Università degli studi di Padova Facoltà di Ingegneria Dipartimento di Tecnica e Gestione dei Sistemi Industriali Corso di Laurea Triennale in Ingegneria Meccanica Tesi di Laurea PROVE SPERIMENTALI CON LA VERSIONE AGGIORNATA DEL CROGIOLO A LEVITAZIONE MAGNETICA DEL DTG Relatore: Ch.mo Prof. Giuseppe Chitarin Laureando: Meneghetti Federico Anno Accademico 2014/2015 Sommario INTRODUZIONE ...................................................................................................................... III CAPITOLO 1: Nozioni di Elettromagnetismo 1.1 Introduzione ........................................................................................................... 5 1.2 Campo Elettrico ...................................................................................................... 5 1.3 Campo Magnetico .................................................................................................. 6 1.4 Equazioni di Maxwell ............................................................................................. 8 1.5 Correnti Parassite o di Foucault ............................................................................. 9 1.6 Spessore di Penetrazione ..................................................................................... 11 1.7 Effetto Stirring ...................................................................................................... 13 CAPITOLO 2: Descrizione Funzionamento 2.1 Funzionamento Teorico e Pratico ........................................................................ 15 2.2 La Frequenza del Campo Magnetico .................................................................... 17 CAPITOLO 3: Impianto del Dipartimento di Tecnica e Gestione dei Sistemi Industriali 3.1 Descrizione dell’Impianto .................................................................................... 19 3.2 Il Crogiolo ............................................................................................................. 19 3.3 Induttore e Alimentatore ..................................................................................... 20 3.4 Circuito Idraulico .................................................................................................. 22 3.5 Circuito Elettrico................................................................................................... 23 3.6 Strumentazione Elettronica ................................................................................. 24 3.7 Camera a Vuoto.................................................................................................... 26 3.8 Pompa Edwards.................................................................................................... 27 CAPITOLO 4: Prove Sperimentali 4.1 Introduzione ......................................................................................................... 29 4.2 Primo Giorno di Prove (15-10-2015) .................................................................... 29 4.3 Analisi Depositi Primo Giorno di Prove ................................................................ 32 4.4 Secondo Giorno di Prove (22-10-2015)................................................................ 35 4.5 Analisi Depositi Secondo Giorno di Prove ............................................................ 39 CAPITOLO 5: Conclusioni ....................................................................................................... 41 BIBLIOGRAFIA ........................................................................................................................ 43 I II Introduzione La tecnologia di fusione in levitazione magnetica (cold-crucible levitation melting) è nata con l’obiettivo di ottenere leghe metalliche con un elevato grado di purezza. La fusione del materiale avviene in sospensione, si impedisce in tal modo al metallo di entrare in contatto con le pareti del crogiolo, evitando così che impurità presenti su quest’ultimo penetrino nel materiale fuso. Accoppiando inoltre all’impianto una camera per la messa in vuoto, è possibile purificare il materiale da eventuali gas intrappolati al suo interno durante i processi di colata tradizionale. Al DTG (Dipartimento di Tecnica e Gestione dei Sistemi Industriali) l’idea di progettare e costruire un crogiolo a levitazione magnetica è nata con lo scopo di avere uno strumento flessibile per la sperimentazione di nuovo tecniche di processo su leghe metalliche leggere, come il degassamento del materiale, la fusione in levitazione, la rimozione delle inclusione, il rimescolamento elettromagnetico del metallo e la solidificazione in levitazione. La presente tesi è articolata in 5 capitoli, nei quali verranno prima spiegati i principi elettromagnetici di funzionamento del crogiolo, successivamente verrà descritto l’impianto del dipartimento e gli ultimi aggiornamenti apportati, infine verranno descritte le più recenti prove effettuate con il crogiolo, i risultati le relative conclusione. L’attività sperimentale svolta per sviluppare questa tesi aveva due scopi principali: 1) verificare il corretto funzionamento degli ultimi aggiornamenti apportati all’impianto (nuovo materiale isolante per il sistema di raffreddamento e nuove controfinestre per la camera a vuoto) 2) esplorare nuove possibilità di processo per l’impianto. III IV Capitolo 1 NOZIONE DI ELETTROMAGNETISMO 1.1 Introduzione: Con il termine elettromagnetismo si indica la particolare branca della fisica classica avente come oggetto di studio i fenomeni elettrici e magnetici e la propagazione delle onde elettromagnetiche. L'interazione elettromagnetica è responsabile dell'interazione tra oggetti che possiedono carica elettrica, che sono a loro volta "sorgenti" del campo elettromagnetico che ne rappresenta l'interazione in ogni punto dello