Il problema della peri-implantite banco di prova per l

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7° ANNo | NUMERO 2, 2014
J ournal club | PAGINA 20
nuovi Scenari | PAGINA 25
Il problema della
peri-implantite
Banco di prova per
l’impianto immediato
Lo squalo: un talento
della rigenerazione
Stato dell’arte su epidemiologia, diagnosi e trattamento
dell’infezione.
Gli studi principali su una
tecnica tutt’oggi discussa in
maniera controversa.
Nuovi denti come in catena
di montaggio: grazie a quale
meccanismo?
©iStock.com/yulkapopkova
F OCUS | PAGINA 5
Indice
Kapiteltitel LoreM
Numero 2 | 2014
EditorialE
4
Un ultimo saluto
FOCUS
5
Il problema della peri-implantite.
6
Qual è la frequenza della malattia peri-implantare?
Prof. Niklaus P. Lang | Svizzera
8
La parodontite è diversa dalla peri-implantite
Prof. Tord Berglundh | Svizzera
9
La diagnosi precoce della peri-implantite
Prof. Giovanni E. Salvi | Svizzera
12
Trattamento sistematico della peri-implantite
Prof. Lisa J. A. Heitz-Mayfield | Australia
16
Microbiologia della peri-implantite
Prof. Andrea Mombelli | Svizzera
18
Terapia chirurgico-rigenerativa della peri-implantite:
casi clinici
Prof. Frank Schwarz | Germania
Journal club
20Banco di prova per l’impianto immediato.
nuovi scenari
25Lo squalo: un talento della rigenerazione.
26
Denti come in catena di montaggio
Geistlich Pharma | Osteology FOUNDATION
28Background.
29I nuovi depliant informativi
30"La scienza era la sua vita": Dr. Peter Geistlich (1927-2014)
32
Efficace collaborazione in Parodontologia
33
La Osteology Foundation supporta la ricerca sulla
peri-implantite
NEWS DALLE Filiali
34Italia.
35Preservare la cresta in zona estetica non è mai stato così...
coinvolgente!
36
Sempre al vostro fianco con la migliore formazione
37
Il nuovo programma scientifico di Osteology Firenze 2015
InterviSTA
38
Due chiacchiere con Stephen Chen
Dati editoriali pagina 14
2
Geistlich News 02 | 2014
Geistlich News 02 | 2014
3
EditorialE
FOCUS
IL PROBLEMA DELLa
PERI-iMPLANTITE.
Un ultimo saluto
L’infezione attorno all’impianto è un fenomeno persistente.
Che cosa è utile fare? Cosa non lo è? Come si previene?
Avrei voluto dire alcune parole sulle nuove GEISTLICH
NEWS, ma dopo la morte del Dr. Peter Geistlich ho scelto
di inserire in questo spazio una dedica personale.
Cari lettori, con questo numero di GEISTLICH NEWS
desideriamo dare un ultimo saluto a un imprenditore
lungimirante, a un coraggioso scienziato, a una persona
eccezionale. Quando 28 anni fa incontrai per la prima volta
il Dr. Peter Geistlich, mi colpì per la sua natura carismatica
e per il suo entusiasmo. Di fronte a me c’era un uomo che
sapeva esattamente quello che voleva. La sua apertura
verso le novità, la sua perseveranza, ma anche la sua
generosità nei confronti delle esigenze dei suoi dipendenti
lo hanno reso un leader e un imprenditore molto stimato.
Ci mancherà moltissimo.
A pagina 30 potete leggere anche il necrologio scritto dal
Dr. Andreas Geistlich.
4
Geistlich News 02 | 2014
Paul Note
CEO Geistlich Pharma AG
Geistlich News 02 | 2014
5
Immagine: Büro Haeberli
« Il Dr. Peter Geistlich
mi colpì per la sua
natura carismatica ed il
suo entusiasmo. »
FOCUS
FOCUS
Qual è la frequenza della malattia
peri-implantare?
Prof. Niklaus P. Lang | Svizzera
Dato che la peri-implantite
è un fenomeno recente,
esistono ancora pochi dati
affidabili sulla frequenza
dell’infezione. Le stime
suggeriscono un’incidenza
di circa l’1 % annuo.
La questione della frequenza della
malattia peri-implantare non è facile.
In primo luogo, mancano studi
epidemiologici appositamente
concepiti su questo argomento. Così,
questo numero si può estrapolare solo
da studi retrospettivi di coorte. In
secondo luogo, negli studi sono
presenti diverse definizioni di periimplantite, per cui i dati non sempre si
possono confrontare. In terzo luogo, la
frequenza della peri-implantite in un
gruppo di pazienti dipende da vari
fattori e, di conseguenza, la frequenza
è diversa nei diversi gruppi di pazienti.
Definizioni diverse –
diversa prevalenza
La definizione di peri-implantite
assume naturalmente un ruolo cruciale
quando si calcola la prevalenza e
l’incidenza. La peri-implantite rappre-
6
Geistlich News 02 | 2014
La peri-implantite
compare in media in
un impianto su dieci
e in un paziente su
cinque dopo 5–10
anni.
senta un quadro clinico talmente
giovane, che negli studi condotti p
­ rima
del 2000 raramente è stata c­ onsiderata
una complicanza biologica. In pochi
casi sono state descritte, ma non
­definite, le lesioni dei tessuti molli;
­o ppure la peri-implantite è stata
­identificata sulla base di altezze ossee
­radiologiche discrezionali, diffuse in
seguito a una conferenza del 19861.
Spesso, quindi, per determinare la
­prevalenza delle malattie peri-implantari, non è possibile utilizzare i dati dei
primi studi.
Ormai, accanto alla perdita ossea,
­anche la profondità di sondaggio
­(probing pocket depth, PPD) è considerata un parametro clinico rilevante,
specialmente quando si tratta della
­diagnosi di peri-implantite in fase
­precoce2. Una crescente profondità di
sondaggio è molto probabilmente il
primo segno della comparsa di una
­peri-implantite, e richiede un controllo
della situazione ossea mediante esame
radiografico.
In diversi studi, sono stati stabiliti
­valori soglia diversi per la profondità
di sondaggio a partire dai quali si
­presuppone la presenza dell’infezione.
In generale, è stata fissata una
­profondità di sondaggio ≥ 5 mm per i
primi ­sintomi o per lo stadio 1 della
malattia, e una profondità di sondaggio­
≥ 6 mm per una peri-implantite più
­avanzata (stadio 2). Applicando ­diversi
valori soglia per la profondità di
­sondaggio, la prevalenza della peri-­
implantite viene inevitabilmente
­modificata. Ad esempio, un recente
studio3 su una coorte di 70 pazienti
trattati per parodontite, nei quali
­erano stati inseriti impianti dopo una
media di 8 anni, è stato dimostrato
che il 22,2 % degli impianti era
colpito da peri-implantite di stadio 1­
(PPD ≥ 5 mm) in un’elevata percentuale di ­pazienti (38,6 %). Se la soglia
fosse ­stata fissata a una profondità di
­sondaggio ≥ 6 (stadio 2), la prevalenza
della peri-implantite sarebbe scesa
all’8,8 % degli impianti nel 17,1 %­
dei pazienti. Ciò significa che in un
­paziente su sei, dopo otto anni era
­stata diagnosticata una peri-implantite, e che questa aveva interessato un
impianto su dodici.
La prevalenza dipende dal
raggruppamento dei pazienti
Il Prof. Giovanni Salvi, Svizzera, ha
elencato nel suo articolo i fattori di
rischio di sviluppo della peri-implantite
(p. 9–11). Anche la presenza di questi
fattori (ad es. il fumo, le pregresse
parodontiti, i restauri protesici difficili
da pulire, i residui di cemento sulle
corone supportate da impianti)
influenza la prevalenza della periimplantite. Così, i residui di cemento
nei pazienti suscettibili alla parodontite
ha portato, nell’85 % dei casi, alla
comparsa di una peri-implantite. Nel
gruppo di controllo con corone
avvitate è comparsa solo nell’1,08 %
dei casi4. La rimozione del cemento in
eccesso ha portato alla scomparsa dei
segni di infezione nel 74 % dei casi,
come mostrato dalle immagini
microscopiche5.
Le malattie peri-implantari presentano,
inoltre, una spiccata correlazione con
la suscettibilità del paziente alle
malattie parodontali 6–8. Inoltre, la
prevalenza può essere influenzata da
tasche parodontali residue dopo
trattamento parodontale attivo3 o da
tasche parodontali non trattate.
determinazione della prevalenza e
dell’incidenza della peri-implantite9.
Dato che gli studi inclusi nell’analisi
erano molto eterogenei, non è stato
possibile condurre alcuna metanalisi
né determinare univocamente ed esattamente la percentuale degli impianti
colpiti da malattie peri-implantari
dopo un tempo definito. Pertanto,
l’analisi è stata focalizzata sulla ­de­scrizione di tutti gli studi pertinenti. Si
è dichiarato che « a distanza di 5–10
anni, circa il 10 % degli impianti e il
20 % dei pazienti risultavano ­soggetti
a peri-implantite ».
Bisogna tuttavia considerare che
questa prevalenza cumulativa di circa
l’1 % per anno di durata dell’impianto
è una stima molto approssimativa, che
dipende dai fattori sopra menzionati.
Immagine: ©iStock.com/dem10
Prof. emerito University of Bern
Professore onorario University of Hong Kong
University of Zurich | University College London
stabilito. Attualmente è possibile solo
speculare, sulla base dei dati di
prevalenza, che l’incidenza di nuovi
casi di peri-implantite è dell’1 % ogni
anno.
Riferimenti bibliografici
1 Albrektsson T, et al.: International Journal of
Oral & Maxillofac Implants 1986; 1: 11–25.
2 Klinge B, Meyle J: Clinical Oral Implants
Research 2012; 23; Suppl 6: 108–110.
3 Pjetursson BE, et al.: Clinical Oral Implants
Research 2012; 23: 888–894.
4 Linkevicius T: Clinical Oral Implants Research
2013; 24(11): 1179-1184.
5 Wilson TG Jr: Journal of Periodontology 2009;
80: 1388–1392.
6 Karoussis IK, et al.: Clinical Oral Implants
Research 2003; 14: 329–339.
7 Brägger U, et al.: Clinical Oral Implants
Research 2005; 16: 326–334.
8 Ong CT, et al.: Journal of Clinical Periodontology 2008; 35: 438–462.
9 Mombelli AW, et al.: Clinical Oral Implants
Research 2012; 23: Supplemento 6, 67–76.
Revisione sistematica sulla
prevalenza
In occasione della 3 Consensus
Conference EAO del febbraio 2012 a
Pfäffikon, Svizzera, è stata condotta
una revisione sistematica per la
a
Stima dell’incidenza
Il calcolo dell’incidenza presunta­
della peri-implantite richiederebbe
una precisa definizione dei casi,
probabilmente con una perdita ossea
≥ 2 mm entro un periodo di tempo
Geistlich News 02 | 2014
7
FOCUS
FOCUS
La parodontite è diversa dalla
peri-implantite
Prof. Tord Berglundh | Svezia
Prof. Giovanni E. Salvi | Svizzera
Department of Periodontology
Institute of Odontology
The Sahlgrenska Academy, University
of Gothenburg
Vice Direttore della Clinica di Parodontologia
Clinica Odontoiatrica University of Bern
Nei Consensus Reports del workshop
europeo sulla Parodontologia si è
­stabilito che le mucositi peri-implantari
e la peri-implantite sono malattie
­infettive.
La mucosite peri-implantare è una
­lesione infiammatoria situata a livello
del tessuto molle. La peri-implantite,
al contrario, interessa anche l’osso di
supporto1 . Inoltre, è caratterizzata
da alterazioni nell’altezza dell’osso
­crestale e sanguinamento al sondaggio,
con o senza aumento di profondità
­delle tasche peri-implantari. Il pus si
rileva comunemente in queste sedi2.
peri-implantare compaiono in risposta
alla formazione di placca su denti o
­impianti, e sono simili per localizzazione, dimensioni e caratterizzazione3.
Se non trattate, le lesioni progrediscono
e possono trasformarsi in lesioni
­infiammatorie parodontali o peri-­
implantari.
