castello, si
sviluppa attorno ad un cortile di forma quadrata, ed ha nei quattro angoli altrettanti bastioni a lancia.
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La struttura possiede la classica forma a stella delle fortificazioni del XVI secolo, sebbene il nucleo
più antico dovrebbe risalire al XIII-XIV secolo, in epoca normanna. A tale nucleo dovrebbe risalire
il torrione di forma quadrangolare alto e svettante simile, per forma, al torrione del castello di
Lecce.
Ancora oggi il mastio è circondato da un fossato lungo tutto il suo perimetro. Al castello si accede
attualmente tramite un ponte in pietra, inesistente nel periodo in cui il castello aveva ancora
funzione difensiva. Nel cortile interno corrono enormi gallerie di collegamento ai bastioni, per
meglio esser difeso in caso di attacchi. Sulla sinistra sorge il porticato Pinelli-Pignatelli. Sulla destra
è presente la cappella di San Marco, interamente affrescata dal pittore manierista Gianserio
Strafella. All’interno, negli ambienti residenziali cinquecenteschi, è presente la cappella gentilizia
dedicata a Santa Maria Maddalena, con affreschi del Quattrocento, rinvenuta durante i lavori di
restauro. Nel 1886 il castello fu dichiarato monumento nazionale e nel 1955 sottoposto alle norme
di tutela.
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3.3 – c.5 Documentazione fotografica
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3.3 - c.6 Biodiversità e Aree naturali protette
Con la Legge Regionale 24 Luglio 1997 n. 19, la Regione Puglia ha adeguato la propria legislazione
alle norme ed ai principi della Legge Quadro 394/91 (Legge Quadro sulle Aree Naturali Protette).
Essa, secondo quanto riportato nell’articolo 2, classifica le aree naturali protette in:
1. I parchi nazionali sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono uno
o più ecosistemi intatti o anche parzialmente alterati da interventi antropici, una o più formazioni
fisiche, geologiche, geomorfologiche, biologiche, di rilievo internazionale o nazionale per valori
naturalistici, scientifici, estetici, culturali, educativi e ricreativi tali da richiedere l'intervento dello
2. I parchi naturali regionali sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali ed eventualmente da
tratti di mare prospicienti la costa, di valore naturalistico e ambientale, che costituiscono,
nell'ambito di una o più regioni limitrofe, un sistema omogeneo individuato dagli assetti naturali
dei luoghi, dai valori paesaggistici ed artistici e dalle tradizioni culturali delle popolazioni locali.
3. Le riserve naturali sono costituite da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono una
o più specie naturalisticamente rilevanti della flora e della fauna, ovvero presentino uno o più
ecosistemi importanti per le diversità biologiche o per la conservazione delle risorse genetiche. Le
riserve naturali possono essere statali o regionali in base alla rilevanza degli interessi in esse
rappresentati.
A queste aree si aggiungono quelle proposte all’interno della Rete NATURA 2000, una rete
ecologica diffusa su tutto il territorio dell'Unione europea, istituita per garantire il mantenimento a
lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciate o rare a livello
comunitario. Le aree che compongono la Rete Natura 2000 sono le Zone a Protezione Speciale
(ZPS) individuate dalla Direttiva Uccelli 79/409/CEE che mirano alla conservazione delle specie di
uccelli minacciati dall’estinzione viventi naturalmente allo stato selvatico nel territorio dell’Unione
Europea e le Zone a Speciale Conservazione (ZSC) e i Siti di Importanza Comunitaria (SIC)
individuati dalla Direttiva Habitat 92/43/CEE miranti invece a salvaguardare la biodiversità
mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche nel
territorio europeo degli Stati membri.
L’area del progetto non è interessata al suo interno come nelle immediate vicinanze da presenza di
aree naturali protette (cfr Fig. 23).
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3.3 – d) Qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al Piano, ivi compresi in particolare,
quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, culturale e paesaggistica, quali le
zone designate come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e
quelli classificati come siti d’importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e
della flora e della fauna selvatica, nonché i territori con produzioni agricole di particolare
qualità e tipicità, di cui all’art. 21 del D. Lgs. 18.5.201 n. 228;
L’area appare del tutto priva di peculiarità ambientali da tutelare e salvaguardare ovvero di
elementi strutturanti; pertanto la lottizzazione proposta anche se comporterà una
trasformazione fisica ed un diverso utilizzo del territorio, non interferirà con le peculiarità
ambientali comunque presenti nel territorio circostante e non già all'interno della specifica
area d'intervento.
3.3 – e) Obiettivi di protezione ambientali stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli
Stati Membri, pertinenti al Piano, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto
conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale;
Con la Legge Regionale 24 Luglio 1997 n. 19, la Regione Puglia ha adeguato la propria
legislazione alle norme ed ai principi della Legge Quadro 394/91 (Legge Quadro sulle Aree
Naturali Protette).
Essa, secondo quanto riportato nell’articolo 2, classifica le aree naturali protette in:
1. I parchi nazionali;
2. I parchi naturali regionali;
3. Le riserve naturali.
A queste aree si aggiungono quelle che compongono la Rete Natura 2000 sono le Zone a
Protezione Speciale (ZPS) individuate dalla Direttiva Uccelli 79/409/CEE , le Zone a Speciale
Conservazione (ZSC) e i Siti di Importanza Comunitaria (SIC)individuati dalla Direttiva Habitat
92/43/CEE.
L’area del progetto non è interessata al suo interno come nelle immediate vicinanze da
presenza di aree naturali protette.
