Giornale d`istituto

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Giornale d'istituto
A.S. 2011-2012 – Aprile-Maggio
CRONACHE DELL'ANNO SCOLASTICO
Viaggio-studio nel Regno Unito. Quaranta i liceali di Corleone in partenza grazie ai fondi europei.
Il Don Colletto a Londra: imperdibile occasione,
indimenticabile esperienza
Adolescenti alle prese con voli Alitalia, metropolitane e scale mobili nella capitale londinese
Entusiasmo,
curiosità,
interesse: questi gli stati
d'animo nei loro occhi vivaci e
nei loro sorrisi esuberanti. E'
l'inizio dell'anno scolastico,
quaranta studenti del “Don
Colletto”
di
Corleone
meritano,
secondo
una graduatoria, di
percorrere per tre
settimane le strade di
Londra. Il viaggiostudio è realizzato
grazie alla preziosa
opportunità
offerta
dal progetto Pon
“Imparo l’inglese” e
ai fondi stanziati
dall'Unione Europea.
Per i ragazzi il
viaggio è utile dal
punto
di
vista
didattico e al contempo
assolutamente divertente. Gli
adolescenti, provenienti da
Corleone e paesi vicini, si
confrontano con una realtà
infinitamente grande rispetto a
quella infinitamente piccola dei
loro paesi. Primi ostacoli?
Sicuramente la velocità, la
cortesia e la puntualità degli
inglesi. Come trascorrono le
loro giornate i ragazzi? La
mattina si serve la classica
colazione all'inglese e poi si
frequentano le lezioni, mentre
il resto della giornata si dedica
alla visita della metropoli. Loro
affrontano
una sfida contro tutto quello
che non appartiene ai siciliani:
metropolitane, corse per le
scale mobili, comportamenti
decorosi: il tutto caratterizzato
da ritardi, tipici degli italiani. E
come se la cavano con
l'inglese? La lingua, parlata da
sconosciuti, nelle aule, nei bar,
nei
musei,
nei
teatri,
certamente non è facile da
comprendere. Nonostante le
prime difficoltà, il contatto con
persone di madre lingua
influisce in maniera positiva
sullo
studio
e
sulla
dimestichezza con la lingua
straniera. Girano per Londra e
altre importanti città.
Visitano
musei,
monumenti,
teatri.
Vedono da vicino le
opere dei grandi artisti
italiani
di
fama
internazionale
e
quanto può arricchire
le loro conoscenze.
Toccano con mano il
metodo
d'insegnamento
dei
professori
inglesi,
interessanti
e
piacevoli. Differenze
con i tradizionali insegnanti
italiani? Forse gli stranieri sono
meno severi e più innovativi.
Un'esperienza multiforme dal
punto di vista culturale,
didattico
e
sociale,
un'esperienza da scrivere con
pennarelli
indelebili
per
ampliare gli orizzonti umani
(Bianca Rumore)
CRONACHE DELL'ANNO SCOLASTICO
Investire
sul merito
Giorno 24 febbraio, Daniela
Tomasino e Pinalba Schilleci ,
che
frequentano
l'Istituto
superiore “Don G. Colletto”, in
qualità
di
alunne,
rispettivamente della V A,
indirizzo scientifico, e della III
L, indirizzo classico, il cui
curriculum è stato segnalato
dal Dirigente scolastico per il
“Premio Alfieri del Lavoro”,
hanno preso parte ad un
seminario dal titolo “Investire
sul merito per il futuro del
paese”, che ha avuto luogo ad
Enna, presso il Rettorato
dell'Università
“Kore”.
Particolarmente
degno
di
interesse e di menzione è stato
La Settimana dello studente
NOI CE
L'ABBIAMO
MESSA TUTTA...
Ogni anno vi sono dei giorni
particolari in cui vengono
celebrate ricorrenze più o meno
importanti.
