Guida dello studente 2004-2005

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FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA
CORSO DI LAUREA SPECIALISTICA IN PROGRAMMAZIONE E
GESTIONE DELLE POLITICHE E DEI SERVIZI SOCIALI
04/05
Guida per l’anno accademico 2004-05
1
PRESENTAZIONE
L’Università degli studi di Milano Bicocca, istituendo il Corso di laurea specialistica in
programmazione e gestione delle politiche e dei servizi sociali, intende preparare figure
professionali esperte capaci di operare con un elevato grado di autonomia e di svolgere funzioni di
direzione, di management e di coordinamento di programmi di servizi sociali e di politiche sociali
in vari settori quali l’ambito dell’integrazione socio-sanitaria, servizi alla persona e alle famiglie,
migrazioni e relazioni interculturali, esclusione e marginalità sociale, soggetti deboli e politiche di
welfare in genere.
Queste competenze specialistiche sono collegate al nuovo contesto dei servizi e degli interventi che
vede un forte sviluppo del terzo settore e delle connessioni tra quest’ultimo e il settore pubblico, sia
sul piano dell’erogazione che su quello della pianificazione, progettazione e valutazione dei servizi.
Si è ritenuto quindi opportuno che il profilo professionale di riferimento comprenda la dirigenza e il
management del settore pubblico e del terzo settore, assumendo e favorendo, già nell’ambito
formativo, forme di cooperazione nel rispetto dei diversi ruoli e funzioni.
Il corso di studi ha durata biennale e si articola in tre curricula formativi: management dei servizi
sociali, relazioni interculturali e politiche sociali.
Esso è organizzato per moduli didattici caratterizzati da specifiche aree tematiche, con un approccio
multidisciplinare. Accanto ai moduli sono previsti inoltre seminari, laboratori, gruppi di lavoro,
tirocini di ricerca.
La frequenza non è obbligatoria (ad eccezione dei laboratori e di alcuni moduli didattici), ma è
opportuna e vivamente consigliata, dato il livello di sperimentazione che il corso di laurea intende
esprimere, favorendo l’apprendimento attivo e critico delle competenze e il continuo confronto con
le esperienze formative e lavorative dei partecipanti, e proponendo laboratori esperienziali che
possono essere utilmente fruiti solo attraverso comportamenti agiti direttamente.
Le attività didattiche, seminariali e di laboratorio si svolgono in tre giorni alla settimana, (mattino e
pomeriggio) e precisamente giovedì, venerdì e sabato; le verifiche/esami/prove avverranno, oltre
che nella consueta forma orale, attraverso la redazione di paper al termine di ogni modulo e/o di
gruppi di moduli oppure anche attraverso lavori in classe.
.Nel primo anno il percorso formativo è in sostanza comune ai tre curricula sulla base della
considerazione che la dimensione interculturale nella società attuale è riferimento imprescindibile
sia per la lettura del contesto che per la programmazione e gestione degli interventi a qualsiasi
livello.
Per facilitare la comprensione della proposta formativa i moduli didattici sono raggruppati facendo
riferimento ad aree tematiche: da un lato le aree relative alle specifiche competenze funzionali di
programmazione e gestione dei servizi, dall’altro lato le grandi trasformazioni socio-economicheculturali e normative che costituiscono il quadro di sfondo in cui tali competenze si collocano e da
cui vengono influenzate.
Nel secondo anno il percorso formativo è in parte curriculare. Si ritiene infatti che l’acquisizione di
competenze vada anche radicata rispetto alla specificità dell’area e della materia in cui si lavora o
s’intende lavorare a un livello specialistico, sia essa area funzionale oppure legata a fasce
problematiche/aree di intervento.
In questa prospettiva il secondo anno potrà essere organizzato in modo da sostenere il lavoro di
approfondimento su aree tematiche che troverà sbocco nella tesi finale.
Il coordinatore del corso di laurea
Alberto Giasanti
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INDICE
PRIMO ANNO
1. Le grandi trasformazioni socio-economiche e culturali
1.Sistemi di welfare comparati ( Docente: David Benassi; introduce Enzo Mingione)
2.Nuove forme di identità collettive (Docente: Mariuccia Giacomini)
3.I sistemi di solidarietà familiari (Docente: Carla Facchini)
4.L’integrazione tra le politiche sociali (Docente: Ota De Leonardis)
2. Le trasformazioni istituzionali e normative
1.Le politiche sanitarie (Docente: Mara Tognetti)
2.Le politiche globali per la salute (Docente: Eduardo Missoni)
3. La legislazione sociale e sanitaria (Docente: Paolo Ferrario)
4. Le culture organizzative delle politiche sociali (Docente: Lavinia Bifulco)
3. La programmazione e la progettazione in ambito sociale
1.La programmazione sociale (Docente:Tommaso Vitale)
2.La costruzione e la valutazione di progetti (Docente: Giuliana Carabelli)
3. La dimensione della progettazione (Docente: Maria Cacioppo)
4. La gestione dei servizi sociali
1.La gestione e la valutazione di qualità (Docente: Antonella Pagliarani)
2.La gestione dei gruppi di lavoro -curricula management e politiche sociali(Docente:Gianni Del Rio)
5. La gestione delle relazioni e dei processi comunicativi
1.Le forme della mediazione (Docente: Adolfo Ceretti)
2.La comunicazione interculturale (Docente:Ida Castiglioni)
3.La comunicazione nell’organizzazione (Docente: Franca Olivetti Manoukian)
4.Lo spirito della mediazione (Docente: Jacqueline Morineau)
5.La gestione della differenza culturale -curriculum relazioni interculturali( Docente: Milton Bennett)
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SECONDO ANNO
1. Le trasformazioni istituzionali e normative
1. I diritti di cittadinanza ( Docente: Alberto Giasanti)
2. Pluralismo giuridico e pluralismo culturale (Docente: Alberto Giasanti)
2. La programmazione e la progettazione in ambito sociale
1. La dimensione della programmazione (Docente: Pia May)
2. Il controllo di gestione (Docente: Alberto Poli)
3. La gestione dei servizi sociali
1.Il management dei servizi (Docente: Donatella Barberis)
2. Governance locale (Docente: Ota De Leonardis)
Curriculum: management dei servizi sociali
1. Servizio sociale in Europa (Docente: Raffaella Puccio)
2. Il management dei servizi -corso progredito- (Docente: Donatella Barberis)
3. La gestione delle risorse umane (Docente: Grazia Gacci)
Curriculum: relazioni interculturali
1. La comunicazione interculturale -corso progredito - (Docente: Ida Castiglioni)
2. La competenza interculturale nelle relazioni (Docente: Milton Bennett)
3. La pedagogia dell’altro (Docente: Mariangela Giusti)
4. La salute dell’altro (Docente: Mariella Pandolfi)
Curriculum: politiche sociali
1. Sistemi locali di welfare (Docente: Lavinia Bifulco)
2. Politiche comunitarie e realtà locali (Docente: Lavinia Bifulco)
3. Processi di esclusione sociale (Docente: Ota De Leonardis)
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Laboratori
1. Il sorriso di Narciso: dal corpo alla parola (Docente: Attilio Gardino)
2. La (de)costruzione dell’ “Altro” (Docente: Simone Ghezzi)
3. Il sé corporeo nella relazione interpersonale (Docente: Luciano Marchino)
4. Il clima relazionale in una professione d’aiuto efficace: l’approccio centrato sulla persona di Carl
Rogers (Docente: Emilia Ugolotti)
5. Come comunicare interculturalmente con i cinesi (Docente: Jurgen Henze)
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PRIMO ANNO
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1.Le trasformazioni socio-economiche e culturali
Sistemi di welfare comparati
Docente: David Benassi
Crediti: 3
Davide Benassi, dottore di ricerca in sociologia economica, è ricercatore presso il Dipartimento di
Sociologia e ricerca sociale dell’Università degli studi di Milano-Bicocca e insegna sociologia
economica.
Obiettivi
Nel corso verrà analizzata in profondità la ricerca recente sui diversi modelli di welfare, con
particolare attenzione ai paesi europei; il caso italiano verrà studiato sottolineando somiglianze e
differenze rispetto agli altri paesi. L’analisi comparata dei sistemi di welfare si svilupperà a partire
dalle diverse matrici storico-sociali d’origine e si incentrerà sulle diverse condizioni demografiche,
sociali ed occupazionali che caratterizzano i paesi europei. È a partire da questi due ambiti di
variabilità che prendono origini i diversi modelli di welfare state. Il programma del corso prevede
anche una serie di approfondimenti che permetteranno di approfondire la conoscenza del caso
italiano in prospettiva comparata. Dal punto di vista didattico, le lezioni (di 4 ore) saranno
organizzate in una prima parte di lezione tradizionale ed in una seconda parte che prevede un
coinvolgimento attivo degli studenti tramite l’analisi di materiali di ricerca.
Contenuti
1) Argomenti generali:
Problemi di definizione del welfare
La strutturazione storica dei sistemi di welfare
I modelli di welfare regime
L’Italia come welfare regime
Il processo di riforma del welfare in Europa
2) Approfondimenti:
L’impatto redistributivo del welfare
La povertà
Le politiche contro la povertà
Le pensioni tra previdenza e assistenza
Le politiche di reddito minimo
Valutazione
La valutazione avverrà per prove scritte, o – a scelta degli studenti – attraverso la realizzazione di
tesine su argomenti concordati col docente.
Bibliografia
Flora e Heideheimer, Lo sviluppo del welfare state in Europa e in America, Il Mulino, 1983 (parti scelte).
Esping-Andersen, I fondamenti sociali delle economie post-industriali, Il Mulino, 2000 (parti
scelte).
Ferrera, Le trappole del welfare, Il Mulino, 1998.
Specifiche letture aggiuntive saranno indicate nel corso delle lezioni.
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Nuove forme di identità collettive
Docente: Mariuccia Giacomini
Crediti: 3
Mariuccia Giacomini insegna antropologia culturale nella formazione delle professioni sociali presso la
Scuola Regionale per Operatori Sociali del Comune di Milano, la Facoltà di Sociologia dell’Università
degli studi di Milano-Bicocca e la Facoltà di Medicina dell’Università degli studi di Milano.
Obiettivi
• Acquisire consapevolezza e competenza critica relativamente ai processi di identificazione e
alle strategie identitarie in un quadro di globalizzazione avanzante e di migrazioni
internazionali.
• Sviluppare capacità relazionali aperte e attente alla comunicazione e allo scambio interculturale.
Programma
Lo scenario che oggi ci porta a discutere di identità collettive è quello dei processi di
globalizzazione, che sembrano contrassegnare una nuova fase della modernità. Il “discorso
sull’identità” ha suscitato negli ultimi anni un’esplosione di interessi e un ampio ventaglio di
interpretazioni. Oggetto della ricerca antropologica non sono più tanto le diversità tra culture
lontane, ma piuttosto i nuovi sincretismi che percorrono le società, le questioni legate alla
continuità/discontinuità culturale, i modelli attraverso cui gli attori sociali si autorappresentano e
rappresentano gli Altri. Oggi, forse più che mai, le identità sono costruite in molti modi, fatti di
variazioni, connessioni, sovrapposizioni suggerite dalla dinamica del locale e del globale e non solo
dalla cultura alla quale si “appartiene”. Esperienze ripetute di “sradicamento”, coesistenza di molte
affiliazioni, collettività di nuovo tipo svincolate dall’appartenenza a un luogo fisico, culture della
dislocazione e del trapianto, pongono nuove sfide e dilemmi, così come la crescita
dell’autocoscienza culturale in molte collettività marginalizzate e, sul versante egemonico, la
costruzione di etnicità esclusive, talvolta con scopi squisitamente economici e politici.
L’attenzione a questo campo complesso si svilupperà attraverso lezioni teoriche, confronto con
studiosi ed esperti, analisi di materiali, filmati, ricerche su casi significativi.
La prova di esame consisterà in una relazione scritta (frequentanti: 4 max. 5 cartelle; non
frequentanti 6 max. 7 cartelle) con la possibilità di una integrazione orale al momento della
restituzione.