3.3 – f) Possibili impatti significativi sull’ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la
popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l’acqua, l’aria, i fattori climatici, i
beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e
l’interrelazione tra i suddetti fattori. Devono essere considerati tutti gli impatti significativi,
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compresi quelli secondari, cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine, permanenti e
temporanei, positivi e negativi;
Per impatto ambientale la vigente normativa intende “[…] l'insieme degli effetti, diretti e indiretti,
a breve e a lungo termine, permanenti e temporanei, singoli e cumulativi, positivi e negativi che
piani e programmi di intervento e progetti di opere o interventi, pubblici e privati, hanno
sull'ambiente inteso come insieme complesso di sistemi umani e naturali” (art. 2, comma 1, lett. a,
Legge Regionale 12 aprile 2001, n. 11 “Norme sulla valutazione dell'impatto ambientale”).
La stessa legge regionale prevede che uno studio di impatto ambientale contenga “la descrizione e
la valutazione degli impatti ambientali significativi positivi e negativi nelle fasi di attuazione, di
gestione, di eventuale dismissione delle opere e degli interventi …”.
Sono stati analizzati i fattori di impatto che interesseranno le diverse matrici/comparti ambientali
nelle due diverse fasi di realizzazione delle opere progettuali, la fase di cantiere e la fase di
esercizio. Non viene considerata la fase di dismissione dell’opera in quanto, considerando il suo
valore primario e strategico, non se ne ravvede la concreta possibilità.
La fase di cantiere comprende tutte le azioni connesse, direttamente ed indirettamente con la
realizzazione della struttura direzionale e residenziale; l’intera area sarà opportunamente recintata e
verranno erette strutture destinate a funzioni di diverso tipo: spogliatoi, servizi igienici, etc.. Ciò
comporterà l’arrivo in cantiere di autocarri, materiali di diverso tipo e macchinari. I materiali di
costruzione verranno temporaneamente accumulati in loco;
La fase di cantiere terminerà con la dismissione dello stesso e la consegna delle opere effettuate.
In fase di esercizio, invece, sono da considerarsi tutte le attività connesse essenzialmente alla
fruizione e utilizzo delle strutture insediate nella lottizzazione.
Le suddette azioni del piano di lottizzazione, classificate in base alle fasi a cui esse appartengono,
sono sintetizzate nella tabella seguente.
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3.3 - f .1 Metodologia di riferimento
Per la valutazione degli impatti ambientali del Piano di lottizzazione convenzionato del Comparto19
è stato messo a punto uno specifico schema analitico e metodologico capace di mettere in luce come
le azioni previste possano ragionevolmente interagire con i comparti/matrici ambientali e generare
degli effetti positivi o negativi sugli stessi.
In particolare, individuati i potenziali impatti si è proceduto alla loro caratterizzazione su di una
scala quali-quantitativa in base a parametri qualitativi (segno, entità, durata, frequenza,
reversibilità/irreversibilità) e associando poi ad ogni parametro un valore numerico sulla scorta delle
indicazioni dell’allegato I del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. - “Criteri per la verifica di
assoggettabilità (a VAS) di piani e programmi di cui all'articolo 12”.
Per ogni impatto generato dalle azioni del Piano la valutazione è stata condotta considerando i
seguenti parametri:
•
il SEGNO qui distinto in Positivo (+) nel caso di un beneficio o Negativo (-) nel caso di un
danno;
•
l’ENTITÀ ossia l’estensione spaziale dell’impatto qui distinta in Bassa, Media ed Alta;
•
la DURATA temporale, qui distinta in Breve se è dell’ordine di grandezza della fase di
cantiere o minore di essa; Lunga se superiore a tale fase;
•
la REVERSIBILITÀ o l’IRREVERSIBILITÀ (R-IR) di un impatto legate al possibile
ripristino delle strutture e processi ecologici post impatto: nel caso di impatti reversibili,
eliminata la pressione generatrice dell’impatto, si ripristinano le condizioni ex ante in
periodi medio brevi; nel caso di impatti irreversibili invece, eliminate le pressioni, strutture e
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processi risultano pesantemente compromessi e lo stato ambientale ex ante non può più
sussistere.
È stato altresì valutato il CARATTERE CUMULATIVO degli impatti, ossia comparti/matrici
ambientali
interessate da molteplici fattori di impatto.
La metodologia invece non considera la NATURA TRANSFRONTALIERA degli impatti in
quanto ragionevolmente non applicabile alla scala spaziale di analisi progettuale.
Dalla combinazione dei parametri entità, durata e reversibilità/irreversibilità, scaturisce la
SIGNIFICATIVITÀ o valore dell’impatto:
S = E * D * (R/IR)
dove
S = Significatività
E = Entità (Bassa=1; Media=2; Alta=3)
D = Durata (Breve=1, Lunga=2)
R/IR= Reversibilità/Irreversibilità (R=1; IR=2)
Le matrici/comparti ambientali coinvolte avendo un numero differente di componenti e recettori
sensibili agli impatti e quindi un diverso grado di importanza per la collettività, sono state
differenziate sulla base delle seguenti caratteristiche:
- quantità presente nel territorio circostante (risorsa Comune/Rara);
- capacità di rigenerazione(risorsa Rinnovabile/Non Rinnovabile);
- rilevanza rispetto alle altre componenti ambientali (risorsa Strategica/Non Strategica).
3.3 - f.2 Individuazione dei fattori d’impatto e caratterizzazione quali/quantitativa
Per individuare, analizzare e valutare i potenziali impatti secondo le loro caratteristiche e
significatività sono state realizzate 2 tabelle per la caratterizzazione quali/quantitativa degli impatti:
la Tabella 6 relativamente la fase di cantiere e la Tabella 7 per la fase di esercizio; la loro
cumulabilità laddove presente è evidenziata in entrambe le tabelle.
Gli impatti negativi più significativi, sono dovuti principalmente alla fase di Cantiere e per la
maggior parte sono impatti reversibili e tendono ad annullarsi con il termine delle azioni di cantiere.
Rimandando alle suddette tabelle per una più accurata e globale valutazione degli impatti, si
descrivono di seguito le motivazioni di massima che hanno permesso, adottando la metodologia
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descritta in precedenza, di qualificare e quantificare i differenti impatti in relazione alle diverse
matrici/comparti ambientali.
