I fondamenti del Progetto europeo

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Presidente della Commissione europea
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In occasione della conferenza dei Presidenti dei Gruppi politici del
Parlamento europeo
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Presidente Cox,
onorevoli parlamentari,
Con la Comunicazione sul "Progetto europeo" approvata quest’oggi intendiamo
contribuire al dibattito generale.
In una fase ulteriore, ci occuperemo nello specifico delle sfide istituzionali.
Mi fa piacere oggi iniziare un dibattito diretto e aperto sul primo di questi contributi: il
"Progetto per l’Unione europea" della Commissione.
Con questa prima Comunicazione la Commissione non pretende esaurire il dibattito
sul Progetto europeo né rispondere a tutte le sfide che ci attendono. Il documento
ha lo scopo di delineare la visione complessiva della Commissione sul futuro
dell'Unione europea.
Voglio qui ribadire un mio convincimento: è giunto il momento di lanciare un grande
progetto politico, in cui i cittadini possano identificarsi, con cui si possano
confrontare e capace di offrire una soluzione politica forte e concreta alle
incertezze, alla paure e ai timori che stanno percorrendo l’Europa.
Tale progetto deve accogliere la grande sfida di porre le basi per una democrazia
sovranazionale.
L'obiettivo principale della Convenzione è quindi quello di elaborare una proposta
ambiziosa che tracci, a grandi linee e per la prima volta, un quadro costituzionale
per un'Europa unita e democratica.
Un'Europa che dia le risposte giuste alle nuove aspettative dei cittadini europei, che
sappia gestire l'allargamento e che svolga il ruolo che le spetta nel mondo. Questa
costituzione dovrà segnare la nascita dell'Europa come entità politica matura e
compiuta.
L'Unione deve accettare questa grande sfida e muovere i primi passi verso lo
sviluppo di un'identità politica nei campi della politica economica, della politica
estera, della giustizia e della sicurezza. In tutte quelle aree, cioè, nelle quali i
cittadini chiedono una maggiore presenza dell'Europa.
Si tratta di una richiesta decisa e inequivocabile che proviene da tutti gli Stati
membri.
Occorre pertanto rafforzare con decisione la dimensione politica dell'Unione. Ciò
significa consolidare la legittimità democratica e costruire un'Unione più coerente,
più efficace e più imparziale.
Ritengo che al cuore del Progetto europeo si debba collocare LO FRQFHWWR GL
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Noi tutti siamo cittadini di un'Unione fondata sui principi di libertà, democrazia, diritti
umani, libertà fondamentali e stato di diritto, principi questi che sono tutti compresi
nella Carta dei diritti fondamentali.
La cittadinanza europea non si sostituisce a quella nazionale, ma si aggiunge ad
essa come una nuova dimensione e la rafforza. La cittadinanza europea ci rende
più ricchi allargando le prospettive e gli orizzonti di tutti noi. L'Europa di domani
continuerà a fondarsi su questi principi e grazie ad essi continuerà a prosperare.
Noi dobbiamo conservare questo semplice principio come fondamento di tutte le
nostre iniziative.
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Costruire una società democratica europea non significa affatto costruire un super
Stato europeo, significa costruire una società in cui si diventa europei attraverso
l’esercizio dei diritti e dei doveri di cittadinanza europea. Una società in cui potremo
adottare nuove soluzioni per risolvere problemi comuni e per rispondere alle comuni
preoccupazioni dei nostri cittadini.
La storia dell'unificazione del continente finalmente compiuta ce lo impone.
L'allargamento impone una definizione più chiara di ciò che vogliamo fare in
un'Europa a venticinque o più Stati.
La globalizzazione ce lo impone.
Dobbiamo dimostrare con il nostro lavoro quotidiano che l'Europa è e deve essere
sempre di più la risposta democratica a tali fenomeni e non può essere vista come
complice o addirittura come causa di una globalizzazione spietata.
I nostri cittadini lo reclamano: le stesse manifestazioni di rifiuto dell’Europa sono in
gran parte legate a problemi e situazioni in cui l’Europa non è ancora abbastanza
presente. Sono la conseguenza, il prezzo, della “non Europa”, o di un’Europa che
deve ormai diventare matura.
Ecco il punto di partenza del progetto della Commissione europea: l'Unione
europea deve assumersi nuove responsabilità. E queste nuove responsabilità
impongono un approfondimento del processo di integrazione.
Su questo sfondo, la nostra Comunicazione individua tre compiti per l'Unione del
futuro.
− L'Europa deve difendere un modello equilibrato di società capace di conciliare la
prosperità economica e la solidarietà attraverso il dialogo;
− l'Europa deve garantire la sicurezza di tutti senza compromettere i principi di
libertà e di giustizia;
− l'Europa deve diventare un attore globale sulla scena internazionale.
