Funzioni Complesse di variabile complessa Docente:Alessandra Cutrı̀ A. Cutrı̀ 17-11-2014 Metodi Matematici per l’ingegneria–Ing. Gestionale Richiami sui numeri complessi Indichiamo con C il campo dei Numeri complessi √ z = x + iy ∈ C, ses x, y ∈ R i := −1 (Rappresentazione cartesiana dei numeri complessi) C ∼ R2 : z = x + iy ∈ C ↔ (x, y ) ∈ R2 x = Re(z), y = Im(z) C NON è ORDINATO Il complesso coniugato di z = x + iy è z = x − iy p p √ Il modulo |z| = (Rez)2 + (Imz)2 = x 2 + y 2 = zz Rappresentazione polare del numero complesso z = ρ(cos θ + i sin θ) con ρ = |z| e per z 6= 0 θ = Argz + 2kπ con k ∈ Z. Argz ∈ (−π, π) denota l’Argomento principale di z A. Cutrı̀ 17-11-2014 Metodi Matematici per l’ingegneria–Ing. Gestionale Dati due numeri complessi z0 = x0 + iy0 e z1 = x1 + iy1 Somma: z0 + z1 = (x0 + x1 ) + i(y0 + y1 ) prodotto w = z0 · z1 = (x0 x1 − y0 y1 ) + i(x0 y1 + y0 x1 ) w = ρ0 ρ1 (cos(θ0 + θ1 ) + i sin(θ0 + θ1 )) quindi |w | = ρ0 ρ1 = |z0 | · |z1 | ed un argomento di w , arg (w ) = Argz0 + Argz1 (non è detto che Argz0 + Argz1 ∈ (−π, π) e dunque che sia l’argomento principale di w ) se z 6= 0, il reciproco di z si definisce come 1 z := z |z|2 = x−iy x 2 +y 2 se z1 6= 0, quoziente z0 xo x1 + y0 y1 xo y1 + y0 x1 z0 z1 −i = = 2 2 2 z1 |z1 | x1 + y1 x12 + y12 A. Cutrı̀ 17-11-2014 Metodi Matematici per l’ingegneria–Ing. Gestionale Potenze intere di un numero complesso: Dato z = x + iy = ρ(cos θ + i sin θ) e n ∈ N si definisce w = z n = (x + iy )n = ρn (cos(nθ) + i sin(nθ)) Quindi |z n | = |z|n e arg (z n ) = n · arg (z) Radice n−ma di un numero complesso: dato z 6= 0, trovare w ∈ C tale che w n = z (n ∈ N). Tale w si definisce radice n−ma di z Ogni numero complesso z 6= 0 z = x + iy = ρ(cos θ + i sin θ) ammette n radici n−me distinte in C date da: wk = r (cos(φk ) + i sin(φk )) dove r = (ρ) , φk = ( nθ + k 2π n ) k = 0, 1, . . . , n − 1 1 n Se θ = Argz la radice corrispondente a k = 0 si chiama radice principale di z A. Cutrı̀ 17-11-2014 Metodi Matematici per l’ingegneria–Ing. Gestionale Funzioni complesse di una variabile complessa Sia A ⊆ C un aperto connesso di C ∼ R2 . f :A⊆C→C Essendo f (z) ∈ C per ogni z ∈ A ⇒ f (z) = u + iv con u, v ∈ R quindi f (z) = f (x + iy ) = u(x, y ) + iv (x, y ) u, v : A ⊆ R2 → R u(x, y ) = Re(f (z)) e v (x, y ) = Im(f (z)) (z, f (z)) ∈ C × C ∼ R4 A. Cutrı̀ 17-11-2014 Metodi Matematici per l’ingegneria–Ing. Gestionale Esempi di Funzioni complesse di una variabile complessa Funzioni lineari: f (z) = az + b per ogni z ∈ C con a, b ∈ C 1 b = 0. f (z) = az con |a| = 1. Si ha a = e iβ con β ∈ (−π, π) |f (z)| = |z| ; arg (f (z)) = arg (a) + arg (z) = β + arg (z) 2 