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Torino Milano
Festival Internazionale
della Musica
04 _ 21 settembre 2013
Settima edizione
Settembre
Musica
Milano
Basilica di San Marco
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Coro Costanzo Porta di Cremona
Daniel Smith direttore
Antonio Greco maestro del coro
Silvia Mapelli soprano
Marzia Castellini mezzosoprano
Matteo Pavlica tenore
Lorenzo Battagion baritono
Domenica 8.IX.13
ore 12
Luigi Cherubini
Messa solenne
per soli, coro e orchestra
°
10
Celebra Don Luigi Garbini
Luigi Cherubini (1760-1842)
Messa solenne in mi maggiore per soli, coro e orchestra (1818)
Kyrie
Gloria
Credo
Sanctus
O salutaris hostia
Agnus Dei
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Coro Costanzo Porta di Cremona
Daniel Smith, direttore
Antonio Greco, maestro del coro
Silvia Mapelli, soprano
Marzia Castellini, mezzosoprano
Matteo Pavlica, tenore
Lorenzo Battagion, baritono
Celebra Don Luigi Garbini
In collaborazione con
Fondazione I Pomeriggi Musicali
40 min. ca
Un operista al servizio della musica sacra
Luigi Cherubini (1760-1842) si dedica alla composizione di musica sacra
in due momenti ben precisi della sua vita: negli anni giovanili (17731781) e negli ultimi decenni. Delle composizioni sacre del periodo giovanile – legate al normale apprendistato di un musicista dell’epoca, che
Cherubini svolse sotto l’ala protettrice di Giuseppe Sarti (1729-1802)
– poco ci è rimasto, mentre più consistente è il numero di messe, singoli movimenti di messa e mottetti scritti dal compositore fiorentino a
partire dal 1808 fin quasi alla morte.
Ma il dato più interessante è il lungo arco di tempo, più di venticinque
anni, che separa la musica sacra scritta in gioventù da quella composta
negli anni della maturità e della vecchiaia. Non ci è dato di scoprire il
perché di questo silenzio e poi della rinascita della vocazione alla musica
sacra di Cherubini: abbiamo solo dei dati biografici e artistici che, purtroppo, poco o nulla ci dicono sulle motivazioni profonde di un simile
itinerario musicale, ma che pure è necessario riassumere brevemente.
Cherubini, che nel 1786 scelse Parigi come sua città d’adozione, in quei
venticinque anni compose le sue opere più celebri, vivendo momenti alterni di successi e sconfitte artistiche, e riuscendo ad attraversare
le turbolente vicende storiche che investirono la Francia tra xviii e xix
secolo senza gravi conseguenze per il suo prestigio di musicista. Le maggiori difficoltà ci furono nel periodo napoleonico, al punto che nel 1805
Cherubini arrivò a lasciare Parigi per trasferirsi a Vienna; ma le difficoltà
non diminuirono, e Cherubini sprofondò in una forte crisi creativa che
lo rese quasi totalmente inoperoso nel biennio 1806-1807. Dico quasi
perché nel 1806 il compositore, spinto da chissà quale esigenza, portò a
termine il brano per certi versi più enigmatico della sua vita: il monumentale Credo a 8 voci, cominciato nel 1778 come puro esercizio nello
‘stile severo’, e ormai inattuale nel 1806. Tornato in Francia, Cherubini
finalmente rompe il silenzio con una nuova composizione, ancora sacra:
una messa per coro e orchestra, la Messa di Chimay, cosiddetta perché
composta tra il 1808 e il 1809 presso la cittadina belga di Chimay, dove
Cherubini era ospite del conte Caraman, principe di Chimay. Non sono
chiare le circostanze precise che portano Cherubini a comporre questa
messa (l’aneddotica parla di una richiesta degli stessi abitanti del paese
al musicista di una messa in onore di Santa Cecilia), fatto sta che essa
segna l’inizio di una significativa serie di capolavori in quest’ambito –
propiziata dalla nomina nel 1813 a direttore della Chapelle Royale, al
momento del ritorno della monarchia in Francia – capolavori tra i quali
bisogna almeno ricordare i due Requiem (il primo scritto nel 1816, in
memoria di Luigi xvi, e il secondo nel 1836), la Messa in re minore del
1811, la Messa in do maggiore del 1816, la Messa in la maggiore del
1825 (scritta per l’incoronazione di Carlo x). Occorre a questo punto,
per meglio comprendere il valore delle messe cherubiniane, dare uno
sguardo, seppur sommario, alla situazione della musica sacra in Francia
(e non solo) all’inizio dell’Ottocento. La pratica ordinaria prevedeva l’esecuzione dei canti dell’ordinarium missae o in canto piano o in base
alla disponibilità vocale e strumentale delle singole cappelle musicali, in
mancanza di cantori e strumentisti era l’organo a integrare o sostituire
il canto; naturalmente, quanto più era importante la cerimonia, tanto
più si dilatava, in termini di organico e durata, la parte musicale. A
livello compositivo, invece, si può dire sinteticamente che si contrapponevano due concezioni: il recupero a tratti nostalgico del canto piano
e della polifonia antica, vista da molti come unica via percorribile per
una rifondazione della musica ecclesiastica, e la pratica ufficiale ormai
orientata verso una musique expressive, drammatica, ammiccante allo
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stile teatrale. Cherubini conosceva bene sia la polifonia tradizionale sia,
ovviamente, lo stile teatrale del suo tempo, ma le sue messe sono qualcosa di più della somma o del compromesso tra due diverse concezioni
della musica sacra; il suo modo di intonare i testi liturgici, insomma,
non è mai rigidamente legato a uno stile precostituito. Inoltre, benché
queste messe nascano o per occasioni solenni o, comunque, per essere
eseguite in un ambito altamente prestigioso quale la Chapelle Royale, la
solennità di questa musica non è mai esteriore: si respira sempre una
compostezza e al tempo stesso un’intensa partecipazione al senso del