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Ora che l'euro è moneta corrente, è chiaro che l'Unione europea deve continuare a
difendere un modello equilibrato di società e che deve essere in grado di conciliare
la prosperità economica e la solidarietà. Dobbiamo restare fedeli al modello sociale
europeo fondato sul dialogo e sulla giustizia sociale.
Ciò significa proseguire l'opera di costruzione del mercato interno e rafforzare il
coordinamento economico.
Ciò significa rilanciare alcune politiche di settore e favorire le politiche attive del
mercato del lavoro per completare la strategia adottata dal Consiglio di Lisbona nel
2000 e riaffermata dal recente Consiglio di Barcellona.
Ciò significa sviluppare lo stile di vita europeo evitando disparità eccessive che
disgregano la nostra società.
Dobbiamo costruire metodi più attivi di coordinamento economico, fondati su
decisioni di politica economica più coerenti. Il coordinamento della politica
economica deve permetterci di valutare, in modo congiunto, a livello europeo, la
situazione economica e deve permetterci di identificare le risposte politiche e le
azioni conseguenti. Il coordinamento dovrà essere costante e non limitato a
circostanze eccezionali e dovrà riguardare sia gli aspetti fiscali che quelli strutturali.
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Tale sistema di coordinamento della politica economica esige la presenza di un
mediatore che operi in modo coerente ed imparziale e che abbia a sua disposizione
tutti gli strumenti per svolgere in modo efficiente il proprio ruolo di guida. La
Commissione deve perciò con sempre maggiore coerenza agire come custode
dell'interesse generale e come garante della coerenza delle politiche degli Stati
membri. Occorre doverosamente coinvolgere in questo compito anche i parlamenti
nazionali ed il Parlamento europeo.
Il coordinamento della politica economica ha il compito di dare alla zona dell'euro la
"voce politica" di cui ha tanto bisogno. Questa voce potrà garantire in futuro anche
una rappresentanza unitaria dell’euro in seno alle istituzioni e alle organizzazioni
internazionali di carattere economico e finanziario.
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Ma una vera libertà richiede anche una risposta decisa contro chi la vuole limitare,
contro quei fenomeni che mettono in pericolo la coesione e la solidarietà delle
nostre società. L'Europa deve garantire la sicurezza senza compromettere i principi
di libertà e giustizia.
Dobbiamo trovare delle soluzioni comuni ai problemi comuni: l'immigrazione
incontrollata e illegale, la criminalità internazionale e il terrorismo.
Proponiamo perciò una politica comune di asilo e immigrazione, un'azione comune
sui controlli dei confini ed una cooperazione più stretta fra le forze di polizia. Il
nostro obiettivo di lungo termine deve essere l'istituzione di controlli di frontiera
comuni e di una forza di polizia europea integrata per combattere il terrorismo e la
criminalità organizzata.
Dobbiamo dare una risposta chiara alle preoccupazioni e alle paure legate alla
questione della sicurezza. Non possiamo far finta di non sentire o di non vedere.
Non possiamo trascurare o minimizzare i segnali che abbiamo ricevuto anche di
recente da una parte consistente dell’opinione pubblica europea.
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Abbiamo bisogno di più coerenza in tutti i campi: dalla sicurezza alla difesa, dallo
sviluppo al commercio.
Dobbiamo recuperare a livello europeo quella capacità d’azione che stiamo invano
inseguendo agendo in ordine sparso o con deboli meccanismi di cooperazione.
Per questo, dobbiamo rimediare all’attuale frammentazione e costruire un quadro
istituzionale più coerente per elaborare ed eseguire una vera politica estera e di
sicurezza comune.
Dobbiamo soprattutto sfruttare l’enorme potenziale della nostra azione esterna,
dalla diplomazia al commercio e allo sviluppo, dall’economia a tutte le politiche
comuni che hanno un’importante dimensione esterna, come ad esempio l’ambiente,
l’energia, i trasporti o la cultura.
Pertanto, fra le nostre proposte c'è il progressivo inserimento nella Commissione,
secondo criteri ben definiti, delle funzioni dell'Alto rappresentante e del commissario
responsabile per le relazioni esterne.
L’attuale bipolarizzazione dell’azione esterna dell’Unione, infatti, nonostante
l’eccellente qualità dei suoi protagonisti, non è soddisfacente e indebolisce la nostra
capacità di incidere ed influire sui processi internazionali.
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Per l’Unione del futuro, dobbiamo elaborare nuove soluzioni, che tengano ben conto
dell’esperienza maturata sino ad oggi.
Nella sfera commerciale, per esempio, l'Unione parla già con una voce sola e la
Commissione rappresenta l'interesse generale dell'Unione europea nel rispetto
dell'autorità del Consiglio. Questo è il solo settore di politica estera nel quale
l'Unione europea gioca alla pari con gli Stati Uniti.
Credo che da questo fatto dobbiamo pur trarre qualche insegnamento! Se l'Europa
vuol veder crescere la propria influenza sulla scena mondiale ed essere un partner
credibile nei confronti degli Stati Uniti, deve poter parlare con una sola voce in WXWWL
gli aspetti delle relazioni esterne.