dunque l’effetto di f corrisponde ad una rotazione di ogni punto z del piano complesso di un angolo β b = 0. f (z) = az con |a| = 6 1. Si ha a = |a|e iβ con β ∈ (−π, π) |f (z)| = |a||z| ; arg (f (z)) = arg (a) + arg (z) = β + arg (z) 3 l’effetto di f corrisponde ad una omotetia: contrazione (se |a| < 1) o dilatazione (se |a| > 1) di ogni punto z del piano più una rotazione di ogni punto z di un angolo β (l’ordine delle due operazioni non cambia il risultato) b 6= 0 si aggiunge una traslazione di b (vettore di componenti (Reb, Imb)). Conta l’ordine con cui vengono effettuate le operazioni (rotazione+omotetia) e (traslazione): z → az → az + b z → z + b → a(z + b) = az + ab 6= az + b A. Cutrı̀ 17-11-2014 Metodi Matematici per l’ingegneria–Ing. Gestionale Input := Funzioni quadratiche ComplexMapPlot[z^2, z, VerticalLines[{{0,1},{-1,1}}, PlotPoints->7], PlotRange->All]; f (z) = z 2 per ogni z = x + iy ∈ C f (z) = (x + iy )2 = x 2 − y 2 + i2xy Quindi u(x, y ) = x 2 − y 2 e v (x, y ) = 2xy Vediamo una rappresentazione dell’immagine di un reticolato del piano tramite lafamiglie funzione f (z) = z 2 : L'unione delle tre di segmenti precedenti: Input := ComplexMapPlot[z^2, z, RectangularGrid[{{0,1},{-1,1}}, PlotPoints->7], PlotRange->All]; http://people.ciram.unibo.it/ barozzi/MatheCompl/MatheCompl.html 2 of 16 A. Cutrı̀ 17-11-2014 Metodi Matematici per l’ingegneria–Ing. Gestionale 15-11-2013 15:21 Radice quadrata Osserviamo che la funzione f (z) = z 2 non è iniettiva: i punti (x0 , y0 ) e (x0 , −y0 ) hanno la stessa immagine tramite f in quanto u = x 2 − y02 , v = 2xy0 → x = v2 v ⇒ u = 2 − y02 2y0 4y0 (nel piano (u, v ) si ha la stessa immagine). Restringendo f|A dove A = {x + iy : x > 0} = {z : Rez > 0} diventa iniettiva e la sua immagine (che coinciderà con il dominio della funzione inversa è dom(f −1 ) = C \ {x ∈ R : x ≤ 0} Dato w = ρe iθ 6= 0 troviamo in generale due valori di z tali che z 2 = w che sono √ θ z1 = ρe i 2 Radice principale di w (inversa di f|A ) z2 = A. Cutrı̀ 17-11-2014 √ θ ρe i( 2 +π) Metodi Matematici per l’ingegneria–Ing. Gestionale file:///Users/ikbook/Documents/alessandraimac/didattica/mmigest... La funzione radice quadrata principale Tutti i punti del piano complesso hanno immagini con parte reale non negativa. Input := ComplexMapPlot[Sqrt[z], z, RectangularGrid[{{-2,2},{-2,2}}], Ticks -> {{-2., -1., 1., 2.