OSSERVATORIO ASTRONOMICO GALILEO

OSSERVATORIO ASTRONOMICO GALILEO
GALILEI
28019 SUNO (NO) - Tel. 032285181 - 032285210
apansuno @ tiscalinet.it
www.apan.it
BOLLETTINO N. 229
Mercoledì 21 ottobre 2009,dopo le ore 21, in osservatorio, per i tradizionali incontri del terzo
mercoledì di ogni mese, si parlerà sul tema; La materia oscura, misteriosa e sfuggevole.
Al termine, se il cielo sarà sereno, si potranno effettuare delle osservazioni al telescopio.
La Luna sarà di tre giorni dopo il novilunio, per cui non sarà visibile come una sottile falce appena
dopo il tramonto e calerà presto. Data la sua assenza nel corso della serata, si potranno osservare gli
oggetti del cielo profondo quali l'ammasso globulare M 13 in Ercole e la nebulosa anulare della Lira, la
nebulosa planetaria M27 Dum Bell nella Vulpecola, la galassia M31 in Andromeda, il doppio ammasso
del Perseo, la nebulosa M1 nel Toro oltre a tutte le costellazioni tipiche del cielo autunnale.
Giove sarà visibile tutta la notte nella costellazione del Capricorno a poca distanza da Nettuno.
Saturno, Mercurio e Venere sorgeranno al mattino prima del Sole nella costellazione della Vergine.
Marte sarà visibile prima di mezzanotte nella costellazione del Cancro È ancora poco luminoso
(magnitudine 0.9) e con un diametro apparente di poco più di 6 secondi d’arco in quanto si trova ad
una distanza di 192 milioni di chilometri dalla Terra. Difficilmente si potranno scorgere dei particolari
della usa superficie. Nei prossimi mesi si avvicinerà sempre più e diventerà sempre più luminoso.
RECENSIONI
Autori Vari
IL CIELO
Un libro per tutti.
Dimensioni: 28x22 - pagine:95 - € 8,26
Editore: De Agostini collana Discovery/Ragazzi 2007
Questo volume, ricco di illustrazioni, didascalie e
schede tecniche di facile ed immediata lettura e
comprensione è dedicato principalmente ai ragazzi più
giovani e a tutti coloro che per la prima volta intendono
avvicinarsi all’Astronomia con un approccio “soft”.
Gli argomenti spaziano dall’origine dell’Universo al
Sistema Solare con dettagliate informazioni su Luna,
Sole e Pianeti supportate da illustrazioni di ottima
qualità, dall’osservazione e contemplazione visuale
del cielo stellato agli strumenti per l’astronomia, tanto
amatoriali quanto professionali non tralasciando i
grandi nomi della Storia dell’Astronomia e una breve
ma efficace guida alle principali costellazioni.
L’ultima parte e’ interamente dedicata alle missioni che
hanno portato alla conquista dello spazio e gettato le
basi all’astronautica moderna.
(a cura di Corrado Pidò)
MERIDIANE E QUADRANTI SOLARI
Abbiamo visto nel precedente bollettino il
secondo quadrante di Ameno.
Raggiungiamo la Chiesa di Santa Maria
Assunta presso il Cimitero dove sono
visibili i resti di un quadrante solare ,
consistenti in un riquadro nell'intonaco,
uno stilo normale e qualche traccia di linee
orarie italiche.
(a cura di Salvatore Trani)
OSSERVATORIO ASTRONOMICO CODDENHAM
Coddenham Osservatorio Astronomico U.K. - 52o 08 '43 "N - 01o 07' 43" E
Il piccolo villaggio di Coddenham nel Suffolk, in Inghilterra ospita un osservatorio collegato alla rete
IAU (n. 234). Strumento principale un C 14 della Celestron e un Apogee AP/7
Numerosissime sono le scoperte di Supernove
fatte in Osservatorio.
Segnaliamo l’ultima in ordine di tempo del
18.8.2009
UGC 2773 at R.A. = 03h32m07s.24, Decl. =
+47°47'39".6 - Mag. 17,6 – Tipo II
CONSIGLI PER L’OSSERVAZIONE – OTTOBRE 2009
Acquario
Alfa – Sadalmelik – AR 22h 06m – D - 00° 19’ - Mag. 3.19 – sp. G0
Stella gialla che si trova a duna distanza di 780 anni luce e risplende come 3000 Soli.