1) Matrice ARIA (M1): l’aria è da ritenersi una risorsa comune e rinnovabile. Considerata inoltre
la sua influenza su altri fattori come la salute umana e delle specie vegetali ed animali, essa va
considerata anche come una risorsa strategica.
Il trasporto e la movimentazione di materiali (materiale di scavo per la realizzazione delle
fondamenta e delle strutture) determinerà produzione di polveri nell’aria. Si ritiene tuttavia che ciò
possa avvenire entro limiti tollerabili (bassa entità) e, dal punto di vista temporale, con breve durata
in quanto legata alla sola fase di realizzazione delle strutture previste dal piano di lottizzazione.
L’uso di combustibili fossili sia da parte degli automezzi che dei vari macchinari comporterà
l’emissione di gas inquinanti (nocivi per l’atmosfera) che interesseranno inevitabilmente il territorio
circostante. Tuttavia, data la vastità della zona e la scarsa concentrazione di macchinari e automezzi
che producono gas inquinanti, si ritiene di bassa entità e reversibile l’impatto di tale fattore
sull’ambiente circostante. L’impatto risulta anche in questo caso di breve durata per quanto già
detto relativamente alla movimentazione dei materiali.
2) Matrice ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE (M2): nell’area di intervento non vi è
presenza di acqua superficiale ma solo della falda sotterranea; le acque sono una risorsa comune e
rinnovabile; data la loro influenza sull’agricoltura locale e sulle specie animali, sono anche una
risorsa strategica.
La tipologia delle lavorazioni e la loro modesta durata temporale, non prevedendo peraltro opere di
emungimento dalla falda sotterranea, permettono di considerare l’eventuale impatto su tale
componente di entità alquanto trascurabile.
3) Matrice SUOLO (M3): il suolo è una risorsa comune. La quantità di suolo non è rinnovabile, in
quanto una volta occupata una sua parte, questa non risulta più accessibile per altri fini. Tale risorsa
è strategica in quanto legata allo sviluppo di potenziali attività agricole o per l’espansione di habitat
naturali.
La realizzazione delle opere previste dalla lottizzazione del Comparto 19 determineranno
l’occupazione e un limitato consumo di suolo interno al centro abitato e già destinato all’espansione
urbana dal vigente strumento urbanistico. Considerata l’estensione di tale area pari a circa 1,9 Ha e
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contemporaneamente i vantaggi legati al completamento dell’urbanizzazione di codesta area,
l’impatto a carico della matrice suolo risulta di bassa entità, ma di carattere irreversibile.
4) Matrice FLORA E FAUNA (M4): è una risorsa comune e rinnovabile data la sua presenza
generalizzata nell’area di interesse del progetto a prevalente vocazione infrastrutturale; non
strategica, in quanto rappresentata da specie ubiquitarie inserite in un paesaggio urbano e
caratterizzato elementi infrastrutturali quali la rete stradale, il centro abitato, etc..
Gli interventi progettuali comporteranno l’asportazione o il danneggiamento (ad esempio per
l’immissione di polvere o per lo sbancamento del terreno) di vegetazione esistente. Nel caso in
esame, però, la flora esistente è solo caratterizzata da specie erbacee ruderali e ubiquitarie; per tale
ragione l’impatto negativo sulla tale matrice può considerarsi di bassa entità e sostanzialmente non
significativo. Per gli aspetti faunistici, considerata la scarsa presenza di specie sensibili negli
ambienti urbani, gli impatti possono considerarsi del tutto trascurabili.
5) Matrice PAESAGGIO E BENI CULTURALI (M5): il tipo di paesaggio dell’area in questione
ha caratteristiche riscontrabili facilmente nel territorio, per cui è da ritenersi una componente
ambientale comune. È una componente non facilmente rinnovabile se subisce delle alterazioni
(inserimento di strutture non coerenti al paesaggio di riferimento, etc.). Non sono state riscontrate
influenze su altre componenti ambientali, quindi è una componente non strategica.
Il Piano di lottizzazione del Comparto 19, prevedendo la realizzazione di strutture direzionali e
residenziali, non influenzerà il paesaggio di riferimento che risulta essere contraddistinto da un
contesto urbano, una fitta rete stradale e da altre rilevanti strutture antropiche. L’impatto quindi,
sarà di bassa entità anche se irreversibile in quanto legato alla vita utile dell’opere progettuali.
6) Matrice SALUTE UMANA (M6): considerando la popolazione umana come unica entità, è
possibile ritenere tale matrice comune e non rinnovabile. Eventuali danni alla salute umana
provocano sicuramente influenze su altre componenti, perciò la salute della popolazione è
considerata, da questo punto di vista, strategica.
La produzione di polveri sottili e gas di scarico e l’inquinamento che da essi deriva può avere un
erto impatto negativo su coloro che partecipano attivamente alla realizzazione dell’opera. Tuttavia,
poiché le opere previste dal Piano di Lottizzazione verranno eseguite in spazi aperti, si ritiene
l’impatto negativo su tale componente poco significativo e limitato alla sola fase di cantiere.
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7) Matrice CLIMA ACUSTICO e VIBRAZIONI (M7): la zona è caratterizzata dalla presenza di
fattori umani in quanto è collocata in un paesaggio urbanizzato; ne deriva che la soglia del livello
acustico è sostanzialmente alto, pertanto tale componente ambientale è considerata comune e
facilmente rinnovabile. D’altra parte, data l’influenza del contesto rumoroso, si considera come
componente non strategica.
L’esistenza del cantiere con presenza di mezzi pesanti e macchinari potrà comportare una minima
variazione del livello di rumore della zona e produzione di vibrazioni. Considerando tuttavia
l’estensione limitata dell’area di lavoro si considera l’impatto su tale componente ambientale di
bassa entità e breve durata pertanto non significativa.
