Giornale d'istituto A.S. 2011-2012 – Aprile-Maggio CRONACHE DELL'ANNO SCOLASTICO Viaggio-studio nel Regno Unito. Quaranta i liceali di Corleone in partenza grazie ai fondi europei. Il Don Colletto a Londra: imperdibile occasione, indimenticabile esperienza Adolescenti alle prese con voli Alitalia, metropolitane e scale mobili nella capitale londinese Entusiasmo, curiosità, interesse: questi gli stati d'animo nei loro occhi vivaci e nei loro sorrisi esuberanti. E' l'inizio dell'anno scolastico, quaranta studenti del “Don Colletto” di Corleone meritano, secondo una graduatoria, di percorrere per tre settimane le strade di Londra. Il viaggiostudio è realizzato grazie alla preziosa opportunità offerta dal progetto Pon “Imparo l’inglese” e ai fondi stanziati dall'Unione Europea. Per i ragazzi il viaggio è utile dal punto di vista didattico e al contempo assolutamente divertente. Gli adolescenti, provenienti da Corleone e paesi vicini, si confrontano con una realtà infinitamente grande rispetto a quella infinitamente piccola dei loro paesi. Primi ostacoli? Sicuramente la velocità, la cortesia e la puntualità degli inglesi. Come trascorrono le loro giornate i ragazzi? La mattina si serve la classica colazione all'inglese e poi si frequentano le lezioni, mentre il resto della giornata si dedica alla visita della metropoli. Loro affrontano una sfida contro tutto quello che non appartiene ai siciliani: metropolitane, corse per le scale mobili, comportamenti decorosi: il tutto caratterizzato da ritardi, tipici degli italiani. E come se la cavano con l'inglese? La lingua, parlata da sconosciuti, nelle aule, nei bar, nei musei, nei teatri, certamente non è facile da comprendere. Nonostante le prime difficoltà, il contatto con persone di madre lingua influisce in maniera positiva sullo studio e sulla dimestichezza con la lingua straniera. Girano per Londra e altre importanti città. Visitano musei, monumenti, teatri. Vedono da vicino le opere dei grandi artisti italiani di fama internazionale e quanto può arricchire le loro conoscenze. Toccano con mano il metodo d'insegnamento dei professori inglesi, interessanti e piacevoli. Differenze con i tradizionali insegnanti italiani? Forse gli stranieri sono meno severi e più innovativi. Un'esperienza multiforme dal punto di vista culturale, didattico e sociale, un'esperienza da scrivere con pennarelli indelebili per ampliare gli orizzonti umani (Bianca Rumore) CRONACHE DELL'ANNO SCOLASTICO Investire sul merito Giorno 24 febbraio, Daniela Tomasino e Pinalba Schilleci , che frequentano l'Istituto superiore “Don G. Colletto”, in qualità di alunne, rispettivamente della V A, indirizzo scientifico, e della III L, indirizzo classico, il cui curriculum è stato segnalato dal Dirigente scolastico per il “Premio Alfieri del Lavoro”, hanno preso parte ad un seminario dal titolo “Investire sul merito per il futuro del paese”, che ha avuto luogo ad Enna, presso il Rettorato dell'Università “Kore”. Particolarmente degno di interesse e di menzione è stato La Settimana dello studente NOI CE L'ABBIAMO MESSA TUTTA... Ogni anno vi sono dei giorni particolari in cui vengono celebrate ricorrenze più o meno importanti. Dal “San Valentino”, la festa degli innamorati, alla “Festa della Mamma”. Allo stesso modo, i ragazzi della scuola di istruzione superiore del “Don Colletto” di Corleone hanno ritenuto opportuno ritagliare un po' di tempo da dedicare interamente a se stessi. Attraverso la visione di film, i dibattiti, le attività formative, questi studenti anno dato vita ad una “Settimana dello Studente”. L'organizzazione delle attività, la scelta dei film adatti e le tematiche da l'intervento di Stefano Semplici, Direttore Scientifico del Collegio Universitario “Lamaro Pozzani”, il quale ha ben esposto la necessità di eccellenze nel nostro Paese come apporto significativo