LA MEDICINA BIOLOGICA
OTTOBRE - DICEMBRE 2015
CLINICAL
A. Basile
RIASSUNTO
Osservazioni cliniche e studi scientifici
stanno progressivamente evidenziando la
possibilità di utilizzo della Low Dose Medicine in patologie oculari quali le forme di
atrofie retiniche. Queste sono lo stadio finale di numerose malattie retiniche (degenerazione maculare senile, retinopatia pigmentosa, ecc.) ma anche di altre patologie
oculari per le quali al momento non esistono terapie mediche convenzionali validate.
Inoltre, appare promettente la possibilità di
overlapping terapeutico in numerose patologie oculari per la maggiore efficacia terapeutica e la riduzione degli effetti collaterali provocati dalle terapie convenzionali.
In questo contesto propongo personali osservazioni in due patologie molto diffuse ed
ad alto impatto sulla salute oculare e generale, e quindi sulla qualità di vita dei pazienti, quali il Dry Eye ed il glaucoma.
– Dry eye o Sindrome da disfunzione lacrimale, patologia multifattoriale che coinvolge le lacrime e la superficie oculare e che
provoca discomfort ed instabilità del film
lacrimale con danno potenziale della superficie oculare;
– Glaucoma, “il ladro silenzioso della vista”, malattia neurodegenerativa caratterizzata da progressiva atrofia degli assoni
delle cellule ganglionari retiniche che formano il nervo ottico e perdita progressiva
del campo visivo con evoluzione naturale
verso la cecità.
Per entrambe le patologie ho introdotto, secondo il Triangolo terapeutico PRM, medicinali omotossicologici (Galium-Heel®,
Lymphomyosot®, Mucosa compositum, Belladonna-Homaccord®, Solanum compositum, Ubichinon compositum) associati all’uso di medicinali della Medicina Fisiologica di Regolazione quali Guna-Anti IL 1 4CH,
Guna-IL 10 4CH, Guna-IL 2 4CH, GunaBDNF 4CH, Guna-NT3 4CH e Guna-NT4
4CH.
– Si è rilevato che con le combinazioni terapeutiche low dose è stato possibile ottenere, in entrambe le patologie considerate,
un netto miglioramento del quadro clinico
ed una riduzione, nei casi trattati in overlapping terapeutico, del carico farmacologico convenzionale con riduzione fino alla
eliminazione degli effetti collaterali.
PAROLE CHIAVE LOW DOSE MEDICINE, MEDICINA FISIOLOGICA DI REGOLAZIONE, OMOTOSSICOLOGIA, DRY EYE,
GLAUCOMA, OFTALMOLOGIA
SUMMARY: Clinical observations and scientific
studies are highlighting the possibility of use of
Low Dose Medicine for eye diseases such as
forms of retinal atrophy, which are the final
stage of many retinal diseases (age-related
maculopathy, pigmentary retinopathy, etc.), but
STRATEGIE TERAPEUTICHE
LOW DOSE IN PATOLOGIE
OCULARI
– OSSERVAZIONI CLINICHE
LOW DOSE THERAPEUTIC STRATEGIES IN EYE DISEASES
– CLINICAL OBSERVATIONS
INTRODUZIONE
Da sempre l’occhio ha affascinato studiosi, artisti e scienziati: per Pitagora
l’occhio emette un fascio di raggi che
colpiscono gli oggetti, secondo Democrito sono gli oggetti ad inviare nello
spazio le immagini di sé medesimi,
mentre Leonardo fa dell’occhio il punto
centrale della sua indagine sulla realtà;
per Leonardo esiste solo un’infinita
also of other ocular disorders for which there
are currently no validated conventional medical
therapies.
Furthermore, the possibility of therapeutic
overlapping is promising for many eye diseases
in achieving greater therapeutic efficiency and
reducing the side effects caused by
conventional therapies.
In this context, I propose personal clinical
observations of the two most common diseases
with the highest impact on general and ocular
health, namely Dry Eye and glaucoma.