6/11 - Identità collettive: riarticolazioni e strategie tra locale e globale (M. Giacomini)
13/11 - Il paradigma del cervo: la costruzione dell’identità in una società amerindiana (Giuliano
Tescari, Università di Torino)
20/11 - Ibridazione culturale e reti transnazionali (M. Giacomini)
27/11 - Identità culturale e mutamento sociale in Algeria (Mourad Kahloula, Università di Orano,
Algeria)
4/12 - Migrazioni e appartenenze: la “doppia assenza” (M. Giacomini)
11/12 - Donne migranti e paradossi identitari (Ainom Maricos, Assistente sociale, portavoce del
movimento Cittadini dal Mondo)
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Riferimenti bibliografici
Aime M., Eccessi di culture, Einaudi, Torino, 2004 [SF, SNF]
Amselle J.-L., Connessioni. Antropologia dell’universalità delle culture, Bollati Boringhieri,
Torino, 2001
Appadurai A., Modernità in polvere, Meltemi, Roma, 2001
Bauman Z., Dentro la globalizzazione. Le conseguenze sulle persone, Laterza, Roma-Bari,
2001
- Intervista sull’identità, a cura di Bendetto Vecchi, Laterza, Roma-Bari, 2003 [SF, SNF]
Breidenbach J., Zukrigl I., Danza delle culture. L’identità culturale in un mondo globalizzato,
Bollati Boringhieri, Torino, 2000
Castells M., Il potere delle identità, Università Boconi Editore, Milano, 2003
Clifford J., Strade. Viaggio e traduzione alla fine del secolo XX, Bollati Boringhieri,Torino, 1999
Cuche D., La nozione di cultura nelle scienze sociali, il Mulino, Bologna, 2003
Fabietti U., L’identità etnica, Carocci, Roma, 1998
Hannerz U., La diversità culturale, il Mulino, Bologna, 2001
Leghissa G., Zoletto D. (a cura di), Gli equivoci del multiculturalismo, “aut aut”, 312, nov-dic 2002
Lopez Carillo L., Tescari G., Vamos a Turikyé. Sciamanismo e storia sacra Wirrarika, Franco
Angeli, Milano, 2000
Morini C. (a cura di), La serva serve. Le nuove forzate del lavoro domestico, DeriveApprodi,
Milano, 2000
Ongaro S., Le donne e la globalizzazione, Rubettino, Soveria Mannelli, 2001
Palidda S. (a cura di), Socialità e inserimento degli immigrati a Milano, Angeli, Milano, 2000
- Devianza e vittimizzazione tra i migranti, “Quaderni I.S.MU.”, 2/2001
Rahola F., Zone definitivamente temporanee. I luoghi dell’umanità in eccesso, ombre corte, Verona,
2003 [SNF]
Remotti F., Contro l’identità, Laterza, Roma-Bari, 1996 [SF, SNF]
Sassen S., Migranti, coloni, rifugiati. Dall’emigrazione di massa alla fortezza Europa, Feltrinelli,
Milano, 1999
Sayad A., La doppia assenza. Dalle illusioni dell’emigrato alle sofferenze dell’immigrato, Cortina,
Milano, 2002
Scarduelli P., La costruzione dell’etnicità, L’Harmattan Italia, 2003
Testi d’esame
Studenti frequentanti [SF]: Aime M. 2004, Bauman Z. 2003, Remotti F. 1996, e un testo a scelta tra
quelli indicati nei riferimenti bibliografici.
Studenti non frequentanti [SNF]: Aime M. 2004, Bauman Z. 2003, Rahola F. 2003, Remotti F.
1996.
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I sistemi di solidarietà familiari
Docente: Carla Facchini
Crediti: 3
Carla Facchini insegna sociologia della famiglia ed è coordinatrice del corso di laurea triennale in
servizio sociale della Facoltà di Sociologia.
Obiettivi
Il primo obiettivo del corso è quello di analizzare i principali mutamenti in atto nelle strutture e
nelle reti di solidarietà familiari; il secondo è quello di cogliere l’intreccio tra tali mutamenti e le
politiche pubbliche
Contenuti
Negli ultimi decenni, in tutti i paesi industrializzati, le famiglie sono state coinvolte in importanti
mutamenti, sia per quanto riguarda la struttura, sia per quanto riguarda le modalità di
funzionamento, sia infine per quanto riguarda il rapporto con il sistema socio-economico e col
sistema dei servizi. Anzitutto si è assistito ad un processo di transizione demografica, segnato da un
forte aumento della speranza di vita e da una forte diminuzione dei tassi di natalità. Altrettanto
importanti i mutamenti sul versante della nuzialità, sintetizzabili in una diminuzione dei quozienti,
in un aumento dell’età al matrimonio, in un aumento di matrimoni ‘misti’ e di convivenze, in
aumento dell’instabilità coniugale e di secondi matrimoni. Infine, sono mutati ruoli e relazioni
all’interno delle famiglie e, dunque, i suoi modi di funzionamento (da modelli basati su rigide
differenziazioni per sesso e su valori quali il ‘rispetto’, a modelli basati su differenziazioni per
generazioni e su di una centralità della dimensione amorosa-affettiva).
Questi mutamenti hanno portato, da un lato, ad un processo di differenziazione delle tipologie
familiari, dall’altro ad una trasformazione dei modelli di solidarietà.
Nel modulo ne saranno analizzati gli elementi portanti:
1. rilievo crescente acquisito dal tema della cura e della vicinanza affettiva e
ridimensionamento del vettore economico;
2. trasformazione dei modelli di solidarietà nella coppia e ridimensionamento (anche a seguito
dell’affermazione di un modello di ‘doppia presenza’ femminile), di un’impostazione basata
su nette dipendenze reciproche e su aspettative fortemente normate;
3. ‘verticalizzazione’ delle relazioni e delle solidarietà familiari, effetto della coesistenza di più
generazioni e del ridotto numero di soggetti appartenenti ad ogni generazione;
4. ‘femminilizzazione’ della solidarietà tra le generazioni;
5. mutamento del modo di porsi rispetto ai Servizi sociali, sia per quanto riguarda la loro
esistenza, sia per quanto riguarda la loro ‘qualità’.
Valutazione
La valutazione avviene in base a due possibili modalità. La prima è una prova scritta; la seconda
modalità prevede invece una prova orale e la presentazione di una tesina su di un tema concordato
con la docente.
Bibliografia (per i non frequentanti)
C.Saraceno, E.Naldini, Sociologia della famiglia, Il Mulino, Bologna, 2001,
C.Saraceno, Mutamenti della famiglia e politiche sociali in Italia, Il Mulino, Bologna, 1998.
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L’integrazione tra le politiche sociali
Docente: Ota de Leonardis
Crediti: 3
Ota de Leonardis è docente di Sociologia dei processi culturali e coordinatore del Master in
Sviluppo Locale e Qualità Sociale della Facoltà di Sociologia.
Obiettivi
Il modulo è organizzato in tre giornate dedicate al tema delle politiche sociali di nuova generazione
che, anche sotto la spinta dei programmi europei, sono orientate a superare la tradizionale
impalcatura categoriale dei servizi e delle competenze e a disegnare in varie forme interventi
integrati.
Contenuti
Le tre giornate saranno dedicate ciascuna al seguente argomento:
1. L’integrazione tra le politiche a livello locale.
Questa giornata sarà dedicata all’analisi ai programmi d’intervento in contesti urbani e
all’integrazione tra politiche urbane e politiche sociali.
2. L’integrazione tra gli attori delle politiche.
Questa giornata sarà dedicata all’analisi delle forme di cooperazione tra attori pubblici, mercato
e terzo settore nella costruzione di progetti di impresa sociale.
3. Scelte pubbliche, pratiche di giustizia sociale e variabili organizzative: il rapporto tra
integrazione tra le politiche e integrazione sociale.
Questa giornata sarà dedicata a mettere a fuoco le responsabilità pubbliche che la funzione
dirigente comporta in materia di scelte di giustizia sociale, e il ruolo che svolge la
configurazione organizzativa dei servizi nel tradurre e realizzare queste scelte.
Il percorso di ogni giornata prevede, dopo un inquadramento delle tendenze in corso, analisi di caso
di progetti o servizi e momenti esercitativi.
Valutazione
Il modulo è organizzato in continuità con il modulo “Le culture organizzative delle politiche
sociali”. E’ prevista perciò un’unica prova che consisterà in un elaborato scritto con
un’integrazione orale su argomenti relativi ai temi trattati da entrambi i moduli.
Bibliografia
Verrà indicata all’inizio del corso
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2. Le trasformazioni istituzionali e normative
Le politiche sanitarie
Docente:Mara Tognetti
Crediti: 3
Mara Tognetti docente di politica sanitaria esperta di temi della salute e in particolare della salute straniera.
Ha svolto numerose ricerche nel campo, e ha rivestito numerosi incarichi di consulenza per enti pubblici sia
sul tema delle politiche migratorie che delle politiche sanitarie
Obiettivi
Il modulo,articolato in tre incontri di 8 ore ciascuno, è finalizzato a discutere e a mettere a
confronto, secondo l’approccio comparativo, i grandi cambiamenti delle politiche sanitarie e i suoi
intrecci con le politiche sociali negli ultimi decenni, sia per quanto riguarda il contesto italiano che
quello europeo.Si tratterà di individuare alcuni nodi principali e di esaminarli cercando di
evidenziarne i limiti e le potenzialità, nonché le tendenze future.
Contenuti
1) Nuovi e vecchi attori nelle trasformazioni delle politiche sanitarie, innovazione e continuità.
Un’analisi comparata. Dopo un’introduzione sul metodo comparato in politica sociale,
saranno analizzate le principali riforme che hanno interessato il Servizio Sanitario Nazionale
e i sistemi sanitari di alcuni paesi europei. Sarà dato spazio agli elementi di specificità e di
continuità, nonché di innovazione.
2) Sistemi sanitari in Europa: modelli e spesa per la salute, a partire dai dati di ricerca Saranno
messi a confronto alcuni sistemi sanitari europei con particolare attenzione alla
comprensione dei meccanismi di spesa. Saranno descritti i principali meccanismi di
costruzione e di riparto della spesa sanitaria. Le forme di partecipazione diretta e indiretta
dei cittadini.
3) Il processo di privatizzazione nelle politiche sanitarie, con particolare attenzione ai temi
della qualità e dell’equità, si cercherà di individuare anche degli indicatori compatibili con la
materia sociale. Saranno analizzati i principali fattori che stanno alla base del processo di
privatizzazione dei sistemi sanitari, i diversi modelli di mercato in sanità, le applicazioni
italiane ed europee. Particolare attenzione sarà dedicata alla Lombardia.
4) I sistemi sanitari e di cura di fronte all’utenza che cambia: gli utenti immigrati Saranno
delineate le principali tendenze future e i nodi problematici , derivanti da una sempre più
elevata presenza di utenti immigrati e di culture sanitarie articolate e complesse. Saranno
analizzate alcune realtà operative al fine di delineare possibili strategie, sono previste
simulazioni in aula
Valutazione:
Per i frequentanti le modalità saranno definite in aula. Per i non frequentanti l’esame si svolgerà in
forma orale.
Bibliografia
Verrà indicata all’inizio del corso.
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Le politiche globali per la salute
Docente: Eduardo Missoni. Tutor: Giovanni Pacileo.
Crediti: 3
Eduardo Missoni, medico, insegna anche politiche e management nei Paesi in via di sviluppo
presso la SDA-Bocconi.Ha lavorato come volontario medico in Nicaragua, come funzionario
dell’UNICEF in Messico e presso la Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del
Ministero degli Affari Esteri come esperto responsabile delle iniziative di cooperazione sociosanitaria con l'America Latina e gran parte dell'Africa Subsahariana, nonché come liaison officer
per le relazioni con l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). E’ Segretario Generale
dell'Organizzazione Mondiale del Movimento Scout.
Obiettivi
L’obiettivo principale di questo modulo è di acquisire la conoscenza dell’evolversi dello scenario
internazionale in relazione alle politiche per la salute, nonché la capacità di leggerne criticamente
gli effetti sui sistemi sanitari dei paesi più poveri e conoscere strumenti e significato della
cooperazione internazionale nel settore, anche con riferimento alle modalità adottate dall’Italia.
