VACCINI E DISINFORMAZIONE: QUANDO LA SALUTE DIPENDE DAL WEB A cura di Roberta VANINI A.A. 2015-2016 Introduzione Sin dalla sua creazione Internet è stato un mezzo di comunicazione eccezionale e grazie alla sua diffusione in tutto il mondo oggi ci permette di far viaggiare le notizie ad una velocità prima inimmaginabile Cosa succede però quando queste informazioni riguardano la sanità e la scienza? Fino a che le notizie di valore scientifico vengono gestite da persone esperte in questo ambito il problema non si pone, ma Internet rappresenta uno strumento alla portata di tutti che spesso non sanno come utilizzarlo nella maniera giusta. Il Web è inondato da informazioni proveniente da ogni parte del mondo, e spesso esse vengono travisate o diffuse da siti gestiti da utenti non preparati in maniera scientifica che, tuttavia, credono di poter gestire queste notizie pur non capendole del tutto. Uno dei temi più discussi negli ultimi tempi, dovuto proprio ad un elevata mole di pagine e siti che divulgano notizie false o travisate, è quello che riguarda i vaccini. Facendo una breve ricerca sul Web è chiaro che il tema pro o contro vaccini è molto sentito e, a causa delle conseguenze sulla salute generale, sta allarmando medici e pediatri. I Vaccini e l’Immunizzazione Prima di affrontare il tema della disinformazione ed i rischi che ne derivano è necessario inquadrare cosa siano i vaccini e i vantaggi che portano alla società. Consultando l’enciclopedia online en.wikipedia.org possiamo trovare un esaustiva descrizione del vaccino che traduciamo come: “Un vaccino è un preparato biologico che provvede in modo attivo all’acquisizione dell’immunità contro una specifica malattia” questo risultato si ottiene grazie alla peculiare composizione dei vaccini che, prendendo sempre come riferimento il testo di en.wikipedia.org, “[...]contengono un agente che riproduce il microrganismo che causa la malattia e sono frequentemente composti da forme attenuate o morte del microbo, dalle sue tossine o dalle sue proteine di membrana”. Grazie a queste particolari componenti che ricordano l’organismo patogeno, stimolano il nostro sistema immunitario attraverso la risposta immunitaria specifica e, grazie all’azione dei linfociti B, vengono prodotti anticorpi per l’antigene presente nel vaccino. 1 Questo processo garantisce l’immunizzazione alla malattia senza che l’individuo sia effettivamente esposto all’azione patogena. Spesso il vaccino contiene anche degli adiuvanti che hanno lo scopo di accelerare la risposta immunitaria garantendo così l’acquisizione dell’immunità. Una delle caratteristiche più importanti dei vaccini è la capacità di indurre l’immunità di branco. Quando la maggior parte della popolazione è immune ad una malattia si crea una copertura anche per le persone che non sono ancora venute a contatto con il patogeno, impedendo dunque la diffusione della malattia. Vaccinarsi, dunque, non implica solo evitare di contrarre una specifica malattia, ma permette di proteggere dal contagio chi ci circonda ed, una volta raggiunta una copertura vaccinale sufficientemente elevata, eliminare totalmente la malattia. Proprio per garantire una grande percentuale di individui vaccinati il Decreto Ministeriale del 7 aprile 1999 ha stabilito quattro vaccinazioni obbligatorie: difterite, tetano, poliomielite ed epatite virale B. Grazie alle vaccinazioni, malattie gravi che in passato hanno causato milioni di decessi e di casi di disabilità sono diventate rare ed alcune sono state completamente debellate. L'eradicazione mondiale del vaiolo, mortale nel 30-35% dei casi, fu certificata da una commissione di eminenti scienziati, dopo intense attività di verifica nei vari paesi, il 9 dicembre 1979 e successivamente approvata con una risoluzione dell'Assemblea mondiale della sanità dell'OMS l'8 maggio 1980. La poliomielite è una malattia acuta, virale, altamente contagiosa che penetra nel sistema