8) Matrice INFRASTRUTTURA (M8): la lottizzazione proposta,conseguendo il completamento
infrastrutturale di una parte del territorio comunale, risponde al contempo sia ai diritti edificatori
della proprietà privata attraverso la previsione di unità residenziali, sia ad una maggiore
disponibilità insediativa di strutture direzionali prevedendo altresì uno snellimento dei flussi di
traffico in determinate aree cittadine.
L’entità di tale impatto positivo è media e di lunga durata; ne consegue una cospicua significatività.
9) Matrice MERCATO DEL LAVORO/ECONOMIA LOCALE (M9): è una componente
comune ma non facilmente rinnovabile. Inoltre è strategica perché ha importanti effetti sulla vita
economica della popolazione residente.
Il Piano di lottizzazione proposto è anche occasione per incrementare l’occupazione (soprattutto
nella fase di esercizio). L’impatto positivo sul mercato del lavoro può considerarsi di lieve entità e
di lunga durata.
10) Matrice RIFIUTI (M11): è una componente comune e rinnovabile data la sua produzione
continua e generalizzata; inoltre la sua gestione può essere considerata strategica alla luce della
odierna problematica della riduzione e recupero dei rifiuti.
Le azioni previste nella fase di cantiere produrranno un certo quantitativo di rifiuti speciali che
dovranno essere prima accantonanti e successivamente smaltiti presso idoneo centro di recupero o
di smaltimento; la maggior parte dei potenziali rifiuti in fase di cantiere sarà costituita
prevalentemente da terre e rocce da scavo che saranno recuperate previo implementazione di idoneo
Piano di utilizzo, in fase di esercizio da tutti quei rifiuti assimilabili ai solidi urbani che verranno
correttamente smaltiti come previsto dalla normativa di settore. Per le ragioni su esposte si ritiene la
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produzione di rifiuti un impatto negativo di media entità, lunga durata
durata e irreversibile.
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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS) – PUE Comparto 19 del PGR di Copertino - LE -
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3.3 - f. 3
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Misure di Mitigazione e azioni di Compensazione
In considerazione agli impatti potenziali determinati dal proposto Piano di Lottizzazione
convenzionato del Comparto 19, che interessano le varie matrici/comparti ambientali e comportano
rischi verso la salute umana, saranno adottate, in sede di progettazione esecutiva e in sede di
realizzazione lavori sia misure di mitigazione,ossia attività capaci di minimizzare, correggere e
ridurre gli effetti di un danno ambientale, sia azioni di compensazione ossia azioni volte a
compensare l’eventuale impatto, per cui è impossibile porre in essere misure di mitigazione, con un
“beneficio” per l’ambiente e la collettività in un luogo diverso o in un secondo momento.
Considerando i vari comparti/matrici ambientali e i relativi fattori di impatto, ci si propone di
adottare le seguenti misure di mitigazione e/o di compensazione:
Per la componente Aria gli impatti negativi riguardano la sola fase di cantiere dell’opera. Per
quanto concerne le emissioni di polveri dovute alle fasi di scavo, costruzione e al passaggio dei
mezzi di cantiere le mitigazioni proposte per l'abbattimento delle polveri, riguardano:
- la periodica bagnatura delle piste di cantiere e dei cumuli di materiali in deposito durante le fasi di
lavorazione al fine di limitare il sollevamento delle polveri e la conseguente diffusione in atmosfera;
- la copertura dei mezzi adibiti al trasporto dei materiali polverulenti sia in carico che a vuoto
mediante teloni;
- il lavaggio e lo spazzamento a umido delle strade adiacenti al cantiere e dei primi tratti di viabilità
pubblica in uscita da dette aree.
Per quanto riguarda le emissioni di gas di scarico dovute alla viabilità su gomma dei mezzi di
cantiere le mitigazioni possibili riguardano il preferenziale uso di mezzi alimentati a GPL, Metano e
rientranti nella normativa sugli scarichi prevista dall’Unione Europea (Euro III e Euro IV). Si
evidenzia come tutti gli impatti prodotti sulla componente in argomento, sono esclusivamente
riguardanti la fase di cantiere e quindi reversibili in tempi brevi, al termine della realizzazione
dell’opera.
Per la componente Acque superficiali e sotterranee, la realizzazione degli interventi non
comporterà impatti rilevanti e pertanto non sono state previste specifiche misure di mitigazione.
In sede di progettazione esecutiva comunque saranno realizzate le opere necessarie ad assicurare un
regolare deflusso delle acque meteoriche atteso che l'area di intervento ricade ali' interno di una
pianura alluvionale.
Per la componente Suolo le misure di mitigazione da adottare sono le seguenti:
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- l’utilizzo esclusivo da parte dei mezzi di cantiere della viabilità esistente evitando di aprire nuove
piste;
- la realizzazione delle opere complementari (piste di accesso e depositi temporanei di materiale
interni al lotto di interesse, etc.) sarà limitata al minimo indispensabile al fine di non provocare una
“estensione” degli impatti sulle aree attigue a quelle direttamente interessate dall’intervento;
- Saranno limitati al minimo indispensabile gli scavi necessari per la realizzazione di cantine e
seminterrati nonché i movimenti di terra (sbancamenti, sterri, riporti) necessari per l'attuazione della
lottizzazione al fine di non modificare in maniera significativa l'attuale assetto geomorfologico
d'insieme e conservare nel contempo l'assetto idrogeologico complessivo delle aree oggetto
d'intervento;
- le opere complementari saranno rimosse completamente a fine intervento con totale ripristino
dello stato dei luoghi;
- la pulizia totale dell’area con raccolta e trasporto a discarica di tutti i rifiuti prodotti dalle
lavorazione eseguite in cantiere secondo le previsioni dettate dalla Parte IV del D.Lgs. 152/2006 e
s.m.i.;
- il riutilizzo del terreno vegetale, scavato ed accantonato, per la rimodellazione delle superfici con
opportuni raccordi al disegno morfologico della zona trattandosi di un’area caratterizzata da una
piana alluvionale e leggermente depressa rispetto al piano stradale.