Dry Eye or “Lacrimal Gland Dysfunction” a
multifactorial disease, which involves the tear
film and the ocular surface, causes discomfort
and tear film instability with potential damage
of the system of ocular surface; glaucoma, “the
silent thief of sight”, a neurodegenerative
disease and its main risk factor, ocular
hypertension, characterized by continual loss of
the visual field with an irreversible natural
pioggia di raggi provenienti da ogni direzione. Keplero, infine, comprende
che l’immagine, otticamente invertita
dal cristallino, viene raddrizzata dal cervello (1).
Grandi progressi, grandi scoperte fino
alle più sofisticate tecniche di chirurgia
oftalmica con l’esecuzione di interventi
chirurgici in totale sicurezza e recuperi
visivi rapidi e sorprendenti, l’introduzione di tecniche diagnostiche (diagnosi
precoci) e terapeutiche ed il migliora-
progression towards blindness.
For both diseases I have utilized the therapeutic
PRM Triangle with low dose medicines (GaliumHeel®, Lymphomyosot®, Mucosa compositum,
Belladonna-Homaccord®, Solanum compositum,
Ubichinon compositum) efficiently associated
with Physiological Regulation Medicine
products such us Guna-Anti IL 1 4CH, Guna IL
10 4CH, Guna IL 2 4CH, Guna-BDNF 4CH, GunaNT3 4CH and Guna-NT4 4CH.
– In conclusion low dose combination therapies
in overlapping treatment have obtained, in both
diseases, a clear improvement in clinical cases
and a reduction of undesirable side effects
caused by conventional drugs.
KEY
WORDS:
LOW
DOSE
MEDICINE,
PHYSIOLOGICAL REGULATING MEDICINE,
HOMOTOXICOLOGY, DRY EYE, GLAUCOMA,
OPHTHALMOLOGY
21
LA MEDICINA BIOLOGICA
OTTOBRE - DICEMBRE 2015
CAMPI DI UTILIZZO IN
MANCANZA DI TERAPIE
MEDICHE CONVENZIONALI
CAMPI DI UTILIZZO IN
OVERLAPPING CON LA TERAPIA
MEDICA CONVENZIONALE
CRS
MALATTIE DELLA SUPERFICIE OCULARE
(DRY EYE, CHERATOCONGIUNTIVITI
INFIAMMATORIE, ECC.)
DEGENERAZIONE MACULARE
SENILE FORMA SECCA
SCLERITI, EPISCLERITI
RETINOPATIE PIGMENTOSE
UVEITI
MACULOPATIE DEGENERATIVE:
MIOPICA, VITELLIFORME,
MALATTIA DI STARGDART
GLAUCOMA
DEGENERAZIONE MACULARE SENILE
FORMA ESSUDATIVA
SINDROMI DELL’INTERFACCIA
VITREO-RETINICA
CONGIUNTIVOPATIE DEGENERATIVE
CHERATOCONO
RETINOPATIE VASCOLARI
RETINOPATIA DIABETICA
PATOLOGIA OCULARE IATROGENA
CATARATTA
PRE E POST LASERTERAPIA
VITREOPATIE DEGENERATIVE
PRE E POST CHIRURGIA OFTALMICA
ATROFIE OTTICHE
TAB. 1
mento della prognosi visiva di patologie
gravi ed invalidanti quali il glaucoma, la
retinopatia diabetica, ecc.
Per molte patologie l’oculista è ancora
senza presidi terapeutici, come all’epoca di Albrecht von Graefe, padre fondatore dell’Oftalmologia, e gli effetti collaterali dei farmaci convenzionali ingenerano problematiche cliniche a volte
maggiori della noxa patogena originaria.
– Pertanto anche in Oftalmologia si avverte la necessità di nuovi paradigmi terapeutici e la Low Dose Medicine può
fornire buone risposte; i suoi medicinali
sono razionalmente proponibili in tutte
le patologie oftalmiche, comprese quelle
non trattabili con le terapie tradizionali
(2) anche in sinergia con i farmaci convenzionali e con le terapie para-chirurgiche (laserterapia) e chirurgiche (TAB. 1).
Un nuovo paradigma, non riduzionistico, non meccanicistico, che considera
l’intero corpo umano, l’occhio ed i suoi
sottosistemi, come facenti parte di quel
network di controllo fisiologico in cui
SNC, SNV, Sistema Endocrino e Sistema
Immunitario si embricano al fine di guidare le funzioni fisiologiche.