nervoso centrale, dove colpisce di preferenza i neuroni motori, portando a debolezza muscolare e paralisi flaccida acuta. Grazie alle campagne vaccinali la poliomielite è ora debellata nell’80% della popolazione mondiale. L’incidenza delle malattie per cui è presente un vaccino è fortemente diminuita da quando sono cominciate le campagne d’immunizzazione. Di seguito è riportato un grafico basato sui dati Istat di mortalità infantile per tubercolosi in cui è chiaramente visibile il calo di incidenza conseguente all’introduzione di una campagna d’immunizzazione promossa dall’UNICEF nel 1947. 2 La Disinformazione Dopo aver inquadrato cosa sono i vaccini e l’importante ruolo che svolgono nel debellare le malattie infettive può essere difficile credere che molte persone ne siano contrarie. Secondo uno studio ICONA 2008 il motivo principale che spinge ad opporsi ai vaccini è la mancanza di una corretta informazione al riguardo. In quest’indagine vennero intervistate le famiglie di 3.806 bambini. Dai dati si evince che tra i 12 e i 24 mesi di vita le vaccinazioni obbligatorie, offerte gratuitamente, hanno una copertura soddisfacente del 97%. Diversa la situazione per le altre vaccinazioni come il Morbillo-Parotite-Rosolia, per le quali la copertura rimane intorno al 90%, inferiore al 95% previsto dal Piano nazionale di eradicazione del morbillo e della rosolia congenita. I dati riguardanti le altre vaccinazioni (Pneumococco, Meningococco C, Varicella, Rotavirus, Influenza) indicano che le coperture si abbassano ulteriormente. 3 Analizzando il grafico, notiamo che le motivazioni che spingono i genitori a non vaccinare i loro figli, per quanto riguarda per le vaccinazioni obbligatorie, è soprattutto la mancata di salute del bambino nei giorni in cui dovrebbe effettuare il vaccino (48,7%), mentre per il Morbillo-Parotite-Rosolia consta della mancanza di informazione sulla vaccinazione (9,9%) riducendolo al 32,8% Ciò fa capire che il fattore informazione diventa determinante per vaccinazioni poco note in Italia e che vengono effettuate solo in alcune regioni. Ma quali sono le dinamiche mentali che portano a decidere sulle vaccinazioni dei propri figli? Esistono svariati studi che hanno identificato importanti fattori positivi e negativi in relazione all’attitudine a vaccinare. Tra i fattori positivi abbiamo: o prevenire le malattie; o aiutare la comunità, partecipando all’immunità di gregge; o rispettare la norma culturale (il banwagoning, ovvero ciò che più fanno gli altri). Tra i fattori negativi troviamo: o la paura degli effetti collaterali; o il cosiddetto "contratto sociale invertito": se gli altri sono vaccinati, il rischio decresce (free-riding); o il credere che il non fare sia meno colpevole del fare; o il considerare la malattia come molto rara; o la convinzione che sia meglio sviluppare l’immunità naturale piuttosto che quella vaccinale. Benin ha pubblicato un lavoro, pubblicato su Pediatrics del 2006, basato sulla raccolta di informazioni tramite interviste a neo-mamme. Dai dati risultava che le fonti differiscono notevolmente tra le mamme favorevoli alla vaccinazione e quelle contrarie. Le prime assumono le informazioni dal proprio pediatra; mentre per le restanti le fonti di informazione si indirizzavano in maniera del tutto differente: naturopati, omeopati, libri, internet e riviste. Secondo gli ultimi dati Istat, l’80% dei genitori con bambini in età vaccinale utilizza internet, in molti casi anche per cercare informazioni sanitarie, ma la rete spesso omette particolari fondamentali per l’esposizione della tesi portando a travisare il dato stesso. Avvicinandosi ai nostri giorni i numeri al riguardo diventano ancora più preoccupanti. In una ricerca condotta da Datanalysis (Istituto di ricerche demoscopiche specializzato nell’area salute), che ha coinvolto 1.000 genitori di bambini fino ai 6 anni d’età, intervistati fra maggio e giugno 2015. Il 