Contenuti
1. Dall’approccio integrato all’approccio selettivo: gli anni ‘80
2. Gli Organismi Finanziari Internazionali, i Piani di Aggiustamento Strutturale e la
Riforma dei Sistemi sanitari: gli anni ‘90
3. La salute nei negoziati sul commercio e l’avvento delle Partnership Globali PubblicoPrivato: l’agenda globale all’alba del nuovo millennio
4. La situazione sanitaria mondiale attuale e le nuove sfide
2. Le strategie globali per la salute: gli attori
1. OMS e il Sistema delle Nazioni Unite
2. La Banca Mondiale
3. L’OMC e il settore privato corporate
4. Il no-profit
5. Le GPPP
6. L’Unione Europea e le agenzie bilaterali
3. Le strategie a livello Paese
1. La salute nei piani di lotta alla povertà. Gli approcci di settore.
2. La questione dell’ownership
3. Casi Paese
4. L’Aiuto Pubblico allo Sviluppo. Nozioni Generali
5. La Cooperazione italiana allo sviluppo nel settore socio-sanitario
1. Principi guida e strategie
2. Esperienze
3. Situazione e prospettive
Valutazione
La valutazione consiste nella scrittura di un elaborato finale su uno dei temi trattati.
Bibliografia
Indicazioni bibliografiche e aggiornamenti verranno forniti dai docenti all’inizio del corso
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La legislazione sociale e sanitaria
Docente: Paolo Ferrario
Crediti: 3
Paolo Ferrario, sociologo, attualmente svolge attività di formazione, consulenza e ricerca nel settore dei
servizi socio-sanitari
Obiettivi
Il modulo didattico ha i seguenti obiettivi:
1.esplorare, con riferimento ad alcuni temi-chiave, i processi di regolazione del sistema dei servizi
sociali e sanitari nel nuovo quadro istituzionale;
2.rendere disponibili alcune tecniche e metodologie per l’analisi delle regole normative.
Contenuti
Le lezioni ed i materiali di studio tratteranno i seguenti punti:
1. assetti normativi dello stato italiano dagli anni ’90 e sistema dei servizi socio-sanitari: i
fattori del mutamento; gli attori; le riforme amministrative; l’analisi inter-istituzionale e
le connessioni fra stato, regioni e soggetti locali; gli effetti della riforma costituzionale;
la transizione in atto;
2. il sistema sanitario italiano e le Aziende sanitarie locali: contenuti e tendenze della
legislazione; processi decisionali; le norme sull’integrazione sociosanitaria e
sull’accreditamento; tendenze e tensioni nella sanità regionalizzata;
3. i processi di riforma del sistema dei servizi
4. i sociali: quadro normativo; posizione istituzionale e comportamenti dei soggetti
produttori di servizi; i Comuni nella pubblica amministrazione italiana; gli strumenti di
gestione dei servizi (diretta, indiretta, associata); fasi e processi connessi alla
esternalizzazione dei servizi; le relazioni inter-istituzionali;
5. analisi di un processo istituzionale ed organizzativo: la politica di sviluppo delle “Carte
dei servizi”.
Valutazione
Avviene attraverso la stesura di una relazione scritta da sviluppare attorno ad un tema fra quelli
proposti nel corso e in ogni caso centrata sulle modalità di regolazione normativa dei servizi sociosanitari. In alternativa è possibile effettuare un esame orale relativo agli argomenti trattati nel corso
ed allo studio dei testi indicati in bibliografia. Sul sito www.segnalo.it curato dal docente sarà
possibile reperire informazioni relative al corso ed altre fonti bibliografiche sugli argomenti trattati.
Bibliografia
I materiali di studio sono costituiti da:
1) Dossier formativo elaborato dal docente per il corso.
2) Paolo Ferrario, Politica dei servizi sociali – strutture, trasformazioni, legislazione, Carocci
editore, Roma 2001, p. 498 (capitoli 4° e 5° e un’area problematica a scelta fra quelle dei capitoli
dal 6° al 10°) sanitari: processi di costruzione della Carta dei servizi in una RSA, Carocci editore,
Roma 2002 (una delle tre parti, a scelta).
4) Altri riferimenti bibliografici proposti durante le lezioni.
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Le culture organizzative delle politiche sociali
Docente: Lavinia Bifulco
Crediti: 3
Lavinia Bifulco è ricercatrice presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale
dell’Università di Milano - Bicocca e insegna Politica Sociale presso la Facoltà di Sociologia.
Obiettivi
Il modulo ha l’obiettivo di fornire gli strumenti per inquadrare, riconoscere e trattare le culture
organizzative delle politiche sociali.
Contenuti
Con questo obiettivo, in primo luogo ricaveremo dalla letteratura sulle organizzazioni un
repertorio essenziale di coordinate per mettere a fuoco la dimensione organizzativa delle
politiche sociali e il suo potenziale generativo. Lavoreremo perciò su: (i) il passaggio
dall’organizzazione all’organizzare; (ii) le diverse componenti - cognitive, simboliche e normative
- delle culture organizzative; (iii) la rilevanza di queste componenti rispetto a processi ed effetti
generativi. Applicheremo poi queste coordinate al campo delle politiche e dei servizi sociali per
individuare e approfondire i fattori e le variabili culturali più significative rispetto a obiettivi e
criteri di integrazione (fra politiche e fra servizi) e di attivazione dei destinatari. Infine, metteremo
a frutto le indicazioni che provengono dal percorso fatto in tema di culture organizzative per
affrontare i problemi principali dell’apprendimento e del cambiamento organizzativo nelle politiche
sociali. Il modulo, oltre a momenti di lezione frontale, prevede alcune attività di esercitazione in
aula che utilizzeranno sia materiali predisposti dalla docente, sia materiali ricavati dalle esperienze
dirette dei frequentanti.
Valutazione:
Il modulo è organizzato in continuità con il modulo “L’integrazione tra le politiche sociali”. E’
prevista perciò un’unica prova che consisterà in un elaborato scritto con un’integrazione orale su
argomenti relativi ai temi trattati da entrambi i moduli.
Bibliografia
G. F. Lanzara, Capacità negativa, Il Mulino, Bologna (parti scelte), 1993.
O. de Leonardis, In un diverso welfare, Feltrinelli Milano (parti scelte), 1998.
L. Bifulco, Che cos’è una organizzazione, Feltrinelli, Milano (parti scelte), 2002.
L. Bifulco, a cura di, Il genius loci del welfare, Officina, Roma (parti scelte), 2003.
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3. La programmazione e la progettazione in ambito sociale
La programmazione sociale
Docente: Tommaso Vitale
Crediti: 3
Tommaso Vitale, laureato in Scienze Politiche e dottore di ricerca in Sociologia, svolge attività di
ricerca nel Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Milano – Bicocca,
presso il Laboratorio di sociologia dell’azione pubblica “Sui generis”, ed insegna come docente a
contratto presso il Master biennale in “Sviluppo locale e qualità sociale”.
Obiettivi
Obiettivo del modulo è definire un quadro concettuale per cogliere e valutare se e a quali condizioni
nei processi di programmazione sociale si danno condizioni di riflessività, capacità di
autocorrezione e di apprendimento in relazione al cambiamento di standard strutturali e processuali.
Particolare importanza sarà attribuita a cogliere i nessi fra i contenuti e gli stili della
programmazione e le relative implicazioni in termini di giustizia sociale e responsabilità pubblica.
Contenuti
Il modulo è suddiviso in sei lezioni, ciascuna di quattro ore. Nelle prima lezione la presentazione di
teorie, modelli e metodi procederà in parallelo alla ricostruzione delle principali tappe della
programmazione sociale in Italia ed in Europa a partire dagli anni ‘50. Nella seconda lezione sarà
attribuito ampio spazio alla discussione dell’impianto programmatorio introdotto dalla legge
285/1997 e di quello contenuto nella legge quadro 328/2000. Nella terza e quarta lezione saranno
analizzati alcuni piani sociali regionali, identificando l’integrazione socio-sanitaria come punto di
osservazione attraverso cui cogliere inerzie così come processi di apprendimento istituzionale ed
innovazione. Infine, le ultime due lezioni si concentreranno sui problemi di coordinamento
orizzontale e verticale nella programmazione ed attuazione dei piani di zona ed in particolare sulle
linee di tensione aperte (a) dai processi di programmazione partecipata, (b) dai tentativi di
costruzione di mercati sociali e (c) dall’introduzione di standard di accreditamento.
Valutazione
Per i frequentanti la prova consisterà nell’elaborazione di una breve tesina (fra le 8.000 e le 10.000
battute) su alcuni dei punti principali affrontati a lezione. I titoli delle tesine e la bibliografia
saranno comunicati durante le lezioni del modulo, e nel corso dell’ultima lezione saranno discusse
brevemente in forma preliminare. Gli studenti dovranno inoltre affrontare una prova orale sul
proprio elaborato in relazione ai contenuti del modulo. I non frequentanti dovranno affrontare un
esame orale.
Bibliografia
Sarà differenziata per i frequentanti e per i non frequentanti e sarà comunicata all’inizio del corso.
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La costruzione e la valutazione di progetti
Docente: Giuliana Carabelli
Crediti: 3
Giuliana Carabelli, sociologa, si occupa di organizzazione, programmazione e valutazione di
servizi nell’ambito della formazione degli operatori, della ricerca e della consulenza. Ha avuto
anche un’esperienza diretta di gestione.
Obiettivi
Il modulo ha l’obiettivo:
- di fornire strumenti concettuali, metodologici e operativi che sostengano lo svolgimento di
funzioni di costruzione, gestione, coordinamento e valutazione di progetti nel campo degli
interventi e dei servizi sociali, assumendo comunque un’ottica integrata;
- di fornire alcune coordinate che permettano di collocarsi attivamente nel processo in corso
di espansione della progettazione, cogliendone le opportunità e anche gli elementi di criticità.
Contenuti
A questo fine i temi trattati saranno:
- l’espansione della progettazione sociale: ambiti, fattori, punti di forza e di criticità
- i differenti modelli e approcci alla progettazione: dall’approccio razionalistico all’approccio
dialogico e partecipato;
-organizzazione e fonti di finanziamento;
- le fasi della progettazione: la loro diversa declinazione nei diversi modelli;
- tipologie, criteri e dimensioni della valutazione;
- la valutazione di progetti ex- ante;
- la valutazione dei risultati nella progettazione sociale.
Il modulo è strutturato in sei incontri di quattro ore ciascuna, con una parte di lezione e con una
parte di esercitazioni. Nell’ambito del modulo è prevista la presenza di esperti qualificati che
forniranno un apporto teorico e metodologico ancorato alla esperienza diretta di funzioni di
progettazione nell’ambito sociale.
Valutazione
Relazione scritta con eventuale integrazione orale.
Bibliografia
La bibliografia è differenziata per frequentanti e non frequentanti e sarà fornita all’inizio del corso.
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La dimensione conoscitiva della progettazione
Docente: Maria Cacioppo
Crediti: 3
Maria Cacioppo, sociologa, si occupa di metodologia e tecniche della ricerca sociale con
particolare riferimento al rapporto tra forme di intervento e bisogni sociali. Svolge attività di
insegnamento e di ricerca presso l'Università degli Studi di Milano Bicocca e la Scuola regionale
per Operatori sociali del Comune di Milano.
Obiettivi
La dimensione conoscitiva interviene in diverse forme e con diverse funzioni nel lavoro di
progettazione (le conoscenze preliminari che fondano la promozione del progetto, i saperi
professionali e non degli attori coinvolti, la raccolta di informazioni come azione strumentale e/o
come obiettivo), che rimandano alla questione del rapporto tra conoscenza ed intervento, nelle fasi
di un progetto come nei diversi modelli di progettazione.
Contenuti
I diversi temi verranno considerati soprattutto sul piano metodologico, con attenzione in particolare
alla rilevazione e all’analisi dei bisogni e delle risorse nei luoghi dell’intervento sociale, e agli
approcci e ai metodi sia qualitativi che quantitativi.