testo liturgico, un sapiente ed equilibrato uso di tutte le risorse espressive offerte dalle voci e dall’orchestra. La Messa solenne in mi maggiore
per soli, coro e orchestra fu composta nel 1818, sempre per la Chapelle
Royale. Delle messe cherubiniane è tra le meno note, ma non per questo
meno significativa della concezione e del contributo dato da Cherubini
al genere. La Messa è composta dalle consuete cinque parti dell’ordinarium missae, al quale Cherubini aggiunge, tra Sanctus e Agnus Dei, l’inno
eucaristico O salutaris hostia. Il Kyrie che apre la Messa è caratterizzato da un’atmosfera mesta e raccolta, con l’organico ridotto agli archi
e al coro. Essenziale e perfettamente aderente al senso d’invocazione
del momento liturgico, è l’idea musicale che pervade tutto il brano: un
semplice gesto melodico ascendente-discendente enunciato in apertura
dall’orchestra, che nel corso del brano ora si dilata in un grido, ora si
raccoglie in brevi sospiri. La difficoltà maggiore nel musicare il Gloria (e
lo stesso discorso vale per il Credo) è quella di dare unità alla composizione e allo stesso tempo sottolineare le diverse sezioni in cui si articola
un testo così ampio e complesso. Cherubini ricorre a elementi musicali
ben riconoscibili, che servono a evitare la frammentazione della composizione. Per quanto riguarda il Gloria, possiamo individuare in apertura
due idee musicali: la prima è legata alle parole «Gloria in excelsis Deo»,
intonate omoritmicamente da tutto il coro, mentre l’orchestra esegue
delle semplici scale discendenti; la seconda idea musicale compare la prima volta alle parole «et in terra pax hominibus», e consiste in due temi
trattati contrappuntisticamente sia dal coro sia dall’orchestra. A partire
da «Domine Deus» fanno la loro comparsa i solisti, utilizzati in costante
dialogo col coro. In questo flusso musicale, Cherubini non manca di sottolineare alcune parole decisive del testo: particolarmente suggestiva è
l’intonazione di «Filius Patris», caratterizzata da decisi e veloci contrasti
dinamici; altrettanto efficace è la connessione tra l’ultimo «miserere
nobis» intonato dal coro e l’ultima sezione del Gloria («Quoniam»):
nell’orchestra ricompare la scala discendente iniziale, ora in minore e
in pianissimo, che conduce alla trionfale conclusione del brano. Il Credo
è musicalmente caratterizzato da un solenne tema strumentale in ritmo puntato. Una scelta di sobrietà e chiarezza caratterizza l’esposizione
delle verità di fede, affidate di volta in volta alle singole voci soliste e al
coro, che in due momenti significativi canta all’unisono («Qui propter
nos homine»; «Et unam sanctam catholicam et apostolicam Ecclesiam»).
Cuore del Credo è, naturalmente l’«et incarnatus»: qui Cherubini crea
un momento di grande intensità, culminante nel passaggio solistico
del Basso («Crucifixus») e nel successivo rarefarsi della sonorità fino al
silenzio, dal quale poi scaturisce la grande esplosione del «et resurrexit».
Dopo un Sanctus regale ed estremamente conciso, segue l’inno O salutaris ostia: è il momento della consacrazione. Il testo di San Tommaso
d’Aquino scorre quasi come un sottofondo nell’intonazione di Cherubini
(in partitura si trova l’indicazione «religioso»), affidato com’è alle quattro voci del coro e accompagnato dai soli archi. Ancora all’insegna di
una composta quanto intensa meditazione è l’Agnus Dei che conclude
la Messa. Un cullante tema in 6/8 affidato all’orchestra incastona le tre
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invocazioni: le prime due sono affidate ai solisti, ai quali rispondono i
bassi del coro, mentre l’ultima e più intensa è enunciata dall’intero coro;
infine, il «dona nobis pacem» conclusivo si dipana dolcemente tra le
varie voci, per poi spegnersi in un sussurro nella voce calda dei bassi e
nel sommesso accordo finale in mi maggiore dell’orchestra.
Giovanni Salis*
*Dopo il diploma in pianoforte, ha intrapreso con incoscienza la strada della musicologia, spaziando nei suoi interessi dalla musica sacra del tardo Rinascimento alla lirica
per canto e pianoforte del primo Novecento. L’altra sua grande passione, accanto alla
musica, è la poesia.
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Kyrie
Kyrie, eleison. Christe, eleison. Kyrie, eleison.
Gloria
Gloria in excelsis Deo et in terra pax hominibus
bonæ voluntatis.
Laudamus te, benedicimus te, adoramus te,
glorificamus te, gratias agimus tibi propter
magnam gloriam tuam.
Domine Deus, Rex cælestis, Deus Pater
Omnipotens.
Domine Fili unigenite, Iesu Christe.
Domine Deus, Agnus Dei, Filius Patris.
Qui tollis peccata mundi, miserere nobis.
Qui tollis peccata mundi, suscipe deprecationem
nostram.
Qui sedes ad dexteram Patris, miserere nobis.
Quoniam tu solus Sanctus, tu solus Dominus, tu
solus Altissimus, Iesu Christe. Cum Sancto
Spiritu: in gloria Dei Patris.
Amen.
Credo
Credo in unum Deum, Patrem omnipotentem,
factorem cæli et terræ, visibilium omnium et
invisibilium.
Et in unum Dominum Iesum Christum, Filium
Dei unigenitum, et ex Patre natum ante omnia
sæcula.
Deum de Deo, lumen de lumine, Deum verum
de Deo vero, genitum, non factum,
consubstantialem Patri: per quem omnia facta sunt.
Qui propter nos homines et propter nostram
salutem descendit de cælis.
Et incarnatus est de Spiritu Sancto ex Maria
Virgine, et homo factus est.
Crucifixus etiam pro nobis sub Pontio Pilato;
passus et sepultus est, et resurrexit tertia die,
secundum Scripturas, et ascendit in cælum,
sedet ad dexteram Patris.
Et iterum venturus est cum gloria, iudicare vivos
et mortuos, cuius regni non erit finis. Et in
Spiritum Sanctum, Dominum et vivificantem:
qui ex Patre Filioque procedit.
Qui cum Patre et Filio simul adoratur et
conglorificatur: qui locutus est per prophetas.
