Laboratorio ricerca sociale Campania Il laboratorio di ricerca nell’ambito del progetto FQTS si è dato l’obiettivo ambizioso di riflettere, studiare, ricercare intorno al tema delle “buone pratiche di economia sociale”. Lo scopo della ricerca è stato quello di rintracciare ed isolare le caratteristiche principali dei progetti di economia sociale che ne possono caratterizzare il successo o l’insuccesso e ne possano definire l’esemplarità in modo da contribuire ad identificare e definire tra essi le “buone pratiche”. Tale contributo, si pone quindi l’obiettivo di ricostruire, anche sulla base delle esperienze e delle sensibilità della comunità scientifica, un modello di valutazione delle esperienze di economia sociale. Il primo passo della ricerca è proprio quello di provare a costruire una "definizione condivisa" del termine "buona pratica di economia sociale" ed a questo proposito il team di ricerca ha attivato un Expert Panel, realizzato secondo la metodologia Delphi. Con l’ Expert Panel sono stati attivati un gruppo di circa venti esperti di livello nazionale: docenti universitari, coordinatori di esperienze di Terzo Settore e di attività di valutazione di progetti di economia sociale, su scala nazionale e regionale, a cui è stato chiesto un contributo sul tema. La finalità di questa fase del lavoro è stata quella di identificare i punti di convergenza e gli aspetti che accomunano e determinano consenso sui quali basare il lavoro di analisi successiva. Questa fase è stata da poco conclusa. Oltre a ciò, nelle azioni della ricerca sono stati attivati dei focus group specifici in ogni regione. In Campania nei focus si è discusso essenzialmente di buone prassi in economia sociale nella gestione di beni confiscati alle organizzazioni criminali . Attualmente è in corso una indagine quantitativa con la somministrazione di oltre 600 questionari a operatori del terzo settore, in cui si chiede la loro condivisione o non condivisione su temi ed argomenti definiti dagli esperti. In allegato le 10 definizioni di economia sociale che sono venute fuori dai due round con gli esperti attivati nell’Expert Panel . Queste definizioni sono state sommistrate ai 600 operatori del terzo settore e rappresentano la base di una ulteriore riflessione in sede di convegno finale delle attività di FQTS 2012. A seguire il report del focus group della Campania tenutosi ad Aversa presso una impresa sociale del territorio con l’ obiettivo generale di individuare gli elementi di valutazione di una o più buone prassi in economia sociale nella gestioni dei beni confiscati alla criminalità organizzata. 1 Laboratorio ricerca sociale Campania Definizioni di economia sociale 1. Economia sociale è l’area delle iniziative del non profit,ovvero il rifiuto della ricerca del profitto ad ogni costo, l’estremo rispetto dell’ambiente,la massima valorizzazione delle persone impiegate e la massima importanza attribuita alle relazioni interpersonali rispetto alla acquisizione di beni 2. L’ Economia sociale si occupa di studiare ed analizzare il settore dei servizi sociali. Studiando i fenomeni di produzione e di consumo di servizi sociali, nell’ottica di analizzarne i ricavi e i costi. Si caratterizza per il fatto di analizzare i ‘costi’ e i ‘ricavi’ non solamente in termini economici, ma in termini sociali 3. Economia sociale rappresenta un mix virtuoso tra due mondi spesso in conflitto l’economia ed appunto il sociale 4. L’economia sociale rappresenta, un settore dell’economia, dedicato esclusivamente ad attività di utilità sociale, che tiene in conto e valorizza la dimensione relazionale ed equitativa dell’attività lavorativa 5. L’economia sociale è una forma di economia che non ha come traguardo il solo profitto (utile), ma un beneficio sociale che ricade sui territori e che ha una ricaduta non sul PIL ma sul BIL (benessere interno lordo) 6. L’economia sociale é l’insieme delle attività economiche di produzione di beni e servizi svolte da soggetti motivati . Al di là dello stato giuridico (profit o non profit) e dall’attività che svolge; Il carattere che connota le relazioni economiche nell’ambito dell’economia sociale è la particolare concezione della competitività non già di tipo posizionale (c’è chi vince e c’è chi perde) ma cooperativa 7. IL tentativo di coniugare il termine economico col