spazio. Tale campo si propaga nello spazio sotto forma di radiazione elettromagnetica, un fenomeno ondulatorio che non richiede alcun mezzo materiale per propagarsi e che nel vuoto viaggia alla velocità della luce. L'elettrodinamica classica è la teoria dei campi elettromagnetici generati da un insieme di cariche elettriche in moto e formulata secondo i principi della teoria della relatività. La teoria dell'elettromagnetismo è stata sviluppata a partire dal XIX secolo e nasce dall'osservazione di una correlazione tra i fenomeni dell'elettricità e del magnetismo, che prima di allora erano stati scoperti e trattati separatamente. Autore di questa sintesi è stato il fisico scozzese James Clerk Maxwell (1831-1879), che attraverso alcune equazioni, scrisse in modo sintetico tutti i possibili fenomeni elettromagnetici. Mediante queste equazioni, egli dimostrò nel caso più generale, che un campo elettrico e un campo magnetico non possono avere esistenze indipendenti e vanno unificate nell’unico concetto di campo elettromagnetico. 1.2 Campo elettrico Il campo elettrostatico è un campo di forze conservativo generato nello spazio dalla presenza di cariche elettriche stazionarie. Il vettore campo elettrico E in un punto è definito come il rapporto tra la forza elettrica generata dal campo su un oggetto carico e la carica dell'oggetto stesso: πΉ π→0 π πΈ = lim 5 Una carica elettrica, o una distribuzione di cariche elettriche, genera attorno a se un campo elettrico, nel senso che modifica le proprietà dello spazio circostante in modo che una qualunque altra carica posta nelle vicinanze viene sollecitata da una forza di natura elettrica. La legge di Coulomb afferma che una carica puntiforme Q posta in un generico punto r’, genera un campo elettrico, in un punto r, definito dalla seguente espressione: πΈ(π) = π π − π′ 4ππ βπ − π′β3 Dove ε è la costante dielettrica caratteristica del materiale in cui si propaga il campo (ε 0 per il vuoto). Per rappresentare il campo si utilizzano delle linee curve, che partono dalle cariche positive e finiscono sulle cariche negative, tali che il vettore campo elettrico sia sempre tangente a queste linee che vengono dette linee di forza del campo elettrico. 1.3 Campo magnetico Il campo magnetico è un campo vettoriale solenoidale generato nello spazio dal moto di una carica elettrica o da un campo elettrico variabile nel tempo. Il campo magnetico agisce su oggetti carichi in moto attraverso una forza, detta forza di Lorentz, data da: πΉ = ππ£Μ × π΅Μ dove × indica il prodotto vettoriale, q è la carica elettrica dell'oggetto, π è la velocità della carica e B il vettore campo magnetico. La forza di Lorentz, quindi, è perpendicolare al campo e alla velocità della carica, e il suo verso è dato dalla vite destrorsa. In altre parole, una particella che si muove in un campo 6 magnetico con velocità perpendicolare al campo, segue una traiettoria circolare perché la forza di Lorentz che agisce su di essa è sempre perpendicolare alla sua velocità. Si consideri un filo percorso da corrente, questo semplice passaggio di cariche elettriche nel corpo produce nello spazio circostante un campo magnetico. Immaginando di posizionare nella zona circostante al filo una bussola, l’ago si posiziona tangente alle linee di campo. Nel campo magnetico, la forza magnetica o forza di Lorentz è direttamente proporzionale alla carica elettrica La legge di Biot-Savart fornisce un'espressione per il campo magnetico prodotto da un filo rettilineo indefinito, percorso da corrente stazionaria I, in un punto P dello spazio. Supponendo di essere nel vuoto, il modulo di B è inversamente proporzionale alla distanza dal filo r secondo l'espressione vettoriale: π΅(π) = π0 πΌ Μ × πΜ 2π |π| Nei materiali il campo magnetico è dato dalla stessa relazione, avendo cura di sostituire a μ0 (permeabilità magnetica del vuoto) μ = μrμ0 dove μr è una costante adimensionale che dipende dalle caratteristiche del materiale. Questa costante, chiamata permeabilità magnetica relativa del mezzo, può essere sia positiva molto maggiore dell'unità (materiali ferromagnetici), sia leggermente superiore all'unità (materiali paramagnetici) o leggermente inferiore (materiali diamagnetici). 7 1.4 Equazioni di Maxwell Le Equazioni di Maxwell sono un sistema di equazioni che, insieme alla forza di Lorentz, costituiscono le leggi fondamentali che governano l'interazione elettromagnetica. Esse esprimono l'evoluzione temporale e i vincoli a cui è soggetto il campo elettromagnetico in relazione alle distribuzioni di carica e corrente elettrica da cui è generato. Le quattro equazioni mostrano come i campi elettrici dinamici, cioè variabili nel tempo, sono in grado di generare campi magnetici e viceversa. Le equazioni di Maxwell raggruppano ed estendono le leggi dell'elettromagnetismo note fino alla metà del XIX secolo: Teorema di Gauss per il campo elettrico: Il teorema afferma che il flusso del campo elettrico attraverso una superficie chiusa dipende solo dalle cariche interne alla superficie (ρ = densità di carica) π ∇ β πΈ = ⁄π0 Tale relazioni correla l’intensità del campo elettrico e la carica che lo genera e sottintende l’esistenza di monopoli elettrici. Teorema di Gauss per il campo magnetico: Anche per il campo magnetico esiste una legge analoga a quella formulata per il campo elettrico: afferma che il flusso magnetico attraverso una superficie gaussiana è sempre nullo. Non esistono cariche magnetiche isolate (non esiste il monopolo magnetico) ∇βπ΅ = 0 Legge di Faraday - Neumann: Anche conosciuta come legge dell'induzione elettromagnetica, è una legge fisica che descrive appunto il fenomeno dell'induzione elettromagnetica, che si verifica quando il flusso di un campo magnetico, variabile nel tempo, attraverso una superficie delimitata da un circuito