al miglioramento dello stesso. Ciò che il professor Semplici ha posto in evidenza è l'importanza della verità, che, dunque, non ha la funzione di demotivare i giovani del presente ma deve essere un monito per loro ad affrontare il futuro con la consapevolezza che esso può essere migliorato e migliore. L'intervento del professore si è concluso con alcuni consigli rivolti ai giovani meritevoli: in primo luogo il valore formativo del confrontarsi con le difficoltà; l'impegno, che deve caratterizzare i giovani, i quali non devono farsi demoralizzare, ma devono perseguire con determinazione il proprio percorso scolastico e poi lavorativo. Il seminario è stato onorato dalla presenza di personalità di spicco, tra le quali Alessandro Scelfo, presidente del Gruppo Siciliano Cavalieri del Lavoro, Francesco Tornatore (attività di nomina: industria elettronica), Francesco Rosario Averna (attività di nomina: industria dei liquori e dolciaria), Giuseppe Benanti (attività di nomina: industria farmaceutica). L'iniziativa si è conclusa con un rinfresco. (Daniela Tomasino e Pinalba Schilleci) dibattere hanno creato non pochi problemi al Comitato studentesco, che ha voluto essere disponibile alle richieste avanzate dagli studenti e allo stesso tempo selezionare solamente quelle davvero utili e materialmente realizzabili. Dopo un duro lavoro, i ragazzi del comitato sono riusciti a stilare il programma e lo hanno poi fatto passare per tutte le classi, a titolo informativo. La settimana dello studente si è avviata con la “Giornata dell'Arte” di lunedì, 19 dicembre. Dalle otto e mezza, per circa un'ora, i ragazzi, con l'ausilio dei professori, hano scelto delle tematiche che poi hanno argomentato; a seguire, un periodo di intervallo fino alle 10 e la distribuzione degli studenti nei vari laboratori. Ognuno ha avuto la possibilità di scegliere tra la visione di film, tra cui Il tormento e l'estasi o Brama di vivere, con le conseguenti riflessioni a riguardo, o i laboratori di pittura, fotografia ed altro ancora. Il giorno successivo si è passati alla “Giornata della Musica” e le attività si sono svolte con la stessa scansione; in seguito, i ragazzi hanno potuto optare per la visione del film di Vasco Rossi E' solo un rock'n'roll o di Ligabue, Niente paura, o ancora per quello di Jim Morrison, When you're strange. Ma hanno potuto anche scegliere di partecipare alla gara canora presso l'auditorium della sede centrale o ancora documentarsi e dibattere sulla storia di gruppi come i Beatles, i Queen, i Roling Stones e sulla nascita di nuove icone musicali CRONACHE DELL'ANNO SCOLASTICO commerciali di oggi, quali Lady Gaga o Katy Perry. Il mercoledì successivo è stata la volta della “Giornata del Libero Pensiero”. In programma film come Il giorno della civetta o Placido Rizzotto, o visite guidate ai musei o alle sedi , presenti nel territorio, di Libera e Dialogos. L'ultimo giorno, giovedì 22 dicembre, è stata la giornala del “Don Colletto in festa”: gli alunni e i professori hanno avuto la possibilità di scambiarsi gli auguri in classe, dopo di che gli studenti si sono piotuti recare preso il Centro Multimediale messo a disposizione dal Comune di Corleone per la festa di Natale. In questo modo, gli studenti hanno potuto conoscere ragazzi al di fuori della propria classe, di “staccare un po' la spina” dagli stressanti, a volta, ritmi di studio e di approfondire tematiche di interesse comune. Oltre all'imegno dei ragazzi del comitato, è doveroso anche rendere giustizia al lavoro e alla pazienza degli insegnanti e alla disponibilità del Dirigente Scolastico, prof. Girolamo Cannariato, che hanno contribuito a rendere possibile tutto questo. (Lorena Di Betta e Isabella Di Natale) COSTUME E SPETTACOLO Lucio Dalla, un mito della musica italiana Come non ricordare? È morto il 1° Marzo di quest’anno. Grande lutto