Un esempio concreto è rappresentato
dal Sistema della Superficie Oculare
(FIG. 1).
Questa unità morfo-funzionale, costituita dai tre strati del film lacrimale, epiteli
della cornea, congiuntiva, limbus, giunzione muco epidermica, palpebre,
ghiandole lacrimali e sistema di deflusso lacrimale strettamente correlato con
l’Eye Associated Lymphoid Tissue
(EALT), è a contatto diretto con l’ambiente.
Sottoposta a stimoli continui è sempre
al lavoro.
– Questo comporta un continuo adattamento alle condizioni di ventilazione,
di umidità relativa e delle componenti
dell’aria ambientale, ma anche allo stato metabolico, alle caratteristiche dell’alimentazione e così via al fine di garantire il benessere del Sistema e conseguentemente il mantenimento dei suoi
due compiti principali: 1) garantire la
visione attraverso il mantenimento di
una struttura trasparente di alto potere e
qualità ottica; 2) difendere la retina e le
sue complesse funzioni.
DRY EYE O SINDROME DELLA
DISFUNZIONE LACRIMALE
L’incapacità ad adattarsi (3) porta all’esaurimento dell’enorme riserva omeostatica propria del Sistema ed all’instaurazione di una complessa condizione
patologica e clinica, caratterizzata dal
cattivo funzionamento dell’interazione
tra fluido lacrimale e superficie epiteliale, in presenza sia di scarsità sia di
quantità significative di lacrime, definita
“Sindrome della Disfunzione Lacrimale” o, secondo la definizione classica,
Occhio Secco o Dry Eye (FIG. 2).
FIG. 1
Palpebra
superiore
Cornea
Cellule
epiteliali
Cellule caliciformi mucipare (globet cells)
Ghiandola
di Meibomio
Film
lacrimale
Ghiandola
di Meibomio
Palpebra
inferiore
22
Epitelio Strato
corneale mucoso
Strato
acquoso
Strato
lipidico
Il Dry Eye è una patologia molto frequente in Oftalmologia (dal 5 al 34%
nel mondo, dal 16 al 34% sopra i 50
anni di età), i cui fattori di rischio includono età avanzata, genere femminile,
razza asiatica, fumo di sigaretta, abuso
di alcolici, uso di lenti a contatto, terapia estrogenica in postmenopausa, menopausa, uso di contraccettivi orali,
gravidanza, dieta povera in omega 3,
deficit di vitamina A, uso di alcune
classi di farmaci sistemici (ansiolitici,
antidepressivi, antiipertensivi, antiista-
LA MEDICINA BIOLOGICA
minici, ecc.) ed oculari (es. prostaglandine, betabloccanti), conservanti quali
benzalconio cloruro ed altri, chemioterapia sistemica, radioterapia, chirurgia
oculare in particolare refrattiva, trapianto di midollo osseo, connettivopatie,
disfunzione ovarica, AIDS, acne, gotta.
Complessivamente i pazienti sofferenti
di Occhio Secco hanno una probabilità
3 volte superiore di riportare difficoltà
nelle comuni attività rispetto a coloro
che non ne sono affetti.
– L’impatto sulla qualità di vita (sintomi
irritativi, impatto sulla performance visiva, ecc.) è valutato con questionari di
vario tipo.
왘 DRY EYE
CLASSIFICAZIONE
OTTOBRE - DICEMBRE 2015
L’omeostasi della superficie oculare (S.O.)
Adattamento
STIMOLI
• Esterni: stress ambientale, chirurgia, lenti
a contatto, farmaci topici...
• Interni: malattie, invecchiamento,
assunzione di farmaci, cambiamenti
metabolici ed ormonali...
Incapacità di adattamento
•
•
•
•
• Aumento della soglia sensoriale
• Stress della ghiandola lacrimale
dovuto ai cambiamenti
• Squilibrio delle citochine
pro-infiammatorie/anti-infiammatorie
A
Nel tempo, perdita delle capacità
di adattamento dovuta alla continua
stimolazione
Instabilità del film lacrimale
Evaporazione/Iper-Osmolarità
Infiammazione
Diminuzione della secrezione lacrimale (?)