- L’evoluzione dei modelli interpretativi, attraverso la riflessione sui concetti rilevanti, i riferimenti
teorici, le esperienze significative (bisogni e diritti, domanda e offerta di servizi, bisogni soggettivi
e bisogni oggettivi, unità di offerta e reti informali, ecc).
- Lo strumento dell’analisi secondaria per la lettura e la costruzione di ipotesi e di indicatori
rilevanti a livello locale. Si prenderanno in considerazione a) rapporti sociali, indagini ad hoc,
documentazione e piani di zona; b) informazioni prodotte dai soggetti erogatori di servizi/interventi.
- Le rilevazioni dirette, nelle loro forme standard ma anche non-standard. Ci si occuperà quindi di
ricerche a breve e medio raggio, di integrazione e sinergia di rilevazioni quantitative e qualitative,
di predisposizione di strumenti e di prodotti ad hoc.
Valutazione
La prova d’esame consiste in:
a) una parte scritta comune a frequentanti e non frequentanti:
1) schedatura (max 3 cartelle/pagine) di un progetto, seguendo le indicazioni (griglia con le
voci che evidenziano gli aspetti metodologici connessi alla dimensione conoscitiva) che
saranno fornite dalla docente entro la fine del modulo
2) commento critico (max 5 cartelle)
b) per coloro che non hanno frequentato o sono stati presenti per meno di tre incontri
l’esame prevede una integrazione orale che consiste in una breve presentazione del lavoro svolto.
Bibliografia
Presso la copisteria Fronte Retro di V.le Sarca sarà disponibile e aggiornata periodicamente fino al
termine del corso una cartelletta con i materiali del modulo: programma generale e dei singoli
incontri, materiali distribuiti e indicazioni bibliografiche, indicazioni per la prova di esame, ecc.
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4. La gestione dei servizi sociali
La gestione e la valutazione di qualità
Docente: Antonella Pagliarani
Crediti: 3
Antonella Pagliarani ( laurea umanistica e Master in Business Administration) si occupa di
progettazione e di docenza nell’area dei comportamenti organizzativi e delle tematiche afferenti
alla qualità. Svolge inoltre attività di analisi organizzative e di valutazione di modelli aziendali
conforme alle norme ISO 9001.
Obiettivi
Il modulo si propone di mettere in grado i partecipanti di acquisire le logiche in merito agli
orientamenti/approcci alla qualità nonché di fornire metodologie e strumenti che, opportunamente
tarati, possano essere applicati alla realtà operativa dei partecipanti.
Contenuti
I temi trattati saranno:
1. Le logiche della Qualità: concetti base del Total Quality Management – TQM
2.La Qualità nei servizi: le caratteristiche, la definizione, la misurazione della qualità del servizio,
l’orientamento al cliente. Il processo di Customer Satisfaction: identificazione del sistema cliente, la
qualità misurata dal cliente, la pianificazione del monitoraggio della soddisfazione del cliente,
tecniche/strumenti di rilevazione dei dati.
3.Riferimenti legislativi concernenti l’istituto dell’accreditamento.
4.La famiglia di Norme UNI EN ISO 9000:2000: quadro normativo di riferimento, definizioni,
principi ed evoluzione, la coppia coerente. Analisi dei requisiti della Norma UNI EN ISO
9001:2000. La certificazione dei Sistemi di Gestione per la Qualità: obiettivi e iter. Lo stato
dell’arte della certificazione in Italia nei Servizi Sociali.
5.Approcci alla valutazione della qualità nel settore dei servizi sociali: accreditamento,
certificazione, bilancio sociale, carta dei servizi. La Carta dei Servizi: la valutazione della qualità
dei servizi, analisi dell’approccio adottato in ambito socio-assistenziale.
6.La qualità etico-sociale.
Valutazione
La prova d’esame consisterà in una prova scritta e sarà strutturata sotto forma di test composto da
domande aperte o sotto forma di paper su temi trattati a lezione.
Bibliografia
Per la prova d’esame, è stata predisposta una raccolta di articoli e sezioni di testi che fornisce il
supporto teorico e documentale all’amplia panoramica delle tematiche trattate e risulta comprensiva
di tutti gli argomenti sviluppati nel corso (sia per i frequentanti che per coloro che non frequentano).
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La gestione dei gruppi di lavoro
Docente: Gianni Del Rio
Crediti: 3
Gianni Del Rio, psicologo psicoterapeuta. è docente nel Corso di Laurea in servizio sociale della
Facoltà di Sociologia dell’Università degli studi di Milano-Bicocca e nel Corso di laurea in
Educatore Professionale della Facoltà di Medicina dell’Università degli studi di Milano. Oltre al
lavoro terapeutico, svolge attività di formazione e supervisione di gruppi di lavoro nei servizi alle
persone e si occupa di temi connessi agli aspetti psicologici del lavoro d’aiuto.
Obiettivi
Scopo del contributo formativo è l’acquisizione di un atteggiamento più consapevole attorno alle
strutture e ai processi che determinano lo sviluppo e il funzionamento di un gruppo di lavoro e le
relazioni tra i partecipanti alla situazione, teso alla produzione e alla manutenzione di una
condizione di gruppo adeguata. Si ritiene, in tal senso, che l’attenzione debba centrarsi sulla
necessaria integrazione tra dimensione relazionale e dimensione operativa del gruppo di lavoro.
Contenuti
Alcune acquisizioni di base a proposito dei gruppi: la loro imprescindibilità, sia come dimensione
dell’esistenza di ciascuno in tutte le sue fasi, sia in particolare come ambito e come strumento di
lavoro. Come luogo di produzione e di fruizione di culture da parte dei membri, con esiti di segno
diverso. Come possibile fonte di sostegno ma anche di importanti vissuti di sofferenza individuali e
collettivi. La riflessione e la ricerca sui gruppi suggeriscono inoltre che, attraverso un’adeguata
comprensione delle dinamiche in atto, è possibile indurre e gestire nel gruppo opportuni processi
finalizzati al cambiamento. Si indicano i focus su cui verterà la riflessione:
• Il processo di formazione di un gruppo di lavoro.
• Ruoli e relazioni; la leadership.
• Scopi, bisogni e risorse; la definizione dell’obiettivo.
• La gestione del conflitto.
• Vita privata e vita lavorativa; il gruppo tra compito e cura di sé.
• Stress e mobbing.
Valutazione
I frequentanti possono optare tra la stesura di un elaborato scritto (tra 6000 e 12000 battute) su un
tema relativo agli argomenti trattati nel corso e concordato col docente, o l’esame orale previsto per
i non frequentanti. I non frequentanti sosterranno un esame orale.
Bibliografia
Del Rio,G., Percorsi di vita, percorsi di stress, percorsi di lavoro. Stress, soddisfazione lavorativa e
qualità dei servizi, in “Rassegna di Servizio Sociale”, (4), 26-40; e in: “Prospettive Sociali e
Sanitarie”, (19), 1-6.
Del Rio,G., Il gruppo tra compito e cura di sé, in: M. Tognetti Bordogna (a cura), “Promuovere i
gruppi di self help”, Angeli, Milano, 2002.
20
Del Rio,G., Giorgetti,E.., Il gruppo vuoto. Osservazione dell’assunto di base di Meità in un’équipe,
in: “Prospettive Sociali e Sanitarie”, (31) 12, 8-13.
Quaglino G.P., Casagrande S., Castellano,A., Gruppo di lavoro, lavoro di gruppo, Cortina, Milano
2003.
5. La gestione delle relazioni e dei processi comunicativi
Le forme della mediazione
Docente: Adolfo Ceretti. Tutor: Federica Brunelli , Francesco Di Ciò.
Crediti: 3
Adolfo Ceretti è docente di Criminologia presso la Facoltà di Giurisprudenza, Università di
Milano-Bicocca, è stato Giudice Onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Milano. Dal
1998 è Coordinatore Scientifico dell’Ufficio di Mediazione Penale di Milano. E’ Segretario
Generale Aggiunto della Società Internazionale di Prevenzione e Difesa Sociale.
Obiettivi
Consentire agli studenti di in-contrare le teorie e le prassi della mediazione penale e sociale.
Contenuti
La parola mediazione ha ormai conquistato uno spazio rilevante nel lessico degli operatori
sociali, anche se la plurivocità dei suoi significati rinvia a campi di applicazione che
attendono ancora, almeno in Italia, di essere definiti nel loro intreccio istituzionale.
Il corso intende avvicinare, far conoscere e approfondire gli ambiti teorici e pratici di due
forme di mediazione: quella penale e quella sociale, mediazioni che negli ultimi anni hanno
provato a ergersi quali forme alternative alla risoluzione dei conflitti che nascono in seguito
alla commissione di un reato o all’interno della vita sociale quotidiana.
Ma che cosa è un conflitto ? E quali conflitti possono essere mediati ? E ancora, con quali
forme e con quali procedure la mediazione penale pone autore di reato e vittima l’uno di
fronte all’altra in spazi che si collocano a margine della sfera della giustizia penale ? E infine,
con quali forme e con quali procedure la mediazione sociale fa appello a modalità di
risoluzione consensualmente affrontate, basate sulla esplicitazione dei processi di
comunicazione ?
Il corso affronterà questi temi proponendo ai partecipanti di entrare nello spirito della
mediazione anche attraverso un coinvolgimento diretto, attraverso “giochi di ruolo”.
Valutazione
Per i frequentanti: relazione scritta fatta di 5 pagine di 30 righe per 60 battute a partire dai
testi scelti e dagli appunti delle lezioni.
Per i non frequentanti: relazione scritta di 8 pagine di 30 righe per 60 battute a partire dai testi
scelti con eventuale integrazione orale.
Bibliografia
I testi verranno indicati all’inizio del corso
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La comunicazione interculturale
Docente: Ida Castiglioni
Crediti:3
Ida Castiglioni è docente di comunicazione interculturale presso la Facoltà di Sociologia
dell’Università di Milano-Bicocca e presso l’Istituto di comunicazione interculturale di Portland,
Oregon. Insegna inoltre presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Milano e nel Master
interuniversitario in analisi e gestione di progetti di sviluppo. E’ consulente di formazione e
progettazione interculturale per vari enti profit e non-profit in Italia e all’estero.
Obiettivi
L’obiettivo principale di questo modulo è acquisire la capacità di prendere prospettiva da un punto
di vista interculturale: pertanto il corso intende fornire i concetti di base della comunicazione
interculturale e gli adeguati strumenti di osservazione e rielaborazione delle variabili culturali di
ogni contesto.
Contenuti
Il modulo di base di comunicazione interculturale passa in rassegna i concetti principali che
consentono la comprensione di un contesto culturale, dai modelli di percezione, alla descrizione
delle dimensioni e variabili, all’analisi dell’interazione comunicativa, allo shock culturale e al
modello dinamico di sensibilità interculturale. Il modulo intende inoltre fornire una prospettiva
storica dell’evoluzione degli studi di comunicazione interculturale e un’impostazione di base
secondo i principali filoni teorici.
La metodologia didattica prevede il coinvolgimento attivo dei partecipanti nelle discussioni e nelle
esercitazioni pratiche che completano le spiegazioni teoriche. Pertanto si consiglia vivamente la
partecipazione attiva al corso.
Valutazione
La valutazione degli studenti frequentanti consiste nella scrittura di un elaborato finale concordato
in aula. La valutazione degli studenti non frequentanti consiste in una prova d’esame orale.
Bibliografia
Milton Bennett (a cura di), Principi di comunicazione interculturale, Franco Angeli, 2002
Paolo Balboni, Parole comuni culture diverse, Marsilio, 1999
Edward T. Hall, La dimensione nascosta, Bompiani, 1991
Pierre-Andrè Taguieff, La forza del pregiudizio, Il Mulino, 1994
Dispense fornite dalla docente.
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La comunicazione nell’organizzazione
Docente: Franca Olivetti Manoukian
Crediti: 3
Franca Olivetti Manoukian svolge attività di formazione, consulenza organizzativa e ricerca in
particolare presso organizzazioni che producono servizi. E’ socia e presidente dello Studio APS,
società di consulenza che opera presso aziende sanitarie locali, enti pubblici, aziende private.