Zeta – A.R. 22h 28m – D. – 00° 01’ – doppia separazione 2.1” – mag. 4.3-4.5 – AP° 192
Stella doppia con componenti di colore giallo. L’attuale separazione, appena superiore ai 2 secondi
d’arco sta progressivamente aumentando. A metà dell’anno 2100, in conseguenza del periodo orbitale
calcolato in 856 anni, raggiungerà i 6” d’arco.
Beta – Sadaisuud – AR 21h 31m – D - 05° 34’ - Mag. 3.07 – sp. G0
Si tratta di una supergigante gialla. Dista dalla Terra 610 anni luce e brilla come 2000 Soli.
Tau - AR 22h 48m – D - 14° 03’ - Sep. 23.7” – mag. 5.8 e 9.0 – AP° 121
E’ una coppia di stelle molto ampia con colori azzurro e giallo.
Psi - AR 23h 16m – D - 09° 05’ - Sep. 49,6” – mag. 4.2 e 10.8 – AP° 312
Viene denominata anche 91 Aquari. Gli astri giallo e blu offrono un contrasto molto interessante.
R. Aquarii - AR 23h 44m – D + 15° 17’ – tipo Mira - Mag. 5.8 -12.4 – periodo 387 gg
E’ una gigante rossa di tipo Mira, la sua luminosità
varia tra le mag. 5.8 e 12.4 in poco più di un anno.
Viene anche considerata, per le sue caratteristiche,
una stella simbiotica, ovvero un sistema formato da
due componenti: una stella piccola e calda orbitante
nell’atmosfera di una stella fredda gigante. Per
questo motivo le oscillazioni non sono del tutto
regolari e in passato si sono registrate curve di luce
anomale.
Per rintracciarla inquadrare nel campo del telescopio
la stella Omega2, spostarsi a sud di 53”, si
individuerà una stella rossa (K2) di mag. 5.26 e,
portandola al centro, 23’ a SE si troverà la variabile.
R Aquarii – Rappresentazione artistica
NGC 6981 – M 72 - A.R. 20h 53m – D. – 12° 32’ - Dimensioni 5.9’ – mag. 9.3 – Ammasso Globulare
Questo ammasso globulare dista
dalla Terra 56.000 anni luce. Con
piccoli telescopi appare come una
stella
sfuocata,
con
grandi
strumenti invece è possibile
osservare le stelle della periferia,
che si attestano intorno alla
magnitudine 15.
NGC 6994 – M 73 - AR 20h 59m – D - 12° 38
In questa posizione non si trova nessun
oggetto del profondo cielo, salvo un
gruppo insignificante di stelle. Con ogni
probabilità si è trattato di una cometa di
passaggio non registrata dal famoso
“cacciatore” delle vagabonde del cielo.
NGC 7009 - AR 21h 04m – D - 11° 22 - Dimensioni 30x25” – mag. 8.3
Nebulosa planetaria che si può
scorgere vicino a NGC 6981 (M72)
oppure a 1.3° a ovest di Nu Acquarii di
mag. 4.5. La planetaria è di piccole
dimensioni ed è soprannominata
“Saturn Nebula” per la barra trasversale
che la fa assomigliare al pianeta con gli
anelli. Il nome le è stato attribuito da
Lord Rosse. Dista 2900 anni luce e la
stella centrale di mag. 12 risulta difficile
da osservare; la sua temperatura
superficiale è di 55.000° K.
NGC 7089 - M 2 - AR 21h 33m – D - 00° 49’ - Dimensioni 12.9’ – mag. 6.4
Ammasso globulare tra i più ricchi e
compatti. Con binocoli e piccoli
strumenti assomiglia a una stella
nebbiosa per la forte concentrazione
delle sue stelle. Rivela invece tutta
la sua bellezza se viene osservato
con strumenti di buon livello. Gli astri
periferici più luminosi sono di mag.
14-15. Sito in una zona povera di
stelle, può essere rintracciato circa 5
gradi a nord di Beta Aquari. La sua
distanza è stimata in 37.000 anni
luce e dovrebbe contenere almeno
100 mila stelle.
