Programma MoVimento 5 Stelle Liguria 2015

Programma MoVimento 5 Stelle Liguria 2015
STELLA 1 – SVILUPPO ECONOMICO
Premessa
Alla Liguria non mancherebbe niente per essere una Regione ricca, bella e vivibile, e alle nostre imprese non
mancano serietà, determinazione, idee e qualità per essere competitive: quindi il Movimento 5 Stelle, prima
di tutto, porta avanti la battaglia nelle istituzioni, a tutti i livelli, contro le reali cause di questa crisi; contro la
corruzione e l’illegalità ma a favore di un'economia realmente concorrenziale dove sia il merito a vincere;
contro gli sprechi di risorse ma a favore di una spesa pubblica intelligente, indirizzata a risollevare la
domanda interna; sempre ed in ogni caso, volta a privilegiare l’economia reale e le PMI contro la
speculazione finanziaria.
Purtroppo, il quadro del tessuto produttivo ligure è oggi quello conseguente ad una vera e propria
“mattanza” delle imprese di piccole dimensioni; dopo la catastrofe della Grande Industria
partecipata dallo Stato, che a queste aziende di taglia minima aveva offerto un indotto in cui
ritagliarsi interstizi di sopravvivenza più che nicchie di eccellenze.
Il quadro impone un’opera di ri-orientamento e rilancio delle attività economiche chiamando a
raccolta tutte le energie vive e rivitalizzabili della società locale (le “parti sociali”, attualmente
ridottesi a pure lobby in negoziazioni di vertice). La società del lavoro va sfidata e accompagnata. Si
potrebbe pensare al lancio di un vasto programma di investimenti pubblici in funzione anticiclica,
centrata anche sulla messa in sicurezza/valorizzazione del territorio. Ma anche sulla
riqualificazione dei mix produttivi, in partnership con le rappresentanze datoriali e dei lavoratori.
Le specializzazioni produttive vanno ridefinite valorizzando antichi “saper fare” (non è mai stato
fatto un vero censimento delle attività tradizionali in vista di una loro imprenditorializzazione
programmata e supportata: dalla gastronomia alla meccanica), così come avviando politiche
effettive (non simulate, come avviene adesso) di interscambio sistemico tra comunità locali della
scienza/tecnica e tessuto produttivo.
La presunta primazia dei porti liguri nel mediterraneo si scontra con il dato della loro perdita costante di
quote di mercato. Il problema è che non esiste una concreta “visione” prospettica per porti che –
come diceva il capo dei camalli Paride Batini – sono “delle boutiques, a fronte di quelli atlantici che
sono supermercati”. Anche se oggettive questioni di spazio ci impediranno comunque di
raggiungere le quote di traffico degli scali atlantici. Potremmo comunque aumentare
l’interdipendenza sinergica tra waterfront e hinterland, nonché quelle tra movimentazione delle
merci e loro manipolazione. Ma per tutto questo è necessaria una pianificazione attenta e di lungo
periodo, in grado di conciliare interessi troppo spesso incancreniti.
Per quel che riguarda il turismo, esso patisce di una logica di una logica di rendite acquisite –
comune a gran parte del tessuto economico ligure – che finisce per penalizzare atteggiamenti
concretamente imprenditoriali. Occorre avviare una virtuosa divisione del lavoro tra istituzione
pubblica e gli attori privati In più, ad oggi la Liguria non si promuove complessivamente e non
crea partnership con i gestori dei grandi bacini di flussi turistici (i tour operators). I soggetti privati
tendono a procedere sparpagliati, ignorando le opportunità di un associazionismo correttamente
inteso (prima di tutto per politiche di valorizzazione dell’offerta d’area).
ATTIVITA’ PRODUTTIVE e LAVORO
In Liguria la politica regionale deve sviluppare una capacità di programmazione e pianificazione
dello sviluppo che abbandoni la logica improntata alla gestione dell’emergenza per orientarsi verso
una capacità di previsione almeno decennale.
Il mantenimento dell’occupazione e lo sviluppo di nuovi posti di lavoro devono essere ispirati a
principi di equità, sviluppo sostenibile, sviluppo tecnologico, infrastrutturazione intelligente e
recupero edilizio.
