sabato 19 maggio 2012 pagina 1/9 Esami truccati all’Unical Oltre settanta gli indagati Nell’inchiesta della Procura di Cosenza figurano nomi eccellenti A breve la chiusura del cerchio su professionisti noti in Calabria Ci sono nomi eccellenti tra i 76 indagati della maxi inchiesta (ribattezzata “110 e lode”) sui falsi esami alla facoltà di Lettere dell’Università della Calabria. Professionisti, funzionari pubblici, manager di aziende private che avevano necessità del diploma di laurea per far carriera e che hanno pensato di imbrogliare. Gente che si è laureata senza aver mai sostenuto un esame (o quasi). Le indagini preliminari - curate dal sostituto procuratore Antonio Bruno Tridico e dai poliziotti della Digos di Cosenza - sono arrivate in dirittura d’arrivo. A breve potrebbero partire (si ipotizza entro fine mese) gli avvisi di garanzia destinati a creare profondo imbarazzo tra numerosi calabresi in vista. > pagina 9 Pubblicato dall’Ufficio Stampa - Università Mediterranea sabato 19 maggio 2012 pagina 1/9 Falsi esami all’Unical, nomi eccellenti Professionisti e manger tra i 76 indagati. Hanno imbrogliato per far carrriera COSENZA Ci sono nomi eccellenti tra i 76 indagati della maxi inchiesta (denominata 110 e lode) sui falsi esami alla facoltà di lettere dell’Università della Calabria. Professionisti, funzionari pubblici, manager di aziende private, gente che aveva bisogno della laurea per far carriera e che ha pensato di imbrogliare. Gente che si è laureata senza aver mai sostenuto un esame (o quasi). Tra gli indagati ci sono sei addetti della segreteria della facoltà di lettere e anche alcuni studenti, ovviamente, ma non molti rispetto a quanto si pensava in un primo momento. Le indagini preliminari - svolte dal sostituto procuratore Antonio Bruno Tridico e dai poliziotti della Digos di Cosenza - sono arrivate in dirittura d’arrivo ed entro fine mese potrebbero partire gli avvisi di conclusione indagine. Sono accusati di falLe indagini so e, nel caso dei dipreliminari pendenti dell’ateneo, di accesso abusivo al sono ormai sistema informatico. prossime Che poi è il motivo per alla conclusione cui il pm Tridico si era dichiarato incompetente per territorio (dei reati informatici deve occuparsi la Procura capofila del distretto) e nell’inchiesta era subentrata la Procura di Catanzaro (Borrelli e Mieli). Il pm cosentino era stato successivamente applicato e la titolarità dell’inchiesta di fatto era tornata a lui. L’incompetenza territoriale della Procura di Cosenza era emersa in occasione della richiesta d’arresto di due dei 76 indagati. La misura cautelare (respinta dal gip sempre per incompetenza territoriale) era stata richiesta nei confronti di una dirigente e di una docente dell’Università della Calabria per aver violato il sistema informatico dell’ateneo introducendo falsi documenti che consentivano la registrazione dell’esame anche se esso non era mai stato sostenuto dal candidato. Ciò serviva a dimostrare che gli statini falsificati fossero invece del tutto regolari. Gli inquirenti lo hanno scoperto grazie alla confessione di una complice delle due dipendenti dell’Università della Calabria.Ulteriori conferme erano arrivate in seguito all’interrogatorio di alcuni studenti. L’inchiesta sui falsi esami alla facoltà di lettere era partita la scorsa primavera in seguito alla denuncia del rettore Giovanni Latorre, al quale un docente aveva segnalato che la firma su uno statino era stata falsificata. Le indagini, affidate dalla Procura alla Digos, hanno portato all’acquisizione di una mole impressionante di documenti relativi alla registrazione degli esami. Migliaia di statini sono stati esaminati dagli inquirenti che avevano anche disposto l’acquisizione di decine di posizioni matricolari, per verificare se vi fossero altri casi del genere. Sembrava che l’inchiesta dovesse allargarsi anche ad altre facoltà, ma le indagini svolte in questo senso dalla Digos non avevano fornito i necessari riscontri. I falsi esami scoperti riguardano materie che vanno dalla Storia del pensiero scientifico alla Bioetica, Filosofia della scienza, Istituzioni di filosofia del diritto, Storia della filosofia, Semiotica degli audiovisivi, etc. Una vicenda piuttosto imbarazzante per l’Università della Calabria, che da subito aveva fatto sapere che si sarebbe costituita parte civile in un eventuale processo. La decisione era stata deliberata dallo stesso consiglio di facoltà e condivisa dal rettore. L’esame dal quale era cominciato tutto sarebbe stato sostenuto e superato (peraltro con un buon voto) il 10 luglio del 2007. All’epoca la registrazione delle prove non avveniva in via telemati- Pubblicato dall’Ufficio Stampa - Università Mediterranea ca, ma con l’utilizzo di statini e registri d’esame di carta. La furbata era stata scoperta a seguito della verifica di routine sulle posizioni dei laureandi, iter che precede la discussione della tesi. A sollevare i dubbi era stata la stessa segreteria di lettere e filosofia: i funzionari, convinti che la firma del docente fosse falsa avevano Gli avvisi informato la presidi 415 bis denza della facoltà che a sua volta aveva saranno convocato il profesnotificati entro sore – titolare della fine mese cattedra di storia del pensiero scientifico – per avere conferma. Il docente aveva confermato che la firma, effettivamente, non era la sua. ALESSANDRO BOZZO [email protected]