per il mondo della musica, che lo ha rimpianto il 4 Marzo a Bologna, giorno del suo funerale, in cui avrebbe compiuto 69 anni. Lucio Dalla si trovava a Montreaux, in Svizzera, per uno dei suoi tour europei, quando la morte lo ha sorpreso nella sua camera dell’hotel. Una morte improvvisa e inaspettata, vista l’ottima salute di cui godeva. Morte sempre sbeffeggiata dal cantante, che la definiva “solo la fine del primo tempo”. Davanti casa sua, in via D’Azeglio, a Bologna, centinaia i fans che si sono fermati anche solo un minuto in ricordo di un grande cantante, amato da tutti per il calore e la gioia che riusciva a trasmettere con il suo sorriso. Autore di più di 600 canzoni, è ricordato da tutti come “un artista dall’enorme sensibilità”. La sua ultima opera, Nanì, scritta in collaborazione con Pierdavide Carone, un giovane cantante che ha partecipato quest’anno al festival di Sanremo, è il suo ultimo dono prima di lasciare questa vita, tradito dal suo cuore. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, è stato Marco Alemanno a trovarne il cadavere, il suo presunto compagno. Tante le critiche dal mondo per l’omosessualità del cantautore, eccessivamente strumentalizzata nei giorni successivi al funerale. Secondo padre Boschi, il confessore di Dalla, questa critica troppo accentuata è stata nient’altro che un’assurda vendetta da parte dei gay, irritati nei confronti della Chiesa che ha permesso al compagno del cantante di leggere una sua canzone nel corso dei funerali. “La Chiesa accusa il peccato, non il peccatore” aggiunge padre Boschi, disgustato dal comportamento dei media. Etero o omo, Lucio Dalla resterà per sempre una delle voci e dei cantautori migliori della storia della musica italiana. Lui poeta, le sue canzoni splendide poesie. Come non ricordare? (Rossana Ragusa) CINEMA E SOCIETÀ Distopia o prefigurazione dell’Italia e del mondo? Arancia meccanica. Oggi Criminalità sociologia psicologia strumentalizzazione di massa... Ultraviolenza, droghe diluite nel “latte più”, politica corrotta, società degenerata, manipolazione del pensiero. Stanley Kubrick con Arancia Meccanica (A Clockwork Orange) nel 1971 ha realizzato un capolavoro cinematografico mondiale dalla trama polivalente e poliprospettica che sviscera l’uomo singolo e la collettività tutta. Alex De Large e i suoi Drughi sono ragazzi che vivono in una Londra degli anni ’60, amano oltremisura ogni forma d’illegalità e trasformano un giorno ordinario in un’esaltata giornata di criminalità, all’insegna di rapine, abusi sessuali, vandalismo e cruda violenza. La concitata scena trova l’acme nell’omicidio commesso dal protagonista e da lì seguiranno il carcere e il “trattamento Ludovico”, una cura rieducativa che costringe l’assassino a provare dolore fisico ogni qualvolta si vuol provare a commettere i reati, propri del suo animo criminale. Finita la cura, Alex ha una crisi d’identità, è rigettato da madre e padre, emarginato dalla società e sfruttato dalla corruzione della politica che strumentalizza l’intera vicenda per mera propaganda. Psicologia, sociologia, politica, criminalità, manipolazione del pensiero. Il film è classificato anche come di fantascienza apocalittica poiché preconizza un futuro devastato e degradato. Ma proiettando questo capolavoro della storia del cinema in epoca contemporanea, Kubrick era forse onniveggente? La sua distopia e fantascienza corrispondono a realtà? La società contemporanea non è forse costernata da violenza esasperata e stupri? Il vandalismo è all’ordine del giorno. Omicidi? I criminologi non sanno più come interpretare gli incessanti reati e come rispondere ai vari inviti televisivi. Prima di assistere al processo in tribunale, ci somministrano dosi sovrabbondanti di processi mediatici e noi accettiamo come verità incontrovertibile ogni parola pronunciata da opinionisti e