Nel quadro del sostegno ad artigianato e piccola e media impresa, il candidato M5S ha sottoscritto
(con alcune osservazioni specifiche) il documento redatto da Confartigianato sulle priorità del
settore in termini di alleggerimento burocratico e fiscale, promozione e ruolo sociale di
quest'ultimo.
Programmazione economica regionale
Le politiche del lavoro devono essere governate dai principi di equità e solidarietà. Il modello di
sviluppo perpetuo e di un PIL sempre in crescita è fallito e deve essere sostituito da modelli che
abbiano altri obiettivi, prendendo in considerazione anche altri indicatori, come il PIL verde, il PIQ
prodotto interno qualità, l’HPI happy planet index.
In questa logica di sviluppo sostenibile si va ad inserire il tema della crisi industriale che attraversa
la Liguria e le sue realtà significative (soprattutto nel campo della grande industria), gli accordi di
programma non rispettati e su cui la Regione attualmente non esercita la funzione di
programmazione e controllo che gli è dovuta; la conseguente sofferenza dei lavoratori e dei
cittadini che da un lato rischiano di perdere il posto di lavoro e dall’altro si trovano a vivere in un
ambiente molto spesso inquinato e dannoso per la salute.
Vi è da un lato la necessità di promuovere un nuovo modello sviluppo, dall’altra di garantire il
lavoro ai cittadini. Il Movimento 5 Stelle in Regione si prenderà la responsabilità di affrontare le
problematiche in atto sul territorio con tutti gli strumenti a disposizione.
Sostegno alle PMI nell’accesso al credito
Si deve favorire l’accesso al credito delle piccole imprese attraverso l’utilizzo dei fondi di garanzia
regionale.
Negli appalti per servizi finanziari della Regione, vanno inseriti requisiti per le Banche e gli Istituti
Finanziari che tengano conto di quanto credito hanno erogato alle imprese e della numerosità dei
crediti erogati in modo da creare un circolo virtuoso tra gli Istituti Bancari nel ridurre il credit
crunch.
Va previsto un ufficio regionale di “europrogettazione” composto da figure competenti in termini di
diritto comunitario, così da facilitare alle imprese l'accesso ai fondi europei. Un tale ufficio,
naturalmente, potrebbe essere d'aiuto anche agli enti locali.
Va promosso il “finanziamento collettivo” (crowdfunding) per progetti sviluppati in rete.
Riduzione del carico fiscale alle PMI tramite riduzione aliquota IRAP
L’aliquota IRAP applicata in Regione Liguria è oggi del 3,9% ovvero l’aliquota massima possibile.
Occorre abbassare la pressione fiscale soprattutto per le PMI tramite la riduzione dell’aliquota IRAP,
promuovendo contemporaneamente il taglio degli sprechi.
Stimolare la diffusione dei mestieri tradizionali e artigianali
Riforma del Testo Unico in materia di artigianato (L.R. 1/2009) con la partecipazione dei diretti
interessati ovvero gli artigiani stessi.
Snellimento della burocrazia e sostegno agli start up
Le aziende fino ad oggi hanno dovuto sopportare una burocrazia che spesso ostacola o rallenta lo
sviluppo economico. Occorre snellire e abbreviare gli iter autorizzativi e di controllo, con
particolare attenzione alle imprese neonate che devono, al contrario, essere facilitate e guidate nel
complesso iter di avvio dell’attività.
Riduzione dei tempi massimi di pagamento della Regione Liguria verso i fornitori.
Attualmente le procedure amministrative per i pagamenti da parte dell'amministrazione regionale
sono troppo lunghe e complesse, obbligando, di fatto, le imprese a ricorrere al credito bancario per
evitare l'insolvenza nei confronti dei fornitori, riducendo sensibilmente il tasso di rendimento a
causa degli interessi. Si consideri, inoltre, che l'impresa deve pagare anticipi su tasse e IVA, e
contributi previdenziali ed assicurativi per i suoi dipendenti, questi ultimi vincolanti per la
riscossione del credito nei confronti dell'ente. Un sistema più efficiente di erogazione del credito da
parte della Regione garantirebbe agli istituti bancari maggiore solvibilità delle imprese che hanno
rapporti creditizi con l'amministrazione pubblica. In sostanza si chiede il rispetto della Direttiva
Comunitaria che prevede che i pagamenti per i fornitori della Pubblica Amministrazione
avvengano entro 30 giorni (al massimo 60 se le forniture riguardano il servizio sanitario)
evitando il dilatarsi del tempo tra erogazione del servizio e il momento del pagamento.