Anche se ci sono ovvie somiglianze in
termini di caratteristiche cliniche ed
eziologia tra peri-implantite e parodontite, sussistono importanti
­differenze istopatologiche. I dati degli
studi sperimentali e delle analisi su
­b iopsie umane hanno dimostrato
che le lesioni peri-implantari sono
­scarsamente incapsulate e si diffondono
nell’osso. Esse sono, inoltre, più g­ randi
e raggiungono più da vicino la cresta
ossea, rispetto alle lesioni ­parodontali.
In più, contengono quote più elevate
di granulociti neutrofili e di osteoclasti rispetto alle lesioni parodontali 4–6.
Riferimenti bibliografici
Geistlich News 02 | 2014
1 2
1 Il sanguinamento al sondaggio è
segno di una mucosite periimplantare già esistente che, se
non trattata, può evolvere in una
peri-implantite.
3
5 Carcuac O, et al.: Clinical Oral Implants
Research 2013; 24, 363–371.
6 Berglundh T, et al.: J Clin Periodontol 2011; 38
(Suppl. 11): 188–202.
2 Durante la fase chirurgica si
mette in evidenza il tipico difetto
osseo crateriforme.
3 Radiografia di difetto periimplantare.
Più granulociti neutrofili e
osteoclasti
Mucositi vs. gengiviti
I risultati di studi clinici e sperimentali
hanno dimostrato che la mucosite e la
gengivite hanno molte caratteristiche
in comune. La gengivite e la mucosite
4 Lindhe J, et al.: Clinical Oral Implants Research
1992; 3: 9-16.
1 Lindhe J, Meyle J: J Clin Periodontol 2008; 35
(Suppl. 8): 282–285.
2 Lang NP, Berglundh T: J Clin Periodontol 2011;
38 (Suppl. 11): 178–181.
3 Lang NP, et al.: J Clin Periodontol 2011; 38
(Suppl. 11): 182-187.
Foto: Salvi
Le infezioni intorno ai
denti e quelle intorno gli
impianti sono simili. Ma
rispetto alla parodontite, la
peri-implantite presenta
caratteristiche diverse che
rendono più difficile il
trattamento.
8
La diagnosi precoce della
peri-implantite
Durante i controlli successivi bile valutare le alterazioni rispetto alla profondità di sondaggio nel corso
situazione ossea iniziale.
del tempo è un segnale di allarme e
al posizionamento di un
­richiede ulteriori accertamenti.
impianto, i tessuti periPer gli impianti inseriti in profondità
Sondaggio dei tessuti molli in zona estetica, anche in assenza
implantari devono essere
di infiammazione possono essere
peri-implantari
attentamente monitorati
­misurati dei valori di sondaggio di 5–6
clinicamente e
Con una sonda parodontale di plastica mm nell’area interprossimale.
o di metallo, viene condotto il sondaggio
radiologicamente. Così è
su 4–6 punti intorno all’impianto.
possibile individuare le
­Durante la fase di guarigione dei tessu­ti Segni di infiammazione e
alterazioni in fase precoce.
molli (6–8 settimane), bisognerebbe sanguinamento al sondaggio
Il sondaggio intorno all’impianto
svolge un ruolo importante nella
­diagnostica delle malattie peri-implantari, così come anche il controllo
­radiografico: in questo modo è possi-
evitare il di intervenire con una sonda.
La profondità di sondaggio viene
­stabilita dopo l’inserimento della
­ricostruzione (= situazione iniziale).­
La pressione di sondaggio non deve
­superare 0,2–0,25 N. Un aumento della
È necessario esaminare regolarmente
le alterazioni cliniche della mucosa,
­quali arrossamento e gonfiore. L’assenza
di sanguinamento al sondaggio è un
­indicatore di salute peri-implantare.
Geistlich News 02 | 2014
9
FOCUS
Durante un periodo di osservazione di
due anni, è stato possibile dimostrare
la progressione della peri-implantite
nei casi in cui si provocava il sanguinamento con il sondaggio attorno­
agli impianti in più della metà delle
sedute 1.
FOCUS
1 Luterbacher S, et al.: Clin Oral
Implants Res 2000; 11: 521–529.
2 Sanz M, et al.: Clin Oral Implants
Res 1991; 2: 128–134.
3 Karoussis IK, et al.: Clin Oral
Implants Res 2003; 14: 329–339.
4 Lee C-YJ, et al.: Clin Oral Implants
Res 2012; 23: 325–333.
5 Pjetursson BE, et al.: Clin Oral
Implants Res 2012; 23: 888–894.
Esami radiografici
6 Roccuzzo M, et al.: Clin Oral
Implants Res 2014; 25(10):
1105-1112.
La valutazione radiografica dell’impianto
deve avvenire sempre assieme ­al
­monitoraggio dei dati clinici. In fase
d iagnostica si sono affermate la
­
­radiografia endorale di singoli denti,
l’ortopantomografia (OPT) e, per
­indicazioni specifiche, la tomografia
volumetrica digitale (DVT). Va misurata
la distanza da un punto di riferimento
fisso, ad esempio la spalla dell’impianto,
all’osso crestale. Come riferimento
­radiografico (= basale) si considera il
livello osseo al momento dell’inserimento
dell’impianto.
7 Heitz-Mayfield LJ, et al.: Int J Oral
Maxillofac Implants 2014; 29
(Suppl): 346–350.
Mobilità dell’impianto
La mobilità dell’impianto è un segno di
completa perdita di osteointegrazione
quindi non può essere utilizzata nella
diagnosi precoce di una peri-implantite. La mobilità dell’impianto, in
­assenza di sanguinamento al sondaggio, aumento della profondità di­
tasca, suppurazione e perdita di osso
­crestale, può indicare un sovraccarico2.
Suppurazione
Una secrezione purulenta, con o senza
formazione di fistole, deriva da
un’infiammazione in fase avanzata.
­Anche la suppurazione, quindi, non è
utile per la diagnosi precoce della
­peri-implantite.
10
Geistlich News 02 | 2014
Fattori di rischio della
peri-implantite
Riferimenti bibliografici
8 Heitz-Mayfield LJ, Huynh-Ba G:
Int J Oral Maxillofac Implants
2009; 24 Suppl: 39–68.
9 Strietzel FP, et al.: J Clin
Periodontol 2007; 34: 523–544.
10 Bain CA: Int J Oral Maxillofac
Implants 1996; 11: 756–759.
11 Serino G, Ström C: Clin Oral
Implants Res 2009; 20: 169–174.
12 Ferreira SD, et al.: J Clin
Periodontol 2006; 33: 929–935.
13 Wilson TG Jr: J Periodontol 2009;
80: 1388–92.
14 Heitz-Mayfield LJ, et al.: Clin Oral
Implants Res 2004; 15: 259–268
15 Lin GH, et al.: J Periodontol 2013;
84: 1755–1767.
16 Costa FO, et al.: J Clin Periodontol
2012; 39: 173–181.
17 Renvert S, et al.: J Clin Periodontol
2012; 39: 1191–1197.
ParoDONTITE
I tassi di sopravvivenza e
di successo degli impianti nei
pazienti con storia di
parodontite sono più bassi,
rispetto a quelli dei
pazienti senza problemi
parodontali3.
Conclusione: Un controllo
parodontale delle infezioni
prima dell’inserimento
dell’impianto è di grande
importanza. Le tasche residue
>5 mm con sanguinamento
al sondaggio intorno ai denti
mettono in pericolo il tasso
di successo degli impianti 4,5.
ACCESSIBILITÀ ALLA
PULIZIA
Prof. Giovanni E. Salvi | Svizzera
CONTROLLI
I tassi di sopravvivenza
e successo a 10 anni degli
impianti in pazienti
con parodontite trattata con
controlli irregolari sono più
bassi rispetto a quando
sono controllati regolarmente 6.
Conclusione: Si raccomanda
un intervallo regolare di
richiamo di 3–6 mesi, a seconda
del profilo di rischio del
paziente7.
FUMO
Fumare porta a complicanze
più frequenti a carico dei
tessuti molli e ad aumentata
perdita di osso peri-implantare
o dell’impianto8–9.
Conclusione: Un programma
di disassuefazione dal
fumo aumenta il tasso di
sopravvivenza dell’impianto10.
Una cattiva igiene orale
aumenta il rischio di comparsa
di peri-implantite12.
Gli impianti con superficie
liscia o micro-ruvida
presentano un aumento
paragonabile della periimplantite in un periodo di
osservazione di 13 anni 17.
Conclusione: Una perfetta
igiene orale è importante per la
conservazione di condizioni
cliniche prive di infiammazioni.
RESIDUI DI CEMENTO
MuCOSITE
Conclusione: non attendere
di trattare la mucosite.
Conclusione: Il restauro
deve consentire al paziente un
libero accesso per l’igiene
orale.
I GIENE ORALE
SUPERFICIE DELL’IMPIANTO
na mucosite diagnosticata
U
ma non trattata evolve più
spesso in una peri-implantite
rispetto a quando è trattata16.
I restauri non accessibili
alla pulizia presentano più
peri-implantiti rispetto ai
restauri con facile accesso11.
I residui iatrogeni di cemento
sono associati a mucositi e
peri-implantiti13.
M UCOSA CHERATINIZZATA
Un’insufficiente ampiezza
(<2 mm) della mucosa
cheratinizzata è associata ad
aumento di accumulo di
placca, infiammazione e
formazione di recessioni 15.
Conclusione: Durante
l’inserimento dell’impianto o
durante la riapertura bisogna
mantenere una sufficiente
ampiezza (≥2 mm) della mucosa
cheratinizzata.
SOVRACCARICO
DELL’IMPIANTO
Anche se i risultati degli
studi sugli animali non hanno
messo in evidenza alcuna
influenza del sovraccarico sulla
perdita dell’osteointegrazione14,
in assenza di infezione
batterica non può essere
esclusa nell’uomo 2.
Conclusione: Va prestata
molta attenzione alla fase
di cementazione. In
alternativa, è preferibile una
ricostruzione avvitata.
Geistlich News 02 | 2014
11
FOCUS
FOCUS
Trattamento sistematico della
peri-implantite
1 1
2
4
6
3
Prof. Lisa J.A. Heitz-Mayfield | Australia
Contro la peri-implantite
anche se comportano la ­rimozione Fase 4 – Intervento
della ­
p rotesi. Inoltre bisogna chirurgico
è bene non limitarsi
considerare i fattori di rischio: scarsa
ad un solo tipo di
igiene orale, fumo, diabete o Se la peri-implantite non è scomparsa
trattamento ma ricercare la presenza di profonde tasche alla rivalutazione, si raccomanda un
1
trattamento chirurgico. Quest’ultimo
combinazione sistematica di parodontali .
è spesso necessario quando la lesione
diversi approcci.
è pronunciata e sono presenti perdita
Fase 2 – Debridement non
ossea in stadio avanzato e profonde
Prima di tutto bisogna
tasche peri-implantari. Anche gli
chirurgico
identificarne i ­fattori
eccessi di cemento nella sottomucosa
scatenanti. Poi si combatte Prima di un intervento chirurgico, si richiedono di solito un approccio
esegue il debridement non chirurgico chirurgico per la loro rimozione.
l’infezione intorno
con curette in titanio, frese, ultrasuoni, Il trattamento chirurgico include il
all’impianto e si applicano
terapia fotodinamica o laser Er:YAG. sollevamento di un lemb o
misure rigenerative.
Assieme al debridement, si possono mucoperiostale, la rimozione del
Fase 1 – Valutazione della
situatione
In primo luogo, bisogna esaminare la
protesi sostenuta dall’impianto.
