OSSERVATORIO ASTRONOMICO GALILEO GALILEI 28019 SUNO (NO) - Tel. 032285181 - 032285210 apansuno @ tiscalinet.it www.apan.it BOLLETTINO N. 229 Mercoledì 21 ottobre 2009,dopo le ore 21, in osservatorio, per i tradizionali incontri del terzo mercoledì di ogni mese, si parlerà sul tema; La materia oscura, misteriosa e sfuggevole. Al termine, se il cielo sarà sereno, si potranno effettuare delle osservazioni al telescopio. La Luna sarà di tre giorni dopo il novilunio, per cui non sarà visibile come una sottile falce appena dopo il tramonto e calerà presto. Data la sua assenza nel corso della serata, si potranno osservare gli oggetti del cielo profondo quali l'ammasso globulare M 13 in Ercole e la nebulosa anulare della Lira, la nebulosa planetaria M27 Dum Bell nella Vulpecola, la galassia M31 in Andromeda, il doppio ammasso del Perseo, la nebulosa M1 nel Toro oltre a tutte le costellazioni tipiche del cielo autunnale. Giove sarà visibile tutta la notte nella costellazione del Capricorno a poca distanza da Nettuno. Saturno, Mercurio e Venere sorgeranno al mattino prima del Sole nella costellazione della Vergine. Marte sarà visibile prima di mezzanotte nella costellazione del Cancro È ancora poco luminoso (magnitudine 0.9) e con un diametro apparente di poco più di 6 secondi d’arco in quanto si trova ad una distanza di 192 milioni di chilometri dalla Terra. Difficilmente si potranno scorgere dei particolari della usa superficie. Nei prossimi mesi si avvicinerà sempre più e diventerà sempre più luminoso. RECENSIONI Autori Vari IL CIELO Un libro per tutti. Dimensioni: 28x22 - pagine:95 - € 8,26 Editore: De Agostini collana Discovery/Ragazzi 2007 Questo volume, ricco di illustrazioni, didascalie e schede tecniche di facile ed immediata lettura e comprensione è dedicato principalmente ai ragazzi più giovani e a tutti coloro che per la prima volta intendono avvicinarsi all’Astronomia con un approccio “soft”. Gli argomenti spaziano dall’origine dell’Universo al Sistema Solare con dettagliate informazioni su Luna, Sole e Pianeti supportate da illustrazioni di ottima qualità, dall’osservazione e contemplazione visuale del cielo stellato agli strumenti per l’astronomia, tanto amatoriali quanto professionali non tralasciando i grandi nomi della Storia dell’Astronomia e una breve ma efficace guida alle principali costellazioni. L’ultima parte e’ interamente dedicata alle missioni che hanno portato alla conquista dello spazio e gettato le basi all’astronautica moderna. (a cura di Corrado Pidò) MERIDIANE E QUADRANTI SOLARI Abbiamo visto nel precedente bollettino il secondo quadrante di Ameno. Raggiungiamo la Chiesa di Santa Maria Assunta presso il Cimitero dove sono visibili i resti di un quadrante solare , consistenti in un riquadro nell'intonaco, uno stilo normale e qualche traccia di linee orarie italiche. (a cura di Salvatore Trani) OSSERVATORIO ASTRONOMICO CODDENHAM Coddenham Osservatorio Astronomico U.K. - 52o 08 '43 "N - 01o 07' 43" E Il piccolo villaggio di Coddenham nel Suffolk, in Inghilterra ospita un osservatorio collegato alla rete IAU (n. 234). Strumento principale un C 14 della Celestron e un Apogee AP/7 Numerosissime sono le scoperte di Supernove fatte in Osservatorio. Segnaliamo l’ultima in ordine di tempo del 18.8.2009 UGC 2773 at R.A. = 03h32m07s.24, Decl. = +47°47'39".6 - Mag. 17,6 – Tipo II CONSIGLI PER L’OSSERVAZIONE – OTTOBRE 2009 Acquario Alfa – Sadalmelik – AR 22h 06m – D - 00° 19’ - Mag. 3.19 – sp. G0 Stella gialla che si trova a duna distanza di 780 anni luce e risplende come 3000 Soli. Zeta – A.R. 22h 28m – D. – 00° 01’ – doppia separazione 2.1” – mag. 4.3-4.5 – AP° 192 Stella doppia con componenti di colore giallo. L’attuale separazione, appena