Promozione della Responsabilità sociale d’impresa
Promuovere azioni di incentivo alle imprese che applicano criteri di Responsabilità sociale
dell’impresa così come indicato dal Piano Nazionale CSR 2012-2014. Nella stessa ottica,
promuovere sgravi fiscali per le imprese e le ditte che si dimostrino attente alle problematiche
sociali della regione, dall'industria fino al piccolo esercizio che rinuncia a tenere al suo interno
slot-machine.
Sostegno alla ricerca ed allo sviluppo
Attraverso le risorse a disposizione della Regione e ad un corretto utilizzo dei Fondi Comunitari
vanno incentivate le imprese che investono in ricerca e sviluppo.
I criteri utilizzati per stabilire le modalità di accesso a tali incentivi dovranno tenere conto di
indicatori orientati alla promozione e sviluppo del benessere reale dei cittadini e del territorio. (PIL
verde, PIQ prodotto interno qualità, HPI happy planet index)
Incubatori d’impresa
Promuovere la creazione di Incubatori d'impresa no profit finanziati da istituzioni pubbliche e/o
locali. Questo strumento di sviluppo economico è progettato allo scopo di accelerare la crescita ed
il successo di iniziative imprenditoriali mediante un insieme strutturato di risorse e servizi.
Reddito di cittadinanza
Il Reddito di cittadinanza è finalizzato a contrastare la povertà, la disuguaglianza e l’esclusione
sociale nonché a favorire la promozione delle condizioni che rendono effettivo il diritto al lavoro e
alla formazione attraverso politiche finalizzate al sostegno economico e all’inserimento sociale di
tutti i soggetti in pericolo di emarginazione nella società e nel mondo del lavoro. Il Movimento 5
stelle si impegna anche in Regione a cercare le coperture e le modalità per l’attuazione di un
Reddito di Cittadinanza Regionale: il costante peggioramento della situazione della Liguria in
termini di disparità sociale evidenziato dai rilevamenti Istat dell'Indice di Gini (attualmente
terz'ultima – dati del 2012 – tra le regioni italiane dopo Sicilia e Campania) è un chiaro segnale di
come, anche a livello locale, l'adozione di politiche orientate in tal senso sia diventato urgente e
imprescindibile.
Promuovere l’uso e la diffusione del buono sconto SCEC per rafforzare l’economia locale e
aumentare il potere d’acquisto delle famiglie
Legalmente lo SCEC è un buono sconto, che lega chi lo accetta e chi lo spende. Gli SCEC sono il
simbolo concreto di un patto, stretto fra persone comuni, imprese commerciali, artigiane ed
agricole, fra professionisti ed Enti Locali, al fine di promuovere localmente lo scambio di beni e
servizi accettando una riduzione percentuale del prezzo rappresentata proprio dagli SCEC. Lo SCEC
non va a sostituire la moneta legale - l’euro, nel nostro caso - ma semplicemente la integra. Per
chi lo spende significa che si spende di meno. Esso non crea debito, come invece fa inevitabilmente
qualsiasi forma di moneta (banconota, assegno, trasferimento bancario ecc.) emessa dalle banche.
Lo SCEC è studiato per favorire l’economia locale così che il denaro torni a circolare all’interno della
comunità.
