Il progetto per una statistica provinciale

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2.1 Il progetto per una statistica provinciale
L’architetto di Potenza Giuseppe D’Errico e il farmacista Felice Crocchi di
Carbone ebbero modo di occuparsi, su incarico della Reale Società, della redazione di un progetto per una statistica provinciale della Basilicata.
Il progetto del farmacista di Carbone non venne approvato dalla Società
Economica e sul Giornale Economico-Letterario del 184514 venne divulgato soltanto quello approvato e curato dall’architetto potentino.
Nel “Progetto per una statistica provinciale della Basilicata” il giovane e
valente architetto si soffermava sullo stato economico e sociale della provincia lucana, richiamando l’attenzione del potere centrale sui bisogni e
sulle necessità dell’agricoltura, sulla povertà e carenza delle attività commerciali, industriali e della rete viaria.
Già l’Intendente Francesco Benzo, Duca della Verdura15, nel 1844 aveva avuto modo di esporre le diverse necessità della Provincia nella sede del Consiglio
Provinciale. A suo giudizio la costruzione di nuove strade rotabili avrebbe favorito le comunicazioni e valorizzato le risorse del territorio non adeguatamente sfruttate.
Sulla procedura che portò all’approvazione del progetto presentato da D’Errico
si sofferma la relazione del segretario perpetuo della Società, letta nell’adunanza
generale del 184616.
Pietro Rosano sottolinea come già dal dicembre 1844 il Ministro degli Affari
Interni avesse richiesto al Presidente della Società che
(...) gli si fosse descritto lo stato in che trovavasi l’agricoltura nel
(14)
Giornale Economico- Letterario della Basilicata, Anno IV, fasc. IV, pp. 116-118.
Il nobile palermitano Francesco Benzo, duca della Verdura, fu Intendente dal 1842 al
1847. Lasciata la Basilicata, ricoprì la carica di Pretore a Palermo nel 1849 e successivamente, dal 1850 al 1858, quella di Intendente nella stessa città. A Potenza egli diede notevole impulso ad un vasto programma di opere pubbliche, imperniate su un progetto complessivo di trasformazione urbana.
(16)
Giornale Economico- Letterario della Basilicata, anno V (1846), fasc. III, pp. 100-119.
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nostro paese, le sue pratiche, la preparazione de’ campi; si fosse detto delle praterie, degl’ingrassi, degli alberi, delle biade, delle civaie,
degli ortaggi, e di tutte le altre piante che servono all’uso della vita. Chiedeva la descrizione degl’instrumenti non che degli animali adoperati nella coltura de’ campi, e nelle altre industrie. Bramava conoscere le produzioni delle nostre terre sia naturali, sia provenienti dall’arte, descrivendo la qualità, e progettando metodi per migliorarle:
palesando pure quali studi eransi fatti per questo scopo, e quali pratiche eransi messe in uso o tentate dal 1830 in poi per conseguirlo.
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Ciò avrebbe permesso al Ministro di poter disporre di una descrizione
“chiarissima e completa delle condizioni fisico-morali” della Provincia.
Un primo tentativo di fornire una risposta alle sollecitazioni del Ministro
non sortì alcun risultato, nonostante la Società Economica avesse inviato
un dettagliato questionario a tre soci dimoranti nei distretti di Lagonegro,
Matera e Melfi. Infatti quello di Lagonegro non diede alcuna risposta, quello di Matera promise senza adempiere e quello di Melfi sintetizzò in
“mezza pagina” una risposta alle molteplici domande formulate.
Si decise così di invitare i soci a presentare proposte per la formulazione di un progetto di statistica provinciale, a cui concorsero Giuseppe
D’Errico e Felice Crocchi.
Per la valutazione dei lavori l’incarico fu affidato al socio Raffaele Battista
per il progetto D’Errico e al socio Vincenzo D’Errico per quello presentato da Crocchi. Il giudizio sul progetto dell’architetto fu particolarmente positivo poiché non si limitava “a parziali od anche generali domande” ma
“si estendeva per maggiore ampiezza, e si proponeva di trattare la
Statistica della Provincia in modo vasto e positivo”.
Il socio istruttore motivava il proprio parere favorevole sottolineando
come quel progetto fornisse un
(...) ragguaglio generale del popolo in ragione di stato, ed altro rag-
guaglio relativo, o di ragion civica. Rapporto della popolazione coi
topografici elementi. Strade, sentieri, mezzi di comunicazione pel commercio terrestre e marittimo. Carta generale della Provincia con indicarne la situazione astronomica, e le distanze da popolazione a
popolazione: carte topografiche, idrografiche, oreottoniche, oreodiacritiche. Prospetto civile ed industriale della provincia, e comparazione
tra lo stato pristino e l’odierno. (…) La estensione de’ boschi relativamente ai rispettivi bisogni delle popolazioni.