Obiettivi
Nel funzionamento dei Servizi pubblici e privati e nella produzione di servizi alle persone si
sviluppano una pluralità di comunicazioni spesso non congruenti con le esigenze di realizzazione
efficace delle attività e con le attese di chi lavora. Il modulo si propone di :
- offrire dei riferimenti concettuali che permettano di cogliere la centralità dei processi di
comunicazione per la produzione di servizi e di leggere alcuni modelli culturali che tendono ad
orientarli e caratterizzarli;
- affrontare la questione della gestione delle comunicazioni nell’esercizio di ruoli di responsabilità
nelle organizzazioni dei Servizi;
- presentare alcune strumentazioni che possono sostenere e facilitare comunicazioni.
Contenuti
Nel modulo saranno trattati alcuni temi/problemi centrali per la gestione di interazioni e
comunicazioni nei Servizi, attraverso presentazioni di analisi e di ipotesi ricollegabili ad un
quadro di riferimento psico-sociologico:
- i processi di comunicazione tra Servizi e contesto territoriale indispensabili per individuare
obiettivi pertinenti e condivisi e promuovere integrazioni tra diverse istituzioni e organizzazioni
pubbliche e private;
- evoluzioni e modificazioni possibili rispetto a modalità tradizionali di comunicare all’interno dei
Servizi, ancorate a impostazioni amministrative e/o professionali, con frequenti scissioni tra
dimensioni formali e informali:
- la gestione delle comunicazioni da parte di ruoli di direzione e di coordinamento (che svolgono
funzioni di progettazione e gestione) e l'acquisizione di competenze per l’ascolto e l’elaborazione di
elementi assai vari , anche impliciti , carichi di ambivalenze;
- diversi tipi di gruppi e di riunioni e diverse modalità di conduzione e preparazione;
- letture e strategie di azione nelle situazioni conflittuali che inevitabilmente si manifestano nelle
relazioni all’interno e all’esterno dell’organizzazione e che vanno gestiti, piuttosto che rinviati o
esportati.
Valutazione
Agli studenti frequentanti sarà richiesto di predisporre un breve elaborato scritto, in cui siano
presentati alcuni interrogativi o alcune riflessioni che colleghino i contenuti trattati nel modulo con
alcuni aspetti dell’esperienza lavorativa . Per chi non ha possibilità di frequentare la valutazione
avverrà attraverso un esame in cui sarà richiesto di esporre analisi ed ipotesi sulla comunicazione
nelle organizzazioni, proposte in uno dei testi indicati nella bibliografia.
Bibliografia
A.A.V.V. La progettazione sociale, Quaderni di Animazione sociale, Torino 2000
A.G.Gargani, L’organizzazione condivisa, Guerini, Milano 1994
C.Kaneklin, F. Olivetti Manoukian, Conoscere l’organizzazione, Carocci, Roma 1999 (prima parte)
F.Olivetti Manoukian, Produrre servizi, il Mulino, Bologna, 1999
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Lo spirito della mediazione (tre edizioni, per un massimo di 15 persone ciascuna, denominate
rispettivamente lo spirito della mediazione/le forme della mediazione penale/la mediazione dei conflitti)
Docente: Jacqueline Morineau
Crediti: 3
Jacqueline Morineau ha fondato e dirige il Centro di mediazione e di formazione alla mediazione
di Parigi che lavora in stretto contatto con il Tribunale di Parigi. La passione per la mediazione
l’ha portata ad elaborare nel corso degli anni un metodo originale, attingendo alla sua formazione
classica con particolare attenzione alla tragedia greca, per formare mediatori in vari paesi del
mondo.
“La mediazione accoglie il disordine. E’ un momento e un luogo in cui è possibile esprimere le
nostre differenze e riconoscere quelle degli altri”
Obiettivi
Il modulo intende favorire l’esperienza di un luogo di incontro durante il quale capire i meccanismi
che stanno all’origine dei conflitti interpersonali e scoprire come essi possano essere anche
generatori di un nuovo rapporto.. E’ un lavoro di autoresponsabilizzazione che permette agli attori
del conflitto di trovare loro stessi soluzioni e riparazioni adeguate.
Contenuti
1. La mediazione. Il conflitto perenne. Il rifiuto del disordine. Sapere accogliere il disordine.
2. Le fasi della mediazione: la teoria, la krisis, la catarsi.
3. Il ruolo del mediatore e le sue virtù: lo specchio, il silenzio, l’umiltà
4. La mediazione: un rito di trasformazione
5. Esercitazioni pratiche e giochi di ruolo.
6. Esposizione dello sviluppo di una mediazione (quattro fasi):
a) l’accoglienza: spiegazione alle parti in conflitto della procedura di mediazione, delle regole
comuni di comportamento da tenere, del carattere confidenziale della mediazione;
b) l’esposizione da parte di ciascun attore del conflitto del suo punto di vista e sintesi da parte di
un mediatore di tutto quello che è stato detto;
c) il percorso delle parti in conflitto per arrivare a dialogare: presa di coscienza di una nuova
visione del conflitto e scoperta dei punti comuni e di un possibile accordo;
d) la valutazione del pregiudizio: riparazione materiale o simbolica.
Valutazione
I partecipanti devono seguire interamente il modulo (24 ore), alla fine del quale conseguiranno
l’idoneità di partecipazione.
Bibliografia
J. Morineau, Lo spirito della mediazione, Franco Angeli, Milano 1999.
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La gestione della differenza culturale
Docente: Milton Bennett
Crediti: 3
Milton J. Bennett ha fondato e dirige l’Istituto di Comunicazione interculturale di Portland in
Oregon; è stato volontario per il Peace Corps in Micronesia e professore di comunicazione alla
Portland State University in Oregon. Tiene corsi e conferenze sulla comunicazione interculturale in
tutto il mondo.
Obiettivi
1. Approfondire il modello di sensibilità interculturale.
2. Apprendere in che misura la competenza interculturale è correlata alla sensibilità
interculturale.
3. Partecipare a esercitazioni che sviluppano diversi aspetti del modello di sensibilità
interculturale.
4. Mettere in pratica le competenze acquisite.
Contenuti
Il modulo si basa sul modello dinamico di sensibilità interculturale (MDSI), che è ritenuto a livello
internazionale uno dei migliori approcci per capire e migliorare la competenza interculturale.
Approfondire questo modello significa comprenderne i fondamenti teorici basati su una prospettiva
costruttivista, capire il significato dell’esperienza interculturale e la differenza tra visioni del mondo
etnocentriche e etnorelative. Esercitazioni strutturate forniscono l’opportunità di “fare esperienza”
di ogni stadio evolutivo: l’esperienza di percepire la differenza culturale; l’esperienza di creare
categorie; l’esperienza del contesto culturale; l’esperienza di frames culturali alternativi;
l’esperienza del cambiamento di frame. Inoltre i partecipanti esploreranno il loro vissuto di identità
culturale.
La metodologia didattica del corso prevede alcune presentazioni e discussioni iniziali, seguite da
una serie di esercitazioni strutturate. Ogni esercitazione crea l’opportunità di mettere in pratica una
diversa competenza e di discuterne le sue implicazioni sia a livello personale che professionale.
Valutazione
I partecipanti devono seguire interamente il modulo (24 ore), alla fine del quale conseguiranno
l’idoneità di partecipazione.
Bibliografia
La bibliografia di riferimento sarà fornita durante il corso.
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SECONDO ANNO
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1. Le trasformazioni istituzionali e normative
I diritti di cittadinanza
Docente: Alberto Giasanti
Crediti: 3
Pluralismo giuridico e pluralismo culturale
Docente: Alberto Giasanti
Crediti: 3
Alberto Giasanti, sociologo del diritto, insegna sociologia dei processi culturali presso la Facoltà
di Sociologia dell'Università degli studi di Milano-Bicocca. E’ segretario scientifico del Centro
interuniversitario di studi su la giustizia e la cittadinanza. Relazioni interculturali.
Obiettivi
I due moduli, da un lato, intendono analizzare in che modo la crisi dello Stato nazione abbia
modificato il concetto stesso di cittadinanza e come oggi si possa declinare il tema della
cittadinanza come processo sociale nel quale ridefinire i nuovi legami comunitari.; dall’altro lato
intendono considerare il tema dei conflitti che possono sorgere per la compresenza di sistemi
culturali e normativi diversi: la cosiddetta pluralità degli ordinamenti.
Contenuti
Verranno affrontati i temi della compresenza di sistemi culturali e normativi diversi sia in termini di
riflessioni teorico-pratiche sui conflitti che sorgono sia con l’analisi di casi concreti in cui
l’ottemperanza ad una regola di un dato sistema normativo implica la violazione di un’altra regola
afferente ad altro ordinamento normativo compresente al primo.
Si darà conto, esaminando le normative in materia e tenendo presente le dinamiche istituzionali in
corso, dei processi reali e simbolici di costruzione dei diritti a partire dai contatti tra culture diverse
nella considerazione che anche le società europee sono il prodotto di commistioni etniche e di
apporti culturali differenziati.
Valutazione
Per gli studenti frequentanti la valutazione farà riferimento ai lavori d’aula.. Per gli studenti non
frequentanti la valutazione sarà orale.
Bibliografia
J. Kristeva, Stranieri a se stessi, trad.it., Milano:Feltrinelli, 1990 (testo di lettura).
A. Sayad, La doppia assenza, Milano: Cortina 2002 (testo d’esame).
T. Pitch, “L’antropologia dei diritti umani” in I diritti nascosti a cura di A.Giasanti e G.Maggioni,
Milano: Cortina, 1996.
Altre indicazioni bibliografiche verranno fornite all’inizio del corso
27
2.La programmazione e la progettazione in ambito sociale
La dimensione della programmazione
Docente: Maria Pia May
Crediti: 3
Maria Pia May, sociologa, docente di Metodologia della ricerca sociale, ha lavorato alla messa a punto di
sistemi informativi e banche dati nell'ambito dei servizi sociali. Ha condotto ricerche su famiglie, operatori,
servizi, anche in relazioni a specifiche fasce d'utenza.
Obiettivi
Per supportare adeguatamente sul piano conoscitivo l’attività di programmazione sono sempre più
necessarie competenze ed abilità che permettano di sfruttare appieno l’ampliarsi della disponibilità
di informazioni e di tecnologie che ne facilitano l’accesso e l’elaborazione. Il modulo intende
pertanto potenziare, anche attraverso momenti esercitativi, le capacità logiche ed operative
necessarie ad individuare, selezionare, costruire strumenti efficaci da utilizzare nel proprio ambito
di programmazione.
Contenuti
Il programma di lavoro ruota intorno a tre fuochi:
- la ricerca e l’individuazione delle fonti dei dati di interesse sociale, intese non solo come
statistiche ufficiali, ma come sedi di produzione e di accumulo, non sempre consapevole,
di informazioni a livello locale;
- la costruzione di panieri di indicatori sociali relativi ai diversi livelli e ambiti della
programmazione;
- l’analisi delle strutture e delle potenzialità di banche-dati, osservatori, sistemi
informativi.
Valutazione
La valutazione prevede la presentazione scritta dei risultati delle esercitazioni proposte nel corso e
una discussione orale in merito. Per i non frequentanti è necessario contattare la docente per la
messa a punto dei contenuti delle esercitazioni che verranno pubblicati nell’apposito sito di facoltà
Bibliografia
La bibliografia di riferimento sarà fornita durante il corso.
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3.La gestione dei servizi sociali
Il controllo di gestione
Docente: Alberto Poli . Codocente: Susanna Colombo.
Crediti: 3
Alberto Poli è anche titolare della cattedra di Economia Aziendale c.p. (Formazione
all’Imprenditorialità) presso l’Università Cattaneo dove è direttore del Laboratorio
Imprenditorialità (ERDC). Senior Manager di FIS SpA, società multidivisionale di outsourcing, è
responsabile dell’unità di business outsourcing del Controllo di Gestione. È consulente
dell’Assessorato alla Famiglia e alle Politiche Sociali della Regione Lombardia.
Susanna Colombo è docente di Programmazione e Controllo presso l’ Università Cattaneo ed
esperta di sistemi di supporto alla gestione.