PORTI
Per mantenere un livello adeguato di competitività e di efficienza, le infrastrutture portuali liguri
devono essere sviluppate coerentemente a due principi fondamentali: un' offerta completa di
servizi portuali: non solo container, ma anche passeggeri, traghetti, RoRo-Multipurpose, prodotti
petroliferi, rinfuse liquide, rinfuse solide, attività cantieristica e riparazioni navali; la realizzazione di
infrastrutture ben bilanciate sotto tutti gli aspetti, come accessibilità marittima, tipologia e
struttura delle banchine, capacità operativa dei piazzali, accessibilità stradale e ferroviaria (basta
che uno solo di questi aspetti non sia correttamente dimensionato che la struttura diventa
inefficiente).
Possibili politiche di rilancio
Per stimolare un’inversione di rotta che permetta il rilancio dei porti liguri bisogna lavorare su due
fronti:
- Il primo è rappresentato dai criteri di finanziamento delle opere pubbliche in ambito portuale,
così come dal regime finanziario dei porti stessi;
- Il secondo è rappresentato dalla governance: le Autorità Portuali possono continuare a svolgere
un ruolo essenziale per quanto riguarda la gestione amministrativa dei porti e delle relazioni con le
parti sociali locali, mentre non sembrano né adeguatamente attrezzate, né politicamente orientate
a svolgere il necessario ruolo di interfaccia con le realtà economiche italiane.
Per questo, ferma restando l'autonomia delle singole Autorità Portuali, la Regione da parte sua
dovrebbe attivarsi per sopperire a tutti quei compiti di cui si è accennato nel precedente
capoverso, ovvero :
- Attività promozionali dei porti liguri sullo scenario nazionale e internazionale;
- Analisi della domanda e dell’offerta di servizi portuali, in termini di capacità, prezzo e qualità dei
servizi, evidenziando le aree di intervento e priorità di azioni;
- Programmazione a medio lungo termine delle infrastrutture portuali;
- Valutazione dei progetti di investimento di opere portuali e delle infrastrutture logistiche che
collegano le aree portuali dal punto di vista tecnico, economico, ambientale e sociale;
- Imponente snellimento delle procedure di sdoganamento e razionalizzazione degli spazi di
retroporto per velocizzare la partenza delle merci, anche con accordi diretti con gli operatori
ferroviari sia pubblici che privati.
POLITICHE AGRICOLE, FLORICOLTURA ALLEVAMENTO
Il settore primario occupa ancora un posto di rilievo nell'economia ligure. Le province di Savona e
Imperia impiegano il maggior numero di addetti, concentrando nell'imperiese la maggior parte del
settore floricolo e distribuendo invece più uniformemente l'agricoltura. Diffusi sul territorio della
Regione troviamo l'allevamento, in calo negli ultimi anni,
e il boschivo
: l'analisi dei dati
sulle aziende agricole in attività conferma una drammatica riduzione del loro numero nel corso del
periodo 2000-2010 (- 46%) e la necessità da parte della maggior parte di esse al ricorso di mutui o
fidi bancari.
Problematiche
I maggiori problemi avvertiti da chi opera nel settore agricolo sono riconducibili a una pressione
fiscale troppo alta, collegata a una moltitudine di normative che finiscono per costituire un
ostacolo all'attività piuttosto che una serie di reali garanzie volte a tutelare la sicurezza del
lavoratore o il corretto agire nel rispetto di regole poste per migliorare lavoro e prodotti. Le
politiche agricole inoltre sono spesso concepite per lo più nell'ottica delle grandi aziende che
operano su terreni estesi e di facile coltivazione e non anche nell'ottica del territorio ligure, dove
per ragioni morfologiche di spazi ridotti, frazionati e scoscesi è problematico lavorare la terra,
sebbene la tradizione abbia conservato la solidità dei terreni attraverso i terrazzamenti
conservando prodotti di eccellenza apprezzati in Italia e in tutto il mondo. La scollatura creatasi
negli anni tra la sensibilità politica -dal livello europeo a quello regionale- e i reali bisogni dei
coltivatori e allevatori liguri ha reso sempre più difficile la sopravvivenza delle aziende agricole,
mentre il conseguente abbandono delle campagne e l'impoverimento territoriale, a favore di una
ottusa cementificazione, ha peggiorato la qualità dei terreni rurali e urbani, con rischi a cascata per
l'ambiente che si aggiungono al danno economico e storico-culturale. E' perciò urgente bloccare
l'emorragia di posti di lavoro nel settore primario incoraggiando le nuove generazioni
a
recuperare la produttività della nostra terra persa negli anni e favorire
così
occupazione e sicurezza
ambientale
del nostro entroterra. Per la Regione
Liguria il riparto finanziario dei Psr- Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020, sarà di oltre 313
milioni di euro. E' importante che tale cospicua somma sia impiegata in maniera trasparente e
coerente con lo sviluppo di tutto il settore.