elettrico; la legge impone che nel circuito si generi una forza elettromotrice indotta pari all'opposto della variazione temporale del flusso 8 ∇ × πΈ = − ππ΅⁄ππ‘ Legge di Ampére - Maxwell: Tale legge individua come sorgenti del campo magnetico le correnti di conduzione e le variazioni del campo elettrico ∇ × π΅ = π0 π½ + π0 ππΈ⁄ππ‘ N.B.: Queste equazioni sono state scritte in riferimento al vuoto, utilizzando perciò le costanti μ0 e ε0 è possibile applicarle ad un qualsiasi mezzo materiale con le relative costanti π e π. 1.5 Correnti parassite o di Foucault Il fenomeno fu scoperto dal fisico francese Jean Bernard Léon Foucault nel 1851. Le correnti parassite o correnti di Foucault o correnti di eddy (dall'inglese eddy: vortice) sono delle correnti indotte in masse metalliche conduttrici che si trovano immerse in un campo magnetico variabile o che attraversano un campo magnetico costante o variabile. Le correnti parassite sono causate dal movimento (o variazione) del campo magnetico che attraversa un conduttore. Il moto relativo genera la circolazione di elettroni, cioè corrente, nel conduttore. Questi elettroni muovendosi in vortici generano a loro volta un campo magnetico che si oppone alla variazione del campo magnetico applicato. Il fenomeno si accentua: - con l'aumentare del campo magnetico applicato (se sinusoidale con il quadrato dell'ampiezza) - con l'aumentare della conducibilità del conduttore attraversato dal campo magnetico - con l'aumentare della velocità relativa tra campo magnetico e conduttore - se il campo magnetico è variabile in modo periodico con l'aumentare della sua frequenza (se sinusoidale con legge proporzionale al quadrato della frequenza) Dato che queste correnti si oppongono alla variazione di campo magnetico che le ha provocate, esse si manifestano soprattutto sulla superficie di qualunque oggetto conduttore metallico (effetto pelle). Le correnti parassite portano alla formazione di 2 effetti: 9 - Termico: le correnti parassite generano perdite di energia riscaldando il conduttore (Effetto Joule). Questo fenomeno in molte applicazioni risulta negativo in quanto questa generazione di calore non ha nessun effetto utile, nel caso del materiale nel crogiolo invece è proprio questo riscaldamento che porta a fusione il materiale. - Meccanico: le correnti parassite come già detto generano un campo magnetico che si oppone a quello creato dall’esterno. Queste correnti indotte, a loro volta interagendo con il campo magnetico, producono una forza “di volume” che può produrre la condizione di levitazione. Tale forza, dovuta all’interazione tra il campo e le correnti indotte forza di Lorentz, può essere valutata riscrivendo l’equazione F=JxB, tenendo conto della relazione di AmpereMaxwell: πΉΜ = 1 π΅Μ 2 Μ Μ Μ Μ π΅ β ∇π΅ + ∇ π 2π Separando i due addendi si ottiene: πΉΜ πππ‘ = 1 Μ π΅Μ π΅Μ β ∇ π Μ πΉΜ πππππ‘ = ∇ π΅Μ 2 2π La forza totale è formata dalla somma di due componenti: la forza rotazionale e la forza irrotazionale. πΉ = πΉπππ‘ + πΉπππππ‘ In particolare: Frot : è la componente rotazionale, cioè una forza che dà luogo ad un effetto di rimescolamento elettromagnetico all’interno del metallo fuso dovuto alla distribuzione non uniforme delle forze di pressione superficiali; Firrot : è la componente non rotazionale, cioè la forza che dà luogo ad una componente repulsiva netta tra il crogiolo e il metallo fuso a causa delle correnti indotte. 10 1.6 Spessore di penetrazione L'effetto pelle (in inglese skin effect) è la tendenza di una corrente elettrica alternata a distribuirsi dentro un conduttore in modo non uniforme: la sua densità è maggiore sulla superficie ed inferiore all'interno. Questo comporta un aumento della resistenza elettrica del conduttore, particolarmente alle alte frequenze. In altre parole, una parte del conduttore non viene utilizzata: è come se non esistesse; L’analisi dimostra che quando le dimensioni della sezione del conduttore sono molto più grandi dello spessore effettivo della «pelle» di corrente, la densità di corrente J varia esponenzialmente diminuendo dalla superο¬cie verso l’interno secondo la relazione: π½(π₯) = π½0 π −π₯⁄πΏ - J0 è la densità di corrente alla superο¬cie, - x la distanza dalla superο¬cie - δ è la profondità di penetrazione o spessore di penetrazione, alla quale la densità di corrente è uguale a J0/e. La profondità di penetrazione dipende dal materiale che costituisce il conduttore e dalla frequenza della corrente, ed è data dalla relazione: 2π π πΏ=√ → πΏ=√ ππ πππ π0 ππ - ρ è la resistività del conduttore - ω = 2πf è la frequenza angolare del campo magnetico e della corrente indotta - μ è la permeabilità magnetica assoluta del materiale - μr permeabilità magnetica relativa del materiale - μ0 permeabilità magnetica nel vuoto (π = 4π10−7 π»/π) 11 Lo “Spessore di penetrazione”, chiamato anche “skin depth”, definisce quindi una sezione che costituisce una sorta di “corteccia” del pezzo nel quale si distribuiscono le correnti parassite indotte. Dal grafico sottostante viene proposto per alcuni materiali a diverse temperature l’andamento dello spessore di penetrazione in funzione della frequenza: Dal grafico è possibile osservare come all’interno dello “skin depth” il campo magnetico decresce esponenzialmente, dalla superficie fino al suo interno per annullarsi. 