termine sociale, che si sforza di coniugare i significati originali: produrre ricchezza con produzione di socialità 8. Il concetto di "economia sociale" è di per sé ambiguo. Infatti, esso può essere preso a significare sia l'economia sociale di mercato sia l'economia solidale, ossia quell'insieme di attività economiche che non transitano per il mercato e che si rivolgono a soggetti che sono fuori dal mercato 9. L’economia sociale è il sistema di relazioni finalizzato alla crescita e allo sviluppo di una comunità, improntato al rispetto dei valori della sostenibilità, della giustizia sociale, del rispetto dei diritti umani 10. L’economia sociale di mercato è una sorta di terza via tra l’opzione liberale e quella statalista. In quest’ottica lo stato ha il dovere di garantire le regole del mercato e di intervenire solo per ristabilire l’equità sociale, qualora questa venga messa in pericolo 2 Report Focus Group FQTS Campania 29 ottobre 2012 Cooperativa sociale "Fattoria Fuori di Zucca" di Aversa (CE) (ex ospedale psichiatrico) EQUIPE Il Focus è stato condotto dai corsisti del laboratorio di ricerca FQTS Gennaro Castaldi e Barbara Volpicelli. La supervisione è stata effettuata dal Dott. Colopi Marcello formatore regionale laboratorio ricerca azione campania. OBIETTIVI L’obiettivo generale del Focus Group della Campania è stato quello di individuare gli elementi di valutazione di una o più buone prassi in economia sociale nella gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Entro questo obiettivo di ricerca sul campo sono stati coinvolti nel focus i testimoni privilegiati del territorio con una particolare attenzioni ai soggetti del terzo settore che gestisco beni confiscati alla camorra e destinati all’utilizzo sociale . Abbiamo utilizzato la metodologia del focus group come tecnica di ricerca sociale finalizzata ad approfondire un tema o particolari aspetti di un argomento, mediante un’intervista rivolta ad un gruppo omogeneo di persone. Si è scelto il territorio di Aversa proprio per la specificità di organizzazioni del terzo settore che hanno sviluppato azioni di buone prassi sia nella gestione di beni confiscati alla camorra, sia nelle azioni di economia sociale . Oltre a ciò, il territorio di Aversa è una sorta di laboratorio di ricerca sul campo di azioni sistemiche nella realizzazioni di economia civile e di comunità. I PARTECIPANTI I partecipanti coinvolti nel setting di Focus Group sono stati: Raffaella Papa responsabile di CONFINDUSTRIA provincia di Caserta, addetta alle relazioni con il mondo dell’economia civile e sociale. Paola Perretta Responsabile della cooperativa sociale “ Al di la dei sogni”. La cooperativa ha una comunità di recupero insidiate in un bene confiscato alla camorra. Inoltre si occupo di agricoltura sociale su un terreno di 17 ettari per l’inserimento di ex degenti psichici. Raffaella Galeone Responsabile della cooperativa sociale “ Agropoli” di San Cipriano d’Aversa La cooperativa sociale gestisce un ristorante in un bene confiscato NCO ( nuova cucina organizzata) La cooperativa gestisce anche una casa aperta al territorio con un gruppo di convivenza . Camillo Cantelli Presidente Arci Ragazzi Caserta. Promozione dei diritti dell’infanzia . Ludoteca, ludo bus. Renato Natale presidente associazione Jerry Maslo, già sindaco anticamorra del comune di Casal di Principe. L’associazione gestisce un bene confiscato a Castel Volturno ed ha dato vita ad una sartoria una sartoria sociale con donne immigrate. Fabio Esposito referente della cooperativa sociale “Un fiore per la vita” La cooperativa è di natura mista ( a e b) e si occupa di inserimento lavorativo con produzione di serre e di lavorazione di fiore. Attualmente gestisce una fattoria sociale e didattica nel ex ospedale psichiatrico di Aversa. E’ una delle cooperative fondatrici del Consorzio di cooperative sociali NCO ( nuova cooperazione organizzata) Michele Mosca Facoltà di scienze politiche Università degli studi di Napoli. Ricercatore di economia sociale; componente del comitato di gestione di ricerca sull’impresa sociale. . Giuseppe Lettieri direttore del Giornale Nero su Bianco. 