14 Venerdì 10 Aprile 2015 PRIMO PIANO Ben Jelloun: lo muove la sete di potere e di vendetta e perciò si è fatto un esercito Il Califfo è come Al Capone Fu incarcerato dagli Usa, ora arruola i cattivi per farla pagare a tutti DI CARLO VALENTINI L’ Isis spiegato a mia figlia. «Abu Bakr al-Baghdadi era stato incarcerato dagli americani nel 2003, quando arrivarono in Iraq, e vi è rimasto per alcuni anni. Tutto parte da qui, da un’occupazione che volenti o nolenti ha legittimato la resistenza e il terrorismo contro l’invasore. Quando al-Baghdadi è uscito dal carcere aveva un solo obiettivo, quello di vendicarsi. Così ha incominciato a reclutare uomini ed è poi riuscito, grazie alla debolezza delle forze regolari, a conquistare Mosul, che ha significato potere disporre di molto denaro: a Mosul ha espropriato tutto il denaro che c’era nelle banche e s’è impossessato dei pozzi di petrolio. A questo punto ha potuto arruolare gran parte dell’ex-esercito di Saddam Hussein, gente incazzata e senza lavoro e si è autoproclamato califfo. In pratica un esercito personale, del resto anche Al Capone aveva un suo piccolo esercito e a suo modo era un califfo. Poi ha cominciato a fare propaganda, anche con quei video di forte impatto. Il messaggio è: venite con me e vi vendico delle vostre frustrazioni, delle cattiverie che ricevete, del vuoto nelle vostre vite. C’è chi corre anche dall’Europa e torna indietro ancora più frustrato e quindi ancora più pericoloso». Tahar Ben Jelloun, 71 anni, è scrittore, poeta e saggista marocchino. Vive in Francia. Scrive su Le Monde. Nel 1987 ha vinto il premio Goncourt per il libro La Nuit sacrée ma il suo maggiore successo è stato Il razzismo spiegato a mia figlia. È appena uscito da Bompiani il suo ultimo libro: È questo l’islam che fa paura. Lo ha presentato a Casalecchio (Bologna) al festival Politicamente scorretto. «I fondamentalisti», dice, «hanno estrapolato dal Corano alcuni versetti, strumentalizzandoli. Il Corano, invece, non va interpretato senza intelligenza, è un testo che diffonde valori e spiritualità». Sprona i musulmani a uscire allo scoperto, sfidando le ritorsioni dei fondamentalisti. «Per un intellettuale musulmano», afferma, «da un lato c’è la paura, io sono stato più volte minacciato, dall’altro c’è l’esigenza di spiegare che l’islam non può essere identificato col fanatismo dei terroristi, che anzi sono nemici dell’islam. Sarebbe come se la mafia si professasse cattolica e io identi- fi cassi il cattolicesimo con la mafi a. Questi terroristi usano la religione per propri fi ni, considerarli davvero islamici è un favore che facciamo loro perché si finisce per ghettizzare tutti i musulmani e per reazione spingere alcuni di loro proprio nelle braccia dei terroristi. Non dice nulla il fatto che l’Isis abbia ammazzato più musulmani che cristiani? Il loro primo obiettivo è annientare chi testimonia che l’islam non è violento e che ha valori condivisi dalle altre religioni, chi cerca di fare crescere cultural- Tahar Ben Jelloun mente e politicamente le società arabe, è questo che disturba i loro piani dittatoriali che ammantano di religiosità e quindi usano la violenza proprio contro i musulmani». Perché l’Isis riesce a fare proselitismo in Europa? «È un circolo vizioso», spiega Ben Jelloun. «Loro uccidono nel nome dell’Islam, le società occidentali non distinguono il fanatismo dall’islam e quindi i musulmani sentono diffidenza attorno a loro, emarginazione. Sa qual è stata la prima domanda di un giornalista francese al procuratore subito dopo la caduta dell’aereo sulle montagne di MéolansRevel ? È stata: il pilota era di religione musulmana? Soprattutto tra i giovani ci può essere qualcuno che si ribella a questa situazione, scegliendo purtroppo una strada sbagliata. Poi c’è il problema di Israele ancora aperto: quando nell’estate 2014 i soldati sono entrati a Gaza uccidendo 3mila palestinesi, tra cui molti bambini, non si è levata quella condanna in Occidente che i palestinesi attendevano, anzi quando in Francia i giovani musulmani hanno manifestato contro la strage sono stati accusati di esse- re contro gli ebrei e l’hanno presa male, perché non si tratta di essere pro o contro gli ebrei, semplicemente non ci possono essere vittime di serie A e di serie B, di fronte a una strage di innocenti l’indignazione dev’essere