Obiettivi
Gli obiettivi previsti per il modulo in oggetto sono i seguenti:
• consentire ai partecipanti di acquisire la conoscenza dei principali strumenti di Controllo di
Gestione,
• avviare un processo di sviluppo delle competenze acquisite, attraverso l’analisi di una realtà
di servizi sociali per la quale verrà studiato ed elaborato un sistema di Controllo di Gestione,
• favorire il lavoro in team ed il confronto costruttivo tra i partecipanti.
Contenuti
Nel modulo verranno presentate le principali fasi che conducono allo studio, definizione ed
implementazione di un sistema di Controllo di Gestione. Particolare attenzione verrà inoltre data
all’approfondimento degli elementi peculiari di simili modelli di gestione, ovvero alla loro
funzione:
• informativa,
• di valutazione delle determinanti dei risultati ottenuti,
• di orientamento dei comportamenti.
La metodologia didattica prescelta tende a favorire la partecipazione attiva dei presenti attraverso la
discussione di casi pratici, nonché il lavoro in team per la predisposizione dell’elaborato finale che
verrà presentato in sede di valutazione.
Valutazione
Agli studenti frequentanti sarà richiesto di predisporre un breve elaborato scritto, frutto di un lavoro
di gruppo svolto principalmente in aula, che verrà presentato al termine del corso. L’elaborato
consiste nella progettazione e definizione di un sistema di Controllo di Gestione.
Gli studenti non frequentanti dovranno predisporre autonomamente e singolarmente un elaborato
scritto senza però avere la possibilità di presentarlo.
Bibliografia
La bibliografia di riferimento sarà fornita durante il corso.
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Il management dei servizi (curriculum: management dei servizi sociali)
Docente: Donatella Barberis
Crediti: 3
Donatella Barberis collabora con lo Sudio Aps Analisi psicosociologica di Milano svolgendo
attività di consulenza, ricerca e formazione presso organizzazioni di servizi sia pubbliche che
private. Svolge attività di docenza sul tema di “ Psicosociologia dell’organizzazione” nei corsi
avanzati per operatori del settore socio-sanitario presso Enaip di Bergamo.
Obiettivi
L’obiettivo principale di questo modulo è di introdurre i partecipanti al tema dell’analisi e della
progettazione di organizzazioni di servizi, sia sotto il profilo dei principi e degli orientamenti di
progettazione , sia sotto il profilo degli elementi costitutivi dell’organizzazione stessa, attraverso
chiavi di lettura e spunti collocabili all’interno della prospettiva psicosociologica. Uno dei risultati
attesi sarà quello di sviluppare consapevolezza e conoscenza delle problematiche connesse con la
progettazione e il funzionamento organizzativo di servizi.
La metodologia didattica prevede di poter contare sull’attiva partecipazione dei presenti e di poter
lavorare su materiale tratto dall’esperienza per procedere a rielaborazioni integrate da
sistematizzazioni teoriche.
Contenuti
Il modulo affronterà in particolare i seguenti temi:
a) il concetto , il significato di servizio;
b) la progettazione dialogica del servizio
c) la rappresentazione dell’oggetto di lavoro nei servizi
d) il valore e la qualità dei servizi : criteri e misure, soddisfazione del cliente
e) la valutazione in ottica dialogica
f) i servizi in rete: la complessità organizzativa della gestione e del funzionamento
Valutazione
La valutazione degli studenti frequentanti avverrà in sede di colloquio individuale e verterà
principalmente sulla discussione di un elaborato che sarà realizzato durante il percorso formativo.
La valutazione degli studenti non frequentanti sarà basata su una prova d’esame orale.
Bibliografia
I testi d’esame saranno concordati in modo differenziato per il gruppo di iscritti frequentanti e
quello dei non frequentanti. Le indicazioni bibliografiche saranno fornite all’inizio del corso e
inserite successivamente nel sito
30
Governance locale (curriculum: politiche sociali)
Docente: Ota De Leonardis
Crediti: 3
Obiettivi
a) fornire strumenti concettuali e analitici per riconoscere diversi tipi di governance;
b) acquisire dimestichezza di dispositivi e programmi di governance anche in altre politiche locali,
al fine di riconoscervi opportunità e modalità di un ruolo attivo dei servizi sociali
Contenuti
La governance locale è la modalità oggi più diffusa di governo dei processi di costruzione e
implementazione delle politiche a livello locale, e si caratterizza per una pluralità di sedi e di attori
coinvolti nei processi decisionali.
Nel corso del modulo verranno analizzate le diverse forme che la governance può assumere e i
relativi esiti (controversi) con particolare riferimento a:
• il ruolo dell’amministrazione pubblica;
• i tipi di partnership tra questa e le organizzazioni del 3° settore;
• la partecipazione dei diretti interessati alle scelte e agli interventi che li riguardano;
• la visibilità pubblica delle decisioni e i cambiamenti della democrazia.
Il lavoro sulla letteratura scientifica e sull’analisi di casi verrà affiancato da esercitazioni sulle
formule di governance relative al disegno e all’implementazione di politiche specifiche.
Valutazione
Il modulo si svolge in modo integrato con i moduli tenuti in contemporanea dalla prof. Lavinia
Bifulco: “Sistemi locali di welfare” e “Politiche comunitarie e realtà locali”. Anche la prova finale
comprenderà tutti e tre i moduli.
Bibliografia
La bibliografia di riferimento sarà fornita durante il corso.
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Curriculum: Management
Il servizio sociale in Europa
Docente: Raffaella Puccio
Crediti: 3
Raffaella Puccio, assistente sociale iscritta all’Albo degli assistenti sociali e membro eletto del
Consiglio Regionale degli assistenti sociali della Regione Lombardia, è docente di Servizio Sociale
presso la Scuola Regionale per operatori sociali di Milano e docente di metodi e tecniche del
servizio sociale e tirocinio presso il Corso di Laurea in servizio sociale dell’Università degli studi
di Milano-Bicocca.
Obiettivi
Il modulo intende fornire una prospettiva storica dell’evoluzione del servizio sociale in alcune delle
sue differenti forme europee per esaminarne le relative diversità nazionali, sia all’interno della UE
che dell’Est Europa. La conoscenza di tali realtà, accanto a quella italiana, può sollecitare
interrogativi e accrescere la capacità strategica degli operatori sociali nel far fronte ai dilemmi che
riguardano il loro ruolo e la loro operatività concreta.
Contenuti
Verranno presentati studi e analisi, prodotti in questi anni a livello europeo, del servizio sociale in
una prospettiva comparata e verranno approfondite le esperienze di alcuni paesi. Da questi primi
studi emerge quanto lo sviluppo del servizio sociale, fortemente incardinato nelle realtà dei diversi
paesi, abbia per sua natura prodotto esperienze e forme organizzative profondamente differenziate,
anche sul fronte specificamente professionale, con differenti configurazioni professionali di social
worker.
Il modulo è articolato in 6 incontri di 4 ore ciascuno, strutturati in comunicazione, lavoro di gruppo
e dibattito.
Il docente responsabile del modulo sarà affiancato da studiosi e formatori, esperti delle tematiche
relative ai paesi considerati.
Valutazione
La valutazione dei frequentanti avverrà attraverso la produzione di una tesina/paper (da 3 a 5
cartelle) con eventuale integrazione orale. I non frequentanti sosterranno un esame orale.
Bibliografia
Benvenuti Pierangela, Segatori Roberto, Professione e genere nel lavoro sociale, Franco Angeli,
Milano, 2000.
Lorenz Walter, Il servizio sociale e la nuova Europa, ECIG, Genova, 1995.
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Il management dei servizi - corso progredito
Docente: Donatella Barberis
Crediti: 3
Obiettivi
L’obiettivo del modulo in oggetto sarà quello di favorire nei partecipanti l’attivazione di un
processo di rielaborazione e riflessione della loro pratica lavorativa attraverso chiavi di lettura e
spunti collocabili all’interno della prospettiva psicosociologica; uno dei risultati attesi sarà quello
di sviluppare processi conoscitivi e di ri-conoscimento degli elementi e delle principali connessioni
presenti nella produzione di servizi.
La metodologia didattica prevede di poter contare sulla attiva partecipazione dei presenti e di poter
lavorare su materiale tratto dall’esperienza per procedere a rielaborazioni integrate da
sistematizzazioni teoriche.
Contenuti
Il modulo affronterà in particolare i seguenti temi:
a) il prodotto , gli esiti della produzione di servizi, il lavoro con oggetti immateriali
b) la rappresentazione dell’oggetto di lavoro
c) la valutazione in ottica dialogica
d) l’approccio ai problemi e al loro trattamento
e) la complessità organizzativa nell’erogazione dei servizi
Valutazione
La valutazione degli studenti frequentanti avverrà in sede di colloquio individuale e verterà
principalmente sulla discussione di un elaborato che sarà realizzato durante il percorso formativo.
La valutazione degli studenti non frequentanti sarà basata su una prova d’esame orale.
Bibliografia
I testi d’esame saranno concordati in modo differenziato per il gruppo di iscritti frequentanti e
quello dei non frequentanti
Ciò che segue è una prima indicazione bibliografica , eventualmente da integrare sulla base degli
interessi e delle elaborazioni che avverranno durante il percorso formativo:
D’Angella F. e Orsenigo A. (a cura di), La progettazione sociale , Quaderni di Animazione sociale
edizioni Gruppo Abele Torino, 1999.
Olivetti Manoukian Franca , Produrre servizi , Il Mulino Bologna, 1998.
Gargani Aldo G., L’organizzazione condivisa , Guerini e Associati Milano, 1994 .
Fabbri Donata , La memoria della regina , Guerini e Associati Milano, 1990.
Kaneklin C. e Olivetti Manoukian F. , Conoscere l’organizzazione, La Nuova Italia , Roma , 1990.
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La gestione delle risorse umane
Docente: Grazia Gacci
Crediti: 3
Grazia Gacci è socia dello Studio APS (Analisi PsicoSociologica) di Milano presso cui svolge
attività di consulenza, formazione e ricerca nell’ambito dei servizi sociali, educativi e sanitari del
pubblico e del privato.
Obiettivi
Questo modulo ha l’obiettivo di favorire l’acquisizione di alcune competenze cruciali per la
gestione dei processi di lavoro nelle organizzazioni che producono servizi. Il modulo, in particolare,
favorirà:
l’acquisizione e le padronanza di modalità di lettura dei microcontesti organizzativi e relazionali più
articolate e adeguate, in funzione del fatto che tali contesti richiedono ridefinizioni e modificazioni
significative dei comportamenti lavorativi;
lo sviluppo di competenze per formulare e proporre obiettivi lavorativi realistici;
la verifica e l’affinamento di orientamenti e stili gestionali attraverso i quali promuovere la
partecipazione da parte delle persone rispetto agli obiettivi e accompagnare il perseguimento dei
risultati.
Contenuti
Il modulo offre a ciascun partecipante la possibilità di rielaborare creativamente diversi elementi
che provengono dalla propria esperienza, da quella di altri partecipanti, da quadri di riferimento
teorico e da indicazioni metodologiche presentate dalla docente; ciò al fine di mettere a punto una
propria capacità di lettura delle problematiche connesse alla gestione delle risorse umane pertinente
rispetto della complessità delle questioni che la realizzazione di cambiamenti lavorativi richiede di
affrontare.
Nel percorso è data particolare attenzione a tre temi:la lettura e la comprensione dei contesti
organizzativi per sviluppare azioni progettuali, l’uso dei dati come strumenti per orientare gli
interventi, per monitorare le evoluzioni dei processi di lavoro e verificare i risultati raggiunti, la
conduzione di riunioni e gruppi di lavoro come strumenti interessanti ma anche problematici per la
gestione delle relazioni e per il coinvolgimento sugli obiettivi e sui risultati.
La metodologia proposta richiede una partecipazione attiva sia rispetto ai contributi teorici che
verranno presentati che ai momenti di discussione.
Valutazione
La valutazione dei partecipanti consiste nella scrittura di un elaborato finale concordato in aula e in
un colloquio di approfondimento sulle tematiche trattate nell’elaborato.
Bibliografia
La bibliografia di riferimento sarà fornita all’inizio del corso.