superiore ai 2 secondi d’arco sta progressivamente aumentando. A metà dell’anno 2100, in conseguenza del periodo orbitale calcolato in 856 anni, raggiungerà i 6” d’arco. Beta – Sadaisuud – AR 21h 31m – D - 05° 34’ - Mag. 3.07 – sp. G0 Si tratta di una supergigante gialla. Dista dalla Terra 610 anni luce e brilla come 2000 Soli. Tau - AR 22h 48m – D - 14° 03’ - Sep. 23.7” – mag. 5.8 e 9.0 – AP° 121 E’ una coppia di stelle molto ampia con colori azzurro e giallo. Psi - AR 23h 16m – D - 09° 05’ - Sep. 49,6” – mag. 4.2 e 10.8 – AP° 312 Viene denominata anche 91 Aquari. Gli astri giallo e blu offrono un contrasto molto interessante. R. Aquarii - AR 23h 44m – D + 15° 17’ – tipo Mira - Mag. 5.8 -12.4 – periodo 387 gg E’ una gigante rossa di tipo Mira, la sua luminosità varia tra le mag. 5.8 e 12.4 in poco più di un anno. Viene anche considerata, per le sue caratteristiche, una stella simbiotica, ovvero un sistema formato da due componenti: una stella piccola e calda orbitante nell’atmosfera di una stella fredda gigante. Per questo motivo le oscillazioni non sono del tutto regolari e in passato si sono registrate curve di luce anomale. Per rintracciarla inquadrare nel campo del telescopio la stella Omega2, spostarsi a sud di 53”, si individuerà una stella rossa (K2) di mag. 5.26 e, portandola al centro, 23’ a SE si troverà la variabile. R Aquarii – Rappresentazione artistica NGC 6981 – M 72 - A.R. 20h 53m – D. – 12° 32’ - Dimensioni 5.9’ – mag. 9.3 – Ammasso Globulare Questo ammasso globulare dista dalla Terra 56.000 anni luce. Con piccoli telescopi appare come una stella sfuocata, con grandi strumenti invece è possibile osservare le stelle della periferia, che si attestano intorno alla magnitudine 15. NGC 6994 – M 73 - AR 20h 59m – D - 12° 38 In questa posizione non si trova nessun oggetto del profondo cielo, salvo un gruppo insignificante di stelle. Con ogni probabilità si è trattato di una cometa di passaggio non registrata dal famoso “cacciatore” delle vagabonde del cielo. NGC 7009 - AR 21h 04m – D - 11° 22 - Dimensioni 30x25” – mag. 8.3 Nebulosa planetaria che si può scorgere vicino a NGC 6981 (M72) oppure a 1.3° a ovest di Nu Acquarii di mag. 4.5. La planetaria è di piccole dimensioni ed è soprannominata “Saturn Nebula” per la barra trasversale che la fa assomigliare al pianeta con gli anelli. Il nome le è stato attribuito da Lord Rosse. Dista 2900 anni luce e la stella centrale di mag. 12 risulta difficile da osservare; la sua temperatura superficiale è di 55.000° K. NGC 7089 - M 2 - AR 21h 33m – D - 00° 49’ - Dimensioni 12.9’ – mag. 6.4 Ammasso globulare tra i più ricchi e compatti. Con binocoli e piccoli strumenti assomiglia a una stella nebbiosa per la forte concentrazione delle sue stelle. Rivela invece tutta la sua bellezza se viene osservato con strumenti di buon livello. Gli astri periferici più luminosi sono di mag. 14-15. Sito in una zona povera di stelle, può essere rintracciato circa 5 gradi a nord di Beta Aquari. La sua distanza è stimata in 37.000 anni luce e dovrebbe contenere almeno 100 mila stelle. Ngc 7293 – AR 22h 29m D – 20° 48’ - Dimensioni 12x10’ – mag. 7.3 Si tratta della famosa nebulosa planetaria “Helix nebula” (nebulosa elica). Questo oggetto celeste detiene alcuni primati: è la più vicina al sistema solare (la distanza è stimata tra 150 e 450 anni luce); è la più estesa che si conosca (0,25° - metà della Luna). La sua estensione ne pregiudica però la visione in quanto la luce risulta distribuita su una superficie molto vasta. Si trova a latitudine molto bassa e per vederla occorre un buon binocolo o uno strumento a grande campo con ridotti ingrandimenti e soprattutto un cielo buio. La stella centrale, di mag. 13.6, può essere