il lungo cammino per la conquista della libertà e dei diritti

“SAGGIO BREVE”DI AMBITO STORICO-POLITICO
Consegne
Sviluppa l’argomento in forma di “saggio breve”, utilizzando i documenti e i dati che lo corredano. Interpreta e
confronta i documenti e i dati forniti e su questa base svolgi, argomentandola, la tua trattazione, anche con opportuni
riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. Da’ al saggio un titolo coerente con la tua trattazione e
ipotizzane una destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna
di argomento culturale, altro). Se lo ritieni opportuno, organizza la trattazione suddividendola in paragrafi cui potrai
dare eventualmente uno specifico titolo.
Non superare le quattro o cinque colonne di metà di foglio protocollo.
Argomento
Le rivoluzioni del XVIII secolo: il lungo cammino per la conquista della libertà e dei diritti umani
Documenti
1. La rivoluzione americana
Quello che segue è uno stralcio della Dichiarazione d’Indipendenza delle colonie americane (1776), un documento
fondamentale e irrinunciabile che segnò profondamente le rivoluzioni successive. Emerge già la proclamazione dei
diritti fondamentali dell’uomo, come ideali che guidano e giustificano la lotta d’indipendenza.
Quando nel corso degli umani eventi si rende necessario ad un popolo sciogliere i vincoli politici che lo avevano legato ad un altro
ed assumere tra le potenze della terra quel posto distinto ed eguale cui ha diritto per Legge naturale e divina, un giusto rispetto per
le opinioni dell’umanità richiede che esso renda note le cause che lo costringono a tale secessione.
Noi riteniamo che le seguenti verità siano di per se stesse evidenti; che tutti gli uomini sono stati creati uguali, che essi sono stati
dotati dal loro Creatore di alcuni Diritti inalienabili, che fra questi sono la Vita, la Libertà e la ricerca della Felicità; che allo scopo di
garantire questi diritti sono creati fra gli uomini i Governi, i quali derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni
qual volta una qualsiasi forma di Governo tende a negare tali fini, è Diritto del Popolo modificarlo o distruggerlo, e creare un nuovo
Governo, che si fondi su quei principi e che abbia i propri poteri
ordinati in quella guisa che gli sembri più idonea al raggiungimento della sua sicurezza e felicità.
(La Dichiarazione d’Indipendenza (1776) in A. Aquarone, G. Negri, C. Scelba (a cura di),
La formazione degli Stati Uniti d’America, Nistri-Lischi, Pisa 1961)
3. La Rivoluzione francese
Segue uno stralcio della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino. Questo testo si ispira alla Dichiarazione
d’Indipendenza degli Stati Uniti: ai diritti già proclamati in quest’ultima, si aggiungono significativamente anche quello
alla proprietà e alla lotta contro l’oppressione. Si noti inoltre la comparsa, accanto ai diritti, e a essi complementari, dei
“doveri”.
I rappresentanti del popolo francese, costituiti in Assemblea Nazionale, considerando che l’ignoranza, l’oblio o il disprezzo dei diritti
dell’uomo sono le uniche cause delle sventure pubbliche e della corruzione dei governi, hanno stabilito di esporre, in una
Dichiarazione solenne, i diritti naturali, inalienabili e sacri dell’uomo, affinché questa dichiarazione, costantemente presente a tutti i
membri del corpo sociale, rammenti loro in permanenza i loro diritti e i loro doveri; affinché gli atti del potere legislativo e quelli del
potere esecutivo, potendo essere in ogni momento confrontati con il fine di ogni istituzione politica, siano più rispettati; affinché i
reclami dei cittadini, fondati d’ora innanzi su princìpi semplici e incontestabili, si rivolgano sempre alla conservazione della
costituzione e alla felicità di tutti.
In conseguenza, l’Assemblea Nazionale riconosce e dichiara, in presenza e sotto gli auspici dell’Essere Supremo, i seguenti diritti
dell’uomo e del cittadino.
Articolo 1. – Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti. Le distinzioni sociali non possono essere fondate che
sull’utilità comune.
Articolo 2. – Il fine di ogni associazione politica è la conservazione dei diritti naturali e imprescrittibili dell’uomo. Questi diritti sono
la libertà, la proprietà, la sicurezza e la resistenza all’oppressione.
Articolo 3. – Il principio di ogni sovranità risiede essenzialmente nella nazione. Nessun corpo, nessun individuo può esercitare
un’autorità che non emani espressamente da essa.
(Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino (26 agosto 1789) in D. Archibugi, D. Beetham,
Diritti umani e democrazia cosmopolitica, Feltrinelli, Milano 1998, pp. 137-38)
4. La rivoluzione è libertà
Eugene Delacroix (1798-1863), La Libertà che guida il popolo (28 luglio 1830), 1830.
Quello alla libertà è insieme un diritto ispiratore e un diritto per cui si battono tutti i rivoluzionari.
Eugene Delacroix (1798-1863), La Libertà che guida il popolo (28 luglio 1830), 1830.
Quello alla libertà è insieme un diritto ispiratore e un diritto per cui si battono tutti i rivoluzionari.
5. Una rivoluzione del modo di pensare
Il filosofo tedesco Immanuel Kant (1724-1804) coniò un fortunato motto per la rivoluzione di pensiero dell’epoca dei
Lumi: «Sapere aude!». In esso si riassume la lotta di tutte le rivoluzioni – innanzitutto intellettiva, poi anche politica –
contro le autorità costituite del “vecchio regime”, che sostituivano i propri dogmi al libero pensiero.
L’illuminismo è l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso. Minorità è l’incapacità di valersi del
proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputatile a se stesso è questa minorità se la causa di essa non dipende da difetto di
intelligenza ma dalla mancanza di decisione e dal coraggio di far uso del proprio intelletto senza essere guidati da un altro. Sapere
aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! È questo il motto dell’Illuminismo. La pigrizia e la viltà sono le cause
per cui tanta parte degli uomini [...] rimangono volentieri per l’intera vita minorenni, per cui riesce facile agli altri erigersi a loro
tutori. Ed è così comodo essere minorenni! Se io ho un libro che pensa per me, se ho un direttore spirituale che ha coscienza per
me, se ho un medico che decide per me sul regime che mi conviene ecc., io non ho più bisogno di darmi pensiero di me. Non ho
bisogno di pensare, purché possa solo pagare: altri si assumeranno per me questa noiosa occupazione. [...] Senonché a questo
illuminismo non occorre altro che la libertà, e la più inoffensiva di tutte le libertà, quella cioè di fare pubblico uso della propria
ragione in tutti i campi. Ma io odo da tutte le parti gridare: «Non ragionate!». L’ufficiale dice: «Non ragionate, ma fate esercitazioni
militari.». L’impiegato di finanza: «Non ragionate, ma pagate!».
L’uomo di chiesa: «Non ragionate, ma credete!».
(I. Kant, Risposta alla domanda: Che cos’è l’Illuminismo? in N. Bobbio, L. Firpo, Mathieu (a cura di)
Scritti politici e di filosofia della storia e del diritto, trad. it. G. Solari, G. Vidari, Utet, Torino 1965)