presentatori. Il sesso converge in ogni argomento e gli uomini non sanno che pronunciare continui doppi sensi, ovviamente ripresentando culturalmente la peggiore latinità del grande teatro plautino. L’uso dell’intelletto è facoltativo e gli ormoni dominano sui neuroni, causando un esasperato o distorto desiderio sessuale. La violenza è talmente ordinaria, che è filtrata da telegiornali e giornali in maniera superficiale, insensibile e addirittura normale. Siamo così abituati ad aggressività e prevaricazione che scoppiano quotidianamente combattimenti improvvisati che trasformano feste in campi di battaglie e amici in alleati di guerra. E noi? Le zuffe non ci indignano, assistiamo come Romani alle lotte tra gladiatori e animali, quasi come tifosi parteggiando per una parte o per l’altra. La politica? Dante nel VI del Purgatorio, con l’apostrofe all’Italia, non ha descritto una condizione contingente ma universale della penisola, che era priva di guida politica, intrisa di corruzione e ostilità tra gli abitanti. La situazione attuale è simile. Anzi: peggiore. Non abbiamo vere guide, nessuno incarna veramente credi politici, ma si mira solo al tornaconto personale, ignorando ogni interesse collettivo. La manipolazione del pensiero e la strumentalizzazione sono così CINEMA integrate nel mondo che non ci accorgiamo delle trame, degli intrecci e dei fili che tessono gli uomini di potere. Non ci accorgiamo di come troppo lontani dalle verità? manipolano le nostre menti (Bianca Rumore) anche le più banali pubblicità. Molto lontani dalla realtà, La recensione La musica nel cuore: August Rush Per la regia di Kirsten Sheridan e candidato all’oscar 2008 per la miglior canzone originale (Rise it up ) , August Rush è sicuramente il film in cui la musica svolge una funzione unificatrice. Favola post-moderna che non si preoccupa per l’eccesso di... zucchero, si rivela adatta ad un pubblico familiare: è una storia capace di far commuovere anche adulti e di far pensare . Questo ‘’piccolo Mozart’’ si fa emblema di una generazione che crede ancora nel potere della musica, della forza di volontà e della profonda passione legata al mondo del suono. Se per alcuni potrà essere troppo sdolcinato e portatore di un sentimentalismo esasperato, la semplicità con cui vengono trattati i temi è da apprezzare e in un certo senso dovevamo anche aspettarcela da una figlia d’arte come la Sheridan. La svolta nella vita del piccolo Rush corrisponde alla fuga a New York e al conseguente riconoscimento del proprio straordinario talento musicale. Sicuramente uno dei film che la redazione consiglia maggiormente. Analizzatelo dal vostro punto di vista e buona visione! LA TRAMA. Una tiepida notte primaverile allietata dal violoncello della talentuosa Layla (Keri Russel) e scossa dal chitarrista Louis (Jonathan Rhys Meyers ) è occasione per l’incontro casuale, ma cruciale: la violoncellista resta incinta. Suo padre,al fine di non comprometterne la promettente carriera da musicista, la fa credere che il bambino sia morto. Figlio di due mondi diversi , il piccolo Evan ( Freddie Highmore ) fugge a New York. Così, proprio per il suo talento musicale, è condotto nella Grande mela dal ‘’Mago’ (Robbie Williams), un musicista di strada che insegna agli orfani a suonare, ma sfruttandoli, che lo soprannomina August. Quando la polizia lo ricerca si rifugia in una chiesa, il cui reverendo lo introduce alla Juilliard School. Layla viene a sapere che il figlio è vivo, Louis invece rincontra i membri della sua vecchia band. Dopo mille peripezie Evan si esibisce davanti a centinaia di persone, e proprio grazie alla sua musica verrà riconosciuto dai suoi genitori e riuscirà a coronare il suo sogno: avere una famiglia . SOCIETÀ Genitori e figli: i costi del permissivismo eccessivo Hyper-sexualization o perdita dei valori? Sguardi