expert article _ diagnosi Protocollo Total Face Approach Valutazione a un anno della metodica Autori_G. Perrotti, Italia _Web Article Questo articolo è presente sul sito www.dental-tribune.com Fig. 1_Cefalometria multiplanare. Studio della dimensione verticale. Fig. 1 36 2_2012 _I primi accenni di diagnosi multidisciplinare in campo volumetrico risalgono agli anni Ottanta quando si è cominciato a parlare di trattamenti complessi ove ogni singolo specialista affronta la sua parte del processo terapeutico ai fini del risultato globale del trattamento riabilitativo del paziente. Sono gli esami in cui dalla figura del dentista generico scaturiscono figure specialistiche come l’endodonzista, il parodontologo, il protesista. L’ortodonzia è invece da sempre nota come una branca a se stante dell’odontoiatria e per questo non sempre presa in reale considerazione dell’odontoiatra generico o specialista. Negli anni attuali, invece, in medicina e così pure in odontoiatria si è visto il fiorire di nuove specialità, ove il singolo operatore aumen- ta il tecnicismo e il suo background culturale soprattutto in un determinato campo che ha scelto come suo terreno di approfondimento. Questo fatto ha creato negli anni la figura di specialisti molto aggiornati, tecnicamente ineccepibili, concentrati al massimo sul proprio campo d’indagine per il quale l’obiettivo è di ottenere sempre maggiori livelli di perfezione. L’effetto rebound di tale iperspecialismo ha distolto leggermente l’odontoiatra da quella misura d’insieme che è invece tipica del buon medico che, prima ancora di pensare alla terapia, si avvale della semeiotica e della sintomatologia per elaborare un corretto quadro diagnostico. In odontoiatria, come in tutti gli aspetti della medicina, la quota dedicata alla fase diagnostica deve avere un ruolo preponderante, una sua dignità in termini di approfondimento e di procedure che sono in grado di fornire tutte le informazioni necessarie per un corretto inquadramento nosologico del paziente in esame. Ma se l’odontoiatria è diventata sempre più iperspecialista non rischia di perdere col tempo parte del suo bagaglio scientifico culturale ottenuto attraverso l’iter universitario e post-universitario? Probabilmente in alcuni casi questo succede e l’odontoiatra tenderà a proporre ai propri pazienti terapie che conosce, già verificate, e tenderà a tralasciare o a non vedere aspetti che invece possono essere importanti ai fini terapeutici. È noto perciò in osservazione di questo fenomeno il concetto di visione globale del paziente e la stesura di un protocollo di analisi diagnostica che fornisca all’odontoiatra un sentiero procedurale ai fini di una corretta fase diagnostica. expert article _ diagnosi L’attenzione posta ai dettagli semiologici e anatomo-clinici in fase diagnostica dispone di una serie di esami strumentali che aiutano il clinico a riguardare correttamente lo status quo del paziente. Si apportano fotografie cliniche intra e extra-orali, modelli delle arcate dentarie montati in articolatore, e nuovo aspetto, ci si avvale di un’analisi volumetrica dei tessuti duri (massiccio facciale) e dei tessuti molli (analisi estetica) avvalendosi di un esame Cone-beam del paziente. Dalle immagini relative a questo esame radiologico scaturiscono le informazioni anatomiche importanti per la stesura dei piani di trattamento d’importanza maxillo-facciale, odontoiatrica e ortodontica. Le immagini sono a loro volta analizzate secondo uno schema cefalometrico che si avvale di misure lineari ottenuto dalla comparazione di piani multiplanari, tratti attraverso punti cefalometrici codificati. Questo protocollo è stato proposto a un gruppo di implantologi esperti i quali si sono offerti di testare sui propri casi questa procedura da associare alle abituali strategie diagnostiche. Le stesse persone hanno partecipato a più incontri, durante i quali sono state discusse le proprie esperienze ed esposte modifiche o dettagli procedurali per rendere più efficace la metodica. Dopo un anno, agli stessi operatori è stato richiesto di rispondere a un questionario rispetto all’utilizzo della metodica Totale Face Approach e all’utilizzo dell’analisi cefalometrica applicata ai casi di riabilitazione implantoprotesica complessa. La risposta alle domande richieste è stata similare per quanto riguarda la possibilità di un maggiore e più dettagliato inquadramento nosologico nei casi complessi per i quali è sicuramente auspicabile ottenere in fase diagnostica il maggior numero possibile di informazioni sullo stato del paziente, con l’obiettivo di ripristinare l’organo mancante, ovvero il dente, in equilibrio e armonia con l’aspetto scheletrico, la componente neuromuscolare, la funzionalità delle articolazioni temporomandibolari e, in conseguenza di ciò, con l’ottenimento di una buona estetica e della compliance del paziente. Fig. 2 Fig. 2_Cefalometria multiplanare: studio della dimensione verticale. Fig. 3_Programmazione implantare eseguita sulla ricostruzione volumetrica 3D del cranio in toto. _Ringraziamenti Si ringrazia per la collaborazione al progetto Total Face Approach i dottori: Riccardo Scaringi, Massimiliano Beani, Michele Manacorda, Ennio Ballerin, Alessio Franchina, Maria Grazia Ricci, Dieter Mair e Materialise Dental per il supporto tecnico e la fiducia riposta nel nostro lavoro. Fig. 3 2_2012 37 expert article _ diagnosi Risposte individuali di un gruppo di implantologi esperti alla richiesta di eseguire diagnostica Total Face Approach® su una serie di casi di pazienti complessi. Analisi della loro esperienza. Scopo: Valutare i vantaggi e gli svantaggi dell’utilizzo di una procedura diagnostica denominata Total Face Approch®. Introduzione: Descrizione del protocollo TFA. Materiali e metodi: Sono stati analizzati X casi da X operatori secondo il protocollo TFA. Gli operatori hanno risposto a un questionario. Gli operatori hanno eseguito la riabilitazione implantoprotesica secondo le indicazioni fornite dalla diagnostica TFA. Questionario 1. Come avete avuto accesso al protocollo Total Face Approach®? a) Attraverso corsi e seminari b) Attraverso pubblicazioni 2. Da quanto tempo utilizzate questo protocollo per i vostri pazienti? a) 1 anno b) 6 mesi c) Meno di 6 mesi 3. Avete avuto difficoltà a modificare le vostre abitudini diagnostiche? a) Sì b) No c) Un po’ 4. Avete avuto difficoltà a richiedere la CBTC al vostro paziente? a) Sì b) No c) Qualche volta 5. Avete avuto difficoltà ad affrontare la cefalometria 3D? a) b) c) d) Sì No Poco Molto 6. Ritenete che il Total Face Approach® abbia modificato il vostro modo di analizzare i vostri pazienti? a) b) c) d) Sì No Molto Poco Sì No Molto Poco a) b) c) d) Sì No Molto Poco 9. Ritenete di continuare a valutare i vostri pazienti secondo il protocollo TFA? a) Sì b) No c) Solo in casi selezionati 7. Ritenete che il Total Face Approach® vi abbia stimolato a una maggiore indagine e approfondimento? a) b) c) d) 8. Ritenete di aver imparato a utilizzare il software tridimensionale in modo soddisfacente? 10. Ritenete di aver ottenuto maggiori risultati avendo eseguito una valutazione TFA nella fase diagnostica? a) Sì b) No c) In alcuni casi Note e commenti Personali ____________________________________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________________________ Data: _______________________________________________ Firma: ______________________________________________ Per corrispondenza: Dott.ssa Giovanna Perrotti - E-mail: [email protected] 38 2_2012