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Curriculum: relazioni interculturali
La comunicazione interculturale- corso progredito
Docente:Ida Castiglioni
Crediti: 3
Obiettivi
Fornire una conoscenza teorica approfondita della comunicazione interculturale, delle pratiche e dei
problemi relativi alla ricerca interculturale. Fare acquisire una competenza di analisi e di intervento
di tipo interculturale all’interno dei contesti operativi.
Contenuti
L’obiettivo principale di questo modulo è acquisire una conoscenza approfondita delle teorie e dei
modelli che spiegano come le culture influenzano lo stile comunicativo, lo stile di apprendimento,
lo stile di conflitto e mediazione, le aspettative relazionali e i processi di adattamento. Saranno
prese in considerazione le tre prospettive teoriche principali (neo-positivista, critica e costruttivista)
che influenzano in maniera più significativa il panorama attuale degli studi di comunicazione
interculturale.. Particolare attenzione è assegnata inoltre a far acquisire ai partecipanti la capacità di
creare, all’interno dei contesti lavorativi loro pertinenti, percorsi di sensibilizzazione interculturale e
interventi di cambiamento in favore di una maggiore diversificazione dei servizi e della loro offerta.
La metodologia didattica prevede il coinvolgimento attivo dei partecipanti nelle discussioni e nelle
esercitazioni pratiche che completano le spiegazioni teoriche. Pertanto si consiglia vivamente la
partecipazione attiva al corso. Si consiglia inoltre agli studenti di partecipare al corso del Prof.
Milton Bennett, in quanto concepito come uno sviluppo del corso qui presentato.
Valutazione
La valutazione degli studenti frequentanti consiste nella scrittura di un elaborato finale concordato
in aula. La valutazione degli studenti non frequentanti consiste in una prova d’esame orale.
Bibliografia
La bibliografia sarà comunicata durante la prima lezione del corso.
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La competenza interculturale
(Progettare e fornire interventi interculturali)
Docente:Milton Bennett
Crediti: 3
Obiettivi
1. Approfondire le differenze culturali negli stili di apprendimento, negli stili cognitivi e di
comunicazione
2. Partecipare a diverse esercitazioni che dimostrano i vari stili
3. Apprendere come fare progettazione e come erogare formazione interculturale nell’ambito
di contesti culturali diversi
4. Capire il processo di cambiamento nelle organizzazioni riguardo ai problemi interculturali
5. Acquisire alcune competenze di base per diventare un agente del cambiamento interculturale
Contenuti
Questo corso avanzato è destinato a persone che saranno dei professionisti di comunicazione
interculturale. I partecipanti avranno l’opportunità di prendere in considerazione il loro stile
personale e culturale di apprendimento, pensiero e comunicazione. In seguito apprenderanno un
modello di formazione interculturale e di progettazione educativa che si basa sulla differenza
culturale dei vari stili; inoltre i partecipanti metteranno in pratica la capacità di riconoscere e di
adattare gli interventi educativi al fine di renderli efficaci in diversi contesti culturali. Infine il
laboratorio pone l’attenzione sull’introduzione di problematiche interculturali nelle organizzazioni,
ossia come valorizzare un potenziale di diversità culturale e come fare fronte alle inevitabili
resistenze al cambiamento.
La metodologia didattica prevede presentazioni e discussioni, riflessione personale, esercitazioni
strutturate e la pratica di alcune competenze.
Valutazione
La valutazione del corso consiste nell’elaborazione di uno scritto in italiano che comprenda
l’applicazione dei concetti e dei modelli passati in rassegna durante il corso mirato all’analisi o alla
creazione di un progetto di intervento.
Bibliografia
La bibliografia di riferimento sarà fornita durante il corso.
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La pedagogia dell’altro
Docente: Mariangela Giusti
Crediti: 3
Mariangela Giusti è ricercatrice e docente di Pedagogia interculturale presso la Facoltà di Scienze
della Formazione dell’Università di Milano Bicocca. E’ docente presso la Scuola Interuniversitaria
di Specializzazione per Insegnanti della Lombardia e presso la Scuola di Specializzazione del
Trentino.
Obiettivi
Interrogarsi e riflettere sulle diverse occasioni nelle quali gli operatori, i dirigenti e i coordinatori
dei servizi sperimentano il binomio uguaglianza/diversità. Sperimentare in maniera diretta la
metodologia autobiografica applicata alla professione al fine di costruire reti di collegamento
possibili per contesti interculturali e legati alla diversità.
Contenuti
La riflessione pedagogica e le esperienze, condotte e testimoniate da operatori e educatori negli
ultimi anni, ci rendono consapevoli della necessità di costruire reti di contatto fra culture diverse,
fra situazioni di vita diverse, di agio e di disagio. Reti che potranno consentire di rispondere al
meglio ai diversi interrogativi che i servizi sociali sempre più propongono. A partire da questa
premessa, nel corso verrà proposta la lettura e l’analisi di un breve testo del filosofo Paul Ricoeur.
L’impianto riflessivo suggerito da questo testo consentirà ai partecipanti di riflettere essi stessi su
alcune proprie categorie interpretative della realtà. Verranno proposte le linee essenziali della
metodologia autobiografica come modalità possibile di conoscenza e di mediazione interculturale e
di contatto con altri tipi di diversità (handicap psichico, disabilità fisiche, ecc.).Verrà analizzata un
ricerca triennale condotta con la metodologia autobiografica in una realtà territoriale complessa,
caratterizzata dalla presenza molto alta di immigrati. Al fine di applicare tale metodologia, i
partecipanti verranno invitati a realizzare (singolarmente o in piccolo gruppo) una microricerca
centrata sulla propria realtà lavorativa. Tale microricerca costituirà la seconda prova valutativa.
Valutazione
Per i frequentanti è prevista una forma di valutazione in progress.:1) la prima esercitazione (a
partire dal testo di P.Ricoeur) si svolgerà in aula nel corso del secondo incontro del Modulo; 2) la
seconda esercitazione verrà svolta (individualmente o in piccolo gruppo) nel periodo di tempo (un
mese) compreso fra i primi due incontri e gli altri due. I non frequentanti dovranno preparare e
consegnare l’esercitazione e la microricerca (da concordare preventivamente con la docente) e
studiare un quarto libro (da scegliere fra quelli indicati) sul quale verterà in particolare il colloquio
orale.
Bibliografia
P. Ricoeur, L’unico e il singolare, Sotto il Monte (BG), Servitium editrice, 2000
M. Giusti, Ricerca interculturale e metodo autobiografico. Bambini e adulti immigrati: un progetto,
tante storie, RCS/La Nuova Italia, 2001
P. Bertolini, Educazione e politica, Milano, Cortina, 2003
G. eccatelli Guerrieri, Mediare culture, Roma, Carocci, 2003
M. Giusti, Il desiderio di esistere. Pedagogia della narrazione e disabilità, Milano, RCS/La Nuova
Italia, 1999
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La salute dell’altro
Docente: Mariella Pandolfi
Crediti: 3
Mariella Pandolfi è docente di Antropologia all’ Università di Montreal. Visiting Professor nelle
Università di Siena, Bologna, Tarragona, Harvard, Centre National de la Recherche Scientifique
e Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi, ha introdotto in Italia l'antropologia
medica nordamericana e l'etnopsichiatria francese. E' stata consulente delle Nazioni Unite e
dell'IOM in Kosovo e Albania negli anni 1999-2001.
Obiettivi
L'obiettivo di questo modulo è di fornire strumenti teorici e metodologici per una lettura critica
e pluridisciplinare della categoria di "salute" (antropologia medica, etnopsichiatria, antropologia
del corpo. )
Contenuti
Il modulo introdurrà gli studenti ad una delle stagioni più fertili dell'antropologia medica
contemporanea, spazialmente localizzata in nordamerica, ma la cui influenza si è estesa
progressivamente nell'ultimo decennio in tutta Europa e ancor più incisivamente in quei settori
della psichiatria, della medicina e dell'antropologia italiana sensibili alla dimensione "sociopolitica" della salute e della sofferenza. Le diverse direttrici interpretative, che negli ultimi due
decenni hanno sviluppato la riflessione sulla salute, sulla sofferenza sulla dimensione sociale della
malattia in contesti occidentali o post-coloniali, saranno messe a confronto con gli aspetti
contemporanei e istituzionali della biomedicina, fino ad includere lo scenario più ampio dei diritti
umani e della logica degli interventi umanitari. In particolare sarà preso in considerazione , nei
mondi contemporanei, il complesso rapporto fra cittadinanza, diritto universale alla salute e
figure dell'alterità (il rifugiato, il clandestino, l'immigrato). Un'attenzione particolare, infine, sarà
data , utilizzando la categoria del bio-politico (da Michel Foucault a Giorgio Agamben) alle
politiche dell'organizzazione mondiale della sanità, dei diversi organismi internazionali e delle
organizzazioni non governative sui territori delle crisi umanitarie.
La metodologia didattica prevede un' attiva partecipazione degli studenti e quindi la presenza è
obbligatoria. E' consigliabile leggere i testi suggeriti prima dell'inizio del corso.
Valutazione
La valutazione del corso sarà cosi distribuita: 1) presenza attiva durante il corso; 2) esercitazioni
pratiche durante il corso; 3) bibliografia commentata (testi e ricerca su internet ) su un argomento
da scegliere con il docente durante il corso.
Bibliografia
Agamben, Giorgio. Homo sacer. Torino: Bollati Boringhieri,1995
Agamben, Giorgio. Mezzi senza fine. Torino: 1996
Foucault, Michel (1975-1976) Difendere la società. Dalla guerra delle razze al razzismo di stato.
Firenze,:Ponte alle Grazie, 1990
Good, Byron "Narrare la malattia lo sguardo antropologico sul rapporto medico paziente"
Edizioni Comunità , 2000
Losi Lino, Vite altrove - Milano: Feltrinelli 2001
Nathan Tobie, Principi di etnopsicanalisi Torino : Bollati Boringhieri, 1996
Pandolfi Mariella , Perchè il corpo. Utopia, sofferenza, desiderio , Roma: Meltemi 1996
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Curriculum: politiche sociali
Politiche comunitarie e realtà locali
Docente Lavinia Bifulco
Crediti: 3
Obiettivi
Il modulo affronta il tema del rapporto fra europeizzazione e localizzazione con l’obiettivo di
metterne a fuoco sia le caratteristiche sia i problemi, in particolare riguardo agli obiettivi di
coesione sociale e sostenibilità oggi al centro del progetto sociale europeo.
Contenuti
I processi attuali di policy making registrano l’importanza crescente assunta sia dall’Europa sia dal
“locale” e lo sviluppo di dinamiche di rapporto parzialmente inedite fra i due livelli di governo
implicati. Un campo decisivo di espressione e di esercizio di queste dinamiche è costituita dalla
composita filiera di programmi e iniziative comunitarie che finanziano interventi localizzati su
materie diverse e diversamente integrabili fra loro: lo sviluppo, la riqualificazione urbana, la lotta
all’esclusione sociale e la promozione dell’occupabilità. Il lavoro sarà incentrato su: 1) le coordinate
di base dei processi di europeizzazione e di localizzazione delle politiche; 2) le politiche europee
per la coesione sociale e la sostenibilità; 3) i programmi comunitari di lotta all’esclusione sociale;
4) la governance delle politiche sociali.
Valutazione
Il modulo è organizzato in continuità con i seguenti due moduli: “Sistemi locali di welfare” e
“Governance locale”. E’ prevista perciò un’unica prova che consisterà in un elaborato scritto con
un’integrazione orale su argomenti relativi ai temi trattati da tutti e tre i moduli.
Bibliografia
Bagnasco A. 2003, Società fuori squadra, Il Mulino, Bologna (parti scelte).
Bifulco L., in corso di stampa (a cura di), Le politiche sociali. Prospettive emergenti, Carocci,
Roma (parti scelte).
Boccia F., Leonardi R., Letta E., Treu T., 2004, I Mezzogiorni d'Europa, Il Mulino, Bologna (parti
scelte).