ammiccanti, volti esageratamente truccati, abbigliamento provocante e tacchi alti: hyper-sexualization è il termine attribuito al fenomeno, sempre più comune tra le tweens, bambine sotto i 12 anni. La “sindrome di Lolita” preoccupa anche le autorità francesi: l’ex ministro dello sport Chantal Jouanno propone il ritorno dell’uniforme scolastica sin dalle elementari e il divieto di concorsi di bellezza per “minimiss”. Lo scandalo parte da una fotografia che ritrae una bambina-modella in pose provocanti; l’immagine, che ha suscitato scalpore, è costata il posto alla direttrice di Vogue. Basta visualizzare qualche bacheca Facebook di ragazzine (anche sotto i 12 anni) per rendersi conto che, nonostante la loro tenera età, le barbie sono ormai passatempi superati: infatti ciò che sorprende di più i visitatori di tali profili è la sensazione di essersi imbattuti sulla bacheca di una velina o di una modella e non solo! Spregevoli, spesso , anche i commenti piuttosto volgari dei ragazzini. Ma in questo macabro scenario, i genitori che posto occupano? Dagli educatori per antonomasia, sembra che stiano diventando vittime dell’era digitale e dei loro stessi figli, veri e propri maestri della tecnologia che si divertono a raggirarli: madri e padri, quindi, poco attenti alla vita dei loro figli perché non all’altezza delle apparecchiature tecnologiche. È facile anche trovare delle mamme compiaciute per gli apprezzamenti che le loro figlie riscuotono tra i ragazzini. A questo punto ci si chiede se il problema sia costituito dall’egocentrismo dei figli o dall’eccessivo permissivismo dei genitori. Ma di sicuro la soluzione all’ipersessualizzazione è una sfida. Una sfida tra le nuove tendenze che pervadono la società odierna e i valori autentici: il rispetto tra i componenti del nucleo familiare, la solidarietà e la disponibilità reciproca, l’apertura al confronto e al dialogo con i genitori che, nonostante l’arco temporale che li separa dai figli, costituiscono un valido supporto per il percorso di crescita e maturazione di questi ultimi. E’ giunto il momento di abbandonare i modelli che vengono proposti quotidianamente dai massmedia che ci rendono “vittime” dei vincoli imposti dalla moda. I figli, per poter scegliere i valori, devono riceverli; in questo senso il ruolo educativo dei genitori è indispensabile. (Maria Elisa Cortimiglia) Un po' di storia del “mito” Coca-Cola: Ma quanto è importante la pubblicità? La comparsa della Coca-Cola è senz’altro stata di rilevante importanza nel panorama economico mondiale già dagli inizi. Nella seconda metà dell’Ottocento l’Europa occidentale estese e consolidò la propria presenza nel mondo. Il suo prestigio si fondava sulla superiorità nel campo scientifico e tecnologico e sulla potenza industriale e capitalistica, rafforzato in seguito alla scoperta di nuove fonti di energia, come il petrolio e l’elettricità, all’utilizzo di nuovi sistemi di comunicazione e di trasporto, al dominio incontrastato del commercio mondiale. Intanto le grandi potenze europee portavano a termine le conquiste coloniali, soprattutto in Africa, spinte dal desiderio di procurarsi nuovi mercati di vendita per i prodotti nazionali e di accaparrarsi materie prime e risorse energetiche a basso costo. A questo prodigioso sviluppo industriale, che si protrasse fino agli inizi nel Novecento si interessarono altri Stati del mondo, come gli USA ed il Giappone: era la Seconda Rivoluzione Industriale. E’ proprio in questo scenario di sviluppo frenetico che nel 1880 il giovane farmacista Pemberton brevettò ufficialmente un vino di coca molto stimolante ispirato all’invenzione di Angelo Mariani, chimico francese che immise sul mercato precedentemente tale bevanda commercializzata con il nome di "Vino Mariani" e divenuta famosa in tutto il mondo. Fu un successo enorme che gli valse la celebrità. Successivamente