Et unam, sanctam, catholicam et apostolicam
Ecclesiam.
Confiteor unum baptisma in remissionem
peccatorum.
Et expecto resurrectionem mortuorum et vitam
venturi sæculi. Amen.
Sanctus
Sanctus, sanctus, sanctus Dominus Deus Sabaoth.
Pleni sunt cæli et terra gloria tua.
Hosanna in excelsis.
Benedictus qui venit in nomine Domini.
Hosanna in excelsis.
O salutaris hostia
O salutaris hostia
Quæ cæli pandis ostium
Bella premunt hostilia,
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Signore, pietà. Cristo, pietà. Signore, pietà
Gloria a Dio nell’alto dei cieli, e pace in terra agli
uomini di buona volontà.
Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo,
ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria
immensa.
Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre
onnipotente.
Signore, Figlio Unigenito, Gesù Cristo.
Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del padre,
Tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.
Tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra
supplica.
Tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi.
Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore,
tu solo l’Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo,
nella gloria di Dio Padre.
Amen.
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente,
creatore del cielo e della terra, di tutte le cose
visibili e invisibili.
Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito
Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti
i secoli.
Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio
vero; generato, non creato; della stessa sostanza
del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create.
Per noi uomini e per la nostra salvezza discese
dal cielo.
E per opera dello Spirito Santo si è incarnato
nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo.
Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì
e fu sepolto; e il terzo giorno è risuscitato,
secondo le Scritture; è salito al cielo, siede alla
destra del Padre.
E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i
vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo
nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita,
e procede dal Padre e dal Figlio;
e con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato:
e ha parlato per mezzo dei profeti.
Credo la Chiesa, una santa cattolica e
apostolica.
Professo un solo battesimo per il perdono
dei peccati.
E aspetto la risurrezione dei morti e la vita
del mondo che verrà. Amen.
Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell’universo.
I cieli e la terra sono pieni della tua gloria.
Osanna nell’alto dei cieli.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Osanna nell’alto dei cieli.
O vittima salvatrice
Che schiudi ai cieli il viatico
Ostili assalti premono
7
Da robur, fer auxilium
Agnus Dei
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, miserere nobis.
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, miserere nobis.
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, dona nobis pacem.
8
Dà tu forza ed ausilio
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace.
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Orchestra I Pomeriggi Musicali
27 novembre 1945, ore 17.30: al Teatro Nuovo di Milano debutta l’Orchestra I Pomeriggi Musicali. In programma Mozart e Beethoven accostati a
Stravinskij e Prokof’ev. Nell’immediato dopoguerra, nel pieno fervore della ricostruzione, l’impresario teatrale Remigio Paone e il critico musicale
Ferdinando Ballo lanciano la nuova formazione con un progetto di straordinaria attualità: dare alla città un’orchestra da camera con un solido repertorio
classico e una specifica vocazione alla contemporaneità. Il successo è immediato e l’Orchestra contribuisce notevolmente alla divulgazione popolare in
Italia della musica dei grandi del Novecento censurati durante la dittatura
fascista: Stravinskij, Hindemith, Webern, Berg, Poulenc, Honegger, Copland,
Ives. I Pomeriggi Musicali avviano, inoltre, una tenace attività di committenza. Per l’Orchestra compongono infatti Casella, Dallapiccola, Ghedini,
Gian Francesco Malipiero, Pizzetti, Respighi. Questa scelta programmatica si
consolida nel rapporto con i compositori delle generazioni successive: Berio,
Bussotti, Luciano Chailly, Clementi, Donatoni, Hazon, Maderna, Mannino,
Manzoni, Margola, Pennisi, Testi, Tutino, Panni, Fedele, Francesconi,
Vacchi. Oggi, I Pomeriggi Musicali contano su un vastissimo repertorio che
include i capolavori del Barocco, del Classicismo e del primo Romanticismo
insieme a gran parte della musica moderna e contemporanea. Compositori
come Honegger e Hindemith, Pizzetti, Dallapiccola, Petrassi e Penderecki
hanno diretto la loro musica sul podio dei Pomeriggi Musicali, che diventano
un trampolino di lancio verso la celebrità per tanti giovani artisti. È il caso
di Claudio Abbado, Leonard Bernstein, Rudolf Buchbinder, Pierre Boulez,
Michele Campanella, Giuliano Carmignola, Aldo Ceccato, Sergiu Celibidache,
Riccardo Chailly, Daniele Gatti, Gianandrea Gavazzeni, Carlo Maria Giulini,
Vittorio Gui, Natalia Gutman, Angela Hewitt, Leonidas Kavakos, Alexander
Lonquich, Alexander Igor Markevitch, Zubin Mehta, Carl Melles, Riccardo
Muti, Hermann Scherchen, Thomas Schippers, Christian Thielemann,
Salvatore Accardo, Antonio Ballista, Arturo Benedetti Michelangeli, Bruno
Canino, Dino Ciani, Severino Gazzelloni, Franco Gulli, Nikita Magaloff,
Nathan Milstein, Massimo Quarta, Maurizio Pollini, Corrado Rovaris e Uto
Ughi. Tra i direttori stabili dell’orchestra, ricordiamo Nino Sanzogno, il primo, Gianluigi Gelmetti, Giampiero Taverna e Othmar Maga, per arrivare ai
milanesi Daniele Gatti, Aldo Ceccato e Antonello Manacorda. L’Orchestra I
Pomeriggi Musicali svolge la sua attività principalmente a Milano e nelle città
lombarde. I Pomeriggi Musicali sono una fondazione costituita dalla Regione
Lombardia, dal Comune di Milano, dalla Provincia di Milano e da enti privati, riconosciuta dallo Stato come istituzione concertistico-orchestrale e
dalla Regione Lombardia come ente primario di produzione musicale. Sede
dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali è lo storico Teatro Dal Verme situato nel
cuore di Milano.