Piano di Sviluppo Rurale
Il Piano di Sviluppo Rurale costituisce uno strumento fondamentale per sostenere lo sviluppo delle
aree rurali della Liguria: attualmente si sta consolidando il PSR 2014-2020, che rispetto alla
programmazione 2007-2013 si discosta per:
- un maggior sostegno agli investimenti per l’innovazione e la competitività delle micro e piccole
medie imprese (MPMI) quindi, a rafforzare gli elementi e le specializzazioni presenti sul territorio;
- una maggiore enfasi al tema energetico che costituisce uno degli elementi che può contribuire in
grande misura agli obiettivi di Europa 2020;
- un nuovo approccio allo sviluppo urbano, con la previsione di un PO nazionale dedicato alle città
metropolitane e la focalizzazione degli interventi dell’Agenda urbana su realtà di rilevanza
strategica per il territorio;
- uno specifico approccio integrato pluri fondo (Fondo Europeo Sviluppo Regionale - Fondo Sociale
Europeo -Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale) alle Aree interne.
I bandi del PSR risultano tuttavia complessi, mentre le scadenza temporali non tengono conto delle
tempistiche burocratiche per l'ottenimento dei requisiti
: una collaborazione fattiva degli
sportelli e uffici regionali verso gli imprenditori del settore consentirebbe un più ampio accesso ai
fondi d parte dei potenziali aventi diritto.
Politiche da attuare
Va Incentivato ed agevolato il confronto ed il dialogo tra le diverse associazioni di categoria e gli
albi professionali, costituendo tavoli tecnici da cui emergano le reali difficoltà e le possibili
soluzioni per chi lavora nel settore primario: una corretta programmazione e pianificazione politica,
in questo come in ogni altro settore, non può prescindere dalla consultazione delle diverse parti
sociali interessate. Contestualmente va resa più efficiente la gestione dei fondi europei,
concentrando gli investimenti della ricerca in campo agricolo - floricolo su progetti realmente utili
per migliorare le condizioni lavorative e potenziando lo sviluppo di alternative biologiche con il
coinvolgimento dei centri di ricerca e di sviluppo già esistenti.
Il recupero dei terreni agricoli abbandonati va coordinato mediante uno specifico piano di
sviluppo che favorisca l'acquisto dei terreni (spesso iperfrazionati) confinanti con terreni agricoli
incolti e promuova la cooperazione tra i lavoratori operanti nel settore primario oil recupero delle
serre abbandonate ma riutilizzabili. Vanno invece i sanzionati i proprietari di terreni incolti o mal
tenuti, specie se in situazioni di degrado idrogeologico o se confinanti con terreni produttivi. Va
anche attuato un corretto aggiornamento degli estimi catastali, risolvendo i casi di sperequazione
evidente che interessano molti terreni.
Va incentivata la creazione di punti vendita diretti delle piccole e medie aziende del settore
agricolo, floricolo e agro alimentare, in quest'ultimo caso promuovendo la «filiera corta» anche
dal lato della domanda con l'incoraggiamento alla nascita di Gas e Gal (gruppi di Acqusito Solidale
e Locale). Un progetto regionale in collaborazione con i vari comuni liguri, affinché le mense delle
scuole primarie e secondarie siano rifornite dai produttori locali, potrebbe sostenere il rilancio
dell'agricoltura garantendo nel contempo la qualità dei cibi consumati.
Va ugualmente promosso un Accordo di Programma tra gli enti interessati e le organizzazioni
agricole per la creazione di centri di raccolta autorizzati per i rifiuti, con l'obbiettivo di
alleggerire i costi per le aziende e favorire il riutilizzo degli scarti, in modo da abbattere le quote da
smaltire.