Ngc 7293 – AR 22h 29m D – 20° 48’ - Dimensioni 12x10’ – mag. 7.3
Si tratta della famosa nebulosa planetaria
“Helix nebula” (nebulosa elica). Questo
oggetto celeste detiene alcuni primati: è la
più vicina al sistema solare (la distanza è
stimata tra 150 e 450 anni luce); è la più
estesa che si conosca (0,25° - metà della
Luna). La sua estensione ne pregiudica
però la visione in quanto la luce risulta
distribuita su una superficie molto vasta.
Si trova a latitudine molto bassa e per
vederla occorre un buon binocolo o uno
strumento a grande campo con ridotti
ingrandimenti e soprattutto un cielo buio.
La stella centrale, di mag. 13.6, può
essere osservata con un telescopio da 20
cm di diametro. Per localizzarla si può
partire dalla stella Ipsilon e spostarsi verso
ovest di 1.1°.
Stelle cadenti – Acquaridi
Questo sciame si può osservare tra la metà di luglio e il 10 agosto, l’attività è più intensa verso la fine
di luglio. Il radiante si trova vicino alla stella Delta e ha un massimo di circa 40 meteore all’ora.
UN PLANETARIO IN ASSOCIAZIONE
Una delle iniziative che sta portando aventi l’Associazione è quella di costruire un planetario ad uso
didattico per i soci, scolaresche ed appassionati. Una struttura di questo genere permetterebbe anche
di svolgere l’opera di divulgazione con tempo nuvoloso. Molti incontri infatti vengono rimandati proprio
per le cattive condizioni del tempo.
Dotarsi di un Planetario non è cosa semplice perché oltre alla ovvia necessità di poter disporre di una
somma adeguata per la costruzione dell’edificio e per l’acquisto della macchina di proiezione, richiede
anche di preparare un certo numero di persone perché possano illustrare durante le proiezioni i
movimenti del cielo, la sua storia, le caratteristiche geografiche e altre notizie legate al firmamento.
In attesa di far partire il progetto, ci siamo dotati di una piccola struttura di base con la quale
cominciare ad acquisire le necessarie conoscenze operative. Il proiettore e la cupola di tre metri di
diametro è stata collocata provvisoriamente nella sala conferenze dell’Osservatorio, dove si sta
testando la macchina e si cominceranno ad analizzare le sue possibilità operative.
RICOSTRUITO IL VOLTO DI COPERNICO
Il confronto fra il Dna di un cranio rinvenuto nel 2005 in una tomba nella cattedrale di Frombock, in
Polonia, e quello di nove capelli ritrovati nel libro appartenuto e frequentemente consultato da
Copernico, il «Calendarium Romanum Magnum» di Johannes Stoeffler, del 1518, ha consentito a
un’equipe di studiosi polacchi e svedesi di stabilire con certezza che il cranio apparteneva al grande
astronomo polacco.
Di Copernico (Mikolaj Kopernik, 1473-1543), che per primo comprese che è la terra a orbitare attorno
al sole e non viceversa – si sapeva che era stato sepolto a Frombock, ma si ignorava dove e anche in
che data.
Nel 2005, durante una ristrutturazione nella cattedrale, il
prof. Jerzy Gassowski dell’Istituto polacco di antropologi e
archeologia di Pultusk, ritrovò, fra diversi altri resti, un
cranio e qualche altro osso e si pensò alla possibilità che
potesse trattarsi dei resti di Copernico. «Ora abbiamo la
certezza che il cranio scoperto a Frombock è quello di
Niccolò Copernico», ha dichiarato (nel novembre 2008) ai
giornalisti Gassowski. A permettere il confronto della
sequenza del Dna sono stati i «preziosissimi» capelli
ritrovati fra le pagine del manuale.
«Quando il vescovo di Frombock – ha detto Gassowski –
mi ha chiesto di riprendere le ricerche, ero molto scettico.
Il compito mi pareva impossibile. Centinaia di resti sono
infatti sepolti nella cattedrale di Frombock. Ma gli storici
già sapevano che verso la fine della sua vita Copernico fu
canonico nella cattedrale e gli fu affidata la custodia dell’altare di Sant'Andrea (oggi della Santa Croce)
e hanno ipotizzato che i suoi resti fossero stati inumati in quello stesso altare. Lì furono infatti ritrovati i
resti di 13 persone, fra cui il cranio di un settantenne. E Copernico morì a 70 anni. «Ora costruiremo la
tomba di Copernico nella cattedrale per commemorare questa illustre figura storica», ha concluso
Gassowski.