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Violini primi
Fatlinda Thaci**
Igor Riva*
Cecilia Nocchi*
Michele Buca
Emilio Tosi
Sylvia Trabucco
Stella Cattaneo
Michelangelo Cagnetta
Violini secondi
Lino Pietrantoni*
Mario Roncuzzi
Mauro Rovetta
Elsa Righetti
Alberto Berera
Elisa Mancini
Viole
Stefan Velcthev*
Giorgio Moraschini
Stefano Martinotti
Luca Maggioni
Violoncelli
Giovanni Moraschini*
Marco Paolini
Simone Scotto*
Giovanni Gallo
Contrabbassi
Paolo Speziale*
Elio Rabbachin
Flauti
Angela Citterio*
Elisabetta La Licata
Oboi
Paolo Mandelli*
Francesco Quaranta*
Clarinetti
Igor Armani*
Giuseppe Cultraro
Fagotti
Luca Ceretta*
Davide Fumagalli
Corni
Alessandro Mauri*
Ambrogio Mortarino
Trombe
Sergio Casesi*
Luciano Marconcini
Timpani
Andrea Scarpa
* prime parti
**concertino
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Coro Costanzo Porta
Il Coro Costanzo Porta, nato nel 1993 per volontà di Antonio Greco, si è
messo in luce aggiudicandosi premi in concorsi nazionali e internazionali.
Ha preso parte a importanti rassegne e stagioni musicali di varie istituzioni
quali il Festival dei due Mondi di Spoleto, il Ravenna Festival, il Festival
Monteverdi di Cremona, il Maggio Musicale Fiorentino, la rassegna Musica e
poesia a San Maurizio di Milano, il Festival Pergolesi/Spontini di Jesi, l’Associazione Scarlatti di Napoli, l’Emilia Romagna Festival, l’Anima mundi di
Pisa. Si è esibita inoltre presso numerosi teatri italiani come il Ponchielli
di Cremona, il Fraschini di Pavia, il Nuovo di Udine, il Piccinni di Bari,
il Valli di Reggio Emilia, il Comunale di Ferrara, l’Alighieri di Ravenna, il
Sociale di Como, il Grande di Brescia. Ha collaborato con gruppi strumentali quali l’Accademia Bizantina, diretta da Ottavio Dantone, con la quale
ha preso parte alle produzioni dell’Orfeo (2003/04), del Ritorno di Ulisse in
patria (2004/05) e del Vespro della Beata Vergine (2005) di Monteverdi, e al
Dixit Dominus di Handel (2009); I Virtuosi italiani, con i quali ha eseguito
la Johannes-Passion di Bach sotto la direzione di Michael Radulescu (2000);
l’Orchestra Barocca di Venezia e Andrea Marcon, negli allestimenti dell’Andromeda liberata di Vivaldi (2006) e dell’Orfeo di Monteverdi (2007) per la
regia di Andrea Cigni; l’Ensemble Elyma, diretto da Gabriel Garrido, con il
quale ha messo in scena La Dafne di Marco da Gagliano (2007), sotto la regia
di Davide Livermore; l’Ensemble La Risonanza di Fabio Bonizzoni per il
Vespro della Beata Vergine,(2008); l’Orchestra Cantelli di Milano, l’Ensemble
Dolce & Tempesta, l’Orquesta Juvenil Universidad Nacional de Tucumán
(2009), e i Tallis Scholars (2011-2012). Dal 2004 al Coro si è affiancato un
gruppo strumentale specializzato nell’esecuzione del repertorio tardo rinascimentale e barocco, con il quale sono stati eseguiti programmi dedicati a
Giovanni Gabrieli, Monteverdi, Handel, Bach. Nel 2000, con il sostegno del
Centro di Musicologia Stauffer e il contributo dell’Assessorato alla Cultura
della Provincia di Cremona, è nata la Scuola di Canto Corale Costanzo Porta.
Gli allievi, selezionati annualmente in base a un’audizione, studiano teoria,
canto e musica d’insieme, ed entrano a far parte di un coro-laboratorio che
svolge attività parallela a quella ufficiale del Coro Porta, costituendone il
vivaio. Il Coro ha all’attivo cinque incisioni, tra cui una prima mondiale
della Messa da Requiem KV 626 di Mozart nella trascrizione per soli, coro
e pianoforte a quattro mani di Carl Czerny (Discantica, 2011); un contributo corale ad un arrangiamento sinfonico di brani di Fabrizio De Andrè in
collaborazione con la London Simphony Orchestra diretta da Geoff Westley
(Sony, 2011); e una silloge di composizioni sacre di Giovanni Tebaldini per
coro e organo (Tactus, 2012).
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Soprani
Daniela Codignola
Serena Labruna
Irene Tea Galli
Cristina Greco
Marcella Moroni
Ilaria Pozzali
Amanda Fiorentini
Lucia Sala
Teresa Simeone
Ilaria Tovani
Ottavia Vedani
Contralti
Lucia Bartiloro
Anna Bessi
Alessia Camera
Isabella Di Pietro
Katerzyna Gladysz
Manuela Indelicato
Tiziana Tulli
Viola Zucchi
Sara Butti
Tenori
Claudio Grasso
Dognimin Simon Kone
Diego Maccagnola
Simone Milesi
Davide Pagliari
Daniele Palma
Andrea Pedrini
Angelo Tommasoni
Giovanni Sebastiano Sala
Bassi
Paolo Belli
Cristian Bugnola
Guglielmo Buonsanti
Marco Alfredo Dernini
Riccardo Dernini
Giorgio Marobbio
Marcello Mazza
Daniele Facchin
Luca Vianello
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Daniel Smith, direttore
Il giovane direttore d’orchestra australiano Daniel Smith sta diventando rapidamente uno dei musicisti più entusiasmanti della scena musicale internazionale. Ha studiato direzione d’orchestra con Jorma Panula, e successivamente
con Neeme Järvi e Paavo Järvi in Estonia, Gianluigi Gelmetti presso la Sydney
Symphony, Robert Spano e Hugh Wolff ad Aspen, Peter Gülke al Mozarteum di
Salisburgo. Ha conseguito il Master of Music presso il Conservatorio di Musica
di Sydney (Imre Pallo e Harry Spence Lyth) e ottenuto borse di studio dal
Trinity College di Londra e dall’American Academy of Conducting di Aspen.