12 1.7 L’effetto stirring Il funzionamento crogiolo ad magnetica del induzione si basa principalmente sugli effetti dalle prodotti correnti parassite indotte nella carica metallica. Un aspetto importante molto che caratterizza la tecnologia di fusione a crogiolo freddo è anche la capacità di rimescolamento della massa di metallo fuso dovuta alla formazione di vortice a regime turbolento. Questi vortici sono causati solo dalla componente ROTAZIONALE della forza magnetica. L’effetto irrotazionale provoca, infatti, un fenomeno di rimescolamento del metallo fuso chiamato stirring elettromagnetico, tale fenomeno è accentuato dalla distribuzione disomogenea delle correnti indotte. Un buon effetto di rimescolamento permette di: - Migliorare l’omogeneità della composizione della massa fondente e di conseguenza la qualità del getto finale; - Ridurre le inclusioni non metalliche che tendono a spostarsi verso la superficie; - Ridurre la porosità del metallo e quindi di migliorare l’uniformità e le caratteristiche; I movimenti che si creano all’interno del metallo dovuti alle correnti indotte, sono direttamente proporzionali allo spessore di parete, introduciamo il parametro Rω, che viene detto parametro di schermatura, il quale rappresenta l’opposizione prodotta dal materiale alla penetrazione della corrente. 2 π π = ππππΏ2 ≈ πΏ ⁄πΏ 13 Si possono distinguere sostanzialmente 2 casi: - Rω>1 la distribuzione delle correnti è ben distribuita, l’effetto efficace, stirring lo è meno spessore di penetrazione è elevato. Tipica situazione se lavoro a basse frequenze - Rω>>1 lo spessore di penetrazione è ridotto, l’effetto stirring è più efficace. Tipica situazione se lavoro a alte frequenze 14 Capitolo 2 DESCRIZIONE FUNZIONAMENTO 2.1 Funzionamento teorico e pratico La tecnica di fusione a crogiolo freddo (CCLM) sfrutta gli effetti delle correnti di Foucault per portare in levitazione e a fusione il campione. Prima di posizionare il provino all’interno del crogiolo, si applica sulle pareti della tazza e nel bicchiere sottostante il crogiolo una soluzione a base di nitruro di boro con la funzione di distaccante, posizionato il campione si accende l’alimentazione. La corrente alternata che circola nella spira produce all’interno del campione delle correnti parassite che, come spiegato prima, producono due effetti: scaldano il materiale per effetto joule e, interagendo con il campo magnetico creato dalla spira, pongono in levitazione il materiale confinandolo. La particolarità di questa tecnologia di fusione è che il crogiolo non ha più la funzione di contenere il metallo attraverso un vero e proprio contatto fisico, ora ha il compito di distribuire opportunamente le linee di campo per confinare in levitazione il metallo. Una grande potenzialità di questa tecnologia è quella di poter solidificare il metallo in levitazione evitando Questo processo però risulta molto difficile da realizzare nella pratica in quanto diminuendo la potenza per poter iniziare il processo di solidificazione si riduce in modo proporzionale 15 l’effetto di levitazione legato alle correnti indotte, rischiando il contatto tra campione e crogiolo, rendendo possibile una contaminazione. A causa del gran numero di parametri coinvolti, sia del dispositivo (come la frequenza, l’intensità di corrente, l’intensità del campo elettromagnetico, ecc.) che del materiale (ad esempio temperatura, velocità, pressione, conducibilità elettrica, viscosità ecc.), risulta difficile controllare in maniera precisa la posizione del campione. Bisogna considerare inoltre che durante il singolo processo alcuni parametri possono variare, ad esempio, molto semplicemente, la viscosità del materiale Per aiutare la stabilizzazione del materiale all'interno del crogiolo, si è ipotizzato di modificare gli avvolgimenti della spira aggiungendone due sulla sommità della tazza, in cui la corrente, scorrendo nel verso opposto, annulla il campo magnetico in cima al crogiolo. Con questa particolare configurazione si vuole migliorare la stabilità del metallo durante il processo, permettendo inoltre, diminuendo progressivamente la potenza, di solidificare il metallo in levitazione. Il vantaggio di usare questo tipo di tecnologia garantisce un utilizzo più duraturo del crogiolo e soprattutto l’assenza di contaminazioni nel metallo dovute, ad esempio, al contatto con materiali ceramici che vengono normalmente impiegati nelle fusioni tradizionali. Un altro vantaggio nell’uso di questa tecnica sta nel poter ottenere per effetto dell’interazione tra il campo prodotto dalle correnti indotte ed il campo inducente, un forte rimescolamento interno del fuso senza che sia necessario introdurre altri dispositivi fisici, ottenendo così una elevata qualità finale del getto sia in termini di raffinazione che di uniformità. I vantaggi dell’utilizzo di questa tecnologia sono i seguenti: - Alto grado di purezza: grazie ad un forte rimescolamento (stirring elettromagnetico) e all’assenza di contatto del metallo con elementi dell’impianto, si ottiene un getto finale di elevata qualità; - Raggiungimento di elevati punti di fusione; - Assenza di degrado dell’impianto: l’assenza di contatto con elementi dell’impianto; - Nessun materiale nocivo coinvolto nel processo; - Sistema di vuoto: con l’implementazione di un sistema di vuoto all’impianto viene migliorata ulteriormente la qualità del getto finale; - Regolazione accurata dei parametri di processo; 16 Affinché sia possibile la levitazione del metallo solido, il campo magnetico dev’essere sufficientemente intenso da opporsi alla forza di gravità, l’equilibrio viene raggiunto quando il peso del materiale viene bilanciato dalla distribuzione della pressione magnetica. Quando la fusione è avvenuta, i meccanismi che regolano il processo sono differenti, la levitazione dipende dalla distribuzione della pressione magnetica sulla superficie, la quale deve bilanciare la pressione idrostatica del fuso. L’instabilità del processo si manifesta come un gocciolamento nella parte sottostante la tazza. In corrispondenza del foro inferiore della tazza non vi è, per motivi costruttivi, campo magnetico; quindi ciò che impedisce al metallo fuso di non gocciolare è solamente la tensione superficiale. 