Gli operatori del settore dovrebbero essere agevolati nello svecchiamento degli impianti di
riscaldamento ad uso agricolo, anche in funzione del controllo degli agenti inquinanti.
TRASPORTO PUBBLICO REGIONALE
I trasporti sono un servizio pubblico essenziale, fondamentale per lo sviluppo dell’economia. La
Regione deve governare le tratte ferro-gomma con interscambi presso le stazioni ferroviarie anche
attraverso il biglietto unico per la mobilità; deve rendere efficiente ed integrare il più possibile il
Trasporto Pubblico Locale con altre forme di trasporto pubblico, sostenibile, eco-compatibile, o di
soft-mobility in generale, in modo da sostituirsi progressivamente alla mobilità privata.
Anche l'esperienza sembra dimostrare che non è attraverso la privatizzazione delle società di TPL
che si riesce ad ottenere questo obiettivo, ma attraverso una migliore gestione da parte del
pubblico. E' quindi prioritario che le aziende rimangono a capitale pubblico e con controllo
pubblico, ben gestite e con un forte orientamento ai clienti. La Regione, da parte sua, deve
impegnarsi a far si che un settore così strategico per la collettività resti in mano pubblica, magari
prevedendo – se si rendesse necessario – la creazione di un'Azienda regionale che sostituisca
l'attuale Agenzia Regionale per il trasporto pubblico locale su strada.
Il rinnovamento dei parchi mezzi deve orientarsi verso mezzi ibridi, elettrici a metano, con minimi
impatti ambientali e risparmio di carburante e costi. Manutenzione e ricambi dovrebbero essere
gestiti in house con spirito manageriale, in riferimento alla tempestività ed efficienza. Questo
aspetto oggi può costituire un grosso margine di miglioramento delle varie TPL Liguri, per
migliorare i costi ed aumentare il parco mezzi in circolazione, valorizzando le competenze interne.
Va prevista una centrale unica di acquisto, per evitare perdita di efficienza, contenziosi e
risparmiare sui costi.
Il servizio deve essere orientato tenendo conto delle varie tipologie di clienti, dei pendolari e
dell’utenza turistica, garantendo il mantenimento dei servizi minimi anche per le frazioni.
In tutti gli ambiti vanno creati appositi parcheggi di interscambio, così da favorire l’utilizzo del
mezzo pubblico rispetto al privato; si può anche ipotizzare la gestione diretta di tali parcheggi
dalle varie TPL creando un un biglietto, rivolto sia ai pendolari sia ai turisti, che comprenda anche
la tariffa del parcheggio.
Anche la promozione di pratiche di condivisione del percorso, tramite car-sharing e car-pooling,
può avvenire in concerto con le TPL esistenti e gli Enti Locali.
Va rafforzato il controllo della sicurezza di utenti e operatori, così come la verifica della
obliterazione (nel rispetto le regole); a questo andrebbe anche incentivato il ricorso alle moderne
tecnologie di «mobile payement».
Per quanto riguarda il trasporto ferroviario, la Regione deve riconsiderare il contratto di servizio, in
modo da consentire più efficienti tempistiche e condizioni di servizio. Viste poi le statistiche
relative agli investimenti regionali nel settore ferroviario, a fronte di quelle di utilizzo, un
adeguamento di tali investimento almeno a livello di quello di regioni limitrofe (Toscana,
Lombardia) potrebbe anch'esso portare a un consistente miglioramento del servizio su una rete le
cui infrastrutture devono essere attentamente studiate e riorganzizzate ( in particolare il nodo di
Genova, la linea Genova-Ventimiglia e le varie linee di interesse locale).
TURISMO
Le stime indicano in 54.000 il numero dei lavoratori coinvolti nel turismo nella nostra Regione, dato
consistente che testimonia la vocazione turistica della Liguria. Il Movimento 5 Stelle si impegnerà a
sfruttare ed utilizzare con la massima trasparenza i fondi stanziati dalla Comunità Europea per la
promozione del turismo attraverso la riorganizzazione e la semplificazione degli enti destinati alla
promozione turistica, al fine di omogeneizzare le azioni sul territorio e di ottimizzare la
programmazione in termini di efficienza e di efficacia.