osservata con un telescopio da 20 cm di diametro. Per localizzarla si può partire dalla stella Ipsilon e spostarsi verso ovest di 1.1°. Stelle cadenti – Acquaridi Questo sciame si può osservare tra la metà di luglio e il 10 agosto, l’attività è più intensa verso la fine di luglio. Il radiante si trova vicino alla stella Delta e ha un massimo di circa 40 meteore all’ora. UN PLANETARIO IN ASSOCIAZIONE Una delle iniziative che sta portando aventi l’Associazione è quella di costruire un planetario ad uso didattico per i soci, scolaresche ed appassionati. Una struttura di questo genere permetterebbe anche di svolgere l’opera di divulgazione con tempo nuvoloso. Molti incontri infatti vengono rimandati proprio per le cattive condizioni del tempo. Dotarsi di un Planetario non è cosa semplice perché oltre alla ovvia necessità di poter disporre di una somma adeguata per la costruzione dell’edificio e per l’acquisto della macchina di proiezione, richiede anche di preparare un certo numero di persone perché possano illustrare durante le proiezioni i movimenti del cielo, la sua storia, le caratteristiche geografiche e altre notizie legate al firmamento. In attesa di far partire il progetto, ci siamo dotati di una piccola struttura di base con la quale cominciare ad acquisire le necessarie conoscenze operative. Il proiettore e la cupola di tre metri di diametro è stata collocata provvisoriamente nella sala conferenze dell’Osservatorio, dove si sta testando la macchina e si cominceranno ad analizzare le sue possibilità operative. RICOSTRUITO IL VOLTO DI COPERNICO Il confronto fra il Dna di un cranio rinvenuto nel 2005 in una tomba nella cattedrale di Frombock, in Polonia, e quello di nove capelli ritrovati nel libro appartenuto e frequentemente consultato da Copernico, il «Calendarium Romanum Magnum» di Johannes Stoeffler, del 1518, ha consentito a un’equipe di studiosi polacchi e svedesi di stabilire con certezza che il cranio apparteneva al grande astronomo polacco. Di Copernico (Mikolaj Kopernik, 1473-1543), che per primo comprese che è la terra a orbitare attorno al sole e non viceversa – si sapeva che era stato sepolto a Frombock, ma si ignorava dove e anche in che data. Nel 2005, durante una ristrutturazione nella cattedrale, il prof. Jerzy Gassowski dell’Istituto polacco di antropologi e archeologia di Pultusk, ritrovò, fra diversi altri resti, un cranio e qualche altro osso e si pensò alla possibilità che potesse trattarsi dei resti di Copernico. «Ora abbiamo la certezza che il cranio scoperto a Frombock è quello di Niccolò Copernico», ha dichiarato (nel novembre 2008) ai giornalisti Gassowski. A permettere il confronto della sequenza del Dna sono stati i «preziosissimi» capelli ritrovati fra le pagine del manuale. «Quando il vescovo di Frombock – ha detto Gassowski – mi ha chiesto di riprendere le ricerche, ero molto scettico. Il compito mi pareva impossibile. Centinaia di resti sono infatti sepolti nella cattedrale di Frombock. Ma gli storici già sapevano che verso la fine della sua vita Copernico fu canonico nella cattedrale e gli fu affidata la custodia dell’altare di Sant'Andrea (oggi della Santa Croce) e hanno ipotizzato che i suoi resti fossero stati inumati in quello stesso altare. Lì furono infatti ritrovati i resti di 13 persone, fra cui il cranio di un settantenne. E Copernico morì a 70 anni. «Ora costruiremo la tomba di Copernico nella cattedrale per commemorare questa illustre figura storica», ha concluso Gassowski. La Kronenberg Foundation di Varsavia ha così provveduto a ricostruire il volto dello scienziato. Per ulteriori informazioni si veda: Storica Ottobre 2009 – “Il vero Copernico svelato dal DNA”, pag. 14 e 15 BOLIDE SU GRONINGEN Astronomy