La Kronenberg Foundation di Varsavia ha così provveduto a ricostruire il volto dello scienziato. Per
ulteriori informazioni si veda: Storica Ottobre 2009 – “Il vero Copernico svelato dal DNA”, pag. 14 e 15
BOLIDE SU GRONINGEN
Astronomy Picture of The Day (APOD) è un archivio redatto a partire dal 1995 da Robert Nemiroff e
Jerry Bonnell. L’archivio APOD contiene la più grande raccolta di immagini astronomiche ed ognuna di
esse è corredata da una breve descrizione fatta da esperti. Per visionare l’archivio basta digitare in
internet la sigla “APOD” e di seguito l’indice.
Bolide passato martedì 13.10.2009
sulla città di Groningen. Il bolide,
splendente come la luna piena, è stato
avvistato anche nei Paesi Bassi e in
Germania intorno alle ore 17:00 TU.
Fenomeno accompagnato da boom
sonici e da rombi, la meteora si è
spezzata in frammenti luminosi,
lasciando un persistente fumo sul
percorso. Anche se ci sono bolidi di
questo genere molto luminosi che
entrano nell’atmosfera del pianeta
Terra ogni giorno, gli avvistamenti
sono relativamente rari, perché molto
spesso si verificano sugli oceani, in
zone disabitate o di giorno.
GALASSIA DI ANDROMEDA – M 31
La galassia M 31 di
Andromeda - foto di
Corrado Pidò del
14.10.2009
Canon EOS 20 – 120
sec. A 800/1600 Iso –
In parallelo con il
rifrattore
dell’Osservatorio
ASTRONOMI DEL PASSATO
Ottaviano Fabrizio Mossotti
(Novara, 17 aprile 1791 – Pisa, 20 marzo 1863) è stato un matematico, fisico e astronomo italiano.
Dopo gli studi secondari a Novara, frequentò l’Università di Pavia,
dove fu allievo di Vincenzo Brunacci e si laureò con il massimo dei
voti il 6 giugno 1811. Dopo un paio di anni trascorsi all’Università di
Pavia come “uditore”, nel 1813 cominciò a lavorare all’Osservatorio
astronomico di Brera, dove ebbe i primi successi scientifici. Nel 1823,
quando la polizia austriaca ebbe notizia di suoi contatti con seguaci di
Filippo Buonarroti, fu costretto ad espatriare: prima in Svizzera, poi a
Londra ed infine, nel 1827, a Buenos Aires. In Argentina svolse
un’intensa attività come astronomo, topografo, matematico, fisico e
meteorologo. Nel 1835 tornò in Italia, ma dopo che il governo
pontificio ebbe ritirato la sua nomina a direttore dell’Osservatorio di
Bologna, accettò una cattedra presso l’Università Jonia di Corfù
Dopo i primi lavori di idraulica (settore al quale era stato avviato dal maestro Brunacci e sul quale
sarebbe tornato negli anni successivi), ebbe i primi risultati di rilievo nel campo della meccanica
celeste, elaborando un metodo più semplice di quelli allora noti per determinare le orbite dei corpi
celesti sulla base di quattro osservazioni.
Trattò il problema delle interazioni molecolari proponendo un
modello capace di spiegare vari fenomeni e in particolare le
proprietà dei dielettrici. Il modello, secondo il quale l’etere che
circonda le molecole, condensandosi in modo asimmetrico, le
polarizza, fu ripreso da Rudolf Clausius, portando all’equazione
di Clausius-Mossotti. Nel campo dell’ottica elaborò una teoria
delle aberrazioni che fu applicata da Giovanni Battista Amici
nella costruzione di efficienti strumenti ottici.
Monumento a Ottaviano Fabrizio Mossotti a Pisa
LCROSS – UN IMPATTO SULLA LUNA PER NIENTE SPETTACOLARE
Anche senza grandi esplosioni e getti di materiale espulso, l’impatto di LCROSS (Lunar Crater
Remote Observation and Sensing Satellite) all’interno di un cratere sempre in ombra della Luna può
essere considerato un successo. Sebbene i mass media siano rimasti delusi dalla mancanza di
immagini spettacolari, i responsabili della missione garantiscono che gli obiettivi scientifici sono stati
completamente raggiunti. Non sono tanto le immagini a contenere le informazioni sull’eventuale
presenza di ghiaccio d’acqua sul fondo del cratere colpito, quanto la grande mole di dati spettroscopici
raccolti, la cui lunga e laboriosa analisi permetterà forse di risolvere questo dilemma.