Vincitore del primo premio della Golden Baton e dell’Orchestra’s Choice
alla Fitelberg International Conducting Competition (novembre 2012), si è aggiudicato il secondo premio nella prestigiosa Sir Georg Solti International Conductors’
Competition (settembre 2012), il primo premio al V Concorso Luigi Mancinelli per
direttori d’opera (agosto 2012), e l’Orchestra’s Choice Prize for Best Conductor nella
Lutoslawski International Conducting Competition in Polonia. L’impegno, l’energia
e l’affiatamento realizzato sia con i musicisti sia con il pubblico, lo hanno visto acclamare come «una delle più grandi giovani promesse nella direzione d’orchestra» dalla
Göteborgs Symfoniker in occasione del suo debutto nel 2010. Nel 2011/2012 Daniel
ha fatto il suo debutto con l’Orchestre Philharmonique de Nice, salendo sul podio per
tre diversi programmi al Festival Antibes Génération Virtuoses e al celebre Concerto
di Capodanno presso l’Acropoli, davanti a un pubblico di 2.500 persone. Dividendo
il suo tempo fra Roma e Sydney, Daniel Smith ha inoltre diretto importanti orchestre come la Danish National Symphony Orchestra, Frankfurt hr-Sinfonieorchester,
Göteborgs Symfoniker, l’Orchestra Nazionale della Romania e l’Orchestra di Sofia. È
stato ospite di importanti festival europei, americani e australiani. In campo teatrale,
ha recentemente lavorato come direttore assistente al Teatro dell’Opera di Roma in
diverse produzioni del repertorio operistico: Il barbiere di Siviglia, Così fan tutte, Der
Rosenkavalier, La fanciulla del West (con Giancarlo del Monaco), La traviata, Tosca
(con Franco Zeffirelli) e Wozzeck. Daniel Smith ha anche diretto Cavalleria rusticana,
La traviata, Così fan tutte, Gianni Schicchi e Suor Angelica presso il Festival dell’Accademia e dell’Estate Musicale Chigiana, L’olandese volante all’Opéra di Montecarlo,
e La rondine al Teatro dell’Opera di Sydney.
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Antonio Greco, maestro del coro
A sette anni ha iniziato la propria esperienza nel canto corale sotto la guida di
monsignor Dante Caifa, già maestro di Cappella della Cattedrale di Cremona,
del quale è in seguito divenuto assistente. Si è diplomato in pianoforte con
Mario Gattoni, presso il Conservatorio Campiani di Mantova, in Musica corale e direzione di coro con Domenico Zingaro presso il Conservatorio Verdi di
Milano, e ha conseguito con lode il Diploma Accademico di II livello in Polifonia
rinascimentale sotto la guida di Diego Fratelli, presso il Conservatorio Schipa
di Lecce. Ha studiato composizione con Marco Stassi, Nicola Evangelisti e
Paolo Arcà; direzione d’orchestra con Lorenzo Parigi, Ludmil Descev, Piero
Bellugi, Julius Kalmar; direzione corale con Domenico Zingaro e Roberto
Gabbiani, canto con Elisa Turlà, e ha seguito il Metodo Voicecraft E.V.T.S. di
Jo Estill. Ha studiato prassi esecutiva antica e ornamentazione con Roberto
Gini, e il clavicembalo e basso continuo con Giovanni Togni. Ha approfondito
il repertorio madrigalistico monteverdiano con Gabriel Garrido e quello delle
cantate di J. S. Bach con Michael Radulescu. È stato assistente di Umberto
Benedetti Michelangeli e Amedeo Monetti ai corsi di formazione orchestrale
‘Cremona città d’arte’. Nel 1993 ha fondato il Coro Costanzo Porta alla cui
guida ha vinto numerosi premi in concorsi nazionali e internazionali, e con il
quale ha preso parte a importanti rassegne concertistiche quali il Festival dei
due Mondi di Spoleto, il Ravenna Festival, il Festival Monteverdi di Cremona,
il Maggio Musicale Fiorentino e la rassegna Musica e poesia a San Maurizio
organizzata dalla Società del Quartetto di Milano. Ha collaborato con gruppi strumentali quali l’Accademia Bizantina, I Virtuosi italiani, l’Orchestra
Barocca di Venezia, l’Ensemble Elyma, l’Ensemble La Risonanza, l’Orchestra
Cantelli di Milano. Nel 2006 ha avviato una collaborazione con As.Li.Co e il
Circuito Lirico Lombardo come maestro del coro; ha al suo attivo oltre trenta
titoli del repertorio operistico, dal primo barocco al Novecento storico. Dal
2010 collabora con il Festival della Valle d’Itria come docente e direttore di
varie produzioni, tra cui Il novello Giasone di Francesco Cavalli/Alessandro
Stradella, prima rappresentazione mondiale in tempi moderni, con la regia
di Juliette Deschamps, trasmessa in diretta da Radio 3.
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Silvia Mapelli, soprano
Si è diplomata in canto e in flauto traverso a Bergamo. Ha seguito corsi di
perfezionamento con Claudio Desderi, Raina Kabaivanska, Mary Lindsay e
Paride Venturi. Nel 1997 risulta vincitrice assoluta al Concorso Internazionale
Giuseppe Di Stefano. Ha interpretato numerosi ruoli del repertorio operistico
ottocentesco, tra cui Rosina ed Elvira rispettivamente nel Barbiere di Siviglia
e ne L’italiana in Algeri di Rossini, Mimì e Musetta ne La bohéme di Puccini,
Donna Anna e Donna Elvira nel Don Giovanni di Mozart, e la Contessa nella
celebre opera mozartiana Le nozze di Figaro. Nella sua carriera abbondano
ruoli verdiani e donizettiani. Del primo autore è stata interprete comprimaria
di Otello, Simon Boccanegra, Il trovatore e La traviata, mentre del secondo
ha interpretato, soprattutto, i titoli appartenenti al repertorio buffo come
Don Pasquale, L’elisir d’amore, Il campanello. Ha al suo attivo una vasta
attività concertistica nel repertorio sacro, che l’ha portata a esibirsi in Italia
e all’estero; il suo repertorio conta titoli come la Messa di Requiem di Verdi
(eseguita anche a Tokyo con successo di critica e di pubblico), lo Stabat Mater
di Rossini, lo Stabat Mater di Pergolesi, il Messiah di Handel, la Petite Messe
Solennelle di Rossini, il Requiem di Fauré, il Gloria di Vivaldi, la Messa in Sol
di Schubert; la Krönungsmesse, la Credo Messe nonché il Requiem, di Mozart;
e ancora, di Haydn, la Nelson Messe, la Theresienmesse, la Missa in tempore
belli. Nel 1996 ha eseguito con l’orchestra sinfonica della Rai il Manfred
di Schumann. Silvia Mapelli ha collaborato con importanti teatri tra cui il
Donizetti di Bergamo, il Grande di Brescia, il Regio di Torino, il Teatro alla
Scala di Milano e si è esibita con successo di pubblico e di critica in numerose
tournée in Italia e all’estero. Ha effettuato diverse incisioni discografiche di
musica sacra e musica contemporanea per le edizioni Nuova Era, Rugginenti,
Naxos e Carisch. Dal 2011 è docente di canto presso L’Accademia della Voce
del Piemonte.