In ­
q uesto modo è possibile
determinare se la peri-implantite
possa essere ­ricondotta a fattori
quali un ­allentamento delle viti, la
mancata asportazione dell’eccesso di
cemento o un adat tamento
inadeguato di s­ ingoli componenti o
del profilo ­p rotesico. La protesi,
inoltre, deve aderire correttamente
ed essere ­p erfettamente ­pulibile. Se
necessario, le correzioni dovrebbero
essere ­e seguite dove ­n ecessario,
12
Geistlich News 02 | 2014
prescrivere antibiotici sistemici,
principi attivi antibatterici locali e/o
antisettici topici (es. clorexidina). È
importante anche una consulenza
individualizzata sull’igiene orale per
garantire un buon controllo della
placca.
tessuto di granulazione infiammatorio
e un’accurata decontaminazione della
superficie ­implantare. Alla fine si
procede con lo sfregamento con una
garza imbevuta in soluzione salina,
principi attivi ­chimici quali l’acido
citrico o il perossido di idrogeno, la
pulizia meccanica con curette o
spazzolini in titanio, così come il
Fase 3 – Nuova valutazione trattamento con laser o apparecchi
per sabbiatura. In base alle ­attuali
Una rivalutazione va condotta circa­ conoscenze, nessuno dei metodi noti
4 settimane dopo il debridement di decontaminazione può essere
non chirurgico, per determinare se la considerato superiore agli altri.
peri-implantite è regredita. Alcuni
casi vengono risolti già con il
Pulizia mediante sollevamento
trattamento non chirurgico e il
di un lembo
paziente si può sottoporre alle misure Con la pulizia mediante sollevamento
conservative.
di lembo, non si cerca di rigenerare
7
5
Foto: Heitz-Mayfield
University of Western Australia
The University of Sydney
West Perth P
­ eriodontics
8
l’osso. Dopo decontaminazione della
superficie implantare, il lembo è chiuso
con una sutura per permettere la
guarigione. Spesso compare una
recessione. L’obiettivo principale di
questo approccio è la risoluzione
dell’infiammazione2.
Approccio resettivo
Se i risultati estetici non hanno priorità
elevata, i picchi ossei intorno
all’impianto vengono rimossi o
rimodellati per posizionare i margini
del lembo in direzione più apicale.
Dopo la guarigione, questa tecnica
porta a una riduzione della tasca periimplantare, ma anche a una recessione
significativa dei tessuti molli.
In associazione si esegue anche una
plastica implantare, cioè una modifica
della superficie implantare con una
fresa in carbonio o in diamante. La
procedura ha lo scopo di modificare
la superficie implantare per facilitare
l’igiene orale dopo la guarigione.
Approccio rigenerativo
L’approccio rigenerativo è orientato alla
ricostruzione dell’osso peri-­implantare
e alla re-osteointegrazione dell’impianto.
Il difetto osseo viene riempito con un
innesto di osso autologo o con materiale osseo sostitutivo e ricoperto con
una membrana barriera (fig. 1–8). I
­difetti intraossei circoscritti sono i più
adatti. Nei difetti non c­ircoscritti,
­infatti, non sono presenti pareti ossee
che possano sostenere l’innesto.
Tra i materiali da innesto che supportano la rigenerazione del difetto periimplantare, si trovano l’osso autologo,
l’osso omologo liofilizzato decalcificato, il carbonato di calcio vegetale,
l’idrossiapatite sintetica, il fosfato
­tricalcico o il minerale osseo e­ terolo­go.
In alcuni protocolli, per ricoprire
l’innesto vengono utilizzate m
­ embrane
non riassorbibili in politetrafluoroetilene espanso (e-PTFE), membrane
­sintetiche riassorbibili o membrane in
collagene.
1 Peri-implantite nella regione 21,
con aumentati livelli di
sondaggio, essudazione,
sanguinamento e suppurazione
dopo sondaggio.
2 Perdita ossea marginale ed
eccesso di cemento nella
radiografia periapicale.
3 Dopo sollevamento del lembo, si
esegue la rimozione del cemento
in eccesso e la decontaminazione
della superficie dell’impianto. Il
difetto osseo viene riempito con
Geistlich Bio-Oss®.
4 Geistlich Bio-Oss® è ricoperto
con una membrana in collagene
riassorbibile (Geistlich
Bio-Gide®).
5 Chiusura del lembo e sutura.
6 Situazione clinica 12 mesi dopo
la guarigione.
7 Radiografia periapicale 12 mesi
dopo il trattamento.
8 Materiali utilizzati: Geistlich
Bio-Oss® e Geistlich Bio-Gide®.
Geistlich News 02 | 2014
13
FOCUS
Fase 5 – Cure post-operatorie
Durante la fase di guarigione, subito
dopo l’intervento, si raccomanda un
risciacquo quotidiano con clorexidina.
Spesso vengono prescritti antibiotici
sistemici per ridurre la carica microbica
e per inibire agenti patogeni specifici
parodontali e peri-implantari. Prima
della somministrazione, devono esserne
discussi con il paziente i possibili effetti
collaterali.
Fase 6 – Trattamento di
mantenimento
Sono necessari un monitoraggio
regolare, ripetute istruzioni per
l’igiene orale e una rimozione
DATI EDITORIALI
Periodico per i clienti e gli amici di
Geistlich Biomaterials
Numero 2/2014, 7° anno
Editore
© 2014 ­G eistlich Pharma AG
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biomaterials@­geistlich.ch
14
Geistlich News 02 | 2014
professionale
del
biof ilm
sopramucoso, per prevenire la
reinfezione o la recidiva della periimplantite.
Quante volte tali misure debbano
essere prescritte dipende dalla
valutazione dei rischi del singolo
paziente. Tra i fattori rilevanti a tal
proposito fanno parte il fumo, lo stato
parodontale, il diabete e l’igiene orale.
Rimozione degli impianti
Se il trattamento della peri-implantite
non ha esito positivo o se il risultato
estetico è gravemente compromesso,
può essere necessaria la rimozione
dell’impianto. L’impianto va rimosso
in maniera conservativa, senza
danneggiare le strutture adiacenti e
l’osso residuo. Molte aziende offrono
uno strumento apposito, che può
essere usato per la rimozione
dell’impianto con coppia elevata.
Successivamente, si può prendere in
considerazione un incremento del
­difetto con un innesto di osso o materiale osseo sostitutivo, associato a
una membrana barriera per proteggere il sito.
Redazione
Verena Vermeulen
Layout
Marianna Leone
Frequenza di pubblicazione
semestrale
Tiratura
25.000 copie in varie lingue in tutto il mondo
3.000 copie in italiano
Conclusioni
Da una review sistematica pubblicata
recentemente è emerso che il
trattamento della peri-implantite
porta a un miglioramento nella
maggior parte d
­ ei pazienti. Se la periimplantite ­recidiva o progredisce
nonostante il t­ rattamento, possono
essere necessari un nuovo intervento
o la rimozione dell’impianto 7.
A determinare il successo della terapia
è il completo protocollo di gestione
dell’infezione nella sua interezza.
Odontoiatri e ­chirurghi devono optare
per il metodo di trattamento più
adatto, secondo le esigenze del
singolo caso.
Riferimenti bibliografici
1 Heitz-Mayfield LJA: Journal of Clinical
Periodontology 2008; 35: 292–304.
2 Heitz-Mayfield LJA, et al.: Clinical Oral
Implants Research 2012; 23: 205–210.
3 Roccuzzo M, et al.: Journal of Clinical
Periodontology 2011; 38: 738–745.
4 Roos-Jansåker A-M, et al.: Journal of Clinical
Periodontology 2011; 38: 590–597.
5 Schwarz F, et al.: Journal of Clinical Periodontology 2009; 36: 807–814.
6 Froum SJ, et al.: International Journal of
Periodontics and Restorative Dentistry 2012;
32: 11–20.
I contenuti di GEISTLICH NEWS vengono
creati con la massima cura. I contenuti creati da
terzi non corrispondono necessariamente
all’opinione di Geistlich Pharma AG. Geistlich
Pharma AG non offre, pertanto, alcuna garanzia
per la correttezza, la completezza e l’attualità
dei contenuti forniti da terzi, né si assume
alcuna responsabilità per danni materiali o
immateriali causati dall’uso di informazioni di
terzi o dall’utilizzazione di informazioni inesatte
o incomplete di terzi, purché non sussista
da parte di Geistlich Pharma AG alcuna colpa o
dolo dimostrabile.
Europerio 8
3–6 GIUGNO 2015
Regenerative Excellence:
How to cope todays challenges
Dove:
ExCeL Londra
www.efp.org/europerio/europerio8
© fazon - Fotolia.com
Nonostante la resa della procedura
­rigenerativa sia variabile, negli studi
su animali si è dimostrato che è
possibile la re-osteointegrazione di
una super ­f icie dell’impianto
precedentemente contaminata dopo
approccio rigenerativo. Inoltre, il
successo a lungo t­ermine è stato
documentato in diversi studi 3–6.
Visitate il nostro stand!
Forum Geistlich:
Relatori: Prof. Christoph Hämmerle, Svizzera
Prof. Istvan Urban, Ungheria
LEADING REGENERATION
Geistlich News 02 | 2014
15
FOCUS
FOCUS
Microbiologia della peri-implantite
2
1 a
Prof. Andrea Mombelli | Svizzera
Direttore del reparto di Parodontologia
Clinica Odontoiatrica University of Geneva
Intervista di Verena Vermeulen
Professor Mombelli, i batteri della
peri-implantite sono uguali a quelli
della parodontite?
Prof. Mombelli: Negli impianti con periimplantite è possibile rilevare un
­numero elevato di batteri anaerobi.
Questi includono fusobatteri,
prevotella, porfiromonas, spirochete e
­p epto-streptococchi. Questa flora
­anaerobica mista è molto simile a quella
della parodontite sul dente.
Occasionalmente, però, sull’impianto
si trova una flora predominante di
stafilococchi. Questo è insolito sul
dente. Tuttavia, gli stafilococchi sono
molto spesso implicati nelle infezioni
sugli impianti ortopedici a, nelle
infezioni di cateteri ecc.
L’impianto è colonizzato dall’inizio
o i batteri vi giungono in un secondo
momento?
Prof. Mombelli: Ogni impianto dentale
16
Geistlich News 02 | 2014
viene inevitabilmente contaminato
­d urante l’inserimento. Tuttavia, la
­maggior parte degli impianti si integra
senza infezione. Le infezioni peri-­
implantari possono essere il risultato
di eventi primariamente non microbici,
che promuovono poi la comparsa di
una microflora patogena. Abbiamo
­illustrato questo risultato in un articolo
sull’importanza dei biofilm nelle
­malattie peri-implantari 1 . ­­Un esempio
ne è la persistenza sottogengivale di
cemento: può causare un’infezione
batterica purulenta che non è
possibile risolvere con le sole misure
a nti­
­
b atteriche. La guarigione è
possibile solo se viene rimosso il
fattore scatenante s­ ottostante.
Pertanto, nella diagnosi differenziale
della peri-implantite è fondamentale la
ricerca di una causa specifica, anche se
pus o biofilm indicano un’infezione
batterica.
I batteri della peri-implantite sono
uguali in tutti i pazienti?
Prof. Mombelli: Di regola si tratta di
un’infezione mista con batteri presenti
comunque nel cavo orale del paziente.
Fattori micro-ambientali influenzano
poi la crescita dei vari germi. Ad
esempio, un’infiammazione locale della
mucosa può essere ricondotta a una
mancanza di pulizia in una cavità
inaccessibile.
1 b
Foto: Mombelli
Ci sono batteri associati a un
decorso particolarmente
grave della peri-implantite?
Sono utili i test micro­
biologici? Alla ricerca di tracce
micro­scopiche con il Prof.
Andrea Mombelli, Svizzera.
« La peri-implantite
non dipende da un
agente patogeno
specifico. »
1 a | bBiofilm nello spazio tra impianto
(a sinistra) e corona (a destra).
2
Ci sono particolari batteri associati a
peri-implantiti gravi infettive ?
Prof. Mombelli: No. La peri-implantite
non compare a causa di un contagio
dall’esterno da parte di determinati
agenti altamente patogeni.
Tutti i germi sono presenti, in quantità
limitate, anche in condizioni
clinicamente sane nel cavo orale e
rino­faringeo. Questi includono anche
lo stafilococco. La completa
eradicazione è, quindi, un obiettivo
terapeutico non realistico. Si tratta
piuttosto di ­prevenire un eccessivo
accumulo di batteri potenzialmente
patogeni sotto forma di un biofilm.
Esiste un test affidabile per i batteri
della peri-implantite? È opportuno
condurre un tale test?