fondò la Pemberton Chemical Company. Inizialmente le sue bevande contenevano un succo alcolico, ma l’industrializzazione del paese e le trasformazioni vertiginose dell’economia e degli stili di vita, causarono molti problemi sociali. Nello stesso anno la farmacia Jacobs di Atalanta mise in vendita il primo bicchiere di Coca-Cola. Tuttavia fu Frank Robinson che inventò il celebre logo CocaCola. John Pemberton non riuscì a sfruttare molto la sua invenzione perché nell’agosto del 1888 morì. Sembra che abbia pagato 2.300 dollari per l’impresa, di fatto acquisì i diritti della Coca-Cola Asa Candler. Si stima che già agli inizi si riuscissero a vendere 36 milioni di bottiglie di CocaCola all’anno. Sicuramente di fondamentale importanza per l’impressionante sviluppo economico dell’azienda sono stati gli spot, sempre vari, amati e criticati, di cui i più celebri sono restati impressi nell’immaginario collettivo. Ma non solo. Fu una novità anche la ‘'popolarità’’ della Coca-Cola: aveva un costo alla portata di tutti. E’ nel 1891 che la pubblicità della bibita si fa più aggressiva con l’apparizione delle ‘’Coca-Cola girls’’: senza dubbio le loro immagini aiutarono a incrementare la vendita della bibita nella popolazione maschile, soprattutto nei periodi di guerra. Nel 1893, dopo una lunga lotta giudiziaria contro un tale Kent, Candler registrò il marchio. Già le aspre critiche arrivavano all’epoca degli esordi quando a Candler fu domandato di eliminare la cocaina dalla ricetta, ma lui rispose: “Come può pensare di cambiare la formula della bevanda più popolare del mondo per le chiacchiere di qualche donnetta isterica? Mai! Non c’è nulla di male nella Coca-Cola!” . E la sua ambizione aumentò. Il Babbo Natale con gli abiti e i colori che noi tutti associamo alla figura del buon vecchio sono state influenzate dalla pubblicità della Coca-Cola . Nel 1908, tuttavia, la Commissione Nazionale del lavoro minorile protestava contro le pessime condizioni dei lavoratori dell'industria, dove le donne e i minori lavoravano più di 14 ore guadagnando 50 centesimi di dollaro al giorno. Nel 1910 Candler ordinò che i primi registri della Coca-Cola venissero bruciati, ad ulteriore dimostrati delle vie ‘’poco ortodosse’’ seguite dall’ambizioso imprenditore. È in quegli anni che la confezione cambiava assumendo quella ancora oggi conosciuta. Secondo altri biografi la forma doveva essere stata ispirata dal corpo di una donna, e precisamente a quello della famosa attrice dell'epoca: Mae West. Questa ipotesi diede alla bottiglia la fama di “Gran Dama”. Nel 1916 l’azienda passava nella mani del ricco banchiere Robert Woodruff: si apriva un periodo che non avrebbe visto nel sorgere del primo conflitto mondiale un ostacolo alla crescita dell’azienda. E' innegabile l'ingegno dei primi grandi uomini della Coca-Cola nel far conoscere la bevanda: non esistevano di certo i mezzi di sponsorizzazione odierni. Arrivarono a distribuire buoni, per far provare la bevanda ad un certo numero di potenziali compratori che si sarebbero sicuramente prestati al passaparola. Una forma alquanto ''arrangiata'' di pubblicità ma che si rivelò molto efficace. Da lì la strada era spianata. Il primo vero cartello pubblicitario risale al 1931 e recitava ''La pausa che rinfresca!''