L’eventuale materiale di scavo non utilizzato in situ e che non rientra nella definizione di rifiuto,
dovrà essere riutilizzato previo redazione di apposito piano di utilizzo delle Terre e rocce da scavo
ai sensi del D.M. 161/2012;
- la ricostruzione del manto superficiale erboso con eventuale semina e/o impianto di essenze
erbacee, arbustive ed arboree autoctone nell’area circostante il centro edificato;
•
Per la componente Flora e Fauna, la lottizzazione non comporterà impatti rilevanti non
interessando vegetazioni naturali o seminaturali di pregio; ciò nonostante, al fine di
riqualificare da un punto di vista paesaggistico e ambientale le aree a verde, si
impianteranno specie arbustive autoctone afferenti alla vegetazione della macchia
mediterranea.
Considerato lo stato e le caratteristiche del comparto biotico di riferimento si può ritenere la
fauna presente (avifauna, rettili e piccoli mammiferi) già abituata alla presenza dell’uomo
centro urbano) e quindi si può escludere ragionevolmente un effetto barriera.
•
Relativamente la matrice Paesaggio l’intervento in progetto non varierà i livelli di qualità
paesistica complessiva perché, come detto più volte, il contesto di riferimento è quello
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urbano. Il Piano di lottizzazione proposto, al contrario andrà a completare il comparto 19 in
termini di espansione urbana e di infrastrutture osservando le indicazioni della Legge
Regionale n. 13 del 2008 Norme per l’abitare sostenibile e successivo aggiornamento del
04/04/2013 in merito alle potenzialità e opportunità che i suoi indirizzi attuativi offrono per
realizzare edilizia di qualità e a basso impatto ambientale.
Saranno messe a dimora essenze arboree e/o arbustive della flora locale da posizionarsi
prevalentemente a ridosso delle volumetrie di progetto nelle aree a verde, sia al fine di
consentire lo sviluppo e/o la ricostituzione del patrimonio botanico-vegetazionale autoctono
che al fine di mitigare l'impatto visivo, delle opere in progetto dai siti a maggiore fruizione
visiva ovvero dai luoghi da cui si hanno le condizioni visuali per percepire aspetti
significativi del contesto paesaggistico di riferimento in cui l'intervento andrà a collocarsi.
•
Considerando la componente Salute pubblica e con particolare riferimento alla fase di
cantiere, si può constatare che gli impatti di tale fase possono determinare occasioni di
esposizione all’inquinamento da polveri e da rumore e/o rischio di incidenti nei confronti
degli addetti ai lavori.
A livello potenziale, le interferenze negative sullo stato di salute della popolazione residente
nell’abitato di Copertino, come nei dintorni, sono nulle.
Al fine di mitigare gli impatti derivanti dalle modificazioni della qualità dell’aria (polveri e
gas di scarico di macchinari) nonché dalle emissioni sonore nella zona strettamente di
intervento, saranno rispettate le norme previste dalla vigente normativa di settore.
Per quanto attiene i rischi di incidenti per i lavoratori all’interno dell’area di cantiere
verranno utilizzati appropriati dispositivi di protezione individuale (D.P.I.).
•
Per la matrice Clima acustico e vibrazioni, fermo restando che gli impatti a carico di questa
componente sono esclusivamente dovuti alla fase di cantiere, le mitigazioni previste sono:
- utilizzo di macchine e attrezzature da cantiere rispondenti alla Direttiva 2000/14/CE e
sottoposte a costante manutenzione;
- organizzazione degli orari di accesso al cantiere da parte dei macchinari e mezzi di
trasporto, al fine di evitare la concentrazione e la sovrapposizione degli stessi.
•
Per la componente Rifiuti, le mitigazioni che si possono prevedere al fine di ridurre la
produzione di rifiuti e migliorare la gestione di quelli prodotti sono:
- riutilizzo del materiale di scavo in loco laddove possibile e conferimento dello stesso, non
riutilizzabile in loco, presso altri cantieri secondo le disposizioni normative vigenti in
materia (D.M. n. 161 del 10 agosto 2012 e D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.);
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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS) – PUE Comparto 19 del PGR di Copertino - LE -
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- raccolta e smaltimento differenziato dei rifiuti prodotti dalle attività di cantiere e
implementazione della raccolta differenziata dei rifiuti nell’esercizio delle strutture previste
dalla lottizzazione.
Oltre ai Possibili impatti significativi sull’ambiente, già individuati e sopra descritti (Rapporto
Preliminare di verifica di assoggettabilità a VAS), i soggetti competenti in materia ambientale e gli
Enti territoriali interessati hanno espresso i propri “contributi” riportati (in corsivo) nel “Provv.to
di verifica di assoggettabilità a VAS da parte dell’Autorità Comp.te del 23.11.201”.
Nell’ambito della procedura di assoggettabilità a Valutazione Ambientale Strategica (VAS), tali
“contributi” sono stati oggetto di precisazioni come di seguito riportate (in grassetto):
3.3 - f. 4 Si realizzino le aree a verde (ad uso pubblico e privato), utilizzando specie vegetali
autoctonee (ai sensi del D. Lgs. 386/2003) con caratteristiche dimensionali e fisiologiche
adeguate al contesto progettuale (Parere Ente ARPA).
Al fine di assicurare la positività dell’impatto risultante dalla piantumazione del verde
saranno utilizzate specie vegetali autoctone quali: Pinus pinea, Quercus ithaburensis
macrolepis, (quercia vallonea), Ceratonia siliqua (carrubo).
3.3 - f. 5 Si favoriscano accorgimenti per favorire la fruizione delle stesse da parte degli
utenti (eliminazione barriere architettoniche, aree di sosta ecc.).