Riduzione dell’omeostasi
della S.O.
Comparsa dei sintomi e cambiamenti
anatomici della S.O.
Ormoni
Impulso
secretorio
Ghiandola
lacrimale
Le lacrime sostengono
la superficie oculare
Movimento e
differenziazione della
cellula epiteliale
B
Stimolazione neurale
della superficie oculare
Rolando M. Zierhut M. Surv Ophthalmol 2001; 45(S2): S203-10. Image adapted from Rolando M. Scand J Rheumatol Suppl 2001; 115: 27-31; discussion 3 1-33.
FIG. 2
Il Dry Eye può essere determinato da:
1) ridotta produzione lacrimale, associata o non associata a Sindrome di
Sjögren;
2) evaporazione intrinseca od estrinseca.
I limiti di separazione tra le due forme
non sono netti perché frequentemente il
paziente affetto da ipolacrimazione presenta fenomeni a carico della superficie
oculare tipici della iperevaporazione.
– La sintomatologia si presenta con senso di corpo estraneo, bruciore, dolore
puntorio, meno frequentemente con
iperemia palpebrale, visione offuscata,
epifora o sensazione di “occhio bagnato” accentuati dall’esposizione a fattori
ambientali o dall’uso prolungato di
computer e televisore, con un andamento circadiano caratteristico.
I sintomi peggiorano nelle ore serali (a
differenza del paziente allergico che
peggiora durante la mattina) e migliorano chiudendo le palpebre (4).
왘 DRY EYE
FISIOPATOLOGIA
Dal punto di vista fisiopatologico i meccanismi patogenetici chiave (FIG. 3) sono
rappresentati dall’instabilità lacrimale,
dall’iperosmolarità, dal danno epiteliale
e dall’infiammazione a cui si aggiungono
le alterazioni delle palpebre e le alterazioni del funzionamento nervoso (5, 6).
Il ruolo centrale è giocato dell’infiammazione (7), presente anche nei gradi
meno gravi di Dry Eye.
Il Sistema della superficie oculare è costantemente in equilibrio tra tolleranza
ed infiammazione in relazione alle influenze esterne (agenti estranei, normale flora batterica commensale, traumi,
patogeni batterici, virali, fungini), ma
anche all’incessante attività del Sistema
Immunitario rappresentato dal Sistema
Linfoide associato alla mucosa congiuntivale (CALT), alle ghiandole lacrimali
ed ai dotti escretori (LDALT) (8) formanti
l’EALT, unità morfo-funzionale (9) in cui
le singole parti sono interconnesse sia
per continuità anatomica, sia per le informazioni portate dal flusso lacrimale
lungo le vie escretrici, sia tramite la ricircolazione delle cellule linfatiche tramite vasi specializzati (HEV - High Endothelial Venules) (10) che possiedono
FIG. 3
Ghiandola
lacrimale
Arco
riflesso
neurale
Congiuntiva
DISTURBI
DELLA
SECREZIONE
Disturbo della
fase lipidica
Ghiandola di Meibomio
IpoIpersecrezione evaporazione
Deficit
lacrimale
Superficie epiteliale oculare
DISTURBO
DELL’UMETTAZIONE
Difetti dell’epitelio
Lesione, aumentata permeabilità
dell’epitelio
Attivazione delle cellule T
Citochine infiammatorie
Infiammazione
subclinica
(
)
INFIAMMAZIONE
IMMUNOMODULATA
Equilibrio alterato tra
differenziazione cellulare e rottura tissutale
23
LA MEDICINA BIOLOGICA
OTTOBRE - DICEMBRE 2015
Deficit lacrimale
Infezione
Danno epiteliale
Trauma meccanico cronico
Perdita di tolleranza immunitaria
AG
Film lacrimale
Epitelio
MHC-II
+
co-stim
Ic
TNF-a
IL-1, IL-6
Macrofago
ICAM-1
VCAM-1
E-selectina
Fibroblasto
Metalloproteinasi
di matrice
Tessuto
connettivo
(lamina
propria)
Vaso
Rimodellamento tissutale della matrice
FIG. 4
Perdita di funzionalità
specifiche molecole (homing receptors)
(11) sull’endotelio corneale per la regolazione e la migrazione organo-specifica dal sangue al Tessuto linfoide.