. Era già palese l'intenzione di far conoscere la bevanda al grande pubblico. La grande occasione arrivò il Giorno del Ringraziamento del 1950: quale migliore occasione se non la festa nazionale statunitense per eccellenza? Aveva così inizio la grande era della pubblicità in TV. Fu solo l'inizio di innumerevoli: animazioni, spot motion e performance di personaggi famosi. La Coca-Cola individuò subito l'immenso potenziale della TV e quest’ultima diede enorme slancio alla diffusione dell'azienda. La storia di questa si intrecciava a quello che era il bisogno di positività e di credere ancora nel futuro e nei sogni che avevano reso gli USA un grande paese. Mentre il mondo sembrava sentire troppo le paure della guerra fredda, Coca-Cola diventava un messaggio di serenità. Come disse Baker, l'ormai celebre bevanda “univa”, tant'è vero che la canzone dello spot “I'd like to buy the World a Coke” venne richiesta da moltissime radio e tradotta in diverse lingue. In quegli anni la CocaCola era ormai ufficialmente un colosso mondiale. La sua potenza economica era data dal fatto che ormai il suo successo era planetario e il consumo del prodotto non si limitava semplicemente a particolari stagioni o pasti: andava bene per ogni occasione. O almeno era questo che il nuovo spot del 1993 diceva. Ma non era evidentemente questo il momento di fermarsi! Furono 27 i nuovi spot realizzati per il target di diversi tipi di pubblico. Così, tra le novità dell'ultimo decennio vi fu la partecipazione in molti spot di personaggi famosi. La CocaCola è stata una fra le prime aziende a imporsi a livello mondiale. Ha dato il via a un nuovo fenomeno accompagnato dalla globalizzazione e dai sempre maggiori collegamenti telematici tra le diverse parti del mondo che ha coinvolto le grandi multinazionali nate successivamente. Coca-Cola deve sicuramente molto alla pubblicità: tramite semplici ma efficaci spot ha mirato sempre a dipingere la bevanda come portatrice di felicità. Non a caso uno fra gli ultimi spot recita ''Open the Happiness ''ossia ''Stappa la felicità''. Azzardato come messaggio, come tutti gli spot. Riflettendo bene, il ruolo della pubblicità non è quello di convincere un potenziale consumatore a comperare un determinato prodotto? E la Coca-Cola ci è riuscita bene. Senz'ombra di dubbio è sempre stata una bevanda innovativa e che avrebbe venduto anche senza l'ausilio delle pubblicità ma è innegabile che quest'ultima sia stata alquanto determinante per l'ascesa dell'azienda. Sono state e saranno innumerevoli le critiche intorno a questo prodotto, ma chi ha qualche anno più di noi sa bene come alle volte la bibita sia legata a un piacevole ricordo del passato! Coca-Cola vive e vivrà comunque nei suoi spot ''felici''. Forse, a volte la felicità è come la Coca-Cola: a portata di mano. (Fonti:sito ufficiale coca cola; www.ipsnet.it; www.itomizer.com) Giuseppina Badami Bufera sulla famosa bibita La Coca-Cola e il suo colorante Gusto zuccherato e colore scuro: è la bevanda più famosa al mondo. Nata come rimedio contro il mal di testa, nel giro di pochi anni diventa colosso nei commerci mondiali e regina sulle tavole di mezzo mondo ma talora al centro di aspre critiche. Secondo il quotidiano “Corriere della sera”, in febbraio il “Center for Science in the Public Interest” (associazione per la tutela dei consumatori) ha inoltrato all’ente Usa Food and Drug Administration una petizione in cui chiedeva il bando del colorante caramello ammonio solfito. Nonostante quest’ultima sostenga che soltanto un consumo pari a 1.000 lattine al giorno possa rivelarsi rischioso, lo stato della California ha ritenuto necessario apporre in etichetta specifiche avvertenze relative a possibili rischi, ad altissime dosi, e ciò sarà esteso a tutti gli USA . Il colosso sostiene di aver già chiesto ai fornitori del colorante caramello di apportare delle modifiche. «L’impegno per la massima qualità - aggiunge il gruppo USA tramite la sua portavoce Diana Garza - e la sicurezza dei nostri grandi marchi rimane la nostra priorità assoluta. E continueremo a fare affidamento su evidenze scientifiche certe per assicurare che i nostri prodotti siano sicuri». Fonte: www.corriere.it (Giuseppina Badami) Hanno collaborato: Giuseppina Badami, Maria Elisa Cortimiglia, Lorenza Di Betta, Isabella Di Natale, Irene Ganci, Teresa Orlando, Rossana Ragusa, Bianca Rumore,Marilena Saporito,Basilio Bacile.