2.2 La frequenza del campo magnetico La frequenza del campo magnetico è di fondamentale importanza perché da essa dipendono le correnti parassite, gli effetti di riscaldamento, gli effetti di levitazione, e quelli di stirring. Di conseguenza per ogni processo di fusione abbiamo bisogno della frequenza ottimale per riuscire a garantire la fusione con questa sistema. I possibili problemi con frequenza non opportunamente settate sono: - Con una frequenza troppo bassa si hanno insufficienti risultati di riscaldamento e di levitazione; - Con frequenze troppo elevate si ha un forte effetto STIRRING; - Con frequenze pari a zeri non si hanno nessun effetto indotto, quindi non ho correnti indotte nella carica; Esiste dunque frequenza del un valore campo della magnetico ottimale per garantire una corretta levitazione e contemporaneamente un accettabile effetto di rimescolamento. 17 18 Capitolo 3 IMPIANTO DEL DIPARTIMENTO di Tecnica e Gestione dei Sistemi Industriali 3.1 Descrizione dell’impianto: L’impianto del dipartimento è composto in breve da: - Crogiolo in rame raffreddato ad acqua; - Circuito elettrico (spira conduttrice, gruppo condensatori, alimentatore, …); - Circuito di raffreddamento (scambiatore a piastre, serbatoio acqua, pompa, …); - Sistema di vuoto (camera a vuoto, pompa da vuoto) - Strumenti di misura e di controllo; 3.2 Il Crogiolo: Con questo tipo di tecnologia il crogiolo mantiene la sua tipica funzione ovvero, quella di contenere il metallo durante il processo di fusione, la differenza è che tradizionalmente il metallo è in contatto con il crogiolo stesso, in questo caso invece non vi è alcun tipo di contatto fisico, il contenimento del materiale avviene in maniera più complessa: il crogiolo ha la funzione di ridistribuire le linee di campo. La tazza del crogiolo è realizzata in rame, suddivisa in dieci spicchi raffreddati autonomamente, la spira conduttrice induce correnti anche all’interno della tazza, queste distribuiscono al meglio il campo magnetico generato dalla spira. Se il crogiolo fosse costituito da un unico pezzo di rame il campo magnetico, generato dalla spira, produrrebbe correnti indotte solamente nella tazza, schermando così l’interno del crogiolo. La suddivisione in settori del crogiolo è dunque necessaria per evitare l’effetto schermo del crogiolo, in questo modo le correnti indotte nei singoli settori sono di entità ridotta e il campo magnetico viene direzionato all’interno del crogiolo. La forma del crogiolo e la distribuzione dei conduttori attorno ad esso giocano un ruolo fondamentale nel controllo della levitazione. Una configurazione ottima, per risolvere la problematica di un’insufficiente pressione magnetica alla base della tazza, è quella di una crogiolo dalla forma conica (fig. sopra), con 19 tale configurazione infatti è possibile concentrare gran parte delle forze alla base della struttura, così da garantire la levitazione. Se invece utilizzassimo un crogiolo dal fondo semisferico, le forze di levitazione sarebbero insufficienti (fig.dx) e non garantirebbero una corretta sospensione. 3.3 Induttore e Alimentatore Gli avvolgimenti dell’impianto sono 14, realizzati in rame e rivestiti con del materiale isolante chiamato kapton per evitare il contatto, 12 sono avvolti attorno al crogiolo e servono a creare il campo magnetico, i 2 rimanenti sono posizionati al di sopra della tazza e servono a stabilizzare il materiale in levitazione. 20 La parte di alimentazione è composta da un inverter, ossia un dispositivo che serve per generare la tensione a media frequenza (MF)compresa tra 5 e 25 kHz, il quale viene collegato ad un induttore e ad un trasformatore. Il convertitore MF è formato da: - Convertitore AC/DC a ponte di Graetz; - Inverte DC/AC che alimenta il circuito ad alta frequenza e la relativa scheda di comando. La frequenza di alimentazione è “agganciata” a quella del circuito risonante per ottimizzare le prestazione del convertitore. Infine è presente un circuito RC di soppressione delle sovratensioni ed un’induttanza che assieme all’induttanza dell’avvolgimento del crogiolo ed al gruppo di condensatori costituisce il circuito risonante. SEZIONE M.F. Potenza nominale 20 kW Tensione nominale M.F. 400 V Frequenza nominale M.F. 4 ÷ 25 kHz Campo di regolazione della potenza 5 ÷ 100 % Rendimento conversione 0,9 VALORI ALIMENTAZIONE Potenza apparente nominale 36 kVA Tensione nominale (±10%) 3x400 V Frequenza (±1%) 50 Hz Corrente nominale 52 A Potere d’interruzione 70 kA Fattore di potenza (a pieno carico) 0,9 21 3.4 Circuito idraulico Per il corretto funzionamento del sistema è necessario evitare che le spire in cui passa la corrente e il crogiolo raggiungano temperature che ne causino un danneggiamento. Risulta dunque evidente la necessità di accoppiare al sistema un impianto di raffreddamento, che mantenga entro un range di sicurezza le temperature della spira e del crogiolo. Il raffreddamento della spira è importante, oltre che per mantenere l’impianto in condizioni di sicurezza, anche per migliorarne le prestazioni, con una corretta asportazione di calore infatti è possibile lavorare con potenze molte elevate, fino a 30kW. L’impianto di raffreddamento è composta da due circuiti: - Il primo è un circuito chiuso in cui circola l’acqua che raffredda l’intero sistema (alimentatore, spira e crogiolo), l’accumulo dell’acqua avviene in un serbatoio da 50l. - Il secondo invece è collegato alla rete idrica e, tramite uno scambiatore a piastre, raffredda l’acqua del primo circuito. CIRCUITO DI RAFFREDDAMENTO Portata minima di acqua 1.3 m3/h Pressione min./max. di acqua 3/6 Bar Min./max. Temperatura acqua 20/30 α΅C Massima conducibilità elettrica acqua 200 S/cm pH 6-8 Come si può vedere dallo schema d’impianto qui sotto l’acqua, messa in circolo da una pompa centrifuga, viene prima utilizzata per raffreddare l’intero alimentatore poi separata ed inviata autonomamente alla spira e al crogiolo, viene infine raccolta e raffreddata nello scambiatore a piastre. È stato inoltre apportato un aggiornamento al sistema di raffreddamento, per evitare che del metallo fuso danneggi i tubi di raffreddamento attorno al crogiolo, sono stati avvolti con del materiale plastico isolante. 