Università di Roma “La Sapienza” Prof. Massimo Guarascio Principi base di Ingegneria della Sicurezza L’analisi delle condizioni di Affidabilità del sistema si articola in: (i) identificazione degli scenari incidentali di riferimento (Eventi critici Iniziatori - EI) per il sistema in esame (ii) analisi dell’evoluzione degli eventi critici iniziatori verso configurazioni stazionarie, definite dalla combinazione di sottoeventi critici (Ek: k = 1, …, n) – Event Tree Analysis (ETA) o Analisi ad Albero degli Eventi – (iii) valutazione della probabilità di accadimento dei singoli eventi, che concorrono alla definizione dell’albero degli eventi - Fault Tree Analysis FTA o Analisi ad Albero delle Cause - e del livello di danno associato agli eventi conseguenza (iv) calcolo del livello di rischio caratteristico del sistema rispetto allo scenario incidentale considerato. Università di Roma “La Sapienza” Prof. Massimo Guarascio Analisi ad Albero degli Eventi (ETA) – principi base Prima classe di sottoeventi Seconda classe di sottoeventi S2| S1 Si evento associato a condizioni di affidabilità rispetto alla classe di sottoeventi Ei; Fi evento associato a condizioni critiche rispetto alla classe di sottoeventi Ei. S1 F2| S1 P ( S1 ) + P ( F1 ) = 1 EI Evento iniziatore S2| F1 Inoltre anche per gli eventi condizionati vale P ( S 2 S1 ) + P ( F2 S1 ) = 1 F1 P ( S 2 F1 ) + P ( F2 F1 ) = 1 F2| F1 Università di Roma “La Sapienza” Prof. Massimo Guarascio ETA – identificazione degli eventi conseguenza (1) Prima classe di sottoeventi Seconda classe di sottoeventi Teorema di Bayes S2| S1 C1 = S1 ∩S2 P ( C1 ) = P ( S1 ∩ S 2 ) = P ( S 2 S1 ) P ( S1 ) S1 F2| S1 EI Evento iniziatore S2| F1 F1 F2| F1 C2 = S1 ∩F2 C3 = F1 ∩S2 C4 = F1 ∩F2 P ( C2 ) = P ( S1 ∩ F2 ) = P ( F2 S1 ) P ( S1 ) P ( C3 ) = P ( F1 ∩ S 2 ) = P ( S 2 F1 ) P ( F1 ) P ( C4 ) = P ( F1 ∩ F2 ) = P ( F2 F1 ) P ( F1 ) Università di Roma “La Sapienza” Prof. Massimo Guarascio ETA – caratteristiche degli eventi conseguenza (2) Teorema di Bayes La probabilità dell’intersezione di due eventi è uguale al prodotto della probabilità di uno degli eventi per la probabilità condizionata dell’altro calcolata a condizione che il primo abbia luogo: P ( A ∩ B) = P ( A B) P ( B) L’evento A|B indica l’evento A rispetto allo spazio degli eventi assunto coincidente con l’evento B: posto che l’evento B sia riguardato come l’evento certo qual è la probabilità dell’evento A? Eventi statisticamente indipendenti: due eventi A e B si dicono statisticamente indipendenti se il verificarsi di uno non altera la probabilità di realizzazione dell’altro: P ( A B ) = P ( A) ; P ( B A) = P ( B ) Università di Roma “La Sapienza” Prof. Massimo Guarascio ETA – caratteristiche degli eventi conseguenza (1) S1 C2 = S1 ∩ F2 S1 ∩ S 2 S2 E C3 = F1 ∩ S2 E C1 = S1 ∩ S 2 F1 = S1 , F2 = S 2 C4 = F1 ∩ F2 I tre eventi conseguenza sono mutuamente disgiunti e definiscono un ricoprimento dello spazio degli eventi E; la somma delle corrispondenti probabilità di accadimento è dunque pari a 1. L’unione delle quattro possibili conseguenze ricostruisce l’evento certo: P ( C1 ∪ C2 ∪ C3 ∪ C4 ) = 