Dal
“San
Valentino”, la festa degli
innamorati, alla “Festa della
Mamma”. Allo stesso modo, i
ragazzi
della
scuola
di
istruzione superiore del “Don
Colletto” di Corleone hanno
ritenuto opportuno ritagliare un
po' di tempo da dedicare
interamente a se stessi.
Attraverso la visione di film, i
dibattiti, le attività formative,
questi studenti anno dato vita
ad una “Settimana dello
Studente”.
L'organizzazione
delle attività, la scelta dei film
adatti e le tematiche da
l'intervento
di
Stefano
Semplici, Direttore Scientifico
del Collegio Universitario
“Lamaro Pozzani”, il quale ha
ben esposto la necessità di
eccellenze nel nostro Paese
come apporto significativo al
miglioramento dello stesso.
Ciò che il professor Semplici
ha posto in evidenza è
l'importanza della verità, che,
dunque, non ha la funzione di
demotivare i giovani del
presente ma deve essere un
monito per loro ad affrontare il
futuro con la consapevolezza
che esso può essere migliorato
e migliore. L'intervento del
professore si è concluso con
alcuni consigli rivolti ai
giovani meritevoli: in primo
luogo il valore formativo
del confrontarsi con le
difficoltà; l'impegno, che deve
caratterizzare i giovani, i quali
non
devono
farsi
demoralizzare, ma devono
perseguire con determinazione
il proprio percorso scolastico e
poi lavorativo. Il seminario è
stato onorato dalla presenza di
personalità di spicco, tra le
quali
Alessandro
Scelfo,
presidente
del
Gruppo
Siciliano Cavalieri del Lavoro,
Francesco Tornatore (attività di
nomina: industria elettronica),
Francesco Rosario Averna
(attività di nomina: industria
dei liquori e dolciaria),
Giuseppe Benanti (attività di
nomina:
industria
farmaceutica). L'iniziativa si è
conclusa con un rinfresco.
(Daniela Tomasino e Pinalba
Schilleci)
dibattere hanno creato non
pochi problemi al Comitato
studentesco, che ha voluto
essere disponibile alle richieste
avanzate dagli studenti e allo
stesso
tempo
selezionare
solamente quelle davvero utili
e materialmente realizzabili.
Dopo un duro lavoro, i ragazzi
del comitato sono riusciti a
stilare il programma e lo hanno
poi fatto passare per tutte le
classi, a titolo informativo. La
settimana dello studente si è
avviata con la “Giornata
dell'Arte” di lunedì, 19
dicembre. Dalle otto e mezza,
per circa un'ora, i ragazzi, con
l'ausilio dei professori, hano
scelto delle tematiche che poi
hanno argomentato; a seguire,
un periodo di intervallo fino
alle 10 e la distribuzione degli
studenti nei vari laboratori.
Ognuno ha avuto la possibilità
di scegliere tra la visione di
film, tra cui Il tormento e
l'estasi o Brama di vivere, con
le conseguenti riflessioni a
riguardo, o i laboratori di
pittura, fotografia ed altro
ancora. Il giorno successivo si
è passati alla “Giornata della
Musica” e le attività si sono
svolte con la stessa scansione;
in seguito, i ragazzi hanno
potuto optare per la visione del
film di Vasco Rossi E' solo un
rock'n'roll o di Ligabue, Niente
paura, o ancora per quello di
Jim Morrison, When you're
strange. Ma hanno potuto
anche scegliere di partecipare
alla gara canora presso
l'auditorium della sede centrale
o ancora documentarsi e
dibattere sulla storia di gruppi
come i Beatles, i Queen, i
Roling Stones e sulla nascita di
nuove
icone
musicali
CRONACHE DELL'ANNO SCOLASTICO
commerciali di oggi, quali
Lady Gaga o Katy Perry. Il
mercoledì successivo è stata la
volta della “Giornata
del
Libero
Pensiero”.