22 Il controllo dell’intero impianto avviene attraverso delle termocoppie che misurano la temperatura dell’acqua in ogni punto del circuito. Tutti i dati vengono campionati e raccolti da apparecchiature apposite, con lo scopo sia di esaminare il processo, sia di mantenerlo sotto controllo per motivi di sicurezza. 3.5 Circuito elettrico Nella figura qui sotto è riportato lo schema dell’impianto elettrico. Il circuito può essere semplificato in un circuito RLC alimentata da un generatore di tensione in serie con un’induttanza. Sulla sinistra della figura si può vedere uno schema a blocchi convertitore IFC, che viene collegato al carico tramite un trasformatore di isolamento 1:1. Il carico dell’alimentatore è il circuito risonante RLC, in cui l’avvolgimento del crogiolo è contemporaneamente l’induttanza e la resistenza a cui è collegato il parallelo il gruppo di condensatori. La capacità totale del gruppo di condensatori dev’essere tale da ottimizzare la frequenza di esercizio dell’impianto. Nell’impianto utilizzato durante le nostre prove, per far lavorare il circuito alla frequenza di 15,7 kHz alla potenza massima di 20kW, si inseriscono tre condensatori: uno da 21μF e due da3μF. 23 Sul ramo del circuito della spira è presente una sonda Rogowski utilizzata per la misura della corrente. L’alimentatore fornisce direttamente le misure di potenza, frequenza e tensione d’esercizio. 3.6 Strumentazione elettronica Per controllare l’intero processo di fusione è necessario monitorare un gran numero di parametri: le temperature, la pressione, le tensioni, le correnti, le frequenza e potenza. Gli strumenti utilizzati sono: Sistemi di misura interni al convertitore IFC: forniscono una lettura di tensione, corrente, frequenza e potenza; - Sonda Rogowski: Nonostante la sua estrema semplicità costruttiva garantisce misure ‘pulite’ di correnti sinusoidali anche a frequenze elevate. Essa è formata da un conduttore avvolto su un nucleo toroidale dielettrico formando una bobina circolare, il cavo viene poi fatto ripassare internamente alla bobina. Il funzionamento della sonda si basa sulla legge di Ampere: sull’avvolgimento della bobina viene indotta una tensione causata dalla variazione di corrente sulla spira del crogiolo, questo tipo di sonda è particolarmente adatta per la misurazione della corrente alternata sinusoidale. 24 La lettura della tensione di Rogowski permette di calcolare poi la corrente tramite la formula: πΌ= ππππ πβπ Dove k è il coefficiente di Rogowski (che dipende dalla geometria e dal numero di spire) e che nel nostro caso vale 2,3*10-6. È il nucleo dielettrico a garantire la linearità di misure. L’immunità da interferenza elettromagnetiche dipende molta dalla regolarità della distribuzione delle spire attorno al nucleo e potrebbe essere migliorata usando una schermatura esterna. - Oscilloscopio a 4 canali 200MHz LeCroy LT224: Misura e rappresenta graficamente l’andamento della differenza di potenziale tra ciascuno dei canali d’ingresso e un unico riferimento di terra. Viene usato per misurare la tensione e la corrente dell’avvolgimento induttore, attraverso apposite sonde. - Unità di acquisizione dati Agilent HP34970A: Raccoglie i dati proveniente dalle sonde e dalla termocoppie e permette, tramite un software di interfaccia, di inviarli ad un computer per essere monitorati e registrati. - Sonda per misura differenziale di tensione: La misura di tensione dell’avvolgimento viene effettuata con una sonda per misure differenziale di tensione; il fatto che l’avvolgimento non abbia alcun punto collegato a terra e la tensione elevata a cui è sottoposto impedisce il collegamento diretto con l’oscilloscopio. Entrambi i problemi vengono risolti usando differenziale collegata ai capi dell’induttore. Questa sonda misura la differenza di potenziale fra i 2 punti del circuito e restituisce in uscita una differenza di potenziale proporzionale a quella misurata, con riferimento al potenziale di terra. - Vacuometro ADIXEN La corrente dell’avvolgimento induttore viene misurata mediante la sonda Rogowski e l’oscilloscopio. Per attenuare i disturbi sulla corrente si utilizza un filtro RC che deve essere calibrato a seconda del range di frequenza. Per le frequenze utilizzate viene impiegata una resistenza da 100ohm assieme ad un condensatore da 5,6 nF. L’uscita della sonda così filtrata costituisce uno degli ingressi dell’oscilloscopio. 25 3.7 Camera a vuoto La camera in acciaio inox è stata realizzata utilizzando flange standard KF e ISO-KF e in particolare sono presenti: - 2 flange DN 320 ISO-KF fondo e coperchio della camera; - 5 flange DN 100 ISO-KF laterali dotate di finestre in vetro per la tenuta del vuoto, 4 poste attorno alla camera e 1 sulla sommità, all’occorrenza ad una delle flange laterali si può collegare una pompa turbomolecolare per il vuoto spinto. - 4 flange DN 50-KF applicate al fondo della camera provviste di flange cieche in acciaio inox sulle quali vengono realizzati i passanti per i tubi di raffreddamento, i conduttori di alimentazione, il condotto di misura del vacuometro e il tubo di connessione alla pompa a vuoto. La camera a vuoto e provvista di due passanti a tenuta di vuoto per collegare i circuiti esterni a quelli interni: - Passante elettrico ed idraulico 10mm Ø per l’alimentazione della spira. - Passante idraulico 10mm Ø per il raffreddamento della tazza in rame posta all’interno dell’avvolgimento. Un aggiornamento importante, che è stato apportato