NOTIZIE DALLA SCUOLA La “vera” scuola si è raccontata Adesso bisogna riflettere, e cooperare Aprile 2007: il ministro Fioroni lancia l’idea della settimana “La scuola siamo noi”, dedicata, fra il 19 e il 25 maggio, alla presentazione del lavoro sconosciuto e quotidiano delle scuole, quello che non fa notizia. Se il sistema di istruzione e formazione ha un ruolo fondamentale nello sviluppo di un Paese e se il contributo dell’istituzione scolastica, pur non essendo esclusivo,è determinante per la formazione dell’uomo e del cittadino, la scuola dovrebbe essere al centro dell’attenzione di chi governa e dell’opinione pubblica:in realtà non sembra essere una priorità neppure per le famiglie, restie a richiedere ai figli l’assunzione di impegni e responsabilità o il semplice rispetto di regole indispensabili non solo nel percorso scolastico,ma in ogni processo di crescita. La costruzione di un progetto educativo condiviso non è semplice in un contesto culturale caratterizzato da una molteplicità di riferimenti valoriali: le istituzioni scolastiche faticano a recuperare il senso del loro lavoro,a rispondere alle molteplici attese sociali, a fronteggiare le emergenze di un L’autrice Nicoletta Viglione è dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo “Borgata Paradiso” di Collegno (Torino). cambiamento troppo rapido. Proprio per questo è indispensabile che la politica e la società tornino a occuparsi della scuola e ne riconoscano il ruolo centrale per lo sviluppo del Paese.L’attenzione che i mass media, ormai da tempo,dedicano alla scuola,non sembra porsi in questa prospettiva; l’insistenza ed il risalto su alcuni episodi di disagio e la superficialità con la quale molti di essi vengono trattati, rischiano di trasmettere l’immagine di una scuola incapace di ascoltare e parlare ai giovani. È un’immagine parziale e semplicistica, che lascia sullo sfondo i problemi reali:un quadro che non coglie i nodi, le contraddizioni e che ignora le esperienze innovative, le buone pratiche,il lavoro quotidiano di integrazione delle diversità e le attività che valorizzano le eccellenze. PROGETTI In cerca di un nuovo “stile” Di qui l’idea del ministro Fioroni di promuovere una settimana per raccontare come si vive e si lavora nella scuola; l’iniziativa “La scuola siamo noi” vuole fare emergere l’altra faccia della scuola,quella dove «quotidianamente studenti ed insegnanti vivono l’affascinante avventura dell’imparare e del crescere». Il Ministro ha sollecitato le scuole a far conoscere all’esterno esperienze ed attività didattiche,a coinvolgere famiglie ed istituzioni nella realizzazione di eventi, a partecipare alle iniziative promosse dal Ministero. Le scuole hanno risposto con entusiasmo, segnalando numerosi progetti. In Piemonte, ad esempio, sono INSEGNARE RELIGIONE 22 stati più di 400 gli istituti coinvolti,con una percentuale media del 63% e punte superiori all’85% in alcune province. La tipologia degli eventi organizzati,in questa come in altre regioni, è stata molto ampia (basta scorrere il portale aperto dal Ministero per cogliere la molteplicità delle tematiche affrontate). Quasi sempre si è trattato di attività riferite a finalità e macroobiettivi caratterizzanti il piano dell’offerta formativa. Emerge la volontà di cercare nuovi stili di insegnamento e apprendimento adatti a far leva sulle risorse di ognuno, valorizzando le diverse intelligenze.Appare una scuola capace di lavorare con e sul territorio,di sviluppare competenze e realizzare attività ancora poco presenti nel nostro ordinamento: dall’educazione musicale e sportiva all’utilizzo didattico delle nuove tecnologie. Altri progetti dimostrano l’interesse per la conoscenza della realtà locale,la sensibilità per le problematiche ambientali, l’impegno per educare alla legalità e al rispetto delle diverse culture. RIFLESSIONE Scuola,specchio di un’epoca Una risposta così immediata non si improvvisa: dimostra l’esistenza di una progettualità diffusa, di una professionalità che punta sull’apprendimento attivo e valorizza metodologie adatte a studenti poco motivati, che faticano a concentrarsi, a lavorare autonomamente, e abituati a usare linguaggi diversi da quelli tradizionali. Si percepisce anche il desiderio di affermare che “la scuola vera” non è quella apparsa improvvisamente sulle prime pagine dei quotidiani: ci si ri- SETTEMBRE-OTTOBRE 2007 bella a una lettura qualunquista, parziale e gridata di avvenimenti occasionali. Della scuola occorre invece