Promozione turistica e marketing
Devono essere promossi accordi, contatti con altre realtà extra regionali (gemellaggi e partnership)
in modo di ampliare la diffusione dell’immagine della Liguria in Italia e all’Estero.
E' necessaria una precisa sinergia tra pubblico e privato, soprattutto in termini di marketing, ad
esempio, con la promozione dei parchi naturali, parchi marini, percorsi escursionistici e ciclo
turistici, in modo che lavorino in rete; si deve studiare l’offerta di benefits al turista (es. Mobility
ticket, prodotti del territorio, biglietti di trasporto integrato), a compensazione del pagamento della
tassa di soggiorno che tende a rendere meno competitivo il mercato turistico ligure.
L'afflusso turistico va incentivato durante tutto il corso dell’anno studiando apposite convenzioni
con la programmazione di piani/pacchetti diversificati in segmenti di potenziali utilizzatori,
giovani(studenti)/anziani(pensionati), coinvolgendo i diversi operatori del settore. Ugualmente
vanno promosse le diverse tipologie di turismo attraverso i canali specializzati ad esse più vicini
(es. turismo sportivo e catene dedicate, turismo culturale/musei).
Può poi essere istituito un marchio regionale “in Liguria” come contenitore di tutte le tipicità da
esportare sul mercato mondiale, incentivando contestualmente un network di imprese che
aderisce, garantendo alti standard di qualità.
Ricettività
Sarà utile promuovere l’ospitalità diffusa con incentivi (formazione, consulenza gratuita) della
Regione per le realtà che creeranno rete sul territorio: alberghi, alberghi diffusi, servizi di
ristorazione, visite guidate e tutti gli altri servizi dedicati al turista. Turismo tradizionale (alberghi)
e relazionale (bnb, couchsurfing) devono essere in sinergia piuttosto che in concorrenza, attraverso
un'oculata gestione dell'offerta rispetto a clientele di natura anche molto diversa. La difesa
dell'ambiente si può coniugare con il turismo anche attraverso un'attenta differenziazione che
tenga conto da una parte delle esigenze del turismo di massa e dall'altra del rispetto del territorio.
Parchi - Difesa dell’ambiente:
In Parchi, altamente antropizzati, come quelli presenti nel nostro territorio, sarà opportuno contemperare le esigenze della salvaguardia dell'ambiente con le attività tipiche degli abitanti e
tradizionali del territorio, considerandoli come “Parchi della Cultura marina – appenninica –
alpina”.
Gli Enti Strumentali dovrebbero essere riformati, accentrando le funzioni direzionali e potenziando
le funzioni di informazione e controllo, a livello territoriale.
Formazione:
Oltre alla formazione già prevista dal programma Istruzione e Cultura la Regione dovrà promuovere
attività formative specifiche rivolte agli operatori del turismo finalizzate ad una accoglienza
professionale e allo sviluppo di una vera e proprio cultura dell’impresa turistica.
La formazione dovrà essere adeguata alle nuove richieste del turismo contemporaneo: lingue,
turismo naturalistico, turismo sportivo.
Promuovere ogni tipo di progetto di alternanza scuola-lavoro destinato agli studenti degli Istituti
Alberghieri, Tecnici e Professionali, così come la formazione superiore tramite master specifici per
lo sviluppo del turismo nella Regione.
Attività economiche sulle coste:
Promuovere le attività economiche legate al turismo balneare sulla base della sostenibilità
(presidio del territorio, eliminazione barriere architettoniche, sicurezza per la balneazione) e dei
principi del Movimento 5 Stelle.
Aeroporto Cristoforo Colombo
Considerando quanto lo spazio occupato dall’aereoporto finisce per sovrapporsi a possibili
ampiamenti delle attività portuali, si ritiene indispensabile farlo lavorare a pieno regime
promuovendo eventuali accordi tra i soggetti economici ad esso legati e le varie compagnie aeree,
anche low cost. L'attivazione di una connessione con la linea ferroviaria potrebbe avere
interessanti ricadute, soprattutto per le Riviere.