alla camera, è l’utilizzo di controfinestre per evitare che, come in alcune prove effettuate negli anni passati, il metallo fuso, raggiungendo la pressione di tensione vapore alla temperatura di fusione, condensi sulle finestre rendendole poi inutilizzabili I piedini di supporto sono realizzati con una barra filettata inox M12 di lunghezza 200mm. 26 3.8 Pompa EDWARDS La pompa rotativa da vuoto è una EDWARDS E2M12 Massima Portata 50Hz 14,3 m3/h Velocità motore elettrico 50Hz 1450 rpm Vuoto finale senza gas-zavorra (pressione parziale) 2,5*10-4 mBar Senza gas zavorra (pressione totale) 1*10-3 mBar Senza riempimento con gas-zavorra (pressione parziale) 3*10-2 mBar Pressione massima del vapor d’acqua in ingresso 15 mBar Massima portata di pompaggio vapor d’acqua 0,18 kg/h Massima pressione d’uscita consentita 0,5 bar relativi 1,5 bar assoluti 27 28 Capitolo 4 PROVE SPERIMENTALI 4.1 Introduzione Le prove sperimentali condotte in laboratorio non avevano lo scopo di ottenere campioni di metallo puri. Sono state effettuate per verificare il corretto funzionamento del sistema a fronte degli aggiornamenti apportati e ricercare nuovi campi di applicazione del sistema. 4.2 Primo giorno di prove (15-10-2015) Prova 1 (in aria) La prima prova è stata condotta usando il crogiolo in aria con un campione di Al-Si, lega già provata in un precedente esperimento; lo scopo della prova era quella di verificare se, dopo il montaggio, il sistema lavorava correttamente. Durante la prova è stato inserito all’interno del crogiolo un truciolo proveniente dalla lavorazione di un pezzo di derivazione aeronautica composto da leghe di Al e Ti per osservare se il crogiolo era in grado di portarlo a fusione. f: 15,7 kHz Pmax: 19,8 kW E stato corretto verificato il funzionamento dell’impianto. Dopo essere stato portato in levitazione, il pezzo ha iniziato a fondersi, la potenza dell’impianto è stata portata alla massima erogabile ed il pezzo si è fuso completamente (inglobando il truciolo), si è tuttavia notata la 29 tendenza del materiale a gocciolare, segno che la tensione superficiale del materiale non è sufficiente da garantire una levitazione stabile. Prova 2 (in vuoto) La seconda prova è stata condotta in camera a vuoto con lo stesso campione utilizzato per la prova precedente, solidificato. Per velocizzare il processo di degassamento della camera e di conseguenza la messa in vuoto, la spira è stata accesa ad un livello di potenza minimo (4kW). Dopo aver raggiunto un valore di vuoto accettabile per la prova (P= 1,6 * 10-2 mBar) la potenza della spira è stata alzata fino alla levitazione e completa fusione del pezzo. f: 15,7 kHz Pmax: 20kW Trovandosi in condizioni di assenza d'aria, e quindi di un mezzo in grado di asportare calore, il campione è arrivato a fusione in un tempo inferiore rispetto alla prova precedente (assumendo inoltre una colorazione molto accesa). È stata dunque abbassata gradualmente la potenza di alimentazione, riducendo così la pressione stato magnetica permesso è al materiale di gocciolare nel bicchiere sottostante il crogiolo dove si è successivamente solidificato e raffreddato. Terminata la prova la camera è stata portata manualmente alla pressione atmosferica e successivamente smontata. 30 Si è notato subito la presenza di depositi (color nero) su tutte le superfici raffreddate, quindi sulla spira e sulle pareti del crogiolo, data la loro posizione è stato chiaro che provenivano dal campione. Considerando che, un fenomeno del genere non si era mai verificato in precedenza anche con campioni identici a quello utilizzato, si è ritenuto opportuno analizzare al SEM tali depositi. 31 4.3 Analisi depositi primo giorno di prove Nelle seguenti immagini è possibile vedere le foto dei depositi al Microscopio Elettronico a Scansione (SEM) evidenziati prima per differenza di morfologia e poi peso atomico. Successivamente ne è stata analizzata la composizione. 1 32 2 33 3 I depositi sono stati analizzati e fotografati in differenti punti per una maggiore sicurezza dei risultati. Fondamentalmente i depositi sono ossidi di Titanio, Silicio e Alluminio; con ogni probabilità il truciolo inserito nel metallo fuso durante la prima prova ha compromesso la prova successiva. 34 4.4 Secondo giorno di prove (22-10-2015) Prova 1 Dopo i risultati dell’analisi al SEM dei depositi, si è deciso di effettuare una prova in camera a vuoto con un provino di Al-puro. Inserito il campione nella tazza del crogiolo si è provveduto a montare la camera e a creare il vuoto, dopo 10 minuti di funzionamento la pompa da vuoto porta la pressione interna ad 1,6 * 10-1 mBar. La spira, accesa in precedenza al minimo per facilitare il degassamento, viene portata alla massima potenza, il campione levita e fonde in maniera corretta. Tensione Potenza Frequenza Tensione M.F. Tensione rogowski Corrente [kW] [Hz] [V] induttanza [V] [V] Induttanza [A] 3,9 14911 86 83 7,48 218,11 15,5 15469 177 174 15,18 426,66 19,6 15628 200 196,5 16,97 472,12 Il metallo fuso, in levitazione, assume una forma inizialmente allungata, tende poi ad avvolgersi in una configurazione più compatta (forma più comune). Una volta raggiunta questa condizione di equilibrio si abbassa lentamente la potenza, a 5 kW il metallo è colato per più di metà, viene poi spenta l’alimentazione per far colare il restante. 