In realtà gli impatti sono stati due. Il
primo da parte dell’ultimo stadio del
razzo Atlas V Centaur, la cui massa era
di 2.300 kg, che ha colpito la superficie
lunare alla velocità di circa 9.000 km/h.
La sonda LCROSS ha seguito di pochi
minuti la sorte del primo impattore,
schiantandosi a poca distanza. In questo
breve lasso di tempo con gli strumenti di
bordo LCROSS ha raccolto immagini e
dati spettroscopici sul flash luminoso
prodotto al momento della collisione e
sulla materia sollevata
Immagine della zona in cui si è
schiantato sulla Luna ripresa dalla sonda
LCROSS durante l’avvicinamento.
Per chi s’aspettava un grande botto è stata una delusione. Niente colonne di polvere lunare. Niente
lampi molto luminosi. Alle 13 e 31 (ora italiana) del 9 ottobre, quando è avvenuto l’impatto, anche i più
potenti telescopi basati a terra non sono stati in grado di rilevare alcunché. Ma se dal punto di vista
spettacolare questo “esperimento” è stato un fallimento, per la scienza senza dubbio no. Si sperava di
riuscire a osservare una colonna di polvere lunare, alta alcuni chilometri, sollevarsi dalla zona
dell’impatto, invece niente. L’ipotesi più probabile è che la sonda abbia colpito un’area rocciosa
anziché ricoperta di polveri e detriti. Ma forse le analisi dei dati raccolti potrebbero rilevare tracce
d’acqua. Per avere la conferma si tratta di attendere alcuni giorni.
Immagine infrarossa ripresa da LCROSS
dell’impatto dell’ultimo stadio del razzo
Atlas Centaur. Le due immagini in basso
mostrano un ingrandimento del flash
prodotto al momento della collisone con
la superficie lunare.
I dati raccolti in precedenza da alcune
sonde sembrano dirci che sulla Luna
esiste l’acqua ed i luoghi dove più
probabilmente possiamo trovarla è sul
fondo dei crateri da impatto presenti nelle
regioni polari che non sono mai illuminati
dal Sole. Per accertare questa ipotesi la
NASA ha lanciato questa missione. E
proprio all’interno di uno di questi crateri,
denominato Cabeus, nella regione polare
meridionale della Luna, sono andat i a
schiantarsi il razzo e la LCROSS. Proprio all’interno di Cabeus nei mesi scorsi la sonda LRO (Lunar
Reconnaissance Orbiter) aveva rilevato tracce di idrogeno un indicatore della possibile presenza di
acqua. Adesso, dentro Cabeus c’è un nuovo piccolo cratere di circa 20 metri di diametro, ma, a
differenza degli altri, è artificiale perché prodotto da un manufatto costruito dall’uomo.Che il ghiaccio
lunare sia importante è fuori discussione. La Luna sarà la prima tappa nella ripresa della conquista
umana dello spazio: gli Stati Uniti sperano di ritornarci entro il 2020. Poi verrà il turno di Marte. Ma
colonizzare il nostro satellite non sarà semplice. Meno materiale ci si porta al seguito, meglio è. Quindi
avere a disposizione in loco l’acqua rappresenterebbe un indiscutibile vantaggio.
10.10.2009 – Fonte Focus.it
FLY ME TO THE MOON
Il cratere Cabeus
Situato nei pressi del polo sud lunare troviamo il cratere Cabeus. Si pensa che la sua formazione
possa risalire al periodo Pre-Nectariano (da -4.55 miliardi di anni a -3.92 miliardi di anni) e si tratta di
una formazione circolare con versanti abbastanza scoscesi, pareti alte e fondo piatto. La sua
posizione rende impossibile calcolare la sua profondità mentre il suo diametro è di circa un centinaio
di Km. Il periodo migliore per l’osservazione è 3 giorni dopo il Primo Quarto oppure 2 giorni dopo
l'Ultimo Quarto.
