COMUNICATO STAMPA Premessa Metodo Merito Forma e sostanza

COMUNICATO STAMPA
Premessa
In riferimento all'Assemblea Partecipativa del 19 agosto scorso e alla improvvisa
convocazione di una nuova assemblea pubblica per lunedì prossimo, 23 settembre, il
Gruppo Consiliare Grottammare Futura intende rendere pubbliche le seguenti osservazioni
sul metodo e sul merito dell'azione intrapresa dall'Amministrazione Comunale.
Metodo
Ancora una volta il sistema di convocazione della cosiddetta "Assemblea Partecipativa",
ormai eretta a simbolo della propria azione politica da parte del raggruppamento politico di
maggioranza, appare viziato da "legittima suspicione".
Avanziamo gravi dubbi sulla correttezza di una convocazione ferragostana, praticamente
senza preavviso e, soprattutto, senza fornire la necessaria documentazione ai
rappresentanti dell'opposizione per quella valutazione preventiva che costituisce l'unica
vera sostanziale forma di consultazione "democratica" prevista dalla Legge.
Merito
Siamo convinti che la vera questione di merito che abbiamo di fronte non sia tanto la
discussione sugli interventi proposti dall'Amministrazione Comunale quanto, piuttosto,
quella del ricorso sistematico da parte della stessa allo scavalcamento delle legittime
istituzioni democratiche e alla violazione delle regole e delle procedure costituzionali
proprie di una democrazia rappresentativa.
Non permetteremo più che il Consiglio Comunale che, con le sue Commissioni, costituisce
l'unica legittima istituzione democratica nella quale dibattere e costruire la politica
cittadina, venga sistematicamente esautorato da questo demagogico "ricorso diretto al
popolo".
Riteniamo anzi che, in tale contesto, il sistema delle cosiddette "Assemblee Partecipative"
rappresenti ormai, sostanzialmente, una pericolosa variante di quella deriva plebiscitaria
che, da sempre, caratterizza le politiche meno liberali e più antidemocratiche.
Forma e sostanza
Come sempre quando forma e sostanza coincidono, si nascondono verità più profonde.
Il sistema della cosiddetta "democrazia partecipativa" - della quale tanto si fa vanto, da
anni, la nostra Amministrazione Comunale - è sì scorretto ma anche funzionale.
E' un sistema organico alla politica urbanistica degli Accordi di Programma che, assieme
alla Legge Obiettivo, fa parte di quel gruppo di norme e leggi che, stravolgendo ogni
corretta politica urbanistica e di difesa ambientale e territoriale, costituisce il "frutto
avvelenato" di quel mito dello sviluppo basato sul consumo di territorio che sta
distruggendo l'Italia.
Norme e leggi che hanno permesso la svendita ai privati del patrimonio pubblico - inteso
nel senso più generale di bene e di vincolo storico, culturale, sociale, paesaggistico e
ambientale - per il classico "piatto di lenticchie".
Può la crisi economica e il taglio delle risorse agli enti locali giustificare tutto questo?
E, soprattutto, è possibile aggirare domande e problemi tanto profondi dal punto di vista
politico e culturale attraverso la "semplificazione" delle "assemblee partecipative"?
Pensiamo che questa rappresentazione teatrale della "democrazia partecipativa" - poche
decine di cittadini, spesso disinformati se non addirittura preorganizzati, convocati in tutta
fretta a far da scenografia democratica a decisioni già prese - configuri l'esistenza di un
gruppo di potere oligarchico piuttosto che di un’istituzione della democrazia
rappresentativa.
Ci auguriamo che la nuova Amministrazione Comunale ci smentisca, attraverso un
ripensamento profondo del proprio sistema di governo ed un vero e proprio sforzo di
ripristino della legalità e della dialettica democratica tra maggioranza e opposizione.
Ricordando che quasi la metà dei cittadini di Grottammare non ha votato per l’attuale
maggioranza e che, in nessun caso, i voti giustificano lo stravolgimento delle regole
democratiche, come insegnano anche le note recenti vicende della politica nazionale.
Riduzione del danno
Quando ci si rende conto dei disastri causati dalla politica urbanistica degli Accordi di
Programma, occorre porsi una domanda fondamentale.
E' possibile una svolta politica fondata sulla riduzione del danno ?
Anzitutto crediamo che, al fine di evitare frustranti e velleitarie fughe in avanti, occorra
partire dal riconoscimento della realtà.
Occorre capire che in larga misura il danno c'è già stato anche se, in parte, come nel caso
dell'area ex- Cardarelli, è solo formalmente codificato ma ancora tutto da perpetrare.
In che misura tale danno è ormai irreversibile? E' ancora possibile fare qualcosa?
E' possibile che la grande gelata della cementificazione causata dalla crisi economica
possa trasformarsi in un vantaggio, un'occasione di riduzione del danno?
Sicuramente ci fornisce un aiuto essenziale, ci fa guadagnare tempo prezioso, utile
magari per riflettere e ripensare, assieme alle imprese e alla Pubblica Amministrazione, i
mortiferi progetti di sfruttamento intensivo ormai senza più mercato e trovare un comune
interesse a sviluppare interventi qualitativi di più alto livello estetico e maggior senso
economico.
Infine - e lo chiediamo animati da sincero spirito costruttivo - non sarà il caso di
ridiscutere, migliorandolo, l'Accordo di Programma stesso, anche in considerazione di
eventuali sopraggiunte inadempienze formali della parte privata?
Il 19/09/2013
per il Gruppo consiliare “Grottammare Futura”
Consigliere comunale arch. Sandro Mariani
Via Ischia 100, 63066 Grottammare AP
Mail: [email protected]