La Comunicazione odierna riflette queste ambizioni delineando un piano coerente e
progressivo per una politica estera comune più efficace. Tuttavia, i cambiamenti
proposti richiedono un processo graduale con un calendario predefinito. Anche le
conquiste dell'Unione monetaria e nel campo della giustizia e degli affari interni
sono state graduali; ciò dimostra che non tutti i cambiamenti devono avvenire in una
volta sola.
E possiamo cominciare già oggi a preparare tale transizione, elaborando nuovi
meccanismi di cooperazione e favorendo nuove sinergie tra Commissione e Alto
rappresentante.
Questi compiti sono il cuore del nuovo Progetto europeo e rappresentano un
grande passo avanti verso l'integrazione europea.
Tale nuovo progetto di società, tale democrazia sovranazionale deve però poggiare
su una valida struttura istituzionale e poter disporre di strumenti d’azione efficaci.
Occorre ridisegnare di conseguenza l'architettura istituzionale dell'Unione europea,
così come occorre chiarire il modo in cui l'Unione europea assolve alle proprie
funzioni.
Occorre rivedere il meccanismo decisionale dell'Unione. Abbiamo bisogno di
procedure più semplici e più trasparenti per adottare le decisioni e per metterle in
pratica. La Commissione ritiene che le istituzioni funzioneranno in modo più
trasparente ed efficace fondendo gli attuali pilastri in un solo trattato consolidato e
dando all'Unione europea una sola personalità giuridica.
Il piano proposto, su nostra richiesta, dall'istituto europeo di Firenze all'ultima
Conferenza intergovernativa costituisce il riferimento obbligato per questo lavoro. Il
piano prevede un Trattato articolato in due parti: una prima parte relativa ai principi
costituzionali (soggetta a regole di voto più rigide) e una seconda parte dedicata ai
meccanismi operativi (soggetta a regole più flessibili).
Occorre inoltre includere la Carta dei diritti fondamentali nella prima parte del
Trattato. Ed è necessario prendere decisioni sulle modalità da seguire per la
revisione del Trattato stesso.
La Commissione affronta la discussione sulle competenze senza preclusioni. È un
punto che io stesso ho sottolineato con forza nel discorso tenuto in occasione della
sessione inaugurale della Convenzione.
Sulla base del dibattito sin qui svoltosi in seno alla Convenzione, lo stesso
presidente Giscard d’Estaing ha, peraltro, constatato un orientamento generale a
non rimettere globalmente in discussione le attuali missioni dell’Unione.
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Semmai -- ed è sempre il presidente Giscard d’Estaing ad averlo rilevato -- ciò che
è sin qui emerso dalle prese di posizione dei membri della Convenzione, è la
necessità di rinforzare l’influenza e l’autorità dell’Europa nel mondo e l’azione
comune nei campi della giustizia e della sicurezza.
Occorre un approccio dinamico, analogo a quello che voi stessi avete dimostrato
approvando un rapporto ricco di proposte innovative come quello presentato da
Alain Lamassoure.
Gli obiettivi prefigurati nel Trattato vanno realizzati al livello e nel momento più
appropriati per l'interesse comune degli Stati membri e dei cittadini dell'Unione
europea.
È nostro compito comune individuare i campi di attività primari dell'Unione europea.
In altre parole, dobbiamo individuare i settori nei quali l'azione a livello dell'Unione
europea genera un valore aggiunto insostituibile secondo i principi di sussidiarietà e
di proporzionalità.
Proponiamo perciò un nuovo sistema di risorse proprie meno complesso
dell'attuale. Bisogna garantire all'autorità di bilancio -- il Parlamento ed il Consiglio -un potere conforme alla loro legittimità democratica nel decidere tanto delle entrate
che delle spese. Questa è una prerogativa di tutti i parlamenti del mondo ad
eccezione, purtroppo, di questo Parlamento.
Signore e signori,
La Commissione e il Parlamento hanno sostenuto la Convenzione sin dall'inizio.
Essa è una grande novità proprio perché affronta con metodo democratico la
preparazione della riforma dei Trattati.
Siamo tutti impegnati in un processo costituzionale di portata storica e non
possiamo permetterci di sprecare questa occasione. La costituzione deve mirare a
stabilire i principi e gli obiettivi di un'Europa democratica, libera e giusta; obiettivi
che possono essere perseguiti anche grazie a Trattati più semplici e più chiari. La
Convenzione deve segnare una nuova tappa nell'integrazione europea proponendo
una costituzione capace di riscuotere il consenso di tutti i popoli d'Europa.
Ma la costituzione non è un fine in sé: è il suo contenuto che conta. Mi attendo
perciò che la Commissione e il Parlamento possano collaborare sempre più
strettamente per assicurare il successo della Convenzione e della nostra
costituzione futura.
Grazie.
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