In
programma film come Il
giorno della civetta o Placido
Rizzotto, o visite guidate ai
musei o alle sedi , presenti nel
territorio, di Libera e Dialogos.
L'ultimo giorno, giovedì 22
dicembre, è stata la giornala del
“Don Colletto in festa”: gli
alunni e i professori hanno
avuto
la
possibilità
di
scambiarsi gli auguri in classe,
dopo di che gli studenti si sono
piotuti recare preso il Centro
Multimediale
messo
a
disposizione dal Comune di
Corleone per la festa di Natale.
In questo modo, gli studenti
hanno potuto conoscere ragazzi
al di fuori della propria classe,
di “staccare un po' la spina”
dagli stressanti, a volta, ritmi di
studio e di approfondire
tematiche di interesse comune.
Oltre all'imegno dei ragazzi del
comitato, è doveroso anche
rendere giustizia al lavoro e
alla pazienza degli insegnanti e
alla disponibilità del Dirigente
Scolastico, prof. Girolamo
Cannariato,
che
hanno
contribuito a rendere possibile
tutto questo. (Lorena Di Betta
e Isabella Di Natale)
COSTUME E SPETTACOLO
Lucio Dalla, un mito della musica italiana
Come non ricordare?
È morto il 1° Marzo di quest’anno. Grande lutto per il mondo
della musica, che lo ha rimpianto il 4 Marzo a Bologna, giorno
del suo funerale, in cui avrebbe compiuto 69 anni. Lucio Dalla
si trovava a Montreaux, in Svizzera, per uno dei suoi tour
europei, quando la morte lo ha sorpreso nella sua camera
dell’hotel. Una morte improvvisa e inaspettata, vista l’ottima
salute di cui godeva. Morte sempre sbeffeggiata dal cantante,
che la definiva “solo la fine del primo tempo”. Davanti casa
sua, in via D’Azeglio, a Bologna, centinaia i fans che si sono
fermati anche solo un minuto in ricordo di un grande cantante,
amato da tutti per il calore e la gioia che riusciva a trasmettere
con il suo sorriso. Autore di più di 600 canzoni, è ricordato da
tutti come “un artista dall’enorme sensibilità”. La sua ultima opera, Nanì, scritta in collaborazione
con Pierdavide Carone, un giovane cantante che ha partecipato quest’anno al festival di Sanremo,
è il suo ultimo dono prima di lasciare questa vita, tradito dal suo cuore. Secondo una prima
ricostruzione dei fatti, è stato Marco Alemanno a trovarne il cadavere, il suo presunto compagno.
Tante le critiche dal mondo per l’omosessualità del cantautore, eccessivamente strumentalizzata
nei giorni successivi al funerale. Secondo padre Boschi, il confessore di Dalla, questa critica
troppo accentuata è stata nient’altro che un’assurda vendetta da parte dei gay, irritati nei confronti
della Chiesa che ha permesso al compagno del cantante di leggere una sua canzone nel corso dei
funerali. “La Chiesa accusa il peccato, non il peccatore” aggiunge padre Boschi, disgustato dal
comportamento dei media. Etero o omo, Lucio Dalla resterà per sempre una delle voci e dei
cantautori migliori della storia della musica italiana. Lui poeta, le sue canzoni splendide poesie.
Come non ricordare?
(Rossana Ragusa)
CINEMA E SOCIETÀ
Distopia o prefigurazione dell’Italia e del mondo?
Arancia meccanica. Oggi
Criminalità sociologia psicologia strumentalizzazione di massa...
Ultraviolenza, droghe diluite
nel “latte più”, politica corrotta,
società
degenerata,
manipolazione del pensiero.