Picture of The Day (APOD) è un archivio redatto a partire dal 1995 da Robert Nemiroff e Jerry Bonnell. L’archivio APOD contiene la più grande raccolta di immagini astronomiche ed ognuna di esse è corredata da una breve descrizione fatta da esperti. Per visionare l’archivio basta digitare in internet la sigla “APOD” e di seguito l’indice. Bolide passato martedì 13.10.2009 sulla città di Groningen. Il bolide, splendente come la luna piena, è stato avvistato anche nei Paesi Bassi e in Germania intorno alle ore 17:00 TU. Fenomeno accompagnato da boom sonici e da rombi, la meteora si è spezzata in frammenti luminosi, lasciando un persistente fumo sul percorso. Anche se ci sono bolidi di questo genere molto luminosi che entrano nell’atmosfera del pianeta Terra ogni giorno, gli avvistamenti sono relativamente rari, perché molto spesso si verificano sugli oceani, in zone disabitate o di giorno. GALASSIA DI ANDROMEDA – M 31 La galassia M 31 di Andromeda - foto di Corrado Pidò del 14.10.2009 Canon EOS 20 – 120 sec. A 800/1600 Iso – In parallelo con il rifrattore dell’Osservatorio ASTRONOMI DEL PASSATO Ottaviano Fabrizio Mossotti (Novara, 17 aprile 1791 – Pisa, 20 marzo 1863) è stato un matematico, fisico e astronomo italiano. Dopo gli studi secondari a Novara, frequentò l’Università di Pavia, dove fu allievo di Vincenzo Brunacci e si laureò con il massimo dei voti il 6 giugno 1811. Dopo un paio di anni trascorsi all’Università di Pavia come “uditore”, nel 1813 cominciò a lavorare all’Osservatorio astronomico di Brera, dove ebbe i primi successi scientifici. Nel 1823, quando la polizia austriaca ebbe notizia di suoi contatti con seguaci di Filippo Buonarroti, fu costretto ad espatriare: prima in Svizzera, poi a Londra ed infine, nel 1827, a Buenos Aires. In Argentina svolse un’intensa attività come astronomo, topografo, matematico, fisico e meteorologo. Nel 1835 tornò in Italia, ma dopo che il governo pontificio ebbe ritirato la sua nomina a direttore dell’Osservatorio di Bologna, accettò una cattedra presso l’Università Jonia di Corfù Dopo i primi lavori di idraulica (settore al quale era stato avviato dal maestro Brunacci e sul quale sarebbe tornato negli anni successivi), ebbe i primi risultati di rilievo nel campo della meccanica celeste, elaborando un metodo più semplice di quelli allora noti per determinare le orbite dei corpi celesti sulla base di quattro osservazioni. Trattò il problema delle interazioni molecolari proponendo un modello capace di spiegare vari fenomeni e in particolare le proprietà dei dielettrici. Il modello, secondo il quale l’etere che circonda le molecole, condensandosi in modo asimmetrico, le polarizza, fu ripreso da Rudolf Clausius, portando all’equazione di Clausius-Mossotti. Nel campo dell’ottica elaborò una teoria delle aberrazioni che fu applicata da Giovanni Battista Amici nella costruzione di efficienti strumenti ottici. Monumento a Ottaviano Fabrizio Mossotti a Pisa LCROSS – UN IMPATTO SULLA LUNA PER NIENTE SPETTACOLARE Anche senza grandi esplosioni e getti di materiale espulso, l’impatto di LCROSS (Lunar Crater Remote Observation and Sensing Satellite) all’interno di un cratere sempre in ombra della Luna può essere considerato un successo. Sebbene i mass media siano rimasti delusi dalla mancanza di immagini spettacolari, i responsabili della missione garantiscono che gli obiettivi scientifici sono stati completamente raggiunti. Non sono tanto le immagini a contenere le informazioni sull’eventuale presenza di ghiaccio d’acqua sul fondo del cratere colpito, quanto la grande mole di dati spettroscopici raccolti, la cui lunga e laboriosa analisi permetterà forse di risolvere questo dilemma. In realtà gli impatti sono stati