C’E’ VITA SU MARTE NOTIZIE 15 FEBBRAIO 2014 “Sento la neve cadere” di Domenico Infante, è un romanzo che cerca il neorealismo trovando una fedele ricostruzione storica malgrado il ricorso alla fantasia, che dona nomi e cognomi senza alterarne l’equilibrio. Racconta storie di uomini e donne nella provincia siciliana, a cavallo tra gli anni ’20 e ’40 del novecento. Vite tenute insieme dalla speranza, dal dolore, dalla gioia che un’esistenza condotta in maniera frugale sa dispensare, vite in cui si insinua però come una maledizione il dramma mortale della guerra. Sotto la superficie delle relazioni sociali narrate non senza una qualche ironia dall’autore, che pare osservare con benevolenza l’apparente semplicità di quegli attori, nascono storie d’odio e d’amore che vanno ben al di là dei rapporti familiari, che descrivono chiaramente la piccola comunità, lontana non solo dai rumori della penisola, ma dalla stessa città di Palermo. È l’economia rurale a scandire i ritmi di vita a Petralia Sottana, situata nell’attuale Parco delle Madonie. Salvatore Salvati – il protagonista – vive senza conoscere quella che – dato l’avvento del fascismo e delle leggi razziali – diventerà una verità estremamente pericolosa. Suo figlio – chiamato Esilio invece che Ersilio a causa di un mero errore materiale di un impiegato comunale – cresce insieme a due ragazzini, Gaspare e Peppina. I tre sembrano inseparabili, finanche quando la ragazza – ora giovane donna in fiore – si innamora di uno dei due. La varietà dei personaggi nelle loro diverse propensioni e ruoli, insieme alla loro aderenza alla realtà storica è un vero pregio di questo testo: dagli avi alle ultime generazioni, tutti vengono ripresi nel mentre di mutamenti radicali, quando ciò che accade sulla penisola farà così tanto rumore da arrivare a sconvolgere la vita degli abitanti di Petralia. L’autore è capace anche con poche frasi di dipingere i soggetti con precisione e senza parsimonia, rispettando fino alla fine della narrazione gli intenti che sembra essersi proposto. Non ci sono ipocrisie nelle rivelazioni, né mancano sufficienti argomenti alle ragioni storiche della disfatta che consumò l’Italia intera dall’avvento del fascismo in poi. Nel percorso che traccia, con sagacia semina ricordi che lasceranno, al termine della lettura, immagini ancora vive come fotogrammi di un film ben diretto. «Ero pronto ad accettare la Natura, anche quando mi sembrava pazza, come quando nevica in primavera o spuntano i germogli in inverno. La pazzia degli uomini no! La pazzia degli uomini mi ha tolto ogni cosa…», griderà il Salvatore al culmine del dramma umano che lo investe, che bene incarna le assurdità del tempo ed in quelle, la crudeltà della bestia umana. “Sento la neve cadere” (gennaio 2014) è il primo romanzo di Domenico Infante. Segue le opere di narrativa breve “Cronache del vicolo” (2007), “Novanta minuti” (2008), “Vento e sabbia” (2011), tutti editi da Scrittura & Scritture. Marco Melillo