33% dei genitori intervistati pensa che i vaccini siano più pericolosi delle malattie che 4 prevengono. Solo il 25,4% dei genitori intervistati è convinto che, invece, siano utili e importanti, e secondo il 36,6% la loro efficacia dipende dal vaccino e dalle patologie. Secondo il 25% non tutti i vaccini sono necessari, per il 19,6% sono troppi, secondo il 17% tanti vaccini somministrati insieme possono dare problemi, per il 12% potrebbe essere nociva la composizione. L’8% ha paura di danni a lungo termine, un altro 8% di effetti collaterali, per il 6% l’efficacia dei vaccini è ancora da dimostrare e il 3,9% ritiene che il calendario dei vaccini sia difficile da rispettare. Infine le vaccinazioni non vengono eseguite correttamente. Più della metà (54,3%) ha fatto somministrare tutte le dosi solo per le vaccinazioni obbligatorie, solo il 15% anche per quelle non obbligatorie, ma ben uno su 4 non l’ha mai fatto. Sono spesso le informazioni scorrette, che derivano dai siti internet gestiti da antivaccinatori, supportate peraltro da messaggi negativi, che influenzano le persone a rifiutare la vaccinazione. In un lavoro del 2002 è emerso che, a seconda del motore di ricerca, i siti gestiti da antivaccinisti uscivano tra i primi risultati con frequenza diversa: usando Google, il motore di ricerca più famoso, e cercando “vaccination” i primi 10 siti trovati erano tutti di antivaccinatori. Il dibattito sulle vaccinazioni è ampiamente presente anche nei social network e nei blog, dove prevalgono le iniziative di privati, soprattutto mamme, che si scambiano informazioni sulle vaccinazioni, confrontano esperienze personali ed esponendo i propri dubbi. Quello che emerge è il desiderio di avere più pareri per far chiarezza su un argomento che continua ancora a dividere l'opinione pubblica. Mentre i pediatri consigliano le vaccinazioni, parallelamente il propagarsi del pensiero che le considera inutili e dannose provoca una certa diffidenza, spingendo a sentire pareri differenti ed incappando in siti di disinformazione. Il web è un potentissimo strumento di informazione ma è anche il luogo dove più facilmente possono circolare false notizie. Le fonti vengono raramente citate, la quantità di contenuti è immensa e l’attendibilità degli autori dei siti web è difficilmente valutabile. Non è facile quindi per un genitore orientarsi tra tante informazioni e distinguere quelle corrette da quelle create ad arte per fare confusione e per portare avanti interessi di medicine alternative. D'altronde fa più notizia un “possibile” pericolo! Le conseguenze che questi gruppi antivaccinisti hanno sulla società sono allarmanti. Spesso negli ultimi tempi si sono sentite notizie riguardo il ritorno delle malattie ormai considerate quasi debellate a causa del rifiuto da parte dei genitori di vaccinare i propri figli. Uno dei casi più eclatanti è avvenuto in California dove, a causa di un focolaio di morbillo scoppiato al parco di divertimenti di Disneyland, è stato vietato l’ingresso ai non vaccinati. Ai bambini a rischio, inoltre, è stato imposto dalle scuole di dover rimanere a casa per tre settimane (periodo d’incubazione della malattia) e 30 di loro sono stati messi in isolamento. 5 Questo episodio è stato causato dall’opposizione da parte dei genitori alle vaccinazioni che ha portato all’annullamento dell’obbligo di vaccinazione contro morbillo, orecchioni e rosolia (MMR). Un altro caso a noi più vicino è quello della bambina di dieci anni ricoverata al Policlinico di Modena in data 22 marzo 2016 a causa di infezione da meningococco. Per via della meningite la piccola è morta qualche giorno dopo dal suo ricovero. Casi terribili come questi potrebbero essere evitati con un adeguata copertura vaccinale, eppure sono sempre di più le persone convinte che i vaccini siano inutili oppure dannosi. Poiché siamo ben consapevoli delle conseguenze che queste malattie comportano è nostro dovere