due. Il primo da parte dell’ultimo stadio del razzo Atlas V Centaur, la cui massa era di 2.300 kg, che ha colpito la superficie lunare alla velocità di circa 9.000 km/h. La sonda LCROSS ha seguito di pochi minuti la sorte del primo impattore, schiantandosi a poca distanza. In questo breve lasso di tempo con gli strumenti di bordo LCROSS ha raccolto immagini e dati spettroscopici sul flash luminoso prodotto al momento della collisione e sulla materia sollevata Immagine della zona in cui si è schiantato sulla Luna ripresa dalla sonda LCROSS durante l’avvicinamento. Per chi s’aspettava un grande botto è stata una delusione. Niente colonne di polvere lunare. Niente lampi molto luminosi. Alle 13 e 31 (ora italiana) del 9 ottobre, quando è avvenuto l’impatto, anche i più potenti telescopi basati a terra non sono stati in grado di rilevare alcunché. Ma se dal punto di vista spettacolare questo “esperimento” è stato un fallimento, per la scienza senza dubbio no. Si sperava di riuscire a osservare una colonna di polvere lunare, alta alcuni chilometri, sollevarsi dalla zona dell’impatto, invece niente. L’ipotesi più probabile è che la sonda abbia colpito un’area rocciosa anziché ricoperta di polveri e detriti. Ma forse le analisi dei dati raccolti potrebbero rilevare tracce d’acqua. Per avere la conferma si tratta di attendere alcuni giorni. Immagine infrarossa ripresa da LCROSS dell’impatto dell’ultimo stadio del razzo Atlas Centaur. Le due immagini in basso mostrano un ingrandimento del flash prodotto al momento della collisone con la superficie lunare. I dati raccolti in precedenza da alcune sonde sembrano dirci che sulla Luna esiste l’acqua ed i luoghi dove più probabilmente possiamo trovarla è sul fondo dei crateri da impatto presenti nelle regioni polari che non sono mai illuminati dal Sole. Per accertare questa ipotesi la NASA ha lanciato questa missione. E proprio all’interno di uno di questi crateri, denominato Cabeus, nella regione polare meridionale della Luna, sono andat i a schiantarsi il razzo e la LCROSS. Proprio all’interno di Cabeus nei mesi scorsi la sonda LRO (Lunar Reconnaissance Orbiter) aveva rilevato tracce di idrogeno un indicatore della possibile presenza di acqua. Adesso, dentro Cabeus c’è un nuovo piccolo cratere di circa 20 metri di diametro, ma, a differenza degli altri, è artificiale perché prodotto da un manufatto costruito dall’uomo.Che il ghiaccio lunare sia importante è fuori discussione. La Luna sarà la prima tappa nella ripresa della conquista umana dello spazio: gli Stati Uniti sperano di ritornarci entro il 2020. Poi verrà il turno di Marte. Ma colonizzare il nostro satellite non sarà semplice. Meno materiale ci si porta al seguito, meglio è. Quindi avere a disposizione in loco l’acqua rappresenterebbe un indiscutibile vantaggio. 10.10.2009 – Fonte Focus.it FLY ME TO THE MOON Il cratere Cabeus Situato nei pressi del polo sud lunare troviamo il cratere Cabeus. Si pensa che la sua formazione possa risalire al periodo Pre-Nectariano (da -4.55 miliardi di anni a -3.92 miliardi di anni) e si tratta di una formazione circolare con versanti abbastanza scoscesi, pareti alte e fondo piatto. La sua posizione rende impossibile calcolare la sua profondità mentre il suo diametro è di circa un centinaio di Km. Il periodo migliore per l’osservazione è 3 giorni dopo il Primo Quarto oppure 2 giorni dopo l'Ultimo Quarto. Alcuni dati: Longitudine: 35.5° Ovest Latitudine: 84.9° Sud Quadrante: Sud-Ovest Area: Bordo Meridionale della Luna Origine del nome: Dettagli: Niccolo Cabeo Fisico italiano del 17° secolo nato in Italia Nato a: Ferrara nel 1586 Morto a: Genova nel 1650 Fatti notevoli: Gesuita. Studi sul magnetismo. Autore di 'Philosophia