Sarà garantita l’accessibilità di tutte le aree a verde, ai parcheggi ecc. mediante
l’eliminazione delle barriere architettoniche (gradini, dislivelli, ostacoli ecc.) e
l’adozione di pavimentazioni autobloccanti prive di asperità e rilievi che ostacolino
l’utilizzo da parte di persone con ridotta o impedita capacità motoria.
3.3 - f.6 Per le aree destinate a parcheggi, percorsi pedonali e viabilità, si privilegi l’uso di
pavimentazioni drenanti al fine di minimizzare l’impermeabilizzazione dei suoli (parere
ARPA e Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici);
Tutte le aree esterne saranno pavimentate, ove previsto, con l’utilizzo di elementi
autobloccanti a giunto aperto su letto di ghiaia drenante.
3.3 - f.7 Si persegua la compatibilità delle opere con i principi di tutela di prossimità del
patrimonio culturale limitrofo, prestando la massima attenzione allo “stile” costruttivo, alle
Ing. Mario Colomba via Aldo Moro, 79 - Nardò - LE Arch. Vittorio Manca via Alexander Fleming, 40 - Nardò - LE -
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sagome del fabbricato, alle forme architettoniche ed alle scelte dei materiali confacenti al
contesto edilizio tradizionale. Si cerchi di ridurre l’impatto visivo dell’insediamento
adottando misure che mitighino l’altezza delle opere e che amplifichino la fruizione visiva
del Castello Angioino.
Come rilevato dalla Soprintendenza non vi sono interferenze dirette tra l'intervento e i
beni tutelati ai sensi dell'art. 142 del D. Lgs. 42/2004 pertanto i possibili impatti sul
patrimonio culturale sono esclusivamente di natura percettiva. Da un esame più
approfondito del Piano, anche con l’ausilio di una simulazione tridimensionale, si
precisa:
1 – La “prossimità” dell’intervento rispetto al Castello, è mediata dalla presenza di ben
due isolati; il primo, interamente costruito, compreso tra via Japigia e via Piave
ricadente in Zona di espansione; il secondo, compreso nel Centro Storico, esteso tra
via Piave e via Francesco Crispi. Entrambi sono caratterizzati da tipi edilizi composti
da singoli edifici giustapposti sviluppati, di norma, su uno o due piani fuori terra.
2 – Dall’interno del comparto, la vista del Castello è percepita soltanto limitatamente
per la parte emergente dal profilo degli interposti isolati. Infatti risulta frammentata e
limitata alla sola parte superiore, a causa della presenza degli anzidetti isolati, che
determinano il più immediato e consolidato impatto visivo di prossimità, connotando il
tipo di
paesaggio dell’area in questione. Tali caratteristiche sono diffusamente
riscontrabili nel territorio e ne costituiscono una componente ambientale comune e
quindi non strategica.
L’intervento previsto quindi, non influenzerà il paesaggio di riferimento che risulta
essere contraddistinto da un contesto urbano, una fitta rete stradale e da altre rilevanti
strutture antropiche; pertanto l’impatto generato può sicuramente definirsi di bassa
entità.
L’unica visuale che percepisce il Castello al di sopra dei volumi dell’interposto isolato,
è quella relativa al cono visuale n. 1 riportato nella “Carta del paesaggio e coni visuali”
allegata. D'altronde tale interferenza non deriva dalla forma del tipo progettato ma
risulta inevitabile per qualunque intervento edilizio ricadente nell’area del comparto.
Invece, la particolare fluidità della forma curvilinea della tipologia progettata,
corrisponde a soluzioni studiate non solo per assecondare il godimento di altre possibili
visuali del Castello, ma anche per amplificarne la fruizione visiva, esercitabile “as
built” da una quota di circa
+ 4.00 metri (v. tav.
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n. 06 Planimetria – Tipi edilizi),
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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS) – PUE Comparto 19 del PGR di Copertino - LE -
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mediante l’uso pubblico delle terrazze a piano primo organicamente collegate alle
circostanti aree pubbliche.
3 – Rimanendo sulla esclusiva “natura percettiva” dell’ipotizzato “possibile impatto”
sul Castello, determinato dalla “altezza eccessiva” dell’intervento, si precisa che
l’altezza massima di m. 10.50 rientra nei limiti previsti dalle NTA del PRG e non si
discosta, comunque, dall’altezza di altri fabbricati esistenti negli isolati interposti con il
Castello. Tuttavia, per corrispondere ai suggerimenti della Soprintendenza, si potrà
contenere l’altezza massima dell’edificio in m. 10.00 riducendo a m. 3.50 l’altezza
interna del piano terra; inoltre saranno eliminate le previste torrette scale delle
tipologie residenziali, per la parte emergente dalla quota del solaio terminale.
4 –
Salvo i futuri approfondimenti in sede di progettazione architettonica, che
terranno necessariamente conto del dibattito culturale tuttora in corso circa la
coesistenza tra nuovo e antico, si precisa che i materiali da impiegare, pur essendo
necessariamente frutto del nostro presente, saranno comunque in armonia con quelli
predominanti
nell’ambiente circostante. Per questo saranno utilizzati materiali
naturali locali quali il tufo carparo e la pietra calcarea (Soleto, Surbo ecc.).
Analogamente non può precludersi l’utilizzo del vetro quale materia eterea, leggera,
trasparente e significativa del nostro presente così come, all’epoca della sua
realizzazione, sono stati significativi e moderni la forma e i materiali utilizzati per la
costruzione del Castello. Pertanto non si giustifica il timore di accostare il moderno con
l’antico pensando che il primo possa prevaricare il secondo con materiali e forme
ritenute improprie. A tal fine il linguaggio iconografico utilizzato scaturisce dalla
elementare purezza della geometria che non confligge con la geometria “difensiva” del
Castello anch’esso generato da forme elementari e funzionali all’uso.
Che le forme geometriche pure (triangolo, cerchio, ecc.) siano la base di qualunque
linguaggio artistico è testimoniato da artisti che hanno trasversalmente attraversato la
Storia dell’Arte quali ad es. Piero della Francesca, P. Cèzanne, P. Picasso,
o da
architetti quali ad es. Liu, Calatrava, Piano, le cui opere si inseriscono e convivono
armonicamente in ambienti anche fortemente storicizzati.