Prof. Mombelli: Non c’è alcuna evidenza
clinica di un valore aggiunto di tali test
oltre al preciso esame clinico e radiologico. Per tali test non vi è inoltre
­alcuna analisi costi/benefici. Anche se
comprendo molto i colleghi e i pazienti
che vorrebbero saperne di più, devo
dire che le opzioni preventive e terapeutiche attualmente disponibili non
richiedono un test dei batteri.
s­ uperficie contaminata dell’impianto
deve essere sottoposta a meticolosa
pulizia, per lo più chirurgica.
Quali antibiotici sistemici sono
adatti per il trattamento?
Prof. Mombelli: Sulla base di approfonditi studi in parodontologia e delle
­conoscenze già illustrate sulla flora
batterica in caso di peri-implantite, di
norma utilizziamo un’associazione di
amoxicillina e metronidazolo. Un
­nostro studio multicentrico e i lavori
di altri gruppi di ricerca mostrano
­buoni risultati 2. In caso di intolleranza,
ad esempio di allergia alla penicillina,
si può prescrivere il solo metronidazolo.
Quest’ultimo non è, però, efficace
­contro tutti i batteri incriminati.
Molto importante è l’ulteriore conclusione che la peri-implantite non può
essere trattata in modo efficace solo
farmacologicamente. Per rimuovere
completamente il biofilm, tutta la
Riferimenti bibliografici
Perdita ossea peri-implantare
conseguente a un’infezione purulenta,
indotta da un eccesso di cemento.
1 Mombelli A & Décaillet F: J Clin Periodontol 2011; 38 Suppl 11, 203–213.
2 Heitz-Mayfield LJA & Mombelli A: Int J Oral Maxillofac Impl 2014; 29 Suppl, 325–345.
Geistlich News 02 | 2014
17
FOCUS
FOCUS
Terapia chirurgico-rigenerativa della
peri-implantite: casi clinici
In presenza di una morfologia
avanzata e complessa
del difetto, la terapia
rigenerativa va combinata
con l’implantoplastica.
Prof. Frank Schwarz | Germania
Policlinico di Chirurgia e Radiologia
Odontoiatrica University of Düsseldorf
Nel primo caso, sono presenti due
­impianti con morfologia del difetto
avanzata e combinata (sopra e
­intra­ossea), con deiscenze vestibolari
ed esposizione sopracrestale delle
­spire ­> 1 mm. In tali casi, dopo la
­completa rimozione del tessuto di
­granulazione, eseguiamo prima di ­tutto
un’implantoplastica, per levigare il
­corpo implantare nella zona del ­difetto
sopracrestale e buccale. Le parti della
superficie implantare rivolte verso­
il difetto vengono strutturalmente
­conservate e decontaminate (es. con
curette, laser Er:YAG, soluzione salina
sterile).
Segue poi l’incremento del difetto con
un materiale osseo sostitutivo a lento
riassorbimento. Viene coperto con una
membrana in collagene prima di
CASO 1
4
3
2
1
5
6
7
8
9
adattare strettamente il lembo di
tessuto molle attorno agli impianti.
Nel secondo caso, su due impianti
­adiacenti sono presenti dei difetti
intraossei circonferenziali, con una
componente sopracrestale < 1 mm. La
rigenerazione ossea di tali difetti può
avvenire senza implantoplastica.
A cosa bisogna fare
attenzione?
chirurgiche è compensata da un
simultaneo i­n­cremento di volume con
innesto di ­tessuto connettivo 7 o con
una matrice in collagene riassorbibile8.
Ciò c­ onsente un’estensione dell’ambito
di applicazione del trattamento alla
zona estetica.
La totale perdita di osteointegrazione
rappresenta un’indicazione assoluta
alla rimozione dell’impianto.
Riferimenti bibliografici
Durante l’implantoplastica, la macro e
micro-struttura del corpo implantare
vengono levigate nelle zone situate al
di sotto della barriera fisiologica per le
attuali tecniche di incremento. In questo
modo, si favorisce l’integrazione dei
tessuti molli e si riduce l’attecchimento
batterico 1–2 .
La rigenerazione ossea guidata (GBR)
nella zona del difetto riduce le
profondità di sondaggio, aumenta il
livello di attacco clinico e garantisce un
livello osseo stabile a lungo termine.3–6
La formazione di recessioni della
mucosa in seguito alle procedure
1 Schwarz F, Becker J: Peri-implant infection.
Etiology, diagnosis and treatment.
Quintessence Publishing 2010.
4 Situazione dopo implantoplastica con
levigatura del corpo implantare nella zona
sovracrestale e buccale del difetto.
7 I margini della ferita vengono adattati in
modo preciso attorno all’impianto.
2 Schwarz F, et al.: J Clin Periodontol 2011;
38(10): 939–949.
3 Schwarz F, et al.: J Clin Periodontol 2009; 36(9):
807–814.
4 Schwarz F, et al.: J Clin Periodontol 2013;
40(10): 962–967.
5 Matarasso S, et al.: Clin Oral Implants Res
2014; 25(7): 761–767.
6 Chan HL, et al.: J Periodontol 2014; 85(5):
1027-1041.
7 Schwarz F, et al.: Clin Oral Implants Res 2014;
25(1): 132–136.
8 Schwarz F, et al.: Int J Periodontics Restorative
Dent 2014; 34(4): 489–495.
CASO 1
1 S anguinamento e formazione di pus su due
impianti nelle regioni 33 e 34.
2 La radiografia evidenzia le parti esposte
dell’impianto a livello sovracrestale.
3 È visibile un difetto avanzato a livello sovrae intraosseo.
5 Il difetto intraosseo viene riempito con
Geistlich Bio-Oss®.
6 La membrana in collagene Geistlich
­Bio-Gide® tagliata su misura in situ.
8 Situazione clinica senza infiammazione
dopo 18 mesi.
9 Radiografia dopo 12 mesi. Le parti strutturali
dell’impianto sono ricoperte da osso.
CASO 2
1
2
3
CASO 2
Foto: Schwarz
1 Difetti intraossei circonferenziali con
componente sovracrestale di circa 1 mm.
18
Geistlich News 02 | 2014
2 Dopo rimozione del tessuto di granulazione
e decontaminazione della superficie
dell’impianto, il difetto viene riempito con
Geistlich Bio-Oss® e ricoperto con Geistlich
Bio-Gide®.
3 La radiografia dopo 8 anni documenta la
stabilità a lungo termine e mostra un
completo riempimento del difetto osseo.
Geistlich News 02 | 2014
19
Journal club
Journal club
BANCO DI PROVA PER
L’IMPIANTO IMMEDIATO.
Gli studi principali scelti e commentati dal
Prof. Niklaus P. Lang, Svizzera
« L’inserimento immediato
di un impianto non può
impedire il riassorbimento
dell’osso circostante. »
Benedizione o maledizione?
Si discute di impianto
­immediato dagli anni ’80. Si
ottiene l’osteointegrazione?
La procedura conduce
a insuccessi estetici? Il
Prof. Niklaus P. Lang ha
scelto e commentato alcune
« pietre miliari » della
­letteratura sull’impianto
immediato.
« Un gap
marginale > 3mm
non costituisce
un problema
per l’oste­
integrazione di
un impianto »
Sanz et al. 2010
Araújo et al. 2005
« Dopo l’impianto immediato,
nel 20 % dei pazienti compaiono
recessioni buccali dei tessuti
molli. »
Lang et al. 2012
« Il riassorbimento osseo dopo impianto
immediato è indipendente dalla geometria
degli impianti scelti. »
Sanz et al. 2010
20
Geistlich News 02 | 2014
Il gap costituisce un
problema?
Gli impianti hanno un diametro più
­piccolo rispetto alla radice del dente.
Per questo, quando gli impianti vengono inseriti direttamente nell’alveolo
estrattivo invece che nell’osso già
­guarito, ne risulta un gap tra l’impianto
e l’osso circostante. Questa è nota
­anche come « jumping distance » per
le cellule ossee. Se questo gap influenzi
negativamente la neoformazione
­o ssea e l’osteointegrazione viene
già discusso dagli anni ’80, quando
l’impianto immediato è diventato
un’opzione terapeutica. Diversi autori
consideravano critica una larghezza del
gap > 0,5mm o > 1mm.
} Botticelli et al. (2003) hanno dimostrato
per la prima volta, nel loro studio
preclinico, che il gap non costituisce un
problema per l’osteointegrazione (4 cani,
1 sito di controllo e 3 siti di prova, followup di 4 mesi) 1 . La loro conclusione: un
difetto marginale > 1mm può essere
rigenerato con nuovo osso ed elevato
grado di osteointegrazione in caso di
impianto con superficie SLA.
} ­Botticelli et al. (2004) hanno dimostrato,
in uno studio su pazienti, che anche gap
marginali più consistenti (≥ 3mm) si
riempiono di nuovo osso in 8 casi su 9
(18 pazienti, 52 difetti marginali, 4 mesi di
osservazioni)2. Inoltre, gli autori hanno
misurato al tempo stesso (per la
prima volta!), che si verifica un
riassorbimento osseo nonostante
l’impianto immediato, come si era
osservato anche nella guarigione
spontanea degli alveoli estrattivi.
L’inserimento di un impianto non può,
quindi, impedire il riassorbimento
dell’osso circostante. La perdita ossea
è particolarmente pronunciata a livello
buccale. Nello studio, la distanza
fra impianto e parete ossea buccale
esterna è stata ridotta del 56 %, la
distanza fra impianto e parete ossea
palatale/linguale esterna di almeno
il 30 %.
È opportuno riempire il gap
con impianti conici?
Per colmare il gap tra gli impianti
immediati e l’osso circostante, i
­
­produttori di impianti offrono ultimamente degli impianti conici più grandi.
} Lang et al. (2007) hanno confrontato
questi impianti con altri convenzionali
a vite (208 pazienti, 208 impianti
immediati, follow-up di 3 anni) in uno
studio clinico randomizzato 3. Lo studio
ha dimostrato che gli impianti conici
più grandi non apportano alcun
­b eneficio aggiuntivo, né in termini
di numero di incrementi ossei
Geistlich News 02 | 2014
21
Journal club
Immagine: Büro Haeberli
Journal club
Il gap cresta-impianto rappresenta un problema per l’osteointegrazione?
necessari in un ­secondo momento
(90 % in e
­ ntrambi i gruppi) né in
termini di s­tabilità dell’impianto
(misurata in base all’immobilità clinica
e al valore dell’analisi di frequenza di
risonanza). Inoltre, da questo studio è
emerso un numero aumentato di
recessione dei tessuti molli, quando
vengono utilizzati gli impianti conici
più grandi.
} Sanz et al. (2010) allo stesso modo non
hanno trovato, nel loro studio clinico
randomizzato, vantaggi nell’uso di
impianti conici (93 pazienti, 99 impianti
immediati, follow-up di 4 mesi) 4. Hanno
concluso che il riassorbimento crestale
dopo l'impianto immediato è
indipendente dalla geometria degli
impianti utilizzati. Come già Schropp
et al. (2003), hanno messo in evidenza
una perdita ossea buccale e palatale
22
Geistlich News 02 | 2014
circa doppia (36 % vs. 14 %).
Il migliore tipo di guarigione
nell’impianto immediato
In alcune pubblicazioni non molto
recenti sull’impianto immediato, si
raccomanda quasi esclusivamente una
guarigione sommersa dell’impianto.
} Lang et al. (1994) hanno dimostrato
per la prima volta la possibilità di
­eseguire un impianto immediato con
guarigione transmucosa (16 pazienti,
21 impianti, follow-up di 2,5 anni)5. Nello
studio, 20 su 21 impianti si sono
­integrati facilmente. Fattori di ­successo
dal punto di vista degli autori sono
­s tati: (1) il mantenimento delle
strutture ossee circostanti mediante
­estrazione atraumatica, (2) la buona
stabilità primaria, (3) lo stretto
adattamento della membrana barriera
in ­ePTFE intorno all’impianto, (4) lo
­stretto adattamento del lembo di
tessuto molle attorno all’impianto e
(5) il controllo scrupoloso della placca,
all’inizio con antibiotici e poi con
risciacqui con clorexidina (0,2 %) per i
primi 6 mesi di ­guarigione.
attraverso un’analisi multivariata. Le
loro conclusioni: A livello buccale, le
­superfici implantari si espongono meno
quando l’impianto viene posizionato
nell’alveolo a livello palatale (1–2 mm)
piuttosto che centrale e, inoltre, 1 mm
apicale piuttosto che con la spalla
dell’impianto appena al di sotto della
cresta alveolare. Queste conclusioni
sono indipendenti da altri fattori come
lo spessore delle pareti ossee residue,
l’età del paziente, lo stato di fumatore o
il motivo dell’estrazione dentale (parodontale, endodontico o traumatico).