Magnetica' nel 1629. Autore del nome: (??) Nome dato da Langrenus: Nome non assegnato Nome dato da Hevelius: Nome non assegnato Nome dato da Riccioli: Nome non assegnato Lo strumento minimo per poter osservare questa formazione è un telescopio da 50mm. Nelle immagini possiamo vedere una ripresa a largo campo del polo sud lunare e in dettaglio la zona ingrandita del cratere Cabeus dove lo scorso 9 Ottobre 2009 la Nasa ha effettuato degli esperimenti facendo impattare lo stadio “Centaurus” della missione LCROOS con lo scopo di individuare acqua intrappolata e congelata nel suolo lunare. Davide Crespi LE GRANDI COMETE DEL PASSATO La cometa del 1801 e la diatriba sulla priorità della scoperta Sulla cometa del 1801 esiste una breve memoria di Messier, letta il 26 messidoro dell'anno IX (15 luglio 1801) all'Istituto Nazionale di scienze, lettere e belle arti, e riportata nelle Memoire de l'Institut des sciences, lettres et arts; Sciences Matematiques et Phisiques, Tomo VI, pag. 62 La traduzione (il più possibile letterale) di quanto riportato é la seguente: Il 23 messidoro (12 Luglio) verso le 10 1/2 di sera ho scoperto una cometa molto debole in luminosità, tra la Giraffa e la testa della Grande Orsa; apparve tra due stelle stimate di ottava grandezza. Ho comparato la cometa a queste due stelle e ho riconosciuto, grazie alle mie osservazioni, che in 41 minuti la cometa aveva percorso 24' e 45" in ascensione retta, secondo l'ordine dei segni, e 6' 38" in declinazione, scendendo verso l'equatore. L'indomani, 24 messidoro, fui avvertito dal Sig. Bouvard, che venne da me, che egli aveva egualmente scoperto la cometa, all'incirca alla stessa ora mia. La osservò al meridiano, sotto il polo, e mi ha riferito la sua osservazione; eccola: Passaggio al meridiano alle 11h 57' 49" (tempo vero); ascensione retta stimata 110° 15' e declinazione 69° 30' boreale. Mi annuncia nello stesso tempo che il Sig. Mechain l'aveva egualmente scoperta da lui verso la stessa ora. Fino qui niente di nuovo, molto spesso le comete sono state scoperte contemporaneamente da più persone e la cosa potrebbe lasciare indifferenti se non fosse per quanto scrive Lalande in Connnaissance de Tems pour XIII° Annèe, nell'articolo intitolato Histoire de l'astronomie pour l'annèe IX (1801) pag.415. Il 12 luglio, alla sera, i cittadini Messier, Mèchain e Bouvard, hanno trovato, ciascuno dalla sua parte, una piccola cometa presso la testa della grande Orsa; e parve che essa fosse stata vista, la notte precedente, dal cittadino Pons, portiere dell'osservatorio di Marsiglia, secondo la testimonianza del direttore Thulis. Il bureau des longitudes ha aggiudicato a Pons i 600 franchi che aveva depositato presso un notaio per colui che scopriva una cometa; avendo i tre astronomi di Parigi giudicato essi stessi che l'artista doveva essere incoraggiato. Fin quì quanto riporta Lalande: mi permetto di fare qualche considerazione. E' da notare che mentre Lalande premette ai cognomi il tititolo cittadino come prescritto dalle norme rivoluzionarie, Messier (che pubblica la memoria nel 1806), sia tornato all'appellativo di Signor.; Napoleone ha cancellato la norma rivoluzionaria. Il 1801 é il primo anno del secolo XIX e probabilmente il premio era stato istituito per la scoperta della prima cometa del secolo. A parte la notevole freddezza del racconto di Messier, che ha ormai più di 70 anni e non vede certo di buon occhio che la priorità di una sua scoperta sia messa in dubbio, mi sembra di vedere i tre astronomi che fanno a gara a dire "A me i soldi non interessano, ma l'ho vista prima io", mentre invece ciascuno spera di incassare il premio. La comunicazione di Thulis deve essere stata un'autentica doccia fredda; a