L’EALT rappresenta una “nuova” parte
del Sistema Immunitario che comunica
con il Sistema Immunitario associato alle mucose dell’intestino (GALT) e a
quello delle vie aeree (BALT) e che potrebbe spiegare le manifestazioni patologiche infiammatorie oculari, in associazione, per esempio, alle Infiammatory Bowel Diseases (IBDs).
È possibile distinguere due momenti diversi: un primo momento legato alla
reazione cellulare epiteliale correlato
all’Immunità innata (FIG. 4) che porta alla produzione di citochine infiammatorie (12); se questo fenomeno persiste
nel tempo e non è compensato interviene un secondo momento in cui si
sviluppa una risposta adattativa che
porta all’innesco dei meccanismi di reclutamento cellulare con la presenza di
cellule dendritiche, che richiamano i
linfociti sulla superficie oculare, trasformando il meccanismo acuto di difesa
in meccanismo infiammatorio cronico
(danno tessutale).
24
왘DRY EYE
FISIOPATOLOGIA OMOTOSSICOLOGICA
In base alla sua evoluzione clinica, il
Dry Eye è inquadrabile nella Tavola delle Omotossicosi nelle Fasi Umorali
(iperlacrimazione reattiva ed iperemia
congiuntivale, reversibili se trattate adeguatamente) e nella Fase Degenerativa
(metaplasia squamosa epiteliale e fibrosi in conseguenza del continuo e non
più riparabile danno epiteliale).
Normalmente è possibile inquadrare il
Dry Eye nelle Fasi della Sostanza Fondamentale per una omotossicosi mesenchimale, con coinvolgimento dell’epitelio corneo-congiuntivale ed una infiammazione cronica che si autoalimenta in un circolo vizioso con la iperosmolarità e l’instabilità del film lacrimale.
왘 DRY EYE
TERAPIA CONVENZIONALE
La terapia convenzionale del Dry Eye
prevede l’uso di sostituti lacrimali per ricreare un adeguato volume di fluido
sulla superficie oculare, ridurre l’attrito
e l’infiammazione palpebrale e rimuovere dalla superficie i bioprodotti tossici
ed infiammatori della malattia.
Si utilizzano lacrime artificiali (13) piuttosto liquide con spiccate caratteristiche
viscoelastiche per ridurre il disagio durante il movimento palpebrale.
Queste, associate a molecole e farmaci
ad attività antiinfiammatoria per combattere il meccanismo patogenetico
centrale con l’utilizzo di 1) colliri corticosteroidei (14) per uso prolungato
(possibilmente in modalità pulsata o
con diluizioni crescenti e di elevata lipofilia, per ridurre i noti effetti collaterali quali cataratta ed ipertono oculare
fino al glaucoma); 2) ciclosporina A
per la sua azione immunosoppressiva;
3) acidi grassi essenziali Omega 3 e 6
che diminuiscono la produzione dei
mediatori infiammatori ed aumentano
la produzione della parte lipidica del
film lacrimale; 4) doxiciclina che inibisce le metalloproteinasi responsabili del
danno tessutale (15).
왘 DRY EYE
TERAPIA NON CONVENZIONALE
La terapia non convenzionale del Dry
Eye comprende il caratteristico triangolo PRM (16):
1) Riprogrammazione PNEI e regolazione dell’infiammazione attraverso
l’utilizzo di Guna-Anti IL 1 4CH, 15
gtt 2 volte/die per 1 mese (svolge un
ruolo immunomodulante sull’intero
network delle citochine infiammatorie); Guna- IL 10 4CH, 15 gtt 2 volte/die per 2 mesi (modula l’attività
biologica delle cellule immunitarie,
cheratinociti e cellule endoteliali ed
inibisce la produzione di INF γ da
parte dei linfociti Th 1 tramite la soppressione della sintesi di IL 12)
(17,18).