Anche lo studio preclinico di } Caneva­
et al. (2010) ha confermato che il posizionamento linguale dell’impianto e
l’inserimento più profondo nell’alveolo
portano a migliori risultati estetici­
dell’impianto dopo posizionamento
immediato o tardivo (31 studi) 8 . A
causa della diversa qualità degli studi,
hanno potuto includere solo quattro
studi, che prevedevano un follow-up di
3–5 anni. Gli autori hanno concluso
che, almeno a breve termine, i tassi di
sopravvivenza dell’impianto sono
uguali nelle due opzioni. Tuttavia, non
era possibile analizzare e confrontare
il successo clinico a lungo termine
(sulla base di condizioni del tessuto
peri-implantare, estetica, funzione del
trattamento protesico), perché erano
disponibili pochissimi dati.
L’importante, e finora unico in merito,
studio clinico randomizzato di } ­Tomasi
et al. (2010) si è occupato di stabilire
l’influenza del posizionamento
dell’impianto nell’alveolo estrattivo sul
riassorbimento osseo e sul risultato
­estetico (93 pazienti, follow-up di 4 mesi)6
Sanz et al. 2010
Tab.1: DEFINIZIONI ITI DEI TEMPI DI IMPIANTO
(6 cani, 1 sito di controllo e 1 sito di test
ciascuno, follow-up di 4 mesi)7. Gli ­autori
propongono, quindi, di posizionare gli
impianti a circa 1 mm al di sotto della
cresta alveolare e a livello linguale / palatale nell’alveolo estrattivo.
Tipo 1
Impianto immediato, subito dopo l’estrazione dentale
Tipo 2
Impianto precoce, 4–8 settimane dopo l’estrazione dentale, quando
i tessuti molli sono guariti
Tipo 3
Impianto ritardato, 3–4 mesi dopo l’estrazione dentale, quando
l’osso è clinicamente guarito
Tipo 4
Impianto tardivo, 6 mesi dopo l’estrazione dentale, quando il sito
estrattivo è completamente guarito
Il miglior posizionamento
dell’impianto immediato
Nella Consensus
Conference
ITI sono stati
individuati
quattro
tempi per il
posizionamento
dell’impianto.
Sopravvivenza dell’impianto
ed estetica
La Consensus Conference ITI 2003 si
è occupata dei diversi tempi di
inserimento dell’impianto (Tab. 1).
} Chen et al. (2004) hanno confrontato
in una review i tassi di sopravvivenza
Geistlich News 02 | 2014
23
nuovi scenari
Journal club
} Lang et al. (2012) hanno di nuovo
e­ saminato, in una review sistematica,
i tassi di sopravvivenza di impianti
immediati dopo almeno 1 anno
­
(46 ­s tudi) 9. Secondo la loro analisi, il
tasso di sopravvivenza a due anni
dell’impianto è del 98,4 %. Se vengono
somministrati antibiotici per 5–7 ­giorni
dopo il posizionamento dell’impianto,
il tasso è lievemente superiore r­ ispetto
ai casi in cui gli antibiotici sono ­assunti
solo una volta prima dell’inserimento
dell’impianto. Ma anche i problemi
­ stetici sono chiaramente venuti a
e
­galla. Gli studi inclusi che ­prevedevano
un follow-up di almeno tre anni
­riportavano che nel 20 % dei pazienti
­comparivano recessioni dei tessuti
molli buccali.
Riferimenti bibliografici
1 Botticelli D, et al.: Clinical Oral Implants
Research 2003; 14: 35–42.
2 Botticelli D, et al.: Journal of Clinical
Periodontology 2004; 31: 820–828.
3 Lang NP, et al.: Clinical Oral Implants Research
2007; 18: 188–196.
4 Sanz M, et al.: Clinical Oral Implants Research
2010; 21: 13–21.
5 Lang NP, et al.: Clinical Oral Implants Research
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6 Tomasi C, et al.: Clinical Oral Implants
Research 2010; 21: 30–36.
7 Caneva M, et al.: Clinical Oral Implants
Research 2010; 21: 43–49.
8 Chen ST, et al.: International Journal of Oral &
Maxillofacial Implants 2004; 19 (Suppl.):
12–25.
9 Lang NP, et al.: Clinical Oral Implants Research
2012; 23 (Suppl.) 5: 39–66.
LO SQUALO: UN TALENTO
DELLA RIGENERAZIONE.
Uno sguardo ai fenomeni rigenerativi presenti in natura:
i denti dello squalo.
10 Tan WL, et al.: Clinical Oral Implants Research
2012; 23 (Suppl.) 5: 1–21.
11 Araújo MG, et al.: Journal of Clinical
Periodontology 2005; 32: 645–652.
12 Araújo MG & Lindhe J: Clinical Oral Implants
24
GUaRIGIONE SPONTANEA
GUARIGIONE SPONTANEA
VS. IMPIANTO IMMEDIATO
GUARIGIONE SPONTANEA
vs. Ridge PreservatioN
IMPIANTO IMMEDIATO
vs. « Fill the gap »
In una review sistematica,
} Tan et al. (2012) hanno
studiato l’entità del
riassorbimento osseo in caso
di guarigione spontanea
dopo estrazione dentale
(20 studi sull’uomo) 10.
Hanno dimostrato che entro
6 mesi si perde l’11–22 %
della dimensione verticale,
il 29–63 % di quella
orizzontale. Le perdite
maggiori si verificano nei
primi tre mesi dopo
l’estrazione dentale, ma
anche successivamente si
perde volume osseo. Il
possibile motivo della forte
perdita di osso buccale è,
secondo gli autori, il
riassorbimento dell’osso
fascicolato (in conformità con
il concetto di Araújo e
Lindhe, 2005).
} Araújo et al. (2005) hanno
messo a confronto, in uno
studio preclinico, la
guarigione spontanea e la
guarigione con l’impianto
immediato (5 cani, 2
impianti immediati e 2 siti
di controllo ciascuno,
follow-up di 3 mesi) 11 .
Essi ne hanno concluso che
l’impianto immediato
non può impedire il
rimodellamento delle pareti
alveolari. L’altezza ossea
dopo tre mesi di guarigione
era paragonabile negli alveoli
con impianti immediati e
in quelli lasciati vuoti.
Istologicamente, a livello
buccale, l’altezza della cresta
risultava circa 1.9 mm
più bassa rispetto al livello
linguale.
Un importante studio di
} Araújo und Lindhe (2009)
ha dimostrato che la perdita
di volume nell’alveolo
estrattivo viene ridotta al
minimo dalla Ridge
Preservation (5 cani, 1 sito
di incremento e uno di
controllo ciascuno,
follow-up di 6 mesi) 12. L’uso
del biomateriale non può
impedire il riassorbimento
dell’osso fascicolato, ma
la perdita di volume è
considerevolmente ridotta
dopo Ridge Preservation
rispetto alla guarigione
spontanea (12 % invece di
35 %, dopo 6 mesi di
guarigione).
} Chen et al. (2007) hanno
messo a confronto, in uno
studio clinico, l’impianto
immediato senza altre misure
rigenerative e l’impianto
immediato con riempimento
del gap con sostituto
osseo bovino (30 pazienti,
10 impianti senza
­biomateriale, 10 impianti
con sostituto osseo, 10
impianti con sostituto
osseo e membrana in
collagene) 13.
Gli autori hanno constatato
che senza biomateriale,
si verifica una perdita ossea
orizzontale del 50 %, con
biomateriale solo una perdita
orizzontale del 25 %. L’uso
di biomateriale non ha avuto
effetto sulle alterazioni
volumetriche verticali.
Geistlich News 02 | 2014
Geistlich News 02 | 2014
25
©iStock.com/yulkapopkova
Perdita ossea in caso di guarigione spontanea,
impianto immediato e rigenerazione
nuovi scenari
Kapiteltitel LoreM
Denti come in catena
di montaggio
PELLE DENTata
Anche le squame dello squalo
hanno una struttura dentata.
I piccoli denti della pelle
sono responsabili delle
eccellenti caratteristiche di
fuidodinamica. Se si passa la
mano sulla pelle di uno
squalo, si ha la sensazione di
toccare carta vetrata.
Dr. Klaus Duffner
A causa della spinta posteriore, con il tempo i denti vengono
spinti fuori dai tessuti circostanti e cadono inevitabilmente.
Anche quando attaccano una preda non è raro che gli squali
perdano parecchi denti. Frequentemente si ritrovano denti
rotti nella pelle delle prede. I denti persi vengono sostituiti
entro poche ore: nella maggior parte delle specie solo singoli
denti; in altri casi, come nello squalo sigaro, si sostituisce
contemporaneamente l’intera serie.
Negli oltre 400 milioni di anni di evoluzione, la dentatura
dello squalo è diventata un’arma letale. Al contrario
dell’uomo, lo squalo non possiede una sola fila di denti, ma
sempre molte contemporaneamente. Si sviluppano
continuamente sulla superficie interna della cresta dentale
mascellare. Così sono sempre contemporaneamente presenti
denti in diversi stadi di sviluppo che si succedono gli uni
agli altri.
Inizialmente, le file dei denti sono piegate verso il basso.
Dopo l’emersione dall’epidermide, si mettono lentamente
in posizione. L’innalzamento e il continuo spostamento in
avanti dei denti è possibile attraverso un fissaggio
relativamente libero, ma solido, al tessuto connettivo della
cartilagine mascellare. Ecco perché i denti degli squali, al
contrario di quelli dei mammiferi, non presentano vere e
proprie radici.
Esistono dati contrastanti sulla durata dei denti di uno
squalo. In uno studio dell’Università di Tubinga (Germania),
si è trovato che gli squali leopardo sostituiscono i denti
anteriori già dopo 9–12 giorni. Nello squalo martello, lungo
1,5 metri, questo periodo è di 28 giorni. Lo squalo
tigre perderebbe, in 1 anno, circa 140 denti. I ricercatori
sottolineano che la velocità di rigenerazione dipende non
solo dalle specie, ma anche dall’età dell’individuo e dallo
spettro alimentare. Inoltre, in altre specie i denti durano più
a lungo nei periodi in cui l’acqua è più fredda.
Nella bocca sono presenti fino a 240 denti
Dentatura eccezionalmente potente
Normalmente sono visibili cinque file di denti, nello squalo
leuca addirittura sette. Siccome la maggior parte dei denti
è ancora piegata all’indietro, solo pochi sono veramente
funzionali. Nello squalo gatto ci sono tre file di denti,
mentre nel potente squalo tigre solo la fila anteriore. Altre
specie di squalo utilizzano tutte le file di denti
contemporaneamente.
Anche il numero assoluto di denti varia nelle differenti
specie. Nello squalo bianco ci sono 23 –28 denti nel
mascellare superiore e 20–26 nel mascellare inferiore. Con
cinque file visibili di denti, questo predatore ha a
disposizione circa 240 denti.
Di tutti gli animali viventi, lo squalo bianco sembra avere il
morso più potente. Un team internazionale di ricercatori ha
determinato, utilizzando dei modelli computerizzati, che il
Carcharodon carcharias può sviluppare una forza che
corrisponde al peso di 1.8 tonnellate. Così, il morso dello
squalo è 20 volte più potente di quello di un uomo. Il morso
più potente di tutti i tempi lo possedeva probabilmente il
megalodonte, lungo 16 metri. Questo enorme squalo, ormai
estinto, aveva una potenza di morso di 18 tonnellate. A
paragone, il morso del leone corrisponde a un peso di 560
kg, mentre quello dell’estinto Tyrannosaurus rex arrivava a
3.1 tonnellate.