Stanley Kubrick con Arancia
Meccanica (A Clockwork
Orange) nel 1971 ha realizzato
un capolavoro cinematografico
mondiale
dalla
trama
polivalente e poliprospettica
che sviscera l’uomo singolo e
la collettività tutta. Alex De
Large e i suoi Drughi sono
ragazzi che vivono in una
Londra degli anni ’60, amano
oltremisura
ogni
forma
d’illegalità e trasformano un
giorno ordinario in un’esaltata
giornata
di
criminalità,
all’insegna di rapine, abusi
sessuali, vandalismo e cruda
violenza. La concitata scena
trova l’acme nell’omicidio
commesso dal protagonista e
da lì seguiranno il carcere e il
“trattamento Ludovico”, una
cura rieducativa che costringe
l’assassino a provare dolore
fisico ogni qualvolta si vuol
provare a commettere i reati,
propri del suo animo criminale.
Finita la cura, Alex ha una crisi
d’identità, è rigettato da madre
e padre, emarginato dalla
società e sfruttato dalla
corruzione della politica che
strumentalizza l’intera vicenda
per
mera
propaganda.
Psicologia, sociologia, politica,
criminalità, manipolazione del
pensiero. Il film è classificato
anche come di fantascienza
apocalittica poiché preconizza
un
futuro
devastato
e
degradato. Ma proiettando
questo capolavoro della storia
del
cinema
in
epoca
contemporanea, Kubrick era
forse onniveggente? La sua
distopia
e
fantascienza
corrispondono a realtà? La
società contemporanea non è
forse costernata da violenza
esasperata
e
stupri?
Il
vandalismo è all’ordine del
giorno. Omicidi? I criminologi
non
sanno
più
come
interpretare gli incessanti reati
e come rispondere ai vari inviti
televisivi. Prima di assistere al
processo in tribunale, ci
somministrano
dosi
sovrabbondanti di processi
mediatici e noi accettiamo
come verità incontrovertibile
ogni parola pronunciata da
opinionisti e presentatori. Il
sesso converge in ogni
argomento e gli uomini non
sanno che pronunciare continui
doppi
sensi,
ovviamente
ripresentando culturalmente la
peggiore latinità del grande
teatro
plautino.
L’uso
dell’intelletto è facoltativo e gli
ormoni dominano sui neuroni,
causando un esasperato o
distorto desiderio sessuale. La
violenza è talmente ordinaria,
che è filtrata da telegiornali e
giornali
in
maniera
superficiale,
insensibile
e
addirittura normale. Siamo così
abituati ad aggressività e
prevaricazione che scoppiano
quotidianamente combattimenti
improvvisati che trasformano
feste in campi di battaglie e
amici in alleati di guerra. E
noi? Le zuffe non ci indignano,
assistiamo come Romani alle
lotte tra gladiatori e animali,
quasi come tifosi parteggiando
per una parte o per l’altra. La
politica? Dante nel VI del
Purgatorio, con l’apostrofe
all’Italia, non ha descritto una
condizione contingente ma
universale della penisola, che
era priva di guida politica,
intrisa di corruzione e ostilità
tra gli abitanti. La situazione
attuale è simile. Anzi: peggiore.
Non abbiamo vere guide,
nessuno incarna veramente
credi politici, ma si mira solo al
tornaconto
personale,
ignorando
ogni
interesse
collettivo. La manipolazione
del
pensiero
e
la
strumentalizzazione sono così
CINEMA
integrate nel mondo che non ci
accorgiamo delle trame, degli
intrecci e dei fili che tessono
gli uomini di potere. Non ci
accorgiamo
di
come troppo lontani dalle verità?
manipolano le nostre menti (Bianca Rumore)
anche le più banali pubblicità.
Molto lontani dalla realtà,
La recensione
La musica nel cuore: August Rush
Per la regia di Kirsten Sheridan e candidato all’oscar 2008 per la miglior canzone originale (Rise
it up ) , August Rush è sicuramente il film in cui la musica svolge una funzione unificatrice.