2) Medicinali low dose specifici per la
patologia quali Belladonna-Homaccord®, 15 gtt 2 volte/die o fiale 2 volte/settimana e Euphrasia- Heel® collirio oftalmico, 1 gtt 4 volte/die.
3) Drenaggio della matrice extracellulare con Galium-Heel, 15 gtt 2 volte/die o fiale 2 volte/settimana, del
Sistema linfatico con Lymphomyo-
LA MEDICINA BIOLOGICA
sot®, 15 gtt 2 volte/die o fiale 2 volte/settimana per 2 mesi seguito da
Mucosa compositum fiale, 2
volte/settimana per altri 2 mesi.
OTTOBRE - DICEMBRE 2015
FIG. 5
왘 RISULTATI TERAPEUTICI
Il netto miglioramento del quadro clinico ottenuto in tutti i casi trattati è testimoniato dal miglioramento dei test clinici effettuati quali Schirmer Test, TBUT
(tempo di rottura del film lacrimale), test
della clearance lacrimale per lo studio
del turn over delle lacrime, colorazioni
con fluorescina per la valutazione della
barriera corneale, verde di lissamina per
la valutazione del grado di morte cellulare a livello congiuntivale e della sintomatologia soggettiva indagata tramite
il questionario OSDI (Ocular Surface
Disease Index).
Viene presentato un caso di chiusura di
ulcera distrofica corneale in Dry Eye resistente da mesi alla terapia convenzionale con miglioramento del quadro infiammatorio (FIG. 5).
– Nei casi trattati in overlapping terapeutico con i farmaci tradizionali si è
potuta realizzare una netta riduzione
della terapia cortisonica (quantità e soprattutto durata) con conseguente riduzione degli effetti collaterali e dell’utilizzo dei sostituti lacrimali.
GLAUCOMA
Il glaucoma (FIG. 6) è comunemente definito “il ladro silenzioso della vista” in
quanto è caratterizzato da un quadro
clinico in assenza di sintomatologia
oculare soggettiva (se non nelle fasi finali) con progressiva atrofia ed escavazione del nervo ottico per apoptosi degli assoni delle cellule ganglionari retiniche che viene rilevata funzionalmente
dalla riduzione fino alla scomparsa del
campo visivo, con inesorabile evoluzione naturale verso la perdita visiva fino
alla cecità, in cui lo scompenso della
pressione oculare rappresenta il principale fattore di rischio (19).
FIG. 6
Il glaucoma è una malattia con pesanti
ricadute sociosanitarie, rappresentando
la causa principale di cecità irreversibile
in tutto il mondo (20) senza considerare
le disabilità visive dovute a cecità monolaterale, a perdita del campo visivo e
della stereopsi (molto più frequenti).
I fattori di rischio più importanti, a parte
lo scompenso tonometrico, sono: l’età,
la razza africana, la familiarità, lo spessore corneale centrale, gli elevati livelli
di ipermetropia e la miopia.
Tra i fattori di rischio sistemici: ipertensione sistemica, ipotensione soprattutto
notturna, fattori vascolari come il vasospasmo, alterata autoregolazione vascolare, emicrania e malattia di Raynaud.
Molto lieve o assente è l’associazione
con il diabete.
왘 FISIOPATOLOGIA
Il principale fattore di rischio del Glaucoma Primario ad Angolo Aperto è
l’aumento della pressione oculare (21):
in tutte le forme di glaucoma il problema risiede nel sistema di deflusso fisiologico.
Esistono evidenze scientifiche che il primum movens sia rappresentato dal danno ossidativo che compromette la funzionalità delle strutture trabecolari (22),
con l’evidenza in circa 1/3 dei glaucomi
di danni a livello del DNA mitocondriale e di compromissione della catena respiratoria (23).
È stato ipotizzato che il segmento anteriore dell’occhio sia simile ad un grosso
vaso endoteliale con caratteristiche fisiologiche simil-endoteliali.
왘 CLASSIFICAZIONE
Si riscontrano diversi fenotipi di glaucoma: il Glaucoma Primario ad Angolo
Aperto (POAG), il Glaucoma a Pressione Normale (GPN), il Glaucoma Primario ad Angolo Chiuso (GCPA), il Glaucoma Pseudoesfoliativo (PEX), il Glaucoma Pigmentario (PG), i Glaucomi Secondari, i Glaucomi infantili.