3 Romilda Balivo Assessore alle politiche sociale Comune di Aversa. Genoroso Di Benedetto Feder Handicap . Franco Iannucci Caritas diocesa di Aversa I CONTENUTI Il tema: cosa sono e come si caratterizzano le buone pratiche di economia sociale I partecipanti al focus group proprio per le loro caratteristiche comune quali il forte radicamento nel territorio, le azioni sinergiche e le azioni di sviluppo si sono trovati unanimemente d’accordo a sottolineare come una buona pratica di economia sociale abbia come pre-requisiti essenziali: • il forte legame con il territorio. • La dimensione etica dell’intervento La caratteristica del forte radicamento con il territorio e le comunità in termini di responsabilità rispetto ai problemi appare essere l’elemento fondamentale per definire una buona prassi. Infatti la lettura di un territorio è uno strumento fondamentale per la costruzione dell’economia sociale. Una sostenibilità economica è fondamentale proprio per strutturarsi e per rendere sostenibili le azioni economiche . Il rapporto con il territorio quindi prevede una necessaria azione di rete : “La rete è il bene che abbiamo voluto costruire, esso è un bene di conoscenza e al tempo stesso è un bene di appartenenza “ ( Paola Perretta NCO Nuova cooperazione organizzata) . Nel legame con il territorio, misurabile con degli indicatori specifici quali: - il bilancio sociale; - la partecipazione nei processi degli utenti ; - le azioni della rete con specifiche con specifici contratti di rete. Il rapporto tra il terzo settore ed il territorio diventa un rapporto non solo economico ma soprattutto etico. Questo elemento è fortemente legato al principio di responsabilità molte volte richiamato nel corso del focus dai diversi partecipanti : la responsabilità dell’agire in senso solidale e proprio visto come una necessità di risposta alle azioni della camorra e in particolare del clan dei casalesi. La nostra buona prassi è l’agire assieme in rete, in relazione non solo con il terzo settore ma soprattutto con il territorio che deve vederci come un “sistema” organizzato alternativo al sistema camorristico .Gestire beni confiscati alla camorra in comuni come Casal di Principe, Aversa, Castelvolturno, impone una buona prassi fatta di efficienza, efficacia e carica umana. Una sorta di sistema alternativo, ma ugualmente radicato al sistema camorristico Renato Natale Associazione Jerry Maslo In termini di saper gestire con trasparenza ed efficienza le risorse impiegate nel servizio offerto alla collettività rendendo il servizio non solo sostenibile economicamente ma un servizio di riscatto sociale. Quindi gli indicatori emersi dal focus ed esistenti per valutare le azioni di buone prassi in economia sociale in modo particolare nella gestione di beni confiscati alla camorra, sono i seguenti: 1) contratto di rete che prevede uno scambio di informazioni in modo innovativo con una programmazione 2) il soddisfacimento delle persone sul territorio in modo da valutare quanto si è stati efficaci e quanto agenti di trasformazione dello stesso; in particolare analisi della partecipazione del territorio su iniziative messe in essere all’interno di beni confiscati alla camorra ( numero di 4 3) 4) 5) 6) bambini presenti ai recuperi del disagio; numero dei ritorni dei bambini nei campi solari svolti in terreni confiscarti; numero di vendita di “pacchi alla camorra”; partecipazione del territorio alle iniziative di NCO –nuova cucina organizzata) il bilancio sociale partecipato. Ogni organizzazione della rete realizza il proprio bilancio rendondolo pubblico e facendo partecipare la comunità territoriale. Analisi di competenza nelle azioni di sviluppo con Equipe di lavoro altamente professionalizzata nella gestione di strategia di rete; Capacità di autofinanziamento e compartecipazione economica nella gestione ed erogazione del servizio. Cultura del sapere e cultura della legalità Il gruppo del focus ha poi analizzato gli elementi che ostacolano la realizzazione di buone pratiche di economia sociale Gli elementi che ostacolano la realizzazione di buone pratiche sono: 1. Poca propensione da parte dei decisori pubblici alla sperimentazione di nuove azioni; 2. Rigidità burocratiche 3. In relazione ai beni confiscati si denota una difficoltà nell’accesso al credito in particolare per quei beni dirittamente legati a processi produttivi (aziende agricole, aziende commerciali) 4. Carenza di risorse e di soggetti che supportano economicamente le attività del terzo settore 5