Geistlich News 02 | 2014
MORSO PIu potente
del t-rex
L’enorme squalo megalodonte,
ormai estinto, aveva un
morso sei volte più
potente del leggendario
Tyrannosaurus rex.
OMOLOGIA
I denti di squalo sono
prodotti dall’ectoderma e dal
sottostante mesenchima.
Pertanto sono omologhi dei
nostri denti. Mentre lo
smalto si forma appena sotto
l’epitelio orale, la dentina
si forma sotto la membrana
basale epidermica.
©iStock.com/© cdascher
Nuovi denti già dopo 9 – 12 giorni
Geistlich News 02 | 2014
27
Foto: A. Vermeulen
26
I denti si perdono durante l’attacco
©iStock.com/© spxChrome
Dopo i « terzi », vengono i quarti, i quinti,
i sesti denti... Nella dentatura a « revolver »
dello squalo, sono sempre disponibili
denti di ricambio, che si rinnovano per
tutta la vita.
Geistlich Pharma
Background.
I nuovi depliant informativi
Natalia Bruenisholz e Dr. David Märki
Geistlich Pharma & Osteology Foundation
Rigenerazione periimplantare
Bibliografia
1
2
3
4
5
6
Fig. 13 7 mesi dopo l’estrazione e l’incremento,
si inserisce l’impianto senza sollevare il lembo
mucoperiosteo (SPI®, Thommen Medical AG). Né
il substrato osseo né il contorno del tessuto molle
richiedono ulteriori incrementi. L’impianto può
essere inserito transmucosalmente, usando un
piccolo punch per preservare le papille.
Fig. 14 Situazione dopo l’inserimento dell’impianto
con abutment di guarigione transgengivale.
Scheda di indicazioni cliniche
« Aumento verticale »
601201/1405/it
Indicazioni cliniche PIR4
Dr. C. Andreoni
Dr. T. Meier
Buser D, et al.: J Periodontol 2008; 79: 1773-1781.
Araujo M, et al.: J Periodontol 2005; 32: 645-652.
Maiorana C, et al.: Int J Periodontics Restorative Dent 2005; 25: 19-25.
Traini T, et al.: J Periodontol 2007; 78: 955-961.
Mordenfeld A, et al.: Clin Implant Dent Relat Res 2014;16(3):435-446.
Galindo-Moreno P, et al.: Clin Implant Dent Relat Res 2013; 15 (6): 858-866.
Fig. 15 Restauto provvisorio con protesi a clip
metalliche.
Preservazione del volume al
di sotto del ponte
La « Fence Technique » consente un
incremento osseo orizzontale e
verticale. Nella nuova scheda di
indicazioni cliniche il Dr. Mauro Merli
(Italia) spiega l’approccio passo per
passo mostrando un suo caso clinico.
Questo approccio si basa sull’utilizzo
di una placca da osteosintesi che funge
da elemento di forma stabile: serve a
mantenere lo spazio necessario per
la rigenerazione del difetto con
osso autologo particolato, Geistlich
­Bio-Oss® e Geistlich Bio-Gide®.
Grazie a questa tecnica si possono
ricostruire anche gravi difetti della
cresta riducendo allo stesso tempo
l’invasività, la morbilità e la comparsa
di complicanze.
Materiali / Caso 1
> Farmaco antinfiammatorio: 500 mg Méfénacide®, Streuli Pharma AG, Svizzera
> Farmaco antisettico: 750 mg amoxicillina, Streuli Pharma AG, Svizzera, clorexidina 0,2%, Kantonsapotheke Zurich, Svizzera
> Materiale per suture: Supramid® 4/0, B. Braun AG, Melsungen, Germania; Seralon® 6/0, Serag-Wiessner GmbH, Naila, Germania
La «Preservazione della cresta» con biomateriali Geistlich offre la soluzione
> Sitema implantare: SPI Element Inicell 3,5 × 14 mm, Thommen Medical AG, Grenchen, Svizzera
> Biomateriali: Geistlich Bio-Oss Pen® microgranuli, Geistlich Bio-Gide® 25 × 25 mm
Fig. 16 Situazione clinica 4 mesi dopo l’impianto
(vista crestale).
Fig. 17 Situazione clinica con restauro provvisorio 9
mesi dopo l’impianto.
Inserimento di impianto in zona estetica e contemporaneo
incremento osseo secondo il Dr. Claude Andreoni e il
Dr. Thomas Meier, Zurigo
Fig. 18 Corona definitiva in metallo-ceramica
(corona in porcellana fusa su metallo) avvitata
direttamente sull’impianto dopo 9 mesi.
> Approccio simultaneo: riparazione di difetto di deiscenza durante il
posizionamento dell’impianto
> Approccio sequenziale: ricostruzione della cresta alveolare in un difetto di
fenestrazione subito dopo l’estrazione del dente con impianto a 7 mesi
Materiali / Caso 2
> Farmaco antinfiammatorio: 500 mg Méfénacide®, Streuli Pharma AG, Svizzera
> Farmaco antisettico: 750 mg amoxicillina, Streuli Pharma AG, Svizzera, clorexidina 0,2%, Kantonsapotheke Zurich, Svizzera
> Materiale per suture: Supramid® 4/0, B. Braun AG, Melsungen, Germania; Seralon® 6/0, Serag-Wiessner GmbH, Naila, Germania
> Sitema implantare: SPI Element Inicell 4,5 × 14 mm, Thommen Medical AG, Grenchen, Svizzera
> Biomateriali: Geistlich Bio-Oss® Collagen 250 mg, Geistlich Bio-Gide® 25 × 25 mm
Contatti
> Dr. Claude Andreoni, specialista in Odontoiatria ricostruttiva, specializzato in Implantologia orale
Dr. Thomas Meier, specialista in Implantologia orale
Weinbergstrasse 160, CH-8006 Zurich, telefono (Svizzera): +41 44 363 15 16, fax: +41 44 363 15 21, email: [email protected]
Fig. 19 Contorno vestibolare del tessuto molle.
Fig. 20 Situazione clinica 18 mesi dopo l’impianto.
Fig. 21 Situazione radiografica con corona definitiva
in porcellana fusa su metallo avvitata sull’impianto.
Altre Indication sheets
Dichiarazioni del Dr. Andreoni e del Dr. Meier sui prodotti Geistlich
> Per ricevere gratuitamente le Schede di Indicazioni Cliniche contattate il vostro Responsabile di zona Geistlich o scriveteci a [email protected]
1. Indicazioni (caso 1)
Geistlich Bio-Oss® Collagen e Geistlich Bio-Oss Pen® sono formati di Geistlich Bio-Oss®
estremamente semplici da utilizzare.
Ci piace usare i blocchetti di Geistlich Bio-Oss® Collagen per il trattamento degli
alveoli estrattivi. Quando inumidito, è modellabile e può essere posizionato
con estrema facilità nell’alveolo ottenendo automaticamente la giusta densità e
compattezza.
Geistlich Bio-Oss Pen® è un dispositivo semplice e comodo da utilizzare perché rilascia
i granuli della giusta consistenza. Inoltre, grazie all’applicatore, i granuli possono essere
applicati esattamente dove richiesto. Utilizziamo Geistlich Bio-Oss Pen® soprattutto
per la ricostruzione del contorno crestale.
Regione
Situazione ossea
Situazione dei tessuti molli
Impianto
n regione estetica
n spazio di un unico dente
n presenza di difetto osseo
n recessione gengivale
n regione non estetica
n spazio di più denti
n assenza di difetto osseo
n assenza di recessione gengivale
n presenza di infiammazione
n biotipo spesso
n chiusura ferita primaria possibile
n presenza di infezione
n biotipo sottile
n chiusura ferita primaria impossibile
n papille intatte
n papille compromesse o mancanti
n mucosa cheratinizzata sufficiente
n mucosa cheratinizzata insufficiente
n contemporaneamente all’innesto osseo (1 fase)
n successivamente all’innesto osseo (2 fase)
nnormale
Geistlich Biomaterials Italia S.r.l.
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5
1
Depliant « Preservazione
del volume al di sotto
dei ponti »
Scheda di indicazioni
cliniche « Incremento periimplantare »
La Preservazione della cresta con
Geistlich Bio-Oss ® Collagen e
­G eistlich ­Bio-Gide® contribuisce a
conservare il volume crestale al di
sotto di un restauro a ponte.
I vantaggi della procedura sono:
Il Dr. Claude Andreoni e il Dr. Thomas
Meier (Svizzera), presentano due casi
di incremento e inserimento di impianto in zona estetica.
Nella preservazione della cresta
prima dell’inserimento dell’impianto,
­G eistlich Bio-Oss ® Collagen si è
dimostrato particolarmente pratico,
perché può essere introdotto
nell’alveolo in modo molto semplice.
Nel caso di impianto e incremento
simultaneo, gli esperti utilizzano
­
­Geistlich Bio-Oss® Pen, che con il suo
pratico applicatore permette di
applicare i ­
g ranuli dell’esatta
consistenza e senza disperdere il
materiale.
›› Mantenimento di oltre il 90 % del
volume iniziale
›› Prevenzione di problemi estetici,
fonetici e igienici
›› E’ possibile inserire l’impianto
anche dopo diversi anni
Il depliant illustra le basi scientifiche,
la procedura passo per passo e un caso
clinico dettagliato di questo tipo di
trattamento.
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Geistlich Pharma AG
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6
I clienti iscritti al Programma di raccolta delle
Schede di Indicazioni Cliniche riceveranno gli
aggiornamenti gratuitamente e direttamente
nel loro studio!
« Questo
approccio unisce
bassa invasività
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guadagno di
volume. »
Dr. Mauro Merli, Italia
Per informazioni contatti il suo Responsabile di zona Geistlich o scriva a [email protected]
28
Geistlich News 02 | 2014
Geistlich News 02 | 2014
29
Geistlich Pharma
Geistlich Pharma
« La scienza era la sua vita »:
Dr. Peter Geistlich (1927–2014)
Dr. Andreas Geistlich
Presidente del Consiglio di amministrazione Ed. Geistlich Söhne AG
Dr. Peter Geistlich –
scienziato, imprenditore e
uomo straordinario
Se dovessi riassumere in una sola frase
l’operato imprenditoriale del Dr. Peter
Geistlich, direi: « ha dato inizio a una
nuova era per l’azienda Geistlich
Pharma e ha posto pietre miliari nella
medicina rigenerativa ». Una definizione
tuttavia troppo riduttiva agli occhi di
chi, invece, ha conosciuto da vicino il
suo straordinario modo di fare e di
essere. Nel 1954, sessant’anni fa, dopo
aver conseguito il titolo di dottore in
ingegneria chimica presso il Politecnico
federale di Zurigo, Peter Geistlich entrò
a far parte dell’impresa svizzera a
conduzione familiare Geistlich e poco
30
Geistlich News 02 | 2014
dopo venne nominato membro del
consiglio di amministrazione. Nel
dopoguerra, epoca di grande progresso
tecnologico e crescita economica, la
nostra azienda produceva colla, gelatina
e concimi su vasta scala.
Peter Geistlich iniziò a lavorare presso
la sede svizzera di Wolhusen nel
­settore dei prodotti farmaceutici, dove
venivano realizzati preparati ­antibiotici
e prodotti a base di calcio e si commercializzavano, su licenza, prodotti di
­terzi. Ben presto e con molta ­creatività
iniziò a ricercare nuovi prodotti. Già
nel 1959 Peter Geistlich stese un pri-
mo brevetto relativo a un principio
­attivo contro la tubercolosi. Negli anni
Settanta ampliò l’offerta aziendale con
cosmetici e prodotti medici per l’igiene
personale. Nel 1974 successe al padre
Paul Geistlich alla presidenza del
­consiglio di amministrazione.
Se da un lato negli anni Sessanta
l’azienda visse momenti di grande
splendore, dall’altro dovette affrontare
anche crisi e tempi difficili. Per esempio,
furono venduti il ramo dei concimi e la
linea cosmetica Mediline, mentre la
produzione di gelatine cadde in declino.