impegnarci affinché l’informazione venga diffusa in maniera corretta. Come Possiamo Combatterla? Come è stato detto, lo scetticismo verso i vaccini si basa sopratutto sulla grande quantità di informazioni di siti antivaccinisti o di notizie travisate per fare gli interessi di medicine alternative. Uno dei motivi per cui ciò avviene è la difficoltà per una persona comune di reperire notizie veritiere e di facile comprensione. Solitamente i siti pro vaccini sono molto attenti sulle fonti e si basano molto su articoli e pubblicazioni scientifiche e non sono semplici da capire. Ciò, ovviamente, garantisce delle informazioni veritiere e approvate dalla comunità scientifica, non adatte alla diffusione su larga scala. Basandoci sul lavoro di John Cook e Stephen Lewandowsky, su come sfatare una tesi errata, possiamo identificare dei punti da tenere a mente per un’efficace demistificazione: I fatti principali, una confutazione deve enfatizzare i fatti, non il “mito”; Avvertimenti espliciti, prima di fare qualunque accenno al mito, testi o indicazioni visive devono avvertire che l’informazione che segue è falsa; Spiegazione alternativa, qualsiasi lacuna lasciata dall’azione di demistificazione deve essere colmata. Ciò può essere fatto fornendo una spiegazione causale alternativa sul motivo per cui il mito è sbagliato e, in via opzionale, perché i mistificatori abbiano originariamente sostenuto il mito; Grafici, i fatti principali devono essere mostrati graficamente per sintetizzare in modo semplice il concetto. Tenendo conto della forte presenza dei social network nella vita di tutti i giorni, utilizzarli come mezzo di informazione scientifica è uno dei metodi migliori per raggiungere facilmente un grande quantità di persone. Sono di seguito descritti esempi di quanto possa essere efficace questo metodo: 6 La pagina di Roberto Burioni, docente alla università Vita-Salute del San Raffaele di Milano, che commentando fatti di cronaca ha in poco tempo, dalla sua apertura, raggiunto le 32.506 persone. La pagina di FaceBook Rete Informazione Vaccini, che, benché abbia meno seguaci (8056), utilizza immagini e post semplici e concisi inquadrando bene le problematiche riguardo la disinformazione. Oltre alla difficoltà nel reperire informazione valide, uno dei motivi per cui spesso i vaccini vengono evitati è la mancanza di consapevolezza dei veri rischi che comportano queste malattie. Rischi relativi alla malattia MORBILLO Rischi relativi alla vaccinazione Polmonite: 1/20 Encefalite:1/2000 Morte: 1/3000 Vaccino MPR Encefalite o reazione allergica severa: 1/1.000.000 PAROTITE Encefalite: 1/300 ROSOLIA Rosolia congenita: 1/4 se contratta ad inizio gravidanza DIFTERITE Vaccino DTP Morte: 1/20 Pianto inconsolabile poi completo recupero: 1/100 Convulsioni o shock poi completo recupero: 1/1.750 Encefalopatia acuta: 0-10,5/1.000.000 TETANO Morte: 3/100 PERTOSSE Polmonite: 1/8 Encefalite: 1/20 Morte: 1/20 Come è stato già accennato prima, molti dei genitori che sono contrari alle vaccinazioni sono convinti che i vaccini siano più dannosi delle malattie stesse o che le patologie non siano così gravi da necessitare una campagna di immunizzazione. Una maggiore consapevolezza dei rischi in cui si incorre nel contagio di tali malattie infettive potrebbe spingere le persone ad ottenere più fiducia nelle vaccinazioni in generale. Confrontando i pericoli legati alle malattie con quelli dei rispettivi vaccini si nota immediatamente quanto i primi siano estremamente più gravi e frequenti rispetto ai secondi Conclusione Attraverso l’analisi dei dati di diversi studi sono state inquadrate le problematiche principali che hanno portato molte persone a diffidare dei vaccini. La scarsa fiducia nella sanità pubblica e la difficoltà nel reperire informazioni veritiere e di facile comprensione sono alla base del problema. I dati suggeriscono una diminuzione della consapevolezza da parte delle persone e specialmente dei genitori riguardo l’importanza dei vaccini e la pericolosità delle malattie da cui ci proteggono. 