Favola post-moderna che non si preoccupa per l’eccesso di... zucchero, si rivela adatta ad un
pubblico familiare: è una storia capace di far commuovere anche adulti e di far pensare . Questo
‘’piccolo Mozart’’ si fa emblema di una generazione che crede ancora nel potere della musica,
della forza di volontà e della profonda passione legata al mondo del suono. Se per alcuni potrà
essere troppo sdolcinato e portatore di un sentimentalismo esasperato, la semplicità con cui
vengono trattati i temi è da apprezzare e in un certo senso dovevamo anche aspettarcela da una
figlia d’arte come la Sheridan. La svolta nella vita del piccolo Rush corrisponde alla fuga a New
York e al conseguente riconoscimento del proprio straordinario talento musicale. Sicuramente uno
dei film che la redazione consiglia maggiormente. Analizzatelo dal vostro punto di vista e buona
visione!
LA TRAMA. Una tiepida notte primaverile allietata dal violoncello della talentuosa Layla (Keri
Russel) e scossa dal chitarrista Louis (Jonathan Rhys Meyers ) è occasione per l’incontro
casuale, ma cruciale: la violoncellista resta incinta. Suo padre,al fine di non comprometterne la
promettente carriera da musicista, la fa credere che il bambino sia morto. Figlio di due mondi
diversi , il piccolo Evan ( Freddie Highmore ) fugge a New York. Così, proprio per il suo talento
musicale, è condotto nella Grande mela dal ‘’Mago’ (Robbie Williams), un musicista di strada
che insegna agli orfani a suonare, ma sfruttandoli, che lo soprannomina August. Quando la
polizia lo ricerca si rifugia in una chiesa, il cui reverendo lo introduce alla Juilliard School. Layla
viene a sapere che il figlio è vivo, Louis invece rincontra i membri della sua vecchia band. Dopo
mille peripezie Evan si esibisce davanti a centinaia di persone, e proprio grazie alla sua musica
verrà riconosciuto dai suoi genitori e riuscirà a coronare il suo sogno: avere una famiglia .
SOCIETÀ
Genitori e figli: i costi del permissivismo eccessivo
Hyper-sexualization o perdita dei valori?
Sguardi ammiccanti, volti
esageratamente
truccati,
abbigliamento provocante e
tacchi alti: hyper-sexualization
è il termine attribuito al
fenomeno, sempre più comune
tra le tweens, bambine sotto i
12 anni. La “sindrome di
Lolita” preoccupa anche le
autorità francesi: l’ex ministro
dello sport Chantal Jouanno
propone
il
ritorno
dell’uniforme scolastica sin
dalle elementari e il divieto di
concorsi di bellezza per “minimiss”. Lo scandalo parte da
una fotografia che ritrae una
bambina-modella
in
pose
provocanti; l’immagine, che ha
suscitato scalpore, è costata il
posto alla direttrice di Vogue.
Basta visualizzare qualche
bacheca Facebook di ragazzine
(anche sotto i 12 anni) per
rendersi conto che, nonostante
la loro tenera età, le barbie
sono
ormai
passatempi
superati: infatti ciò che
sorprende di più i visitatori di
tali profili è la sensazione di
essersi imbattuti sulla bacheca
di una velina o di una modella
e non solo! Spregevoli, spesso ,
anche i commenti piuttosto
volgari dei ragazzini. Ma in
questo macabro scenario, i
genitori che posto occupano?
Dagli
educatori
per
antonomasia, sembra che stiano
diventando vittime dell’era
digitale e dei loro stessi figli,
veri e propri maestri della
tecnologia che si divertono a
raggirarli: madri e padri,
quindi, poco attenti alla vita dei
loro figli perché non all’altezza
delle
apparecchiature
tecnologiche.