malincuore secondo me lasciano che il premio venga assegnato a Pons, un artista, vale a dire un dilettante fortunato, anche se da incoraggiare. Così comincia a 39 anni la carriera di Pons. E' il momento in cui idealmente Messier e Mechain passano il testimone all'astronomo che ha scoperto più comete (addirittura in 12 mesi, tra agosto 1826 e agosto1827, ne ha scoperte 5). La comunicazione di Mechain Sulla stessa cometa esiste una lettera di annuncio della scoperta da parte di Mechain sotto forma di lettera al ministro dell'interno dell'epoca, pubblicata sul "Moniteur Universel" . La riporto integralmente in francese. Méchain, de l’Institut national, au Ministre de l’Intérieur. Paris, à l’Observatoire national, le 24 messidor, an IX de la République française.Citoyen Ministre L’intérêt que vous prenez au rétablissement de l’Observatoire, et les puissants moyens que vous nous procurez pour le mettre en état de rivaliser avec les plus célèbres de l’Europe, me font un devoir de vous faire part de la découverte qui y a été faite hier au soir. Vers les dix heures, j’ai aperçu une comète dans la partie boréale du ciel, au-dessous du pôle, et entre la constellation de la Girafe et de la Grande Ourse, très près de la tête de celle-ci. La comète n’était point perceptible à la vue simple ; elle n’était même que très faible dans la lunette ; elle n’a point de queue ou de tramée de lumière ; elle se montre comme une simple nébuleuse, dont le diamètre n’est pas de plus de 2 à 3 minutes, un peu plus lumineuse vers le centre que vers les bords, qui sont très diffus ou non terminés. D’après mes observations, cette comète était à 12 heures de temps moyen, à 111 degrés 14 minutes d’ascension droite, et à 69 degrés 31 minutes de déclinaison boréale. Cette époque est à peu près son passage au méridien inférieur, où elle avait 28 degrés et demi de hauteur sur l’horizon ; il paraît qu’elle descend vers le midi de trois degrés environ en 24 heures, et qu’elle marche rapidement vers l’orient. Ce premier jour d’observation ne peut faire connaître si elle s’approche ou non de la terre. Je vais la suivre longuement, et dès que j’en aurai assez d’observations pour déterminer son orbite, pour savoir si elle doit se montrer sous des apparences remarquables, j’aurai l’honneur de vous adresser les résultats de mes recherches. Si vous présumez, Citoyen Ministre, que l’annonce de l’apparition de ce nouvel astre puisse mériter l’attention du Premier Consul, c’est à vous qu’il appartient de la lui présenter. C’est la troisième comète que j’ai découverte à l’Observatoire national depuis que je suis rentré, après avoir terminé la portion de la mesure de la méridienne dont j’ai eu l’honneur d’être chargé ; et c’est en tout la douzième comète que j’ai rencontrée sans en avoir eu l’avis de personne, depuis que je m’occupe de cette partie de l’astronomie. Le citoyen Bouvard, adjoint au Bureau des Longitudes, qui réside aussi à l’Observatoire, et y suit avec zèle le cours des observations journalières et fondamentales, a découvert hier la même comète de son côté, à peu près en même temps que moi, et sans nous être communiqués. Salut et respect .Méchain [lettre publiée par Chaptal, ministre de l’Intérieur, dans le Moniteur Universel du 28 messidor an IX, n° 298] LE COSTALLAZIONI CHE NON CI SONO PIÙ Le costellazioni hanno subito variazioni e modifiche nel corso dei secoli, alcune sono nate in epoche medioevale e altre sono definitivamente scomparse nei secoli successivi. Emisfero boreale: Oca Fu creata da Hevelius, fu poi assorbita dalla Volpetta, la cui stella "alfa" ancora oggi si chiama "Anser" Fonte UAI Hanno collaborato: Silvano Minuto Salvatore Trani Corrado Pidò Davide Crespi Vittorio Sacco