Meritava di essere scelto perché prometteva, ad esempio, nella sezione
della proprietà e della ricchezza, “uno sviluppo d’idee importanti in fatto di economia, e precisamente l’esame della produzione media per un
decennio, ed il prezzo medio de’ generi di consumo; non che la proporzione decennale de’ danni prodotti da cagioni atmosferiche”. Il professore
materano evidenziava inoltre come la parte statistica fornisse dati essenziali
sui “beni del demanio”, su quelli delle “corporazioni” e degli “Stabilimenti”
pubblici e, infine, una tavola sinottica, vero “pregio dell’opera”.
Il giudizio formulato da Vincenzo D’Errico sul progetto presentato dal
farmacista di Carbone risulta, invece, totalmente negativo. Il relatore sottolineava come la proposta vagasse “pel campo immenso delle Scienze
naturali”, volendo raccogliere “elementi” sulla natura dei suoli e la produzione agricola. Nell’insieme risultava più una “Statistica filosofica di qualsivoglia popolazione” che “un progetto di Storia naturale e geografica fisica della medesima”. Insomma tali elementi non avevano nulla a che vedere con una statistica economica e introducevano artificiose suddivisioni.
La Società Economica, riunitasi il 29 gennaio 1846, deliberava:
- di compilare la statistica secondo il progetto D’Errico;
- di dare incarico dell’esecuzione ad un solo ingegnere per evitare “gli
sconci e le gare che risultar potrebbero dalla multiplicità delle persone”;
- di preferire, nella scelta, il D’Errico, ritenendo che “riuscirà più facile la esecuzione” del progetto affidandola allo stesso autore;
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- di stabilire con approssimazione la spesa necessaria per realizzare l’intera statistica;
- di pubblicare il progetto tra gli atti della Società, inviandolo all’Intendente
per le necessarie autorizzazioni.
Il progetto D’Errico risulta introdotto da un nutrito profilo storico sulla Lucania che, al di là dello stile compilativo del tempo, ha il pregio di
coniugare la dimensione descrittiva e problematica della realtà osservata
al dato statistico, non disdegnando quadri comparativi sociali e istituzionali.
L’architetto potentino, nel descrivere la Basilicata bagnata da due
mari e “solcata da cento rivi di acque perenni”, evidenziava come sul territorio le manifatture fossero scarse, arretrata l’agricoltura e il commercio
del tutto inesistente. Da ciò l’utilità di una statistica generale in grado di
descrivere “l’attual condizione di ogni massa popolare”, con la proposta
dei “miglioramenti più necessari”.
Alla classificazione delle “forze che dipendono dall’industria”, era sottesa la teoria che il valore dei materiali produttivi crescesse in ragione dell’aumento
e della celerità delle manifatture. Da ciò il corollario “il progresso dell’industria è nella ragion diretta della celerità nella produzione”, fornendo il maggior numero di utili nel più breve tempo possibile.
La considerazione che una buona suddivisione del lavoro costituisse il mezzo più efficace per la velocità e la perfezione produttiva evidenziava come
la sola forza umana non fosse sufficiente, per cui si rendeva sempre più indispensabile ricorrere a macchine “ingegnosamente” costruite.
La raccolta statistica, nelle convinzioni del tempo, assurge a strumento
di analisi per la conservazione e l’accrescimento della felicità dei popoli. Sulla
base di tale convinzione si manifestò una diversa attenzione etica alle problematiche culturali e sociali, come per l’istruzione e i metodi per “bandire l’ignoranza dalle popolazioni” e per il lavoro femminile che avrebbe dovuto riecheggiare, preferibilmente, l’esercizio dello spirito e non l’azione delle forze fisiche.
La statistica doveva occuparsi dell’analisi dei singoli settori produttivi, fornendo la classificazione delle arti, dei mestieri, dello stato dell’agricoltura,
della produzione e dei guadagni possibili nei diversi rami industriali. Una
relazione completa non poteva omettere - dichiarò D’Errico - un’analisi sulla tecnologia e un adeguato supporto cartografico.
Su quest’ultimo aspetto il progetto evidenziava la necessità di una “tavola generale corografica” della Provincia, con la posizione astronomica
e geografica, e un quadro sinottico delle distanze tra gli insediamenti abitati. Venivano previste “Carte geodetiche parziali” per la descrizione topografica del suolo, del corso delle acque, della loro inclinazione e deflusso
al mare, e “Carte oreotettoniche ed oreodiacritiche” che evidenziassero la
struttura e distribuzione delle montagne e delle rocce, con quadri di ragguaglio generale e parziale. Insomma occorreva che la raccolta statistica
esponesse ed offrisse “a colpo d’occhio la ragion civica, l’amministrativa,
l’industriale, la relazione degli usi e delle costumanze, e finalmente dell’attiva forza delle singole popolazioni”.
Alla raccolta statistica si affidava il compito, in termini estremamente
moderni, di esplicare l’andamento e la proiezione dei vari settori in una
tavola comparativa della produzione media per decennio, la media proporzionale dei prezzi dei generi di consumo e la proporzione decennale
dei danni prodotti dagli eventi atmosferici.
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