È facile anche trovare delle
mamme compiaciute per gli
apprezzamenti che le loro figlie
riscuotono tra i ragazzini. A
questo punto ci si chiede se il
problema
sia
costituito
dall’egocentrismo dei figli o
dall’eccessivo permissivismo
dei genitori. Ma di sicuro la
soluzione
all’ipersessualizzazione è una
sfida. Una sfida tra le nuove
tendenze che pervadono la
società odierna e i valori
autentici: il rispetto tra i
componenti
del
nucleo
familiare, la solidarietà e la
disponibilità
reciproca,
l’apertura al confronto e al
dialogo con i genitori che,
nonostante l’arco temporale
che li separa dai figli,
costituiscono
un
valido
supporto per il percorso di
crescita e maturazione di questi
ultimi. E’ giunto il momento di
abbandonare i modelli che
vengono
proposti
quotidianamente dai massmedia che ci rendono “vittime”
dei vincoli imposti dalla moda.
I figli, per poter scegliere i
valori, devono riceverli; in
questo senso il ruolo educativo
dei genitori è indispensabile.
(Maria Elisa Cortimiglia)
Un po' di storia del “mito” Coca-Cola:
Ma quanto è importante la pubblicità?
La comparsa della Coca-Cola è
senz’altro stata di rilevante
importanza
nel
panorama
economico mondiale già dagli
inizi. Nella seconda metà
dell’Ottocento
l’Europa
occidentale estese e consolidò
la propria presenza nel mondo.
Il suo prestigio si fondava sulla
superiorità
nel
campo
scientifico e tecnologico e sulla
potenza
industriale
e
capitalistica,
rafforzato
in
seguito alla scoperta di nuove
fonti di energia, come il
petrolio
e
l’elettricità,
all’utilizzo di nuovi sistemi di
comunicazione e di trasporto,
al dominio incontrastato del
commercio mondiale. Intanto
le grandi potenze europee
portavano
a
termine
le
conquiste coloniali, soprattutto
in Africa, spinte dal desiderio
di procurarsi nuovi mercati di
vendita per i prodotti nazionali
e di accaparrarsi materie prime
e risorse energetiche a basso
costo. A questo prodigioso
sviluppo industriale, che si
protrasse fino agli inizi nel
Novecento si interessarono altri
Stati del mondo, come gli USA
ed il Giappone: era la Seconda
Rivoluzione Industriale. E’
proprio in questo scenario di
sviluppo frenetico che nel 1880
il
giovane
farmacista
Pemberton
brevettò
ufficialmente un vino di coca
molto
stimolante
ispirato
all’invenzione
di
Angelo
Mariani, chimico francese che
immise
sul
mercato
precedentemente tale bevanda
commercializzata con il nome
di "Vino Mariani" e divenuta
famosa in tutto il mondo. Fu un
successo enorme che gli valse
la celebrità. Successivamente
fondò la Pemberton Chemical
Company. Inizialmente le sue
bevande contenevano un succo
alcolico,
ma
l’industrializzazione del paese
e le trasformazioni vertiginose
dell’economia e degli stili di
vita, causarono molti problemi
sociali. Nello stesso anno la
farmacia Jacobs di Atalanta
mise in vendita il primo
bicchiere
di
Coca-Cola.
Tuttavia fu Frank Robinson che
inventò il celebre logo CocaCola. John Pemberton non
riuscì a sfruttare molto la sua
invenzione perché nell’agosto
del 1888 morì. Sembra che
abbia pagato 2.300 dollari per
l’impresa, di fatto acquisì i
diritti della Coca-Cola Asa
Candler. Si stima che già agli
inizi si riuscissero a vendere 36
milioni di bottiglie di CocaCola all’anno. Sicuramente di
fondamentale importanza per
l’impressionante
sviluppo
economico dell’azienda sono
stati gli spot, sempre vari,
amati e criticati, di cui i più
celebri sono restati impressi
nell’immaginario
collettivo.