16
Marzia Castellini, mezzosoprano
Cremonese, si è diplomata in canto e violino presso il Conservatorio Nicolini
di Piacenza, dove nel 1998 si è aggiudicata la borsa di studio Poggi per giovani talenti lirici. In seguito ha approfondito gli studi in Belgio e in Francia sotto la guida di Andrèa Guiot. Ha preso parte, in qualità di solista, a prestigiose
rassegne e festival italiani, tra i quali spiccano le partecipazioni a numerose
edizioni del Festival Monteverdi di Cremona, a due edizioni della Rassegna
milanese Musica e Poesia a S. Maurizio e al Festival dei Due Mondi di Spoleto.
Il suo repertorio spazia dal periodo rinascimentale al Novecento con una
particolare predilezione per la musica sacra barocca e la produzione liederistica. Della sua intensa attività solistico-cameristica si segnalano alcune
importanti collaborazioni: a Milano e Torino con l’Ensemble Entr’Acte, con
il Quartetto Martesana e con il Quartetto di Torino. Ha preso parte a un’esecuzione della Petite Messe Solennelle di Rossini al Teatro Regio di Torino
e interpretato il ruolo di Didone nella Dido and Aeneas di Purcell in forma
di concerto, al Teatro Juvarra di Torino; quest’ultima produzione trasmessa
da RAI International. Ha ricoperto ruoli importanti in diversi titoli scaligeri
quali Carmen (stagione 2005 direttore M. Plasson), Idomeneo (inaugurazione stagione 2005/2006, dir. D. Harding), Nozze di Figaro (stagione 2006,
dir. G. Korsten), ancora Idomeneo (stagione 2008/2009, dir. M.W. Chung),
Turandot (stagione 2010/2011, dir. V. Gergiev), Der Rosenkavalier (stagione
2010/2011, dir. P. Jordan), Lohengrin (inaugurazione stagione 2012/2013,
dir. D. Barenboim).
17
Matteo Pavlica, tenore
Ha conseguito i diplomi in strumenti a percussione, pianoforte e canto lirico. Ha vinto numerosi primi premi a concorsi nazionali e internazionali di
musica vocale da camera (Rovere d’oro, Lilian Caraian). Ha studiato canto
lirico con Gloria Paulizza, Gloria Scalchi ed Elisabetta Tandura; ha seguito corsi di perfezionamento con Luciana Serra, Anna Maria Durr, Claudio
Desderi, Martine Surais Dechamps, il Trio di Parma e il Trio di Trieste. Ha
collaborato con numerose realtà musicali come il Teatro Stabile Sloveno
di Trieste, la Cappella Civica Serbo-Ortodossa di Trieste, il Coro Giovanile
Italiano, Athestis Chorus e l’ensemble Voxsonos. Dal 2006 ha interpretato
ruoli solistici in teatri prestigiosi quali il Teatro Verdi di Pisa, il Teatro del
Giglio di Lucca, il Teatro Goldoni di Livorno, l’Opéra Royal de Wallonie di
Liegi, il Teatro La Fenice di Venezia e il Teatro Regio di Torino. Numerose
le esperienze solistiche nel campo della musica sacra, tra le quali citiamo
il Requiem di Mozart, la Paukenmesse, Die Schöpfung di Haydn, l’Oratorio
di Natale di J. S. Bach. Dal 2007 si dedica anche alla didattica insegnando
pianoforte e canto lirico; nel 2012 è stato invitato a tenere un seminario sul
repertorio vocale italiano presso il Trinity College of Music di Londra. Nel
gennaio 2009 ha sostenuto il ruolo di solista nella prima esecuzione triestina del Piccolo spazzacamino di Britten, prodotto dalla Fondazione Teatro
Lirico Verdi di Trieste, e ha cantato sotto la direzione di Ottavio Dantone
nella stagione sinfonica del Teatro La Fenice di Venezia. Ha recentemente
collaborato come solista con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai per la
registrazione di una trasmissione televisiva a diffusione nazionale sul repertorio lirico italiano.
