IL MESSAGGERO SARDO 32 GIUGNO 2002 N on c’erano nuvole, in quella giornata primaverile di 59 anni fa. I cagliaritani si erano svegliati col tepore del sole. Sembrava un domenica come le altre, in una città spoglia di gente. Qualcuno indugiava sulla soglia di casa, piacevolmente attratto da quel caldo mattino. Qualcuno passeggiava senza meta. Altri andavano a messa. Uscivano dalla funzione quando la volta celeste si oscurò improvvisamente. Un rumore assordante, sempre più forte, li fece tremare. Poi all’orizzonte apparvero i grandi aerei col ventre pieno. Scrutare il sole fu impossibile. Duecento tra quadrimotori e bimotori americani lo coprirono scaricando oltre cinquecento tonnellate di ordigni esplosivi e incendiari su Cagliari. Difficile capire il perché. Quello inferno in settanta infiniti minuti seminò distruzione e morte in una città dove il terrore e il dolore nel febbraio precedente avevano fatto registrare vittime innocenti e danni ingenti, determinando la fuga di famiglie intere nella speranza di trovare scampo. “Su xelu prenu” (il cielo pieno) fu l’espressione che un giovane marconista di Capo Carbonara utilizzò quel 13 maggio 1943 per rispondere a un collega che gli chiedeva di indicare quanti aerei stessero sopraggiungendo. “Arrivano”. – avverti – “Sono molti”. “Ma quanti sono?” aveva chiesto l’altro. “Su xelu prenu” rispose. Quel cielo, al calar della sera, si riempì anche di bombardieri inglesi, giunti per completare l’opera distruttiva. Una cinquantina di morti, quelli registrati ufficialmente. Un numero “irrisorio” grazie allo sfollamento che, dopo gli spezzonamenti del 26 e 28 febbraio, aveva lasciato nel centro urbano un migliaio di cagliaritani. Ma il 72% degli edifici non c’era più. Una delle più belle città del Mediterraneo, la Cagliari degli anni Trenta con il suo patrimonio architettonico e storico fu cancellata. I giornali dell’epoca commentarono l’avvenimento denunciando l’impossibile ripresa. Eppure da allora – ha detto il Sindaco di Cagliari Emilio Floris, partecipando all’incontro commemorativo sui bombardamenti – non sono mai mancati il coraggio di continuare a vivere, la volontà e la forza di ricostruire questa nostra splendida capitale della Sardegna. Dopo l’orrore della guerra e della distruzione, quella spinta ideale dura ancora oggi, instancabile e tesa verso un futuro maiuscolo che Cagliari merita di vivere e di godere. Che mai possa riposare però nel buio dell’oblio – ha concluso – la memoria del sacrificio di quel maggio lontano. Un appuntamento con la memoria Una cerimonia semplice. Un appuntamento irrinunciabile con la memoria realizzato con la collaborazione dei Lions e dell’Istituto Regionale di Ricerca Educativa (IRRE) che l’ha inserita nel progetto “Per una memoria storica nei giovani: dalla Cagliari del 1943 alla Cagliari di oggi”, rivolto alle scuole. Oltre al Sindaco, sono intervenuti Giampaolo Marchi (Rotary) e Giuseppe Serri (Lions) che si sono soffer- STORIA Rievocate anche con immagini inedite le giornate che cambiarono volto alla città. Iniziative del Comune con le scuole per il 60º anniversario di Maria Grazia Caligaris sato che un concerto potesse offrire meglio di qualunque altro mezzo il senso della memoria e della nostra storia recente. La Banda – ha precisato Francesco Pittau – intende dare un contributo a questo appuntamento con la storia in grado di soddisfare anche il pubblico più esigente. È un’occasione – ha evidenziato Dante Atzeni, presidente dell’associazione musicale “Stanislao Silesu” – per ripercorrere alcune tappe della crescita del sodalizio, oltre che contribuire a conservare la memoria storica della città. Nel programma il brano “For Natalie” della “Third Symphony”, le “Gypsy Airs” di Pablo De Sarasate, “Serenade” di Riccardo Drigo, “A Night on Culbin Sands” di Alexander Comitas, “Drink to me only” di Howard Snell e infine “Non poto reposare”. La Banda “Silesu”, che ha vinto le Olimpiadi della bande musicali in Olanda, eseguirà a Cagliari, l’11 settembre 2003, il “Requiem” per il primo anniversario della distruzione delle Torri Gemelle di New York. stata completata, con il concerto “Su xelu prenu”. Protagonista della serata musicale, svoltasi sabato 18 maggio nel Palazzo dei Congressi della Fiera Internazionale della Sardegna, la Banda sinfonica “Stanislao Silesu” di Samassi che, con la direzione di Francesco Pittau, ha visto I’esibizione di Steven Mead all’Euphonium solista (un particolare tipo di ottone). Tra i brani, anche “esecuzione di variazioni sinfoniche su Non poto reposare”, la melodia di Giuseppe Rachel su versi di Salvatore Sini, che innesta il tema dell’amore