Ma non solo. Fu una novità
anche la ‘'popolarità’’ della
Coca-Cola: aveva un costo alla
portata di tutti. E’ nel 1891 che
la pubblicità della bibita si fa
più
aggressiva
con
l’apparizione delle ‘’Coca-Cola
girls’’: senza dubbio le loro
immagini
aiutarono
a
incrementare la vendita della
bibita
nella
popolazione
maschile,
soprattutto
nei
periodi di guerra. Nel 1893,
dopo una lunga lotta giudiziaria
contro un tale Kent, Candler
registrò il marchio. Già le aspre
critiche arrivavano all’epoca
degli esordi quando a Candler
fu domandato di eliminare la
cocaina dalla ricetta, ma lui
rispose: “Come può pensare di
cambiare la formula della
bevanda più popolare del
mondo per le chiacchiere di
qualche donnetta isterica? Mai!
Non c’è nulla di male nella
Coca-Cola!” . E la sua
ambizione aumentò.
Il Babbo Natale con gli abiti e i
colori che noi tutti associamo
alla figura del buon vecchio
sono state influenzate dalla
pubblicità della Coca-Cola .
Nel
1908,
tuttavia,
la
Commissione Nazionale del
lavoro minorile protestava
contro le pessime condizioni
dei lavoratori dell'industria,
dove le donne e i minori
lavoravano più di 14 ore
guadagnando 50 centesimi di
dollaro al giorno. Nel 1910
Candler ordinò che i primi
registri
della
Coca-Cola
venissero bruciati, ad ulteriore
dimostrati delle vie ‘’poco
ortodosse’’
seguite
dall’ambizioso imprenditore. È
in quegli anni che la
confezione
cambiava
assumendo quella ancora oggi
conosciuta.
Secondo
altri
biografi la forma doveva essere
stata ispirata dal corpo di una
donna, e precisamente a quello
della famosa attrice dell'epoca:
Mae West. Questa ipotesi diede
alla bottiglia la fama di “Gran
Dama”. Nel 1916 l’azienda
passava nella mani del ricco
banchiere Robert Woodruff: si
apriva un periodo che non
avrebbe visto nel sorgere del
primo conflitto mondiale un
ostacolo
alla
crescita
dell’azienda.
E' innegabile l'ingegno dei
primi grandi uomini della
Coca-Cola nel far conoscere la
bevanda: non esistevano di
certo
i
mezzi
di
sponsorizzazione
odierni.
Arrivarono a distribuire buoni,
per far provare la bevanda ad
un certo numero di potenziali
compratori che si sarebbero
sicuramente
prestati
al
passaparola.
Una
forma
alquanto
''arrangiata''
di
pubblicità ma che si rivelò
molto efficace. Da lì la strada
era spianata. Il primo vero
cartello pubblicitario risale al
1931 e recitava ''La pausa che
rinfresca!''. Era già palese
l'intenzione di far conoscere la
bevanda al grande pubblico. La
grande occasione arrivò il
Giorno del Ringraziamento del
1950: quale migliore occasione
se non la festa nazionale
statunitense per eccellenza?
Aveva così inizio la grande era
della pubblicità in TV. Fu solo
l'inizio
di
innumerevoli:
animazioni, spot motion e
performance di personaggi
famosi.