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Lorenzo Battagion, baritono
Dopo aver intrapreso gli studi pianistici, ha scoperto ben presto nel canto
la sua autentica vocazione, diplomandosi in canto lirico sotto la guida del
tenore Vittorio Terranova e debuttando nel 1997 nel Barbiere di Siviglia
di Rossini e nell’Elisir d’amore di Donizetti. Il suo curriculum di studi si
è successivamente ampliato con i corsi di perfezionamento della Belkanto
Akademie di Deustchlandberg in Austria e dell’Accademia lirica di Katia
Ricciarelli di Parma. Ha lavorato con personalità artistiche quali Leo Nucci,
Beppe De Tomasi, Michele Mirabella, Gustav Kuhn, Salvatore Sciarrino,
Mara Zampieri. Nel 2000 è risultato vincitore del concorso Rome Festival
International. Attualmente studia col baritono Luigi De Corato. Svolge continua e intensa attività concertistica in Italia e all’estero. Prestigiosa l’ultima
partecipazione al World Forum on Music a Hollywood dove, in qualità di
solista, ha eseguito la Missa Prima di Isabella Leonarda, compositrice barocca
piemontese. Recentemente ha preso parte a una nuova registrazione di Don
Giovanni e della Petite Messe Solennelle per la casa editrice Tactus. Nel 2006
ha collaborato col coro del Teatro alla Scala di Milano per le produzioni di
Aida e Lohengrin. Successivamente ha collaborato col coro dell’Ente Lirico
Arena di Verona e con quello del Maggio Musicale Fiorentino. Nell’anno
2009 ha avviato una stretta collaborazione con Gustav Kuhn con il quale ha
debuttato ne I maestri Cantori di Norimberga. Successivamente ha debuttato
nella prima assoluta del Requiem di Leoncavallo ricostruito da frammenti
ritrovati nel fondo Leoncavallo a Locarno e diretto dal Janos Acs. Di questo
Requiem è da poco stata licenziata l’incisione discografica col coro e l’orchestra sinfonica di Budapest. Nel giugno 2011 ha debuttato nella prima assoluta
di Mameli o Alba Italica di Ruggero Leoncavallo diretto da Silvano Frontalini,
e nel febbraio 2012 ha cantato presso l’Opera House di Osaka nelle Nozze
di Figaro di Mozart. Nell’estate 2012 ha collaborato col coro dell’ente lirico Arena di Verona. Nell’autunno 2012 ha collaborato col coro del Teatro
alla Scala per le produzioni di Lohengrin e del balletto Roméo et Juliette di
Berlioz. Attualmente è corista stabile nel coro del Teatro Regio di Torino, con
il quale il 24 marzo 2013 ha cantato, presso il medesimo teatro e in qualità
di baritono solista, l’Inno alla Pace di Rossini.
19
Il FAI presenta i luoghi
di MITO SettembreMusica
Chiesa di San Marco
La chiesa venne fondata nel 1254, al di fuori delle mura viscontee, da
frate Lanfranco Settala, priore generale dell’ordine degli Eremitani di
Sant’Agostino. È probabile che egli avesse inglobato nella nuova struttura
un precedente luogo di culto dedicato a San Marco, patrono di Venezia, in
segno di ringraziamento agli abitanti di quella città per l’aiuto fornito nella
ricostruzione di Milano in seguito alle distruzioni del Barbarossa.
La chiesa presentava pianta a “T” divisa in tre navate con colonne in laterizio e finestre archiacute, nonché un bel campanile tuttora esistente. Nel
Quattrocento, con la soppressione del cimitero dovuto all’apertura del
Laghetto di San Marco, vennero aggiunte le cappelle al fianco destro.
In età barocca si procedette a un radicale rifacimento interno, che celò in
gran parte le antiche architetture. Tra il 1690 e il 1714, infatti, Benedetto
Quarantino, su disegni di Francesco Castelli, coprì le navate con una volta
a botte al posto delle antiche capriate, nascose le colonne in laterizio con
pilastri poligonali ed eresse la cupola.
La facciata fu ricostruita da Carlo Maciachini nel 1871. Originali sono, invece, il portale ogivale e le tre statuette di santi (Agostino, Ambrogio e Marco)
attribuite al cosiddetto Maestro di Viboldone (1348). Da segnalare, infine, il
mosaico con la Madonna e santi sulla lunetta di Angelo Inganni (1840).
La chiesa presenta dimensioni assai notevoli (96 metri di lunghezza) e ospita
numerosi capolavori. Oltre agli affreschi del Lomazzo, dei Fiammenghini e
di altri artisti del Seicento, vanno menzionate le due immense tele (1618) di
Camillo Procaccini e del Cerano, poste l’una di fronte all’altra sulle pareti laterali del presbiterio, raffiguranti rispettivamente la Disputa di Sant’Ambrogio
con Sant’Agostino ed il Battesimo di Sant’Agostino. Significativo il confronto
tra la pittura del primo, più statica e ripetitiva, con ritmi molto cadenzati,
e quella del secondo, potentemente drammatica e innovativa, vibrante nei
colori e nei chiaroscuri. Il transetto destro, invece, ospita pregevoli affreschi
trecenteschi – riscoperti cinquant’anni fa – e monumenti sepolcrali campionesi, oltre al Sarcofago del beato Lanfranco Settala attribuito al pisano
Giovanni di Balduccio (XIV secolo).
Nella foresteria della canonica agostiniana trovarono ospitalità nel 1770,
giunti per la prima volta a Milano, il giovanissimo Mozart e suo padre. I due
abitarono per tre mesi nella foresteria e, posti sotto la protezione del conte
Firmian, furono introdotti presso le più influenti famiglie della città.
Si ringrazia
20
MITO si veste di verde
Torino Milano
Festival Internazionale
della Musica
04_ 21 settembre 2012
Settima edizione
Settembre
Musica
La tua energia per la musica.
L’energia della musica per l’ambiente con Bike’n’Jazz
Ogni giovedì alle ore 13 in Piazza San Fedele c’è Bike’n’Jazz: il Festival MITO, assieme a eni partner
del progetto green, aspetta il suo pubblico per accendere la musica! L’energia cinetica prodotta
dalla pedalata delle biciclette messe a disposizione del pubblico alimenta il palco su cui si esibiscono
Enrico Zanisi Trio (5. IX), Black Hole Quartet (12. IX), Fulvio Sigurtà e Claudio Filippini (19. IX)
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il giorno stesso sul luogo dell’evento.
Tre stazioni di accumulo energia nel centro di Milano sono a disposizione durante tutti i giorni
del Festival. Ogni stazione è dotata di due biciclette: pedala in compagnia per ascoltare la playlist
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angolo via G. Giulini, piazza Santa Maria Beltrade e piazza Sant’Alessandro.
MITO compensa le emissioni di CO2
MITO SettembreMusica, grazie alla collaborazione di EcoWay, misura le emissioni dirette e indirette
inerenti l’edizione milanese del Festival e compensa interamente l’anidride carbonica relativa
ai consumi energetici, di carta e al trasporto degli artisti e del pubblico ai luoghi del Festival,
attraverso l’acquisto di carbon credits certificati.