la stessa, chiunque l’abbia compiuta». Le moschee sono luoghi di reclutamento? «Possono esserlo però è sbagliato impedire ai musulmani di pregare, le moschee vanno costruite e rese praticabili ma controllate appunto per evitare che ci sia chi approfitta di un momento di preghiera per arruolare alla violenza. Del resto, in Marocco è stato instaurato il controllo dello Stato su quanto avviene all’interno delle moschee e non ci sono state reazioni, non c’è niente di male se iniziative del genere vengono assunte anche in Europa, nel rispetto del sentimento religioso dei musulmani. Le autorità dovrebbero occuparsi anche del reclutamento degli imam, controllare i loro discorsi, non accettare che siano finanziati da Paesi stranieri come l’Arabia Saudita o l’Iran, dovrebbero anche concentrare i propri sforzi nelle prigioni, diventate un luogo ideale per l’indottrinamento e, all’uscita, per il reclutamento in vista della jihad. Infine, bisognerebbe occuparsi delle scuole, in cui i manuali scolastici dovrebbero essere rivisti e in cui dovrebbero essere tenuti corsi sulla razzismo o sulla storia delle religioni». Ma da chi è composto questo “esercito” di alBaghdadi? «Sono in 15-20 mila, l’ossatura è il vecchio esercito di Saddam, poi ci sono mercenari reclutati qui e là, infine qualche ingenuo che va verso la jihad come recarsi a un picnic. Quello che noi musulmani ci chiediamo è come mai gli Stati Uniti e l’Europa coi loro potenti apparti militari e di spionaggio non riescano a fermare l’avanzata di questo gruppo». Però ci sono responsabilità anche nel mondo arabo… «Certamente Arabia Saudita e Katar, almeno in passato, hanno finanziato al-Baghdadi. Inoltre sulle dinamiche politiche della regione incide indubbiamente anche la divisione tra sciiti e sunniti, sono due visioni diverse dell’islam. Semplifi cando, i primi hanno una gerarchia, con gli Ayatollah ( tipo Khomeini) che fanno da tramite tra i fedeli e Dio, i secondi invece non hanno intermediari, il rapporto del credente con Dio è diretto. Ma né l’islam degli uni né quello degli altri predica la violenza. Non c’è un solo versetto del Corano che inciti all’assassinio, tranne qualche accenno difensivo: Maometto era in pericolo e quindi indicava di combattere chi voleva ucciderlo. Ma si riferiva a una situazione contingente. Il Corano è un libro contro la violenza. Dovrebbero meditare sia gli sciiti che i sunniti quando litigano per il possesso della Mecca e dei luoghi sacri». Quindi non ci sarà scontro di civiltà? «No, vi è solo uno scontro di ignoranze, e questo scontro è terribile perché genera infelicità, guerre e razzismo. E pensare che nella sura II del Corano, il versetto 42 recita: «Non date alla verità veste di menzogna». © Riproduzione riservata CONVOCAZIONE DELL’ASSEMBLEA DEGLI OBBLIGAZIONISTI I portatori delle obbligazioni costituenti il prestito obbligazionario denominato “Modelleria Brambilla Convertibile 7% 20142019” sono convocati in Assemblea, in prima convocazione, il giorno 28 aprile 2015, alle ore 10:30, presso la sede sociale, in via del Progresso 1, 42015 Correggio (RE), ed occorrendo in seconda convocazione per il giorno 11 maggio 2015 stesso luogo ed ora, per discutere e deliberare sul seguente Ordine del Giorno 1. Nomina del Rappresentante Comune degli Obbligazionisti ai sensi dell’art 2417 del Cod. Civ., previa determinazione della durata della carica; delibere inerenti e conseguenti. 2. Costituzione del fondo comune per le spese necessarie alla tutela dei comuni interessi e determinazione del compenso del rappresentante comune; delibere inerenti e conseguenti. Informazioni sul prestito obbligazionario e sul capitale sociale Il prestito obbligazionario denominato “Modelleria Brambilla Convertibile 7% 2014-2019” (il “Prestito”) è costituito da n. 15.000 obbligazioni del valore nominale di Euro 100,00 ciascuna, per un controvalore complessivo del Prestito pari a Euro 1.500.000. Ogni obbligazione dà diritto ad un voto nelle Assemblee degli obbligazionisti. Il Regolamento del Prestito è disponibile sul sito internet della Società www.brambilla.it (Sezione Investor Relations). Il capitale sociale di Modelleria Brambilla S.p.A. ammonta ad Euro 190.000 ed è composto da 3.800.000 azioni ordinarie, senza indicazione del valore nominale. 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