Alcuni dati:
Longitudine: 35.5° Ovest
Latitudine: 84.9° Sud
Quadrante: Sud-Ovest
Area: Bordo Meridionale della Luna
Origine del nome:
Dettagli: Niccolo Cabeo
Fisico italiano del 17° secolo nato in Italia
Nato a: Ferrara nel 1586
Morto a: Genova nel 1650
Fatti notevoli: Gesuita. Studi sul magnetismo. Autore di 'Philosophia Magnetica' nel 1629.
Autore del nome: (??)
Nome dato da Langrenus: Nome non assegnato
Nome dato da Hevelius: Nome non assegnato
Nome dato da Riccioli: Nome non assegnato
Lo strumento minimo per poter osservare questa formazione è un telescopio da 50mm. Nelle immagini
possiamo vedere una ripresa a largo campo del polo sud lunare e in dettaglio la zona ingrandita del
cratere Cabeus dove lo scorso 9 Ottobre 2009 la Nasa ha effettuato degli esperimenti facendo
impattare lo stadio “Centaurus” della missione LCROOS con lo scopo di individuare acqua
intrappolata e congelata nel suolo lunare.
Davide Crespi
LE GRANDI COMETE DEL PASSATO
La cometa del 1801 e la diatriba sulla priorità della scoperta
Sulla cometa del 1801 esiste una breve memoria di Messier, letta il 26 messidoro dell'anno IX (15
luglio 1801) all'Istituto Nazionale di scienze, lettere e belle arti, e riportata nelle Memoire de l'Institut
des sciences, lettres et arts; Sciences Matematiques et Phisiques, Tomo VI, pag. 62 La traduzione (il
più possibile letterale) di quanto riportato é la seguente:
Il 23 messidoro (12 Luglio) verso le 10 1/2 di sera ho scoperto una cometa molto debole in luminosità,
tra la Giraffa e la testa della Grande Orsa; apparve tra due stelle stimate di ottava grandezza. Ho
comparato la cometa a queste due stelle e ho riconosciuto, grazie alle mie osservazioni, che in 41
minuti la cometa aveva percorso 24' e 45" in ascensione retta, secondo l'ordine dei segni, e 6' 38" in
declinazione, scendendo verso l'equatore. L'indomani, 24 messidoro, fui avvertito dal Sig. Bouvard,
che venne da me, che egli aveva egualmente scoperto la cometa, all'incirca alla stessa ora mia. La
osservò al meridiano, sotto il polo, e mi ha riferito la sua osservazione; eccola: Passaggio al meridiano
alle 11h 57' 49" (tempo vero); ascensione retta stimata 110° 15' e declinazione 69° 30' boreale. Mi
annuncia nello stesso tempo che il Sig. Mechain l'aveva egualmente scoperta da lui verso la stessa
ora.
Fino qui niente di nuovo, molto spesso le comete sono state scoperte contemporaneamente da più
persone e la cosa potrebbe lasciare indifferenti se non fosse per quanto scrive Lalande in
Connnaissance de Tems pour XIII° Annèe, nell'articolo intitolato Histoire de l'astronomie pour l'annèe
IX (1801) pag.415.
Il 12 luglio, alla sera, i cittadini Messier, Mèchain e Bouvard, hanno trovato, ciascuno dalla sua parte,
una piccola cometa presso la testa della grande Orsa; e parve che essa fosse stata vista, la notte
precedente, dal cittadino Pons, portiere dell'osservatorio di Marsiglia, secondo la testimonianza del
direttore Thulis. Il bureau des longitudes ha aggiudicato a Pons i 600 franchi che aveva depositato
presso un notaio per colui che scopriva una cometa; avendo i tre astronomi di Parigi giudicato essi
stessi che l'artista doveva essere incoraggiato.
Fin quì quanto riporta Lalande: mi permetto di fare qualche considerazione.
E' da notare che mentre Lalande premette ai cognomi il tititolo cittadino come prescritto dalle norme
rivoluzionarie, Messier (che pubblica la memoria nel 1806), sia tornato all'appellativo di Signor.;
Napoleone ha cancellato la norma rivoluzionaria.
Il 1801 é il primo anno del secolo XIX e probabilmente il premio era stato istituito per la scoperta della
prima cometa del secolo.