7 Questo fenomeno è da attribuirsi all’aumento dell’utilizzo di internet e dalla quantità in costante crescita di siti che divulgano informazioni incomplete o travisate. Le conseguenze di questa disinformazione sta facendo emergere le prime conseguenze, causando focolai di malattie fin anche morte. Per evitare ulteriori complicazioni, è necessario attuare una campagna di informazione, con lo scopo di diffondere in maniera semplice la verità, occupandosi soprattutto di sfatare tesi contrarie fornendo delle esaustive spiegazioni a riguardo. Cercando su qualsiasi motore di ricerca la parola “vaccino”, la maggior parte dei siti che vengono visualizzati sono contrari alla vaccinazione. Data la mole di siti antivaccinisti e la facilità con cui vengono trovati, è necessario aumentare la quantità di piattaforme online a cui i genitori si possono affacciare per reperire informazioni e chiarimenti al riguardo. I siti pro-vaccinazione si basano maggiormente sulla validità delle proprie fonti dimenticando spesso che il lettore non ha le giuste competenze per capire i testi scientifici o non è in grado discernere tra un testo scientificamente valido ed un falso. Continuando ad utilizzare delle fonti sicure ed approvate, l’informazione dovrebbe essere espressa in modo più chiaro e sintetico permettendo la comprensione a tutti, per poi indirizzare ad un testo più specifico per chi ha intenzione di approfondire l’argomento. L’utilizzo dei social network e di pagine web si è dimostrato efficace e potrebbe essere considerato come uno dei metodi migliori per aumentare la qualità dell’informazioni che la maggior parte delle persone hanno riguardo i vaccini e gli argomenti scientifici in generale. Il confronto diretto tra pazienti e medici potrebbe migliorare la consapevolezza che i primi hanno riguardo la sanità, consentendo anche di rispondere a domande e chiarire dubbi. Un altro intervento molto efficace riguarda le campagne di sensibilizzazione sui rischi legati alle malattie per cui esiste un vaccino. Risulta che una delle convinzioni più comuni sia che le patologie infettive non possano essere pericolose e che sia meglio portare i bambini all’acquisizione dell’immunità con il naturale processo di infezione. Rendendo le persone più consapevoli dei rischi e dell’incidenza per queste malattie è possibile ristabilire la fiducia nelle campagne di vaccinazione. 8 Bibliografia e Sitografia 1. “Vaccine”, Wikipedia the free encyclopedia, en.wikipedia.org/wiki/Vaccine, (data di accesso: 21/05/16). 2. David Male, Jonathan Brostoff, David Roth, Ivan Roitt, “Immunologia”, VII edizione, Elsevier, Milano, 2007. 3. Kenneth Murphy, “Janeway's Immunobiology”, 8th edition, Garland Science, 2012. 4. Alberto E Tozzi (2013), “Perché vaccinarsi?”, VaccinarSì, 12/04/13, www.vaccinarsi.org/vantaggi-rischi-vaccinazioni/perche-vaccinarsi.html (data di accesso: 21/05/16) 5. Rosy Bindi, “Circolare n. 5 del 7 aprile 1999”, Ministero della Salute, www.salute.gov.it/imgs/C_17_normativa_88_allegato.pdf PDF, (data di accesso: 23/05/16). 6. Patrizia Paternò (2011), “La mortalità dei bambini ieri ed oggi”, UNICEF, 09/2011, www.istat.it/it/files/2011/09/rapporto-istat-unicef.pdf?title=Indagine+IstatUnicef+sulla+mortalit%C3%A0 +infantile+-+28%2Fset%2F2011+-+rapporto-istatunicef.pdf 7. PDF (data di accesso: 24/05/16) 8. “ICONA 2008: Indagine di COpertura vaccinale NAzionale nei bambini e negli adolescenti”, Istituto Superiore di Sanità, www.iss.it/binary/publ/cont/09_29_web.pdf PDF (data di accesso: 23/05/16) 9. Giovanni Vitali Rosati, “Il Web e le Vaccinazioni”, VaccinarSì, 16/06/13, www.vaccinarsi.org/contro-la-disinformazione/web-e-vaccinazioni.html (data di accesso: 22/05/16) 10. L. Benin, D. J. Wisler-Scher, E.Colson, E. D. Shapiro, E. S. 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