La
Coca-Cola
individuò subito l'immenso
potenziale
della
TV
e
quest’ultima diede enorme
slancio
alla
diffusione
dell'azienda. La storia di questa
si intrecciava a quello che era il
bisogno di positività e di
credere ancora nel futuro e nei
sogni che avevano reso gli
USA un grande paese. Mentre
il mondo sembrava sentire
troppo le paure della guerra
fredda, Coca-Cola diventava un
messaggio di serenità. Come
disse Baker, l'ormai celebre
bevanda “univa”, tant'è vero
che la canzone dello spot “I'd
like to buy the World a Coke”
venne richiesta da moltissime
radio e tradotta in diverse
lingue. In quegli anni la CocaCola era ormai ufficialmente
un colosso mondiale. La sua
potenza economica era data dal
fatto che ormai il suo successo
era planetario e il consumo del
prodotto non si limitava
semplicemente a particolari
stagioni o pasti: andava bene
per ogni occasione. O almeno
era questo che il nuovo spot del
1993 diceva. Ma non era
evidentemente
questo
il
momento di fermarsi! Furono
27 i nuovi spot realizzati per il
target di diversi tipi di
pubblico. Così, tra le novità
dell'ultimo decennio vi fu la
partecipazione in molti spot di
personaggi famosi. La CocaCola è stata una fra le prime
aziende a imporsi a livello
mondiale. Ha dato il via a un
nuovo
fenomeno
accompagnato
dalla
globalizzazione e dai sempre
maggiori
collegamenti
telematici tra le diverse parti
del mondo che ha coinvolto le
grandi multinazionali nate
successivamente.
Coca-Cola
deve sicuramente molto alla
pubblicità: tramite semplici ma
efficaci spot ha mirato sempre
a dipingere la bevanda come
portatrice di felicità. Non a
caso uno fra gli ultimi spot
recita ''Open the Happiness
''ossia ''Stappa la felicità''.
Azzardato come messaggio,
come tutti gli spot. Riflettendo
bene, il ruolo della pubblicità
non è quello di convincere un
potenziale
consumatore
a
comperare un determinato
prodotto? E la Coca-Cola ci è
riuscita bene. Senz'ombra di
dubbio è sempre stata una
bevanda innovativa e che
avrebbe venduto anche senza
l'ausilio delle pubblicità ma è
innegabile che quest'ultima sia
stata alquanto determinante per
l'ascesa dell'azienda. Sono state
e saranno innumerevoli le
critiche intorno a questo
prodotto, ma chi ha qualche
anno più di noi sa bene come
alle volte la bibita sia legata a
un piacevole ricordo del
passato! Coca-Cola vive e
vivrà comunque nei suoi spot
''felici''. Forse, a volte la felicità
è come la Coca-Cola: a portata
di
mano.
(Fonti:sito ufficiale coca cola;
www.ipsnet.it;
www.itomizer.com)
Giuseppina Badami
Bufera sulla famosa bibita
La Coca-Cola e il suo colorante
Gusto zuccherato e colore scuro: è la bevanda più famosa al mondo. Nata come rimedio contro il mal di
testa, nel giro di pochi anni diventa colosso nei commerci mondiali e regina sulle tavole di mezzo mondo
ma talora al centro di aspre critiche. Secondo il quotidiano “Corriere della sera”, in febbraio il “Center for
Science in the Public Interest” (associazione per la tutela dei consumatori) ha inoltrato all’ente Usa Food
and Drug Administration una petizione in cui chiedeva il bando del colorante caramello ammonio solfito.
Nonostante quest’ultima sostenga che soltanto un consumo pari a 1.000 lattine al giorno possa rivelarsi
rischioso, lo stato della California ha ritenuto necessario apporre in etichetta specifiche avvertenze
relative a possibili rischi, ad altissime dosi, e ciò sarà esteso a tutti gli USA . Il colosso sostiene di aver
già chiesto ai fornitori del colorante caramello di apportare delle modifiche. «L’impegno per la massima
qualità - aggiunge il gruppo USA tramite la sua portavoce Diana Garza - e la sicurezza dei nostri grandi
marchi rimane la nostra priorità assoluta. E continueremo a fare affidamento su evidenze scientifiche
certe per assicurare che i nostri prodotti siano sicuri». Fonte: www.corriere.it (Giuseppina Badami)
Hanno collaborato: Giuseppina Badami, Maria Elisa Cortimiglia, Lorenza Di Betta, Isabella Di
Natale, Irene Ganci, Teresa Orlando, Rossana Ragusa, Bianca Rumore,Marilena Saporito,Basilio
Bacile.
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