Ma Peter Geistlich non si scoraggiò. Al
contrario, continuò a guardare avanti
con grande entusiasmo, inventando
sempre nuovi prodotti. In questo poté
sempre contare sull’appoggio e sulla
presenza di sua moglie Annemarie e di
tutta la sua famiglia.
Negli anni Ottanta, con l’ingresso
dell’azienda nell’ingegneria medica,­
Peter Geistlich ne determinò la
trasformazione da impresa industriale a
impresa tecnologica. Alla base di
questo importante sviluppo vi furono le
conoscenze approfondite di Peter
Geistlich su ossa e tessuti, l’amicizia e
la collaborazione scientifica con i
professori Myron Spector dell’Università
di Harvard e Philip J. Boyne della Loma
Linda University negli Stati Uniti,
ricordati oggi dalla Philip J. Boyne and
Peter Geistlich Professorship e dalla
Osteo Science Foundation istituita nel
2013.
A quel tempo, Philip Boyne stava
cercando un materiale per innesto
osseo da impiegare nella chirurgia orale
e maxillo-facciale. Peter Geistlich ebbe
l’idea di produrre qualcosa di altamente
tecnologico e innovativo direttamente
dalle ossa e di realizzarlo a livello
industriale e su ampia scala. Infatti, i
nuovi prodotti Geistlich Bio-Oss® e
Geistlich Bio-Gide® per la formazione
ossea dimostrarono presto la loro
efficacia nell’applicazione sulla
mascella. Si trattava di una vera e
propria rivoluzione nel settore, poiché
improvvisamente si potevano utilizzare
impianti laddove fino a quel momento
non era stato possibile a causa della
sottigliezza della mascella. Grazie ai
nuovi prodotti Geistlich, i dentisti
ottennero risultati più soddisfacenti
anche dal punto di vista estetico. Da
allora, Geistlich si è affermata come
leader mondiale nell’odontoiatria
rigenerativa e ogni anno i suoi prodotti
registrano oltre un milione di
applicazioni.
Questa storia costellata di successi
è stata riconosciuta anche pubblicamente con la duplice assegnazione
del premio per l’innovazione della­
Svizzera centrale a Geistlich Pharma.
Poco ­p rima della sua scomparsa,­
Peter Geistlich è stato insignito del
­Distinguished Humanitarian Award
dalla Loma Linda University: un
g randissimo onore che ne ha
­
­riconosciuto l’instancabile impegno
per il bene dei pazienti.
Nel corso degli anni, Peter Geistlich ha
esteso il concetto di biorigenerazione
dell’organismo a nuovi ambiti, come la
rigenerazione dei tessuti molli e il
t rattamento di difetti cartilaginei­
­
in ­o rtopedia. Il suo interesse era
rivolto soprattutto ai principi attivi
f armacologici e, in particolare, al
­
Taurolin, una sostanza ad azione
­
­battericida che, come si è scoperto in
seguito, mostra effetti importanti
­anche contro il cancro. Peter Geistlich
credeva in questo farmaco e, fino
all’ultimo, ha sempre cercato di
­favorirne il successo.
La scienza era la sua vita: con oltre 140
brevetti concessi, Peter Geistlich ha ben
documentato il proprio talento nella
ricerca. Per sondare le nuove frontiere
della rigenerazione e renderle accessibili
ai professionisti del settore, in
collaborazione con l’azienda Peter
Geistlich ha istituito la fondazione
Osteology nel 2003. Ha sempre
ritenuto fondamentale il confronto con
gli altri scienziati e non ha mai amato
essere al centro dell’attenzione. Il detto
« Fai del bene e parlane » per Peter
Geistlich non valeva. Lui faceva sì del
bene, ma con modestia e riservatezza.
Peter Geistlich aveva le proprie idee e
accettava anche altre idee da
­perseguire con una certa libertà. Ma
alla fine ogni prodotto doveva essere
scientificamente testato e ­incontestabile,
altrimenti Peter Geistlich poneva il
proprio veto. Questa scientificità è
­diventata il marchio di fabbrica della
nostra azienda proprio come la
­precisione è il tratto distintivo di un
orologio svizzero. Geistlich è riconosciuta sul mercato per la sua eccellente
reputazione a livello scientifico e, in
questo, riflette perfettamente il
­carattere di Peter Geistlich.
Peter Geistlich era un uomo carismatico
e allegro, buono ma anche deciso.
­Lasciava ai propri collaboratori ampio
spazio d’azione ma non perdeva
mai il controllo della situazione. Si
­preoccupava sempre che tutto andasse
bene per i ­propri collaboratori. Così, per
assicurare il loro futuro, si era adoperato
sin dall’inizio per una previdenza
professionale. Inoltre, era sempre
presente ­quando c’era bisogno di lui. Non
dimenticheremo mai la sua umanità e il
suo ­impegno. Il carattere cordiale e i
valori aziendali che ha determinato sono
tutt’ora apprezzati e rispettati dai
­collaboratori, dai partner e dagli scienziati
sia in Svizzera che all’estero.
1
2
1 Dr. Peter Geistlich
2 Dr. Peter Geistlich (a sinistra) con il
Prof. Christoph Hämmerle, Presidente della
Osteology Foundation
Anche se Peter Geistlich non è più con
noi, tutte queste esperienze e conquiste
continueranno a vivere. Una volta
Martin Luther King disse: « E se anche
sapessi che domani finisce il mondo,
oggi stesso pianterei il mio alberello
di mele ». Peter Geistlich pensava
esattamente lo stesso. Infatti, con
grande gioia ed entusiasmo, ha sempre
investito moltissimo nella ricerca
mostrando interesse per i risultati
raggiunti fino all’ultimo giorno. Il suo
amato parco a Wolhusen, in cui solo lo
scorso novembre aveva piantato una
sequoia, ci ricorderà per sempre
quest’uomo straordinario.
Geistlich News 02 | 2014
31
Osteology FOUNDATION
Ostelogy FOUNDAtion
Efficace collaborazione
in Parodontologia
La Osteology Foundation supporta
la ricerca sulla peri-implantite
News e
appuntamenti
Dr. Heike Fania
Intervista del Dr. Kay Horsch
SIMPOSI NAZIONALI
Osteology 2014 – 2015
Esperti internazionali si
sono incontrati per quattro
giorni in occasione del 10°
Workshop Europeo di
Parodontologia, organizzato
in collaborazione con la
Osteology Foundation
e l’European Federation of
Peridontology.
con la collaborazione della Osteology
Foundation e della European Federation
of Peridontology (EFP), sono stati
analizzati recenti studi da tre gruppi di
lavoro, che hanno discusso le possibilità
di trasferire le conoscenze scientifiche
nella pratica clinica. I temi più importanti
sono stati la guarigione delle ferite e la
rigenerazione dei tessuti molli, l’efficacia
clinica di diverse opzioni di trattamento
e le tecniche chirurgiche.
I risultati dell’intenso studio e delle
approfondite discussioni nell’ambito dei
gruppi di lavoro sono stati otto articoli,
ora pubblicati nel Journal of Clinical
Periodontolgy 1 e scaricabili dal sito della
rivista.
Germania, Baden-Baden
18–19 settembre 2015
Brasile, San Paolo
30 settembre 2015
Italia, Firenze
1–3 ottobre 2015
www.osteology.org/education/
national-symposia
NUOVI OSTEOLOGY GRANTS:
VIA ALLE CANDIDATURE!
La Osteology Foundation
offre, a partire dall’autunno
del 2014, ancora più
programmi per la promozione
della ricerca: oltre ai già
esistenti Advanced
Researcher Grants e Young
Researcher Grants, verranno
conferiti per la prima volta
anche i Large Clinical
Grants per i progetti di
ricerca clinica maggiori, e le
Scholarships, destinati a
consentire a giovani
ricercatori di trascorrere
12 mesi in un gruppo di
ricerca selezionato.
Sul sito web della Osteology
Foundation, si trovano
ulteriori informazioni sugli
Osteology Grants e sulle
modalità di candidatura.
La prossima deadline è il
1° dicembre 2014.
Riferimenti bibliografici
1 J Clin Periodontol 2014; 41 Suppl. 15, S1–S142.
Foto: EFP
Dal 10 al 13 novembre 2013, in
­occasione del 10° Workshop Europeo
di Parodontologia, si sono riuniti a
La Granja de San Ildefonso (Spagna)
circa 60 chirurghi parodontologi,
­ricercatori, medici e biologi di spicco.
In occasione del workshop, organizzato
Russia, Mosca
25–26 ottobre 2014
www.osteology.org/grants/
researcher-grants
Uno degli obiettivi della
Osteology Foundation
è quello di formare i
­ricercatori nella ­metodologia
scientifica. Il Prof. Frank
Schwarz (Germania) spiega
in un’intervista che cosa
offre la Fondazione sul
tema della peri-implantite.
Professor Schwarz, la peri-implantite
è secondo Lei un importante tema di
ricerca?
Prof. Schwarz: Senza dubbio. L’eziologia
delle infezioni peri-implantari è multicausale. È un grande mosaico, che
dobbiamo faticosamente comporre
mediante ulteriori ricerche. Il continuo
sviluppo dei materiali, delle superfici e
del design dell’impianto impegnerà
anche le future generazioni di
ricercatori.
Lei stesso è impegnato da molti anni
su questo tema. Vede dei progressi
allo stato attuale della ricerca?
Prof. Schwarz: Certamente uno dei più
grandi progressi negli ultimi anni è
­stato l’innalzamento della consapevolezza per questo problema clinico.
L’argomento non è più un tabù e ora
garantisce un grande richiamo tra i
partecipanti di tutti i congressi.
La ricerca negli ultimi anni ha prodotto
anche delle raccomandazioni molto
preziose per la terapia. Sappiamo che
il trattamento delle peri-implantiti
deve essere per lo più chirurgico,
poiché un intervento non chirurgico ha
successo solo in casi eccezionali.
La Osteology Foundation offre libri
sulla « Best-Practice » e corsi sulla
metodica di ricerca. C’è forse già una
« Best Practice » per la ricerca sulla
peri-implantite?
Prof. Schwarz: Proprio per questo
settore sono disponibili modelli di
studio preclinici e clinici consolidati,
validati e superbamente documentati.
Essi richiedono tuttavia grande perizia,
che i ricercatori ricevono, ad esempio,
attraverso le attività della Fondazione.
Che cosa raccomanderebbe ai
giovani ricercatori che desiderano
lavorare in questo campo?
Prof. Schwarz: La raccomandazione ­è
chiarissima: sviluppo delle competenze
attraverso una rete di collaborazioni.
Soprattutto in questo campo si deve
ricorrere a tutto l’attuale potenziale
per un approccio interdisciplinare alla
ricerca.Il tema purtoppo è ancora
impopolare per molte aziende e anche
per alcuni esperti, serve avere la scorza
Il Prof. Frank Schwarz durante l’intervista
dura. Un motivo in più per effettuare
la ricerca in questa direzione.
In che maniera la Osteology
Foundation supporta la ricerca in
questo campo?
Prof. Schwarz : La Fondazione offre
d elle possibilità sia ai giovani
­
­ricercatori sia ai gruppi di lavoro
­già­consolidati: da un lato, con i libri
sulla « Best ­Practice » e la Osteology
Research Academy, molto ­interessanti
per i ­ricercatori; dall’altro con il
­supporto finanziario ai progetti di
­ricerca.
Uno studio del nostro gruppo di lavoro
sul tema delle peri-implantiti, ad
­esempio, è stato promosso e persino
insignito del premio Miller della S­ ocietà
Tedesca di Odontostomatologia.
I partecipanti al 10° Workshop Europeo di Parodontologia.
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Geistlich News 02 | 2014
Geistlich News 02 | 2014
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italia.
NEWS DALLE Filiali
Preservare la cresta in zona estetica
non è mai stato così… coinvolgente!
Geistlich Biomaterials Italia
L’estrazione dentale rientra
tra gli interventi di routine
di dentisti e chirurghi
orali, ma la preservazione
della cresta è diventata
solo di recente un tema di
interesse. Geistlich ha
lanciato un’interessante
iniziativa per far conoscere
questo approccio e
coinvolgere i professionisti
in un modo nuovo e attuale.