35 Aperta la camera si osserva, oltre ad una piccola quantità di metallo solidificato attorno al foro inferiore del crogiolo, la presenza di due segni di neri sulle pareti della tazza: con ogni probabilità il metallo fuso, a causa della forma iniziale che aveva assunto, è entrato in contatto con il crogiolo depositando del materiale su di esso. Non sono stati riscontrati altri effetti collaterali sul sistema, risulta chiaro che gli inconveniente rilevati durante il primo giorno di prove sono stati causati da una combinazione tra il provino di AlSi e il truciolo inserito durante i test. 36 Prova 2 Verificato il corretto funzionamento dell’intero sistema e chiarite le cause dei problemi riscontrati durante le prove, è stato deciso di sperimentare il funzionamento del sistema per processare i trucioli di Ti-Al di derivazione aeronautica. L’azienda che ha fornito i trucioli era interessata al riciclo degli scarti di lavorazione. Tensione Potenza Frequenza Tensione M.F. Tensione rogowski Corrente [kW] [Hz] [V] induttanza [V] [V] Induttanza [A] 4,2 14624 86,7 7,46 221,79 19,3 15447 197,5 16,66 468,92 Riempito la tazza del crogiolo con i trucioli (foto), la camera stagna è stata montata e si è provveduto a creare il vuoto, raggiunta la pressione di 1,4 * 10-1 mBar si è accesa la spira. Accesa la spira non si nota nulla di rilevante fino al raggiungimento dei 17 kW, quando iniziano a vedersi dei cortocircuiti tra i trucioli che fondono localmente il materiale; aumentando la potenza i cortocircuiti si fanno più numerosi e stazionari. Arrivati alla massima potenza non si nota alcuna levitazione ne fusione apprezzabile, il materiale fonde unicamente nei punti i cui avvengono cortocircuiti; alcun dopo non risultato aver potenza al i dando evidente, mantenuto la massimo per qualche minuto, la prova viene interrotta; portata la pressione al pari con l’atmosfera la camera viene aperta. 37 Come si poteva osservare anche dall’esterno della camera, il truciolo non si è fuso se non, in maniera parziale, nei punti in cui c’era un passaggio di corrente. Inoltre sull’intera tazza del crogiolo si possono vedere residui scuri che in alcuni punti hanno assunto una colorazione blu, i depositi hanno intaccato l’intera camera posandosi oltre che sulla spira anche sui tubi del raffreddamento e sulle controfinestre. Tali depositi sono stati analizzati in laboratorio. 38 4.5 Analisi depositi secondo giorno di prove I depositi sono stati analizzati come in precedenza. I depositi si sono rivelati essere a base di olii, con ogni probabilità i trucioli, lavorati alle macchine utensili, erano, per quanto poco, ancora sporchi di olii usati durante la lavorazione. 39 All’interno dei depositi sono stati poi analizzati alcuni frammenti di materiale. I frammenti all’interno dei residui erano, come si può vedere, a base di zinco e alluminio. Con ogni probabilità lo Zinco ha raggiunto le condizioni di tensione vapore e si è condensato su tutte le superfici raffreddate: controfinestre, interno camera e tubi dell’impianto di raffreddamento. 40 Capitolo 5 CONCLUSIONI La tesi si proponeva di verificare il corretto funzionamento degli aggiornamenti apportati al sistema, a fronte di problematiche riscontrate durante prove svolte negli anni passati e esplorare nuove possibilità di applicazione del Crogiolo a Levitazione Magnetica. Il primo aggiornamento apportato al sistema è stato quale di rivestire i tubi dell’impianto di raffreddamento attorno al crogiolo con un del materiale plastico isolante; Si voleva in questo modo proteggere i tubi da possibili gocce di metallo fuso che durante il processo potevano finire sui tubi di raffreddamento, intaccandoli. Durante le prove non si è mai fortunatamente verificata una problematica del genere, è stato possibile tuttavia verificare la compatibilità del materiale in ambiente di vuoto, il materiale infatti non presenta problematiche di degassamento. Il secondo aggiornamento apportato era l’utilizzo di controfinestre per salvaguardare l’integrità delle finestre della camera a vuoto. In passato si è sperimentato l’utilizzo del crogiolo a levitazione per processare il magnesio, a causa dell’estrema reattività del magnesio in ambienti ricchi di ossigeno, è stato necessario, per motivi di sicurezza, lavorare in ambiente di vuoto. Come nel caso dello zinco nell’ultima prova effettuata in questa tesi, il magnesio è evaporato intaccando l’intera camera e le finestre, che è stato poi necessario sostituire. Le controfinestre sono state introdotte come elemento ‘sacrificale’ dell’impianto, per evitare che le finestre della camera, con lo scopo di mantenere il vuoto, venissero intaccate da depositi. Nell’ultima prova effettuata è risultato evidente come l’introduzione di questo aggiornamento sia stato necessario e, proprio grazie all’utilizzo delle controfinestre, si è preservata l’integrità delle finestre della camera. L’ultima prova effettuata ha infine evidenziato che la tecnologia CCLM non è adatta al riciclo di trucioli di leghe metalliche leggere. Considerato il ridotto spessore dei trucioli metallici, la spira con ogni probabilità non è stata in grado di generare correnti indotte sufficientemente intense da garantire una levitazione e una fusione. 41 42 Bibliografia - P. Mazzoldi, M.Nigro, C.Voci, “Elementi di Fisica, Elettromagnetismo-Onde” seconda edizione, dipartimento di Fisica Galileo Galilei, Padova 2008 - M. Guarnieri, A. Stella, “Principi ed Applicazioni di Elettrotecnica, volume primo” terza edizione, Edizioni Progetto Padova, 2004 - G. Timelli, G.Chitarin, A. Tiziani, F.Bonollo “Design and realization of an experimental cold crucible levitation melting system for light alloys”, 2012 - G.Chitarin, G. Timelli, R. Losco, F.Bonollo “Development and operational exeperience on Cold Crucible Levitation Melting apparatus for light metal casting” - Nathan Ida, Joao P. A. Bastos “Electromagnetics and calculation of fields ” Springer Science & Business Media, 2013 - G.Chitarin, R. Losco “report e documentaione interna al laboratorio di elettrotecnica del DTG”, 2012 - https://it.wikipedia.org/wiki/Interazione_elettromagnetica - https://it.wikipedia.org/wiki/Interazione_elettromagnetica - https://it.wikipedia.org/wiki/Equazioni_di_Maxwell - https://it.wikipedia.org/wiki/Effetto_pelle 43