E’ chiaro che il problema del rapporto tra architettura moderna e ambiente antico non
si risolve con accorgimenti stilistici, bensì puntando sulla “qualità architettonica”
tanto che per lo stesso Rogers “… noi dobbiamo avere il coraggio di imprimere il senso
della nostra epoca e tanto più saremo capaci d‘essere moderni, tanto meglio ci saremo
Ing. Mario Colomba via Aldo Moro, 79 - Nardò - LE Arch. Vittorio Manca via Alexander Fleming, 40 - Nardò - LE -
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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS) – PUE Comparto 19 del PGR di Copertino - LE -
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collegati con la tradizione e le nostre opere si armonizzeranno con le preesistenze
ambientali” mentre secondo Pane, “ La nuova architettura può, anzi deve, convivere
naturalmente con l‘antica, perché è stato così da sempre. D‘altronde, anche l‘architettura
del passato era contemporanea nell‘epoca in cui era progettata e realizzata”.
In sostanza, l‘edilizia moderna deve avere il coraggio di operare, scegliere e di
assumersi una responsabilità creativa e concreta, non cercando d‘ingannare o di
abbellire con sovrastrutture, non pescando le forme nella propria memoria né in quella
altrui, ma riprendendo dall’esame della realtà viva la risposta concreta al problema
progettuale. La coerenza e l‘unità dello stile sono garantite dalla coerenza e unità del
metodo.
In proposito è tuttora attuale l’affermazione di C. Boito «… meglio creare un felice
contrasto che una falsa imitazione [...] non soltanto perché il nostro è un prezioso
patrimonio, ma perché nelle forme della nuova edilizia e nella possibilità di una loro
convivenza con quelle del passato, si configura, nel suo divenire, e in maniera esemplare,
l‘impronta del nostro stesso destino».
3.3 - f. 8 Si promuova l'edilizia sostenibile Si persegua il recupero e il riutilizzo delle acque
meteoriche (almeno per l'irrigazione degli spazi verdi pubblici o privati o per altri usi non
potabili) con opportuni sistemi di raccolta e filtraggio con conseguenti punti di presa per il
successivo riutilizzo, da ubicarsi preferibilmente al di sotto dei parcheggi o delle aree verdi.
Si richiama quanto previsto dalla normativa regionale in materia. (Linee guida del PT A
"Disciplina delle Acque meteoriche di dilavamento e di prima pioggia" RR 9 dicembre
2013, n. 26 - attuazione dell'art 113 del Dl.gs. n. 152/06 e ss.mm. ed ii., nonché al Decreto
del Commissario Delegato n.282 del 21.11.2003 e all'Appendice A1 al Piano DirettoreDecreto del Commissario Delegato n.191 del 16.06.2002);
Si realizzerà un sistema di raccolta e stoccaggio delle acque meteoriche proveniente
dalle terrazze in cisterne interrate al di sotto delle aree a parcheggio per riutilizzarle
nell’adacquamento delle aree a verde previste.
3.3 - f. 9 Si promuova l'edilizia sostenibile secondo i criteri della L. R. 13/2008 "Norme per
l'abitare sostenibile" privilegiando l'adozione di:
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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS) – PUE Comparto 19 del PGR di Copertino - LE -
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- interventi finalizzati al risparmio energetico con l'approvvigionamento di risorse
energetiche alternative (impianti di illuminazione a basso consumo, tecniche di
edilizia passiva, impianti solari, termici e fotovoltaici integrati, ecc);
. materiali, componenti edilizi e tecnologie costruttive che garantiscano migliori
condizioni climatiche degli ambienti (strutture, chiusure, partizioni, ecc);
. flessibilità e "reversibilità" della concezione tecnologica durante il ciclo di vita
delle opere;
. materiali riciclati e recuperati al fine di diminuire il consumo di materie prime e la
produzione di rifiuti da demolizione (coerente con i criteri 2.3.2 e 1.3.5. del
Protocollo ITACA per la Regione Puglia, di cui al DRG 1471/2009 e ss.mm.ii);
- misure di risparmio idrico (aeratori rompi getto, riduttori di flusso, impianti di
recupero delle acque piovane con usi compatibili tramite la realizzazione di appositi
sistemi di raccolta, filtraggio ed erogazione integrativi, ……………………………….;
Nella fase di cantiere saranno utilizzate macchine operatrici dotate di opportuni
silenziatori atti a mitigare l'entità dell'impatto sonoro.
Per il contenimento di emissioni polverulente generate dalle attività di scavo,
edificazione ecc. sarà effettuata l’irrorazione di acqua nebulizzata, la perimetrazioni
con teloni etc.;
I materiali di scavo saranno riutilizzati “in loco” per il colmamento dell’area depressa
rispetto alla viabilità circostante.
In sede di progettazione esecutiva saranno adottati i criteri di cui alla L. R. 13/2008
"Norme per l'abitare sostenibile” inerenti il risparmio energetico, la flessibilità e
reversibilità della concezione tecnologica durante il ciclo di vita delle opere; il
risparmio idrico e il contenimento del consumo di materie prime e la produzione di
rifiuti dalla demolizione. Le nuove unità immobiliari, avranno prestazioni energetiche di
Classe “A”, alimentate da fonti rinnovabili (v. art. 3 elab. C bis – NORME TECNICHE DI
ATTUAZIONE).
3.3 - f. 10 Si integrino gli elaborati di Piano con tutte le misure di mitigazione previste nel
rapporto Preliminare di Verifica e con quanto indicato nei punti precedenti…..