– In questo elaborato è stata considerata
la forma clinica più comune, il Glaucoma Primario ad Angolo Aperto.
– L’endotelio trabecolare è dipendente
da numerosi fattori che regolano la dilatazione e la costrizione capillare, come la presenza di recettori sensibili all’ossido nitrico; il sistema sembra poco
funzionante nell’occhio glaucomatoso
(24), con progressivo danno e trasformazione delle cellule trabecolari nel senso
di una rigidità subcorticale delle stesse
(25) e con un’aumentata espressione di
TGF β nei tessuti oculari e nel siero dei
pazienti.
25
LA MEDICINA BIOLOGICA
OTTOBRE - DICEMBRE 2015
Il ridotto deflusso a livello del trabecolato sclerocorneale e conseguente aumento della pressione oculare porta a
danno meccanico ed ischemico a livello del passaggio degli assoni delle fibre
ganglionari dalla porzione intraoculare
alla porzione extraoculare del nervo ottico - lamina cribrosa (26) con degenerazione della matrice, deposito di nuova sostanza extracellulare ed alterazione delle fibre di collagene e di elastina
per upregulation del TGF β (27,28,29).
La risposta del tessuto oculare allo stress
meccanico è interindividuale e con diversa vulnerabilità locoregionale.
Vi sono pazienti più vulnerabili allo sviluppo di un glaucoma.
L’individuazione di biomarker della gravità della malattia (indice anatomico, fisiologico, biochimico o molecolare) è
utile all’individuazione di tale popolazione sensibile.
Un biomarker molto interessante è il bilancio delle cellule linfocitarie T helper
e T regulatory (CD4+CD25+FOXP3+)
nel plasma che determina il benessere
del Tessuto nervoso in caso di prevalenza di T helper.
Queste – tuttavia – provocano degenerazione se prevalgono i T regulatory.
Rispetto ai casi di controllo, i pazienti
con glaucoma presentano valori più
elevati di questi linfociti nel sangue periferico.
Nei glaucomatosi la velocità di progressione della malattia non è tanto legata
al valore medio di pressione oculare
quanto alla percentuale dei linfociti T
regulatory nel sangue.
Anche le cellule di Müller, principali
costituenti della neuroglia a livello retinico (inizialmente considerate solo
semplici strutture di sostegno), controllano la fisiologia retinica grazie alla fine
regolazione dei processi infiammatori e
dell’angiogenesi (producono VEGF,
PEDF, HGF, EGF, ecc.).
La loro azione di rigenerazione retinica
[produzione di neurotrofine (NGF,
BDNF, NT3, NT4)] (30) interviene nella
26
protezione dalla successiva degenerazione trans-sinaptica o trans-neuronale.
Il danno, inizialmente coinvolgente le
cellule ganglionari retiniche ed i loro
assoni, si estende progressivamente alle
altre strutture nervose che trasmettono
l’impulso alla corteccia visiva e al corpo
genicolato laterale.
I medicinali della Medicina Fisiologica
di Regolazione, modulando il signaling
molecolare, possono offrire un grande
contributo alla terapia del glaucoma.
controllo della pressione oculare, per
cui devono essere compiuti molti sforzi
in direzione di una terapia neuroprotettiva e neurorigenerativa.
– Ad oggi vengono utilizzate numerose
molecole (memantina, calcioantagonisti, citicolina, estratti di Ginkgo biloba),
ma soltanto un agente topico quale la
brimonidina ha fornito chiare evidenze
cliniche di attività neuroprotettiva, pur
gravata da reazioni allergiche locali che
ne limitano l’utilizzo (31).
왘 TERAPIA LOW DOSE
왘 FISIOPATOLOGIA OMOTOSSICOLOGICA
L’inquadramento di Fase nella fisiopatologia omotossicologica indica la Fase di
Degenerazione (neuropatia ottica), con
qualche accenno di Dedifferenziazione, considerando le alterazioni della
matrice extracellulare, ed in particolare
delle fibre elastiche che risultano frammentate, con accumulo di masse di materiale non fibrillare, perdita della differenziazione e della funzione di resistenza alle trazioni, sia a livello del trabecolato sclerocorneale, sia della lamina cribrosa.