Nelle zone ad alta valenza estetica, il
desiderio di una riabilitazione
­p ossibilmente rapida è comune e
­richiede particolare attenzione. In v­ ista
del posizionamento di un impianto, il
tessuto molle del contorno alveolare
può essere gestito attraverso la
­mobilizzazione di un lembo o con
l’applicazione di un innesto di tessuto
prelevato dal palato in modo da
­permettere la guarigione per prima
­intenzione. Queste metodiche possono
però limitare il risultato estetico o
comportare una maggiore morbilità
per il paziente. Un’alternativa recente
è la matrice in collagene Geistlich
­M ucograft ® Seal che, insieme al
­sostituto osseo Geistlich Bio‑Oss®
­Collagen, rappresenta una soluzione
pratica e veloce per soddisfare le
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Geistlich News 02 | 2014
e­ sigenze dei pazienti che desiderano
un risultato estetico e al contempo
evitare trattamenti dolorosi.
La combinazione ideale
Negli alveoli estrattivi, Geistlich
Bio‑Oss® Collagen è di facile impiego
grazie alla sua modellabilità e fornisce
il sostegno ideale per la rigenerazione
ossea; la matrice Geistlich Mucograft ®
Seal è disegnata per chiudere gli ­alveoli
e si intergra perfettamente nel tessuto molle, permettendo una guarigione
­rapida e ottimale. La matrice può
­essere utilizzata al posto di un innesto
di tessuto autologo, evitando il ­prelievo
del tessuto dal palato e la morbilità ad
esso correlata.
Condivida e voti i casi
clinici!
Geistlich ha lanciato un'interessante
iniziativa per far ­conoscere questo
approccio e ­coinvolgere i professionisti
in modo nuovo e attuale.
Fino al 31 dicembre 2014 chi ha scelto
Geistlich Bio-Oss® Collagen e ­Geistlich
Mucograft® Seal per la propria terapia
rigenerativa potrà entrare in modo
esclusivo nella community Geistlich su
Facebook e diventare protagonista sul
prossimo numero di Geistlich News.
Il caso clinico più votato sarà
selezionato per una pubblicazione su
questa rivista. La aspettiamo!
Regolamento e dettagli nella sezione News di
www.geistlich.it e sulla pagina Facebook di
Geistlich Biomaterials Italia
Geistlich News 02 | 2014
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NEWS DALLE Filiali
NEWS DALLE Filiali
Sempre al vostro fianco con la
migliore formazione
Il nuovo programma scientifico di
Osteology Firenze 2015
Geistlich Biomaterials Italia
Geistlich Biomaterials Italia
Un anno insieme a voi, ricco
di soddisfazioni
Con il concludersi del I° semestre 2014
Geistlich Biomaterials Italia conferma
ancora una volta il proprio successo in
ambito educativo–culturale. Si è infatti
distinta per l’organizzazione di oltre
180 corsi propri o in collaborazione con
le principali Associazioni e Società
Scientifiche Odontoiatriche Italiane,
Università e Centri di Ricerca. E’ stata
inoltre in prima linea a sostegno del
progetto SidP « Qualità e sicurezza in
Terapia Parodontale e Implantare », un
percorso che offre al professionista un
modello organizzativo per lo studio per
garantire ai pazienti gli standard minimi
di sicurezza e qualità delle prestazioni
chirurgiche. Sono oltre 100 i corsi già
pianificati in numerose città italiane.
2015 tutto da scoprire
Il programma culturale per il 2015 è già
pronto nelle sue linee generali:
comprende eventi esclusivi, corsi di
altissimo livello sia teorici che pratici,
relatori eccellenti. L’anteprima delle
attività è presentata nella tabella qui a
fianco.
Dopo il successo di quest’anno, gli
appuntamenti di carattere multi­
­
disciplinare ed interattivo guidati da­
P. Cortellini, M. Merli e M. Tonetti
­verranno programmati anche per il
2015. Un momento di confronto e
­dibattito consapevole tra ­professionisti
di settori disciplinari diversi ha
rappresentato uno spunto costruttivo,
che si desidera riproporre in formati
simili in varie sedi del territorio
nazionale.
I programmi di tutoring one to one,
concepiti quali percorsi formativi
disegnati sulle esigenze specifiche del
singolo, sono sempre disponibili e
pianificabili contattando l’Ufficio
Eventi.
Tutti i dettagli più aggiornati su attività e iniziative
sono sempre disponibili sul sito www.geistlich.it
Senza spostarsi dallo studio,
le risorse online
Progetto prestigioso e strumento di
supporto nella pratica quotidiana il
portale Regeneration Focus: la prima
community di informazione e
aggiornamento dedicata alla chirurgia
­rigenerativa orale e maxillo-facciale.
Regeneration Focus è l’alternativa per
chi desidera essere informato sulle
­novità del mondo scientifico e clinico
senza spostarsi dal proprio studio:
filmati, casi clinici, letteratura e molte
opportunità di confronto, con la
­supervisione di un comitato s­ cientifico
d’eccezione:­M. Chiapasco, T. ­Testori e
G. Zucchelli.
Venga a trovarci su www.regenerationfocus.it!
Corsi Teorico-Pratici sulle tecniche chirurgiche con dissezioni anatomiche
La ricostruzione dei tessuti duri e molli periimplantari per ottimizzare estetica, funzione e
ridurre l’incidenza di complicanze. Arezzo, 14–16 maggio 2015 | M. Chiapasco, M. Roccuzzo
Percorsi Formativi
Tutoring annuale in Implantologia, Chirurgia Rigenerativa e Mucogengivale. Corso teoricopratico con Live Surgery. Catania, Gennaio – Dicembre 2015 | P. Casentini, S. Piano, F.
Torsello, A. Schönenberger
Chirurgia Plastica Parodontale e Rigenerativa su denti e impianti. Padova, Febbraio–
Maggio 2015 | F. Cairo
Implantologia e Chirurgia rigenerativa. Percorso formativo con Live Surgery. Milano,
Gennaio–Giugno 2015 | M. Chiapasco, P. Casentini
La terapia parodontale: Chirurgia rigenerativa e mucogengivale. Torino, Febbraio–
Settembre 2015 | D. Cardaropoli
Corsi teorici e con Live Surgery
Chirurgia plastica dei tessuti molli in area estetica: dalla gestione delle recessioni gengivali
al trattamento dei difetti ossei verticali. Bologna, 26–27 Marzo 2015 | G. Zucchelli
La gestione del sito post-estrattivo: un approccio contemporaneo. Corso teorico-pratico
con Live surgery. Roma, 13-14 Febbraio 2015 | D. Cardropoli
Corsi Teorico – Pratici con Esercitazioni su preparato animale
Sono già in fermento i
lavori per realizzare un’altra
grande edizione del
­Simposio nazionale della
Osteology Foundation
in Italia, appuntamento
che si terrà a Firenze
dal 1 al 3 ottobre 2015.
Ospitato dallo storico Palazzo dei
Congressi, Osteology Firenze si
prefigge di lanciare un formato nuovo
e interattivo, nonché di reale utilità
pratica. « I grandi dubbi clinici: abbiamo
risposte? » è il titolo che lascia
facilmente intuire l’obiettivo da
raggiungere.
I chairmen scientifici ci hanno anticipato
i punti forti di questa quinta edizione
italiana.
« Cari colleghi,
l’odontoiatria del terzo millennio sta
correndo fra grandi innovazioni
­scientifico-cliniche e tanti dubbi e
­contraddizioni. Mai come oggi il gap
fra « scienza » e « arte » ha causato
­dibattiti e contrasti. Questo certamente favorisce lo sviluppo della
­nostra professione, ma può generare
confusione e incertezza.
Questa quinta edizione di Osteology,
da sempre evento di eccellenza in
medicina rigenerativa, vuole fornire un
contributo al confronto corretto fra
posizioni a volte contrastanti su alcuni
aspetti critici nel vasto campo di
applicazione della terapia parodontale
e implantare. L’obiettivo è quello di dare
risposte ad alcuni « grandi dubbi clinici »
e di rendere fruibili ai partecipanti
informazioni chiare da applicare in
studio lunedì mattina.
Il programma scientifico è strutturato
in 5 sessioni pensate per dibattere
argomenti di grande attualità e ricchi di
controversie. In ogni sessione due
Relatori di fama internazionale
presenteranno aspetti diversi e a volte
contrastanti dell’argomento a loro
assegnato. Al termine di ogni sessione
un moderatore di grande prestigio e
competenza piloterà un’ampia
discussione coinvolgendo il pubblico
mediante un sistema interattivo.
Il simposio si chiuderà con una
­sessione plenaria interattiva in cui i
moderatori riassumeranno brevemente
le conclusioni del dibattito ­d elle
rispettive sessioni e le discuteranno
con tutti i partecipanti.
Il simposio sarà preceduto da una
giornata di grandissimo valore clinicoscientifico dedicata alle più attuali
metodiche di controllo delle parodontiti
e al problema sempre più pressante
delle peri-implantiti.
Vi aspettiamo! »
Pierpaolo Cortellini, Myron Nevins,
Massimo Simion
Pierpaolo Cortellini
Myron Nevins
Massimo Simion
Concetti clinici per aumentare la predicibilità in chirurgia parodontale rigenerativa ed
estetica. Parma, 12–13 Giugno 2015 | A. Sculean
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Geistlich News 02 | 2014
Geistlich News 02 | 2014
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Intervista
Kapiteltitel LoreM
Il numero 1 | 15
uscirà a maggio 2015.
Focus
Grandi incrementi ossei
Che fare in presenza di grandi difetti ossei
mascellari?
Journal Club
I tessuti molli
Gli studi principali sulla la corretta gestione
della gengiva
Il Dr. Stephen Chen è
un parontologo che esercita
nuovi scenari
privatamente a Melbourne,
Rigenerazione dei nervi centrali
Australia. Ha presieduto
Sembra ora possibile ciò che era un’utopia:
guarire la paraplegia
la Scientific Program
Committee al Simposio
Ginevra, dove lo abbiamo
incontrato per un aperitivo.
Due chiacchiere con
Stephen Chen
Intervista di Verena Vermeulen e Reto Falk
Quale giorno della Sua vita
professionale l’ha influenzata di più?
Dr. Chen: Piuttosto che particolari
­singoli momenti sono state più le
­persone o gli incontri a influenzarmi.
Un esempio è be rappresentato
dall'incontro casuale con ­C hrister
Dahlin all’inizio degli anni ’90 a
Filadelfia, in un autobus per i
partecipanti a un congresso. Lui non
mi ­conosceva, ma ci siamo intrattenuti
a parlare e il risultato è stato la
nostra pubblicazione congiunta sulla
­gestione degli alveoli estrattivi.
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Geistlich News 02 | 2014
Ha mai rimpianto di essere diventato
un odontoiatra?
Dr. Chen: No, mai. Dopo aver studiato
per due anni Odontoiatria sono
­passato a Medicina. Ma non mi è
mai piaciuta, anche se Medicina
godeva ­sicuramente di un’ottima
considerazione. Così ho fatto domanda
per ­ritornare a Odontoiatria. Non mi
sono mai pentito di questo passo. E
­nemmeno della mia specializzazione in
Parodontologia. Il modo di pensare
dei parodontologi ha veramente
rivoluzionato l’Implantologia.
Foto: Thomas Gerber
mondiale ITI 2014 svoltosi a
Se avesse a disposizione molti fondi
per la ricerca, come li spenderebbe?
Dr. Chen: Rimarrei nell’ambito
dell’odontoiatria rigenerativa per
continuare la ricerca su come
semplificare la terapia per i pazienti.
Abbiamo ancora bisogno in molte
situazioni di osso e tessuti molli
autologhi; il superamento di questa
necessità costituisce un obiettivo
importante.
Un Suo hobby che quasi nessuno
conosce?
Dr. Chen: Tutta la mia famiglia va pazza
per il football e per il calcio. E noi tutti
amiamo la musica. Personalmente
canto in un coro e i miei figli sono
degli ottimi musicisti. La musica è un
fantastico fattore di equilibrio.
Maggiori informazioni su
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Geistlich News 02 | 2014
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Produttore
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