con quello dell’emigrazione. Nella costruzione della memoria – ha detto l’assessore Pellegrini, illustrando l’iniziativa - il fatto sonoro ha una efficacia superiore a qualunque altro mezzo. Non è un caso che l’Imperial Museum di Londra abbia dato vita a una sezione in cui dentro un “rifugio” trovano ospitalità dieci visitatori chiamati a rispondere con i sensi, ma soprattutto con l’udito, ai messaggi della guerra. Nell’“experience blitz” predominano il rumore delle bombe e quello delle sirene. Un “inferno” che si imprime nella mente. Ecco perchè abbiamo pen- U progetto per il 60º anniversario con docenti e studenti C’è anche un progetto per le scuole, “Per una memoria storica nei giovani: dalla Cagliari del 1943 alla Cagliari di oggi”, tra le iniziative che caratterizzeranno il 60mo anniversario dei bombardamenti per il 2003. La proposta dell’Irre (Istituto Regionale Ricerca Educativa) della Sardegna e dei Club Lions di Cagliari Host è stata accolta dagli assessorati comunali della Pubblica Istruzione e della Cultura. Si tratta di un percorso di formazione con cui si vuole contribuire a mantenere vivo il ricordo di una pagina della storia particolarmente ricca di implicazioni umane, sociali e culturali, il progetto, a cui è abbinato anche un concorso, è articolato in incontri seminariali con testimoni e studiosi del tragico evento. Contempla laboratori su aspetti specifici della ricostruzione della città e dello sviluppo urbanistico nonchè sul fenomeno dello “sfollamento”. Nell’ambito del programma di attività, che è stato presentato dal Presidente Alberto Granese e dal Segretario Generale dell’IRRE Gian Piero Liori e da Mario Lixi del Lions Club Cagliari Host, è previsto anche il coinvolgimento di personalità del mondo della cultura, alcune delle quali hanno aderito al Comitato promotore. La riflessione che vogliamo proporre – ha precisato Gian Piero Liori – riguarda più in generale anche quanto avvenuto negli anni successivi alla guerra, al periodo della ricostruzione, che ha consentito alla città di assumere l’attuale fisionomia. La partecipazione delle scuole è quindi l’elemento cardine dell’iniziativa, in quanto le giovani generazioni rappresentano l’anello ideale di unione tra passato e futuro, nel convincimento che rafforzare il ricordo del passato è un indispensabile strumento di crescita civile. UNA MANIFESTAZIONE PER RICORDARE I BOMBARDAMENTI DEL 1940 CHE RASERO AL SUOLO CAGLIARI mati sul ruolo dei Club di servizio per trasmettere ai giovani la memoria del risorgere della città. Sulle problematiche connesse al recupero del passato per la formazione delle nuove generazioni ha parlato Gian Piero Liori, Segretario dell’Irre Sardegna mentre lo storico Francesco Floris ha rievocato gli episodi drammatici che 59 anni fa modificarono radicalmente la fisionomia del capoluogo sardo. L’assessore comunale della Cultura Giorgio Pellegrini, si è invece soffermato su due figure emblematiche della cultura cagliaritana: gli artisti Tarquinio Sini e Anna Marongiu Pernis. Il primo usciva dal suo studio quando fu colpito in pieno da una bomba. Aveva 44 anni, il 1943 gli fu fatale. L’altra, 34 anni, era scomparsa da due, in un incidente aereo, all’idroscalo di Ostia. I genitori conservavano gelosamente 16 tavole incise dalla giovane artista, con vedute di Cagliari. Le matrici erano al sicuro, ma i bombardamenti le hanno distrutte, cancellando per sempre il lavoro. La guerra – ha sottolineato Pellegrini – ha determinato perdite pesanti a cui si può opporre solo il ricordo. Ecco perché è opportuno che Cagliari abbia un monumento alla me- moria. In Germania, dove é stato distrutto il 98% degli edifici, in ogni città è stato lasciato un rudere per “non dimenticare”. Anche la nostra città mostra ancora segni indelebili di quanto è accaduto nel 1943, ma ce n’è uno che meglio degli altri può essere assunto quale emblema della rinascita della città. Si tratta del vecchio Teatro Civico. L’idea è quella di lasciare intatta la parte esterna dell’edificio e di realizzare uno spazio verde interno, attrezzato, fruibile dai cittadini. Una “piazza dei bombardamenti” che nel ricordo delle vittime e di ciò che era la città conservi la memoria anche per le future generazioni. Nel corso della cerimonia uno spazio significativo è stato riservato al film-documentario “Cagliari 1943” di Giovanni Malagoli con le riprese di Virgilio Falchi che ripropone con le immagini delle strade e delle piazze cittadine le condizioni fisiche e morali della città investita dai bombardamenti. Un concerto dedicato alla città La commemorazione del 59esimo anniversario dei bombardamenti su Cagliari è