왘 TERAPIA CONVENZIONALE
La terapia convenzionale del glaucoma
si concentra sul controllo dello scompenso pressorio oculare, con numerose
classi di farmaci per uso topico in collirio, possibilmente senza conservanti per
ridurre il danno alla superficie oculare,
sia che riducano la produzione di umor
acqueo (betabloccanti, inibitori dell’anidrasi carbonica), sia che aumentino il
deflusso dell’umor acqueo (analoghi
prostaglandinici, parasimpaticomimetici, agonisti adrenergici), comunque
gravati da effetti collaterali topici e generali.
L’abbassamento della pressione oculare
è efficace, ma è esperienza comune il
verificare nei pazienti glaucomatosi che
la otticopatia progredisce nonostante il
Il Triangolo PRM comprende:
1) Regolazione PNEI attraverso l’utilizzo di IL 2 4CH in senso opponente
alla espressione del TGF β e favorente la differenziazione dei linfociti T
e la stimolazione dei linfociti B (32,
33), e di BDNF 4CH, NT3 4CH,
NT4 4CH a scopo neuroprotettivo e
neurorigenerativo.
2) Medicinali per la patologia e per
l’organo colpito: Ubichinon compositum (ripristino di una efficace funzionalità mitocondriale nelle cellule
sofferenti e controllo dello stress ossidativo), Solanum compositum (miglioramento della circolazione coroideale e retinica, per la rivitalizzazione cellulare e la regolarizzazione
della tendenza alla sclerosi della
matrice trabecolare e della lamina
cribrosa grazie ai vari derivati embrionari ed organoterapici).
3) Terapia di drenaggio della matrice
extracellulare con Galium-Heel®, 15
gtt 2 volte/die o 1 fiala, 2 volte/settimana, in casi selezionati, l’utilizzo
di Fucus compositum.
In questa patologia, l’overlapping terapeutico (34) con i colliri convenzionali
ipotensivi ha portato nella maggioranza
dei casi a buon compenso tonometrico,
con ridotta tendenza evolutiva del glaucoma dal punto di vista morfologico e
funzionale, e a riduzione dell’utilizzo dei
colliri topici ipotensivi con conseguente
maggior rispetto della superficie oculare,
e quindi minore incidenza di Dry Eye.
LA MEDICINA BIOLOGICA
– Ha anche contribuito al raggiungimento di una pressione oculare target
per ogni paziente ed al suo mantenimento nel tempo anche dopo un’eventuale chirurgia filtrante.
CONCLUSIONI
Queste osservazioni cliniche in Oftalmologia indicano i farmaci della Low
Dose Medicine e della sua più innovativa evoluzione, la Medicina Fisiologica
di Regolazione, come portatori di soluzioni terapeutiche anche in casi complessi e senza alternative terapeutiche
convenzionali, oltre alla riduzione delle
somministrazioni e degli effetti collaterali dei farmaci tradizionali in caso di
쐽
overlapping terapeutico.
“Ad eccezione di rari casi, l’uomo non
è una creatura ragionevole.
Egli è dominato dall’autorità e quando i
fatti non sono in accordo con il punto
di vista imposto dall’autorità, tanto peggio per i fatti. Essi possono, e in verità
devono, vincere alla lunga; ma nel frattempo il mondo brancola nel buio inutilmente e sopporta tanta sofferenza che
poteva essere evitata”.
William Horatio Bates (1860-1931)
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Testo elaborato dalla relazione dell’autore
presentata al 17° Incontro del Club dell’Omotossicologia, Rimini 7-8 Marzo 2015.
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autore
Dr. Andrea Basile
– Specialista in Oftalmologia
– Membro del Consiglio direttivo
G.O.A.L. (Gruppo Oculisti Ambulatoriali Liberi)
– Diplomato in Omeopatia, Omotossicologia e Discipline Integrate
Via Cola di Rienzo, 8
I – 20144 Milano
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