D’Albergo E, 2002, “ Modelli di governance e cambiamento culturale: le politiche pubbliche fra
mercato e comunità ”, in Battistelli, F. (a cura di), La cultura delle amministrazioni pubbliche fra
retorica e innovazione, Angeli, Milano.
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Sistemi locali di welfare
Docente Lavinia Bifulco
Crediti:3
Obiettivi
Il modulo intende analizzare i modelli e i regimi regolativi emergenti nelle politiche sociali al
livello locale, concentrandosi sullo sviluppo di forme contrattuali di rapporto sia fra le diverse
organizzazioni pubbliche e private coinvolte nei welfare mix, sia fra queste ultime e i cittadini
destinatari di servizi e prestazioni.
Contenuti
La prima parte del modulo delinea il quadro europeo della contrattualizzazione nelle politiche
sociali, in particolare nell’ambito negli interventi di cura rivolti ai soggetti fragili e delle misure di
sostegno al reddito finalizzate all’inserimento (sociale e lavorativo).
La seconda parte, dedicata al caso italiano, affronta il fenomeno della contrattualizzazione nella
cornice dell’implementazione della riforma dell’assistenza varata nel 2000 e approfondisce i due
campi tematici seguenti: 1) i differenti dispositivi contrattuali all’opera nella costruzione del c.d.
“welfare municipale”; 2) le misure per soggetti fragili basate su trasferimenti economici e
finalizzate alla reintegrazione sociale e alla promozione di autonomia dei destinatari.
Valutazione
Il modulo è organizzato in continuità con i seguenti due moduli: “Sistemi locali di welfare” e
“Governance locale”. E’ prevista perciò un’unica prova che consisterà in un elaborato scritto con
integrazione orale su argomenti relativi ai temi trattati da tutti e tre i moduli .
Bibliografia
Castel R., L’insicurezza sociale, Einaudi, Torino (parti scelte), 2004
Saraceno C., a cura di, Le dinamiche assistenziali in Europa, Il Mulino, Bologna (parti scelte), 2004
Bifulco L., a cura di, Le politiche sociali. Prospettive emergenti, Carocci, Roma (parti scelte), 2004
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Processi di esclusione sociale
Docente: Ota De Leonardis
Crediti: 3
Obiettivi
a) riconoscere il carattere sociale dei processi di esclusione sociale, che convergono e si cumulano
nelle storie dei singoli, e riconoscervi anche il ruolo non di rado rafforzativo che vi svolgono le
agenzie del welfare;
b) individuare criteri e metodologie di azione in grado di intervenire e cambiare questi processi.
Contenuti
Il modulo si propone di costruire un percorso concettuale e di analisi dei processi di esclusione
sociale, propedeutico ad un lavoro sulle politiche sociali.
A questo scopo: a) si ricostruirà l’emergenza e la definizione del problema a valle delle
trasformazioni del welfare degli ultimi vent’anni, con particolare riferimento alla riduzione dei
sistemi di protezione sociale, alla diffusione di condizioni di vulnerabilità sociale e ai processi di
individualizzazione delle politiche; b) si analizzeranno i modi in cui il problema è definito e trattato
nelle politiche sociali e nei servizi.
Valutazione
Verrà indicata all’inizio del corso.
Bibliografia
La bibliografia di riferimento sarà fornita durante il corso.
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LABORATORI
I laboratori hanno l’obiettivo di fare in modo che i partecipanti possano cogliere come le capacità di
autosviluppo e la riflessione su di sé siano importanti per una comunicazione efficace con l’altro.
1. Il sorriso di Narciso: dal corpo alla parola
Docente: Attilio Gardino
Crediti: 4
Attilio Gardino, sociologo e psicologo, si è specializzato in Analisi Bioenergetica a Roma. Svolge
attività di psicoterapeuta ed è iscritto all’albo degli psicologi. E’ docente di attività motorie nel
Corso di laurea per Educatore professionale della Facoltà di Medicina dell’Università degli studi
di Milano. Ha diretto scuole materne e si è occupato di analisi organizzative nel settore pubblico.
Contenuti
- Il veggente Tiresia disse a Liriope: “Narciso vivrà fino a tarda età, purchè non conosca mai
se stesso”. Cosa muore nella conoscenza del nostro sé.
- ‘L’amore della sapienza’ si riverbera nella risata della donna di Tracia che assiste alla caduta
di Talete, primo filosofo, in un pozzo mentre camminava con lo sguardo rivolto al cielo. E’
la caduta di senso di chi per vedere non guarda. E’ il paradosso attorno al quale corriamo da
secoli per fuggirlo, risolvendolo.
Il laboratorio avrà come scopo quello di esplorare il legame sottile e a volte conflittuale che lega il
corpo, luogo dell’esperienza sensibile, alla parola, artefice della rappresentazione dell’esperienza e
della sua trasmissione. Il sapere, l’immaginazione e la consapevolezza del proprio sé corporeo sono
elementi della nostra identità che possono operare in accordo o in conflitto, trasformandosi da
risorse a limiti coercitivi del nostro potenziale. Il laboratorio si articolerà in sessioni con proposte
volte a incrementare la consapevolezza corporea, a cui si alterneranno momenti di condivisione
dell’esperienza ed altri in cui si svilupperanno riflessioni inerenti l’argomento trattato.
Il laboratorio richiede ai partecipanti la disponibilità ad assumere il proprio corpo come centro della
propria attenzione in una dimensione di “assenza temporanea” di giudizio sull’esperienza in corso.
Il lavoro necessita di un abbigliamento confortevole (tuta da ginnastica o simili), di un telo su cui
potersi coricare e di calzettoni da utilizzare al posto delle scarpe.
Bibliografia
A.Lowen, Bioenergetica, Milano, Feltrinelli 1983.
A Lowen, Il narcisismo, Milano, Feltrinelli 1985.
W. Reich, Teoria dell’orgasmo, Milano Lerici 1961.
N.Duraz, I concetti di narcisismo, Roma,Astrolabio, 1987
G. Lakoff, M.Johnson, Metafora e vita quotidiana, Milano, Bopiani, 1998.
G. Durand, Le strutture antropologiche dell’immaginario, Bari, Dedalo 1972.
J. Lacan, Lo stadio dello specchio come formatore della funzione dell’io, Torino, Einaudi, 1966,
vol.1.
42
2. La (de)costruzione dell’ “Altro”
Docente: Simone Ghezzi
Crediti: 4
Simone Ghezzi,, laureato in scienze politiche, ha conseguito il master in antropologia sociale e
successivamente il Ph.D in antropologia sociale e culturale all’università di Toronto (Canada).
Attualmente è post-doctoral fellow al centro di studi internazionali Thomas Watson Institute, Brown
University (Providence, RI) e assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Sociologia
dell’Università degli Studi di Milano - Bicocca.
Contenuti
Dedicheremo spazio alla discussione di “immagini discorsive” della nostra cultura, sulla cui
problematicità l’antropologia contemporanea offre un valido contributo critico e decostruttivo.
Questo ci servirà come momento propedeutico al lavoro centrale del laboratorio, che si prefigge di
far emergere in maniera consapevole ciò che viene solitamente dato per scontato, anche con
l’utilizzo di tecniche dell’osservazione partecipante.
Le esercitazioni di gruppo e singole, che si alterneranno ai momenti di lezione e di discussione,
avranno proprio la funzione di abituare le persone a mettere in gioco certe categorie concettuali e,
quindi, certe convinzioni (e convenzioni) come gli stereotipi.. Ciò è particolarmente evidente
ogniqualvolta abbiamo a che fare con l’”Altro”, chiunque esso sia: l’outsider, lo straniero,
l’immigrato.
Anche l’estetica corporea (il corpo nella società contemporanea) non fa eccezione. Vedremo come
vi sono anche in questo caso connessioni con il concetto di razza, ma anche con il concetto di
potere,. Infine affronteremo quello che da alcuni è considerato forse il più alto livello di
mistificazione dell’”Altro” mai raggiunto: il cannibalismo tribale.
Bibliografia
Stocking, George W., Razza, Cultura e evoluzione : saggi di storia dell'antropologia a cura di F.
Macello, Milano : il Saggiatore, 1985 (Solo il Capitolo 6: "Il selvaggio dalla pelle scura:
l'immagine dell'uomo primitivo nell'antropologia evoluzionista", pp.162-186.).
Bordo, Susan, Il peso del corpo, Milano : Feltrinelli, 1997. (Solo il capitolo 6: "'Material Girl': ciò
che la cultura postmoderna cancella", pp.149-180)
Arens, William E., Il mito del cannibale: antropologia e antropofagia,Torino: Bollati Boringhieri,
2001 (Solo i capitoli 5 e 6)
43
3. Il sé corporeo nella relazione interpersonale
Docente: Luciano Marchino
Crediti: 4
Luciano Marchino, psicoterapeuta e formatore, è direttore dell’Istituto di Psicologia Somatica. E’
docente di Analisi Bioenergetica presso la Società italiana di Analisi Bioenergetica e membro
dell’International Institute for Bioenergetic Analysis di New York. Insegna Psicologia clinica
presso la Facoltà di Sociologia dell’Università degli studi di Milano-Bicocca
Contenuti
Relazione interpersonale e relazione intrapersonale. Le matrici biologiche fondamentali della
relazione. Endoderma, mesoderma, ectoderma.Il cervello triuno. Reti neuronali e incorporamento
della realtà. Carattere, personalità e disturbi del comportamento. Residui relazionali ontogenetici e
filogenetici.
L’atteggiamento positivo incondizionato, l’empatia e la congruenza come esperienze
psicobiologiche. Il Grounding, il Facing e il Surrendering.
Le potenzialità relazionali fondamentali archetipiche: attacco, fuga, congelamento. I segnalatori
psicobiologici di stato: sensazioni, sentimenti, cognizioni. I piani di interazione: normativo,
emotivo, attivo.
Attivazione degli stati del corpo/mente nella relazione attraverso: esperienze guidate in diadi e triadi
di roleplayng, laboratori dia utoascolto, esercizi psicorporei individuali e di gruppo seguiti da
condivisione e integrazione cognitiva.
Bibliografia
A. Lowen, Il narcisismo, Feltrinelli, Milano 1983.
J. Grossman, Vivere e amare, Crisalide, Saturnia 1992.
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4. Il clima relazionale in una professione d’aiuto efficace: l’approccio
centrato sulla persona, di Carl Rogers.
Docente: Emilia Ugolotti
Crediti: 4
Emilia Ugolotti, psicologa iscritta all’Albo, lavora come libera professionista dal 1984, dopo aver
concluso la formazione quadriennale allo IACP (Istituto dell’Approccio Centrato Sulla Persona ,di
Carl Rogers) di Roma. Si occupa di consulenza e sostegno individuale, di gruppi d’incontro
rogersiani, metodo Gordon, programmi brevi e medi di formazione alla relazione in ambito di
professioni d’aiuto e dell’ educazione.
Contenuti
Si tratta di un corso breve che, secondo la specificità della formazione Rogersiana, privilegia
l’aspetto esperienziale dei laboratori, ponendo l’accento sul ruolo della congruenza e della capacità
d’Ascolto degli operatori, con i seguenti obiettivi:
1) Presa di coscienza dell’impatto della qualità della relazione sulla facilitazione di persone in
difficoltà o in cambiamento.
2) Implementazione della Relazione Efficace: tecniche di ascolto e di confronto o/e qualità
intrinseche del facilitatore. Empatia, Congruenza, Considerazione Positiva Incondizionata.
3) Esplorazione delle proprie abilità, potenzialità, difficoltà, nella relazione con sé e con l’altro.
4) Attraverso un processo di integrazione cognitiva, acquisizione di strumenti atti a migliorare la
qualità della propria capacità relazionale con gli utenti, i colleghi, la struttura.
5) Utilizzo del Gruppo d’Incontro: la multidimensionalità dell’Ascolto.
Bibliografia
C.Rogers “Un modo di essere”, Martinelli
Pierre-Bernard Parquet “Carl Rogers o la libertà della persona”, Astrolabio
Valeria Vaccari “Una teoria umanistica della personalità: la client centered therapy di C. Rogers”
da “Note su alcuni percorsi della personalità” QUEB, Bologna
C. Rogers “Libertà di apprendimento” , Astrolabio
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