Gli elaborati di Piano che recepiscono le misure di mitigazione sopra previste sono i
seguenti:
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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS) – PUE Comparto 19 del PGR di Copertino - LE -
-
Elab. C bis – Norme tecniche di attuazione;
-
Tav. n. 06 Ter – Planimetria - Tipi edilizi
3.3 – g)
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Misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo
possibile gli eventuali impatti negativi significativi sull’ambiente dall’attuazione del
Piano;
Durante la fase di attuazione del Piano saranno previste le seguenti misure:
g.1 - In fase di realizzazione:
a) saranno predisposti opportuni sistemi di schermatura, in presenza di
scavi, cumuli di terre e materiali da costruzione;
b) saranno attuati:
- irrorazione di acqua nebulizzata, perimetrazioni con teloni etc.; per il
contenimento di emissioni polverulente generate dalle attività di scavo,
edificazione ecc. ;
c) saranno utilizzate:
- macchine operatrici dotate di opportuni silenziatori atti a mitigare
l'entità dell'impatto sonoro;
g.2 - In fase di esercizio:
- Saranno ubicate isole ecologiche, poste a margine della viabilità
carrabile e pedonale, per favorire l’attuazione della raccolta
differenziata e le operazioni di trasferimento dei rifiuti.
3.3– h) Sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come
è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad es. carenze
tecniche o difficoltà derivanti dalla novità dei problemi e delle tecniche per risolverli nella
raccolta delle informazioni richieste);
Oltre alle mitigazioni proposte, non si sono individuate alternative valide alla soluzione
di progetto nel rispetto delle prescrizioni del PRG per la zona interessata.
3.3 – i) Descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio e controllo degli impatti
ambientali significativi derivanti dall’attuazione del Piano proposto definendo, in
particolare, le modalità di raccolta dei dati e di elaborazione degli indicatori necessari
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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS) – PUE Comparto 19 del PGR di Copertino - LE -
alla valutazione degli impatti, la periodicità della produzione di un rapporto illustrante i
risultati della valutazione degli impatti e le misure correttive da adottare;
L’attuazione del Piano, riguardando solo un’area di modesta estensione a scala
territoriale, non genera impatti ambientali significativi e/o rilevanti di natura tecnica,
conseguenti all’attuazione della normativa comunitaria in materia ambientale.
4 - CONCLUSIONI
Le analisi condotte e ampiamente descritte nei paragrafi precedenti consentono di affermare che i
potenziali impatti negativi, derivanti dall’attuazione del proposto PUE, potrebbero interessare le
sole componenti ambientali biotiche e abiotiche. Tali impatti, riguarderanno esclusivamente le
matrici Aria e Suolo limitatamente alla sola fase di cantiere e saranno opportunamente mitigati e
compensati in sede esecutiva rendendoli sostanzialmente non significativi.
Alla luce di queste valutazioni, per quanto riguarda i probabili impatti negativi, il proposto Piano
non solo:
•
non contrasta con le normative di tutela ambientale;
•
non determina aspetti negativi sul patrimonio ambientale, paesaggistico e dei beni culturali;
•
può generare solo modesti impatti, per la maggior parte reversibili,
sulle componenti
ambientali, relativi esclusivamente alla fase di cantiere;
ma sicuramente produrrà effetti positivi derivanti da:
•
Completamento urbanistico e infrastrutturale del Comparto ubicato all’interno di un ambito
interamente urbanizzato;
•
Eliminazione della presenza della vegetazione infestante e deturpante di tutta l’area del
Comparto che perdurerebbe in assenza dell’intervento previsto dal PUE;
•
Recupero delle acque meteoriche per l’addacquamento delle aree a verde;
•
Ubicazione di isole ecologiche per incentivare la pratica della raccolta differenziata dei
RSU;
•
Miglioramento della viabilità pedonale con l’introduzione di un viale alberato prospiciente
via Raffaello Sanzio;
•
Miglioramento del traffico veicolare con la creazione di aree di parcheggio pubblico a
margine della viabilità principale;
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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS) – PUE Comparto 19 del PGR di Copertino - LE -
•
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Creazione di nuove ampie aree a verde pubblico (F4) e attrezzature e servizi (F1) che
saranno cedute gratuitamente al Comune;
•
Possibilità di creazione di nuovi posti di lavoro (ca. 50 unità lavorative) durante la fase di
realizzazione dell’opera per la durata di circa anni due, oltre ad attività indotte,
complementari della stessa dimensione.
•
Realizzazione di nuove unità immobiliari, con prestazioni energetiche di Classe “A”,
alimentate da fonti rinnovabili.
5 – ALLEGATI
- A – RELAZIONE TECNICA Ott. 2007
- 01 RELAZIONE TECNICA (con computo metrico) Gen. 2008
- 01 bis – RELAZIONE TECNICA (integrativa) Nov. 2012
- 01 ter – RELAZIONE TECNICA (integrativa) Gen. 2016
- B – RELAZIONE GEOLOGICA Ott. 2007
- C – NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE Ott. 2007
- C bis – NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE Gen. 2016
- D – SCHEMA DI CONVENZIONE Gen. 2008
- E – ELENCO DITTE CATASTALI RIP.NE UTILI ED ONERI Ott. 2007
- F – DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA Gen. 2008
- TAV. 01 - PLANIMETRIE Ott. 2007
- TAV. 01 bis - STRALCIO TAV. 09 DI P.R.G. Gen. 2008
- TAV. 02 - PLANIMETRIA CATASTALE Ott. 2007
- TAV. 03 - RILIEVO PLANO-ALTIMETRICO Ott. 2007
- TAV. 04 - ZONIZZAZIONE Ott. 2007
- TAV. 05 - LOTTI E QUOTIZZAZIONE Ott. 2007
- TAV. 06 bis - PLANIMETRIA – TIPI EDILIZI (sostitutiva Tav. 06) Nov. 2012
- TAV. 06 ter - PLANIMETRIA-TIPI EDILIZI (sostitutiva Tav. 06 bis) Gen. 2016
- TAV. 07 - VIABILITA’ E SEZIONI STRADALI Ott. 2007
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