A parte la notevole freddezza del racconto di Messier, che ha ormai più di 70 anni e non vede certo di
buon occhio che la priorità di una sua scoperta sia messa in dubbio, mi sembra di vedere i tre
astronomi che fanno a gara a dire "A me i soldi non interessano, ma l'ho vista prima io", mentre invece
ciascuno spera di incassare il premio.
La comunicazione di Thulis deve essere stata un'autentica doccia fredda; a malincuore secondo me
lasciano che il premio venga assegnato a Pons, un artista, vale a dire un dilettante fortunato, anche se
da incoraggiare.
Così comincia a 39 anni la carriera di Pons. E' il momento in cui idealmente Messier e Mechain
passano il testimone all'astronomo che ha scoperto più comete (addirittura in 12 mesi, tra agosto 1826
e agosto1827, ne ha scoperte 5).
La comunicazione di Mechain
Sulla stessa cometa esiste una lettera di annuncio della scoperta da parte di Mechain sotto forma di
lettera al ministro dell'interno dell'epoca, pubblicata sul "Moniteur Universel" . La riporto integralmente
in francese.
Méchain, de l’Institut national, au Ministre de l’Intérieur.
Paris, à l’Observatoire national, le 24 messidor, an IX de la République française.Citoyen Ministre
L’intérêt que vous prenez au rétablissement de l’Observatoire, et les puissants moyens que vous nous
procurez pour le mettre en état de rivaliser avec les plus célèbres de l’Europe, me font un devoir de
vous faire part de la découverte qui y a été faite hier au soir. Vers les dix heures, j’ai aperçu une
comète dans la partie boréale du ciel, au-dessous du pôle, et entre la constellation de la Girafe et de
la Grande Ourse, très près de la tête de celle-ci. La comète n’était point perceptible à la vue simple ;
elle n’était même que très faible dans la lunette ; elle n’a point de queue ou de tramée de lumière ; elle
se montre comme une simple nébuleuse, dont le diamètre n’est pas de plus de 2 à 3 minutes, un peu
plus lumineuse vers le centre que vers les bords, qui sont très diffus ou non terminés. D’après mes
observations, cette comète était à 12 heures de temps moyen, à 111 degrés 14 minutes d’ascension
droite, et à 69 degrés 31 minutes de déclinaison boréale. Cette époque est à peu près son passage
au méridien inférieur, où elle avait 28 degrés et demi de hauteur sur l’horizon ; il paraît qu’elle descend
vers le midi de trois degrés environ en 24 heures, et qu’elle marche rapidement vers l’orient. Ce
premier jour d’observation ne peut faire connaître si elle s’approche ou non de la terre. Je vais la
suivre longuement, et dès que j’en aurai assez d’observations pour déterminer son orbite, pour savoir
si elle doit se montrer sous des apparences remarquables, j’aurai l’honneur de vous adresser les
résultats de mes recherches.
Si vous présumez, Citoyen Ministre, que l’annonce de l’apparition de ce nouvel astre puisse mériter
l’attention du Premier Consul, c’est à vous qu’il appartient de la lui présenter. C’est la troisième
comète que j’ai découverte à l’Observatoire national depuis que je suis rentré, après avoir terminé la
portion de la mesure de la méridienne dont j’ai eu l’honneur d’être chargé ; et c’est en tout la
douzième comète que j’ai rencontrée sans en avoir eu l’avis de personne, depuis que je m’occupe de
cette partie de l’astronomie.
Le citoyen Bouvard, adjoint au Bureau des Longitudes, qui réside aussi à l’Observatoire, et y suit avec
zèle le cours des observations journalières et fondamentales, a découvert hier la même comète de
son côté, à peu près en même temps que moi, et sans nous être communiqués.
Salut et respect .Méchain
[lettre publiée par Chaptal, ministre de l’Intérieur, dans le Moniteur Universel du 28 messidor an IX, n°
298]
LE COSTALLAZIONI CHE NON CI SONO PIÙ
Le costellazioni hanno subito variazioni e modifiche nel corso dei secoli, alcune sono nate in epoche
medioevale e altre sono definitivamente scomparse nei secoli successivi.
Emisfero boreale: Oca
Fu creata da Hevelius, fu poi assorbita
dalla Volpetta, la cui stella "alfa" ancora
oggi si chiama "Anser"
Fonte UAI
Hanno collaborato:
Silvano Minuto
Salvatore Trani
Corrado Pidò
Davide Crespi
Vittorio Sacco