parlare, aprendo un dibattito che coinvolga tutta la società civile, perché, come afferma il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,«oggi più che mai la crescita e la competitività dell’Italia sono legate al capitale di conoscenza, competenze e fiducia che la scuola trasmette. È qui che si produce quel patrimonio di cultura che è la risorsa più preziosa per il Paese». Le parole del Presidente non sono solo il riconoscimento dell’importante ruolo della scuola, ma la conferma dell’importanza della cultura che in essa si vive e si tramanda. «Le esperienze positive che in questa settimana si portano all’attenzione dell’opinione pubblica testimoniano – contro ogni enfatizzazione di limiti e distorsioni – che la scuola, pur tra difficoltà e problemi, è una realtà ricca di energie sane... che il suo ruolo è essenziale nel contrastare fenomeni di bullismo e prepotenza». La scuola non è causa,o per lo meno non la sola, di situazioni patogene: rispecchia piuttosto la frammentarietà e la crisi di un’epoca e di una società che hanno perso riferimenti, valori e sicurezze; proprio da qui occorre ripartire, attraverso una profonda riflessione sul significato della scuola come comunità educante nel mondo attuale. CONFRONTO Perché la Settimana non rimanga “in vetrina virtuale” L’iniziativa del Ministro, come anche il messaggio del presidente Napolitano, possono diventare un’opportunità per avviare un serio confronto su tali questioni. Perché la Settimana “continui”, ci sembra opportuno sottolineare due esigenze:innanzitutto, far sì che il materiale prodotto sia utilizzato per far conoscere, con- frontare, validare ed estendere le esperienze maggiormente significative; occorre poi arrivare ai non addetti ai lavori e ai media perché possano conoscere la scuola reale,avviando,in un clima di dialogo, rispetto e fiducia reciproca, un confronto costruttivo che richiami ciascuno alle proprie responsabilità. Il rischio che la scuola non deve correre è quello di allestire una vetrina virtuale dove l’utilizzo delle tecnologie diventa solo strumento di visibilità piuttosto che espressione di una nuova didattica; si cadrebbe così nel tranello dell’apparire piuttosto che dell’essere, particolarmente grave in un momento in cui i riflettori puntati permetterebbero di affrontare i veri problemi della scuola. Dalla istituzioni scolastiche (e non solo da loro) debbono ora emergere spunti e sollecitazioni per continuare il dialogo, tessere reti e ricercare sinergie: ripartendo dalla centralità dell’educazione, occorre compiere scelte coerenti per ridefinire un siste- ma di formazione e istruzione funzionale alla preparazione dei futuri cittadini del mondo e allo sviluppo del nostro Paese. NICOLETTA VIGLIONE L’iniziativa “La scuola siamo noi” è on line su: www.indire.it/lascuolasiamonoi Per tenersi aggiornati sulle novità del “pianeta scuola”: www.scuola.elledici.org DIBATTITO/ Con Internet si impara meglio? «Vuoi ascoltare una lezione di letteratura mentre fai jogging, oppure sfruttare i tempi morti alla fermata dell’autobus ripassando le guerre mondiali? Salva i file audio sull’I-Pod, e ripassare sarà più divertente...». Oggi basta “cliccare” su Studenti.it per poter scaricare (gratis) decine e decine di file vocali in formato .mp3 che illustrano, a un buon livello, altrettanti argomenti dei programmi della secondaria di 2° grado.Secondo un sondaggio condotto sempre da Studenti.it,oggi solo il 15% degli studenti non usa il Web per studiare,mentre per il 42% la Rete costituirebbe almeno la metà delle fonti di studio. Nelle scorse settimane La Stampa.it ha commentato la notizia con il titolo “Su Internet si studia meglio”. Ma negli stessi giorni Il Corriere della Sera ha rilanciato i risultati di uno studio del Dipartimento per l’educazione degli Usa, secondo il quale «non esiste differenza alcuna, nel profitto medio in matematica e in scrittura, tra gli studenti che frequentano scuole ben munite di portatili individuali (connessi a Internet, ndr) e i loro coetanei che, invece, frequentano le scuole prive di tali costose apparecchiature».Per l’autore dell’articolo,Massimo Piattelli Palmarini,il diffuso entusiasmo per i “nuovi media”e le loro tecnologie (da Internet all’ormai “mitico” Podcasting, alle installazioni museali interattive) rischia un equivoco di fondo:«Quello di pensare che con questi mezzi si possa imparare senza sforzo». Naturalmente il dibattito è aperto... INSEGNARE RELIGIONE 23 SETTEMBRE-OTTOBRE 2007