Salvo il glicine lungo la ferrovia messo per amore cinquant anni fa

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L GLICINE di via Ferrante Aporti è salvo. Cresciuto al civico 77, quello che a
marzo appare ancora come un groviglio di rami spogli in realtà non è un cespuglio qualunque: si tratta di una pianta
con una storia, nata 50 anni fa da un gesto d’amore e diventata presto il simbolo
del quartiere. Adesso, dopo una lunga
battaglia, i residenti hanno avuto rassicurazioni che non verrà tagliata e che potranno essere loro a prendersene cura, insieme con Legambiente. E proprio ieri
hanno organizzato una grande potatura
coinvolgendo gli abitanti della zona.
La storia del glicine comincia negli anni 60, quando i “magazzini raccordati”
sotto la ferrovia erano ancora un centro
vitale del commercio, dove venivano ospitati tanti piccoli negozietti che vendevano olio, vino, frutta e un po’ tutto quello
che arrivava dalle tavole del sud. Tra que-
sti, c’era anche l’olieria del signor Umberto Montanelli. Fu proprio lui a piantare il
glicine e lo fece quando sua moglie, Valeria, venne a lavorare (e vivere) con lui in
via Ferrante Aporti 77. Così, per oltre cinquant’anni, la pianta è cresciuta sotto gli
occhi dei due sposi. Il signor Umberto oggi è scomparso, ma la signora Valeria abita ancora nella casa che si trova proprio
di fronte al glicine e ai magazzini. Venuti
a conoscenza di questa storia, in quartiere hanno deciso di adottare la pianta e fare in modo che fosse curata. Anche perché, cresciuta e allargatasi negli anni, durante il periodo di fioritura regala uno
spettacolo meraviglioso, spiegano i residenti. «Salvarla non è stato facile — dice
Franco Beccari di Legambiente — . Quan-
do Grandi Stazioni, proprietaria dei magazzini, ha avviato la pulizia dei muri c’è
stata una mobilitazione perché si temeva che venisse tagliata. Poi è stato concordato di fare un lavoro certosino, pagato
dalla società: un giardiniere esperto ha
staccato il glicine dal muro, lo ha potato,
lo ha fasciato e lo ha addossato a un’impalcatura in modo che gli operai potessero pulire il muro. Poi è stato nuovamente
addossato alla parete. Nel frattempo abbiamo chiesto al Comune che venisse inserito nell’elenco delle piante monumentali e siamo riusciti ad averlo in adozione».
Adesso sono gli abitanti del gruppo
“Fas — Ferrante Aporti Sammartini” che
se ne prendono cura. E la potatura di ieri
— con 22 sacchi di rami portati via — è
stato il momento per celebrare questo affidamento. In attesa della sontuosa fioritura, prevista per la metà di aprile.
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