}, Automatic}]; Input := ComplexMapPlot[Sqrt[z], z, {Thickness[0.001], PolarGrid[{0,0},{0,2}]}, Ticks -> {{0.5, 1., 1.5}, Automatic}]; http://people.ciram.unibo.it/ barozzi/MatheCompl/MatheCompl.html La funzione z -> 1/z Le circonferenze hanno come immagini circonferenze (le rette sono casi limite di circonferenze). Input := ComplexMapPlot[1/z, z, HorizontalLines[{{-2,2},{-2,2}}], PlotRange->{{-2.5,2.5},{-2.5,2.5}}]; A. Cutrı̀ 17-11-2014 Metodi Matematici per l’ingegneria–Ing. Gestionale Esponenziale complesso Vogliamo definire una funzione che estende al campo complesso la definizione x ∈ R → e x . Ricordiamo che x x ∈R lim (1 + )n = e x n→∞ n Se consideriamo ora z = x + iy e facciamo x + iy n ) = e x (cos y + i sin y ) lim (1 + n→∞ n n (con calcolo laborioso si vede che il modulo |(1 + x+iy n )| tende a e x e l’argomento tende a y ) Questo ci suggerisce di definire e z : e z = e x+iy := e x (cos y + i sin y ) Si ha ovviamente u(x, y ) = e x cos y , v (x, y ) = e x sin y |e z | = e x = e Rez > 0 ∀z ∈ C ⇒ |e iy | = 1 ∀y ∈ R e z1 +z2 = e z1 e z2 e z = e z+2kπi ∀k ∈ Z Quindi e z è 2πi−periodica A. Cutrı̀ 17-11-2014 Metodi Matematici per l’ingegneria–Ing. Gestionale Logaritmo complesso e z 2πi−periodica ⇒ e z non è iniettiva dato w ∈ C \ {0} (immagine di e z ), l’equazione e z = w ha in realtà infinite soluzioni z = x + iy . Come si trovano? w ∈ C \ {0} ⇒ w = ρ(cosθ + i sin θ) = ρe iθ si devono determinare x, y in modo che e z = w ⇔ e x+iy = ρe iθ Quindi: ex = ρ e iθ = e iy ⇒ x = log ρ , y = θ + 2kπ , k ∈ Z Otteniamo z = logC w = log ρ + i(θ + 2kπ) k ∈Z Esistono pertanto infiniti logaritmi complessi di w e Re(logC w ) = log |w | A. Cutrı̀ Im(logC w ) = arg (w ) + 2kπ 17-11-2014 k∈Z Metodi Matematici per l’ingegneria–Ing. Gestionale Logaritmo principale complesso Se però restringiamo il dominio di e z all’insieme A = {x + iy : x ∈ R, y ∈ (−π, π)} e z z ∈ A è iniettiva e la sua immagine è C \ {x ≤ 0} allora se consideriamo l’inversa della restrizione di e z all’insieme A otteniamo una funzione ad un solo valore definita su C \ {x ≤ 0} che prende il nome di Logaritmo principale Log (z) = log(|z|) + iArg (z) z ∈ C \ {x ≤ 0} (Arg (z) è l’Argomento principale di z) A. Cutrı̀ 17-11-2014 Metodi Matematici per l’ingegneria–Ing. Gestionale Limiti di Funzioni complesse di una variabile complessa Sia z0 = x0 + iy0 ∈ A ⊆ C (A è un insieme aperto) lim(x,y )→(x0 .y0 ) u(x, y ) = Re(l) lim f (z) = l ∈ C ⇔ z→z0 lim(x,y )→(x0 .y0 ) v (x, y ) = Im(l) f è continua in z0 se e solo se l = f (z0 ) Quindi per lo studio ci si riporta al caso di limiti di funzioni da R2 a R (le funzioni u e v ) A. Cutrı̀ 17-11-2014 Metodi Matematici per l’ingegneria–Ing. Gestionale Derivabilità in senso complesso Sia A ⊆ C un aperto di C. f : A ⊆ C → C, z0 ∈ A. f è derivabile in z0 se esiste finito il lim z→z0 f (z) − f (z0 ) =: f 0 (z0 ) z − z0 Poiché A è aperto, se z0 ∈ A, esiste un intorno Br (z0 ) (cerchio di centro z0 e raggio r ) contenuto in A e dunque per z ∈ Br (z0 ) si può considerare il rapporto incrementale f (z) − f (z0 ) ∈ C e z − z0 ∈ C dunque il rapporto incrementale si definisce come il quoziente di due numeri complessi (non avrebbe senso dividere due vettori!!!) le regole di derivazione di somma, prodotto,quoziente,funzioni composte,inverse sono analoghe a quelle di funzioni reali di variabile reale A. Cutrı̀ 17-11-2014 Metodi Matematici per l’ingegneria–Ing. Gestionale Condizioni CR Anche se formalmente la definizione di derivabilità in z0 è molto simile al concetto di derivabilità per funzioni reali di variabile reale, vedremo che i due concetti sono profondamente diversi e la condizione di derivabilità complessa è estremamente forte. Che relazione c’è tra la derivabilità di f in z0 = x0 + iy0 e la differenziabilità di u(x, y ) = Re(f ) e v (x, y ) = Im(f ) in (x0 , y0 )? Non sono nozioni equivalenti ma vale il seguente teorema: Theorem Condizioni di Cauchy-Riemann (CR): Sia f : A ⊆ C → C, A aperto, z0 = x0 + iy0 ∈ A. Allora f è derivabile in z0 se e solo se u(x, y ) = Ref (x + iy ) e v (x, y ) = Im(f (x + iy )) sono differenziabili in (x0 , y0 ) e valgono le condizioni di Cauchy-Riemann seguenti: ux (x0 , y0 ) = vy (x0 , y0 ) uy (x0 , y0 ) = −vx (x0 , y0 ) A. Cutrı̀ 17-11-2014 Metodi Matematici per l’ingegneria–Ing. Gestionale Dimostrazione del teorema CR Dobbiamo provare che f è derivabile in z0 se e solo se u(x, y ) e v (x, y ) sono differenziabili in (x0 , y0 ) e valgono le condizioni di Cauchy-Riemann: ux (x0 , y0 ) = vy (x0 , y0 ) uy (x0 , y0 ) = −vx (x0 , y0 ) DIM 00 ⇒00 : f derivabile in z0 equivale a f (z) = f (z0 ) + f 0 (z0 )(z − z0 ) + o(|z − z0 |) z → z0 p cioè, essendo |z − z0 | = (x − x0 )2 + (y − y0 )2 , indicando f 0 (z0 ) = A + iB u(x, y )+iv (x, y ) = u(x0 , y0 )+iv (x0 , y0 )+(A+iB)(x−x0 +i(y −y0 ))+o(|z− da cui (isolando parte reale e parte immaginaria): q u(x, y ) = u(x0 , y0 )+A(x−x0 )−B(y −y0 )+o( (x − x0 )2 + (y − y0 )2 ) q v (x, y ) = v (x0 , y0 )+B(x−x0 )+A(y −y0 )+o( (x − x0 )2 + (y − y0 )2 ) A. Cutrı̀ 17-11-2014 Metodi Matematici per l’ingegneria–Ing. Gestionale Quindi u e v sono differenziabili in (x0 , y0 ) e ∇u(x0 , y0 ) = (A, −B) ∇v (x0 , y0 ) = (B, A) da cui segue ux (x0 , y0 ) = vy (x0 , y0 ) uy (x0 , y0 ) = −vx (x0 , y0 ) ed inoltre f 0 (z0 ) = ux + ivx = vy − iuy = . . . DIM 00 ⇐00 : u(x, y ) = u(x0 , y0 )+ux (x0 , y0 )(x−x0 )+uy (x0 , y0 )(y −y0 )+o(|z−z0 |) iv (x, y ) = i[v (x0 , y0 )+vx (x0 , y0 )(x−x0 )+vy (x0 , y0 )(y −y0 )+o(|z−z0 |)] sommando: f (z) = f (z0 ) + [ux + ivx ](x − x0 ) + [uy + ivy ](y − y0 ) + o(|z − z0 |) ma, per le condizioni CR, ux + ivx = −iuy + vy dunque, ponendo f 0 (z0 ) := ux (x0 , y0 ) + ivx (x0 , y0 ) si ha f (z) = f (z0 ) + f 0 (z0 )(z − z0 ) + o(|z − z0 |) A. Cutrı̀ 17-11-2014 Metodi Matematici per l’ingegneria–Ing. Gestionale esempi f (z) = e z è derivabile in ogni punto z ∈ C e f 0 (z) = e z Infatti, u(x, y ) = e x cos y , v (x, y ) = e x sin y sono differenziabili in ogni (x, y ) ed inoltre valgono le condizioni CR: ux = e x cos y = vy uy = −e x sin y = −vx inoltre f 0 (z) = ux + ivx = e x (cos y + i sin y ) = e z f (z) = z NON è derivabile in alcun punto z ∈ C (è continua in ogni punto) Infatti: u(x, y ) = x , v (x, y ) = −y A. Cutrı̀ 17-11-2014 dunque ux = 1 e vy = −1 Metodi Matematici per l’ingegneria–Ing. Gestionale f (z) = |z|2 è derivabile SOLTANTO nel punto z = 0 (è continua in ogni punto) Infatti: u(x, y ) = x 2 + y 2 e v (x, y ) = 0 dunque vx = vy = 0 mentre ux = 2x e uy = 2y pertanto l’unico punto dove sono soddisfatte le CR è (0, 0) e f 0 (0) = 0 f (z) = |z| NON è derivabile in alcun punto (è continua in ogni punto) Infatti: v (x, y ) = 0 dunque vx = vy = 0 p mentre u(x, y ) = x 2 + y 2 NON è differenziabile in (0, 0) ed al di fuori dell’origine è differenziabile e ux = √ 2x 2 e uy = √ 2y 2 x +y x +y pertanto al di fuori di (0, 0) le condizioni CR non sono soddisfatte. A. Cutrı̀ 17-11-2014 Metodi Matematici per l’ingegneria–Ing. Gestionale Se f (x + iy ) = u(x, y ) + iv (x, y ) è a valori reali (i.e. v (x, y ) ≡ 0 in A) oppure a valori immaginari puri (i.e. u(x, y ) ≡ 0 in A). Allora f è derivabile in A (connesso) se e solo se è Costante in A (perché ∇u ≡ 0 implica per le condizioni CR che ∇v ≡ 0 e viceversa in A) Se f è derivabile in un punto z0 = (x0 .y0 ): CR ⇒ < ∇u(x0 .y0 ), ∇v (x0 .y0 ) >= 0 , k∇u(x0 .y0 )k = k∇v (x0 .y0 )k ed essendo ∇u(x0 .y0 ) ⊥ {u(x, y ) = u(x0 .y0 )} , ∇v (x0 .y0 ) ⊥ {v (x, y ) = v (x0 .y0 ) le linee di livello u(x, y ) = u(x0 .y0 ) e v (x, y ) = v (x0 .y0 ) sono tra loro ortogonali A. Cutrı̀ 17-11-2014 Metodi Matematici per l’ingegneria–Ing. Gestionale Funzioni Olomorfe Def: f : A ⊆ C → C A aperto, si dice Olomorfa in A se è derivabile in ogni punto di A con derivata continua. Se A = C allora f olomorfa si dice Intera. Si dice che f è Olomorfa in z0 ∈ A se f è olomorfa in un intorno Br (z0 ) ⊆ A. Le funzioni Olomorfe in A si indicano con H(A) Se f ∈ H(A) con A ⊆ C Aperto, allora le condizioni CR implicano che le due forme differenziali: ω1 := u(x, y )dx − v (x, y )dy ω2 := v (x, y )dx + u(x, y )dy sono Chiuse in A e se A ⊆ R2 è Semplicemente connesso sono Esatte in A A. Cutrı̀ 17-11-2014 Metodi Matematici per l’ingegneria–Ing. Gestionale