Il Festival partecipa inoltre a un progetto forestale sull’asse del fiume Po, che prevede il
mantenimento e la piantumazione di un’area boschiva in provincia di Pavia.
L’impegno quotidiano del Festival
Campagna di comunicazione ecosostenibile con GreenGraffiti©.
Stampa dei materiali su carta FSC, carta botanica o riciclata.
Riduzione dei materiali cartacei ed estensione dei servizi in rete.
Mobile ticket a Milano, per ricevere il biglietto sul cellulare.
Mobilità sostenibile tramite car sharing, bike sharing e mezzi pubblici
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Un progetto di
Città di Milano
Città di Torino
Giuliano Pisapia
Sindaco
Presidente del Festival
Piero Fassino
Sindaco
Presidente del Festival
Filippo Del Corno
Assessore alla Cultura
Maurizio Braccialarghe
Assessore alla Cultura,
Turismo e Promozione della città
Giulia Amato
Direttore Centrale Cultura
Aldo Garbarini
Direttore Centrale Cultura ed Educazione
Comitato di coordinamento
Francesco Micheli
Presidente
Vicepresidente del Festival
Maurizio Braccialarghe
Vicepresidente
Enzo Restagno
Direttore artistico
Milano
Torino
Giulia Amato
Direttore Centrale Cultura
Aldo Garbarini
Direttore Centrale Cultura ed Educazione
Antonio Calbi
Direttore Settore Spettacolo
Angela La Rotella
Segretario generale
Fondazione per la Cultura Torino
Francesca Colombo
Segretario generale
Coordinatore artistico
22
Claudio Merlo
Direttore organizzativo
Coordinatore artistico
Realizzato da
Associazione per il Festival Internazionale
della Musica di Milano
Fondatori
Francesco Micheli / Roberto Calasso / Francesca Colombo / Piergaetano Marchetti
Massimo Vitta-Zelman
Advisory Board
Alberto Arbasino / Gae Aulenti †/ Giovanni Bazoli / Roberto Calasso
Francesca Colombo / Gillo Dorfles / Umberto Eco / Bruno Ermolli
Inge Feltrinelli / Stéphane Lissner / Piergaetano Marchetti / Francesco Micheli
Ermanno Olmi / Sandro Parenzo / Renzo Piano / Arnaldo Pomodoro
Livia Pomodoro / Davide Rampello / Franca Sozzani / Massimo Vitta-Zelman
Comitato di Patronage
Louis Andriessen / George Benjamin / Pierre Boulez / Luís Pereira Leal †
Franz Xaver Ohnesorg / Ilaria Borletti Buitoni / Gianfranco Ravasi
Daria Rocca / Umberto Veronesi
Consiglio Direttivo
Francesco Micheli Presidente / Marco Bassetti / Pierluigi Cerri
Roberta Furcolo / Leo Nahon / Roberto Spada
Collegio dei revisori
Marco Guerrieri, Eugenio Romita, Marco Giulio Luigi Sabatini
Organizzazione
Francesca Colombo, Segretario generale e Coordinatore artistico
Stefania Brucini, Responsabile promozione e biglietteria
Carlotta Colombo, Responsabile produzione
Federica Michelini, Assistente Segretario generale e Responsabile partner e sponsor
Luisella Molina, Responsabile organizzazione
Carmen Ohlmes, Responsabile comunicazione
Lo Staff del Festival
Segreteria generale
Alice Kuwahara, Federica Limina e Sofia Colombo
Comunicazione
Livio Aragona, Sara Bosco, Emma De Luca, Alessia Guardascione, Valentina Trovato
con Matteo Arena e Irene D’Orazio, Elisa Aliverti Piuri, Eleonora Porro
Produzione e organizzazione
Francesco Bollani, Stefano Coppelli, Simone Di Crescenzo, Matteo Milani con Elena
Bertolino, Nicola Acquaviva e Davide Beretta, Velia Bossi, Francesco Morelli,
Marco Sartori
Organizzazione
Nicoletta Calderoni, Elisabetta Maria Tonin e Raffaella Randon
Promozione e biglietteria
Alice Boerci, Fulvio Gibillini, Alberto Raimondo con Claudia Falabella,
Cecilia Galiano, Arjuna-Das Irmici, Federica Luna Simone e Francesca Bazzoni,
Victoria Malighetti, Chiara Sanvito
via Dogana, 2 – 20123 Milano
telefono +39.02.88464725 / fax +39.02.88464749
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Scegli il braccialetto
che fa per te!
La musica è uno stato d’animo?
Tu come ti senti oggi?
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riceverai in omaggio il braccialetto
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Settima edizione
Un progetto di
Realizzato da
Con il sostegno di
I Partner del Festival
Partner Istituzionale
Partner Istituzionale
Sponsor
Per la serata inaugurale
Media partner
Sponsor tecnici
Il Festival MITO a Milano compensa
le emissioni di CO2 con carbon credits
verificati e partecipa ad un progetto
di tutela boschiva sull’asse del fiume Po.
Si ringrazia per l’accoglienza degli artisti
Drogheria Plinio con cucina
Nerea S.p.A.
Riso Scotti
Il Festival MITO continua
fino al 21 settembre...
Una selezione dei concerti dei prossimi giorni
Per maggiori info www.mitosettembremusica.it
5.IX • Salvatore Accardo e la sua Orchestra
da Camera Italiana
5.IX • Oblivion con uno spettacolo comico
sull’Otello di Shakespeare
6.IX • Il Requiem di Verdi in versione jazz
con Giovanni Falzone nella cornice
insolita del Cimitero Monumentale
7.IX • Truls Mørk con la voce intensa
del suo violoncello
8.IX • Le musiche di Nino Rota per i film di Fellini
con l’Orchestra Italiana del Cinema
e proiezioni multimediali
8.IX • Dean Bowman, riconosciuto da Madonna
come la «voce di un Dio» e da Sue Mingus
«la più importante voce del jazz»
Milano Torino unite per il 2015
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