1. Università di Roma “La Sapienza” Prof. Massimo Guarascio ETA – caratteristiche degli eventi conseguenza (2) Gli eventi conseguenza vanno gerarchizzati rispetto alla gravità; La gerarchia viene tipicamente stabilita attraverso la definizione di un indicatore adimensionale di danno: La conseguenza più severa (gravità massima) corrisponde ad indicatore di danno pari a 1 La conseguenza meno severa (gravità nulla) corrisponde ad indicatore di danno pari a 0 L’indicatore di danno è definito dalla seguente relazione ∆: ∆ : {C1 , ..., Cn } ∈ E → { D1 , ..., Dn } ∈ R n Se : C1 ; C2 ; ... ; Cn (che significa C1 migliore di C2 ... migliore di Cn ) allora D1 < D2 < ... < Dn (che significa D1 minore di D2 ... minore di Dn ). Università di Roma “La Sapienza” Prof. Massimo Guarascio ETA – caratteristiche degli eventi conseguenza (3) L’indicatore di danno D si comporta come una variabile aleatoria (in questo caso discreta) in quanto caratterizzato da una n-pla di valori ciascuno dei quali può essere attinto con una data probabilità: {( D1 , P ( C1 ) ) , ..., ( Dn , P ( Cn ) )} f(D) 0,045 0,04 0,035 0,03 0,025 0,02 0,015 0,01 0,005 0 D Università di Roma “La Sapienza” Prof. Massimo Guarascio ETA – caratteristiche degli eventi conseguenza (4) Estensione del concetto di danno La gerarchia degli eventi conseguenza in generale può essere stabilita tenendo conto di ulteriori fattori rispetto alla misura di danno (o dualmente rispetto ad un indicatore livello di sicurezza LS): si definisce pertanto un indicatore di utilità U. Sia che si intenda misurare le conseguenze associate al verificarsi di un dato evento in termini di danno, che in termini di livello di sicurezza o di utilità, la gerarchia tra eventi è caratterizzata in modo tale che le suddette misure associate a combinazioni di più eventi soddisfino opportuni vincoli di preferenza: C1 ∪ C2 ∪ ... ∪ Ck ; Ck +1 ⇔ D1 + D2 + ... + Dk < Dk +1 U1 + U 2 + ... + U k > U k +1 Università di Roma “La Sapienza” Prof. Massimo Guarascio ETA – Definizione di Rischio Atteso e Rischio Cumulato f(D) 0,045 Istogramma delle probabilità: a partire dalla conoscenza di {( D1 , P ( C1 ) ) , ..., ( Dn , P ( Cn ) )} si 0,04 0,035 traccia la distribuzione di probabilità che caratterizza la variabile aleatoria danno (in figura è riportata anche una possibile curva continua interpolante) 0,03 0,025 0,02 0,015 “Rischio” Atteso [danno]: 0,01 0,005 n 0 D R = ∑ P ( Ci EI ) Di i =1 1-F(D) 1 0,9 “Rischio” Cumulato [probabilità]: 0,8 a partire dalla distribuzione di probabilità che caratterizza la variabile aleatoria danno il rischio cumulato è determinato dalla probabilità che il danno risulti minore o uguale ad un fissato valore soglia 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 RC ( D ) = 0,2 0,1 0 D ∑ P (C i , i ≤in i ( ) EI ) , U Cin = D Università di Roma “La Sapienza” Prof. Massimo Guarascio ETA – il Rischio Atteso come parametro decisionale Prima classe di sottoeventi E11...1 Seconda classe di sottoeventi .... ...... E1 j ...k .... EI E1 j E1 j ...1 E1 j ...2 … E1 E2 E3 E11 E12 .... En Enl ...k m-esima classe di sottoeventi R ( EI ) = ∑ P ( Eijk ... )Dijk ...